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Autore: Sylvia Naberrie    30/06/2016    2 recensioni
Soraya Keto, ex Padawan del maestro Sifo-Dyas, è tornata al Tempio Jedi, stavolta da Cavaliere.
È venuta ad assistere alle Prove degli Iniziati e solo uno di loro sarà il suo futuro allievo.
Ma non tutto sarà rose e fiori. Il Consiglio manderà Soraya ad indagare nel sistema Hutt sulla scomparsa di una famiglia di mercanti, in una disperata caccia al tesoro in pianeti dove la criminalità è all'ordine del giorno.
Riusciranno Soraya e la sua Padawan a portare a termine la missione?
Genere: Angst, Science-fiction, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dreams and Revenge'
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CAPITOLO 21
"INDIZI E BUGIE"


La Fregata impiegò meno di un'ora a raggiungere il pianeta Da Soocha V.
A differenza di Nar Shaddaa, questo non era un pianeta-città, come Coruscant, ma aveva una grande metropoli e varie cittadine sparse sul pianeta, intervallate da vegetazione incontaminata. Era nella metropoli che stavano dirigendosi.
Soraya presse il pulsante dell'interfono.
"Qui Fregata di Coruscant AA-9, viene richiesto permesso di atterrare"
"Qui torre di controllo DS75, permesso accordato", rispose una voce gracchiante nell'interfono. Soraya lo spense e iniziò le manovre di atterraggio.
La nave si posò sulla piattaforma senza problemi, evidentemente i Ganathoriani avevano svolto bene il loro lavoro.
Soraya attese prima di aprire il portellone di uscita. Si girò a guardare Noal e Nihall.
"Allora, mettiamo in chiaro delle cose. Non voglio avere problemi o intralci di alcun tipo. Non ti ho salvato da quella fabbrica degli orrori solo per venirti a salvare di nuovo, perciò le regole sono queste: starai sempre attaccato a me, voglio che tu mi dia la mano, sempre. Nel caso in cui mi servissero entrambe le mani, tranne quando devo combattere, voglio che ti attacchi alla mia tunica. Nel caso in cui vi siano pericoli, devi stare tra me e Nihall, sono stata chiara? E nel caso in cui ci siano pericoli più grossi, voglio che tu e Nihall fuggite mentre io mi occupo dei nemici. Non fare mosse azzardate e qualsiasi bravata ti venga in mente voglio che prima tu venga a riferirmela. Intesi?"
Soraya finì il suo monologo mentre Noal la ascoltava rapito e, quando capì che aveva concluso, annuì vigorosamente.
"Maestra, perciò non potrò aiutarla?", chiese interdetta Nihall.
"No, Padawan, devi proteggere Noal, è la nostra priorità", spiegò la maestra.
"Ma io voglio combattere, come imparerò a difendere le persone se non combatto?"
Soraya si alzò e le mise una mano sulla spalla.
"Padawan, proteggere non significa combattere. Questo è l'ultimo modo per proteggere una persona. Devi cercare di farlo senza usare la violenza. Questa è la virtù di un Jedi. Saper adempiere la propria missione senza uso della forza, ma solo con l'astuzia, la pace, l'equilibrio e la serenità. Hai ancora molto da imparare"
Nihall sbuffò.
"Ok, farò come mi direte", asserì senza troppa convinzione.
"Col tempo capirai. Bene! Siete pronti?", chiese la maestra.
Tutti annuirono perciò Soraya presse il pulsante del portellone, che si aprì, e uscirono tutti e tre.
Un addetto li attendeva fuori dalla nave.
"Lei è...?", chiese alla donna.
"La maestra Jedi Soraya Keto"
L'uomo rimase interdetto un secondo, poi si riprese.
"Ah, ok. Ehm... Le terremo la nave sotto controllo"
"La ringrazio", rispose Soraya.
"Se vuole seguirmi...", disse quello avviandosi verso una struttura lì vicino.
"Nihall, tieni d'occhio Noal per qualche minuto, vado a sbrigare delle piccole faccende burocratiche e torno"
"Sì, maestra", rispose la Padawan, mettendosi le braccia incrociate mentre Soraya si stava allontanando.
"Quando immaginavo la mia prima vera missione non pensavo di dover fare la babysitter...", disse fra sé e sé Nihall, la voce un po' troppo alta. Noal la guardò dispiaciuto.
"Scusami... Io... Volevo solo aiutare...", si scusò il piccolo.
Nihall si accorse dell'errore e arrossì.
"No, Noal, scusami! Non volevo... Scusa! È solo che... Mi immaginavo una missione piena di pericoli, azione, dei cattivi che vogliono farci fuori...", vedendo lo sguardo spaventato di Noal, la zabrak si interruppe.
"Ma è meglio così! Niente pericoli! Puoi stare tranquillo con noi, piccolo", sorrise Nihall, cercando di tranquillizzare il bambino. Noal sorrise di rimando ma la Padawan non se ne accorse.
La sua attenzione era concentrata su alcune persone che spingevano degli eopies su un cargo attrezzato per animali, che recava le lettere DK, piuttosto rovinate dall'usura e con una macchia tra le due lettere.
'Eopies qui? Ma non sono animali tipici di Tatooine? Cosa ci fanno qua?', pensò la zabrak incuriosita.
Gli animali venivano spinti a forza ma non si ribellavano ai loro proprietari.
'Gli eopies sono creature testarde e ribelli... Perché si lasciano maltrattare così?'
La ragazza strinse i pugni.
Da quando era una piccola Yougling aveva sempre sentito una forte connessione con gli animali, senzienti e non senzienti. Specialmente di quest'ultimi era appassionata e sapeva molte cose sugli animali sparsi nella galassia.
Non poteva permettere che delle persone maltrattassero quelle creature. In quanto Jedi era suo dovere proteggerle e preservarle dalla cattiveria e crudeltà delle specie senzienti.
"Noal, aspettami qui", ordinò con voce grave, mentre stava avviandosi verso quelle persone, avvicinando la mano alla spada laser e staccandola dal gancio.
"Ehm... Nihall..."
"Padawan, dove stai andando?"
Nihall si fermò e girandosi vide la sua maestra di ritorno.
"Non ti avevo ordinato di stare con Noal?"
"Sì, maestra, ma..."
"Niente ma, sbrighiamoci", ordinò Soraya.
Nihall tornò indietro e rimettendo la spada laser al suo posto.
Soraya prese la mano di Noal e si avviò verso l'uscita dello spazio-porto, alzandosi il cappuccio del mantello sul capo. Nihall la imitò, non prima di aver lanciato un ultimo sguardo indietro.
Decise di mettere da parte quei pensieri, al momento.
"Maestra, dove stiamo andando?", chiese la Padawan.
"Di nuovo al mercato nero. Spero di incontrare qualche cacciatore di taglie...", meditò Soraya.
"Maestra, ma chi stiamo cercando?", chiese confusa Nihall.
"Non chi, Padawan, ma cosa. Stiamo cercando una setta. Purtroppo non so come si chiama, ancora è da scoprire. Perciò spero che qualcuno si faccia avanti"
Le due donne e il bambino affittarono uno speeder. Fortunatamente le vie aeree di Da Soocha V erano meno affollate di Nar Shaddaa, perciò si procedeva tranquillamente.
Raggiunsero la zona più malfamata della città, dove imperava una grande fabbrica fuligginosa. Atterrarono con lo speeder in un'area piena di altri mezzi e attraversarono il cancello semidistrutto che circondava la fabbrica. Il mercato nero si trovava lì dentro.
Era piccolo rispetto a quello della Luna del Contrabbandiere. Soraya strinse la mano di Noal e si avviò nella fabbrica, con Nihall dietro.
A dispetto dell'esterno, che mostrava una fabbrica in disuso e abbandonata, dentro era piuttosto affollata e caotica. Come per Nar Shaddaa e Coruscant, era un tripudio di numerose specie diverse.
Quel mercato nero in particolare, però, sembrava più organizzato rispetto a quelli degli altri pianeti. Ogni bancarella aveva un proprio baracchino dietro di esso, che poteva essere adibito sia a magazzino sia come una vera e propria casetta per i commercianti. Ognuno ne aveva uno a disposizione e ne faceva ciò che voleva.
Soraya si diresse proprio verso uno di loro, che sembrava vendesse pezzi di ricambi per droidi.
Studiò la merce, prendendo qualche oggetto tra le mani e studiandolo.
Il commerciante, un Ishi Tib dalla pelle giallo-verde piena di tagli e cicatrici, se ne accorse e le andò vicino. Noal si strinse di più a Soraya.
"Ottima merce quella, sono dieci mila crediti", disse nella sua lingua, il Tibranese.
"Molto interessante, ma penso sia caro. Vorrei guardare dentro la tua bottega, posso?", chiese Soraya posando l'oggetto e avviandosi nella baracca, più che bottega, dell'Ishi Tib.
"Prezzi troppo alti per te, nulla da vedere c'è", replicò quello squadrando la Jedi dall'alto in basso. Soraya entrò comunque e lo stesso fece l'alieno.
"Troppo caro qui", insistè.
Soraya controllò che fuori nessuno li vedesse. Si girò verso il commerciante e agitò tre dita della mano destra davanti i suoi occhi.
"Conosci Xander Fong?"
Gli occhi dell'Ishi Tib divennero vitrei.
"Di nome", rispose monocorde.
"E conosci Othar Wung e la setta di cui faceva parte?"
"No"
"Sai a chi posso chiedere?"
"A tre blocchi da qui, sulla destra, c'è una bancarella con dei sacchi di iuta. Renia sicuramente lo saprà", rispose l'Ishi Tib, guardando fisso davanti a sé.
"Renia è la commerciante?"
"Sì"
"Bene. Ora tornerai al tuo posto e dimenticherai di questa chiacchierata", concluse Soraya agitando nuovamente le dita.
"Ora tornerò al mio posto e dimenticherò questa chiacchierata", ripeté l'alieno, uscendo dalla baracca e sistemandosi dietro il bancone.
Soraya lo seguì e Nihall notò che i suoi occhi erano tornati normali.
L'Ishi Tib li squadrò.
"Volete qualcosa? Qui c'è buona merce!"
"No, grazie", disse Soraya allontanandosi e tirandosi appresso Noal e la sua Padawan.
"Maestra, qui le bancarelle sono tutte alla rinfusa, come troveremo il blocco che ci ha indicato il commerciante?", chiese Nihall mentre stavano andando ad inoltrarsi nella folla.
"Credo che definiscano blocco come quattro bancarelle disposte accanto. Se noti, tra alcune bancarelle e le altre vicine, c'è un po' di spazio. Forse in questo modo intendono dividere i blocchi l'uni dagli altri", rispose la Maestra.
Cercarono di inoltrarsi in quel caleidoscopio di persone, alieni, bancarelle, oggetti, urla e profumi che minacciavano di confonderli e dividerli, cercando di trovare la strada che aveva loro indicato l'Ishi Tib.
Fortunatamente Soraya stringeva saldamente la mano del piccolo Noal, che stava attento ad evitare che qualcuno lo separasse dalla donna, mentre Nihall non perdeva d'occhio la chioma rosso fuoco della sua Maestra.
All'improvviso, la Padawan la vide fermarsi in una particolare bancarella che aveva esposto numerosi sacchetti di iuta pieni fino all'orlo di tante polverine colorate.
"Spezie", mormorò sottovoce Soraya, facendo una smorfia.
Una ragazza appoggiata a braccia conserte allo stipite della baracca situata dietro la bancarella parve sentirla, perché si diede una spinta in avanti e le si avvicinò. Solo allora Nihall si accorse delle numerose cicatrici che aveva sul viso e sul collo.
'Ma qui sono tutti sfigurati?', pensò sconcertata la Padawan.
"Posso aiutarla?", chiese la ragazza.
A dispetto della frase appena pronunciata, il suo sguardo era sospettoso e indagatorio. Nihall la studiò attentamente.
"Sei tu Renia?", chiese Soraya afferrando con due dita il contenuto di un sacchetto, strofinando tra di loro i polpastrelli per poi avvicinarli al naso. Poi, aspettando la risposta, alzò lo sguardo verso la ragazza che l'aveva osservata.
"Sì, sono io. Lei chi è?", chiese ancor più sospettosa di prima.
"Non è importante chi sia io. Vorrei farle qualche domanda, se possibile", chiese serafica Soraya. La ragazza si agitò ancora di più.
"Chi è lei? Chi l'ha mandata?"
"Si calmi. Vengo qui a nome di Othar Wung. Mi ha detto di chiedere a lei circa una questione delicata e importante"
La ragazza rimase a fissarla semi sconvolta, poi più pensierosa.
"Othar Wung ha detto?", chiese leggermente meno sospettosa, ma più curiosa.
"Sì"
La ragazza si guardò ai lati e fece cenno di entrare nella baracca. Soraya e i due ragazzi la seguirono.
L'interno era piuttosto buio e polveroso, composto da un armadietto, qualche sedia, un tavolinetto e un tavolo più grande. Solo una lampada ad olio posta in alto illuminava il piccolissimo ambiente. Soraya si sorprese nel trovarci dentro un uomo seduto su una sedia, che poggiava terra solo con le due gambe posteriori.
L'uomo stava con le braccia conserte e i piedi poggiati sul tavolinetto, e un cappello gli copriva il viso. Sembrava addormentato.
"Ebbene?", chiese Soraya mentre con la Forza sondava l'ambiente. La ragazza si mise vicino l'uomo che continuava a non dar segno di vita.
"Sì, conosco Othar Wung. Qual'è questa questione delicata?"
"Conoscete la frase 'Mhi'cuy kad be te gra'tua talyc aru'e. Mhi'cuy Dha Kyr'am'?"
Sia Soraya che Nihall riuscirono a percepire la tensione che la domanda aveva suscitato nelle due persone. Renia si era irrigidita mentre le dita dell'uomo si erano strette ancor più alle braccia.
'Come immaginavo, è sveglio e ha ascoltato tutto da quando siamo arrivati', pensò Soraya.
"Non so proprio cosa voglia dire... Come mai Othar pensava ne sapessi qualcosa?", chiese la ragazza cercando di risultare più disinvolta possibile mentre girava per la piccola stanza.
Soraya la vide soffermarsi davanti al tavolo e, mentre dava loro le spalle, vide il suo braccio afferrare un oggetto dal tavolo e muoversi verso la tasca della salopette. Nihall riuscì a intravedere una specie di collana.
Rania poi si spostò verso il tavolinetto dove l'uomo aveva i piedi poggiati e si sedette di fronte loro, oscurando la vista dell'uomo.
"Oh, magari si è sbagliato. Cosa sapete di questa setta di cui faceva parte?", chiese svogliatamente Soraya.
"Voci", rispose sorridendo forzatamente Rania.
"Che tipo di voci?", insisté Soraya.
"Oh, tante cose, anche contraddittorie. Nulla di importante, suppongo", continuò con il suo sorriso falso.
"Sapete almeno come si chiama?"
"Nemmeno", rispose Rania con voce dura e scocciata. Poi alzandosi, alzò le braccia come a volerli invitare ad uscire.
"Ora mi spiace, ma dovrei badare ai clienti. In caso potrebbe tornare un altro giorno, sono sicura che qualche cosa di interessante mi tornerà in mente", disse infatti, spingendo le Jedi e il bambino fuori dalla baracca.
Per un attimo, sembrò che la Jedi barcollasse, infatti si appoggiò allo stipite della porta, ma subito riacquistò l'equilibrio e uscì senza problemi.
Nihall si voltò un'ultima volta a guardare l'uomo. C'era qualcosa che aveva attirato la sua attenzione prima che Rania si mettesse davanti a lui. E infatti lo vide.
Una spilla sul cappello, dello stesso argento della collana che aveva visto prendere a Rania dal tavolo. E aveva la stessa forma dell'anello di Othar Wung.
Le sue considerazioni furono però interrotte da una spinta che ricevette dalla ragazza.
"Ne sono certa. Tornerò presto", affermò Soraya, allontanandosi dalla bancarella.
"Maestra, la ragazza nasconde qualcosa. E anche quell'uomo dentro la baracca", disse Nihall girandosi furtivamente a guardare la bancarella precedente. Rania continuava a fissarli.
"Lo so, Padawan, per questo ho inserito una cimice all'interno", rispose Soraya sorridendo.
"Quando...? Ah, ho capito", mormorò fra sé e sé la Padawan, ghignando.
La sua Maestra, mentre venivano spinti da Rania, aveva fatto finta di cadere, ma in realtà ha usato tale scusa per porre una cimice dentro la baracca.
"Maestra, mi è sembrato di vedere il simbolo dell'anello che portava al dito Othar Wung. Era una spilla nel cappello dell'uomo", informò Nihall.
"Ne sei sicura?"
"Sì. Inoltre ho visto cosa ha preso Rania dal tavolo. Era una collana, se non mi sbaglio"
"Forse è una specie di distintivo della setta... Ad ogni modo, presto sapremo la verità"
























Note dell'autrice

Salve a tutti!! Chiedo venia per il ritardo, mi ero addormentata, con questo caldo... -.-
Bene, ci stiamo inoltrando nel mistero ;) Tenete bene a mente Rania, l'uomo e le Spezie ;)
Per chi non lo sapesse, nell'universo di Star Wars, le Spezie sono le droghe.
Inoltre, anche se non sembra, quel camioncino con gli eopies non è messo lì a caso ;) presto ne saprete di più! :D
Non so che dire, anche perché dovrei tornare a studiare :(
Il prossimo appuntamento è giorno Giovedì 14 Luglio.
Di seguito vi lascio qualche link utile, in caso vogliate seguirmi ^^
Grazie per essere arrivati fin qui!! A presto! :3
Vostra

Sylvia Naberrie
   
 
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