Storie originali > Poesia
Ricorda la storia  |      
Autore: BarbraGleekPotter    17/07/2016    1 recensioni
Dedicata al mio Cesare, che mio non è.
Genere: Introspettivo, Poesia, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Cesare il sole trascina con sé
ovunque vada cercando svago, 
la sorte sua nasce dal ventitre, 
cifra graziosa per grazioso mago.

Nato in un caldo dì decembrino
sotto una stella di buona promessa;
Bruto, invidioso, con sguardo ferino
lo mira e si bea di fama riflessa.

Porta la luce il mio imperatore, 
la tiene dentro la sua bella bocca, 
di gioia e allegria è dispensatore, 
e quando sorride il cuore ti tocca.

Quand'io, Cleopatra, lo vidi arrivare
subito seppi che danni portava;

corsi ai ripari, provando a scappare, 
ma in tutta fretta lui s'appressava.

Esiste forse un modo efficace
per strali d'Amore fuggire intatti, 
ma nol conosco, e non ho pace,
soltanto mille pensieri matti.

Fa le magie, il mio buon tiranno, 
e 'l cuor m'ha preso senza scusarsi;
non atto da poco, darmi malanno,
chi avea tentato ebbe a ritrarsi.

Poté più lui con uno sguardo
che cento con motti e dolci sospiri;
Cesare alcuno non ha riguardo,
sa come, vedendolo, io dentro spiri.

Pria che 'l tiranno amavo un altro,
Antonio il bello, forte e valente, 
mai quanto Cesare egli fu scaltro,
e l'intelletto fu l'arma vincente.

Antonio torna nei miei pensieri
e mi seduce con molli parole,
poi ripercorro i novelli sentieri
e torno dove 'l cuore mio vuole.

Cleopatra, la triste regina di cuori,
rinchiusa dentro un castello di sabbia,
a simil prigione confinan l'amori
che spingon la povera vergine in gabbia.

Sì io mi sento ardere 'l petto
quando 'l suo occhio incrocio col mio;
senza vergogna, non chiedo rispetto,
solo che Cesare diventi il mio dio.

Nessun'onta maggiore per una dama
che ante la voglia porre all'onore,
cedere ad Eros, che poco la ama,
dimentica - lassa! - di ogni pudore.

Ma questo ben sa 'l mio imperatore,
che tanto si guarda dall'oltraggiarmi,
e, poiché ha fama di gran pensatore,
ratto s'ingegna e corre alle armi.

Meglio una guerra col Gallo nemico
che un abbraccio indesiderato
da parte di chi si dice pacifico
ma tenta di nuocerti in un agguato.

Così tentai di corrompere 'l mito,
Cesare il grande conquistatore,
provando con malo e rapido dito
a sottrarre l'arco al cieco Amore.

Ma il dio mi punì una seconda volta,
e non potei pugnalare alla schiena
'l Cesare mio; con speme raccolta,
ita fui lesta, d'amarezza piena.

Magnanimo spirto mi ha perdonata,
non ho alcun dubbio sulla questione,
ma ritornar è scelta azzardata,
ché non ei su me cambia opinione.

Amor, ch'al primo sole di speranza
accendi di fiducia un cuore greve;
come candela in ampia stanza,
così fioco barlume ha vita breve.

Amor, che 'l mio tiranno ha deposto
per sentenza scritta non voluto,
si arrende, poiché non corrisposto,
il mio disio per quel omo sì temuto.

Amor, che brucia forte sempre più,
e sollievo alla regina non concede,
ma solo sa spingerla all'ingiù,
mentre Cesare all'Olimpo procede.

Pur non conoscendo resa,
l'anima in pace mia ho posato,
e dopo la caduta, solo ascesa
può sperare chi 'l fondo ha toccato.

Così mentre guardo da lontano
la nave che porta via il tiranno,
capisco che 'l mio disio era vano,
e prego di scacciar ogni mio affanno.

Cesare il mare porta, io la tempesta; 
a tenerci uniti non basta un ricamo, 
di cuore nel petto poco mi resta,
e lui non ha saputo ch'io l'amo.

Ciò che non poté Amor,
fia aspide; non temo 'l dolor.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Poesia / Vai alla pagina dell'autore: BarbraGleekPotter