Uno strano potere
«Di nuovo in ritardo, Lisa.»
La
mia professoressa mi guardò in cagnesco, una punizione, questa
volta, non me l'avrebbe tolta nessuno.
Tenni
lo sguardo abbassato con l'aria imbarazzata, come al solito, i miei
compagni mi ridevano dietro.
Ogni
giorno, sempre la stessa scena.
«Vuoi
fare i compiti extra o lavare i pavimenti?» domandò ironicamente
una delle mie compagne.
Non
osai rispondere, almeno per non peggiorare la situazione.
Rei
ed Ami erano le uniche ragazze che non parlavano anzi, si sentivano a
disagio nel vedermi avvilita.
Ero
sempre sola.
Usagi
e le altre volevano approcciare con me e, come sempre, non mi facevo
avanti e stavo in disparte.
I miei compagni di scuola m'ignoravano completamente, era come se non fossi lì con loro.
Un
fantasma. Ho detto tutto.
Mentre
mangiavo una mela verde, Rei mi venne incontro e si sedette accanto a
me.
«Lisa,
perché te ne stai qui?» mi domandò.
«Nessuno
mi vuole – risposi con lo sguardo abbassato – l'unica cosa su cui
posso contare è la solitudine.»
«Ci
siamo io e le altre ragazze, non è il caso di dire così.»
Mi
sorrise.
Non
potevo ricambiare quel dolce gesto amichevole, l'unica persona che
ebbe il coraggio di sorridere davanti a me.
«Sei
davvero buona, Rei.» la guardai con un sorriso.
***
Tornai
a casa sconsolata. Decisi di farmi una doccia veloce e andare in
camera mia a studiare per il prossimo esame.
Di
colpo, trovai un braccialetto luminoso con due piccole biglie viola e azzurro.
Non
appena le toccai, cominciarono a fluttuare davanti a me e ad
illuminarsi sprigionando una luce abbagliante.
Apparve
l'immagine di una galassia e una strana scritta, la lessi ad alta
voce.
«Potere di Andromeda, vieni a me.»
Di
colpo, la luce divenne sempre più forte e cominciai a sollevarmi da
terra.
I
miei capelli bruni e lunghi diventarono azzurri raccolti in una coda
alta, il fermaglio era ricoperto di brillantini e piccoli rubini.
La
mia uniforme scolastica cambiò forma diventando azzurro, blu e
bianco.
I
bordi della gonna erano d'argento, le maniche si accorciarono e
diventarono di un azzurro chiaro brillantinato.
Apparve
un fiocco blu scuro stellato e, al centro, si attaccarono le due
biglie.
Le
mie ballerine rosa diventarono delle scarpe col tacco blu scuro
legate insieme ad un nastro bianco e sulla mia fronte apparve una
tiara d'oro.
Ritornai coi piedi a terra con quello strano vestito addosso e quel colore di capelli assurdo. Mi sentii una persona nuova.
«Che
cosa è successo?» domandai intontita.
Una
strana voce mi rispose.
«Sei
diventata Sailor Y, la paladina della giustizia della galassia
Andromeda.»
Mi
guardai davanti lo specchio affascinata, ero diventata davvero una
guerriera Sailor?
«Perché
proprio io?»
La
voce rispose.
«Sei
una ragazza particolare, dentro di te si nasconde una coraggiosa
guerriera.»
Distolsi
lo sguardo.
«Non
è vero.»
Lo
specchio rifletteva una ragazza dal carattere fragile. Una fifona che
aveva paura di tutto ciò che vedeva intorno a sé.
Come
poteva quella voce dire il contrario?
«Devi
solo liberarti da te stessa.»
Furono
le sue ultime parole.
Ero diventata una guerriera.
Una
scoraggiata come me non poteva esserlo, i cattivi avrebbero riso di
me.
Mi
sembrava un'illusione.
«Se
questo è un sogno, svegliatemi.»