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Autore: Yssis    29/07/2016    3 recensioni
XVIII secolo, Inghilterra. Rivoluzione industriale // Nomi del dub // sul testo di “Violet Hill” Coldplay
I ragazzini rimangono stretti nei loro dubbi, accarezzandosi con timore.
Cade la neve sulle strade, sui tetti delle fabbriche e delle case, i fiocchi danzano lievi nell’aria fumosa e grigia. Cala un velo bianco sulla città, figlia e sposa della rivoluzione industriale.
Genere: Angst, Drammatico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Altri, Hikaru Kageyama, Rushe/Lassie
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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If you love me, won’t you let me know?




{I took my love down to violet hill.
There we sat in the snow,
all that time she was silent still.

So if you love me,
won’t you let me know?
If you love me,
won’t you let me know?}



La nebbia mattutina si è diradata, lasciando nell’aria londinese un’umidità polverosa e pesante: un ragazzo dai folti capelli violetti corre per la strada, le mani strette a pugno nella tasca del cappotto vecchio. Sono mani veloci, le sue, a dieci anni già conoscono bene la tela che ogni giorno tessono in una fabbrica cotoniera: l’impresario per cui lavora è un uomo giovane e ben vestito, quando lo guarda gli fa sempre un po’ paura. Luke pensa che non sappia piangere, i suoi occhi sono troppo aridi. Ma ora può non pensarci più, la giornata di lavoro è finita e il ragazzo sa bene dove andare. Corre veloce verso un quartiere rialzato, fatiscente e maleodorante: ci vivono persone di basso rango sociale, per di più operai, come Luke stesso d’altronde. Ratti grossi come gatti scorrazzano sotto le case, l’acqua che si trova è stagnante, non ha affatto un bell’aspetto e il pane è secco.
Seduta sul ciglio della strada lo sta aspettando la sua amica d’infanzia, da lontano il violetto scorge una criniera di capelli biondi ed unti: un nastro di velluto sporco li tiene difficoltosamente in ordine. Lassie trema sul ciglio della strada; Luke la prende per mano, le sue dita piene di calli e graffi si intrecciano a quelle affusolate e fredde.
La ragazzina sorride, senza dire una parola: i suoi occhi colore dello smeraldo sono torbidi, affossati, il suo colorito è orribile, la pelle secca, disidratata, presenta rughe attorno agli occhi e sulle gote spaventosamente marcate.
Luke stringe a sé quelle membra tremanti, ammalate, cercando di proteggerle dall’aria fredda: il colera si sparge a macchia d’olio, riempiendo di morti le case e di puzza le chiese.
Le prende il viso fra le mani, così dolorante e spaventato da far pena.
“Se ci fosse un modo, ti salverei. Se esistesse anche una sola possibilità di evitarti questo dolore, farei di tutto perché ciò fosse scongiurato. Ma che posso fare, che altro posso fare?
Dimmi che mi capisci, Lassie. Dimmi che capisci questo dolore che mi perfora il cuore, ogni volta che una contrazione ti piega in due. Sto gemendo con te.”

I ragazzini rimangono stretti nei loro dubbi, accarezzandosi con timore.
Cade la neve sulle strade, sui tetti delle fabbriche e delle case, i fiocchi danzano lievi nell’aria fumosa e grigia. Cala un velo bianco sulla città, figlia e sposa della rivoluzione industriale.
Luke pensa a quando ha lasciato la casa in campagna insieme ai suoi genitori, diretto in città: ricorda il nonno, i suoi occhi arcigni e incattiviti, curvo nel campo mentre loro si allontanavano. “E’ un uomo burbero e testardo” diceva suo padre mentre procedevano “Ma non è cattivo…” Non l’ha più visto.
Ma è sicuro che abbia continuato a lavorare la sua terra.
Lassie si siede sul marciapiede, Luke si accuccia a sua volta, circondandole le spalle con un braccio.
“Abbiamo passato tanto tempo insieme, Lassie…
Se avessi qualcosa da dirmi, non dubiteresti, vero? Se tu mi amassi, me lo diresti? “

[496 parole]

A.A.
Buonasera a tutti!
Dopo quache tempo riappaio con una cosa super angst. Quando l’ho finita di leggere dopo averla sistemata ero in dubbio: non sapevo se essere in ansia o depressa.
I miei tesorini iiiiiih. Sono una persona deplorevole D:
Però genteh insiste da tempo perché continui a lavorare e sì, ha ragione. Ha pienamente ragione chi dice che non posso fermarmi, che devo continuare a cercare sfide che mi mettano alla prova, che mi facciano sentire quel brivido di adrenalina fantastica che tutti noi che scriviamo e commentiamo storie conosciamo.
Non posso e non intendo rinunciarci, perciò mi metterò a lavorare seriamente. Qualche shot qua e là spunterà sempre, come questa – oddeo, speriamo in qualcosa di più allegro la prossima volta, aaaaw.
Sarei curiosa di sapere nel frattempo cosa ne pensate, nonostante sia breve, cosa è riuscita a trasmettervi.
A presto, un abbraccio a tutti!

Sissy

  
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