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Autore: Sherlocked98    30/07/2016    0 recensioni
-Eames, sono un obbrobrio.- aveva puntualizzato l'architetto, durante un'importante discussione sui vestiti più appropriati per lavorare a Mombasa.
-tesoro, saranno anche un obbrobrio, ma tu sei troppo posh e continui a girare con quel delizioso abito a tre pezzi che, diciamolo, forse non è il più adatto per stare in una città dove la temperatura minima è di 30 gradi.- rispose Eames, sorridendo divertito all'espressione del collega, il quale sbuffó mentalmente.
Genere: Azione, Dark, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Arthur, Dom Cobb, Eames
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eames & Arthur
Can't help falling in love with you

C'era qualcosa di speciale a Londra a Natale. Arthur amava il Natale: gli faceva tornare alla memoria i bei tempi, quando era solo un bambino spensierato intento a costruire strane macchinine e marchingegni.
Eames, dal canto suo, non aspettava altro che l'arrivo dell'estate, del caldo e del sole che pareva essere in sciopero da settimane ormai. Non aspettava altro che togliersi quel cappotto e rimettere le sue adorate e- a detta di Arthur- orribili camice a mezze maniche. 

-Eames, sono un obbrobrio.- aveva puntualizzato l'architetto, durante un'importante discussione sui vestiti più appropriati per lavorare a Mombasa. 
-tesoro, saranno anche un obbrobrio, ma tu sei troppo posh e continui a girare con quel delizioso abito a tre pezzi che, diciamolo, forse non è il più adatto per stare in una città dove la temperatura minima è di 30 gradi.- rispose Eames, sorridendo divertito all'espressione del collega, il quale sbuffó mentalmente.

La conversazione si era poi spostata su cose veramente importanti: il lavoro che dovevano svolgere per Saito. Di nuovo. 
A volte Eames si chiedeva se era veramente stato un bene che la missione di Inception fosse riuscita perfettamente, dato che Mr.Saito continuava ad ingaggiare la squadra o solo qualcuno dei componenti per lavori simili a quello di Fischer. Quell'uomo andava avanti nel mondo cambiando la mente delle persone, e iniziava seriamente a esserne spaventato, o meglio,come direbbe una sua vecchia insegnante, inquietato. 
Fu solo quando il suo telefono di una marca improbabile sconosciuta al mondo suonó che il Falsario accelerò il passo, sicuro di trovarsi un certo Cobb decisamente irritato dal suo ritardo di due minuti. 
-Dom, dammi due minuti. Giro l'angolo e arr...-
-Eames, sono Arthur.-
-Oh tesoro! Che bella sorpresa!- rise Eames,stuzzicando il povero architetto che, diciamolo,aveva tanta pazienza. 
-Eames, è successo un casino. Non venire alla base, avvisa anche Ariadne.-
Solo in quel momento, nonostante la tipica calma dell'architetto, il falsario notó una leggera vena di agitazione e tensione che, solo dopo anni di esperienza era riuscito a distinguere.
-Arthur? Cazzo succede?-
-una sparatoria, gli uomini di Cobol hanno scoperto dove siamo. Stai lontano da qui!- Disse Arthur a bassa voce, mentre in sottofondo erano chiaramente udibili gli spari.
Tanti spari,troppi. Ed erano solo in due contro quanti uomini? 5? Forse 8?
-Arthur!-
Tuu-tuu-tuu-tuu

Dammit.

L'uomo mandó un messaggio ad Ariadne e, testardo come ogni Falsario che si rispetti, si diresse correndo all'appartamento appena fuori il centro di Londra che Cobb aveva trovato come base per il loro lavoro in città. 
Gli spari erano udibili da fuori e le sirene della polizia iniziavano a diventare sempre più forti. 
Entró, pistola alla mano, andando al piano superiore dal quale sembrava succedere il finimondo: vetri rotti, Passi, spari, grida in russo e poi un accento prettamente americano,con una leggera sfumatura dell'Inghilterra del Sud. Eames l'avrebbe riconosciuta tra milioni quella voce. 
Poi silenzio. 
Il Falsario salì piano le scale, piombando dietro ad un uomo che aspettava per prendere bene la mira verso una scrivania, dove Eames riconobbe essere nascosto Cobb. 
Solo quando questi rotoló dalle scale con un fracasso infernale, ripresero gli spari e le indicazioni che COBOL dava ai suoi uomini rimanenti che Eames notó, con gioia, essere solo tre. 
L'uomo passó dalla porta poco distante,riuscendo a raggiungere un'altra stanza che fungeva da studio. 
I pochi arredi non aiutavano certo nella protezione, ma in qualche modo Arthur era riuscito a nascondersi dietro quella che poteva essere una sporgenza. 
Quando il trentenne vide Eames sobbalzò leggermente dalla sorpresa e, una volta ripreso, gli scoccó un'occhiataccia.
Gli mimó un gentile cazzo ci fai qui? Per poi fargli cenno di passare per la porta sul retro al piano di sotto, e che lui sarebbe intervenuto per aiutare Cobb che stava a pochi metri di distanza. 
Eames annuì ma,dando un'ultima occhiata al suo Point Man, vide una macchia rossa estendersi sul suo fianco sinistro. 
L'altro parve notare lo sguardo del Falsario e gli fece cenno di sbrigarsi, anche quando questi si giró un'altra volta scrutandolo preoccupato. 
Arthur, dal canto suo, era troppo impegnato ad aiutare Cobb che a pensare ad un eventuale dolore. Sapeva che poi, scaricata l'adrenalina e la tensione sarebbe crollato. 

Il contatto visivo con Cobb duró meno di un secondo, ma questi bastó per fargli capire quale era il piano. 
Non che sparare tutti assieme contro il nemico fosse questa grande genialata, ma non riusciva a pensare a qualcosa di tanto meglio che non includesse PASIV, coltello, torcia o rinoceronte. 
Fortuna volle che i tre compagni di squadra non facessero proprio schifo con le armi e avessero una discreta mira, grazie alla quale i tre uomini di Cobol giacevano a terra, morti o feriti. Solo Cobol era riuscito a darsela a gambe abbastanza intelligentemente, mentre la sparatoria era in atto, vedendo che la situazione stava prendendo una brutta piega. 

Nel frattempo, le sirene della polizia facevano capire che le auto erano esattamente sotto l'appartamento e, prima che Scotland Yard circondasse l'edificio, Cobb,Arthur e Eames si infilarono nel SUV nero che -Dio benedica mr.Saito- era stato parcheggiato sul retro, e partì. 
-sei un idiota, Eames.-
-oh pet, non serve ringraziarmi per essere venuto a salvarvi il culo.-
-ti avevo detto di non venire.-
Solo in quel momento Eames si rese conto della dolcezza del gesto di Arthur. Forse, in fondo in fondo, l'architetto aveva un cuore. 
-Arthy, mi conosci da abbastanza tempo per sapere che non ti avrei ascoltato. Ma grazie tesoro.-
-Arthy? Che diavolo di soprannome è? Preferisco il tuo "Pet" a questa schifezza.- sentenzió Arthur, sorridendo al Falsario. 




  
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