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Autore: musa07    18/07/2016    3 recensioni
"Nonostante fosse il Grande Re del Nord (o come dicevano malignamente gli altri paesi scandinavi - in particolar modo uno lo diceva più che malignamente - si autoproclamasse tale), e quindi fosse abituato al freddo, nonché suo elemento naturale, quella particolare mattina, Mathias fu risvegliato dal suo appagante e felice sonno da un’inspiegabile sensazione di gelo attanagliante che lo stava perforando fin dentro le viscere.
E tale produzione di zero assoluto proveniva niente meno che da uno sguardo color ametista posto esattamente di fronte a lui. Ad un soffio ..."
Ok, ritorno sul fandom dopo secoli con una mini oneshotina sulla DenNor, e su un ipotetico risveglio dopo la loro prima volta. Ovviamente, provenendo dalla mia mente, alto contenuto di nonsense e demenzialità, ma anche tanto fluff, perché shi
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Danimarca, Norvegia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cioè, ma è davvero così tanto tempo
che non scrivo e posto qualcosa?
Mandechecco!
E, oltretutto, dopo tutto questo tempo,
penso bene di scrivere qualcosa senza capo né coda?
Andiamo proprio bene lol
Anche se era da tanto che volevo scrivere
di ‘sti due pucci al loro risveglio
la mattina dopo la loro “prima volta”
Messo rg giallo giusto perché ci son riferimenti all’atto,
ma nulla di scabroso o R72^^
L’ho ambientata ai tempi nostri, perché sì.
Enjoy
 
 

 
 
Il Futuro inizia oggi, non domani
 
 
 
Nonostante fosse il Grande Re del Nord (o come dicevano malignamente gli altri paesi scandinavi - in particolar modo uno lo diceva più che malignamente - si autoproclamasse tale), e quindi fosse abituato al freddo, nonché suo elemento naturale, quella particolare mattina, Mathias fu risvegliato dal suo appagante e felice sonno da un’inspiegabile sensazione di gelo attanagliante che lo stava perforando fin dentro le viscere. 
E tale produzione di zero assoluto proveniva niente meno che da uno sguardo color ametista posto esattamente di fronte a lui. Ad un soffio.
 
E, no: Lukas non vedeva proprio per niente quanto Mathias fosse adorabile, nonché desiderabile, in quell’istante, con tutti i capelli biondi che gli ricadevano scompostamente sul viso in ciocche disordinate, mentre un raggio di sole che penetrava dalla finestra lo colpiva in pieno volto, andando a dorare ulteriormente quell’incarnato semplicemente perfetto mentre dormiva beatamente pancia sotto, un braccio sotto il cuscino e l’altro mollemente abbandonato, con il palmo della mano rivolto verso l’alto, come stesse ricercando e attendendo che la sua vi si posasse sopra.
Men che meno voleva notare i graffi sulla schiena dell’altro. Perché quei graffi, giusto per la cronaca, era stato proprio lui ad infliggergli nel momento in cui si era ancorato a quella schiena forte, ammirando i contorni della rotondità delle spalle, nell’attimo dell’apice massimo di piacere.

No, niente di tutto questo, perché l'unica cosa che sentiva Lukas in quel momento erano le fitte al fondoschiena ogni qualvolta tentasse di mettersi in posizione seduta.
Secondo la sua testa – alias se la stava bellamente raccontando - quell'infingardo di danese l'aveva circuito, tanto che alla fine, dopo mooolto tempo e per sfinimento, la sera prima aveva borbottato un "ok, facciamolo", mentre tentava di nascondere sotto la frangia dei capelli biondissimi un rossore delle guance da far invidia ai capelli di Scotland. A Mathias era caduto il controller della ps4 dalle mani, mentre lo fissava incredulo.
E comunque non avrebbe mai ammesso, nemmeno sotto tortura, che anche lui lo desiderava e che si era commosso ed emozionato a vedere, sentire, come Mathias per tutto, tutto!, il tempo era stato di una dolcezza - ok quello lo era sempre, anche troppo! Da coma diabetico, secondo i suoi standard - e di una pacatezza - ecco, questo non corrispondeva propriamente ai canoni del carattere del danese – uniche, preoccupandosi di lui in ogni istante, tanto da farlo sbuffare più di una volta, costringendolo a intimargli più e più volte un sibilante "va avanti, non mi stai facendo male". E quale sospiro era uscito dalle loro labbra, all'unisono, quando ...
Oh Dio, no! Non poteva, non doveva, assolutamente pensarci! Semplicemente perché sarebbe morto dalla vergogna al ricordo, a memoria di ogni suo gemito, implorazione, supplica che aveva rivolto all’altro. A come il suo corpo, i suoi gesti, i suoi movimenti, si erano mossi da soli e in perfetta sincronia con quelli del suo compagno.
Arrossì ancora di più al ricordo della serietà nello sguardo dell’altro.
Sospirò, Lukas, sconfitto. Ok, era tutto normale, visto che lo amav … No, ok …
- Sì, invece … - sospirò nuovamente, abbassando il volto per nascondere quel timido, nonché raro, sorriso, che se solo Mathias fosse stato sveglio, gli sarebbe costato ripetuti e continui assalti da parte del suo molesto e rumoroso compagno a quella visione.
Lentamente, la punta delle dita iniziò a scorrere sulla pelle liscia dell’altro, partendo dal fianco per risalire lungo la schiena, sentendo come dei piccoli brividi accompagnassero quel passaggio, anche se la pelle di Den era bollente, come lo era stata solo qualche ora prima.
Era così intento a ridisegnare il profilo delle spalle dell’altro, che non si accorse che questi si era svegliato.
 
- Norge … - bisbigliò dolcemente Mathias.
E a sentire quel tono di voce usato, a ricordarsi di quante volte gliel’aveva sentito usare quella notte a sincerarsi che andasse sempre tutto bene, a Lukas non poterono non riaffacciarsi alla memoria ulteriori ricordi.
Arrossì, mentre cercava di stringersi al lenzuolo, girandosi e dandogli la schiena, borbottando qualcosa di non meglio definito.
- Hai freddo? – gli chiese premuroso il danese, mentre gli sistemava il lenzuolo, non intuendo, invece, che era stato l’imbarazzo a farlo reagir così, scivolandogli addosso per abbracciarlo da dietro e fargli così dono del calore del suo corpo.
- Nor … - mormorò nuovamente, facendogli voltare delicatamente il viso verso il suo.
Incrociare nuovamente quegli occhi di quell’azzurro pazzesco che tanto gli ricordavano l’acqua dei suoi fiordi al disgelo, gli fece avvampare ancora di più le guance, perché proprio non gli potevano non riportare alla mente di quante volte li avesse incrociati in quella notte, di quante volte li avesse cercati per aggrapparvisi nel momento in cui credeva si sarebbe perso nel vortice di sensazioni indescrivibili che Mathias gli stava facendo provare.
- … ‘ale … - brontolò, con un filo di voce, tanto che l’altro non riuscì a capire.
- Eh? – Mathias si sollevò sull’avambraccio, avvicinando il volto al suo.
- Fa male! Ho detto che mi fa male! – gli urlò di rimando, direttamente in orecchio e facendogli perdere l’udito all’incirca da lì all’eternità.
- Norge, ti avevo detto, pregato in mille modi e maniere di fermarmi nel caso in cui avessi sentito anche il minimo fastidio mentre lo …  – proferì in agitazione, non finendo tuttavia la frase perché era arrossito a sua volta, e lui non aveva non potuto trovarlo adorabile. Sennonché rovinare quel moto di dolcezza che gli aveva suscitato, nella frase immediatamente successiva.  
– Cazzarola, non pensavo di averti sfondat~ -
Pessima mossa Mathias! La temperatura nella stanza si era abbassata di un ulteriore grado sotto lo sguardo raggelante di Norge, cosa che fece indietreggiare per un istante l’ex vichingo.
- Hummm – riprese a parlare quest’ultimo, massaggiandosi la nuca -  e dire che Sverige mi aveva assicurato … - ma non riuscì a finir la frase.
- Hai. Parlato. Con. Sverige. Di questo? – quasi urlò, Lukas, mettendosi a sedere di colpo, voltandosi, incredulo e in panico. No, quel cretino non poteva davvero aver fatto una cosa del genere.
“Dimmi che ho capito male, ti scongiuro” pregò dentro di sé, invocando Odino, Thor, ogni divinità conosciuta dal mondo occidentale ed oltre.
- Ma Norge, non volevo arrivare impreparato a questo momento … - tentò di giustificarsi Mathias, interdetto, non capendo la sua agitazione.
E se la situazione non fosse stata tragica per lui, ci sarebbe stato tutto da ridere. Anche solo ad immaginarsi una conversazione di quel genere tra Den e Sverige. Un monosillabico come Sve, come si era spiegato? Con i disegnini? A gesti? Sant’Odino! Raccapricciante!
- Voglio morire in questo istante … - sussurrò con un filo di voce, nascondendosi il volto tra le mani.
- Ma dai Norge, non essere così tragico. Se vuoi, ti metto la crem~  ahehm … cos’è quello sguardo?-
Ok, lo zero assoluto era stato raggiunto.
 
E Den capì che non ci sarebbe stata una seconda volta.
O almeno, non a breve.
 
 
FINE ^^ (forse …)
 

Sì, lo so, ho una long su codesti ragazzuoli impiantata da … hum … mesi?! ARGHHH! Gomen, gomen, gomen … Ma quando fa caldo (fortunatamente non eccessivamente. Devo dire che il mio potere di Elsa, e in quanto role di Den, funziona egregiamente) mi vien spontaneo partorire DeNor. Shhh, non vi chiedete il nesso logico …
 
Ja ne
 
 
 

 
   
 
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