Fumetti/Cartoni americani > Teen Titans
Ricorda la storia  |       
Autore: Diotima_    31/08/2016    3 recensioni
La vita dei Titans non è più la stessa.
Ma loro non lo sanno.
Vivono in un universo parallelo. Realtà e fantasia si intrecciano.
Persone comuni o supereroi?
Riusciranno a capire chi sono, effettivamente?
Genere: Azione, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
LA MAGIA DEI COLORI
 
 
Nero.
Oscurità.
Non c’è niente intorno a me.
Poi all’improvviso una luce.
Rossa.
Anzi no, sono occhi. Quattro occhi che mi fissano.
Sona sola.
Non so che fare. Vorrei gridare aiuto, ma il suono della mia voce è incastrato nelle corde vocali.
Oh no, si stanno avvicinando.
Sono sempre più vicini.
Nascondo il mio viso tra le mani, come una bambina spaventata.
Mi hanno quasi raggiunta.
 
Driin, driin, driin, driin.
 
Mi sveglio di soprassalto.
Era solo un sogno.
Anche se… la paura era vera, reale.
Sto ancora tremando.
La mia stanza è completamente buia e mi ricorda il sogno.
Guardo la sveglia e mentalmente la ringrazio, ha interrotto quell’incubo spaventoso.
Che io ricordi quell’immagine mi perseguita da sempre. La sogno quasi ogni notte.
Ma questa notte, si è avvicinata tantissimo, come non aveva mai fatto.
Mi prenderà prima o poi, ne sono sicura.
Scaccio questi pensieri ed esco dal mio letto.
Forse mia madre ha ragione, non dovrei dargli peso.
Apro la finestra, lascio passare aria e luce, che subito inondano la mia stanza.
Adesso sono più rilassata.
Prendo i miei vestiti e vado in bagno, devo correre o perderò il treno.
Tuttavia mi fermo davanti alla specchio.
I capelli tutti scompigliati.
Di quel colore poi.
Viola.
Mia madre mi ripete sempre che sono neri e che con il sole prendono questa sfumatura.
La stessa dei miei occhi.
Lo stesso colore dell’ametista.
Tutti pensano che mi tinga i capelli, che metta lenti a contatto colorate.
NO. No e no!
Sono nata così.
Mi lavo la faccia e la mia attenzione si focalizza sulla cicatrice che ho proprio sulla fronte.
Rossa.
Ha una forma stranissima.
Assomiglia ad un rombo.
Mi sono sempre chiesta il perché io l’abbia.
Ovviamente mia madre ha una risposta per tutto.
 
“Eravamo in un grande centro commerciale, avevi dieci anni e stavi correndo, hai messo male un piede e sei finita sulle ruote di un carrello di un passante.”
 
Ma può una cicatrice essere rossa adesso? Dopo dieci anni da questo “presunto” incidente?
E poi perché non ricordo niente?
Niente di niente.
Ho pochissimi ricordi della mia adolescenza.
La mia infanzia è impressa nella memoria come le scene di una pellicola.
Per il resto il vuoto. Appena inizio ad affrontare l’argomento mia madre lo svia. E non ha mai detto niente di concreto.
Se solo provo a tornare indietro con la mente…
Una gran confusione, lampi di luce nera, verde.
Il verde.
Nei miei sogni ogni tanto qualcuno mi salva tendendomi una mano verde.
Ma non so a chi appartenga. Non appena alzo lo sguardo verso chi tende la mano un forte mal di testa mi sveglia e sento la cicatrice pulsare.
Ma non mi preoccupo molto, non sono mica Harry Potter, no?
Rido della mia battuta.
Peccato che nessuno, a parte me, conosca questo lato del mio carattere.
 
-Rachel, la colazione! Sbrigati!-
-Sì, mamma. Arrivo!-
 
Mi lavo e mi vesto velocemente, questa volta rischio seriamente di perdere il treno.
 
-Buongiorno.-
Sbadiglio vistosamente.
-‘Giorno. Ma sempre queste felpe blu? Togli il cappuccio, fai vedere il tuo bel visino e i tuoi splendidi capelli. Dovrei comprarti più cose colorate. Una maglia rosa, ad esempio. O un altro colore, dimmi tu. ma non nero o blu. Comunque, dormito bene?-
 
Alzo gli occhi al cielo, questa mattina è più attiva del solito.
 
-Quante domande tutte insieme. Sto bene così, mi piacciono questi colori. Forse, qualcosa di verde andrebbe bene! Ultimamente è sempre nella mia mente. E comunque no, sempre lo stesso incubo.-
Sbuffo, ma le sorrido dolcemente.
Eppure vedo in lei uno sguardo cupo, come se fosse preoccupata.
-Che c’è mamma?-
-Niente Rachel, forse il verde non starebbe bene il verde con il tuo incarnato. Ci penso io, non ti preoccupare. Su forza, alla stazione!-
Non è la prima volta che la vedo così, mi nasconde qualcosa.
Prendo lo zaino, la saluto e mi dirigo verso la stazione.
 
Dopo circa un’ora di viaggio in treno arrivo nella città dove frequento l’università.
Ho scelto la facoltà di Lettere, credo mi rappresenti di più.
I libri sono gli unici in grado di capirmi.
Sono miei amici.
Non mi giudicano, non fanno domande stupide.
Preferisco stare con loro piuttosto che con persone che mi considerano “tetra, strana”, io non lo sono, penso solo di essere diversa.
Gli altri hanno paura di me, perché riesco a capire esattamente cosa provano. E quando glielo dico rimangono sorpresi e si allontanano. Si sentono violati nell’intimo delle loro emozioni, ma non posso fare niente, è più forte di me.
 
 Dopo le lezioni resto in biblioteca, è come se assorbissi energia da quei libri antichi.
Non uscirei mai da lì.
Ma devo tornare a casa, da mia madre.
Lei ha solo me.
Anche se fa di tutto per nasconderlo, so che è triste.
 
Mio padre ci ha abbandonate quando avevo pochi anni e ha portato con sé mio fratello.
Io non ricordo il viso di mio padre, nemmeno quello di mio fratello, ero solo una bambina.
Ma l’odio per quell’uomo lo sento anche troppo.
Ci ha rovinato la vita.
Non si è mai fatto vedere.
 
“Meglio così, grazie al Cielo.”
 
Mi sembra di risentire quelle parole di mia madre.
Certe volte mi chiedo quanto un uomo possa far male.
Un uomo.
Anche se… per come ne ho sentito parlare, non sembra affatto un uomo, ma un mostro.
Mi dico che è normale, ha provocato tanto dolore.
 
Il sole sta per tramontare, è ora che torni a casa.
Riprendo il treno. È super affollato oggi.
Durante il viaggio rileggo il mio libro preferito, “Enciclopedia magica”, una raccolta di storie sui più potenti maghi di tutto il mondo.
Sono solo favole e leggende ma la magia è così affascinante.
 
Purtroppo non riesco ad immergermi nella lettura, un po’ per la confusione ma soprattutto perché sento due occhi che mi fissano.
Lentamente alzo lo sguardo, un ragazzo con pantaloni neri e maglia rosso fuoco mi sta guardando da più di mezz’ora.
I suoi capelli sono neri come la pece, disordinati.
E i suoi occhi di un azzurro intenso.
Ma appena i nostri sguardi si incrociano, lui indossa un paio di occhiali da sole scuri.
Il suo viso mi sembra stranamente familiare.
Ma non ricordo…
Una fitta alla testa mi impone di lasciar perdere quel ragazzo, anche perché sono giunta nella mia città.
Appena scesa mi volto verso il treno, per controllare se fosse ancora lì, ma lui non c’è più, sembra essersi volatilizzato.
Faccio un respiro profondo e mi dirigo verso casa.
 
Dannazione, dove ho messo le chiavi? Inizio a scavare nello zaino.
Ah eccole lì, sotto i miei libri.
 
Apro piano la porta, sento mia madre parlare, vado in cucina ma non c’è.
Sto per chiamarla ad alta voce, quando la vedo, è in camera da letto, seduta, con lo sguardo rivolto verso il balcone.
Io sono alle sue spalle, non si è accorta di me.
Noto che è al telefono.
Poi all’improvviso si alza.
 
-Oh no! È scappato? Proprio ora che Rachel sembra ricordare qualcosa. Non ci voleva. Dovrà stare in casa ventiquattro ore su ventiquattro. Non c’è altra soluzione.-
Pausa.
-Grazie per avermi avvisata. La terrò al sicuro. Avvisami se ci sono novità.-
 
Resto completamente immobile durante tutta la telefonata.
Chi è scappato?
Mia madre vuole tenere al sicuro me? Da cosa?
Le domande si affollano nella mia mente e non riesco a fermarle. Devo sapere.
 
Si gira pensierosa verso la porta e quando mi vede per poco non ha un collasso.
 
-Ra…Rachel. Da quanto tempo sei qui, piccola?-
 
-Chi è scappato, mamma? Sono in pericolo? Cosa mi nascondi?  Cosa c’entrano i miei ricordi?-
 
Tremo di rabbia, stringo i pugni e sento che delle lacrime stanno uscendo furiose.
Io le racconto tutto e lei non mi dice niente.
Non ha mai voluto approfondire il perché io non ricordi la maggior parte della mia vita, e io l’ho sempre assecondata.
Ma questa volta devo sapere.
Non resterò lì a guardare e a far finta di niente.
Non oggi.
Voglio una spiegazione.
 
 











 
 
 
 
 
 
 
 
Nota: cosa pensate della storia? Spero di avervi incuriosito. Nei prossimi capitoli si illustrerà la situazione che stanno vivendo gli altri Titans.
Se vi va, ditemi cosa ne pensate!
A presto!
 
 
 
  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > Teen Titans / Vai alla pagina dell'autore: Diotima_