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Autore: ArtistaDiStrada    12/09/2016    2 recensioni
Il racconto è ambientato dopo la quarta stagione, dove le seguenti stagioni sono rivisitate, perciò POSSIBILE SPOILER. Il branco è quello originario. Erica, Boyd e Allison sono vivi. Allison e Scott non si sono mai lasciati. Derek/Stiles.
Il racconto parla di un Derek assente (ancora per poco) da BH, di un branco spaesato e di uno Stiles alias Mamma Alpha.
Dal testo:
-Ma… cioè… Come? Perché?-
Gli sguardi del branco alternavano da lui a Scott.
-Stava minacciando i miei cuccioli. Nessuno tocca i miei cuccioli.- spiegò il ragazzo scrollando le spalle.
Genere: Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Il branco, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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-Dereeeek!-

Il mannaro per poco non cadde dalla sedia all’urlo. Fino a poco fa stava beatamente leggendo il suo libro, mentre adesso Stiles lo guardava orripilato, ansimando come se stesse per avere un attacco di panico.

-Cos…-

-Cosa, Derek? Sul serio?! Sono le quattro e cinque!-

-E allora?- Derek si pentì quasi subito di aver parlato. Stiles lo stava fissando con uno sguardo omicida.

-E allora?!- sussurrò isterico prima di ricominciare ad urlare: -E allora sono uscito due ore fa, due ore, Derek, lasciandoti così e adesso ritorno e ti ritrovo ancora seduto su quella sedia a leggere! La spesa, oddio… chi farà la spesa adesso? Io non posso, devo preparare qui. O mio dio. Dannato, Sourwolf.-

Il mannaro era rimasto in silenzio, aspettando che l’umano finisse. -Stiles.-

-Stiles cosa? Cosa mangeremo? Cosa dirò? Posso inventarmi qualcosa, certo che posso. Sourwolf, da oggi siamo ebrei. Sì, potrebbe funzionare. Erano loro che non mangiavano per un mese, no?-

-Quelli sono i musulmani.- lo corresse il lupo scocciato.

-Cosa?! E adesso? Potremmo… potremmo…-

-Stiles.-

-Fammi pensare! Non solo mi tocca risolvere i tuoi casini, ci manca che mi interrompi quando cerco una soluzione.-

-Stiles.- ringhiò questa volta Derek.

-E non ringhiare con me, signorino. Guarda te questo… Pensa, Stiles. Pensa.-

-Stiles!-

-Cosa?!-

-La spesa è nel frigo!- ringhiò esasperato il lupo.

Il ragazzo andò ad aprire di corsa il frigo e vi trovò tutto ciò che aveva chiesto fosse comprato. -Oh.-

-Già. Oh.-

L’umano si voltò e lo guardo arrabbiato. -E perché non l’hai detto prima?! Farmi preoccupare per niente.-

-Cos’ho fatto di male? Cosa? Giuro che non era mia intenzione.- mormorò il lupo ad occhi chiusi.

La testa di Stiles fece capolino dalla porta. -Hai detto qualcosa?-

-No.- si affrettò a rispondere spalancando gli occhi di colpo. Il lupo lanciò un’occhiata al libro abbandonato sul tavolo. Stava per prenderlo, aveva appena sfiorato la copertina che sentì Stiles urlare dal piano di sotto.

-Dannati piatti! Dannate posate! Dannati voi e chi vi ha inventati! Ma non possiamo mangiare con le mani? Era così bello...- stava gemendo saltellando su un piede quando Derek raggiunse gli ultimi scalini della scala.

-Cos’è successo?- chiese guardando con un sopracciglio alzato le stoviglie cadute a terra con tutto il vassoio.

-Sourwolf, salvami. Mi vogliono morto, lo so. Lo sento.- piagnucolò saltandogli in braccio.

Quel ragazzino si era abituato troppo ai suoi riflessi da lupo.

-E io cosa dovrei fare?- chiese paziente, continuando a reggerlo. Teneva una mano dietro la schiena dell’umano, mentre l’altra passava sotto le sue gambe. Le braccia di Stiles, invece, gli circondavano il collo.

-Picchiale.-

Derek alzò un sopracciglio nella sua direzione. -Non posso picchiare delle posate, Stiles.-

Il ragazzo parve pensarci su. -Allora sgridale. Usa il tuo fascino Alpha.-

-Il mio fascino cosa? No, lascia perdere. Non rispondere. Piuttosto non pensi che adesso dovresti scendere?-

-No! Loro sono cattive.- si lamentò puntando un dito contro le stoviglie a terra.

Derek chiuse gli occhi e respirò profondamente. Pazienza. Tanta pazienza. -Ma con te in braccio non mi prenderanno sul serio.-

Stiles convenne con lui dato che scese. Il mannaro pensava di aver risolto lì, ma allo sguardo insistente dell’umano, assunse un’espressione terrorizzata. Non può fare sul serio… ma Stiles lo guardava in attesa. Fa sul serio, pensò con orrore.

-Cattive posate.- disse puntando loro contro un dito. La sua dignità era finita sotto terra, dove avrebbe mandato chiunque gli avesse chiesto una cosa del genere, ma Stiles era… Stiles. E sempre il suo Stiles si indicò impaziente. Derek sospirò, gemendo. -E non fate più del male a Stiles…?- provò guardandolo. Cosa mi sono ridotto a fare.

Il ragazzo parve, però, soddisfatto.

-Ora che abbiamo risolto… Prova a raccontare questa cosa a qualcuno e giuro che ti strapperò la gola, con i miei denti.- lo minacciò più terrorizzato del ragazzo. Quello annuì diligente prima di scoccargli un bacio sulla guancia e correre di sopra. Il ragazzo era a metà scala quando Derek si rese conto che era stato lasciato a lui il compito di raccogliere tutto.

-Stiles!-

-Sbrigati, Sourwolf, che è tardi. Qualcuno dovrà pur occuparsene. O vuoi che metta in disordine casa cercando altre posate…-

Il mannaro si lasciò andare ad un ringhio di frustrazione, seguito dalla risata allegra del Compagno.

-Sì, ma calmati: non siamo in ritardo.- lo ammonì preoccupato della sorte della cucina e, non così in fondo, anche di quella del ragazzo.

-Come non è tardi? È tardissimo! Verranno tutti qui…-

-Alle otto e mezza, Stiles!- esplose, mentre la sua mente veniva invasa dai possibili disastri che sarebbero potuti avvenire nelle successive quattro ore.

-Dettagli.- fu tutto ciò che l’umano disse prima di sparire definitivamente in cucina.

 

***



-Peter. Vedo che ti sei degnato di unirti a noi.- commentò Derek con una smorfia di disappunto.

Stiles lanciò un’occhiataccia al Compagno. Peter nell’ultimo periodo non era stato molto presente. Appariva ogni tanto di punto in bianco per poi sparire per lunghi periodi. Il branco ne aveva parlato e a nessuno sembrava andar giù questo nuovo stile di vita dell’uomo. A nessuno eccetto che per Stiles. L’umano stranamente aveva accettato la cosa senza porre domande o buttarsi in ricerche dal dubbio risultato.

Derek sapeva per esperienza che se Stiles, apparentemente all’oscuro di un mistero, si esentava dal cercare una soluzione, voleva dire una cosa soltanto: il ragazzo sapeva già tutto.

-Scusalo. Siamo contenti che tu sia riuscito a venire.-

-È quello che ho detto.- borbottò Derek mal celando una nota di stizza.   

Peter sorrise cordiale, ma appena Stiles gli diede le spalle, si rivolse al nipote con un sussurro. Troppo poco perché l’umano lo potesse sentire, sufficiente invece per il mannaro. -Dovresti prendere spunto dal tuo Compagno, nipote. Sei troppo poco educat… Ahi!-     

-Derek!- Quando Stiles si era girato all’urlo dell’uomo, aveva visto Derek, trasformato completamente in lupo, azzannare la gamba dello zio.

Il resto del branco era rimasto immobile non sapendo quanto in fondo gli convenisse ridere con il loro Alpha trasformato. Stiles, d’altro canto, dopo l’iniziale sorpresa, si era fermato a guardare il proprio Compagno. Il mio lupo coccoloso.

-Il tuo… cosa?- esclamò Scott riscuotendosi. Stiles distolse lo sguardo dal quel quadro surreale, cercando di non prestare attenzione alle urla di Peter sul tessuto dei pantaloni, e si concentrò sul viso divertito dell’amico. Allison stava cercando di nascondere un sorriso con la mano, mentre Lydia ed Erica si stavano lanciando occhiate complici.

-Ho pensato ad alta voce?- capì, tingendosi di rosso alla pacca sulla spalla di Isaac. -Devo… Io devo vedere a che punto sta… Devo vedere. Tanto cosa ne capite voi di cucina, no?- esclamò di getto con una risatina nervosa prima di incamminarsi a passo spedito verso la cucina, ma dopo qualche passo venne, però, affiancato da due vipere di sua conoscenza in cerca di notizie piccanti. Poco, ma sicuro.

-Aspetta, aspetta. Sentiamo, com’è che l’hai chiamato proprio… “coccoloso”, giusto, Erica? Era questa la parola?-

-Ti sbagli, Lyds. Io… io non ho detto proprio niente.- borbottò l’umano, sbiancando.

-Oh, invece era proprio quella la parola.- incalzò la bionda, afferrando Stiles per un braccio. Lydia la imitò subito dopo, prendendolo a braccetto.

-No, sai ci domandiamo questo perché…- iniziò la perfidia in persona guardando per aria.

-Non… non mi interessa.- la interruppe Stiles accelerando. Le due ragazze, però, lo fecero rallentare.

-Il fatto è che ogni volta che Derek si trasformava in un lupo completo…-

-… la situazione non lo rendeva esattamente “coccoloso”. Era coccoloso, giusto?- terminò Erica con un sorrisetto divertito al sussulto che l’umano faceva ogni volta al suono di quella parola.

-Pertanto… in quali altre situazioni hai visto Derek trasformato?- chiesero all’unisono, in trepidante attesa della risposta. Si erano entrambe appese alle sue braccia e lo stavano guardando fameliche. A Stiles sembrava di essere diventato una vittima sacrificale.

-… aiuto.- gemette, guardandosi alle spalle in cerca di supporto.

-Avanti, Stiles. Non lo verrà a sapere nessuno.- lo pregò la rossa, ma Stiles la guardo scettico.

-Lyds, sul serio? Non lo verrà a sapere nessuno? Risparmiati.-

-Oh, avanti. Non fare il guastafeste!- si intromise la bionda facendo pressione con le proprie unghie sul suo braccio.

Il ragazzo sussultò al contatto e lanciò una seconda occhiata al resto del branco. -Ragazzi, vi prego…- gemette con sguardo supplice.

-Amico, sei tu l’Alpha.- gli ricordò Scott alzando le mani.

-Io sono un Alpha.- si ripeté Stiles.

Lydia, a cui se lui fosse o meno l’Alpha poco interessava, lo scosse, richiamandone l’attenzione. -Cosa c’entra adesso questo. Stiles, rispondi alla domanda: in quali altre circostanze hai visto Derek trasformato?-

Queste due sono tremende, pensò riscuotendosi. Stiles, sei l’Alpha. Ma a cosa mi serve, se non riesco neanche a farmi lasciare in pace da queste du… E invece io posso. -Io posso!- Alla sua esclamazione le ragazze si guardarono confuse. -Basta domande.-

Lydia ed Erica però non parve d’accordo. -Ti piacerebbe! Stiles, non costringerci ad essere più dirette. Te ne pentiresti sicuramente.- lo avvisò la bionda divertita.

Il ragazzo, però, chiuse gli occhi e fece un respiro profondo. Ce la posso fare, ce la posso fare, ce la posso fare! -Basta domande.-

Il tono leggermente più basso, una nuova sicurezza nella voce, l’orgoglio che sprizzava da ogni poro per il risultato. Quello era un ordine da Alpha. Nessuno poteva disubbidire a quel tipo di comando.

-Stiles! Che modi sono questi!-

-Mi dispiace, Lyds, ma adesso devo proprio andare.- si liquidò, lasciando impietrite le due ragazze.

Il resto del branco aveva assistito divertito alla scena e Scott lo accolse con un abbraccio. -Grande, fratello!-

-Se proverai a farlo con me, Stilinski… Sei morto.- commentò Jackson con una smorfia e facendo ridere il diretto interessato.

-Tò, guarda. Persino un umano, Alpha da poco, dà ordini migliori dei tuoi.- si sentì dire da Peter e non si fece attendere il ringhio di Derek. -Ancora che parli, tu?!-

Il branco esplose in una risata liberatoria, sapendo che ormai, qualsiasi sarebbe stata la vendetta di Derek, Stiles li avrebbe protetti.

-Derek, non di nuovo… No! Le scarpe, no! DEREEK!-

 

***



-Non me lo vuoi proprio dire?-

-Dirti cosa, Sourwolf?-

Derek si passò una mano sul viso, stanco. Era tutto il giorno che provava a carpire a Stiles cosa combinasse Peter, ma non era giunto a niente.

-Da quando tu e mio zio siete diventati tanto amici?- ringhiò frustato.

-Geloso?-

Derek sbuffò. La cosa che più lo infastidiva era la totale indifferenza con cui Stiles stava rispondendo alle sue domande. Chino sul suo libro, non lo aveva degnato di uno sguardo. -Ti sto odiando.-

-Anche io ti amo, Sourwolf.-

-Stiles!-

-Derek.-

Il mannaro strinse le mani a pugno lasciando che gli artigli perforassero la carne del palmo. Quel dannato ragazzino continuava imperterrito a leggere. Come faceva a starsene tranquillo, mentre lui ribolliva di… gelosia? No, era mera preoccupazione per un membro del suo branco. Non era mica geloso del segreto che tanto accuratamente il suo Compagno stava mantenendo con quel pazzo di suo zio.

-Era un ringhio quello, Sourwolf?-

In risposta il mannaro accentuò il raschiare che aveva preso ad uscire dalla sua gola. -Davvero, Sourwolf? Stai ringhiando?- lo schernì divertito Stiles.

Il ringhio seguente gli morì in gola alle parole del ragazzo. -Perché mi fai questo?-

Stiles sospirò. Quel giorno avevano affrontato quel punto per l’esattezza cinque volte. -Te l’ho già detto. La risposta è la stessa delle quattro precedenti. Davvero, Sourwolf, ti dobbiamo trovare un hobby. Comunque, io non sto facendo niente. Sei tu che continui a chiedere anche se conosci già la risposta.-

-E va bene. Evidentemente non ti fidi di me, se non vuoi dirmelo.-

-Derek…-

-No, va bene. Sul serio. Va tutto splendidamente.-

-Ma smettila! Sembri il personaggio di una delle soap che si vede Melissa. Piuttosto, perché non ti rilassi leggendo un po’? C’è quel libro lì…-

Derek ringhiò. -Non la smetto, invece. E piantala di dirmi che sono nervoso! Sono tranquillissimo e non ho bisogno di leggere uno stupido libro. È tutto il giorno che me lo proponi. Non ti libererai tanto facilmente di me.- esplose, dirigendosi a passo spedito verso la sbarra per iniziare a fare delle flessioni. Stiles sospirò, rassegnato.  


 


-Stiles, ti vedo un po’ preoccupato. Va tutto bene? C’è qualcosa che vorresti dirmi? Un peso… un segreto…-

L’umano cercò di soffocare una risata, ma il risultato non fu altro che grandi scoppi improvvisi d’ilarità, al che il mannaro mise il broncio, guardandolo male. -Scusa… scusa, Sourwolf. Non volevo offenderti. Mi fa piacere anche quest’interesse nei miei confronti, ma lasciati dire che questo è stato il tentativo peggiore della giornata.- riuscì a dire prima di scoppiare a ridere. -Sul serio. Almeno impegnati.-  

-Ti sto odiando.-

-Ma quanto puoi essere romantico.- scherzò il ragazzo, chiudendo il libro che teneva fra le mani e posandolo di fianco. Neanche mezz’ora prima avevano fatto una conversazione identica. Quella storia doveva finire. -Der, leggi un libro. Intanto ti preparo una camomilla, ok?-

-Stiles, non ho intenzione di leggere quello stupido libro! E non ho bisogno di nessuna camomilla…-

-Derek Hale, leggi immediatamente quel libro!- lo interruppe Stiles, esasperato.

L’uomo parve colto di sorpresa dall’ondata di impazienza proveniente dal Compagno, ma fu solo per quella piccola nota di tenerezza che afferrò quel maledetto libro e l’aprì. Quello che vi lesse lo lasciò senza parole e quando alzò lo sguardo vide il sollievo sul viso di Stiles. -Io vado a prepararti una camomilla. Tu leggi.-
 

Tonto di uno Sourwolf. È tutto il giorno che sto cercando di farti capire che non ti posso dire niente, ma questo non vuol dire che non possa scrivertelo. Renditi conto però che, mentre tu eri occupato a fare l’offeso, io ho avuto modo di scriverti questo. Sul serio, la gelosia ti fa male. Sono sicuro che non ti sarai neanche accorto che ho scritto a tua sorella. Sourwolf, abbiamo avuto una conversazione di quasi un’ora!

Cooomunque, priva che mi svieni dalla curiosità, ho deciso di dirti cosa sta succedendo a Peter.

Il tuo caro zietto sta partecipando… rullo di tamburi… a diversi convegni di poesia!! Sorpresa!!!! Chi l’avrebbe mai detto, eh? Un po’ ce lo vedo, però, con quell’aria tormentata. Ad ogni modo mi aveva fatto promettere di non dirlo a nessuno dopo avermi chiesto il permesso di andare. Ma ti rendi conto? Peter- non guardo in faccia a nessuno nei giorni dispari- pezzo di pane in quelli pari- Hale ha chiesto a me, Stiles Stilinski, il permesso. Non mi abituerò mai a questa faccenda dell’Alpha.

Pertanto per farti perdonare (al momento stai facendo le flessioni con un braccio solo… ho perso due chili solo a guardarti… comunque dicevo, ah sì, al momento hai fatto solo questo, non so cosa accadrà più tardi, ma sicuramente ti dovrai far perdonare per qualcosa quindi…) porterai il tuo bel Compagno a cena fuori. Considerando l’andazzo che sta prendendo tutta questa faccenda mi convinco sempre di più che usciremo da casa in ritardo. Ah già, tu non lo sai: ho prenotato io! Perciò vedi di alzare quel tuo sedere lupesco e portarmi a mangiare perché sto morendo di fame ora, pensa a quando leggerai questa lettera… oddio non so se resisterò.

Beh, ho finito. Ricordati di prendere il dolce al ristornate, così da farti perdonare appieno. Io mi fingerò sorpreso.

Il tuo Compagno moolto affamato.

P.S. Sono andato a prepararmi proprio adesso, che poi questo adesso sarebbe l’adesso del tuo tempo. La camomilla non ti farebbe nessun effetto, tanto vale approfittarne per vestirmi. Prendi le chiavi che si trovano nella tasca destra della tua giacca (neanche ti sei accorto che te le ho messe… non farmici pensare), dirigiti verso la porta e aprila. Arriverò subito
.
 

 

***
 


-E quindi come ti ha riconosciuto Peter?-

Stiles prese una buona forchettata di spaghetti prima di rispondere. -Diciamo che non è stata un vero e proprio riconoscimento…-

Il ragazzo si tinse di rosso. Imbarazzo. Cos’è questa storia? Si chiese Derek perplesso. -Stiles.-

-Non farmelo dire, Der.-, ma il mannaro scosse la testa. L’umano sbuffò.

-Ok, ma non dire che ti avevo avvertito… e per favore, non dare di matto.- preannunciò facendo allarmare ancora di più l’uomo, che però si costrinse ad annuire.

-Ecco, allora… erano le prime settimane di convivenza e tu eri fuori ad allenarti. A scuola mancava un professore, perciò siamo usciti prima. Quando sono arrivato a casa, possiamo dire che non fossi in me: ero stanco, avevo avuto pure un test. Volevo farmi un sonnellino…-

-Eh?- lo incoraggiò Derek, terrorizzato dal seguito.

-E fatto sta che entrai nella camera da letto sbagliata!-

-Non capisco.- 

Stiles sospirò. -Nella camera degli ospiti si trovava Peter con… con una … signora.-

-Peter porta spesso ospiti a casa. Per quanto non sopporti questa cosa, però non è una novità.-

L’umano si passò una mano sul viso. Alle volte pensava che Derek passasse troppo tempo con Scott…

-O mamma, Derek! Li ho beccati mentre… insomma, hai capito, no?- sbuffò coprendosi il viso con le mani. Quando scostò un dito per vedere la reazione del Compagno, vide un Derek perfettamente immobile… troppo. Colto da un presentimento, spostò la testa di lato, guardando sotto al tavolo. Strabuzzò gli occhi quando vide la base che sorreggeva il tavolo completamente spaccata.

-Derek!- sussurrò spaventato che qualcuno potesse accorgersene. -Come hai fatto?-

-Cosa ti fa pensare che sia stato io?-

Stiles alzò un sopracciglio. -E va bene. Mi è partito un calcio. Cosa ci posso fare? Tu mi dici certe cose!-

-E adesso?-

-Non mi interessa. Finisci di parlare.-

Il ragazzo deglutì rumorosamente. -Dicevo, dopo averli visti sono uscito subito. Dopo un tempo, che personalmente ritengo eccessivo data la mia presenza in casa e l’incidente avvenuto, la ragazza è andata via. Mi sono subito scusato, ma Peter invece ha detto: “Non mi era mai successo. Per tutto il tempo non ho fatto che rimuginare su cosa tu potessi pensare di me dopo avermi visto in dolce compagnia. Ho capito quindi che per me è importante la tua opinione. Bel modo di riconoscere un Alpha…”-

-Cosa non mi stai dicendo?-

-Dopo tutto quello che ti ho detto, tu pensi solo a cosa ho omesso?!-

-Sto cercando di contenermi. Ti pregherei di finire di parlare.- sussurrò il mannaro tenendo lo sguardo fisso sul bicchiere che aveva in mano. Stiles annuì, ma prima di parlare con uno scatto levò il bicchiere dalla mano del Compagno.

-Dopo ha detto… ha detto. “Peccato che tu non sia rimasto. Avremmo potuto fare una cosa a tre…”-

-COSA?!-

-Derek…- gemette Stiles preoccupato, dopo che quello era saltato in piedi.  

-Io lo ammazzo!-

L’umano gli mise una mano sul braccio nel tentativo di calmarlo. -Derek, calmati. Non è successo niente…-

-Oh, ma io sono calmissimo, Stiles. È con tutta calma infatti che ora andiamo a casa. Ed è sempre con tutta calma che darò fuoco a mio zio, di nuovo! Andiamo.- ringhiò, lasciando sul tavolo i soldi e avviandosi verso l’uscita.

Stiles era rimasto seduto, impietrito. Vedeva il cameriere dirigersi verso di lui con un vassoio. Un vassoio reso ancora più bello dal grande pezzo di torta glassata riposto sul piatto…

-Stiles!- si sentì dal parcheggiò. L’umano sbiancò.

-Arrivo!-


 

***



-Sei uno Sourwolf veramente geloso.-

-Fiero di esserlo.- dichiarò il mannaro baciandolo velocemente prima di scendere dal letto.

Stiles lo seguì poco dopo, pensieroso. -Dico solo che non è stata una cosa molto carina.-

L’Alpha si bloccò nel mezzo del salone. -Neanche quello che ti aveva proposto lui è stata una cosa molto carina.-

-Lo so, ma dovevi per forza fargli a pezzetti tutti i pantaloni che aveva? Non ci tengo a vederlo andare in giro con una gonna…-

Il mannaro si avvicinò al ragazzo e lo abbracciò. -Impossibile.- gli sussurrò ad un orecchio. Allo sguardo confuso dell’umano aggiunse: -Ho distrutto anche quelle.-

Stiles spalancò gli occhi. -Peter ha delle gonne?-

-Aveva. Però non voglio parlare delle gonne di mio zio adesso.-

Gli occhi di Stiles si illuminarono. -Giusto! Abbiamo un argomento più importante: devi smetterla di distruggere le cose con i denti!-

Derek, che tutto si aspettava, tutto tranne quello ovviamente, rimase di sasso. Stiles si trovava ancora tra le sue braccia e sembrava avere molto a cuore quel discorso.

-E si può sapere perché?-

-Beh, perché fin ora erano magliette e pantaloni quelle che mettevi in bocca, ma prima o poi finiranno e quindi…-

Il mannaro alzò un sopracciglio. -Quindi?-

-E quindi non ho voglia di baciare le mutande di Peter! Solo al pensiero che tu potresti tenerle in bocca…- esplose disgustato Stiles.

-Mio dio, Stiles, sei disgustoso.- disse l’uomo prima di iniziare a ridere.

L’umano gli sorrise. -Lo so.-

Derek scosse la testa prima di stringerlo a sè e baciarlo.

Stiles, in mutande, stava ancora baciando Derek quando Jackson fece irruzione nel loft.

-Stilinski! Che schifo!- esclamò Jackson coprendosi gli occhi con una mano.

-Ehi, vedi di moderare i toni. È del tuo Alpha che stai parlando.- gli intimò con fare scherzoso il ragazzo, dirigendosi poi verso la cucina.

-Io non sono in mutande.- gli fece notare Derek, incrociando le braccia al petto per mascherare l’irritazione di non avere più il suo Compagno a portata di mano.

Stiles gli lanciò uno sguardo complice. -Lo so.-

Con l’umano sparito in cucina, Derek poté permettersi di guardare confuso il biondo. Non avrebbe mai dato la soddisfazione a Stiles di sapere di essere riuscito a confonderlo.

-Da quando è iniziata questa storia dell’Alpha non fa che divertirsi, a modo suo.- gli spiegò Jackson alzando gli occhi al cielo, ma sorridendo sotto ai baffi.   

 

***



-Stiles!-

-Arrivo. Un attimo.- urlò prendendo al volo una penna. Aveva le mani che tremavano. Quello che stava per fare non era cosa da poco. Avrebbe riscritto letteralmente la storia, o quasi.

Aprì svelto il libro e iniziò a sfogliarlo alla ricerca della pagina che gli serviva.

-Stiles, il dolce! Ma cosa stai facendo?-

-Niente, Lyds. Arrivo subito.-

Il ragazzo si fermò quando riconobbe l’illustrazione. Quelle cinque parole affiancate da un albero che correva lungo tutta la lunghezza della pagina. E poi quella "X".

Un po’ gli dispiaceva rovinare quella che a tutti gli effetti era un’opera d’arte. Le parole sembravano dipinte sulle pagine e Stiles sapeva che l’inchiostro della sua penna non avrebbe mai potuto reggere il paragone, ma nonostante tutto si mise di impegno, provando ad abbellire la sua grafia e cercando di renderla quanto più simile a quella del libro, mentre di fianco a quella "X", che tanto lo aveva spaventato, scriveva una singola parola. Importante come le altre, perché quelle sei piccole parole erano, seppur così diverse tra loro, incatenate le une alle altre. L’inizio e la fine reciproca.

Stiles chiuse il libro, mentre un sorriso alleggiava sul suo viso, sovrappensiero. Perso nei ricordi di come fosse riuscito ad arrivare a quel punto.

-Stiles?- chiamò Lydia.

L’umano sorrise. -Eccomi.- rispose avviandosi verso la porta, perché quando i cuccioli chiamano, la mamma risponde sempre, gli aveva detto una volta Peter. Quanto era vero, neanche se lo poteva immaginare.

Poco prima di chiudersi la porta alle spalle, però, lanciò un’occhiata al tomo sulla scrivania.

 

-Finalmente!-

-Sono così richiesto?- scherzò l’umano.

-Tu no, ma il dolce sì. Avanti, Stilinski, tira fuori la torta.-

-Jackson, la tua delicatezza mi commuove.-

 

Nell’altra stanza, il libro conteneva anche quello: quelle strane combinazioni, quei particolari intrecci, quelle relazioni uniche. Tutto racchiuso in sei piccole parole, che solo insieme potevano coesistere.  Non esisteva l’una senza l’altra.

Chissà cosa penserà Deaton quando se ne accorgerà…

Libertà. Non male come enigma irrisolto. Stiles, rimani sempre il migliore!









Note dell'autrice.
Finalmente dopo quasi un mese sono riuscita ad aggiornare. Perdonate il ritardo, ma ci sono stati problemi tecnici per buona parte del tempo.
Per quanto riguarda il capitolo... nuovo stile! (o quasi)
Credo non serva un unico lungo capitolo, ma tanti piccoli frammenti per testimoniare la vita degli Sterek e dei lupacchiotti. Un po' come le sei parole, alla fine: tanti piccoli episodi capaci di rendere unico il nostro branco.
Spero vi sia piaciuto questo penultimo capitolo. Penultimo perchè seguira un extra ;) 
Grazie come sempre di stare leggendo e delle bellissime recensioni.
Al prossimo aggiornamento :)
 

   
 
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