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Autore: Tisifone1301    03/07/2016    8 recensioni
*Fanfiction partecipante al contest "La prima volta che mi hai sorriso" indetto dal gruppo di Facebook "Takahashi Fanfiction Italia"*
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Ho il cuore in gola, le mani che mi tremano, il battito accelerato e tutto questo solo perché mi hai sorriso.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kagome, Miroku, Rin, Sango, Sesshoumaru | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango, Rin/Sesshoumaru
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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*Fanfiction partecipante al contest "La prima volta che mi hai sorriso" indetto dal gruppo di Facebook "Takahashi Fanfiction Italia"*
 
 
UNO SGUARDO, E POI…
 
- Permesso… Per favore… Fatemi passare… –
Cerco di farmi largo tra la folla. Ogni giorno è sempre la stessa storia. La metropolitana di prima mattina è un formicaio. Ragazzi che vanno a scuola o all’università, chi va a lavoro… Tutti che vanno di fretta.
Tra una spinta e l’altra, riesco finalmente a salire sulla metro. Oggi deve essere il mio giorno fortunato, perché poco distante c’è un posto libero e per giunta vicino al finestrino. Con non poca fatica lo raggiungo e mi lascio cadere sul seggiolino. Prendo l’ipod e le cuffiette dalla borsa e le indosso.
Sono trascorsi quindici minuti e la metro ancora non parte.
 
“Fantastico. Ci mancava solo questo ritardo
 
Fortuna che ad accompagnarmi c’è la mia fedele musica. Appoggio il viso sul palmo della mano e con sguardo annoiato, mi volto a guardare fuori dal finestrino. Ed è proprio in quel momento che lo vedo.
Il ragazzo più bello che abbia mai visto.
Dall’altra parte della fermata, ad aspettare la metro, c’è un ragazzo molto affascinante. Deve avere intorno ai 26 anni, ha i capelli castano scuro che gli arrivano sopra le spalle, alto, fisico atletico e una corta barba incolta. Ma a lasciarmi a bocca aperta, sono i suoi occhi color oro, che non ho mai visto prima.
Sembra un adone.
Lo sconosciuto si sente osservato e volta di scatto la testa nella mia direzione.
Sussulto sul posto, ma senza sapermi spiegare il perché, non riesco a distogliere gli occhi da lui.  Sono rapita.
Il suo sguardo è affilato, freddo e duro, ma allo stesso tempo, magnetico.
Anche lui si sofferma a guardarmi e come me, non distoglie lo sguardo.
Ad interrompere quel contatto, ci pensa la partenza della metro.
 
 
Arrivo in facoltà ancora scossa dal turbinio di emozioni che mi ha provocato quell’incontro, sempre se così possiamo definirlo. Non riesco nemmeno a seguire la lezione del professore di arte, perché quel viso si impossessa prepotentemente della mia mente.
A fine lezione mi dirigo verso la mensa, quando qualcuno cerca di attirare la mia attenzione.
- Buongiorno Rin. – dice una voce allegra, affiancandomi.
Nessuna risposta.
- Ehi Rin, ci sei? – la ragazza mi scuote un pochino per farmi rinvenire.
- Eh!... Cosa? – farfuglio voltandomi a guardarla disorientata.
- Ma che hai stamattina? Sembra che tu stia su un altro pianeta. –
- Oh, Kagome… Stamattina ho visto un ragazzo stupendo e non faccio che pensare a lui. – dico con occhi sognanti.
- Che succede qui? – chiede l’altra mia amica, appena giunta.
- Ciao Sango. A quanto pare, la nostra Rin si è presa una cotta per un misterioso ragazzo. – le spiega Kagome.
- Uuhh! Interessante. Quando sarebbe scoccato questo colpo di fulmine? – mi domanda prendendomi sotto braccio e incitandomi a raccontare tutto.
- È successo oggi mentre ero in metropolitana. – rispondo, e inizio a raccontare tutto alle mie amiche.
 
Tra una chiacchiera e l’altra, giungiamo alla mensa universitaria. Prendiamo un vassoio ciascuno riempiendolo di cibarie e ci dirigiamo al nostro solito tavolo.
- Da come lo hai descritto, sembra proprio un bel tipo. – constata Sango, appoggiando il vassoio sul tavolo e sedendosi, seguita da me e Kagome.
- Fidati, lo è. – rispondo sospirando.
- Immagina se il destino dovesse farvi incontrare, se ci pensate sarebbe così romantico. Perché non provi tu a rintracciarlo? – mi dice Kagome mentre addenta il suo panino.
- Ecco che il lato smielato e romantico della nostra amica, sta prendendo il sopravvento. – la schernisce Sango.
- Non prendermi in giro tu. E poi cosa c’è di male nell’essere romantica. A te non piacerebbe trovare un ragazzo, che ti faccia battere il cuore appena lo incontri? Che scopriate di avete tante cose in comune? – ribatte stizzita l’altra.
- Non esistono ragazzi cosi tesoro… Gli uomini pensano solo ed esclusivamente ad una cosa…. Portarti a letto. -  controbatte.
- Non so con che razza di uomini tu abbia avuto a che fare, ma non la penso come te. Mi spiace. – borbotta Kagome contrariata. Sango è sempre la solita, non ha un minimo di romanticismo secondo lei.
- Ehi voi due, non litigate. – dico cercando di calmarle – Avete entrambe torto e ragione. Non si può dire che tutti gli uomini siano dei gentlemen, ma neanche che siano tutti stronzi. –
- Giusto, ha ragione Rin. Tu sei troppo rigida Sango. – dice mentre sventola una patatina fritta davanti al naso della nostra amica.
- Se lo dite voi. – risponde con tono piatto – Però forse avete ragione. -
Io e Kagome ci lanciamo uno sguardo furtivo incredule per l’ultima frase.
- Allora Rin, perché non cerchi di contattarlo. – insiste Kagome con tono deciso. Quando si mette in testa una cosa, non la smuove nessuno.
- E come potrei, non so nulla di lui. Non so come si chiama, se studia, se lavora… Non so niente di niente. – rispondo giocherellando col piatto di insalata che ho di fronte.
- Se il tizio ti interessa veramente, un indizio lo hai. – interviene Sango.
- Sarebbe? –
- I suoi occhi. Da quello che hai detto, ha un colore alquanto insolito. –
- Sì è vero, ma… Non posso mica andare in giro per la città a chiedere ad ogni passante “Mi scusi, mica lei conosce un gran figo con gli occhi dorati?”, mi prenderebbero per pazza… e già sono sulla buona strada. –
Ci guardiamo per un secondo e poi scoppiamo a ridere, facendo voltare metà mensa verso la nostra direzione.
- L’idea non è male, verrei con te solo per filmarti. – mi prende in giro Sango.
- Scherzi a parte ragazze, quante probabilità ci sono che lo possa incontrare in altre circostanze… una su un milione. È stato solo un caso, nulla di più. Capace che domattina non ci sia nemmeno. In fondo oggi è stata la prima volta che l’ho visto. -  dico un po’ amareggiata.
- Mai dire mai. Il mondo è piccolo. – dice Kagome facendomi l’occhiolino.
- Ne riparliamo dopo a casa, ora dobbiamo andare a lezione. – Sango si alza e io e Kagome la seguiamo a ruota.
 
 
Torniamo a casa distrutte, ceniamo con una pizza che ordiniamo telefonicamente, guardiamo un film romantico come preteso da Kagome e in fine andiamo a letto.
Mi appisolo con l’immagine di quel ragazzo nella mente, sperando con tutto il cuore di rincontrarlo la mattina seguente.
E così è stato. Così come il giorno seguente, quello dopo e quello dopo ancora.
 
 
Finalmente è sabato. Non c’è università, né studio. Solo relax con le mie amiche. Oggi ci siamo solo io e Kagome, perché Sango è andata in biblioteca per prendere alcuni libri che le servono per un esame.
- Sono tornata. – tuona una voce allegra dall’ingresso.
- Ciao Sango, siamo in cucina. – le urla Kagome.
- Ragazze preparatevi che stasera si esce. – ci informa raggiungendoci. È raggiante. Spruzza felicità da tutti i pori.
- Ma fa un freddo cane fuori. – protesta l’altra mettendo il broncio.
- Un po’ di freddo non ha mai ucciso nessuno. – risponde acida Sango fulminandola con lo sguardo.
- E dove dovremmo andare? – le chiedo sorseggiando la mia cioccolata calda.
- Ricordate il ragazzo che abbiamo conosciuto l’altro giorno al locale? –
Ora capisco il motivo della sua gioia.
- E come potremmo dimenticarlo. – diciamo all’unisono io e Kagome.
- Ci provava con tutte. – le ricordo.
- Lasciamo perdere questo particolare… L’ho incontrato oggi in biblioteca e mi ha detto che lui e i suoi amici organizzano una festa e mi ha chiesto se volevo andarci. Prima che me lo chiediate, gli ho detto sì e gli ho anche chiesto se potevo portare quelle due ingrate delle mie amiche. Lui ha risposto che più ne siamo e meglio è…. Perciò, niente lamentele e filate a prepararvi. – proferisce l’ultima frase con tono intimidatorio.
- Va bene, va bene… deve proprio piacerti questo Miroku se sei così minacciosa. – le dico ridendo e corro in camera mia.
- Ti seguo Rin. – mi fa eco Kagome.
 
 
Dopo circa un’ora, siamo già sul taxi che ci porta al luogo della festa. L’auto si ferma e ci fa scendere di fronte ad una villa.
- Sango, sei sicura che questo sia l’indirizzo giusto. – le chiedo un po’ titubante guardando quell’enorme casa.
- Beh, sembrerebbe di sì, è lo stesso che c’è scritto sul biglietto. – risponde anche lei un po’ incerta, riguardando l’indirizzo scritto sul foglietto.
- Giusto o no, non mi interessa. O suonate voi o suono io…. Sto congelando. – enuncia una Kagome al limite della tolleranza per il freddo.
Ci facciamo coraggio e suoniamo il campanello e poco dopo ci vene ad aprire un ragazzo.
- Sango! Mia cara. Alla fine sei venuta, mi fa piacere e vedo che hai portato le tue amiche. Su entrate. – si scosta dalla porta e ci lascia entrare.
- Ciao Miroku, ti ricordi di Rin e Kagome? –
- Ma certo, come potrei dimenticare due belle fanciulle come loro. – dice gongolando – Venite, vi presento il mio amico. –
Sango lo guarda truce e io e Kagome gli sorridiamo imbarazzate.
Lo seguiamo e constatiamo con stupore, che quella casa è davvero enorme. Solo l’ingresso è grande quanto casa nostra.
- Ehi Inuyasha, lascia che ti presenti queste splendide donzelle. –
- Ciao! Io sono Sango e loro sono Rin e Kagome. –
- Piacere. – rispondiamo.
È un ragazzo molto carino. Moro coi capelli corti, occhi scuri con sfumature dorate e un fisico niente male.
- Buona sera ragazze, piacere mio. Io sono Inuyasha. – si presenta e mentre parla, non distoglie lo sguardo da Kagome.
- Dov’è tuo fratello? – gli chiede l’amico.
- Non ne ho idea, forse è in camera sua. – risponde con tono disinteressato.
- Questa è casa tua? – chiede scioccata Kagome.
- Tecnicamente è di mio padre, ma sì, è anche casa mia… Vuoi che te la mostri. – le propone con tono malizioso.
Un po’ imbarazzata, Kagome accetta e si allontana col bell’imbusto.
Sango invece è così presa da Miroku, che si è dimenticata di me.
Mi allontano lasciandoli soli e mi dirigo verso il tavolo delle bevande. O almeno ci provo. La stanza è così piena di ragazzi, che mi sembra di essere alla fermata della metropolitana.
Finalmente raggiugo il tavolo e mi verso qualcosa da bere, quando ad un certo punto, avverto qualcuno fermarsi dietro di me.
- Ciao Rin… Ti chiami Rin, non è vero? – chiede una voce alle mie spalle.
Mi volto lentamente, curiosa di scoprire a chi appartiene questa voce così calda e sensuale, ma soprattutto, curiosa di sapere chi mi conosce in quella stanza dato che io non conosco nessuno. E per poco non mi viene un colpo. Il mio cuore si ferma per qualche secondo e i miei polmoni non riescono più ad immagazzinare aria. Di fronte a me, c’è l’ultima persona al mondo, che mai mi sarei aspettata di incontrare.
L’adone della metro.
- Sesshomaru… finalmente ci conosciamo. – si presenta con voce piatta e mi porge la mano.
Non riesco a spiccicare parola, sono come in trans. Non sono più padrona né del mio corpo, né della mia mente.
È un sogno. Perché se lo è, non voglio svegliarmi.
- Pi… Piacere mio… Rin. - riesco solo a balbettare in fine.
Ancora non ci credo.
- Ma… come… conosci... – farfuglio.
- Il tuo nome? Ho i miei informatori. –
- Ah! –
Mi guarda in modo strano. Forse sta pensando di parlare con una mentecatta.
- Vieni, andiamo in un posto più tranquillo. Qui è pieno di idioti. – enuncia voltandosi e prendendo a camminare.
Inizio a seguirlo senza troppe remore, perché una parte di me dice che posso fidarmi.
Mi fa strada conducendomi verso un’altra stanza più tranquilla, dove non arriva il rumore assordante della musica sparata a tutto volume e delle grida dei ragazzi. Mi fa accomodare su un divanetto e lui si siede al mio fianco.
Cerco di mantenermi il più calma possibile, ma la sua vicinanza mi manda in pappa il cervello impedendomi qualsiasi azione, anche la più banale, figuriamoci se riesco ad intraprendere una conversazione.
- Cosa ci fa una ragazza come te, ad una festa di debosciati come questi. – mi chiede tutto a un tratto, voltandosi a guardarmi.
Sento le guance andarmi in fiamme. Accidenti.  Ha l’incredibile capacità di farmi provare tante emozioni tutte in una sola volta, solo guardandomi. Mai nessuno ci è riuscito prima d’ora.
- Cosa intendi per una come me? – gli chiedo mentre torturo le mie povere dita.
- Non mi sembri il tipo che frequenta questo genere di feste. – dice osservando le mie mani.
Vero. Se fosse dipeso da me, sarei rimasta a casa a leggere un libro bevendo una buona cioccolata calda.
- Sono venuta con due amiche. Una di loro conosce l’amico del proprietario di questa villa. – spiego.
- Come immaginavo. Mio fratello e Miroku conoscono parecchie persone e farebbero di tutto per avere più gente possibile alle loro feste. –
- Inuyasha è tuo fratello?... Quindi anche tu abiti… qui? – questa volta sono io quella scioccata e lui mi guarda stranito alzando un sopracciglio.
 
“Sì, deve proprio pensare che mi manca qualche rotella.”
 
- Scusami per la domanda sciocca. – distolgo subito il viso e mi sento avvampare per l’imbarazzo…. Stupida.
- Purtroppo ho avuto la sfortuna di essere suo fratello maggiore. – risponde facendo finta di niente, ignorando la mia domanda di prima.
- Vai all’università? – gli chiedo con un filo di voce.
- No. Mi sono laureato l’anno scorso in ingegneria. Ora lavoro nell’ufficio di mio padre. Tu invece cosa studi? – risposta breve e concisa.
- Architettura, ma vorrei prendere la specializzazione per diventare una interior designer. –
Continuiamo a parlare del più e del meno, di ciò che ci piace e dei progetti futuri. A dire il vero, per la maggior parte del tempo sono io a parlare, lui mi ascolta senza mai mostrare noia, incitandomi sempre a continuare.
Sembriamo due che si conoscono da sempre, ma che non si vedono da tantissimo tempo. Tutto l’imbarazzo iniziale, è scemato nel momento in cui i nostri occhi si sono incrociati. Come se avessero spezzato un incantesimo.
- Oh, guarda. Ha iniziato a nevicare. -  mi alzo e mi dirigo verso la porta finestra.
- Vuoi uscire? – mi propone affiancandomi.
- Sì, mi piacerebbe moltissimo. – mi giro e gli rivolgo un sorriso carico di felicità.
- Aspettami qui, torno subito. – dice allontanandosi.
Lo rivedo tornare dopo pochi minuti con le nostre giacche che indossiamo, ma prima di uscire mi blocca.
- Stai dimenticando questa. Non vorrai prendere un’accidenti? – mi sussurra all’orecchio, mentre mi avvolge con cura la sciarpa intorno al collo.
- Grazie. – mormo.
 
 
Mi stai parlando, ma mi arrivano solo parole biascicate.
Ma io ti guardo Rin e non posso far altro che guardarti.
Ti vedo allargare le braccia e alzare il viso al cielo, vuoi sentire la neve cadere e sentirla sfiorare la tua pelle così candida come lei. Sembri una bambina che riceve il suo regalo preferito, il giorno del suo compleanno.
E io, non posso far altro che guardarti e constatare quanto sei bella in questo momento.
La tua risata è musica per le mie orecchie. È contagiosa. Riesce ad acquietare quel senso di malessere che mi porto dentro. Sei una ventata d’ossigeno.
Dalla prima volta che ti ho vista alla fermata della metropolitana, mi hai stregato, mi hai conquistato. Non c’è stato giorno che tu non abbia occupato i miei pensieri e questa è una cosa davvero insolita per un tipo come me, che non crede nel destino o come direbbero altri, nel colpo di fulmine. Ma tu mi sei entrata dentro in un modo così prepotente, che la mia anima invoca solo te.
Ora capisco cosa significa quando ti ritrovi davanti una persona e ti rendi conto che da quell’istante in poi, nessun’altra potrà mai contare allo stesso modo.
 
 
- Amo la neve. Tutto sembra più pulito, più chiaro, tutto sembra più morbido senza più spigoli. Il paesaggio muta e diviene magico. Tutto diventa quasi irreale. Diventa romantico…. A te piace la neve Sesshomaru? –
Mi volto verso di lui e lo trovo ancora lì, fermo vicino la porta finestra, in piedi con le mani in tasca, che mi guarda e… mi sorride.
Ho il cuore in gola, le mani che mi tremano, il battito accelerato e tutto questo solo perché mi hai sorriso.
Ti avvicini a me con passo leggero ed elegante, mi sfiori il naso col tuo dito affusolato per togliermi un fiocco di neve che si è adagiato birichino e avvicini il tuo viso al mio e io trattengo il fiato.
- Sì, Rin. Da questa sera piace anche a me la neve. – mi bisbiglia a fior di labbra.
- Sai, sei ancora più bello quando ridi, ma diciamo la verità, sei bello anche quando stai in silenzio, o quando cammini; a dirla tutta, semplicemente quando respiri. – gli dico sfiorando delicatamente con le dita la sua bocca.
Mi sorride ancora.
- Sesshomaru… -
- Mmh –
- Ti è mai capitato di incontrare una persona e di provare la strana sensazione di conoscerla da sempre? –
- Solo una volta. Una settimana fa, poi ho avuto la conferma un’ora fa. – mi cinge i fianchi con le sue braccia tirandomi a sé, annullando la distanza che ci divide. Poi posa le sue labbra sulle mie.
Ricambio il bacio e l’abbraccio.
È tutto così perfetto. Ci sono io, c’è Sesshomaru e c’è la neve, che scende leggera e ci avvolge nel suo gelido abbraccio. Ma io non ho freddo, perché lui basta a riscaldarmi. Non potevo desiderare di meglio in quel momento.
- Andiamo ti riaccompagno a casa. Sta iniziando a nevicare forte. – dice quando ci separiamo.
- Non preoccuparti, prenderò un taxi con le mie amiche come all’andata. –
- Delle tue amiche non mi interessa, non è un mio problema, ma tu non prendi un taxi. – afferma con un tono che non ammette repliche e assottigliando lo sguardo.
Mi stringo forte a lui e gli sorrido, poi mi alzo sulle punte e gli regalo un altro bacio.
- Avverto Sango e Kagome. -
 
 
Siamo in macchina diretti verso il mio appartamento. Ci impieghiamo quasi un’ora ad arrivare, a causa della forte nevicata e per il traffico che si è creato.
Quando arriviamo, Sesshomaru mi accompagna fin davanti la porta di ingresso.
- Grazie tante per il passaggio, ma adesso ti ci vorrà un’altra ora per tornare a casa. – dico mortificata.
- Non ha importanza, la compagnia ha ripagato appieno il sacrificio. – mi dice ironico accarezzandomi una guancia.
- Anche io sono stata bene con te stasera. – chiudo gli occhi e premo il viso sul dorso della sua mano, per avvertire maggiormente il contatto.
- Ci vediamo domani al solito posto? – gli sento dire con tono suadente.  
- Non mancherò, stai tranquillo. – gli rispondo alzando gli occhi e incrociando i suoi.
- Buona notte Rin. – e mi sfiora le labbra con un dolce bacio.
- Buona… notte… Sesshomaru. – bisbiglio tra un bacio e l’altro.
Ci separiamo contro voglia. Lo vedo allontanarsi e io entro in casa.
 Mi ci sono volute ore per addormentarmi quella sera.






***ANGOLO AUTRICE***
 Sette mesi fa, quando mi sono iscritta su questo sito, non avrei mai pensato di cambiare il mio account da lettore a autore. Ed ora eccomi qui, a pubblicare la mia seconda os.
Ho voluto mischiare un po' le carte. Sono voluta uscire un po' dagli schemi. Niente demoni. Spero non vi sia dispiaciuto Sesshomaru diverso dal solito e un tantino romantico. Nell'aspetto, diciamo che me lo sono immaginato simile a Jared Leto.
Ringrazio anticipatamente chi la leggerà e chi la commenterà.
Fatemi sapere cosa ne pensate, sia di positivo che di negativo. Sopratutto negativo, perchè mi aiuta a migliorare e a non commettere gli stesi errori.
Grazie :)


 
 
 
 
 
 
  
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