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Autore: peluche    05/07/2016    0 recensioni
La seconda parte di Ice on Fire.
Hanna ha lasciato Bristol dopo quella notte, rifugiandosi in un'altra città.
Il destino vorrà Harry di nuovo sulla sua strada, ma lei nasconde un segreto.
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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HALF A HEART

(ice on fire) capitolo 43.

POV HANNA.

Quando mi sveglio trovo la mia stanza completamente al buio, l'unica luce viene dalla batjour sul comodino, che ricordo benissimo di non aver acceso. Sbatto le palpebre più volte per abituarmi a quella poca luce e mi metto seduta, stropicciandomi l'occhio destro. Sento un calcio che gentilmente mio figlio mi regala e porto una mano sulla pancia, sussultando.
«Hai fame piccolo?» sussurro, sorridendo.
Mi alzo e prendo il cellulare sul comodino e solo in quel momento mi rendo conto che sono le undici di sera, il che vuol dire che ho dormito per più di tre ore ed è per questo che l'esserino dentro la mia pancia è così affamato. Apro la porta della stanza, seduita da Chester, e vado subito alla ricerca di Harry. In tutta la casa le uniche luci sono quelle dell'albero di Natale, che lampeggiano proiettando delle ombre sulla parete, e poi alcune luci soffuse che non capisco da dove provengono.
«Harry?» lo chiamo, senza ricevere risposta.
Solo quando inizio a scendere le scale capisco da dove proviene quella luce soffusa. Qualcuno ha riempito il salotto di candele, rendendo l'atmosfera molto più che romantica, qualcuno che adesso sta russando sul divano della stessa stanza. Mi avvicino e quasi piango quando vedo il tavolino con una vera cena preparata, a base di pasta e insalata. Harry dorme con la bocca aperta sul divano, un braccio penzola fuori dal divano e Chester va subito a leccargli la faccia.
«Via Chester!» bisbiglio al nostro cane.
Cerco di inginocchiarmi vicino al volto di Harry e inizio ad accarezzargli i capelli. Sono più corti di prima perchè li ha tagliati, ha una ruga sulla fronte e rido a guardarla, chissà cosa sta sognando.
«Ti amo così tanto.» sussurro.
Mi avvicino con il volto e inizio a lasciargli piccoli baci su una palpebra, poi sull'altra, vado sulla guancia e per finire sulle sue labbra. Quando mi allontano di poco lo vedo strizzare gli occhi e lo sento muoversi di poco. Sbatte le palpebre e mi stringe il cuore sapere che ha aspettato che mi svegliassi per farmi questa sorpresa.
«Ehi.» mi dice con la voce impastata dal sonno quando mette a fuoco il mio viso.
«Sono una fidanzata orribile, hai fatto tutto questo e io dormivo.»
Fa una smorfia e si solleva per mettermi di sedermi vicino a lui.
«Non sei una fidanzata orribile, - mi conforta – sei solo una ragazza che sta diventando madre troppo giovane e ha bisogno di riposare.»
Se solo sapesse quanto ne avrei davvero bisogno.
«Potevi svegliarmi..»
Mi porta una ciocca di capelli dietro l'orecchio e si avvicina per lasciarmi un bacio in fronte.
«Avevi bisogno di dormire, possiamo mangiare adesso, sono sicuro che stai morendo di fame.» propone.
Mi tocco la pancia sorridendo, sentendo il mio stomaco brontolare.
«Ho una fame da lupi!» confesso, imbarazzata.
«Allora avanti scheggia, datti da fare.»

Dopo non so quanto tempo io ed Harry abbiamo spolverato via più di metà del cibo, e ora siamo più riposati e a pancia piena. Sono accoccolata tra le sue braccia, con la testa sul suo petto, mentre lui mi accarezza i capelli e mi lascia qualche bacio nel frattempo.
«Promettimi che anche quando partirai questo non cambierà.» sussurro, timorosa.
«Cosa?»
Mi sollevo di poco per poterlo guardare negli occhi.
«Questo, noi due, nostro figlio.. promettimi che il nostro amore non diminuirà.»
Harry mi porta una ciocca di capelli dietro l'orecchio e mi sorrido, accarezzandomi uno zigomo con il polpastrello. Era questa la vera felicità per me. Ricevere un gesto così semplice, ma importante, dalla persona che ami di più al mondo.
«Non potrebbe mai diminuire, mi credi?» mi chiede, circondandomi il viso con entrambe la mani.
«Promettilo lo stesso.» lo supplico.
«Ti prometto che ti amerò anche se saremo a chilometri di distanza, anche se al momento del parto ti vedrò tutta sudata e piena di sangue, - feci una smorfia- e anche quando sarai così stanca da non avere le forze di fare l'amore con me perchè l'hai riservato tutto per accudire nostro figlio.»
Sorrido per la sua bizzarra promessa, ma non so perchè sento il cuore sciogliersi.
«Riserverò sempre un po' di amore per te.»
«Oh grazie, la cosa mi rincuora.»
Mi sorride e si avvicina per far scontrare le nostre labbra. Ci baciamo a lungo, senza mai esagerare, ma nonostante i baci siano lenti riesco ad avvertire la passione che ci mettiamo. Afferro il colletto della sua camicia e lo avvicino più a me, senza averne mai abbastanza. Non so per quanto tempo ci baciamo, ma a un tratto in lontananza sentiamo suonare le campane della chiesa, segno che è mezzanotte in punto.
«Buon Natale amore mio.» mi dice dolcemente, staccandosi di poco dalle mie labbra.
«Buon Natale Harry.» rispondo, sorridendo.
«Quindi adesso.. posso darti il mio regalo.» mi dice, lasciandomi sul divano e andando verso l'attaccapanni. Infila la mano in una tasca e io lo osservo curiosa, già curiosa di sapere cosa sia.
«Aspetta! - dico a un tratto – Io devo prendere il tuo.»
Mi alzo anche io e salgo piano nella mia stanza, prendendo il pacchetto dentro il mio borsone. Quando scendo al piano di sotto trovo Harry seduto di nuovo sul divano, con il viso illuminato dalla luce del fuoco del camino. Lo raggiungo e mi siedo di fronte a lui.
«Prima tu?» mi chiede.
Annuisco eccitata e mi passa il piccolo pacchetto azzurro. Ha un fiocco verde che mi piace subito e decido di conservarlo, senza riferirlo necessariamente ad Harry. 
«Può sembrare banale, ma volevo che lo avessi.» spiega, non appena apro il pacchetto.
Dentro ci trovo una piccola pallina d'argento, con una catenella. Ci metto un attimo a capire che si tratta di un “Richiamo degli angeli”, un piccolo sonaglio che arriva al livello della pancia. Sorrido immediatamente.
«Oh mio Dio, è bellissimo!» mi sporgo in avanti per baciarlo e lui sorride contro le mie labbra.
«Puoi..?» gli chiedo poi, invitandolo a metterlo.
La misura è proprio giusta e non appena lo vedo penzolare sulla pancia gonfia, sorrido di nuovo.
«Ora posso aprire il mio?» chiede.
Annuisco e gli passo il pacchetto marrone. Anche il mio non è grande, ma spero comunque che gli piaccia. Scioglie il fiocco nero e apre il pacchetto, rilevando la collanina con il ciondolo a chitarra.
«Volevo che avessi qualcosa che potesse ricordarti me, quando sarai in tour.» spiego, con rammarico.
«Hanna.. - mi guarda con occhi dolci – non mi serve una collana per ricordarmi di te ma la adoro, grazie.»
Si avvicina anche lui per baciarmi e poco dopo gli aggancio la collana, ripetendo i gesti di un attimo fa. Vorrei che questi momento non finissero mai, vorrei che il tempo si fermasse, che fossimo sempre così felici, sempre. Sussultiamo quando Chester inizia ad abbaiare alla finestra, fissando qualcosa di invisibile.
«Chester! - lo richiama Harry – Non c'è niente!»
Chester continua ad abbaiare, a intervalli, saltellando a destra e a sinistra, come se volesse acchiappare qualcosa. Anche io vedo un movimento fuori dalla finestra, quindi decido di alzarmi.
«C'è davvero qualcosa..» dico.
Non appena lo raggiungo scosto la tende per vedere meglio e quando capisco sul mio volto appare un sorriso così grande da illuminare l'intera stanza.
«Che succede?» chiede Harry, avvicinandosi.
Mi affianca e anche lui guarda oltre il voto, notando i piccoli fiocchi di neve che scendono uno dietro l'altro e si poggiano sul davanzale. Mi mette un braccio sulle spalle e mi stringe a se.
«Ti amo Hanna.» mi sussurra.
«Ti amo anche io.»


POV LOUIS.

Aria sta mettendo a letto il suo fratellino, mentre io mi ritrovo seduto nel divano del salotto, a fissare il piccolo albero di Natale nell'angolo. Non è grande come il nostro, ma sembra sia stato fatto con più amore. La mia ragazza ha sempre avuto un bellissimo rapporto con la sua famiglia, io ne sto avendo uno solo nell'ultimo periodo e forse di questo devo ringraziare Harry. La mamma di Aria è ancora in cucina a sistemare tutte le pentole che ha utilizzato per preparare l'immensa cena della vigilia di Natale, mettendoci quanto più amore poteva. Suo padre invece è già andato a letto da un po', non si sentiva tanto bene aveva detto.
«Bene, qui è tutto fatto.» 
Kayla spegne la luce della cucina, passandosi una mano sulla fronte forse per togliere un velo di sudore. Aria ha preso tutto da lei, occhi, colore di capelli, carnagione.. non so cosa abbia preso dal padre onestamente.
«Quando tornerai a Londra?» mi chiede.
«Dopo Capodanno, partirò qualche giorno prima di Aria.»
«Mi piacerebbe vedere tua sorella, un giorno la inviterò a cena qui credo.» mi riferisce.
Mi trovo ad annuire, ero un disastro con i genitori.
«Sarà meglio che vada, buonanotte Louis.»
«Buonanotte Kayla.»
Mi sorride e sparisce in corridoio, dove qualche minuto dopo appare Aria. Sua mamma le lascia un bacio sulla guancia e lei viene a sedersi con me sul divano.
«Si è addormentato nel momento in cui il lupo si mangia Cappuccetto Rosso.» mi dice, stringendosi contro il mio braccio.
Faccio per accoglierla sul mio petto e la guarda con una smorfia.
«Racconti a tuo fratello la storia di Cappuccetto Rosso?»
«Certo, perchè no?»
«Non mi sembra una storia per bambini, - spiego – insomma una bambina che viene mangiata da un lupo non è qualcosa da raccontare.»
Aria alza gli occhi al cielo e sono quasi sicuro che stia pensando “ragazzi”.
«E' molto utile invece, serve per spiegare ai bambini che non bisogna fidarsi di tutti.» mi spiega, incrociando le braccia sotto il seno e assumendo un'espressione da bambina che mi fa sorridere.
«Va bene, non obietto, - do una veloce occhiata all'orologio – vieni fuori con me.»
Mi alzo velocemente dal letto, lasciandola confusa seduta sul divano.
«Per quale motivo?» mi chiede, inarcando un sopracciglio.
«Andiamo, non sono il lupo di cappuccetto rosso, puoi fidarti di me.»
Mi sorride e afferra la mano che le porgo. La trascino fuori dalla porta sul retro e subito sento l'aria più fresca pizzicarmi le guance calde.
«Dio! Si gela qui fuori! - esclama rabbrividendo – Cosa diavolo dobbiamo fare?»
Lascio la sua mano e la fermo poggiando le mani sulle sue spalle.
«Ferma qui!» la avverto, indietreggiando.
Mi accerto che rimanga lì dove si trova e poi le do le spalle, per vedere se ciò che ho preparato ore fa è ancora lì. Mi avvicino alla pianta e la sollevo dal vaso per spostarla qualche metro più in là.
«Cosa stai facendo? - mi chiede Aria – Mio padre ti ucciderà se gli rovini il giardino!»
«Oh andiamo, stai un po' zitta!» sbuffo, alzando gli occhi al cielo.
Una volta spostata la pianta, vedo il mio lavoro lì, ancora intatto.
«Ti ricordi quando mi hai detto che non faccio mai niente di sdolcinato per te?» le chiedo.
«Si ma scherzavo, non dic-» cerca di spiegarsi ma la interrompo.
«So che scherzavi, ma ho comunque voluto fare qualcosa.»
La fisso, lei fissa me, in attesa. Guardo un'altra volta l'orologio e in lontananza sentiamo le campane della chiesa suonare, segno che è mezzanotte in punto. Sorrido, rendendola ancora più nervosa.
«Ti ricordi quando mi hai detto che ti sarebbe piaciuto abitare in una casa delle bambole?» le chiedo ancora.
«Louis..» dice, spazientita.
«Buon Natale Aria.»
Mi faccio di lato e le lascio libera visuale alla casa di legno posta sopra il piccolo tavolino di marmo, nascosto ormai dalle piante. Aria la osserva scioccata, formando una grande O con la bocca.
«Vedi questa sei tu, - le indico una sagoma di cartone con attaccata la sua faccia ritagliata da una vecchia foto – hai una casa a 3 piani con soffitta, proprio come la avevano le tue bambole, questo inv-»
Non faccio in tempo a finire la frase che Aria mi si getta addosso e io la afferro per miracolo. Mi mette le gambe attorno ai fianchi e inizia a riempirmi la faccia di baci.
«E' stupenda! Tu sei stupendo! E io Ti amo! Dio quanto ti amo!» ripete, con quella gioia che mi fa sempre sorridere.
«E vuoi sapere la cosa più bella? Niente lupi in questa casa!» scherzo.
Sorride e mi bacia, questa volta più intensamente, rimanendo legata a me come un koala. Ci baciamo, fin quando qualcosa di freddo e bagnato mi cade sul naso e sono costretto ad allontanarmi per guardare il cielo. Piccoli fiocchi di neve iniziano a cadere dal cielo, finendo sui nostri volti, sui nostri capelli, annunciando il Natale.
«Buon Natale Louis.» mi sussurra Aria.

POV EMMA.

Il pavimento del locale non è mai stato così splendente. Mi sono buttata a capofitto con le pulizie, nonostante fosse la vigilia di Natale. Non è mai stata una festa che mi ha attirata, forse perchè la mia famiglia viveva nella menzogna già da tempo. In ogni caso ormai siamo rimasti solo in tre, io, mio padre e Josh, quindi non c'era un granchè da festeggiare. Oggi avevamo aperto solo mezzagiornata, e a parte qualche ubriaco, nessuno si era fatto vedere. Tutti sicuramente erano impegnati con pranzi di famiglia, viaggi dell'ultimo minuto, mentre la nostra famiglia avrebbe passato la giornata come tutti gli altri giorni. 
«Hai finito di pulire?»
Josh scende al piano di sotto con un berretto in testa e il telefono in mano. Non so dove abbia intenzione di andare, ma è vestito in modo strano.
«Si, vai da qualche parte?» gli chiedo.
«Alcuni ragazzi mi hanno invitato a bere qualcosa in un pub, niente di che.» spiega.
«In un pub? Non vi è venuto niente di più originale?»
Quando hai un pub e i tuoi amici ti invitano ad andare a bere in un pub, non vorresti far altro che urlare. Forte.
«Sempre meglio di restare qui con papà indaffarato per il tour e tu che prendi le sembianze di Cenerentola.»
«Ehy! - mi lamento – Qualcuno deve pur pulire questo posto.»
«Di certo non la vigilia di Natale.» mi fa notare.
Prende posto su uno degli sgabelli e io intanto butto via il cinese che abbiamo ordinato e divorato per quella sera.
«Allora, qual'è il problema? - mi chiede – Ti manca Hanna? Ti manca l'Irlanda?»
«Ma come ti viene! - sbuffo – Hanna è con la sua famiglia e tornerà presto, per quanto riguarda l'Irlanda come pensi mi possa mancare un posto del genere?»
Mio fratello fa spallucce.
«Non lo so, alla fine siamo andati via per me, tu non avevi motivo di andartene.»
Lo guardo e vedo che è serio. Non l'ho mai pensata così, ma vivere in un posto in cui mio fratello si sente a disagio non mi sembra reale.
«Senti Josh, so che ti preoccupi per me okay? Ma fidati, sto bene!» lo rassicuro.
Lui sbuffa e si alza dallo sgabello.
«E' che non voglio che tu te ne stia sola la notte di Natale, perchè non vieni con me?» mi propone.
Mi do un'occhiata veloce e noto come sono combinata. Ho la maglietta sporca di chissà cosa e i capelli in una coda disordinata. Serata giusta per fare colpo.
«Josh vai a divertirti! Io ho altri piani!» 
Lo spingo letteralmente fuori dalla porta, senza dargli modo di ribattere. Soddisfatta osservo il locale, splendente come l'acqua. Salgo velocemente di sopra e mi do una lavata. Per la quarta volta lavo quella maglietta nell'arco di due giorni, questa volta credo sia ketchup. La doccia scioglie tutti i miei muscoli tesi e mi sembra di non averne fatta una da un secolo. Quando mi asciugo per bene sento la televisione accesa in salotto e ci trovo mio padre che dorme con la bocca aperta sulla poltrona, con mille foglie sulle ginocchia. Questa faccenda del tour lo sta veramente entusiasmando e di certo non sarò io a frenare questo entusiasmo. Quando vado in stanza mi sto tamponando i capelli con un asciugamano e decido di accendere il computer. Do un'occhiata veloce alla home di facebook, vedendo tutte le varie foto dei miei amici con i propri familiari e quasi ho una stretta allo stomaco. Mi piacerebbe avere una vera famiglia. Guardo l'orologio e noto che mancano pochi minuti al Natale, che felicità.
Sto per chiudere lo schermo quando sul desktop mi appare una chiamata di lui, da skype. Rimango a osservare la sua foto, e non capisco se sono emozionata o spaventata. Ma ho davvero voglia di sentirlo, quindi schiaccio sul verde. Non appena si stabilisce la connessione, il viso abbronzato di Zayn mi appare sullo schermo.
«Ehy.» dico, confusa.
Perchè mi sta chiamando a quest'ora?
«Ehy! Che stai facendo?» mi chiede.
Vedo la luce entrare dalla sua finestra, segno che è ancora giorno. Se non erro da lui dovrebbero essere circa le sei del pomeriggio.
«Ho appena fatto una doccia e dopo aver asciugato i capelli me ne vado a letto, tu?»
«Io sono appena rientrato, qui c'è un caldo allucinante, non sembra proprio la vigilia di Natale.» mi spiega.
«Immagino.. come mai hai chiamato?» gli chiedo, titubante.
In realtà non dovrei essere così sorpresa. Praticamente parliamo quasi ogni giorno della maledetta gionata, senza poterci mai vedere fisicamente o toccare. Dio, l'ho detto davvero?!
«Non posso più chiamarti?» mi chiede, con tono duro.
«Certo che puoi chiamarmi.. pensavo solo che fossi impegnato.»
«Lo ero, ma ho immaginato che fossi sola la notte di Natale e volevo tenerti compagnia.»
Sorrido e sento qualcosa dentro, qualcosa che non so spiegare bene. Perchè deve essere tutto così difficile?
«In realtà.. - continua – vorrei fare di più che una chiamata con Skype.»
Lo fisso per un po' dallo schermo, deglutendo.
«E cosa vorresti fare?»
Voglio saperlo, voglio sapere cosa farebbe se fossimo l'uno accanto all'altra.
«Magari dopo cena ti avrei portata al parco, a fare una passeggiata sotto le stelle, così non saresti stata da sola in una stanza, ad asciugarti i capelli con un asciugamano.»
Mi fa ridere e arrossire allo stesso tempo. Cosa mi sta succedendo?
«Stai flirtando con me Zayn?» gli sorrido strafottente.
«Dipende da come sta andando.» 
«Bene, - sorrido – sta andando bene.. anche io vorrei che fossimo insieme.» ammetto alla fine.
Rimaniamo a fissarci attraverso la webcam, un muro virtuale che ci divide e non solo quello. Era un intero continente a dividerci. Lo vedo che sta per dire qualcos'altro ma sento mio padre urlare dall'altra stanza. Quando si era svegliato?
«Tesoro! Guarda fuori dalla finestra!» mi sta urlando.
«Che succede?» chiede Zayn.
«Non so cosa abbia adesso, aspetta un attimo.»
Mi alzo dal letto e vado verso la finestra, aprendola leggermente. Qualcosa di freddo e bagnato mi si posa su una guancia e capisco subito che sono fiocchi di neve. Sorrido, nonostante il Natale non mi entusiasmi così tanto, ma forse quell'anno stava davvero andando tutto per il verso giusto. Chiudo la finestra di scatto e torno al computer, con Zayn ancora in attesa.
«Allora?» mi chiede.
«Sta nevicando! - dico eccitata – a Londra sta nevicando!»
Sul volto di Zayn appare un sorriso enorme, quasi quanto il mio, come se potesse vederla anche lui, la neve.
«Oddio! Deve essere davvero stupendo!» esclama.
Rido anche io, felice, senza un motivo ben preciso. Poi il mio sguardo cade sull'orologio e vedo che è mezzanotte e due minuti. 
«Zayn..» lo richiamo.
«Si?» sta ancora sorridendo e io rimango incantata a guardarlo.
«Buon Natale.» dico.
«Buon Natale Emma.»


 

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E' venuta voglia di Natale anche a meeeeeeee ç_ç
Comunque! Scusate il ritardo ma la sessione estiva mi perseguitava e gli esami ovviamente hanno la precedenza.
Allora, in questo capitolo come promesso c'è uno speciale Natale e si scopre la ragazza misteriosa con cui parla Zayn :D
Ve lo aspettavate? ahahahaha Fatemi sapere, xoxo

 

  
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