Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: _Joanna_    30/06/2016    5 recensioni
Cross over Game of Thrones / Harry Potter
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Esperimento 1.0
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«Stazione di King’s Cross, 1 settembre, ore 10.45 . Aveva atteso questo momento per tutta l’estate, ma l’euforia che l’aveva accompagnato fino a quel momento l’aveva abbandonato nell’attimo stesso in cui si era trovato davanti alla barriera tra i binari 9 e 10» [...]
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«Sua sorella, la ragazzina seduta di fronte a lui, aveva gli stessi boccoli dorati e i medesimi occhi color smeraldo, anche se, questo Bran aveva dovuto ammetterlo, le donavano molto di più che al fratello. Anzi a dirla tutta era decisamente graziosa» [...]
Genere: Drammatico, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Incest
Capitoli:
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cross over 1

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PROLOGO

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Stazione di King’s Cross, 1 settembre, ore 10.45 . Aveva atteso questo momento per tutta l’estate, ma l’euforia che l’aveva accompagnato fino a quel momento l’aveva abbandonato nell’attimo stesso in cui si era trovato davanti alla barriera tra i binari 9 e 10. Aveva visto i suoi fratelli varcarla senza problemi ogni anno, prima Robb, poi Jon, Sansa e infine Arya, appena due anni prima. Ora toccava a lui, e il pensiero di fallire, di sbattere contro quella solida parete di mattoni, lo pietrificava. Vide Theon, il migliore amico di Robb, lanciarsi con passo sicuro contro la barriera accompagnato dal suo perenne sorriso beffardo, quindi suo fratello lo seguì a ruota. Non poteva farcela, lo sentiva, non era pronto. Jon gli si affiancò mentre Sansa varcava a sua volta il passaggio senza smettere di discutere con Arya per chissà quale cosa.
«Anch’io ero nervoso la prima volta» gli bisbigliò Jon all’orecchio «Ma è come passare sotto un’arcata, chiudi gli occhi e corrici dentro»

     Jon, il suo fratellastro, il reietto della famiglia, come aveva sentito definirlo da molti, doveva saperla lunga sulle paure del non essere all’altezza, ma le aveva sconfitte. “Coraggio Bran” si disse “È come un’arcata, ma questa volta è più facile, non la devi scalare”. Già, più facile, ma non per lui che amava arrampicarsi dovunque. Conosceva ogni pietra della villa in cui abitava, ogni ramo del grande acero che si specchiava nel laghetto nel centro esatto del parco che circondava la casa, ogni ago degli abeti che gettavano una fitta ombra verde anche in inverno.

     «Su Bran, tocca a te»
Bran alzò lo sguardo e vide sua madre accanto a lui, là dove fino a un attimo prima c’era Jon. Lo cercò con lo sguardo, ma non lo vide; doveva aver attraversato la barriera.
«Sei pronto?» chiese suo padre, lord Eddard Stark. Era stranamente pensieroso, come se qualcosa lo preoccupasse e si augurò vivamente che non fosse per causa sua. Annuì con la testa, quindi afferrò saldamente il carrello tra le mani. Fece un passo in avanti, poi un altro, e si ritrovò a correre, diretto contro una barriera apparentemente invalicabile. Chiuse gli occhi come gli aveva consigliato Jon e trattenne il respiro. Non successe niente. Era passato? O si era fermato come uno stupido a un centimetro dal muro? Decise di aprire un occhio e ciò che vide glieli fece sbarrare entrambi. Una grossa locomotiva rossa sbuffava vapore, inondando la banchina di una fitta nebbia biancastra. Guardò il pilone davanti a sé, dove un grosso cartello recava una scritta, la più bella che avesse mai letto: Binario 9 e tre quarti. Ce l’aveva fatta. Intanto anche suo padre aveva varcato il passaggio, e gli aveva posato una mano sulla spalla per guidarlo lungo la banchina. Era gremita di persone, molti ragazzi si abbracciavano, salutandosi, pronti a raccontarsi a vicenda le avventure dell’estate, altri avevano un’espressione stupita, come la sua probabilmente, e si guardavano freneticamente attorno mentre i genitori li aiutavano a caricare i pesanti bauli sul treno. Finalmente vide i suoi fratelli. Erano insieme ad altri ragazzi che non aveva mai visto. Sansa era appoggiata al suo carrello e lanciava gridolini esaltati insieme a una ragazza che doveva essere la sua migliore amica Jeyne Poole; Robb e Theon stavano ridendo insieme a due ragazzi con i capelli rossi, assolutamente identici; Arya e Jon non c’erano.

     «10.55 ragazzi, è meglio che saliate» disse suo padre, e aggiunse «Robb, dai una mano a tuo fratello»
«No, ce la faccio da solo» disse Bran. Non aveva bisogno della balia, presto sarebbe arrivato a Hogwarts, sarebbe stato smistato e … Il pensiero dello smistamento non l’aveva nemmeno sfiorato, non fino a quel momento. E se non fosse finito nella Casa giusta? Tutta la sua famiglia era Grifondoro, e se lui fosse stato smistato da un’altra parte? In Serpeverde magari? Il terrore lo invase come un fiume in piena, schiacciandolo come un enorme masso staccatosi da una montagna.
«Allora fai da solo o no?»
La voce di suo fratello lo riportò alla realtà, al presente in cui era ancora un ragazzino senza nessuno stemma sulla divisa e che se stava impalato sul binario inondato dal fumo. Afferrò il suo baule, era pesantissimo, e cercò di spingerlo sul treno.
Stava per rinunciare e chiamare indietro suo fratello perché lo aiutasse, quando una voce gentile alle sue spalle disse «Ehi, ti serve una mano?»
Era un ragazzo circa della stessa età di Jon, con gli occhiali e una grande massa di capelli neri arruffati. Afferrò il baule e lo passò a qualcuno sul treno, un ragazzo con folti capelli scuri … era Jon! Una ragazza dietro di lui stava parlando, sventolando concitata un giornale, ma lui non sembrava prestarle ascolto.
«Primo anno vero?» chiese intanto il ragazzo con gli occhiali, mentre entrambi salivano sul treno che già cominciava a muoversi sotto i loro piedi. Bran annuì, e mentre lo guardava allontanarsi lungo il corridoio, non poteva credere a ciò che aveva appena vissuto. Lo aveva riconosciuto subito, occhiali rotondi e una piccola cicatrice sulla fronte, quello era Harry Potter, praticamente una celebrità, ed era persino gentile! E suo fratello Jon lo conosceva, anzi era sua amico, come mai non gliene aveva mai parlato?

     «Pensi di stare qui tutto il giorno?» Bran si voltò di scatto e vide un ragazzo biondo, dall’aria antipatica che lo stava fissando scocciato, e dietro di lui … Sansa!
«Allora ti muovi!?» strillò il ragazzo, visto che Bran seguitava a rimanere immobile.
«Ehm sì» mormorò Bran e si appiattì contro la porta di uno scompartimento per lasciarlo passare, e quando anche Sansa gli sfilò accanto si scambiarono un’occhiata fiammante.
“Fantastico” pensò “Se tutti quanti a Hogwarts sono come questo qui, addio”
 
     «Perciò capisci, nostra madre era furibonda dopo quello che è successo alla coppa di Quidditch, insomma il Marchio Nero, papà dice che non si assisteva a qualcosa di simile da anni, quando ancora la Fratellanza del Bosco del Re terrorizzava l’intero Paese. Però si dice anche che molti della Fratellanza siano rimasti in libertà, probabilmente … »

Bran aveva ormai smesso da ore di ascoltare quel ragazzino. Si limitava a fare qualche cenno con il capo, ridendo quando anche lui rideva, desiderando come mai aveva desiderato qualcosa in vita sua che quel viaggio interminabile giungesse al termine. 

     Aveva percorso il treno in lungo e in largo in cerca di uno scompartimento libero, ma alla fine aveva dovuto arrendersi e si era infilato in quello, dove due ragazzini, un maschio e una femmina, più o meno della sua età, se ne stavano tranquilli seduti ai due lati del finestrino.
Aveva preso posto e per una buona mezzora erano rimasti tutti e tre in silenzio, a godersi il dolce cullare del treno che sfilava veloce tra i campi bruciati dal sole.
Ma quella quiete non era durata a lungo. Improvvisamente, infatti, il ragazzino aveva cominciato a parlare di Hogwarts e dello smistamento, augurandosi di essere mandato in Serpeverde, precisando quanto si sarebbe sentito onorato di appartenere alla Casa che aveva ospitato per secoli i membri della sua famiglia. Bran di rimando aveva espresso il desiderio di essere smistato in Grifondoro, storica Casa rivale di Serpeverde, sperando che questo avrebbe messo fine a una conversazione che, lo sapeva, non sarebbe stata affatto piacevole. Ma Tommen, era questo il suo nome, dopo essere parso per un momento deluso, aveva ripreso entusiasmo e aveva cominciato a tempestarlo di domande, citando tutte le assurdità che doveva aver pronunciato sua madre, senza per altro dare alcun segno di averne compreso il significato.
“Non c’è da stupirsi” pensò Bran. Gli era bastato ascoltare per qualche minuto gli sproloqui e le vanterie di Tommen per riconoscerlo. Aveva un viso paffuto, e i pesanti riccioli biondi contribuivano ad accentuarne la forma. Sua sorella, la ragazzina seduta di fronte a lui, aveva gli stessi boccoli dorati e i medesimi occhi color smeraldo, anche se, questo Bran aveva dovuto ammetterlo, le donavano molto di più che al fratello. Anzi a dirla tutta era decisamente graziosa. Ad ogni modo quelli erano i caratteri distintivi di una delle famiglie più antiche e potenti del Paese: i Lannister. Tommen e sua sorella erano in effetti dei Baratheon, ma i punti in comune con il padre si esaurivano al solo cognome. Non c’era quindi da sorprendersi nel sentire quel ragazzino ripetere a pappagallo gli insulti e i pregiudizi che ogni Lannister vomitava addosso a chiunque.

      «Però a Joff piace una di Grifondoro, la mamma non è d’accordo, ma papà dice che è una buona idea, e allora lei gli ha detto di sposarselo lui lord Stark» stava intanto proseguendo Tommen. Bran, che si era distratto molto tempo prima, non capì come si era arrivati a parlare della sua famiglia in maniera diretta, e di una delle sue sorella per la precisione.
«Insomma, io non ci trovo niente di speciale in quella lì, come dice mia madre, metà delle nostre cugine sono belle quanto lei, e l’altra metà lo è il doppio, e poi è così stupida … »
Quindi era di Sansa che stavano parlando? E quello che era con lei, quel ragazzo odioso era il fratello di Tommen? Ma cosa passava per la testa di Sansa? E come l’aveva definita lui? Stupida? Guardò fuori dal finestrino, ma il paesaggio sembrava svanito, inghiottito dalle tenebre della notte. Intanto Tommen stava proseguendo con la sua interminabile lista di insulti e difetti su chiunque avrebbero incontrato a Hogwarts, in primis gli Stark, e poi tanti altri, i cui nomi non gli suggerivano nulla.
«Insomma che poi finire in Grifondoro non sarebbe tanto male, se non fosse che quella Casa è invasa dai Sanguemarcio e … »
Bran sentiva di stare per esplodere. Stava infatti per urlare a quello stupido ragazzino grassottello di chiudere la bocca quando una chioma bruna fece capolino nello scompartimento.
«Siete del primo anno?» chiese con voce gentile. Bran annuì, e lo stesso fece Tommen, senza però tentare di nascondere una smorfia disgustata.
«Sarà meglio che indossiate le vostre divise, tra meno di venti minuti saremo a Hogwarts» annunciò, quindi richiuse la porta dello scompartimento e scomparve nel corridoi debolmente illuminato.
Meno di venti minuti. Bran fu invaso dalla stessa sensazione di euforia che aveva provato il giorno in cui aveva ricevuto la lettera di ammissione a Hogwarts. Il momento era arrivato. Avrebbe varcato l’immenso portone di ingresso del castello, e poi la monumentale scalinata di marmo che i suoi fratelli gli avevano descritto tante e tante volte e …
«Sanguemarcio» Tommen aveva letteralmente sputato fuori la parola, interrompendo le fantasie di Bran. «È incredibile che li ammettano ancora a Hogwarts»
Forse fu solo un caso, o forse con la coda dell’occhio la sorella di Tommen, Myrcella, doveva aver visto il suo movimento. Bran conosceva pochi incantesimi, erano stati Robb e Jon a insegnarglieli, e li avrebbe usati lì, sul treno; non gli importava se una fattura scagliata alle porte di Hogwarts avrebbe potuto comportare la sospensione o addirittura l’espulsione dalla scuola, non tollerava più quel bambinetto viziato. Ma Myrcella si alzò, frapponendosi tra lui e il fratello, quindi prese dalla rete portabagagli la gabbia con il suo gufo e uscì dallo scompartimento. Ormai il momento era passato.

     Per il resto del tragitto lui e il suo fastidioso compagno rimasero in silenzio. Bran indossò la divisa con lo stemma di Hogwarts e si accomodò sul sedile affianco al finestrino, ascoltando il treno rallentare e infine fermarsi, mentre tutto intorno le luci di un villaggio risplendevano nella notte. Il momento tanto atteso era finalmente arrivato. Si alzò e scese dal treno, raggiungendo un gruppetto di ragazzi del primo anno che andavano ammassandosi di fronte all’uomo più gigantesco che avesse mai visto. Vide Tommen ridacchiare insieme ad altri, anche se non ne capì il motivo: trovava infatti che quel colosso fosse tutto fuorché buffo.
«Primo anno, seguitemi» tuonò l’omone, e Bran si chiese se non fosse proprio lui a stabilire chi smistare e dove. “Un Grifondoro è coraggioso, non devi far vedere che hai paura” si disse, quindi seguì gli altri fino alla riva di un lago dove tante piccole barche erano lì ad attenderli. Quindi era così che si raggiungeva il castello? Era certo di aver sentito i suoi fratelli parlare di carrozze. Prese velocemente posto su una delle barche, che magicamente guadagnò il largo e in pochi minuti si ritrovarono tutti in un cunicolo sotto l’immensa mole del castello.
Mentre scendeva dalla piccola imbarcazione Bran si sentiva di nuovo terrorizzato, come lo era stato quel mattino a King’s Cross davanti alla barriera tra i binari 9 e 10. Ancora pochi minuti e poi la prova che avrebbe deciso della sua vita, lo smistamento che avrebbe stabilito se lui era davvero uno Stark.

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Angolo Autrice

 

Dopo luuuuuunghissimi mesi di attesa torno con un’altra fanfic su Game of Thrones, questa volta unita all’altra mia opera preferita, Harry Potter. Premetto che questo è il mio primo cross over e sinceramente non sono molto convinta del risultato, anche perché non ho ancora idea di come gestirlo. Ma languiva nel mio PC da mesi e mi sembrava brutto lasciarlo lì solo soletto. Per questo l’ho pubblicato e non escludo che la storia possa subire cambiamenti sostanziali dall’originale e dall’impostazione che gli ho più o meno dato in questo prologo. Ovviamente aspetto i vostri commenti e i vostri consigli, su come vorreste che fossero i successivi capitoli, sui ruoli dei personaggi all’interno della storia, insomma come vi piacerebbe che Jon, Arya, Joffrey e tutti gli altri personaggi dell’universo martiniano interagissero con i maghetti più famosi del secolo.

 

A presto,

 .

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_Jo

  
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