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Autore: Napee    13/07/2016    9 recensioni
Quella piccola peste restava una selvaggia anima libera a suo agio nei boschi o esplorando spazi nuovi e sconosciuti.. Proprio come lui.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rin, Sesshoumaru | Coppie: Rin/Sesshoumaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*Storia scritta grazie ad un prompt che mi è stato lasciato nel gruppo facebook "we are out for the prompt*
Prompt:Sesshoumaru non regala a Rin solo dei Kimono, ma anche quei rari gesti di dolcezza di cui non credeva essere capace


Ormai erano passati due mesi dalla sua ultima visita e, come ogni sera, Rin si arrampicò sul Goshinboku per ammirare il tramonto che tanto le ricordava gli occhi di un certo demone.
A niente erano valsi i molteplici rimproveri della vecchia Kaede.
"Non salire lassù!" Diceva,"Quando cadrai non vorrò sentirti piangere!"
L'ammoniva, ma Rin era diventata insensibile alle sue raccomandazioni.
Quella piccola peste era pressoché indomabile, dava retta solo ad un certo demone che ,ovviamente, non era mai presente.
Rin sospirò esausta. L'albero era bello alto e scalarlo richiedeva una bella dose di fatica, ma non le importava, alla fine era ripagata dalla visione sublime del bosco impregnato del rosso fuoco dei raggi solari morenti.
La piccola quattordicenne restò lassù appollaiata sul ramo più alto fino a che il sole non scomparve completamente, a qual puntò iniziò la sua discesa lentamente.
Dapprima si sporse in avanti poggiando i piedi sul ramo sottostante, tenendosi salda con le mani al fusto per non cadere, poi iniziò a strisciare lenta fra i rami.
Accidentalmente, una scheggia le ferì il palmo, provocandole un piccolo taglio proprio sotto il pollice.
D'istinto, la piccola ritrasse la mano perdendo inesorabilmente il suo appiglio e la sua stabilità.
Stava per cadere.
Stava per cadere e sfracellarsi al suolo, ma due mani leste l'afferrarono per le ascelle riportandola in sicurezza su un ramo.
Rin guardò il suo salvatore, convintissima di vedere InuYasha, ma quando i suoi occhi scuri scorsero l'algido demone, non poté trattenere un sorriso radioso.
"Bentornato Signor Sesshoumaru!!" Trillò felice sporgendosi verso di lui per abbracciarlo, anche se sapeva che il gesto affettuoso non sarebbe stato ricambiato.
"Dammi la mano." Ordinò il principe dei demoni con la sua solita voce monocorde, ma nella quale Rin
 scorse una sfumatura apprensiva.
Fece come le era stato ordinato e porse la mano ferita al demone cane.
Sesshoumaru guardò il taglio attentamente, poi inchiodò Rin con uno sguardo che sapeva troppo di rimprovero ,ed infine tornò a dedicare la sua attenzione alla ferita.
Con estrema delicatezza, utilizzò le sue unghie acuminate per estrarre la scheggia senza che la piccola sentisse alcun dolore, poi avvicinò il palmo alla sua bocca e lentamente percorse con la lingua tutta la lunghezza del taglio.
Rin avvampò imbarazzata da quella situazione, non si sarebbe mai aspettata un simile comportamento da parte del demone.
Era a disagio, tremendamente a disagio e non sapeva cosa fare o dove guardare.
Dopo che Sesshoumaru ebbe finito la sua particolare operazione, tornò a guardare la giovane ed il suo dolce rossore che le adornava le guance.
 Sospirò esasperato.
Quella piccola peste restava una selvaggia anima libera a suo agio nei boschi o esplorando spazi nuovi e sconosciuti.. Proprio come lui.
Le porse il nuovo kimono che le aveva portato in dono e si beò della sua espressione sorpresa e felice.
Quella piccola era così tremendamente espressiva.. Un libro aperto in confronto a lui, eppure così simile per certi versi..
Improvvisamente, le prese nuovamente la mano ferita per controllare le condizioni del taglio.
Sembrava già in via di guarigione, non c'era da preoccuparsi.
Preoccupazione? Lui?
No.. Non poteva essere.. Non poteva preoccuparsi delle condizioni di una umana, anche se quell'umana era Rin!
Tornò a guardarla negli occhi, perdendosi, per la prima volta, nel nero di quelle gemme di  ossidiana.
Ma che diamine gli prendeva?
"Dai ascolto alla vecchia Kaede." Disse congedandosi volando via, lontano da lei, lontano da come lei lo faceva sentire.


 
  
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