Anime & Manga > Inuyasha
Ricorda la storia  |      
Autore: RodenJaymes    01/07/2016    12 recensioni
Fanfiction vincitrice del contest "la prima volta che mi hai sorriso" indetto dal gruppo su facebook "Takahashi Fanfiction Italia".
* * *
Volevo tu sapessi, volevo darti questa informazione e ancora non trovo il perché. E non voglio trovarlo e non lo cercherò.
Tu hai sgranato i tuoi occhi rossi, colta di sorpresa, sopraffatta, come se fosse per te qualcosa di impossibile, quel che avevi appena sentito, quel che stavo facendo.
Posso dirti che sono d'accordo con te; non avrei mai pensato che potesse succedere.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Fanfiction vincitrice del contest “La prima volta che mi hai sorriso” indetto dal gruppo su facebook “Takahashi Fanfiction Italia”.

Un sentito e caloroso grazie alle ragazze del gruppo che mi hanno fatto scoprire la vera essenza del fandom. Siete fantastiche, grazie.

 

Ho sentito il tuo odore da lontano e l'ho riconosciuto subito.
Come avrei potuto non individuarti?
Con quell'effluvio maligno che ti accompagnava sempre, se pur non rispecchiasse ciò che realmente eri.
Era qualcosa che non ti apparteneva e che non ti sarebbe mai appartenuto, così come la libertà che tanto agognavi.
Come slegato dal mio solito e analitico raziocinio, sono giunto da te, dimentico per un attimo infinito di tutto ciò ch'era in mio interesse fino a quel momento.
Ancora oggi, a distanza di moltissimi anni, non so spiegare cosa mi ha spinto a muovermi verso di te, perché ho preso il volo senza curarmi più di nulla, solo per cercarti, solo per trovarti.
Non so spiegarlo – o forse non voglio – e non lo spiegherò; io non devo spiegazioni e nessuno me le chiederà.
Ti ho trovata inginocchiata su un campo di fiori bianchi che il tuo sangue colorava di un cremisi annunciatore di morte.
Non mi ci è voluto molto per capire che di lì a poco ti saresti dissolta, trasformata in qualcosa di inafferrabile, e che saresti scomparsa; invisibile come il tuo vento.
Hai biascicato il mio nome, incredula, mentre ti osservavo in un composto silenzio. Ho percepito sensazioni contrastanti nel mio animo e non ho potuto fare altro che sentirmi strano. Ho provato qualcosa di simile alla tristezza, alla pietà, e questa cosa mi ha indisposto. Mi ha ripugnato. Mi ha spiazzato.

Ho seguito l'odore di sangue e di miasma, ti ho comunicato con voce neutra ma nel mio tono vi era qualcosa di differente. E ti ho visto curvare le labbra in un piccolo e stanco ghigno triste.

Certo, eri sulle tracce di Naraku. Chissà che delusione incontrare me.

Lo hai detto con rammarico, come se fosse ovvio.
Avrei voluto risponderti che sì, naturalmente era una delusione per me trovare un'insulsa demone moribonda, la servitrice di quell'infimo di Naraku, e non lui stesso.
Avrei voluto dirlo, lo desideravo. Ma non sarebbe stata la verità.
Perché giunsi da te con la consapevolezza di trovarti e, in quel momento, volevo che tu lo sapessi. Io volevo trovarti. Quindi, te l'ho detto.

Sapevo che avrei trovato te, ti ho detto nel mio solito tono piatto, un tono che in realtà nascondeva più di quanto tu possa immaginare.

Volevo tu sapessi, volevo darti questa informazione e ancora non trovo il perché. E non voglio trovarlo e non lo cercherò.
Tu hai sgranato i tuoi occhi rossi, colta di sorpresa, sopraffatta, come se fosse per te qualcosa di impossibile, quel che avevi appena sentito, quel che stavo facendo.
Posso dirti che sono d'accordo con te; non avrei mai pensato che potesse succedere.
È accaduto e non me ne pento, non lo farò mai.
Ho messo mano alla spada, ho sfiorato Tenseiga, e quasi mi vergogno anche solo di pensare che ho sperato di sentirla vibrare, di sentirla fremere sotto il mio tocco.
Non è successo.
Neanche la spada poteva salvarti e questa consapevolezza ha reso ancor più chiara davanti ai miei occhi la tua misera fine.
Mentre il miasma fuoriusciva dal tuo corpo provato e prostrato, il mio volto si crucciava impercettibilmente e non potevo far a meno di provare una sorta di malinconia che non avrei mai ammesso di poter sentire.
Non c'era niente che io potessi fare per te e la cosa mi faceva infuriare ed intristire al contempo.

Stai andando via, ho constatato, l'ho detto ad alta voce. E, forse, in quel momento è diventato inevitabile realizzarlo davvero.

Sì, basta così, mi hai risposto con voce flebile.

Ho continuato a contemplarti nel mio chiuso e ghiacciato silenzio che minacciava di essere scalfito e turbato da quel barlume di emozioni diverse; quelle emozioni che avevano risvegliato in me quel sopito senso di tristezza che, man mano, si faceva più consistente.
E poi, mi hai sorriso.
Hai sollevato il volto e mi hai dedicato un ultimo sguardo, prima di diventare vento. E mi hai sorriso.
E in quel sorriso, in quella curvatura, non vi era rassegnazione, rimpianto, angoscia. Vi era soltanto contentezza, pace raggiunta, quiete. Serenità.
Sono rimasto esteriormente impassibile ma qualcosa dentro me è scattato.
Ho sentito un rimescolio alle viscere, la tristezza, la consapevolezza della tua dipartita mi hanno colpito come uno schiaffo, velocemente.
Non volevo tu te ne andassi.
È durato poco o forse troppo; ma c'è stato.
C'è stato e c'è ancora. Non posso mentire persino a me.
Mi hai sorriso prima della tua morte e ricorderò le tue labbra rosse e curvate all'insù per sempre, ancora oggi mi vengono in mente.
Quel pensiero, quell'immagine passa placidamente e svanisce nella tranquillità del mio animo, così per come arriva, va via.

Ha sofferto tanto?, mi ha chiesto quel balordo mezzo demone sopraggiungendo insieme alla sua inutile e bislacca comitiva di insulsi umani.

Stava sorridendo, ho risposto semplicemente, descrivendo quell'atto con cui hai suggellato il ricordo che per sempre avrò di te.

Quel tuo sorriso mi ha suggerito che possedevo un nuovo obiettivo, una nuova ragione si aggiungeva a quelle che già avevo per uccidere Naraku.
Non sei morta invano.
Questa è stata la prima volta che mi hai sorriso, Kagura del Vento, ed è stata anche l'ultima.
Eppure, non riesco ancora a cancellarla dalla mia mente e non ho neanche voglia di provarci. Non voglio che il tuo ricordo svanisca. Che il tuo sorriso svanisca.
A volte mi è sembra di vederti, nella mischia, durante le battaglie che talvolta ancora accompagnano la mia lunga esistenza.
Mi sembra di scorgere la tua figura slanciata e mi sorridi, ancora. Sorridi e mi doni nuovamente quella composta malinconia, prima di sparire di nuovo, di diventare impalpabile, come vento.

 

Angolo autrice.
Rieccomi qui con questo nuovo scritto!
Non ho mai pensato a Sesshomaru come personaggio del quale poter scrivere seriamente perché ho sempre temuto di andare OOC. Pietà.
Tuttavia, siccome sono una persona masochista... l'ho scelto.
Ho descritto un momento che mi ha molto colpito e che mi ha lasciato l'amaro in bocca; un crescendo in cui punto di svolta ancor più grande e profondo è proprio il sorriso di Kagura.
Sesshomaru è diverso perché in quel momento, a mio parere, si è mostrato diverso. Se pur sempre controllato e contenuto... lui ha provato dell'affetto per Kagura, se pur sia in conflitto nell'ammetterlo. Poi la mia stramba immaginazione ha fatto il resto. :)
Grazie a chi arriverà fin qui, commenti positivi, negativi, consigli... tutto sempre ben accetto!
Un bacio.

RJ.

  
Leggi le 12 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inuyasha / Vai alla pagina dell'autore: RodenJaymes