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Autore: Mail Keehl    02/09/2016    0 recensioni
La missione in Edonia e la perdita di molti dei suoi uomini, sconvolgono la vita del capitano Chris Redfield che colto da un'amnesia scappa dal suo passato, abbandonando la BSAA; Piers Nivans compreso, la sua spalla destra, il suo miglior soldato.
Il giovane si ritrova a farne le veci e con il resto della squadra si impegna nei mesi successivi a ricercare e trovare il loro capitano. Ma quei mesi di assenza hanno cambiato quest'ultimo, che si mostra loro completamente diverso dall'uomo valoroso che li ha allenati e per cui hanno sempre messo in discussione la vita.
Piers ripercorre in prima persona gli avvenimenti di Edonia, quando ancora era al fianco del suo capitano; per poi descriverne il ritrovamento, e scoprire infine che lui è stato l'unico sopravvissuto della sua amnesia. L'unico uomo che nonostante la lontananza Chris non ha mai dimenticato.
Il giovane, scoprirà infine anche un altro segreto a lui completamente ignoto, che però Chris sembra ricordare molto bene...
Genere: Guerra, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Chris Redfield, Piers Nievans
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2
{ COME BACK HOME, CAPTAIN }

 

Un altro giro.
Ed ora sono qui. Approdato nuovamente in Europa, ancora immerso nelle ricerche.
Ma questa volta gli sforzi della BSAA hanno portato ad ottimi e concreti risultati. Siamo vicini al nostro obbiettivo. Lo teniamo d'occhio. E’ nelle nostre mani. Finalmente.
Me ne resto in disparte, in questa sorta di bar, mangiando qualcosa al banco. Seduto poco distante da lui. I miei compagni, partiti in viaggio con me dall’America, sono seduti ai tavoli vicini, osservando a loro volta la situazione. Il compito più arduo spetta a me. Quello di avvicinare il bersaglio e di instaurare un contatto diretto con lui.
Onestamente, ci aspettavamo qualcosa di diverso, ma dobbiamo accontentarci.
Ascolto concentrato ogni dialogo; ogni singola parola che dice.
La tua voce è forse l’unica cosa che non è cambiata in questi sei mesi.
Penso tra me e me.
Ora che siamo qui non può sfuggirci, è nel nostro mirino. E il bello è che non ci ha nemmeno riconosciuti. Siamo semplicemente spogli delle nostre uniformi militari, ma non abbiamo il volto coperto.
"Sei completamente assorto nel tuo mondo… capitano."
Apprendo che l’amnesia nel tempo dev’essere peggiorata.
E’ difficile trovare una buona bistecca da queste parti. Non come a casa.
Dico girandomi verso di lui e accennando un sorriso impercettibile mentre la barista versa dell’altro liquore nel suo bicchiere già fin ora troppe volte riempito sino all’orlo. Mi guarda. Ma le mie parole in lui non hanno scaturito nulla. Comprendo. Mi vede come un perfetto sconosciuto e di conseguenza mi ignora, senza degnarmi di una risposta.
Riempilo tutto.
Dice rivolgendosi autorevole alla ragazza in divisa, dopo aver guardato disgustato il bicchiere mezzo pieno.
“Ne hai bevuto abbastanza.”
Dice lei. Ha un bel carattere la barista. Una delle poche donne, o forse delle poche persone che hanno il coraggio di imporsi a Chris Redfield e a quel suo fare intimidatorio.
Ascolta dolcezza, tu sei qui per versare da bere e farti guardare. Quindi perché non chiudi la bocca?
Mentre lei rimane ad ascoltare le sue parole, lui le sfila senza dover faticare troppo la bottiglia dalle mani e si riempie il bicchiere completamente. Un’altra goccia sarebbe bastata a far fuoriuscire il liquore, sporcando il bancone.
Eppure questi atteggiamenti atipici del capitano, indispettiscono la ragazza che senza porsi problemi afferra lo stesso bicchiere colmo di liquore e con un gesto sfrontato glielo riversa completamente in volto.
“E tu perché diavolo non esci dal mio bar?”
Gli lancio un’occhiata per vedere la sua reazione, sperando non sia brusca.
Non ho dove andare.
Fa spallucce, alzandosi dallo sgabello con aria desolata. Si volta, portando con sé la bottiglia. Passa dietro di me. Vorrei continuare ad osservarlo, ma dovrò farlo con cautela. So che con me, ci sono anche gli altri e nessuno lascerà che esca fuori di qui. Non senza di noi. Non può scappare per sempre dal suo passato.
“Hey. La ragazza ti ha chiesto di uscire.”
Un uomo, probabilmente con buone intenzioni, va verso di lui, dicendogli di uscire dal bar, nel tentativo di mettere pace. Ma Chris non lo ascolta. Senza curarsi di lui lo supera, urtandolo spudoratamente con aria strafottente. Mi giro, osservando disinvolto la scena.
L’uomo gli poggia una mano sulla spalla per richiamare la sua attenzione.
“Ho detto: lei ti ha chiesto di uscire.”
Non appena termina la frase, il capitano con le sue doti da combattente e il suo fisico prestante che ancora possiede, si volta di scatto, lo afferra e lo scaraventa su un tavolino, bloccandogli un braccio dietro la schiena. Poi, trasforma in un’arma contundente la bottiglia svuotata del liquore che si stava portando dietro, per colpirlo sulla testa calva.
Ma io mi faccio avanti prontamente, prima che possa coinvolgere tutti in circostanze tragiche e far del male ad un civile.
Gli afferro il polso, impedendogli assolutamente di percuoterlo e così di ucciderlo. Conosco la sua forza e con quella bottiglia avrebbe potuto spegnere quell'uomo in pochi istanti.
Chris volta la testa di scatto, dietro di sé, incrociando i miei occhi. E’ incredulo.
Provo una sensazione strana nel rivederlo così; guardandolo negli occhi come fossimo solo dei perfetti sconosciuti.
Non avrei mai pensato di trovare Chris Redfield buttato in un posto di merda come questo.
Si scosta, facendo qualche passo indietro e barcollando, con ancora in mano quella bottiglia. Lo fisso amareggiato; mi fa pena.
Chi diavolo sei tu?
La sua voce seccata è una lama nel cuore per me e per la sua BSAA. Non ricorda proprio nulla. Ma resto serio, impassibile, nascondendo il mio dispiacere.
Si lascia cadere su una sedia, poggiando la bottiglia sul tavolo e sorreggendosi ad essa, con la testa bassa. Avvicino anche io una sedia e spostandola con gentilezza, mi accomodo di fronte a lui.
Piers…
Gli dico il mio nome.
Piers Nivans.
Aggiungo anche il cognome, proprio come la prima volta che mi presentai, il giorno in cui decisi di arruolarmi.
Lui scuote la testa senza senza neanche alzare gli occhi per guardarmi. E’ quasi ubriaco. E il suo sguardo rimane basso.
Mai sentito.
Nonostante il rammarico, prendo il cellulare dalla tasca, ho un piano B.
E a proposito di questo?
Cerco ciò che voglio mostrargli, servendomi del touch screen.
Questo l’hai sentito?
Gli punto davanti agli occhi una foto nitida delle fiamme che avvolgono la città di Tall Oaks e del disastro che la sta divorando senza pietà.
Che cos’è questo?
Mi domanda lui impressionato, osservando la foto.
Non ricordi davvero niente, non è vero?
Osservo il suo sguardo perso. Faccio qualche secondo di pausa. Poi, sono costretto a dirlo irriverentemente.
Bio-terrorismo.
Chris strizza gli occhi, visibilmente provato.
Bio…
Sussurra. Poi geme, toccandosi la testa, come se una forte emicrania lo avesse colpito senza preavviso.
Non puoi nasconderti dal tuo passato, Chris. Non importa dove vai o cosa fai.
E' disorientato, confuso.
Chi sei tu? Cos’è questo?
Mi chiede nuovamente. Questa volta con un tono molto inquieto. Non posso sentirlo, ma penso che ora il suo cuore stia battendo forte e che i ricordi gli stiano riaffiorando alla mente man mano, sotto forma di flash, di singoli momenti.
Ok… non ti ricordi di me?
Un po’ ammetto di esserci rimasto male. Avrei sperato che quantomeno dopo avermi parlato per un po’, si sarebbe ricordato di me. Gli sono stato sempre accanto e ho sempre messo in discussione la mia vita per salvare la sua. Ma comprendo il suo stato pietoso. Cerco velocemente e con insistenza altri file da mostrargli sul mio telefono cellulare.
Bene. E cosa sai di questo?
Ancora una volta la realtà gli si piomba duramente negli occhi.
"Mi spiace, Chris. So che ti fa male, ma devo farlo."
Rifletto. Gli mostro i nomi, le facce e la data del decesso dei quattro uomini che sono rimasti vittime quel maledetto giorno in Edonia, quando io e lui ci salvammo per miracolo. Andy Walker, Carl Alfonso, Ben Airhart e lui… Finn Macauley.
Distoglie per un attimo lo sguardo. I suoi occhi si sono rimpiccioliti. E’ accigliato.
Guarda!
Insisto, ma è deciso a non voler volgere lo sguardo al piccolo schermo. Fissa il pavimento, senza rispondermi. Questo mi irrita abbastanza da farmi spazientire. Sbatto il pugno destro sul tavolo, provocando un frastuono. Di scatto mi alzo dalla sedia, facendone scivolare i piedi di legno rumorosamente sul pavimento e infine gli pianto il cellulare dritto in viso senza dargli scelta.
Ho detto GUARDA!
Alza lo sguardo intimidito.
Questi erano i tuoi uomini! Gli uomini che sono morti sotto il tuo comando! Devi a loro il tuo ricordo, Chris. Se ti allontani ora, questo loro sacrificio non sarà servito a niente!
Ancora una volta strizza gli occhi. E’ agitato.
BASTA!
Esclama rabbioso, colpendomi con forza il braccio per allontanare quel cellulare che riesco per un pelo a tenere saldo in mano, evitando che potesse cadere rovinosamente sul pavimento. Geme nuovamente, mostrando la sua disperazione e quel dolore che sta riaffiorando, tornando in superficie, nei suoi ricordi reconditi. Mi siedo nuovamente, lasciandomi andare e tirando un sospiro.
Dannazione!
Faccio un istante di pausa, tenendo gli occhi fissi su di lui e la sua sofferenza.
Sei mesi a cercarti e questo è quello che trovo!
Colpisco stizzito e con rabbia, una bottiglia di ketchup sul tavolo, facendola cadere e rotolare. Cala il silenzio tra noi. Sono arrabbiato e addolorato anch’io ma tento di contenermi.
Chris, non puoi non ricordare niente… non puoi.
Penso, mentre mi guardo attorno. Non sapendo più cosa fare.
Inizio a temere che l’amnesia in questi sei mesi di tempo sia avanzata tanto da demolire completamente i suoi ricordi, mangiandoli.
BSAA…
La voce bassa di Chris che pronuncia la sigla della nostra alleanza, attira immediatamente la mia attenzione. Mi volto, lo guardarlo e lo vedo intento a fissare la toppa sul mio braccio, cucita esattamente sulla mia giacca personale. Faccio un respiro, mi calmo e penso che forse non devo più rivolgermi a lui con un tono aggressivo. Che stia ricordando?
Sì. E’ alla BSAA che appartieni.
Gli dico con più tranquillità, guardandolo profondamente negli occhi.
Tutti ti aspettano.
Tutti?
Mi chiede interrogativo, con lo stesso sguardo intimorito di un bambino che ha perso sua madre.
Faccio segno di sì col capo, voltandomi a guardare gli altri che si alzano dalle loro postazioni e raggiungono il nostro tavolo, rimanendo in piedi dietro di me. Siamo tutti in borghese.
Siamo venuti a riportarti indietro, capitano. In un modo o nell’altro.
Il mio tono è fiero. E mi sento molto più rilassato. Quel logo che porto sempre con me e che poteva sembrare tanto inutile è servito invece molto più di quanto immaginassi. E forse, chissà, se non fosse stato per quella toppa… Chris non si sarebbe mai ricordato nulla, sebbene in alcuni frangenti sono certo che ha avuto qualche flash del suo passato. Lo si leggeva nei suoi occhi che da spenti riprendevano a luccicare.
I ragazzi dietro di me si mettono sull’attenti, agli ordini del loro capitano. Fieri quanto me di averlo ritrovato.
A quel punto, lentamente mi alzo anch’io mettendomi in riga con a loro. Sento di essere tornato al mio posto. Al posto di soldato, quale sono sempre stato, pronto ad eseguire gli ordini del mio capitano. Non dico di essermi scrollato di dosso ogni responsabilità, ma adesso che c’è lui potrò avere anch’io come gli altri il mio punto di riferimento.
Chris, ci sta guardando in silenzio uno ad uno negli occhi, probabilmente nel tentativo di focalizzare i nostri volti e di ricordare i nostri nomi. I nomi degli uomini che con tanti sforzi ha fatto divenire soldati valorosi, pronti a tutto per salvare il mondo. Questa è la BSAA di Chris Redfield.
I suoi occhi color nocciola diventano lucidi mentre ci osserva come un orfano che ritrova la sua famiglia. Ed è questo che sta succedendo: stiamo riportando il capitano a casa.
Riesco a leggere nel suo sguardo i suoi ricordi. Le ferite indelebili che si porta dietro e che ha dimenticato, un po’ per volere proprio e un po’ per via delle percosse di quel mostro. Quel mostro che poco prima di trasformarsi era il nostro indispensabile soldato Finn.
Ora torneremo tutti a casa, capitano. La sede della BSAA ti aspetta. Abbiamo nuove missioni da svolgere.
Il capitano non riesce a dire nulla. Possiamo capirlo. E’ in uno stato confusionale.
Ma ora ci sono io a prendermi di nuovo cura di lui e a farlo riabilitare. E’ il minimo che possa fare. Non gli sarò mai abbastanza riconoscente per ciò che mi ha fatto diventare.
Fa per alzarsi, ma barcolla pesantemente, rischiando di perdere l’equilibrio. Afferro il suo braccio per aiutarlo. Questa volta non è freddo e non si scosta da me. Ha capito che siamo tutti qui per lui, per aiutarlo e per riportarlo sulla retta via. Non siamo e non saremo mai suoi nemici.
Ci penso io a lui. Voi preparate il necessario per ripartire. Siamo diretti in America per fare ricognizione e riorganizzare la squadra. Tra poco tutte le decisioni passeranno al capitano.
Dico sorreggendolo.
Tutti i soldati escono fuori e lascio respirare Chris mentre vado a saldare il conto.
Mi scuso con la barista per il disagio creato, dopodiché faccio segno al capitano barcollante di seguirmi fuori. Una volta usciti lo aiuto a salire in macchina, poi salgo al posto di guida, accanto a lui.
Chissà se ricordi di quando mi dicesti che ero il miglior autista della BSAA, capitano…
Guardo fisso di fronte a me. Lui è assorto decisamente nei suoi pensieri. L’alcool deve avergli annebbiato la mente. Forse domani, dopo aver riposato, ricorderà qualcosa in più; mi auguro.
Sono le dieci di sera, dobbiamo ricongiungerci al resto della squadra e trovare un posto per riposare, domattina ripartiremo all’alba.
Mentre giro la chiave dell’auto e metto in moto, noto il vetro che viene decorato da piccole gocce d’acqua.
Piove. Fantastico, ci mancava solo questa!
Aziono i tergicristalli e asciugo man mano l’acqua dal vetro. Sospiro. Poi partiamo, mentre lo sguardo di Chris rimane inchiodato al di fuori del finestrino, come affascinato dalla pioggia leggera che che fuori dall'auto bagna l'asfalto.




 

{ N O T E }

Ecco anche il secondo capitolo.
Poiché tutto sommato la trama del gioco sono riuscita ad apprezzarla (benché io la ritenga troppo lontana dai vecchi Resident Evil!) prendendola per ciò che era, mi ispirava l'idea di mettere per iscritto alcuni dei filmati, così da collegarli anche nella scrittura, per ricamarci un po' sopra e dare anche una svolta leggermente diversa ai fatti...
Anche in questo caso mi scuso anticipatamente per eventuali errori commessi nella stesura. La stanchezza gioca brutti scherzi! (≧∇≦)
Spero gradiate la lettura.
Chù ~

   
 
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