Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: Tefnuth    17/08/2016    0 recensioni
Dopo l'avventura che ha visto come esito la punizione di Samahel, Michael ha deciso di abbandonare il suo compito di angelo raccogli-anime tuttavia gli è stata concessa la facoltà di restare nella dimora celeste assieme a Samahel, la sua eterna punizione. Non parla più con nessuno, con Raphael specialmente, e deve passare il tempo a salvaguardare il corpo del suo amico. Un nuovo complotto ordito da Lucifero lo costringerà a riallacciare i ponti con i suoi simili, questo gli darà la possibilità non solo di salvare il suo diavolo ma anche di scoprire ancora qualcosa di più sulla verità che lega lui e Samahel.
Le porte dell'Inferno sono aperte, la bestia è libera.
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dimora celeste, Sala dell’Oracolo.

“Com’è possibile che sia uscito dagli Inferi? Il suo corpo è immobilizzato in una lastra di ghiaccio” imprecò Michael riempiendo la stanza bianca con la sua voce, dopo che l’Oracolo aveva ripetuto loro il messaggio che aveva portato il putto

“Dev’esserci un errore” sperò Lybra, era la prima volta che il suo viso esprimeva così apertamente un dubbio

“Il fatto è realmente accaduto: Lucifero ha trasferito il suo spirito nel corpo di Minosse e lo ha modellato a suo piacimento, poi si è mostrato alla luce del sole” riferì l’angelo cristallino dal suo piedistallo, sempre osservando con una parte della mente ciò che accadeva attorno all’Inferno

“Avevo mandato delle guardie, dove sono finite?” volle sapere Dmitryus, si stava tenendo a debita distanza da tutti gli altri dopo quello che era successo nella sala allenamenti

“Decedute”.

“Non possiamo attendere oltre: dobbiamo inviare un contingente militare, per rallentare questa follia” sentenziò Lybra con grande rammarico, la sua mano stava stringendo il colletto della veste

“Rallentare? Ci stai già dando per morti” osservò Samahel che, come Dmitryus, si era appoggiato in un angolino della stanza per osservare tutto da lontano, pur non senza nascondere lo stupore di essere al cospetto dell’Oracolo (una leggenda vivente persino tra i diavoli)

“La situazione non è a nostro favore, perciò non userò parole che alludano a possibili eventi che hanno più probabilità di non verificarsi. – Lybra sospirò. – Siamo sull’orlo di un baratro, e ci stiamo guardando dentro”.

Tutti gli angeli furono chiamati alle armi. Per i corridoi si sentiva il clangore della bottega dei fabbri che lavoravano di buona lena per affilare armi e crearne di nuove. Tra questi il più abile di tutti era Wraight, grande amico di Michael cui lui volle rivolgersi per la realizzazione delle tenute da battaglia di Samahel e Hel, che si erano offerti volontari per marciare contro Lucifero.

“Non è giusto che andiate solo voi due!” ribattè Cleo mentre accompagnava i tre in armeria, anche lei avrebbe voluto partecipare sebbene non fosse una guerriera, ma Samahel si era fermamente opposto asserendo che non avrebbe avuto alcuna possibilità

“Non sei un soldato, né hai la struttura fisica adatta, moriresti” ripeté il diavolo accarezzando i capelli della lussuriosa che, dopo continui battibecchi (e carezze), si arrese.

La bottega dei fabbri era saldissima e satura del fumo creato dal processo di fusione e modellamento del prezioso metallo con cui venivano realizzate le armi angeliche. In mezzo a una nuvola di fumo, intento a raffreddare una spada modellata ad arte, stava il capo della fornace Wraight: un uomo tarchiato e nerboruto, con i capelli rasati e le ali ricoperte di metallo; indosso aveva un semplice grembiule di cuoio e dei pantaloni logori. Michael salutò a braccia aperte il fabbro e gli presentò i due diavoli, dicendo che gli serviva un’armatura degna di quel nome.

“E io che speravo fossi venuto per portarmi dell’ambrosia. – Wraight appoggiò la spada su cui stava lavorando e si asciugò il sudore sulla fronte. – Non che ne sia entusiasta, ma mi darete la possibilità di sfogare il mio estro creativo” afffermò squadrando i due modelli

“Se non hai voglia di lavorare su di noi, possiamo farlo da soli” ribattè Hel suscitando un rimprovero da Samahel che le diede una gomitata

“Non ti farò mai toccare i miei bambini, nemmeno se fosse Lucifero a torturarmi. Preferisco fare la nottata e spaccarmi le mani”

“Potresti ridarmi la mia vecchia tenuta, allora” propose la diavola accendendo una scintilla negli occhi di Wraight, che riconobbe qualcosa nella struttura di lei

“M..ma tu sei – balbettò un poco, poi ricominciò. – Allora è vero che i gatti hanno sette vite, eh Kat? Ma non avrai la vecchia lady, te ne farò una nuova di zecca” dichiarò lui sorridente, mettendosi immediatamente al lavoro con le sue agili mani che sembravano poter fare tre cose in contemporanea.

Al termine del lavoro, dopo tanta fatica e sudore, Wraight consegnò a Samahel e Hel le rispettiva armature: per Samahel una cotta di maglia sormontata da una corazza finemente incisa in puro Kjetil, un tessuto ancor più resistente di un’armatura ricavato dall’etere mescolato alla polvere di stelle che nei colori ricordava una notte stellata, accompagnato da vambrace e pantaloni della stessa foggia, con fodero per la spada a catena appeso alla cintura di guardia; per Hel invece un corpetto nero con rifiniture turchesi, bracciali e gambali con terminazione a punta, pantaloni lunghi con lacci incrociati sul davanti.

“Ho pensato che ti avrebbe fatto piacere combattere con una vecchia amica” disse Wraight porgendo alla diavola l’arma che utilizzava quando ancora era un angelo, un’alabarda con una coppia di lame ad ascia ad entrambe le estremità che, al suo interno, racchiudeva una catena che le permetteva di colpire i nemici a distanza se si apriva la sezione centrale

“Grazie mille” disse Hel accogliendo tra le sue braccia l’amica di un tempo, stava sorridendo.

Ma le sorprese non erano ancora finite, perché il fabbro aveva fatto fare per Michael una tenuta uguale a quella di Samahel, ma il Kjetil era stato lavorato in modo da essere trasparente e sembrare cristallo

“E’ bellissima” commentò l’angelo rimirandosi con la tenuta indosso, era leggerissima e quando la luce cadeva sulle minuziose rifiniture, queste brillavano come diamanti.

Quando anche Samahel e Hel ebbero indossato le loro tenute, ma solo dopo che il diavolo ebbe salutato a dovere Cleo (il che comprendeva un’infinità di baci e abbracci), il trio si congiunse al resto dei soldati al di fuori della dimora celeste; con loro sommo dispiacere c’era anche Dmitryus, in veste di generale, che nemmeno li degnò di uno sguardo. Anche Lybra si era presentata, abbigliata con un paio di pantaloni corti bianchi (cui dietro scendeva del tessuto argenteo come un mantello), e un corpetto, anch’esso bianco, incrociato con scollatura a cuore cui erano state cucite un paio di maniche, tagliate per tutta la lunghezza, alla cui estremità c’erano delle punte consacrate in argento da usare come armi secondarie alla sciabola che portava appesa alla cintura in cuoio. Erano stati convocati tutti gli angeli che avessero un livello di addestramento superiore al principiante, e nonostante il piazzale fosse pieno c’era sempre il timore che non sarebbero mai stati abbastanza.

Il luogo che ospitava la porte infernale era una landa desolata e secca, con fosse fumanti (erano vicini ad un vulcano semi-attivo), rocce acuminate e un solo albero secco che reggeva i corpi delle guardie. Sembrava il panorama di un pianeta alieno, soprattutto con la grande porta aperta e i diavoli sulla soglia. Davanti a quell’esercito, di cui si vedevano solo le prime file, si ergeva l’angelo caduto Lucifero.

“Ho atteso il vostro arrivo con grande trepidazione, fratelli miei” esordì il re dei diavoli con il sorriso stampato sul viso, gli occhi pieni di malvagità

“Non abbiamo nulla da spartire con te, traditore” ribattè Dmitryus avanzando davanti a tutti gli altri, la punta della spada a due mani era abbassata

“Io sono nato lassù, nella casa celeste, e quel sangue ancora scorre nelle mie vene. La mia illuminazione mi ha reso signore dell’Inferno, ed è quello che vorrei capiste anche tutti voi presenti. Ho intenzione di creare un nuovo regno, e vorrei risparmiare quante più vite mi è possibile”

“Tu vuoi solo portare il caos sull’universo!” ribattè l’angelo guerriero

“Giustizia e pace, è questo che voglio, per i MIEI figli. Unitevi a me, e vedrete l’alba della nuova era” propose Lucifero sollecitando un coro angelico di disapprovazione, sormontato solo da quello diabolico che sosteneva il suo capo

“MORIREMO piutto…” la testa di Dmitryus si separò dal corpo, scomparendo nel vuoto

“Ovviamente stavo dicendo il falso: ai traditori spetta solo la morte. A voi come a Midnight, che sento qui presente nelle sue due reincarnazioni” sentenziò Lucifero, la sua mano stava fumando.

 

  
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