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Autore: Haley_V    07/09/2016    3 recensioni
Pensò che forse poteva avere un lieto fine.
Pensò che forse, si meritava la felicità anche lei.
Pensò che forse non era destinata a perdere tutto. E tutti.
Pensò che finalmente poteva amare senza paure.
(...)
Il loro era Vero Amore. (...) Ma dopo l'eccitazione del momento, la felicità della scoperta, cosa rimaneva? Perchè sentiva quel senso di vuoto, quando camminava per casa?
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Essere buoni.

Era un obbiettivo che Killian Jones aveva deciso di perseguire dal momento in cui aveva incontrato Emma Swan.
La sua vita, da quel momento, era stata segnata dal voler essere un uomo migliore per lei.

Col senno di poi, quello che era successo tra loro, viaggiando tra Storybrooke, Camelot e l'Oltretomba, aveva solo marcato una cosa.

Quanto si sentisse impotente rispetto a quello che lo circondava.
Si era detto più volte che forse, il motivo per cui era ritornato dal regno dei morti, era quello di aver aiutato Emma a sconfiggere Ade, di aver aiutato come poteva per portare nella loro grande famiglia un lieto fine. Ma una parte di lui, la stessa che per anni lo aveva convinto di non provare nemmeno a cambiare per nessuno, la stessa che gli aveva fatto compagnia durante la sua prigionia, da quando la lama di Excalibur lo aveva trasformato nel Signore Oscuro, continuava a ripetergli che tutto quello che credeva di aver fatto, tutto quello che credeva di essere, in realtà era il nulla. Lui in realtà non aveva fatto niente, era soltanto il burattino di una grande recita, diretta dall'alto da un deus ex machina che aveva riequilibrato l'universo al posto loro. E dopo l'euforia di aver stretto di nuovo Emma tra le braccia, di aver asciugato le sue lacrime ancora una volta, di aver toccato di nuovo le sue labbra, di essersi beato di quelle due piccole parole che aveva pregato uscissero dalla sua bocca per tanto tempo, di quel "ti amo" fin troppo desiderato, e finalmente sussurrato con calma, senza paura, senza fretta, al suo posto era tornata una piccola parte di oscurità. Non palese, quanto quella della magia nera, ma più infima, più subdola, nascosta nel suo essere, nel più profondo meandro della sua anima. Quella piccola bestia nera che gli sussurrava  leggero all'orecchio che "Lei non ti ama davvero" "Lei non ti merita" ogni volta che vedeva Emma salire stanca nella loro camera da letto per andare a dormire.


In trent'anni di vita, probabilmente Emma non aveva mai pianto così tanto come aveva fatto negli ultimi mesi. Più volte una parte di lei si era chiesta se ne valesse davvero la pena, se fosse sicuro per lei esporsi così, e soffrire alla luce del sole. Il fatto era, che per troppo tempo si era lasciata logorare dal dolore che con nessuno sentiva di poter esprimere, e quando era arrivato Killian, sentiva finalmente di aver trovato qualcuno che potesse sopportarla, con ogni momento "Buono" e momento "Cattivo".

Quando l'aveva visto tornare dal regno dei morti, quando l'aveva visto vivo, accanto alla sua stessa tomba, stupito forse più di lei, la sua mente si era letteralmente disconnessa. L'unico pensiero ricorrente ripeteva in loop le stesse tre parole:
"Killian, sei vivo."

Pensò che forse poteva avere un lieto fine.
Pensò che forse si meritava la felicità anche lei.
Pensò che forse, non era destinata a perdere tutto. E tutti.
Pensò che finalmente poteva amare senza paure.

Ma dopo, dopo l'euforia di averlo stretto di nuovo tra le braccia, dopo l'isterica felicità di non dover piangere sulla sua  tomba, di non dover dormire di nuovo da sola, di non dover far finta che tutto andasse bene, di non dover piangere un posto vuoto, era tornata la paura. La paura di aver sbagliato tutto, la paura di perdere ancora, la paura di provare rancore, la paura di subirlo.

Lui l'aveva lasciata.
Ma lei l'aveva ucciso.
Lui si era sacrificato.
Perchè lei lo aveva trasformato in una cosa orribile solo per salvarlo.
Lui voleva passare oltre.
Lei lo aveva convinto a non farlo.
Lui l'aveva convinta a lasciarlo lì.
Ma poi era tornato.


Era questo che scorreva nella sua mente, ogni volta che si ritrovava a pensare da sola. Una parte di lei pensava al terrore provato nei sotterranei dell'Oltretomba, alla paura più pura nel vedere Killian lasciare la sua mano per chiuderla nell'ascensore, alla disperazione nel vedersi salire lontano da lui, e la rabbia per il suo "Dovrai salire senza di me, Swan." "Sapevo fin dall'inizio che non sarei potuto tornare con voi."


Non mettere di nuovo la tua armatura soltanto perchè mi perderai.


Un piccolo tarlo nella sua testa, la trapanava ripetendole che era stato un egoista a chiederle di farlo. Che era stato vile da parte sua pretendere che semplicemente imparasse a non avere paura di essere vulnerabile senza di lui. Che fosse crudele pretenedere che riuscisse ad andare avanti senza di lui.
Ma d'altronde, era la stessa cosa che gli aveva chiesto lei.
E lui ci stava riuscendo.
E poi era tornato.
E le era sembrato di tornare a respirare.

Il loro era Vero Amore. Ormai era conclamato. Condividevano la più rara e potente magie di tutte. Beh, visti i precedenti, la cosa poteva avere un senso.
Ma dopo l'eccitazione del momento, la felicità della scoperta, cosa rimaneva? Perchè sentiva quel senso di vuoto, quando camminava per casa?

I primi giorni, li avevano passati a letto. Per due intere giornate avevano dormito stretti, fino a star male. Lui la stringeva, lei lo teneva stretto, terrorizzata all'idea che potesse volare via. E piangeva, nel sonno, quando ogni tanto un incubo la prendeva nel cuore della notte. E lui era sempre lì a cullarla, fino a farla calmare e tornare a dormire.

Dopo una settimana, continuavano a dormire abbracciati. Non riuscivano a farne a meno.
E facevano sesso, tanto sesso.
Le prime volte era stato vorace, chiassoso eppure silenzioso, muto, agitato, aggressivo. Poi aveva cambiato ritmo, diventando indispensabile, disperato, riparatore.

Gli incubi di Emma non erano finiti. Probabilmente non sarebbero finiti mai. E Killian c'era sempre, continuava ad esser pronto a qualsiasi reazione, pianto, urlo, risveglio improvviso. Non batteva ciglio.

Spesso però, ne aveva anche lui. Ogni tanto Emma si fermava ad osservarlo nella penombra, sudato e col respiro affannato ed irregolare dopo che si era alzato di scatto nella notte tentando di non svegliarla. Una volta sussurrò di rimando, chiedendogli se stesse bene, e lui rispose, sorridendo, che stava bene. Che andava tutto bene.
Ed Emma annuiva, pur avendo visto gli occhi lucidi. Allora fingeva di rimettersi a dormire, tendendo la mano verso la sua, che Killian subito stringeva.

Da allora in poi, era come se tentasse sempre di evitarlo. In realtà partiva tutto in maniera abbastanza tranquilla, cenavano insieme, guardavano la tv abbracciati sul divano, si scambiavano qualche carezza. Ma poi il pirata prendeva l'iniziativa, tentando di parlare con lei.

"Non pensi dovremmo parlarne?"
"Di cosa?" sussurrava, contro la sua spalla.
"Beh... di quello che abbiamo passato. So che non dormi bene la notte, e.."

Ma Emma era abile a svignarsela, tagliare corto e cambiare argomento. Così scattava in piedi, lo guardava con sguardo ammaliatore, e come se non avesse minimamente parlato per primo, miagolava un "Che ne dici se parliamo di sopra?"

E così facevano l'amore.
Erano sere e sere che andava avanti così, e, non che si dispiacesse di unirsi a lei ogni notte, ma quel muro che aveva promesso di distruggere, sembrava fosse stato eretto più spesso di prima.

Emma non riusciva ad affrontarlo. Era come se stesse vivendo in uno stato di apatia, come se aver vissuto tutte quelle emozioni tute assieme l'avesse esaurita. Ed ora non provava niente. O almeno fingeva bene. Aveva costruito un nuovo muro, stavolta più resistente, che se non si fosse decisa in tempo a demolire avrebbe creato molti più danni.
Così si sfogava in altri modi. Così entrambi comunicavano senza realmente farlo, attraverso occhiate, gesti, attraverso i loro gemiti, la fame dei loro corpi che si univano ogni sera, attraverso le lacrime che, inevitabilmente, bagnavano i loro corpi nudi dopo il coito.
Senza riuscire a cacciare realmente via il problema.

Una volta fu peggio delle altre. Come spesso accadeva fu Killian a svegliarsi nel cuore della notte, affannato e madido di sudore; questa volta, Emma lo sentì chiaramente piangere, piangere e singhiozzare; ma come le altre volte, non fece niente. Si girò, senza parlare, e allungò la mano verso di lui. Sentì le dita della sua mano sfiorarla, ma ritrarsi, tremanti.

Quella notte, dormirono dandosi le spalle.

Era fatta, pensò Emma la mattina dopo, svegliandosi con una brutta faccia e un gran mal di testa, stavolta era davvero finita. Non sarebbero tornati indietro. Dato i precedenti, era convinta che dopo gli ultimi tempi il loro rapporto fosse ormai arrivato agli sgoccioli. Erano fossilizzati, intrappolati al punto di partenza, e non riusciva a vedere via d'uscita. Cercò di soffocare un attacco di panico al pensiero di perderlo un'altra volta, e stavolta davvero per sempre.

Si alzò, di malavoglia, guardò Killian dormire, e sospirando scese in cucina.
Passò molto prima che Emma potè vedere il pirata. Apparentemente aveva dormito tutta la mattina, e di questo una parte di lei ne era grata. Meno lo vedeva, quel giorno, meglio era per entrambi.
Si immaginava già il suo sguardo ferito, i suoi sospiri di rassegnazione, le sue occhiate di dolore. E quel giorno proprio non poteva reggerli.

La giornata passò lentamente, ed Emma si trascinò durante essa. Di Killian non aveva visto nemmeno l'ombra, e pensò seriamente che avesse deciso di evitarla.

Era seduta sul portico del giardino, a fissare il cielo nuvoloso davanti a se. Sospirava, e ogni tanto chiudeva gli occhi, lasciandosi cullare dal vento carico di pioggia.
Ad un tratto, una mano le toccò la spalla.

"Dobbiamo parlare."
Alzò lo sguardo, seppur riluttante, verso Killian, che la guardava pieno di risolutezza.
Non voleva parlare con lui, ma il fatto che almeno non la stesse davvero evitando era già qualcosa. Sebbene quella richiesta così secca non migliorava la situazione.

"Di cosa dovremmo parlare?" Sospirò.
"Ti conosco da tempo sufficiente da capire che con te a un dato punto non servono le parole gentili, Swan, ma solo la verità. E sento che se non fsarò brutale, ti perderò."
Cercò di ignorare il dolore nei suoi occhi mentre lo diceva.
"Vai avanti." Annuì, anche se per niente convinta.
"Mi stai evitando. Un'altra volta."
"Beh, a dire il vero-"
"Non c'entra il sesso Swan, e nemmeno tutto il resto. Tu mi eviti. Sei con me ma non realmente con me. Ogni volta che cerco di mettere in mezzo certi argomenti tagli corto, scappi, cambi argomento, ti rifugi nel sesso. E per quanto non ti rifiuterei mai, il tuo comportamento è solo dannoso."
"Spiegami perchè sarebbe dannoso. E non ti sto evitando, sto cercando di tornare alla normalità. Tutto qui."
"Chiami normalità parlare con me solo mentre facciamo l'amore? Chiami normalità guadarsi a malapena in faccia se non per mangiare insieme o baciarci? No Swan, tu ti stai rifugiando di nuovo nel tuo piccolo mondo. E si, un tempo ti ho detto che mi piacevano i tuoi muri, mi piaceva essere in grado di abbaterli, ma sento che cerch in tutti i modi di impedirmelo. E non capisco il perchè."

C'era dolore nelle sue parole. E paura. E ansia. Ed Emma non riusciva a sostenerlo. "Io sto bene, Killian."
"No. No, non è vero. E tu questo lo sai."
Emma roteò gli occhi.
"So che continui a fare gli incubi. Non mentire."
"So che ne fai anche tu. Ti sento piangere. Ma quando ti chiedo come stai, cerchi sempre di sminuire tutto. Quindi credo che le colpe siano al 50 per cento."
"è perchè ti ho già causato abbastanza problemi, non voglio ancora darti la noia di assicurarti che io stia bene. Io sono qui. Vero, non sono intero, non emotivamente, ma siamo rotti insieme, Swan. Per questo abbiamo bisogno dell'altro. Tu invece credi di potercela fare da sola, ancora una volta, ma ti sbagli. Così non fai altro che allontanarti ma sai che non c'è motivo di farlo con me. Io non ti lascerò andare via."
"Ma non vado da nessuna parte."
"Allora parlami. Sfogati, urlami in faccia, odiami pure se vuoi, preferisco che tu mi odi, perchè vorrebbe dire che almeno stai demolendo ogni muro. E che ti stai aprendo di nuovo."
"è questo che pensi? Che ti odi?"
"... Questo devi dirmelo tu."

Emma si massaggiò le tempie, cercando di mantenere il controllo di se stessa.
"Senti, è vero, ti sto evitando. Sto evitando ogni tipo di discorso serio perchè non ho voglia di parlarne. Non voglio parlare di come ti ho visto morire, di come ho sofferto pensando di non vederti mai più, di come mi sono sentita al pensiero di rimanere di nuovo da sola, di avere avuto ragione sul non dovermi affezionare più a nessuno, di cosa ho patito per riuscire a trovarti e di tutto il peso che mi sono portata dietro perchè il senso di colpa mi spingeva in basso ad ogni passo che facevo verso di te, per quello che ti avevo fatto, perchè preferivo fare finta di niente piuttosto che affrontarti, perchè-"
"Senso di colpa?" Killian battè le ciglia. "Emma, tu mi hai salvato."
"Ti ho salvato, dopo averti UCCISO."
"Ti ho chiesto io di farlo. Volevo-"
"Sacrificarti per il bene comune, morire da eroe, si, lo so."
Emma sputò fuori quelle parole con tale disprezzo, da stupirsi e spaventarsi da sola per tutta la frustazione che stava tirando fuori. Ma cercò di ignorarla.

"Quel sacrificio," affannò, cercando di trattenersi, "lo hai fatto per causa mia. Sono io che ti ho trasformato nel Signore Oscuro, io ho messo in pericolo la mia famiglia, due volte, ho scatenato le ire di Ade, ho persino causato la morte di-"
"No, Emma, no." Rispose Killian. "Non farlo. Non è colpa tua se Robin è morto, sono stato chiaro?"
"Come fai a saperlo?" Disse, con gli occhi lucidi.
"Perchè non hai costretto nessuno a seguirti. Sono la tua famiglia, hanno deciso loro di venire con te. E credimi, stupisce tanto te quanto me che siano scesi nell'Oltretomba per venire a salvare me, ma... è così. Lo hanno fatto. E Robin verrà ricordato per sempre come un valoroso eroe, che si è sacrificato per la causa più nobile di tutti. L'amore. Ed è una causa per cui ho deciso di sacrificarmi anche io."

"Io invece ho sacrificato te."
"Non è vero. Forse hai sbagliato, si, ma... Emma, chi non avrebbe fatto come te?" Fece un passo verso di lei. "Credo che avrei fatto la stessa cosa se al mio posto ci fossi stata tu."
"Davvero?"
"Ne dubiti?"
Emma chiuse gli occhi, facendo cadere le lacrime.
"Siamo entrambi feriti, Emma. Non siamo più quelli di prima, e questo mi sembra ovvio. Ma la nostra vita insieme, il futuro che abbiamo voluto... è adesso. è un qualcosa che dobbiamo costruire da soli, mattone per mattone, ma insieme. Uniti. Non condivideremo davvero un cuore, ma... sento che in qualche modo, è come se lo fossimo. Una cosa sola. E non intendo lasciarti andare. Perchè ti amo."

Emma adesso piangeva. Aveva preferito evitare di "cacciare fuori le sue emozioni" perchè le temeva, ne aveva paura, non voleva essere debole. Ma con Kilian, aveva imparato che la forza risiede anche nell'affrontare le proprie paure, e qualche volta, essere più vulnerabili.
Si fiondò nelle sue braccia. Pianse sul suo petto, stringendolo come il giorno del suo ritorno.
"Scusa se non ti ho parlato dei miei incubi" sussurrò il pirata, "ma credo avrebbe fatto più male che bene sentire dei mei tormenti"
"Ma stare insieme vuoldire anche questo, Killian." Mormorò Emma. "Me lo hai detto tu. Non avere paura di condividere la tua vita con me."

Ghignò. "Sai sempre come rigirare la frittata a tuo favore, tesoro."
"E mi ami anche per questo." Ridacchiò.
"Già."


(***)


Era sera, ed erano entrambi stesi a letto, abbracciati.
Emma godeva dell'abbraccio di Killian e lui si dedicava ad accarezzarla.

"Comunque non è una gran storia, la mia." Sussurrò all'improvviso.
"Parli dei tuoi incubi?"Chiese Emma, alzando lo sguardo.
"Si... dei miei incubi."
"Non mi interessa, voglio conoscerli comunque."
Killian percorse breve cerchi col pollice sulla pelle pallida della sua spalla, le diede un bacio sulla fronte e sospirò:
"Comincia e finisce tutto con te, Swan."
Lo sguardo della Salvatrice lo incitava a continuare.
"A volte mi capita di vedere il tuo viso. Altre di venire tirato via da te, da non so cosa, come una forza invisibile che ci separa. Altre vedo di nuovo te... Piangere. Mentre i tuoi genitori ti tirano via da me e io vengo portato via."
Mentre raccontava, sentì Emma irrigidirsi. Strinse la presa e la velocità delle sue carezze aumentò.
"è... è per questo con te ne volevo parlare. Ero attanagliato dal senso di colpa. Sogno spesso di te, di come ti ho ... lasciato. E non riesco a sostenerlo. Per questo mi hai, mi hai sentito piangere. Non volevo farti preoccupare ma penso di aver fallito alla grande." Ridacchiò, nervoso.

Emma si mise a sedere. Prese la mano di Killian tra le sue, accarezzandone ogni nocca. Vi posò sopra un bacio, sostando le labbra sulla pelle callosa. Chiuse gli occhi, lasciando scorrere liberamente il dolore di cui ancora non si era liberata.

Quando alzò lo sguardo, i suoi occhi pieni di lacrime incontrarono quelli blu di lui, e senza dire niente, gli accarezzò la guancia e lo baciò, lasciando che la sentisse piangere, senza paura di mostrarsi vulnerabile, ed umana. Lo stesso fece lui, concedendosi qualche lacrima, concedendosi di sfogare le sue paure, e quei demoni interiori che in qualche modo, condivideva con lei assieme al Vero Amore.

Essere buoni.
Killian lo era sempre stato, lo aveva solo dimenticato, finchè non era arrivata Emma a ricordargli chi fosse in realtà, perchè per lei era sempre stato un eroe.











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Non c'è molto da dire. Sono settimane che non ho ispirazione, non sto passando un bel periodo, e anche se all'inizio doveva essere una cosa mediamente angst, e facente parte della raccolta delle canzoni, è diventata quasi 3000 parole di puro e distruttivo angst. E mi dispiace per questo, ha distrutto anche me scriverla, ma stavolta è andata così. Speriamo per la prossima.

Un bacio, e buoni - 20 giorni alla 6x01! <3



NOTE: Questa è una delle sfortunate che è stata pubblicata nel giorno di cedimento dei server di EFP, ragion per cui questa è una ri-pubblicazione. Se avete già avuto la fortuna di leggerla prima che sparisse e ricomparisse sul sito, buon per voi! Altrimenti, se siete "nuovi", spero vi sia piaciuta! xx

xx
Haley
  
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