Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: RedLolly    19/07/2016    4 recensioni
La freddezza di Ciel, la fame di Sebastian. Punti di vista sulla vita e sulla morte, sul piacere e sul dolore, sulla soddisfazione e sul desiderio, sulla purezza e sul peccato, sulla giovinezza e la consunzione. Una raccolta di racconti brevi incentrati sul criptico rapporto tra padrone e maggiordomo.
IV - Affamato e amorevole: Fame.
La fame mi divora, e non posso farci niente. Vi ricordate come ci si sente quando si è affamati, o ve lo siete già dimenticato?

“Ti ho detto che non ho fame. In che lingua te lo devo dire?”
E’ proprio bella quella vostra boccuccia arrogante mentre sbocconcella quella roba… Mi viene voglia di morderla, di serrare il vostro labbro inferiore tra i denti e strapparlo via.
Fame.
Oh Ciel, siete troppo egoista ed ingenuo per capire…
Genere: Dark, Erotico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ciel Phantomhive, Sebastian Michaelis
Note: Lime, Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Salve a tutti.

Erano davvero tanti anni che non scrivevo più su questo anime/manga. Improvvisamente, in questo periodo decisamente buio per me (sono stata colpita da un grave lutto che non è il caso di specificare)per tirarmi su di morale ho deciso di riguardarmi qualche “vecchia gloria”, anime che mi erano piaciuti tantissimo e che era da tempo che non consideravo più, ed ecco che tra tutti è spiccato Kuroshitsuji. Non chiedetemi il perché, mi è tornata la voglia di scriverci qualcosa sopra, come distrazione in queste brutte giornate, e la scrittura è davvero una panacea.

Ho deciso quindi di intraprendere quella che è a tutti gli effetti una raccolta di racconti indipendenti l’uno dall’altro, incentrati sul rapporto tra Ciel e Sebastian, rapporto che per me ha un fascino non indifferente, il tutto legato dal filo conduttore delle poesie prese dalla raccolta Les Fleurs du Mal di Charles Baudelaire, il mio scrittore preferito (https://it.wikipedia.org/wiki/Charles_Baudelaire). Nello specifico la traduzione che ho utilizzato è quella di Claudio Rendina con testo a fronte edita da Newton Classici.

A mio avviso le liriche ottocentesche del poeta maledetto, per il loro linguaggio aulico e per i temi che trattano (decadenza, misticismo, morte, sofferenza, piacere fisico, ecc…) si adattano bene ad un contesto come quello dell’opera di Yana Toboso, e offrono punti di vista e riflessioni a mio avviso congeniali.

Fatemi sapere cosa ne pensate, le recensioni ovviamente mi sono sempre molto gradite, nonostante sia un piccolo lavoro che sto intraprendendo principalmente per me stessa.

Un abbraccio!

Lolly

PS: Ovviamente i personaggi di Kuroshitsuji non mi appartengono, ma sono di proprietà di Yana Toboso.







I Fiori del Male

I – Il profumo e le tenenbre



XXXVIII Un fantasma

II. Il profumo

Lettore di’, hai respirato mai

con ebbrezza ed ingordigia lenta

l’incenso che riempie una chiesa a nembi

o il muschio invecchiato di un sacchetto?

Che incanto magico e profondo! Come ci inebria

il passato restaurato nel presente!

Così l’amante su un adorato corpo

coglie il fiore squisito del ricordo.

Che selvaggio e fulvo odore

saliva dai capelli elastici e pesanti,

sacchetto vivo, incensiere dell’alcova!

E che profumo di pelliccia

sprigionava la veste di mussola o velluto,

impregnata di pura giovinezza!



La candela sul comodino è ormai spenta da ore. La cera, colata giù per lo stelo del candelabro, è diventata un solido fiume biancastro, fermo ed immutabile. I raggi del sole che filtrano timidi tra i drappeggi dei pesanti tendaggi damascati permettono agli occhi ancora semichiusi ed assonnati del padrone di casa di vedere piuttosto chiaramente le piccole gocce tondeggianti e traslucide che sporcano il comodino verso cui è rivolto, un comodino in stile veneziano che aveva acquistato tempo prima ed era stato portato alla magione direttamente dall’Italia.


E’ pericoloso tenere le candele accese mentre si dorme.


Sotto le lenzuola il giovane conte sposta appena un braccio - braccio che mai ha conosciuto fatica - in un impellente impeto di fastidio nel vedere quella sostanza imbrattare le sue proprietà, eppure poco dopo desiste, lasciando ricadere mollemente la mano pallida e dalle dita curate sul materasso. Sposta la gamba destra, muove appena la sinistra, cerca una posizione più comoda nel suo grande e morbido talamo. Il lobo di un orecchio gli duole in modo fastidioso, probabilmente si è piegato mentre dormiva con la testa appoggiata di lato sul cuscino. Le sue labbra sottili sono secche a causa dei lunghi respiri durante il sonno notturno popolato da sogni così vividi da sembrare reali e che al momento si rifiuta di ripercorrere. Nel contempo una stilla di bava ha lasciato una ben percepibile linea umida all’angolo sinistro della bocca e sul mento.

Ovviamente Ciel Phantomhive non avverte alcun bisogno di alzarsi dal letto prima dell’arrivo del suo maggiordomo con la colazione, nonostante sia sveglio. Non sa che ore siano, e da una parte poco gli importa, anche se la situazione in sé gli provoca un profondo senso di irritazione: dovrà stare dentro il proprio letto aspettando l’arrivo puntuale del maggiordomo con un carrellino stracolmo di prelibatezze che assaggerà appena e che irrimediabilmente finiranno nei rifiuti... E Sebastian sarà lì, con quel suo sorriso strafottente stampato sul volto, all’apparenza uguale a quello che rivolge ogni mattina, quando Ciel sa già che ci sarà qualcosa di diverso, ne è sicuro.


Lui ne sentirà l’odore. Magari lo ha già fiutato dal piano di sotto, non mi stupirei, ne è sicuramente capace. E farà finta di nulla, per poi lanciarmi una stoccata. Lo so come agisce, si prenderà gioco di me... E me lo farà capire.


Ciel Phantomhive odia sentirsi debole davanti a lui. Non che a livello pratico questo possa influire direttamente sull’esito della partita del gioco che hanno intrapreso insieme, ma da giocatore esperto qual è Ciel sa che ciò che gli è capitato non farà altro che suscitare una feroce ilarità nei suoi confronti da parte del suo sottoposto.

Non ha idea in realtà del perché sia successa una cosa del genere, tanto imbarazzante, senza senso. Ha avuto paura la sera prima, e forse è partito tutto da lì, da quel maledetto candelabro che ha preferito tenere acceso.


Proprio come un bambino, un moccioso piagnucoloso, quando gli incubi ormai dovrebbero essere dei fedeli fratelli per me. Sangue vischioso, denti che stridono, odore dolciastro della carne che sfrigola e brucia le narici, ossa che si frantumano schioccando. Le ossa quando si spezzano fanno un suono così caratteristico… Sono trascorsi anni, eppure i ricordi mi strozzano ancora la gola e mi provocano il vomito.


I minuti passano, la camera è avvolta in un silenzio ovattato. Ciel non osa muovere più un muscolo e poco importa della camicia da notte che avverte arrotolata fin sopra l’ombelico: è un blando tentativo di non propagare troppo le molecole odorose del misfatto notturno. Prova ad ascoltare i rumori oltre la parete, concentrandosi nel contempo per controllare il proprio diaframma che si alza e si abbassa al ritmo di una respirazione fin troppo accelerata. Non un suono, ma il conte decide di chiudere gli occhi e di fingersi addormentato. Le sue palpebre rimangono serrate anche quando avverte la porta della camera da letto cigolare nell’aprirsi e le ruote di un carrellino far scricchiolare il parquet di legno intarsiato. Pochi interminabili secondi e una lama di luce ferisce il suo viso, dandogli modo di improvvisare un risveglio con una capacità recitativa degna di un étoile del Theatre Royal Drury Lane che avrebbe probabilmente persuaso chiunque, all’infuori di una creatura come Sebastian Michaelis. La sua performance è perfetta: finge di essere infastidito, si copre gli occhi collosi prima di stropicciarseli con vigore, stiracchia le gambe snelle accompagnando il tutto con dei convincenti mugolii stizziti, e rimane infine sdraiato tra le lenzuola in sangallo senza accennare minimamente a sedersi, con le braccia conserte e le labbra increspate, nel tentativo di mettere in scena un semplice capriccio dettato dal malumore volubile di un ragazzino arrogante e viziato.

Gli basta una sola occhiata rivolta al maggiordomo per notare immediatamente il suo sorriso subdolo lievemente più largo del solito, prova inconfutabile della vanità dei suoi sforzi.


Lo sa già. Ha sentito il mio odore da chissà quanto. Non che io abbia davvero sperato di ingannare l’olfatto del diavolo…


Ben svegliato, signorino. Avete passato una buona nottata?”

Sebastian ha una voce calda, avvolgente, melliflua. A Ciel ricorda quelle strane piante carnivore che si possono osservare al padiglione coloniale del Kay Garden, quelle che sembrano dei grossi flauti e che sono ricoperte da una sostanza oleosa e dolce che attira e nello stesso tempo invischia mortalmente i malcapitati moscerini. Del resto anche il demone è un predatore, e la sua voce è un esca per le sue prede.

Non ho dormito per niente bene. – ribatte Ciel seccamente – La luce non è servita a tranquillizzarmi e ho fatto fatica a prendere sonno.”

Almeno posso essere lieto di constatare che nonostante abbiate insistito per questo candelabro accesso il palazzo non sia andato a fuoco. Sarebbe stata una circostanza parecchio problematica.”

Tanto mi avresti salvato comunque.”

Senza alcun dubbio. Ma poi avrei dovuto nuovamente rimediare in poco tempo ai danni di un incendio… Suvvia, alla fine l’importante è che il vostro piccolo capriccio non abbia avuto conseguenze. Ora potreste gentilmente sedervi così vi servo la colazione? Non è il caso di far raffreddare questi pancakes allo sciroppo d’acero, o vi causeranno una gastrite come quella di qualche mese fa… Vi toccherà di nuovo mangiare per una settimana solo petto di quaglia bollito e purée di patate, non devo certo ricordarvi io che siete molto delicato di stomaco…”

Non ho fame questa mattina, mangerò più tardi. Adesso va’, e porta via tutta questa roba.”


Patetico.


E perché mai dovrei andarmene? – il sorriso di Sebastian diventa ancora più ampio – Devo ancora vestirla… Avete per caso qualcosa da nascondere?”

Si sta divertendo, è ovvio! Vuole vedere la stizza sul viso del suo padrone, vuole bearsi delle sue guance eburnee chiazzate di rosso! Il demone ama sbilanciare in quel modo l’ago della bilancia del loro delicato equilibrio, ma Ciel non ha intenzione di arrendersi così facilmente. E’ il suo turno di controbattere.

Ho solo bisogno ancora di riposare.” Si difende con voce noncurante.

Questo non è possibile. Alle nove arriva il precettore per la lezione di francese, alle undici e mezza dovete pranzare con lord Stroller della Stroller Ceylon Tea Company, il quale è tornato due giorni fa dalle piantagioni di Kandy e non sarebbe cortese farlo aspettare dopo questo lungo viaggio…”

Dimmi, Sebastian… - Ciel scandisce con lentezza le sue parole velenose - Sei diventato improvvisamente sordo oppure stupido? Non ho detto di voler rimandare i miei impegni, ho solo bisogno di alzarmi leggermente più tardi del solito. La tua sgradevole insistenza mi sta irritando, sparisci dalla...”

A meno che… - la voce tremendamente leziosa del demone lo interrompe bruscamente.


Come fa a muoversi sempre così velocemente?


Il suo viso è chinato in avanti tanto che i loro nasi arrivano a sfiorarsi e Ciel può avvertire l’aroma innaturale della sua pelle far vacillare i suoi sensi.

A meno che questa non sia stata davvero una notte tumultuosa, e che il pervertito signorino qui davanti a me non abbia concepito qualche pensiero impuro riversando i propri vergognosi cianfrugli su queste belle lenzuola e sul proprio ventre… Ho indovinato di cosa si tratta?”

Lo schiaffo è rapido e sonoro. Dopo essersi seduto di scatto, la mano vellutata e curata del giovane lord lo colpisce fulminea e senza preavviso, pur essendo perfettamente conscio che il demone non può provare dolore per la violenza misera di quel palmo e quelle lunghe dita cesellate. Se solo avesse voluto lo avrebbe evitato senza sforzi, avrebbe potuto afferrare al volo e stritolare quella nobile manina insolente, eppure lui rimane immobile, senza mutare minimamente l’espressione divertita.

La rivoltante e falsa ironia di Sebastian a volte lo disgusta. Questa volta il demone ce l’ha fatta, le sue gote sono bollenti e rubizze, le sue braccia scarne si trattengono a stento dal fremere di rabbia schiumante.

Non prenderti gioco di me! Sono io il tuo padrone, sono il conte di Phantomhive! Tu mi devi obbedire, sei un servo per me! Il contratto è chiaro! Non osare! Non osare!”

Ciel, si accorge della propria voce così dannatamente stridula, mentre il servitore non si scompone e continua a sorridere, con quell’espressione falsamente innocente che il ragazzo vorrebbe strappare via ad unghiate dalla sua faccia.


Può fiutare l’odore della mia polluzione, figurarsi della mia paura…


Povero, povero me… Oggi vi siete svegliato con la luna storta, vero? Non è successo nulla di terribile, suvvia, non agitatevi in questo modo…”

Tu… Tu…”

Il conte non riesce nemmeno a terminare la frase patetica che sta balbettando che una mano guantata si posa sul suo palmo ancora aperto. E’ gelida come il ghiaccio di dicembre sotto il pregiato tessuto. Gli occhi cremisi del diavolo percorrono le righe rossastre che il cuscino ha lasciato sulla pelle delicata delle sue gote durante il sonno.

Ma guardatevi, siete sconvolto! Lo trovate qualcosa di cui vergognarvi? Eppure scommetto che non ve ne siete neanche accorto. Posso quasi immaginarlo: è successo nel dormiveglia, la candele del candelabro erano quasi del tutto consumate… Vi rigiravate nel letto lacerato dal tormento, e poi avete ceduto, spossato… Siete rimasto immobile, con gli occhi chiusi. Ad un certo punto vi siete irrigidito e avete ansimato sottovoce... ”


Mi ha visto… Lui era lì, veglia sempre su di me…


Le dita dell’altra mano sono posate sulla sua guancia. Si muovono con lentezza calcolata fino alla labbra appena schiuse. Accarezza lentamente il labbro inferiore ancora un poco screpolato, provocandogli un lieve fastidio, mentre soffia nel suo orecchio parole languide, ipnotiche e spaventose.

Il profumo dei vostri fluidi è innegabile. Lo sento sul vostro bassoventre, sulle lenzuola e sul materasso ove è colato, un poco sulla vostra mano destra, ma credo che sia solo perché avete tentato di pulirvi: siete così maldestro!”

Sebastian inspira profondamente, interrompendosi, assaporando quel profumo che Ciel non può sentire, ma che per lui deve essere inebriante.

No, non credo che vi siate dato piacere volontariamente… Qualche sensuale fantasia si è impossessata di voi e non siete riuscito a contrastarla, indebolito com’eravate dal sonno. Vi siete lasciato tentare dall’immagine di qualche pezzo di carne nudo e umido, traboccante d’estasi oppure supplicante di dolore. Non mi stupirei se la sofferenza altrui fosse per voi fonte di appagamento carnale, dopo quello che vi è stato fatto e i traumi che avete subito. Chissà su chi poteva essere… Sulla vostra promessa sposa? Essendo però il vostro fidanzamento con lady Elisabeth una questione di accordi tra famiglie nobili e non un sentimento di affetto sincero, non so se abbia potuto stuzzicarvi, molto probabilmente no… Magari non era una donna, ma un uomo… O forse non era su nessuno in particolare, non avete cercato il piacere, ed è stato lui a venire da voi… La cosa ha ben poca rilevanza. Comunque lasciate che vi dica una cosa… Non c’è niente di più naturale ed umano di quello che vi è capitato. State diventando un adulto ormai, avete iniziato a lasciarvi la fanciullezza alle spalle. Con me non dovete vergognarvi e nascondere la dissolutezza, io non faccio parte di questa bizzarra società che condanna i peccatori morali tacciando la naturale ricerca del piacere fisico come atto osceno, e che nel frattempo permette a migliaia di bambini di morire di stenti nelle fabbriche e nelle miniere di carbone… Non temete, signorino… Io sarò sempre al vostro fianco per soddisfare le vostre richieste, rimango sempre sinceramente affascinato dai vostri comportamenti e il mio interesse per voi non calerà mai, anzi. La mia fame è un supplizio che un essere umano non riuscirebbe nemmeno a concepire, e se solo poteste avvertire quanto mi sta dilaniando non avreste dubbi sulle mie intenzioni. Il contratto è sempre valido, e il momento della sua conclusione è sempre più vicino ogni giorno che passa. Io fremo alla sola idea di nutrirmi con la vostra anima pura e nello stesso tempo così depravata. Non dimenticatelo mai.”

Mentre parla Sebastian non interrompe le sue carezze letali e velenose. Il suo padrone non accenna a nessun movimento finché il suo discorso non termina. Un'altra persona sarebbe rimasta ammaliata dalle suadenti parole del demone, ma non il conte di Phantonhive. Egli distoglie lo sguardo, puntando le iridi, quella marchiata dal contratto demoniaco e quella sana, di un blu intenso, prima verso il basso e poi pigramente verso destra. Non risponde, le sue labbra rimangono schiuse ma mute, premute appena dalle dita del maggiordomo. La mano che fino a quel momento è rimasta libera si accosta al petto di quest’ultimo per spingerlo leggermente, e Sebastian non oppone nessuna resistenza. Il demone indietreggia di qualche passo osservandolo, mentre Ciel si sente finalmente privo di qualsiasi barriera di compostezza morigerata. Ormai sarebbe oltremodo ridicolo continuare quella farsa, nascondersi dietro al senso del pudore imposto dalla rigida società in cui muove le sue pedine. Lì, in quel momento, davanti al suo più fedele alleato e nello stesso tempo crudele carnefice, non ha senso nascondersi.

Solleva lentamente le lenzuola, i suoi piedi scorrono sul materasso fino a ciondolare sul bordo, infine si alza. Si sbottona la camicia da notte facendo passare i bottoni fuori dalle asole e lascia scivolare l’indumento a terra. Il conte ha un corpo gracile, di un pallore nobile ed uniforme. Si intravedono le linee del costato sotto la pelle sottile e delicata, le creste iliache che sporgono dai suoi fianchi, le rotule spigolose. Degli umori colati sul suo scarno bassoventre e sull’inguine in pieno sviluppo adolescenziale non c’è quasi più traccia alla vista, se non una lieve patina appiccicosa. Per il fine naso del suo servitore tuttavia, il suo odore deve essere ancora più forte, quasi di un’irresistibile densità propria. Non si muove, ma il conte lo conosce abbastanza bene da comprenderne la brama.

Il suo viso si acciglia in un’espressione d’intensa fierezza, perché no, Ciel Phantomhive non ha davvero più intenzione di piegarsi e di nascondersi sotto l’ala della falsa virtù, non è da lui, anche se è perfettamente coscio di cosa significhi lo sguardo con cui il demone lo sta scrutando, divorandolo con quegli occhi profondi e maliziosi, che paiono cambiare colore. Eppure non alzerebbe mai un dito contro di lui, Sebastian è troppo controllato, troppo paziente e leale. Non rovinerebbe mai quella lunga attesa prima dello scadere del termine del contratto.


Ti pregusti il banchetto, diavolo? Sfortunatamente dovrai aspettare.


Preparami un bagno.- ordina freddamente – Poi farò una colazione leggera prima dell’arrivo del precettore. Mangerò qualcosa di più sostanzioso con lord Stroller come è previsto per oggi.”

Saggia decisione, signorino.”

Non ho chiesto il tuo parere. Forza, scalda dell’acqua, e porta in lavanderia le lenzuola, lavale personalmente se Meirin non è in grado di fare un buon lavoro: l’odore che senti su di me deve sparire. Non voglio correre il rischio che tu sia distratto.”


I. Le tenebre

Nelle cave d’insondabile tristezza

dove il Destino già m’ha relegato,

dove mai entra raggio roseo e gaio,

dove solo con quell’ospite rude che è la Notte

sono come un pittore condannato

da un beffardo Dio a dipingere sulle tenebre,

dove, cuoco di funebri appetiti,

faccio bollire e mangio questo cuore,

a tratti brilla, s’allunga e si distende

uno spettro fatto di grazia e splendore.

Ma quando assume la sua massima estensione,

con quell’orientale e sognante andatura,

allora si che riconosco chi mi viene incontro:

è Lei, la mia bella, nera ma sempre luminosa!



Sebastian Michaelis strofina la pelle del suo padrone.

Afferra un braccio, lo alza, non sente resistenza da parte di quel corpo. E’ una bambola inerte che si gode le attenzioni del proprio fidato burattinaio. Friziona con la spugna pregiata l’ascella e il torso, sfrega finché quella pelle di ceramica non si arrossa appena. Il signorino ha la pelle delicata, c’è una malcelata smorfia di insofferenza sul suo volto capriccioso.

Le sue vertebre spigolose sono piccole colline, le costole sporgenti sono segnate dal marchio del Peccato, così allettanti. Il tempo in cui potrà strappare via l’anima da quel giovane e fragile virgulto è sempre più vicino.

Un anima nera così spietata e incontaminata imprigionata in un corpo tanto insignificante, le cui ossa si potrebbero spezzare come fuscelli, che soccomberebbe in poco tempo se fosse colpito da una polmonite o una dissenteria… Una mano sola basterebbe per squarciargli il ventre e i suoi visceri immondi galleggerebbero tingendo di rosso l’acqua della vasca…

Il profumo squisito del peccato notturno di Ciel Phantomhive è talmente inebriante da soffocarlo internamente. La fame lo divora, ma deve aspettare. Il sangue, oltretutto guasterebbe senza dubbio quella fragranza scandalosa. Meglio cancellarlo pian piano, in modo che lasci in lui un ricordo indelebile.

Passa la spugna con vigore tra le sue cosce ossute, sull’inguine, sull’addome. L’effluvio inizia a svanire nell’oblio.

Pazienza. E’ una tortura quella che il suo padrone gli sta infliggendo, un dolce supplizio, e il signorino ne è pienamente consapevole. Si sta vendicando dell’affronto subito poco prima, perché se c’è una cosa che Ciel ha dimenticato è il perdono. Egli si vendica con ferocia di chiunque abbia la malaugurata idea di arrecargli un torto, ed è sorprendente di quanta brutale inventiva e perversione vengano nutrite in quel corpicino esile.

Il diavolo è sicuro che il conte ripeterà il suo crimine, che in qualche notte buia potrà udire nuovamente i gemiti sommessi dalla turbamento sfuggire dalla sue labbra cesellate appena schiuse e sentire nuovamente la sua dolce e infame fragranza.

Sebastian Michaelis strofina la pelle del suo padrone.


  
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