Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Tiva91    29/08/2016    0 recensioni
Eomer e Margaery sono ormai marito e moglie. Durante una visita a Rohan da parte dei fratelli di lei dall'Altopiano la giovane regina di Rohan ha un'idea: promettere la loro figlia appena nata Rohanne al primogenito del fratello Garlan,Raymun Tyrell.L'idea piace alle due famiglie,ma non è affatto scontato che i due cugini, da grandi,saranno dello stesso avviso.....
Questa Fanfiction è stata scritta a quattro mani da me e LadyTargaryen ed è un sequel -What if della ff "Una lady per Eomer"
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Un anatroccolo un po' brutto era...(Pt. II)
 

 
- Dunque, Theo, tu e Arielle...? -.
- Sì. Sorpresa? -.
- Oh, no, no...In fondo, avevo già intuito da un bel pezzo che tra voi ci fosse un'intesa particolare. -.
 
Theodred la fissò ghignando ironico:- Ma davvero? E sentiamo, quando l'avresti avuta, questa tua folgorante intuizione? - domandò. Rohanne sbuffò e fece spallucce:- Ed io che ne so...Però, ecco...Si capiva. Insomma, almeno un po'. -. Il gemello scosse il capo, ridacchiando. Conosceva troppo bene la sorella per non capire quando esauriva gli argomenti ed iniziava ad arrampicarsi sugli specchi.
 
Effettivamente tra lui e Rielle era successo tutto abbastanza in fretta. Dopo quel fattaccio con Ahron, la giovane principessa era scivolata nella tristezza e nella depressione; aveva smesso di mangiare e passava tutto il tempo in camera sua, a piangere, respingendo chiunque. Ma Theo era testardo e deciso come solo un rohirrim del Mark può essere, e le era rimasto ostinatamente accanto. A consolarla. A spronarla. Ad incitarla, con le buone e - quando queste non avevano fatto presa – persino con le cattive a rialzarsi e a riprendere in mano la sua vita. Ed alla fine, prova e riprova, insisti oggi ed insisti domani, vi era riuscito.
 
Era una magnifica serata di primavera. Un vento fresco aveva spazzato lo sterminato blu del cielo dalle nuvole per non lasciarvi altro che un meraviglioso tappeto stellato con un latteo spicchio di luna crescente. Entrambi vestiti di verde - pantaloni, casacca e farsetto verde foresta con la rosa e lo stallone in oro ed argento, Theo, e un lungo abito molto semplice, foglia, con maniche e scollatura ricamata a filo dorato con motivi di fogliame, Hanne - stavano in piedi al limitare dell'immenso salone dello splendido palazzo di Minas Tirith, mentre sulla pista da ballo innumerevoli coppie volteggiavano all'allegro ritmo della musica eseguita con tamburi, viole e flauti da un gruppo di suonatori. Vino elfico, dorniano e dell'Altopiano, birra hobbit e idromele nanico scorrevano come torrenti in piena tra brindisi e risate alticce. Era il matrimonio di Eldarion e Celediel e il giovane principe di Gondor aveva invitato alle nozze anche gli amici di Westeros. I figli di Garlan e Willas (oltre ai loro rispettivi genitori), infatti, figuravano tra gli ospiti della Terra di Mezzo, tra i ballerini oppure impegnati a chiacchierare vivacemente con gli altri. Garlan e Leonette, pur non conoscendo la musica, avevano comunque voluto cimentarsi nella danza e, a giudicare dalla foga con cui eseguivano i passi, talora allegramente improvvisati, dovevano divertirsi lo stesso un mondo. Willas, invece, discuteva con re Elessar e la sua regina, Arwen, mentre sua moglie Sansa s'intratteneva con Margaery (che, all'ennesimo disastroso capitombolo evitato per un soffio, aveva rinunciato all'idea di far ballare Eomer, al contrario di Faramir che, reso ancor più euforico dal vino, volteggiava ridendo assieme ad Eowyn).
 
Anche i ragazzi parevano divertirsi molto. Accanto agli sposi novelli, che non si erano separati un solo momento né avevano ancora smesso di ballare, c'era Beren, accaldato e rosso come una pentola sul fuoco sigillata e piena d'acqua che minacci di esplodere, che ballava con Alys, un immenso sorriso da orecchio a orecchio sulle labbra; ad ogni piroetta la stringeva attirandola di più a sé, con gran piacere della ragazza che in cambio lo stuzzicava mormorandogli all'orecchio qualcosa di inudibile (ma facilmente deducibile, a giudicare da come Beren sorrideva estatico). I gemelli Addam e Garrett facevano coppia con due graziose servette, ovviamente sorelle, ovviamente gemelle. Rose e Rowan cicalavano senza posa concedendo talvolta un ballo a questo o quel paggetto o scudiero. Lyanna danzava con Eomund che, con gran stupore (e fastidio) di Luthien l'aveva inaspettatamente invitata ad unirsi a lui. Anche Theo e Arielle ed Hanne e Leyton avevano ballato per un po', per poi separarsi promettendosi a vicenda altre danze prima che la festa volgesse al termine. Leyton, aveva avuto modo di notare Hanne, era un ballerino provetto. Era stata bene, tra le sue braccia, lasciandosi trasportare dal suo profumo di rosmarino e dalle vivaci note della musica...Finché non aveva visto Raymun ballare con Daella, dei quali era sino a quel momento quasi riuscita a dimenticarsi. Ed ecco, il buonumore era evaporato in un soffio. Già, perché il figlio di Garlan - che, al ritorno dall'estate a Rohan, proprio pochi mesi prima del matrimonio, aveva "ufficializzato" il suo fidanzamento con la giovane Tarly annunciando la cosa ad entrambe le famiglie - aveva voluto portarla con sé alle nozze di Darion e Cel. Rohanne sospettava che fosse l'ennesimo dispetto architettato a suo danno. Si era però imposta di non far caso a loro ed alle loro nauseanti smancerie, e vi era riuscita. Quasi. 
 
Non si era avveduta se non tardivamente della reazione di Ley.
 
Il giovane l'aveva presa gentilmente da parte, fendendo la folla degli invitati per farsi largo, senza aprir bocca. Solo quando erano stati da soli, in un corridoio deserto e lontani dalla musica e dalle risate della sala, si era voltato verso di lei. "Cosa c'è che non va, Hanne?" le aveva domandato. Il suo tono era preoccupato, il suo sguardo appariva dimesso...Triste, persino. Hanne si era sentita stringere il cuore. Sapeva di esserne lei, la causa. Stavano assieme da quell'estate, e non era stato facile non poterlo avere accanto, quell'inverno. Si erano scritti moltissimo, vero, ma qualche parola vergata su di una pergamena non poteva certo colmare la distanza tra loro. Ed ora...Ora avrebbe dovuto essere felice di rivederlo, di riaverlo con sé e per tutto per lei. Di sentirlo di nuovo ridere, di stare tra le sue calde braccia, di baciarlo e di accarezzargli il viso. Invece, con proprio sgomento, si era ritrovata a ricambiare i suoi abbracci e i suoi baci con molta meno enfasi di quanto si sarebbe aspettata. Si era sentita colpevole. Gli aveva sorriso, prendendogli le mani. Sentendosi bugiarda. Sentendosi falsa. "Non è niente, Ley." aveva mormorato "Davvero." Gli aveva accarezzato i morbidi riccioli rossi, quel gesto lo faceva sempre sorridere. Ma non quella volta. "Ne sei sicura, Hanne?" aveva insistito, dolcemente ma con fermezza, come se sospettasse. Come se sapesse.
 
Cosa voleva sentirsi dire? Che sì, era gelosa di Daella? Che sì, avrebbe dato tutto, qualunque cosa per poter essere al suo posto? Che sì, aveva sempre avuto ragione lui? 
 
"Ma certo." A Leyton, quella rassicurazione, era parsa bastare. L'aveva attirata a sé in un bacio, preso il suo viso tra le mani e poggiato la fronte sulla sua. "Ti credo". Aveva sorriso, ma non con gli occhi.
 
Rohanne scosse il capo, in un tentativo di scrollare via quei pensieri. - Sai, Theo - cominciò - in realtà la cosa un po' mi ha sorpreso. -. Theo la fissò con tanto d'occhi:- No! Davvero? Ma non mi dire! -. La sorella ignorò il suo sarcasmo. - E' che...E' che sai, Rielle è più grande di te, e...Ma in fondo, l'età non conta un accidenti. - concluse in fretta e furia - E poi sei sempre stato tu, il più maturo tra noi due. -.- Infatti, Hanne. - concordò il gemello con finta gravità - Io sono quello saggio e tu quella che di crescere non vuole saperne. -.- Hai fame, Theo? Perché intendo servirti un bel pugno ripieno! -. Il principe di Rohan rise, chinandosi per schivare appena in tempo e contagiando la gemella con la sua risata. - Ma dimmi - s'informò lei dopo un po', curiosa - è vero che gliele hai suonate di santa ragione, a quel tizio? Ahron? -.
 
La storia di Ahron era vecchia di appena qualche mese. Re Aragorn non aveva infatti tardato a scoprire la relazione tra il ragazzo e la maggiore delle sue figlie. Si diceva che li avesse nientemeno che colti in flagrante. E la cosa, com'era ovvio che fosse, era degenerata. Il sovrano aveva pesantemente litigato con Arielle, intimandole di rompere quella tresca vergognosa e proibendole di avvicinarsi nuovamente a lui. La ragazza aveva urlato, strepitato, pianto, ma il padre si era dimostrato irremovibile. I due, allora, avevano deciso di fuggire assieme. Dove avessero progettato di andare, nessuno lo aveva saputo. Avevano pianificato la fuga per la notte del novilunio, dandosi appuntamento nelle stalle. Arielle era scivolata fuori dalla sua stanza, senza nient'altro che i propri abiti, un mantello per riscaldarsi e un po' d'oro in una borsa. Aveva raggiunto Ahron nel luogo convenuto, e qui lo aveva trovato che "salutava" in maniera decisamente non verbale la figlia di un soldato della guarnigione, prendendola rudemente contro una parete. Era corsa via, in lacrime. Quanto ad Ahron non si era neppure preso il disturbo di giustificarsi. Quando finalmente la cosa era venuta alla luce, con l'ovvia grancassa di pettegolezzi che c'era da aspettarsi, re Elessar aveva bandito il giovane apprendista fabbro dalla città, e questo – che era infame, ma non stupido - aveva fatto in fretta e furia i bagagli, tra la riprovazione e la condanna generale...Ma non abbastanza in fretta perché Theodred non potesse “dirgli addio” a suo modo. Il ragazzo, che in quei giorni si trovava a Gondor assieme al padre e alla sorella, era infatti stato il primo con cui la principessa si era confidata, ed era stato lui a convincerla a denunciare al padre, confessando ogni cosa, le malefatte di quella carogna. Sire Aragorn, nonostante si trattasse di sua figlia, non aveva ritenuto di dover far pubblicamente frustare Ahron, preferendo invece che se ne andasse il più lontano possibile senza ulteriore scalpore: prima la cosa si fosse spenta, meno Rielle ne avrebbe sofferto. Arwen si era detta d'accordo. Theo, invece, non era stato della stessa opinione. Rohanne non sapeva cosa di preciso gli avesse fatto, ma fatto stava che l'apprendista fabbro se n'era andato da Minas Tirith con il viso gonfio, un braccio al collo e parecchie ossa rotte.
 
Theo arricciò le labbra in un ghigno:- Suonate? No...No, gli ho solo fatto uscire i reni dal culo a suon di calci. -. Hanne si piegò in due dal ridere:- Che frasario, fratellone! -.- Che posso farci, io? – sospirò rassegnato ma divertito il ragazzo - Ad andar con lo zoppo…Ma dimmi di te, invece: tu e Ley…? -. La sorella smise di ridere all'istante. Cercò con lo sguardo Leyton, ancora sulla pista con Luthien. Il giovane Tyrell le sorrise. La sua risposta fu un sorriso appena accennato. Ma soprattutto tirato. - Con Ley...Non lo so. - confessò - Non lo so davvero, Theo. -. Il ragazzo seguì la traiettoria del suo sguardo. - Ammettilo che ti da fastidio. - disse. Rohanne, che pure sapeva di chi e cosa stesse parlando, finse di non capire:- Cosa, che Ley balli con Luthien? -. Ma Theo stavolta non rise:- Inutile, Rohanne. Con me non attacca. -. La gemella sospirò. Quando la chiamava col suo nome intero era segno che c'era una bella ramanzina dietro l'angolo. - Ho visto come li guardi. Raymun e Daella. Non sono cieco. - continuò il principe di Rohan. Gentilmente, ma con fermezza, le fece voltare il viso verso il proprio - E neppure Leyton lo è. -. Lei sospirò ancora e scrollò le spalle:- Cosa vuoi che faccia, Theo? O che dica? -.- A me, nulla. Ma se non fosse che rischierei un altro pugno ripieno ti direi qualcosa io. -.- Cosa? - domandò Hanne. Ma Theodred fece il gesto di cucirsi la bocca con ago e filo. Lei sbuffò, esasperata:- Va bene, va bene. Non ti picchio. Parla. -.- Troppa grazia. - replicò il fratello con sarcasmo - Comunque sia, me lo aspettavo. Mi aspettavo che tra te e Ley sarebbe andata a finire così. -.- Ehi! - protestò Rohanne – Non è finita! Abbiamo qualche...problema. Stare lontani l'uno dall'altra di certo non ci ha fatto bene. -.- Oh no, immagino. Deve essere stato tremendo. -.- Theodred, tu e il tuo sarcasmo potete andare ad impiccarvi, di grazia? -. Theo la fissò senza parlare. “Sii sincera: sarebbe forse cambiato qualcosa, se così non fosse stato? Se aveste potuto passare assieme il tempo che siete stati separati?” sembravano tacitamente chiedere i suoi occhi. “No”, fu costretta ad ammettere in silenzio la principessa. “No.”
 
Appena tornata dall'uscita a cavallo con Ley, quell'estate, subito dopo l'inatteso incontro con Ray nelle stalle, Hanne era corsa dal gemello per raccontargli ogni cosa. Ma se aveva creduto che Theodred si sarebbe limitato ad abbracciarla e a rallegrarsi per loro, le cose erano andate ben diversamente. “Sei sicura di quello che fai, Hanne?” le aveva domandato fissandola con serietà. “Ma certo.“ era stata la sua allegra risposta “Perché non dovrei? C'è forse qualcosa di male?” Il gemello aveva scosso il capo, dubbioso. “No, no. Spero solo che non avrai mai da pentirtene.”
 
- Sai, Hanne – incominciò Theo, senza guardarla – a volte, nella vita, per una porta che si chiude, un'altra si apre. -. Si voltò a guardarla e le sorrise strizzandole l'occhio alla sua maniera speciale - Pensaci. -. Rohanne sorrise a sua volta, e per gioco gli assestò un pugno al deltoide. Il ragazzo rispose con una pedata negli stinchi, in quello che era il loro modo di scherzare. Hanne stava per alzarsi sulle punte (il gemello era una mezza spanna più alto di lei) per tirargli i ricciuti capelli castani quando vennero interrotti da un arrivo inaspettato. - Rohanne – iniziò Ray sospirando – mia madre insiste perché balliamo assieme. Quindi fammi la cortesia di risparmiarmi la fatica di trascinarti e seguimi di tua iniziativa. -. Hanne scambiò un'occhiata rapida col gemello e, dopo un attimo appena, lo seguì sino al centro della pista, mentre Theo si allontanava, andando a cercare Arielle. La ragazza si guardò attorno: di Daella, nessuna traccia. Per fortuna. Guardò di nuovo: di Leyton, a quanto pareva, neppure. Quando il giovane Tyrell le prese la mano cingendole al contempo i fianchi rabbrividì segretamente di piacere. Sperò con tutto il cuore che non se ne fosse accorto. - Balli bene, cugina. - le disse invece. Rohanne non poté non sobbalzare. Non si aspettava certo che le avrebbe rivolto la parola. Men che meno per farle un complimento, poi. Quando aveva accettato di ballare si era prefissata di non aprire bocca neppure una volta e manco per sbaglio e di fissarlo con tutto l'astio del mondo. Invece… - Stavo per dirti lo stesso, cugino. - replicò calma, mascherando lo stupore. - Ti ha insegnato zia Margaery? - s'informò Raymun, facendole eseguire una piroetta. Lei, suo malgrado, rise:- Improbabile che sia stato mio padre, eh? In ogni caso, sì. E' stata lei. Da mio padre, invece, ho appreso a combattere. -. Il ragazzo annuì:- Potremmo...Scambiarci qualche stoccata, ogni tanto. -. Quella proposta, a dispetto del tono quasi indifferente con cui era stata fatta, stupì piacevolmente Hanne. Però...Che ne avrebbe pensato Daella? In fondo, stavano assieme...Pensò di suggerirglielo, ma non lo fece. Affari loro. - Oltre a quelle verbali? - scherzò invece - Volentieri. Mi...Farebbe piacere. -. Ridacchiarono, senza sapere perché. Aveva una bella risata, Raymun. - Non so se ricordi – riprese Ray - ma al nostro primo incontro ci scambiammo all'incirca queste stesse parole. -.
 
- Ricordo. Stavamo giocando con le spade di legno. -.
- E tu quasi mi spaccasti la tua sui gioielli di famiglia. -.
- Esattamente. Immagino ti stupirà, scoprire che so ballare oltre che tirar di scherma. -.
- Dovrebbe? -.
- Beh...Sì. Danza ed armi sono un abbinamento abbastanza insolito. -.
- Mai quanto gli stivali col vestito. -.
 
Rohanne avvampò. Anziché le orribili e scomodissime calzature da ballo che Margaery voleva indossasse si era messa ai piedi i suoi stivali abituali, consunti ed inzaccherati. Aveva scongiurato e fatto promettere a Theo di non fare la spia, illudendosi che non se ne sarebbe accorto nessuno...Inutilmente, a quanto pareva. Il sorriso di Ray, notò, non era però derisorio o sarcastico. Sembrava invece sinceramente divertito. - Oh...Sì. - confermò con scherzosa alterigia - L'ultimo grido in fatto di moda rohirrim. -. Ray rise:- L'istinto mi dice che il grido, anzi, l'urlo, lo caccerebbe tua madre se ti vedesse. -.- Verissimo. Ma sai come si dice? Occhio non vede… -.- ...Cuore non duole. - completò per lei Raymun. - Sai che è la prima conversazione civile che abbiamo da...Beh, da sempre? - gli fece notare la principessa. L'altro concordò:- Un evento a dir poco epocale, signori! Dirò ai Maestri della Cittadella di ascriverlo tra gli avvenimenti eccezionali nelle loro cronache. Tutta Westeros dovrà saperlo. Già vedo i banditori leggere proclami in tutti i Sette Regni: “Udite, udite…!” -. Risero di nuovo, volteggiando tra le altre coppie che ancora ballavano. Si conoscevano sin dall'infanzia ma non avevano mai riso assieme così. Quando infine si separarono Raymun la condusse con sé per un brindisi. Prese da un servitore un paio di coppe di vino (in quell'occasione i loro genitori si erano detti unanimemente concordi nel lasciarli bere) e ne porse una a Rohanne. - A noi. - disse poi – Alla nostra...Non belligeranza. -. Hanne rise:- Alla nostra, cugino. -. E bevvero entrambi in un sorso, guardandosi negli occhi. La ragazza arrossì, ma sorrise, smarrendosi negli occhi azzurro cielo del giovane Tyrell.
 
Per un attimo, per un unico, meraviglioso attimo, fu come se Daella o Leyton non esistessero né fossero mai esistiti. Come se il mondo intero svanisse per far posto a loro due soltanto. Quando poi anche lui le sorrise, le parve che il suo cuore mancasse un battito.
 
- Rohanne…? -.
- Sì, Raymun? -.
- Io...Io volevo… -.
 
Ma non arrivò a finire la frase: i gemelli gli volarono addosso strillando concitati. - Ray! Ray! Ray! Dobbiamo dirti una cosa! Dobbiamo! Dobbiamo! Dobbiamo! -. Reprimendo una bestemmia tra i denti Raymun se li tolse di dosso di malagrazia. - Sempre tra i piedi, voi due! Si può sapere che volete? - abbaiò. Rohanne, anche se furibonda per quell'interruzione, non poté non sorridere tra sé e sé. - Eravamo fuori sul terrazzo… - iniziò Addam. - Sì, sì, il terrazzo! Quello sul lato est! - ripeté Garrett. - E sai chi abbiamo visto? - riprese Addam. - Indovina! - aggiunse Garrett. - Non ne ho la più pallida idea... - ringhiò Raymun, la cui pazienza era pericolosamente agli sgoccioli. - Theo e Rielle! - urlarono in coro i due gemelli – Che stavano scopando! -. A Rohanne cascò letteralmente la mandibola. “Questa poi! Theo avrà parecchio da raccontarmi, altroché!” Ray invece acciuffò i due fratelli minori, che pure erano di molto un poco più alti di lui, per il colletto:- Quante volte devo dirvi di non usare quella parola?! Poi nostra madre pensa che sia stato io ad insegnarvela e me le suona! -.- Ma scusa…! E' vero! E poi tu la usi sempre! - protestò Garrett. Addam annuì vigorosamente col capo:- E' vero, Ray. Sei stato tu ad insegnarcela! -.- Io sono più grande e posso fare quello che voglio. E comunque voi due dovete smetterla di intrufolarvi sempre dappertutto! Theo e Rielle sono grandi e responsabili e… - ma ancora una volta non gli riuscì di terminare la frase. - Ragazzi! Ragazzi! Ragazzi! - strepitò Lyanna tutta concitata facendo irruzione tallonata dall'inseparabile Luthien e con Eomund al seguito – Dobbiamo dirvi as-sol-u-ta-men-te una cosa! Non ci crederete mai! Sapete chi è che sta scopando nel terrazzo sul lato ovest? -.- Lyanna!!! - urlò Raymun fuori di sé - Per favore! Almeno tu! -. I gemelli risero, e Rohanne pure. - E comunque no - sbuffò Ray, che tentava disperatamente di non farsi partire i cavalli - non ho davvero idea di chi… -.- Beren e Alys! Ecco chi!! - strillò Luthien a pieni polmoni - L'ho sempre detto che quella ragazza aveva cattivo gusto! -. Questa volta fu la mascella di Ray a cascare. - Ehi! - ruggì Eomund – Non parlare di mio fratello in quel modo! -.- Che paura! Tremo! Perché, sennò cosa mi fai? E comunque tuo fratello rimane uno zotico ed ignorante cavernicolo puzzolente! -.- Luthien, ti avverto: un'altra parola e… -.
 
Raymun si tirò uno schiaffo in piena faccia. Indeciso tra l'urlare improperi sino a spolmonarsi ed il mettersi a piangere, suggerì a tutta la comitiva di farsi una bevuta.
 
 




Spazio Autrice: Scusate l'attesa ecco qui l'altro capitolo, si andrà a rilento a causa di impegni che non mi danno la possibilità di scrivere ma deve essere scritto solo un capitolo per cui pazientate e buona lettura :) 
Tiva91

 
  
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