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Autore: Reflection2190    01/07/2016    0 recensioni
E se il tragico finale di Lady Lola non fosse andato così come - purtroppo - ce lo hanno mostrato?
Se, invece, Elizabeth avesse deciso di tenerla segretamente prigioniera, inscenando la sua morte per poi sfruttarla in seguito?
Breve consolazione a seguito di un season finale troppo, troppo amaro.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lola, Lord Narcisse
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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“No! No, vi prego! Elizabeth ti prego!” Urlai a pieni polmoni, mentre i miei occhi si fissavano sull’uscita di quel buio tunnel. Lì, dove il patibolo si ergeva, maestoso e crudele, al centro della piccola piazza antistante il castello della Regina d’Inghilterra.
Ma la mia voce era un suono vacuo, che risuonava su quella fredda pietra e lì si perdeva. Nessuno avrebbe risposto al mio grido. Il boia mi trascinava con una forza tale da impedirmi di fuggire, ed ormai non tentavo neanche più di divincolarmi da quella presa.
Rude, grezza, ricoperta di un orribile guanto in pelle nera, la sua mano era avvolta intorno al mio braccio e premeva, premeva, tanto che mi chiesi quanto ci avrebbe impiegato a scavare le mie carni. Eppure, non sentivo dolore. Nel mio cuore regnava il gelo, la mia mente era vuota. Di lì a poco, nulla avrebbe più avuto senso.
Il popolo inglese avrebbe goduto del macabro spettacolo della mia testa staccata brutalmente dal mio corpo, e “Lady Lola” sarebbe divenuto soltanto un nome come gli altri. Un sussurro, il vago ricordo di una delle tante attentatrici alla vita di una regina impulsiva e caparbia. Una regina a cui io mi ero sinceramente affezionata, ma che non poteva, nel mio cuore, neanche lontanamente equiparare Mary.
Giunta al punto di dovermi schierare, avevo scelto la mia amica. Avevo scelto la mia regina. Avevo scelto la mia patria. Ed ora ne avrei pagato le conseguenze.
Giusto, indubbiamente. Mi ero lasciata coinvolgere troppo. Ero stata una stupida nel credere di poter risolvere l’eterno conflitto tra Inghilterra e Scozia. La politica non mi apparteneva, i subdoli giochi di potere mai erano stati parte del mio essere. Avevo giocato male la mia partita e, da perdente, avrei abbandonato la vita.
Si poteva morire per un’illusione? Per una lealtà che aveva finito per sfuggire dalle mie mani? Sì.
Pochi passi… pochi passi ancora e tutto sarebbe finito.
Oh, quanto avrei voluto che tutti i momenti più belli scorressero nella mia mente! Avrei trovato il conforto nel ricordare la prima volta che avevo stretto tra le braccia mio figlio. John, il mio piccolo John che ora sarebbe rimasto solo al mondo! Senza un padre, senza una madre… Mi augurai che Stèphane se ne prendesse cura.
Sì, lo avrebbe fatto…
Oh, Stèphane! Il mio amore, mio marito! Eravamo stati separati così a lungo… Il nostro matrimonio non aveva mai avuto realmente inizio ed ora che avevamo creduto di esserci ritrovati, di esserci lasciati quei tradimenti e quel dolore alle spalle, ecco che di nuovo le nostre strade avrebbero preso direzioni diverse. E stavolta, per sempre.
“La lettera… Fate avere a mio marito la mia lettera, ve ne prego!” Urlai con la voce rotta dal pianto, mentre il panico ora si faceva strada in tutto il mio corpo. Potevo avvertire il vento fresco che spirava fuori da quel lugubre posto in cui io ed il boia ci trovavamo, segno che ormai ero prossima alla morte.
Udivo il vociare della folla che avrebbe assistito al mio atto finale, e pregai con tutto il cuore che /lui/ non fosse lì. Stèphane non meritava questo dolore. Non avrebbe dovuto guardarmi, poiché sarebbe stato ancora più struggente separarci… Due anime destinate a stare insieme stavano per essere ora brutalmente divise, e no… Lui non avrebbe dovuto vedere il filo della mia vita mentre veniva reciso. Non meritava di guardare i miei occhi spegnersi.
“Signore, dagli la forza…” Mormorai, ancora in preda al pianto. Non volevo morire.
Ah, sciocca, sciocca me quando mi ero ostinata a voler portare a termine quell’assassinio! Avrei dovuto ascoltare mio marito, fuggire con lui per mai più guardarmi indietro! Avremmo vissuto una vita felice… Io, lui, John e quelli che sarebbero stati i nostri figli.
Chiusi gli occhi a quell’immagine di pace e gioia che ora la mia mente mi stava regalando. L’immagine di quella famiglia felice che tanto avevo bramato, sin da bambina… E che mai si sarebbe tramutata in realtà.
Ormai dovevamo essere quasi fuori dalle prigioni, ed il mio cuore aveva preso a battere più forte che mai… Non tanto per ciò che sarebbe accaduto, quanto per il terrore che mio marito fosse lì. Oh, come doveva sentirsi, in quel momento? Lì, in attesa che io venissi giustiziata? “No… No, ti prego… fa’ che non ci sia… Non posso morire guardandolo negli occhi…” Pensai, inspirando a fondo.
Poi, qualcosa mi lasciò improvvisamente perplessa. Il boia mi costrinse a fermarmi con uno strattone che per poco non mi indusse a saggiare la fredda pietra del pavimento. Mi voltai nella sua direzione, lo sguardo interrogativo e le lacrime che avevano cessato di cadere. L’uomo mi fece cenno di guardare dinanzi a me. Dall’altra parte del corridoio, alla stessa distanza dalla quale io mi trovavo rispetto alla porta, un altro uomo di nero vestito teneva per il braccio una donna. Non vidi il suo volto, coperto com’era da un grezzo sacco stretto intorno alla sua gola. Indossava uno dei miei abiti. La sua pelle diafana, così simile alla mia, contrastava con quel porpora intenso delle gonne e con quei candidi fiori rosa antico del corpetto.
Quell’abito… L’abito con cui, per la prima volta, in un tempo remoto, mi ero avvicinata a Stéphane. Non capii. Stetti a guardare quella copia di me –almeno dal busto in giù- per qualche ampio minuto.
“Che… Che succede?” Mormorai con voce rotta, mentre la donna prendeva a dimenarsi tra le braccia di quel boia. Nessuno dei due uomini rispose. L’altro condusse la donna senza volto fuori, mentre la folla prendeva ad inneggiare alla sua morte.
“Lady Lola, traditrice ed assassina!” Udii, come un’eco lontana, quelle parole zittire il pubblico. Poi, un urlo straziante si levò tra le voci ora basse degli spettatori.
“Lola… No!”
“Stéphane…” Mormorai, dimenandomi dalla presa dell’uomo che ancora mi teneva dietro quella porta. Uomo che tappò la mia bocca e mi immobilizzò ancora una volta.
“Sei fortunata, traditrice. Oggi non è il tuo giorno… Ma, forse, rimpiangerai di non trovarti su quel patibolo…” Il suo alito era fetido ed il tono sprezzante.
“Chi è… Chi è quella donna?” Chiesi quando mi diede di nuovo modo di respirare. Ma, di nuovo, l’uomo si chiuse in un macabro silenzio. Un silenzio che si era esteso anche fuori. Udii il colpo d’ascia, di nuovo l’urlo disperato di mio marito.
“Per il mondo, sei morta.”
Rise, il boia, mentre io tremavo nel sentire il disperato lamento di Stéphane.
“Sono viva…” Avrei voluto urlargli. Ma un dolore sordo sul retro della mia nuca mi fece perdere i sensi di lì a poco, e calò il buio intorno a me. Forse… forse viva non lo ero più.
  
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