La mia prima, e sicuramente ultima visto che mi lincerete, ff sui Bey-blade. Oggi per sbaglio, non chiedetemi come, su You-tube ho visto alcune puntate di Kai VS Brooklyn. Ed ecco che è nata un idea folle. Scusate le imprecisioni, ma in fondo è un AU ed è tanti anni che non vedo la serie.
Partecipa alla fanfiction challenge II:
Prompt: zucchina
Metallo
e sangue
Cap.1
Scivolando nell'oblio
Torni
a sentire gli spigoli di quel coraggio mancato (Scivoli di nuovo.
Tiziano
Ferro)
Lo
striscione con su scritto blade-breakers pendeva
storto, appeso sul soffitto della palestra di kendo. Rey
guardò lo schermo del
cellulare, c’era l’immagine di una bambina con i
tratti del viso simili ai suoi
e i capelli rosa.
“Ehy
novello daddy,
non credi di essere troppo ansioso?” domandò Max.
Sorrise, mettendo in risalto
i segni sulle sue guance tondeggianti e strinse le spalle
dell’orientale con il
braccio.
“Tu
ed Emily, quando pensate …”. Iniziò Rey.
“Ehy,
ehy, piano friends,
siamo troppo giovani per il matrimonio”. Lo bloccò
il biondo. Il nonno di Takao
colpì il nipote sul capo con un colpo del bastone, il
giovane uomo abbassò il
capo lamentandosi e si massaggiò la testa sopra il
cappellino.
“E
tu quando pensi di sposarti? Non camperò in
eterno!” si
lamentò l’anziano. Takao fece la linguaccia
e strinse gli occhi.
“Non
posso farci niente se sono uno scapolo d’oro” si
lamentò. Hilary si voltò verso di lui, facendo
ondeggiare i lunghi capelli
castani, sospirò e si girò. Guardò
Kei, appoggiato contro il muro. Il giovane
aveva il viso nascosto da una lunga sciarpa bianca. I suoi occhi color
ametista
incontrarono quelli di lei, si girò e fissò la
parete. Il professore gli si
avvicino, aveva gli occhiali storti e teneva in mano una bottiglia di
sake.
“Hai
visto la mia zucchina … hic?” domandò.
Kei abbassò lo
sguardo osservando il suo viso paonazzo.
“No”
ribatté secco. Il professore scoppiò a ridere e
si
diresse verso Takao.
“Ragazzi,
avete visto la mia zucchina?” biascicò. Kei si
diresse verso la porta e accarezzò il beybleade alla sua
cintura.
“Torniamo
al nostro appartamento, Dranzer” bisbigliò.
Sentì
del calore sotto le dita, abbassò il capo e uscì
dalla palestra. Raggiunse l’arco
all’uscita dell’abitazione e si voltò,
sentendo il brusio delle voci e le
risate di Daichi in lontananza. Il vento fece ondeggiare la fine della
sua
sciarpa ed espirò.
“Tanto
non si accorgeranno che sono sparito ancora per un bel
po’” mormorò.