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Autore: Haley_V    31/07/2016    2 recensioni
"... dannazione."
"Che linguaggio inappropriato per una damigella!" rise Terence.
"Non sono una damigella. Sono un pirata."
"Certo. Ora penso sia meglio che vada. Non voglio incorrere nell'ira di tuo padre."
"Codardo."
"Prendo atto delle mie colpe." E alzando le mani, si tuffò nelle acque scure e nuotò via.
Genere: Angst, Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
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Prologo




La brezza estiva soffiava leggera tra una folta massa di capelli biondi, facendo volteggiare ogni ciocca come in una danza. La posa statuaria, o almeno un tentativo, e il cipiglio sfacciato che pretendevano di imitare antiche storie, cozzavano con la delicatezza dei tratti di un viso innocente.

"Un giorno di questi giuro che riuscirò a toglierti quella faccia da sfacciata, ragazzina"
"Ti sfido a farlo, Terence"
"Oh, si, lo farò, e il tuo ego spropositato avrà un incontro ravvicinato con il fondo dell'oceano."

Ad ogni primavera, la Jolly Roger rallentava la sua corsa, alla ricerca di un porto sicuro dove attraccare. Una volta scelta la destinazione più vicina, e meglio nascosta, fermava la sua corsa per i successivi tre mesi d'estate. Ed era lì che aveva l'opportunità di uscire, oltre che sul ponte della nave, nell'ambiente circostante, per esplorare posti nuovi. Una versione più sicura e meno avvincente delle scorribande annuali della ciurma, di sicuro, ma pur sempre un'avventura.

Era da poco calata la notte, non ancora troppo scura da coprire i tratti dei presenti, e di quella luce se ne beò. Respirò a fondo, assaporando gli odori del mare, e sorridendo soddisfatta guardò verso l'amico.

"Un giorno avrò una ciurma tutta mia"
"E quel giorno mi farò crescere le gambe"

"E solcherò i sette mari al timone della mia nave,e sarò temuta in ogni porto, in ogni villaggio, e-"
"E la gente ti ricorderà nell'avvenire come il più grande pirata che i mondi abbiano mai visto!" Disse, imitandola.
La ragazza sbuffò, e rispose tirando la lingua in fuori.

"Sei il tritone più antipatico dei sette mari"
"E tu la ragazzina più petulante. Ma è per questo che mi ami."
"Ti piacerebbe."
"Hey! Non salgo in superficie per chiunque. Di al tuo caratteraccio di ritenersi fortunato di avere un migliore amico come me."
"E sarei io quella col grande ego?"
"Ovviamente. Sempre e comunque."

I due amici risero, sonoramente, nel cielo notturno. Oltre loro due, gli unici suoni che si sentivano erano il fruscio delle onde.

"Comunque non scherzavo, riguardo a prima," sospirò, sedendosi di botto su uno scoglio e agitando i piedi sul pelo dell'acqua, "voglio davvero una ciurma tutta mia."
"Oh mia cara," rispose Terence, agitando la coda, "ci conosciamo da parecchi anni, e giurerei di aver sentito questa storia un milione di volte. Probabilmente non sapevi ancora nuotare."

"Ah, ah," biascicò, "ascolta, non posso farci niente: è un sogno che mi porto dietro fin da bambina. So bene com'è la vita in una ciurma, conosco ogni difficoltà e probabilmente saprei anche come affrontarla. Sono sicura che sarei un grande comandante, un giorno."
"Si, della Marina Reale, magari"
"Non essere sciocco, Ter" soffiò. "Non mi abbasserei mai a diventare uno di quei soldatini. Non voglio regole. Voglio vivere libera, libera di andare dove mi pare, di addentrarmi nei boschi più pericolosi e affrontare i peggiori mostri marini"
"Mi sento offeso da questa tua affermazione!"

Lo zittì agitando la mano. "Vorrei soltanto sentire di far parte di qualcosa, di essere... importante."

"Lo capisco, credimi, ma... hai tralasciato un dettaglio fondamentale."
"E cioè?"
"Chi lo dice a tuo padre?" Rise, Terence, guadagnandosi una grande occhiataccia.
"Mio padre dovrà capire che sto crescendo, prima o poi. Non sono più una bambina. Ho quasi 12 anni!"

"In effetti, ora che mi ci fai pensare, credo di aver visto un capello bianco proprio qui..." mormorò, scompigliandole il ciuffo liscio sulla fronte,
"Idiota! Ero seria!"

"Hey, senti, le cose stanno così: tu vuoi essere più libera ma tuo padre ti tiene sotto controllo. Parlagli."
"Pf! Parlargli? Ma tu sai di chi stiamo parlando, vero?"
"Certo che lo so! Ma dubito che ti possa far camminare sulla passerella per darti in pasto agli squali, se gli chiedi semplicemente un po' più di libertà! Sempre meglio che continuare a scappare di nascosto ogni sera quando la Jolly Roger attracca."
"Meglio scappare che star tutto il giorno chiusa in cabina. Mi tiene su quella nave come se potessi rompermi solo toccando una scheggia di legno."
"Non biasimarlo, è pur sempre tuo padre. Anzi, credo tu debba cominciare a rientrare, prima che ti scopra."
"Non c'è pericolo. Con il tramondo torna nella sua cabina e si chiude a chiave fino al mattino successivo. Non-"

"Leila!"

"... dannazione."
"Che linguaggio inappropriato per una damigella!" rise Terence.
"Non sono una damigella. Sono un pirata."
"Certo. Ora penso sia meglio che vada. Non voglio incorrere nell'ira di tuo padre."
"Codardo."
"Prendo atto delle mie colpe." E alzando le mani, si tuffò nelle acque scure e nuotò via.

"Bell'amico." Digrignò. "La prossima volta me la paga."

"LEILA JONES!"

"... Se vivrò abbastanza per una prossima volta."
Consapevole di essere nei guai, tornò cauta verso la Jolly Roger. Prese un respiro profondo e quando finalmente mise piede sul ponte tenne lo sguardo basso, incapace di sostenere quello del padre.

"Come ti è saltato in mente di andare gironzolando a quest'ora della notte al di fuori della nave?"
"Ero solo andata a fare un giro, non-"
"Non mi interessa cosa volevi fare, sei scesa dalla Jolly Roger senza avvisare nessuno per andartene a zonzo! Sei fortunata ad essere ancora viva!"
"Oh andiamo, non ti sembra di esagerare? Non ero nemmeno molto lontana, sarei potuta tornare quando volevo senza correre rischi!"
"Sei un po' troppo sicura di te, signorina. Non hai la minima idea dei pericoli che ci sono la fuori. E il mio compito, in quanto tuo padre, è di essere certo che non ti accada niente. E se fossi così gentile da rimanere nei confini della mia nave, il compito sarebbe decisamente più facile."
"Dai, papà! Capisco che tu ti preoccupi per me, e mi scuso per non aver avvisato, ma non mi avresti mai lasciata scendere! Non sai che bel mondo che c'è, la fuori... lo sapevi che c'è un campo di fiori al limitare della foresta, e che-"
"Di bene in meglio! Ti sei addentrata fin dentro la foresta e io non me ne sono neanche accorto. Almeno hai preso da me l'animo da pirata."
Per un momento, Leila provò un sentimento di orgoglio. Subito spento dallo sguardo di rimprovero di suo padre.

Si sentiva in colpa ogni volta che preoccupato, usciva a cercarla, ma non poteva fare a meno di uscire. Ne aveva bisogno. Per quanto viaggiasse in mare aperto, vivere su una nave la faceva sentire chiusa in gabbia.

"In ogni caso," disse, più calmo, "non posso rimanere impassibile. Mi hai disobbedito troppe volte."
"E cosa avresti intenzione di fare?"
"Sei segregata in camera tua fino a nuovo ordine. Uscirai solo al richiamo della ciurma, e il massimo di avventure che potrai avere saranno sul ponte, sotto la mia stretta sorveglianza, o al massimo quella di Spugna. Sono stato abbastanza chiaro?"
"Cosa?!"
"Mi hai sentito, Leila. Non accetto discussioni."
"Non puoi farlo! è ingiusto!! Perchè non posso uscire dalla nave? Perchè non mi fai crescere?!"
"Crescere?! Uscire la fuori alla tua età senza la minima esperienza non ti fa arrivare al prossimo inverno, tesoro! Non pensare di farmi passare per il cattivo, qui, perchè non vincerai!"
"Non vinco mai, con te!! Tu non sei un vero pirata, non hai idea di cosa voglia dire vivere!! Stai sempre chiuso nella tua cabina e sembra tu esca giusto in tempo per sgridarmi!!"
"Prego? Cambia tono, signorinella. O la tua punizione verrà prolungata fino ai tuoi trent'anni!"
"GGR!" Sbuffando, Leila fece dietro front, e senza rivolgere lo sguardo al padre si avviò a passi pesanti verso la sua cabina, sbattendo di proposito la porta dietro di lei.

Killian sospirò. Chiuse gli occhi, massaggiandosi le tempie con la mano.

"L'ha fatto di nuovo?" Chiese Spugna, alle sue spalle, che aveva assistito a parte della discussione.
"L'ho beccata che si arrampicava sugli scogli nella baia." Sussurrò. "Un giorno smetterò di correre dietro a quella ragazzina."
"Beh, ha di certo un bel temperamento. Tutta suo padre!"
E zoppicando, si allontanò, mentre Capitan Uncino guardava le stelle brillare bianche all'orizzonte, illuminando il mare più della luna, e sospirando, quasi in un sussurro, squotè la testa.

"No. Tutta sua madre."













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*Spunta fuori dal suo nascondiglio* Hey! Buon pomeriggio pasticcini. Questo è il prologo di una nuova storia su cui ho deciso di lavorare. Si, so perfettamente di avere altre, troppe trame in sospeso, ma ormai mi conoscete, no?
Spero vivamente che queste poche righe vi abbiano un minimo nicuriosito e che continuerete a seguirmi, nel frattempo, un grosso bacio e a presto!

xx
Haley <3
  
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