Dedicata a Lady Of Evil Nanto86, altra
estimatrice di questo pairing.
Wind of change
1.
“Sei sempre così pigro.”
"Hai intenzione di andare
avanti ancora per molto?”
“Sarai anche intelligente,
ma quanto a pigrizia, non ti batte nessuno!”
“Che seccatura, Temari!”
“Insomma, Shikamaru!”
“Dobbiamo smetterla di
vederci così…”
“Vedi alternative?”
“No. Ed è così seccante.”
“Sai cosa penso? Ne ho abbastanza!”
“Temari…
restiamo amici. E’ meglio così, credimi.”
“Sì. Sarà molto meglio.”
Un giorno.
Era passato un giorno da quando la vecchia Chiyo
aveva salvato Gaara insieme a Naruto.
Un giorno dai suoi funerali, ed era stato semplicemente frenetico.
Temari si concesse finalmente qualche minuto per
riposare, distesa sul letto nella semioscurità della sua stanza.
Il volto di Shikamaru le attraversò la mente per
la prima volta dopo giorni.
Avevano interrotto la loro “relazione” su comune accordo da alcuni mesi, ma
non avevano smesso del tutto di vedersi, e a breve avrebbero anche dovuto
lavorare insieme agli esami di selezione dei chunin.
In fondo, si disse la jonin, era perfettamente normale
che ogni tanto si ritrovasse a pensare ancora a lui.
Quel ragazzo, più giovane di Temari di tre anni e
dall’aria sempre svogliata, era stato il primo uomo ad attirare la sua attenzione,
con la sua intelligenza fuori dal comune.
Forse anche l’ultimo.
Lui le aveva detto che era una spalla su cui poter contare e piangere
liberamente, una donna forte e determinata, l’unica con cui valesse la pena di
avere a che fare.
Si erano però resi conto, tre anni dopo il loro primo incontro, che della
passione che li aveva spinti a frequentarsi all’inizio non c’era più alcuna
traccia.
La loro relazione era sfociata in una semplice amicizia, quella tra due
ninja di paesi diversi spinti di tanto in tanto a collaborare insieme.
Sì, tutto sommato smettere di frequentarsi era stata la soluzione migliore.
Shikamaru pensava fosse troppo “seccante” avere una
relazione con una straniera che finiva sempre col “comandarlo a bacchetta”, per
quanto fosse arguta, anche se Temari sospettava ci
fosse “un’altra” ragione dietro la sua decisione.
Aveva preferito non indagare oltre. Del resto, lei stessa era troppo stanca
di avere a che fare con la pigrizia in persona, difetto sopportabile in amicizia, ma logorante in una relazione.
Soprattutto nel suo caso.
Temari ne era convinta: non era ancora nato, un uomo in
grado di legarla definitivamente a sé, né le interessava trovarlo, per il
momento…
Del resto, l’unico che l’avesse mai attratta in vita sua si era rivelato
una delusione.
Le piaceva paragonarsi all’impetuoso vento del deserto: nessuno era capace
di imbrigliarlo, ed era così che la jonin si sentiva.
Da sempre.
“Fai molta attenzione a
quello che sto per dirti, figlia mia.”
“Sì, mamma! Cosa c’è?”
Le
corse incontro mettendo da parte il ventaglio per un
attimo.
“Tu sei proprio come il
vento, Temari. Veloce e inafferrabile. Ma io sono
sicura…”
Una mano affettuosa
accarezzò i suoi capelli color grano.
“… che, un giorno, arriverà
qualcuno capace di raggiungerti.”
La bambina la guardò con
occhi sgranati, meravigliata.
“E
quel qualcuno, sarà la persona che ti resterà accanto per sempre.
L’unica in grado di renderti
felice. Non dimenticarlo mai.”
Temari nascose il
volto nel cuscino, respingendo l’improvvisa commozione.
Il tempo delle
favole era finito. Non credeva più a quel genere di cose da tanti anni, ormai. Sua madre si era
semplicemente sbagliata.
Pochi attimi, e il
dolce sorriso di Karura era svanito nelle profondità dei
suoi ricordi, portando con sé la sua infanzia sbiadita dallo scorrere del tempo.
Era arrivato il momento di salutare Naruto e i
suoi compagni, pronti a intraprendere il viaggio di ritorno a Konoha. Accanto ai suoi fratelli, Temari
attendeva che il ragazzo che era riuscito a penetrare la corazza di freddezza
di Gaara e a diventare suo amico finisse di dare
l’addio alla vecchia Chiyo insieme a Sakura.
Rimasta indietro insieme al compagno, la ragazza non riusciva a staccare
gli occhi dalla lapide.
Capiva come doveva sentirsi: in fondo, custodiva i resti mortali della
donna che era diventata per lei anche un’amica.
A pochi metri di distanza, il resto delle due squadre venute in soccorso di
Suna osservava la scena con altrettanto silenzio,
come per rispettare il loro dolore.
Lo sguardo della jonin fu attirato dal ninja
dalle folte sopracciglia e dai lucidi capelli neri al quale
Gaara accennava ogni tanto da quando l’alleanza con Konoha era stata confermata.
Somigliava incredibilmente al suo maestro, proprio come quando l’aveva
visto per la prima volta. Ma era cresciuto, era diventato più alto. Si chiamava
Rock Lee.
“Tu devi essere Temari… è da un po’ che non ci si vede” la salutò un
ragazzo che le era familiare mentre si recava all’ufficio del kazekage..
“Ah, ma certo. Tu sei il tipo
battuto da Gaara quella volta. Rock
Lee, giusto?”
Era anche il tipo che
l’aveva sfidata d’impulso dopo che lei aveva sconfitto malamente la sua
compagna di squadra.
I suoi occhi erano rimasti immutati,
sempre troppo grandi per i suoi gusti, ma carichi
della stessa vitalità di un tempo.
“Esatto!” fece lui con un
sorriso. “Immagino che ora che siamo alleati, è meglio andare d’accordo.”
“Già…”
Temari
non ricambiò il suo gesto, troppo intenta a osservare con occhio critico la
tuta che si ostinava a mettere. Era ovvio che il suo maestro, del tutto simile
a lui, c’entrasse qualcosa.
"Gaara
parla spesso di te” disse a Rock Lee che, a quanto pareva, aveva la sua stessa
destinazione. I suoi occhi si illuminarono come se fosse soddisfatto di quello
che aveva appena
detto.
“Davvero? Mi fa piacere! Tuo fratello è un ragazzo in gamba.”
Non portava alcun rancore
nei confronti di Gaara, nonostante il modo in cui lui
l’aveva ridotto durante gli esami di tre anni prima. Che strano ragazzo.
“L’incontro con Naruto l’ha cambiato così tanto… sono contento che ora sia
salvo, ne ha passate tante, e se la merita davvero, una vita tranquilla!” stava
dicendo Lee. Sembrava sincero.
“Naruto
può comprenderlo meglio di chiunque altro” commentò la jonin
distrattamente.
“Anch’io credo di
comprenderlo. Da quando abbiamo combattuto insieme contro Kimimaro,
mi sono reso conto che Gaara non era quello che
sembrava all’inizio. E’ soltanto un ragazzo come gli altri. Non pensavo che un
giorno lo avrei detto, ma… per quanto mi riguarda è un ottimo amico!”
Quanto parlava! Temari non era abituata ad aver a che fare con un tipo così
loquace.
Tutto il contrario di Shikamaru… e non smetteva mai di sorridere, anche se lei
sospettava che fossero sorrisi di circostanza, i suoi.
“Sai, Tenten
è diventata molto più forte da quando ha combattuto contro di te. Se avessi
saputo prima come sarebbero andate le cose, non ti avrei sfidato in quel modo,
anni fa. E’ migliorata per merito tuo, ma questo è il mio modo di essere un
ninja! Non sopporto vedere umiliati gli sforzi di chi si allena costantemente
per migliorare le proprie capacità, dovevo agire!”
I suoi occhi rotondi erano
così determinati da sembrarle simili a fiamme ardenti. No, la sua non era banale
circostanza. Era del tutto sincero, convinto con tutto se stesso di ciò in cui
credeva.
“Lo immaginavo.”
Era proprio quello che
sembrava: un ragazzo forte, determinato, e che si preoccupava per i suoi amici,
pronto a proteggerli a tutti i costi.
“Non
ti dispiace se ti do una mano, vero? Mi rendo
conto che c’è molto da fare, e anch’io voglio rendermi utile” le propose ad un
tratto con gentilezza, voltandosi verso di lei, e Temari
incontrò il suo sguardo, colta alla sprovvista da quell’improvvisa richiesta.
“Niente affatto. Anzi, sei
il benvenuto. Il tuo aiuto mi farà comodo!”
“Diciamo che lo considero un
allenamento! Non perdo mai un’occasione per tenermi in forma, e poi, il mio
maestro ne sarà contento.”
Rock Lee sorrise di nuovo,
quindi la seguì nell’ufficio di Gaara, pronto a
svolgere qualsiasi compito lui avesse loro affidato.
Strano ragazzo. Strano
davvero.
Avevano lavorato insieme per delle ore, poi si erano ritirati nelle loro
stanze.
Era passato meno di un giorno da allora, e questa era probabilmente
l’ultima volta che gli occhi di Temari si posavano sulla
figura allenata di Rock Lee prima che si presentasse un’altra occasione.
Al momento di andarsene, il ragazzo le rivolse uno sguardo, salutandola
silenziosamente, e lei ricambiò allo stesso modo.
Il lampo abbagliante di un suo sorriso, ed era scomparso all’orizzonte
insieme ai suoi compagni, le labbra della jonin
appena incurvate al pensiero del loro ultimo scambio di battute.
Quel ragazzo era strano, ma imprevedibile come il
vento del deserto.
Mutava direzione all’improvviso, sollevava polvere dovunque si trovasse, e
lasciava dietro di sé una profonda, percepibile traccia del suo passaggio.
Coming soon:
Si muoveva con incredibile scioltezza, come se
stesse addomesticando il vento per utilizzarlo a suo piacimento.
Rock Lee non riuscì a trattenere un sorriso: ecco
da dove proveniva la brezza che gli aveva scompigliato i capelli.
**
Ciao a tutti!
Ecco il primo capitolo di questa fiction LeexTemari
(no, non sono pazza) che ho deciso di dedicare a Lady Of Evil
Nanto86.
Ho da poco scoperto che, come me, apprezza Lee in coppia con la kunoichi
della Sabbia nonostante non abbiano avuto modo di interagire molto, nella
serie, quindi ho pensato di “sperimentare” con questa coppia inusuale e, a
parer mio, molto interessante!
L’inizio riprende direttamente lo Shippuden, ma
andando avanti l’atmosfera cambierà e si farà più opprimente in vista della
guerra.
La sfida più grande è mantenere i personaggi IC, e io sto facendo quello
che posso, ma se ad un certo punto scadranno nell’OOC non esiterò a metterlo
tra gli avvertimenti.
Gli aggiornamenti non saranno
regolari, ma pubblicherò sicuramente la fic in tutti
i suoi otto capitoli.
Alla prossima,
Lyla