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Autore: TheManiae    30/06/2016    7 recensioni
Lui e Lei.
Due anime conosciute in modo casuale, legati da un destino molto difficile.
Avranno molte difficoltà, sia interne che esterne. Riusciranno a superarle?
Ecco la loro storia.
[Storia basata sulla ship RenataxVincent]
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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I due giovani stavano seduti a un tavolo, l'uno davanti all'altro. Per ringraziarlo di averla aiutata contro quel bulletto, Renata si era offerta di pagargli un caffè e una brioche alla crema. Però era da circa 10 minuti che, mentre lui mangiava in silenzio a occhi chiusi, lei fissasse il pavimento imbarazzata, e quindi decise di rompere il silenzio per prima.
"Ehm... Vincent?" chiese timorosa.
"Si?"
Lui alzò lo sguardo con espressione seria, e quei due occhi di ghiaccio fecero diventare il viso di lei rosso come un peperone.
"Ecco...." lei cercò di trovare le parole adatte. "Tu dove abiti?" disse infine, non sapendo cos'altro chiedere.
"Poco fuori città." disse lui con semplicità, lasciando l'impressione non volesse parlarne.
"oh..." mormorò Renata delusa. Probabilmente l'aveva offeso in qualche modo. Internamente, iniziò a provare rimorso e fissò il terreno con vergogna.
"A nord, sulla strada per Concord"
Lei alzò gli occhi sorpresa. E sorrise. Probabilmente aveva capito che lei pensava di aver fatto una cosa stupida.
"Tu invece?" chiese il ragazzo
La domanda la lasciò un pochino spiazzata. Normalmente nessuno le chiedeva mai nulla. Era la classica solitaria.
"Io vivo qui vicino, in Liter Street"
Da quelle semplici parole, i due iniziarono a parlare del più e del meno, sempre rimanendo sul tema della scuola. Entrambi frequentavano la scuola superiore, lei al 4° e lui al 5°. Raramente si vedevano nei corridoi o sull'autobus, ma prima di allora non si erano mai parlati.
"Comunque, chi era quel cazzone che ti rompeva prima?" chiese Vincent.
"Oh si, Michael." disse lei sputando sul nome. "Un pezzo di merda a cui ho detto no e da allora mi fissa come se fossi una bistecca di cavallo" disse lei guardando verso l'alto e sospirando.
"Non penso che ora avrà più tanta voglia di fissarti" ridacchiò Vincent, e anche lei rise divertita. "Già" aggiunse lei sorridendo.
Dopo una buona mezzora di chiacchiere di ogni genere, i due finalmente uscirono dal bar.
"Beh, ci vediamo domani a scuola..." disse Vincent.
"Si... A domani" Salutò Renata timidamente, e ognuno si diresse verso la propria strada.







In periferia.

Vincent stava seduto sull'ultimo sedile del pullman, fissando con noia le case che scorrevano rapidamente, lasciando il posto alla campagna deserta. La terra era secca, con solo alcuni ciuffi d'erba gialla, mentre il sole splendeva nel cielo limpido e azzurro.
Il corvino scese a una fermata desolata nel mezzo del nulla. Da li, iniziò a seguire la strada camminando lentamente, finché all'orizzonte vide una singola casa su una piccola collinetta e accanto a un albero. Era un'abitazione di circa 2 piani, molto trasandata e trascurata, con molte assi marce e alcune finestre rotte.
"Sono a casa" disse con apatia Vincent entrando in casa, trovando il pavimento coperto di sporcizia.
"Era ora razza di scansafatiche!" disse una voce maschile proveniente dal salotto, ma Vincent la ignorò e salì lungo le scale, chiudendosi nella sua stanza. Gettando lo zaino in un angolo, si stese sul letto e fissò il soffitto bianco sporco con aria annoiata.
Quella Renata è simpatica Pensò ricordando il loro scambio di parole al bar. Era da molto che non parlava con qualcuno.

Sarebbe fantastico infilarle un coltello nel petto

Il pensiero gli attraversò la mente, e per un istante il voltò assunse un aria minacciosa e sadica, che però sparì subito dopo, lasciando un espressione sconvolta.
Non anche lei! Non di nuovo! Pensò sedendosi sul bordo del letto e mettendo le mani tra i capelli, mentre alcune lacrime iniziarono a scivolare lungo le guance.







Liter Street

Renata camminò per circa 20 minuti buoni. Non aveva voglia di prendere l'autobus. Voleva muoversi. Nelle orecchie teneva un paio di cuffiette ascoltando canzoni a volume massimo.
Si trovava in una di quelle stradine di periferia americane, quelle con le case tutte identiche tra loro e con quegli (ORRIBILI) nani da giardino. Le case avevano le pareti azzurre con il tetto rosso terracotta e steccati bianco latte.
La mora raggiunse l'ultima casa del viale. Era del tutto identica alle altre, eccetto la cassetta della posta che era blu invece che bianca, e su di essa stava scritto a grossi caratteri Rennings.
"Sono a casa!" Disse lei sorridente entrando in casa.
"Ciao tesoro" disse una signora bionda sui 40 anni abbracciandola.
"Ciao mamma." disse Renata ricambiando l'abbraccio, per poi staccarsi e dirigersi in camera sua. Salì le scale e prese l'ultima porta in fondo al corridoio.
La sua stanza aveva le pareti azzurro chiaro a strisce bianche. Non era mai stata una a cui piaceva il rosa o i colori troppo femminili. Si mise seduta alla sua scrivania tenendo le cuffie nelle orecchie, facendo gli esercizi di matematica.

I need a hero save me now!

La frase della canzone le fece venire in mente la scazzottata di poche ore prima. Ripensò a Vincent. A come l'aveva salvata. E a quella strana aura misteriosa attorno a lui che le faceva venire i brividi lungo la schiena a arrossire il viso.
Devo trovare il modo giusto per ringraziarlo Pensò tra se e se. Poi sorrise quando le venne l'illuminazione.
"Perfetto!" disse sorridente, avendo avuto l'idea vincente. Iniziò a preparare le varie cose che le servivano. Domani sarebbe stato un grande giorno.








Angolo del Sangue nero
Si lo so è un po corto
Ma non avevo idee :c
In compenso, ne ho molte nuove :3
Come andrà avanti?
Vedrete leggendo!
Il seguente capito è stato pubblicizzato da Skillet! Con la loro canzone Hero!
Alla prossima!


"I crush all your hopes and then i watch you cry!"
   
 
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