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Autore: Little_Lotte    17/07/2016    3 recensioni
- Hilda? Ti prego, Hilda... Parlami. -
Hilda continuò a non fiatare.
La voce di sua sorella risuonava forte e chiara, ma lei si ostinava a non voler parlare; troppo grande era il dolore che si portava dentro e era troppo difficile, per lei, riuscire a guardare negli occhi di Flare senza sentirsi un mostro.
Flare bussò per la terza volta, senza ottenere risposta.
[Storia scritta per la challenge letteraria indetta dalla pagina SAINT SEIYA'S LADIES. Prompt: PARLAMI.]
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Flare di Asgard, Hilda di Asgard
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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 Nessuno può sapere con certezza ciò cosa si nasconde dietro ad una porta chiusa.

Per alcuni può essere un'opportunità, per altri un terribile pericolo, per altri ancora un'incredibile, incomparabile sorpresa; migliaia di vie e di infiniti percorsi possono celarsi dietro ad una semplice porta chiusa.

Per Flare, quella porta chiusa rappresentava solo dolore.

Un dolore muto, a tratti persino riservato, eppure era lì, così solido e concreto che avrebbe potuto persino palparlo con le dita, se solo avesse voluto. Era un dolore così lacerante che solamente chi lo aveva avvertito sulla propria pelle era pienamente in grado di comprenderlo.

Flare conosceva bene quel dolore.

Lo aveva provato lei stessa e ancora faticava a convivere con esso, ad accettare la dura verità e a gettarsi tutto il passato alle spalle.

Del resto è difficile dimenticare, quando l'uomo che ami se n'è andato per sempre.

La giovane principessa non chiedeva che un po' di conforto e sapeva che il solo conforto del quale avesse davvero bisogno si trovava proprio lì, dietro a quella porta. Così, molto lentamente, si avvicinò ad essa con un leggero colpo di nocche batté sul legno scuro.

<< Hilda? >> mormorò con voce fioca, appoggiandosi con l'orecchio all'uscio << Hilda, ci sei? >>

Hilda non emise un fiato.

Se ne stava accovacciata per terra, dal lato opposto della porta, la schiena premuta contro di essa e le ginocchia rannicchiate al proprio petto, come un cucciolo in cerca di protezione.

<< Hilda? Ti prego, Hilda... Parlami. >>

Hilda continuò a non fiatare.

La voce di sua sorella risuonava forte e chiara, ma lei si ostinava a non voler parlare; troppo grande era il dolore che si portava dentro e era troppo difficile, per lei, riuscire a guardare negli occhi di Flare senza sentirsi un mostro.

Flare bussò per la terza volta, senza ottenere risposta.

<< D'accordo, Hilda. >> disse infine, con voce mesta << Se avessi voglia di parlare con me, sai dove trovarmi. >>

Rimase sospesa per pochi istanti, nella speranza che Hilda cambiasse idea e si decidesse a confidarsi con lei; poi, senza aggiungere altro, si allontanò dal corridoio a passo svelto.

Hilda udì il rumore dei suoi tacchi in lontananza e si morse con forza il labbro inferiore, nel vano tentativo di trattenere le lacrime.

Detestava quella sensazione, odiava il fatto di non riuscire neanche a parlare con sua sorella, a guardarla negli occhi; sarebbe stato molto più semplice, se solo il suo cuore non fosse stato oppresso da quel pesante, opprimente senso di colpa.

Hilda emise un gemito soffocato e si raggomitolò ulteriormente su se stessa, rabbrividendo.

Era incredibile quanto facesse freddo in quella stanza: era forte, pungente ed acuminato come un milione di spilli, e si insinuava con prepotenza fin dentro alle sue ossa, paralizzando ogni singola fibra ed ogni muscolo del suo corpo affaticato.

Una lacrima scivolò candida lungo il suo pallido volto.

Avrebbe dovuto dimenticare, sì... Lo sapeva benissimo.

Il tempo, tuttavia, scorreva con una lentezza disarmante ed Hilda sentiva – ne era sicura – di non essere ancora del tutto pronta a dire addio.

E forse, in cuor suo, non lo sarebbe mai stata davvero.

 

*

 

<< Hilda! Hilda, ti prego... Aspettami! >>

Hilda si bloccò di colpo e si fermò nel bel mezzo del corridoio, voltandosi rigidamente verso sua sorella; quella sera Flare aveva atteso più a lungo del solito il rientro di Hilda nelle proprie stanze, con la speranza di riuscire – finalmente – a placcarla prima ancora che ella potesse andare a dormire.

Se non poteva convincerla con le buone, pensò, non poteva fare altro che ricorrere alle cattive.

<< Hilda, ti prego. >> Flare si avvicinò alla sorella, con un certo affanno << Non puoi continuare a sfuggirmi in questo modo, prima o poi dovrai ricominciare a parlarmi. >>

Hilda non rispose e chinò velocemente il capo, evitando così lo sguardo della principessa. Flare la fissò tristemente, con un nodo alla gola.

<< Oh, Hilda. >> mormorò con voce rotta << Non riesci neanche a guardarmi negli occhi. >>

<< N-non è così. >> farfugliò la regina, voltandosi dal lato opposto << Io... Mi dispiace, Flare, ma non è colpa tua! Non ce l'ho con te, io... E' colpa mia, sono io il problema. >>

<< Tu non sei il problema, Hilda, tu hai un problema! >> le rispose Flare, correndole dietro e piazzandosi di fronte a lei prima che avesse il tempo di fuggire via << Per favore, sorella mia, trova finalmente il coraggio di guardarmi negli occhi e parlami. >>

Hilda provò ad avanzare, ma Flare le impedì di muoversi, così sollevò lentamente il capo e, finalmente, riuscì a guardare direttamente negli occhi azzurri di sua sorella.

Erano così puri e limpidi che, per un attimo, credette persino di potersi lasciare andare.

<< No, non servirebbe a nulla! >> tagliò corto la regina, sottraendosi nuovamente all'insistenza della principessa << Parlare non cancellerà certo il passato. >>

<< Però potrebbe aiutarti a stare meglio! >> insistette Flare, accendendo i toni << Non puoi continuare a tenerti tutto dentro, prima o poi finirà per distruggerti! Se solo tu provassi a parlare con me... >>

<< A che servirebbe? >> ripeté nuovamente Hilda, in tono rabbioso << Che cosa potresti mai fare tu per me? Come puoi anche solo pensare di capire? >>

<< NON LO HAI PERSO SOLO TU, HILDA! >> esplose a quel punto Flare, scoppiando in lacrime << Non sei solo tu ad aver perso il tuo amore, anche io ho perduto Artax per sempre! Ogni giorno provo a ripetermi che no, non è affatto vero, e che prima o poi lo vedrò comparire sulla soglia, con un fiore fra le mani... Ma non è così, Hilda, non tornerà più. E non serve a nulla far finta di niente, non serve nascondere il dolore e soffocare il pianto! Non posso continuare a tacere le emozioni e a volte vorrei solamente poter parlare con mia sorella, cercare in lei un po' di conforto perché, in fin dei conti, lei sa benissimo come mi sento. >>

Hilda non disse niente e rimase lì, immobile di fronte alla povera Flare che, oramai, non riusciva più a trattenere le lacrime.

<< Vorrei solo che tu la smettessi di essere così egoista, Hilda. >>gemette la più giovane << Che ti accorgessi che in questo castello tu non sei l'unica che sta soffrendo. >>

<< E tu credi forse che non lo sappia?! >> tuonò allora Hilda, esplodendo tutto d'un colpo, dopo aver troppo a lungo taciuto << credi che non mi sia mai accorta di quanto soffri, di quante lacrime hai versato negli ultimi giorni? So quanto amavi Artax e quanto la sua morte ti abbia distrutta... So che non riesci neanche a dormire la notte! Lo so, perché anch'io mi sento così... E vuoi sapere un'altra cosa? Anche io ho perso Artax. >>

Flare la fissò incredula, quasi sconvolta.

Hilda sospirò profondamente e cercò di riprendere fiato, di placare il suo animo.

<< Ho perso un coraggioso cavaliere ed un fedele servitore. >> proseguì la regina, con voce spezzata << Li ho persi tutti i miei cavalieri, sono caduti uno dopo l'altro per proteggere me ed il mio regno. Ed il più valoroso di tutti, il mio Orion, si è spento per ultimo votando a me stessa tutta la sua anima. Come credi che mi senta, Flare? Come pensi che mi faccia sentire la consapevolezza di essere stata proprio io la causa della loro morte? >>

Flare le si avvicinò lentamente, portandosi una mano all'altezza del cuore.

<< Hilda, ma che cosa... >>

<< E' solo colpa mia se Orion e gli altri cavalieri sono morti. >> ripeté Hilda, in tono lacrimoso<< Io li ho condotti a morte certa, io l'unica responsabile di questa tragedia! I miei poveri cavalieri... Loro non chiedevano altro che servire la loro regina e proteggere il proprio regno, non desiderano altro che il nostro bene! Non fu vana gloria a guidarli, ma il desiderio di compiacermi e di difendermi, ed io... Io li ho traditi! >>

<< Hilda! >>

Hilda si lasciò cadere a terra e ricominciò a piangere a dirotto, mentre Flare si accasciava al suo fianco e la stringeva fra le braccia per confortarla.

<< Hilda, ti prego... >>

<< Li ho uccisi io, Flare! Sono stata io! >> gridò Hilda, contorcendosi fra le braccia della sorella << Io li ho costretti a combattere contro i cavalieri di Athena, io li ho costretti a sacrificarsi! Se non fosse stato per me, adesso sarebbero ancora vivi. >>

<< Hilda, non è così. >> le rispose Flare, tentando di rassicurarla << Non è stata colpa tua, tu non eri in te! Era l'Anello del Nibelungo a comandare, lui ti aveva fatto il lavaggio del cervello e di non era in grado di controllare il suo volere. E' sua la responsabilità di quanto è accaduto, non tua. >>

<< Flare, l'anello si è servito di me. >> insistette Hilda, con voce fioca e tremante << E sono stata io a dare ordine ai miei cavalieri, io ho detto loro di... >>

<< Hilda, non è stata colpa tua! Smettila, ti supplico! >>

Flare strinse maggiormente la regina al proprio petto, mentre quella continuava a piangere senza sosta.

<< Non potevi controllare le voci nella tua testa, Hilda, e non sei responsabile di quanto è accaduto. >> pronunciò la principessa, carezzando i capelli della sorella con fare materno < E anche loro lo sapevano, sapevano che non era colpa tua e sono certa che nessuno di loro ha mai pensato che fossi tu la responsabile della loro morte. Soprattutto Orion. >>

Nel sentir pronunciare quel nome, Hilda sollevò nuovamente il capo e tornò a guardare negli occhi di Flare, in quel momento chiari e cristallini come il ghiaccio.

Le lacrime le pizzicarono gli occhi e la gola.

<< Mi manca così tanto. >> sussurrò.

Flare tirò su col naso e si asciugò frettolosamente le lacrime, per poi rivolgere lei un rapido sorrisetto contrito.

<< Sì, lo so. >> le rispose << Manca molto anche a me. >>

Hilda non rispose e continuò a piangere a dirotto, sprofondando con il volto fra i morbidi capelli biondi di Flare. La principessa chiuse gli occhi ed avvolse entrambe le braccia attorno al corpo della sorella, cingendola come una calda e soffice coperta.

Rimasero così a lungo, abbracciate l'una all'altra senza dire una sola parola.

Non vi era rimasto poi molto da dire, dopo tutto: Le lacrime di Hilda, testimoni di tutto il suo dolore, parlavano molto più di quanto la sua stessa voce fosse realmente in grado di fare.


 


 


N.d.A: Dopo aver scritto questa storia ho aspettato un po' prima di pubblicarla, ma adesso penso che sia venuto il momento di renderla pubblica. Non c'è un motivo particolare, semplicemente me la sentivo. xD
Ringrazio tutti per la lettura e vi ricordo i link alla mia pagina facebook e al mio blog! Buona serata a tutti! <3

 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 

  
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