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Autore: AllisonHermioneEverdeen    08/07/2016    1 recensioni
Una ragazza misteriosa. Tony Stark. Gli Avengers. Lo SHIELD. Due omicidi in Francia. Come sono collegate queste cose? Cosa unisce, con un filo sottile, questi fatti? Cosa porta una ragazza a bussare alla porta della Stark Tower?
C'è un solo modo per scoprirlo...
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Not an ordinary life'
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Capitolo sedici

- I primi due Helicarrier sono sicuri, ne manca solo uno - comunicò Charlie agli altri membri della squadra. L'agente Hill teneva d'occhio le telecamere di sorveglianza, pistola in mano, e contemporaneamente controllava che Charlie stesse svolgendo bene il proprio lavoro. Doveva ammetterlo: quella ragazzina ci sapeva fare.
- Situazione? - chiese Charlie.
- E' arrivato il Soldato d'Inverno, non avremo supporto aereo grazie a lui - comunicò Stark.
- Intrattienilo, cerca di non farlo arrivare dal Capitano - ordinò la Hill.

- Sam, mi serve un passaggio - disse il Capitano, correndo verso il vuoto. Doveva arrivare al terzo Helicarrier.
- Quando sei pronto? - chiese Sam.
- Adesso! - esclamò Steve. Falcon lo prese al volo e lo portò sul terzo Helicarrier.
Intanto Iron Man stava sparando contro il Soldato d'Inverno, che era a bordo di un elicottero, diretto al terzo Helicarrier. Purtroppo il Soldato era fin troppo bravo nel portare a termine le sue missioni: sfrecciava con quell'elicottero evitando i colpi di Iron Man. Alla fine riuscì ad arrivare al terzo Helicarrier, nonostante Stark lo avesse rallentato. Prima di tutto afferrò il Capitano e lo buttò di sotto, nel vuoto. Iron Man sfrecciò e lo afferrò, portandolo su un'ala.
- Ma quanto pesi? - si lamentò.
- Ho fatto una colazione pesante - rispose il Capitano. Falcon se la stava vedendo con il Soldato d'Inverno, ma ebbe la peggio: il Soldato gli staccò un'ala e lo buttò di sotto, prendendo in pieno Tony. I due precipitarono, ma per fortuna Sam aveva un paracadute: salvò entrambi, nonostante Stark rotolò per terra per un po' prima di fermarsi.
- Papà? - chiamò Charlie, preoccupata.
- Rilevate contusioni molteplici - disse la voce elettronica di Jarvis.
- Si, le avevo rilevate anche io - sussurrò Stark. Charlie sospirò di sollievo.
- Situazione? - chiese Maria Hill.
- L'armatura è fuori uso... mi dispiace Capitano - rispose Sam.
- Non preoccuparti, qui su ci penso io - rispose Steve.
- Stark? - chiese la Hill.
- I propulsori sono danneggiati, non posso compiere un volo impegnativo come quello verso l'ultimo Helicarrier... la scena è tutta tua, Captain Ghiacciolo - affermò Tony. Charlie alzò gli occhi al cielo, ed era abbastanza sicura che lo avesse fatto anche il Capitano.
- Mancano sei minuti, Capitano - lo informò.
- Ricevuto - rispose questo. Charlie sapeva che il Soldato d'Inverno era su quell'Helicarrier, aveva paura che il Capitano, trovandosi di fronte a Bucky, non riuscisse a combattere contro il suo migliore amico. Si passò una mano fra i capelli, agitata.
- Stai giù - ordinò Maria Hill, vedendo che arrivavano degli uomini. Sparò a tutti quanti, ma aveva fatto bene ad ordinare a Charlie di stare giù: qualche proiettile colpì la scrivania, per fortuna non danneggiando i computer, o sarebbe stato un disastro!
- Grazie - disse Charlie, rimettendosi seduta. Cominciava ad abituarsi a rischiare la vita un giorno si e l'altro pure... essere figlia di un Avenger implicava parecchi casini!
- Rumlow al quarantunesimo piano - comunicò a Sam e Tony.
- Ci pensiamo noi - risposero i due, incamminandosi.

Sull'Helicarrier Steve si ritrovò davanti a Bucky. Lo guardò: era lui, non c'erano dubbi, ma gli mancava quell'accenno di sorriso sul volto, il brillare degli occhi... Di fronte a lui c'era un uomo impassibile, immobile, nessun segno di emozione sul volto. Il Capitano si chiese cosa gli avevano fatto per ridurlo così.
- Molte persone rischiano di morire - disse Steve - Non posso permetterlo -. Nessuna risposta, niente traspariva da quel volto così familiare.
- Per favore, non constringermi a farlo - suonò quasi come una supplica: non voleva combattere contro il suo miglire amico, lo voleva aiutare, voleva salvarlo, aiutarlo a ricordare. Ma Bucky lo guardò quasi con sfida, il Capitano tirò lo scudo e iniziò il combattimento.

Sam cappottò Rumlow, spedendolo per terra, poi si rialzò, in posizione di combattimento. Rumlow sorrise, tornando in piedi.
- L'ordine si ottiene con il dolore, sei pronto a soffrire? - chiese, un'espressione folle in volto.
- Ma stai zitto - replicò Sam. Cominciarono a combattere, purtroppo Rumlow era bravo, forte, e i colpi di Sam sembravano non sortire alcun effetto.
- Ehi, ti aiuto a soffrire? - disse una voce. Rumlow si girò: Iron Man era dietro di lui, e appena si voltò a guardarlo, gli sparò, spedendolo dall'altra parte della stanza.

Gli aveva lussato una spalla. L'aveva mezzo strangolato. Aveva dovuto, non mollava la loro unica speranza di fermare il progetto Insight! Ogni colpo che aveva dovuto infliggergli lo faceva stare male.
- Un minuto, Capitano - lo informò la voce di Charlie. Steve si arrampircò verso il "filebox": adesso la vita dei suoi amici dipendeva da lui. Uno sparo, la gamba esplose di dolore. Steve gemette, ma continuò imperterrito la sua arrampicata. Un'altro sparo: il braccio esplose di dolore. Il Capitano non si arrese, continuando ad avvicinarsi al suo obiettivo.
- Dieci secondi - lo informò Charlie, sempre più tesa. Steve riuscì a salire sul ponte, e zoppicò verso il "filebox". Stava per farcela, per salvare tutti, ma un terzo sparo gli mozzò il fiato, e cadde in ginocchio, abbassando piano lo sguardo: lo aveva preso allo stomaco. Il dolore non era tanto fisico, anche se la ferita bruciava tantissimo, ma Steve soffriva sapendo chi aveva sparato, chi era andato così vicino ad ucciderlo.

Charlie e Maria Hill si guardarono, tese: mancavano tre secondi, due, uno... Il terzo Helicarrier fu disattivato all'ultimo secondo ( letteralemente! ). Charlie e la Hill sospirarono di sollievo.
- Ok Capitano, ho i tre obiettivi, ora vattene da lì - disse Charlie, che adesso poteva controllare i tre Helicarrier.
- Spara... fallo adesso! - ordinò Rogers. Charlie guardò Maria Hill, spaesata: non poteva rischiare di uccidere il Capitano!
- Ma Steve! - replicò la Hill.
- Fatelo! - il suo tono non ammetteva repliche. Charlie aveva le mani sudate, ma sapeva che doveva ubbidire. Con le mani tremanti, attivò i tre Helicarrier che cominciarono a distruggersi a vicenda. Dopo aver dato l'ordine, la ragazza si alzò in piedi correndo verso l'uscita.
- Dove stai andando? - chiese Maria Hill.
- Ad assicurarmi che il Capitano non muoia! - affermò la ragazza, correndo fuori.

Bucky era bloccato sotto le macerie, non riusciva a liberarsi, non era abbastanza forte, sopratutto con la spalla lussata. Vide la sua missione scendere verso di lui. Lo avrebbe ucciso, adesso non poteva difendersi, lo avrebbe di certo ucciso. " No, lui non potrebbe mai uccidermi " lo colpì un pensiero improvviso. Non sapeva come, ma aveva questa certezza. Infatti, la sua missione sollevò la maceria che lo intrappolava, liberandolo.

Sam e Iron Man stavano combattendo contro Rumlow. Lo avevano ridotto anche piuttosto male!
- Non è pane per i vostri denti! - affermò questo, dopo aver mandato Sam addosso a Stark. I due si rialzarono, e videro il terzo Helicarrier che andava a schiantarsi contro il palazzo. Si guardarono, poi cominciarono a correre. Rumlow guardò dietro di sè, poi cominciò a correre anche lui. Stark adocchiò un elicottero che volava fuori dal palazzo.
- Vi prego, ditemi che siete in quell'elicottero! - esclamò Tony. Natasha aveva finito il suo compito, fermando Pierce, con l'aiuto di Fury, perciò c'erano buone probabilità che fosse in quell'elicottero. O almeno, Sam e Tony si aggrappavano a quella speranza: con i propulsori ridotti in quello stato, Stark non sapeva se sarebbe riuscito ad attutire la caduta abbastanza da non spappolarsi al suolo, ma sapeva per certo che cercando di tenere Sam non ci sarebbe riuscito!
- In quale piano siete? - chiese la voce di Fury. I due sospirarono di sollievo.
- Quarantunesimo! - rispose Sam.
- Va bene, rimanete dove siete, arriviamo! - ordinò Fury.
- Opzione scartata! - esclamò Sam: l'Helicarrier li aveva quasi raggiunti. I due saltarono fuoru dalla finestra, ma l'elicottero era troppo in basso. Solo grazie a Stark e ai suoi propulsori mezzi rotti riuscirono a salirci.
- Quarantunesimo piano, quarantunesimo! - si lamentò Tony.
- il numero dei piani non è scritto al di fuori dell'edificio! - ribattè Fury. Natasha vide che non c'era Steve con loro.
- Dov'è Steve? Dov'è il Capitano? - chiese, ma nessuno aveva una risposta per lei. Purtroppo, avevano già intuito dove fosse. Natasha guardò l'Helicarrier, preoccupata. Stark era anche preoccupato per la figlia, ma l'aveva lasciata con Maria Hill, di sicuro l'agente l'aveva condotta al sicuro...

Bucky si rialzò in piedi, con fatica, guardando il suo salvatore confuso e sconvolto: quegli occhi, quel viso...
- Tu mi conosci - disse Steve, guardandolo negli occhi. Il Soldato rispose colpendolo. " No, no, io non lo conosco, è solo la mia missione... io non lo conosco! "
- Non è vero! - replicò, urlando, dando voce ai suoi pensieri. Steve si rialzò.
- Bucky... mi conosci da tutta la vita - affermò Steve. Sembrava... disperato. " Ancora quel nome: Bucky..". Lo aveva chiamato così l'ultima volta, ma lui non poteva chiamarsi Bucky, lui non aveva un nome, lui era solo un'arma. Lo colpì un'altra volta: era la sua missione, lui doveva solo completare la sua missione.
- Il tuo nome... è James... Buchanan... Barnes - si rialzò a fatica Steve. Doveva convincerlo ad ascoltarlo, sapeva che il suo Bucky era lì sotto, da qualche parte, ed era disposto a tutto per tirarlo fuori, a tutto. Si, anche a morire.
- Stai zitto! - urlò Bucky, colpendolo di nuovo. Ogni parola di quell'uomo era fitta alla testa, un flash, una sensazione... lui non avrebbe dovuto ricordare niente, lui non avrebbe dovuto provare niente, era una macchina, un'arma, il braccio dell'HYDRA... allora pechè quell'uomo, la sua missione, gli faceva questo effetto?? Perchè sentiva di conoscerlo??
- Io non combatterò contro di te... - gettò lo scudo Steve. - Sei il mio migliore amico -.
Ingenuo. Non avrebbe dovuto buttare la sua unica arma, la sua unica difesa, non avrebbe dovuto arrendersi. Lui non era suo amico. Lui non aveva amici: le armi non hanno amici. Il suo sguardo si indurì, e Bucky buttò a terra Steve.
- Tu sei la mia missione - affermò. Doveva capirlo: non era suo amico, era solo la sua missione. Doveva capirlo, farglielo capire. Allora perchè gli sembrava di star cercando di convincere sè stesso?
- TU-SEI-LA-MIA-MISSIONE! - urlò, colpendolo ancora, e ancora. Steve neanche provò a difendersi.
- Allora portala a termine - sussurrò. Il Soldato rimase con il pugno in aria: gli stava chiedendo di finirlo? Di ucciderlo?
- Perchè io sarò con te fino alla fine - affermò con un filo di voce Steve. Quella frase rimbombò nella testa del Soldato, il viso di un ragazzino più piccolo, più magro, più basso, ma con lo stesso viso, con gli stessi capelli biondi e occhi azzurri, si sovrappose a quella della sua missione. Un nome riafforò nella sua mente: Steve. " Io lo conoscevo". Si, lo conosceva. Non poteva ucciderlo, non poteva uccidere Steve...
Una maceria crollò, Bucky riuscì ad aggrapparsi e non precipitare, ma la sua missione - Steve, si chiamava Steve - non fu altrettanto fortunato. Precipitò, privo di sensi, nel fiume. E Bucky, osservandolo cadere, seppe cosa fare. Senza che nessuno gli desse ordini, senza che nessuno gli dicesse che era la cosa giusta, si lasciò cadere.
Lo aveva salvato. Aveva salvato la sua missione, quando avrebbe dovuto ucciderla. " No, io lo consocevo... Steve... ". Lo guardò un'ultima volta, poi si voltò e cominciò ad andarsene.

Charlie era riuscita ad evitare l'Helicarrier aveva letteralmente spezzato in due il palazzo che una volta era la base dello SHIELD. Vide dentro quell'Helicarrier la figura del Capitano, di fronte a lui il Soldato d'Inverno. Corse, veloce: doveva arrivare dal Capitano, impedire che morisse. Sapeva solo che non poteva permettere che l'eroe americano, l'amico della Vedova Nera, di Falcon, di suo padre... l'Avenger... non poteva permettere che Steve Rogers si lasciasse uccidere dal suo migliore amico.
Corse, entrando nel boschetto prima del fiume. Tra le frasche degli alberi vide che il Capitano stava precipitando nel fiume. Sgranò gli occhi, correndo. Quando emerse dal bosco, però, rimase paralizzata: il Soldato d'Inverno era lì, di fronte a lei, ferito e sconvolto.
Passarono alcuni interminabili secondi, Charlie e Bucky si fissarono negli occhi, poi il Soldato fece qualcosa di inaspettato. Abbassò lo sguardo e se ne andò, entrando nel boschetto.
Charlie rimase ferma qualche secondo: era ancora viva... Il Soldato non aveva neanche provato ad ucciderla! Quando vide la figura stesa sulla riva del fiume, sgranò gli occhi: era il Capitano, Steve Rogers. Bucky aveva salvato Steve.

ANGOLO MALATA DI MENTE
Ed ecco il capitolo che conclude la prima parte della mia storia! Spero vi sia piaciuto, nonstante sia venuto luuuuuunhiiiiissiiimooooo! Spezzarlo, però, sarebbe stata una forzatura, quindi ve lo sorbite tutto, dalla prima all'ultima riga!
Grazie mille a Rosa_puffetta_stelina per la recensione, spero ti sia piaciuto anche questo capitolo!
Grazie a:
- AkashiSeijuro5
- DESTROYA_DESTROYA
- IronWoman201516
- PercyHarryMcall
- Rosa_puffetta_stelina
- winterlover97
per aver messo la storia tra le preferite.
Grazie a:
- grace18
per aver messo la storia tra le ricordate.
Grazie a:
- camillaperrystyles
- Chrona00
- LostInMyWonderland
- mangamylove
- Portuguese D Rogue
- Rosa_puffetta_stelina
- winterlover97
per aver messo la storia tra le seguite.
Grazie anche a tutti i lettori silenziosi, senza di voi questa storia si sarebbe fermata ai primi capitoli!
A presto con la seconda parte!
AllisonHermioneEverdeen

   
 
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