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Autore: Lissi_77    16/09/2016    7 recensioni
La mia storia è ambientata un anno dopo dall'ultima puntata della quarta stagione. Un nuovo personaggio entrerà a far parte della storia e se volete sapere...beh, leggere è l'unico modo per scoprire cosa succederà tra i personaggi della storia. (Sono nuova, ma accetto qualsiasi consiglio e critica)
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, John Diggle, Nuovo personaggio, Oliver Queen, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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UNA CHIACCHIERATA TRA RAGAZZE

 

“Conoscendo la parlantina di Felicity, hai poco tempo per presentarti alla squadra” Oliver stava finendo di riordinare i piatti della colazione. “Ti ho detto che mi presenterò…non mettermi fretta” rispose un po’ malamente.

“Scusami Oliver…solo, non avevo voglia di fare le cose in questo modo” gli strinse una spalla. “Lo so…e ti capisco, ma tanto non puoi aspettare a lungo prima di dire che sei l’arciere blu…e poi arriverà il momento in cui dovrai rivelare ad una persona chi sei veramente…era piccola quando è successo, ma forse ha visto abbastanza foto da riconoscerti” le disse.

“Lo so…ma come faccio?” le mani di lei si insinuarono tra i lunghi capelli biondi. “E poi c’è una somiglianza…a dir poco evidente…per non parlare che se arriverà Malcom potrebbe rivelare lui chi sei…sono sicuro che si ricorderà di una bambina che giocava sul suo cortile” le fece notare.

“Ok…Oliver, una cosa alla volta…questa sera dopo il giro verrò da voi per rivelare a tutti che Blue Phoenix sono io…ma per quanto riguarda l’altra cosa temo che aspetterà ancora un po’…non sono pronta a resuscitare” gli disse.

“E va bene...ma comunque sono contento di sapere chi sei veramente e…è bello riunire la famiglia ogni tanto” annuì, stringendola in un abbraccio.

 

 

“Rapina in corso alla banca centrale…” Felicity li informò dall’auricolare. “Ok…ci rechiamo la” rispose Oliver, in sella alla sua moto. “E’ bello adesso essere tutti alla pari…non avevo mai capito perché solo tu dovevi andare in moto” scherzò Thea.

“Ma io non ho mai detto che dovevate per forza prendere il furgone” gli disse Arrow, mettendosi in testa. “Vediamo chi di noi arriva prima!” John accelerò e lo stesso fecero gli altri due, tutti con un sorriso divertito in volto.

“Questa l’ha vinta Green Arrow forse…ma la prossima ci rifaremo” erano quasi arrivati e Oliver era davanti a loro con un netto vantaggio. “Se fossi in voi non ne sarei così certa…una moto si sta avvicinando a voi ad alta velocità…e sembra essere il nostro nuovo amico” li avvertì Felicity, ma non ce ne era bisogno. L’arciere era già arrivato ad affiancare John e poi Thea, per poi accelerare e superare Oliver.

“Vi mancavo?”  chiese divertito, fermandosi su un vicolo parallelo all’edificio assaltato. “Scherzi?” Oliver le lanciò un’occhiata che la diceva tutta. “Spartan e Speedy entreranno dalla porta principale…noi dalle finestre sul retro” spiegò Oliver.

“Perfetto…andiamo” John chiuse la visiera del suo elmetto ed estrasse la sua pistola. Thea lo seguì, tendendo l’arco e pronta ad entrare in azione. I due arcieri si lasciarono cadere addosso alla vetrata, per poi atterrare perfettamente in piedi sul pavimento della banca.

“Signiori…interrompiamo qualcosa?” Emma distrasse due dei rapinatori, che subito estrassero le rispettive pistole ed iniziarono a sparare nella sua direzione. Proiettili che vagavano per la stanza e frecce scoccate tagliavano di netto l’aria con la loro forza, sibilando fino alla loro meta.

Oliver usò le sue frecce per legare due rapinatori ad una colonna, osservando i movimenti degli altri con la coda dell’occhio e sempre pronto ad intervenire.

Thea e John erano entrati nella zona del cavo per neutralizzare gli ultimi criminali e raggiungere gli altri due della squadra. “Ottimo…è stato facile…lasciamo che ora se ne occupi la polizia” Arrow e gli altri raggiunsero le rispettive moto per tornare alla base.

Arrow guardava la persona che lo aveva affiancato, era Emma. Voleva sapere se era pronta a rivelare la sua verità agli altri. Purtroppo, dopo uno scambio di sguardi sfuggevoli, Oliver aveva capito che quella sera non sarebbe accaduto nulla. Infatti, il secondo arciere deviò per un’altra strada, lasciando la squadra per andare al suo nascondiglio.

“Suppongo che non ci rivelerà la sua identità neanche questa sera” annuì Thea, dando gas e affiancando suo fratello. “Come ho detto…è una sua decisione…” disse con semplicità, anche se dentro di se, sapeva che non c’era molto tempo.

 

Il resto della serata lo passarono chiacchierando e allenandosi al covo. Felicity se ne era andata prima, tanto il suo compito era finito per quella sera e poi era stata invitata da Edward a bere qualcosa al nuovo locale in centro.

“Allora come sta andando il tuo lavoro?” il ragazzo seduto davanti a lei era particolare e uno che faceva poche domande. Questo Felicity lo apprezzava molto. “Molto bene direi, ho licenziato diverse sanguisughe e ho stretto accordi con diverse strutture ospedaliere per l’impianto spinale” rispose “tu invece’ In palestra va tutto bene?” gli chiese.

“Si tutto bene anche da noi, in realtà mi chiedevo quando saresti venuta per una delle nostre sessioni settimanali, è da un po’ che non le facciamo” quell’affermazione era sicuro avesse una domanda sotto intesa. “Perché non facciamo lunedì prossimo, vedrò di liberarmi dal lavoro” quelle parole accesero lo sguardo del ragazzo.

“Guarda chi c’è l’amica di Oliver…che coincidenza!” sorrise Edward, indicando la bionda che si sedeva al bancone. “Quanto è piccolo il mondo” dentro di se sentiva un pizzico di gelosia, ma non poteva azzardarsi a dire nulla. Oltre ad essere la fidanzata di Oliver era anche il misterioso arciere che accompagnava la squadra nelle missioni. In quel momento si sorprese di se stessa. Era riuscita a tenere la bocca chiusa con gli altri e non era una cosa da poco per lei, con la sua parlantina.

“Io purtroppo devo andare” Edward controllò l’orologio, devo dare le medicine a mia madre prima che vada a dormire” le disse. “Ok…ci vediamo domani” si scambiarono un semplice bacio sulle labbra. Felicity lo guardò uscire. Lasciò il tavolo libro ad un’altra coppia, sedendosi al bancone e ordinando una birra.

“Ciao Emma” decise di avvicinarsi alla ragazza. “Hey…ciao…non ti avevo vista” con rapidità mise una foto nella tasca della giacca di pelle. “E io che credevo ti vestissi elegante tutti i giorni” scherzò. “Io? Prima di diventare la segretaria del sindaco io vestivo sempre questi panni e devo dire che mi è costato un certo sforzo imparare a camminare con i tacchi” le sorrise, sorseggiando il suo cocktail.

“Hai i gusti di Oliver” notò, indicando il bicchiere. “Veramente?” si sorprese lei. “Per quella cosa…” si riferiva alla sua seconda identità. “Non preoccuparti…non l’ho detto a nessuno, Oliver mi ha detto di mantenere il segreto” le disse.

“Sarà meglio andare…è stato bello Emma” Felicity aveva sorpreso se stessa, non pensava di poter mettere da parte tanta gelosia e di averne così tanta nei suoi confronti.

“Si…anche per me…buona notte” le sorrise, tornando a concentrarsi sul suo bicchiere.

 

 

“Certo che è strana” disse ad alta voce, uscita dal locale. Si sporse dal ciglio della strada per fermare un taxi, ma sembrava non ce ne fosse uno quella sera. La macchina era rimasta dal meccanico per un guasto e da qualche giorno andava in giro grazie a passaggi da amici.

“Signorina…questa sera non ci sono taxi…è giorno di sciopero” l’avvertì un cameriere prima di rientrare. “Oh…perfetto” la sua faccia emise un grugnito, mentre si avviò a piedi verso casa. Non era certo il massimo con quei tacchi e non aveva voglia di disturbare gli altri.

“Hey…guardate chi c’è qui?!” aveva tagliato per una strada alternativa, ma non era stata poi una buona idea. Continuò a camminare rapida come se niente fosse. “Ragazza…fermati…vogliamo solo fare conoscenza” risero tre persone, sicuramente ubriache. “Scusate, ma ho fretta” disse, allungando ancora di più il passo.

“Dove credi di andare…vieni qui” un braccio possente l’afferro, facendola cadere. “Lasciatemi…chiamo la polizia!” li avvertì, suscitando ulteriori risate. “Oh…ma davvero e con cosa?” le gettarono la borsa troppo lontano da lei.

“Lasciatela andare!!” la voce di una ragazza li fece voltare tutti. Felicity aveva il polso che sanguinava, per aver lottato nel tenere la sua borsa. “Emma che fai qui vattene!” le disse lei. “Oh…è arrivata l’amichetta!” sghignazzarono, spostandosi di qualche passo per raggiungere l’altra bionda. “Che dite questa sera ci divertiamo?” si guardarono negli occhi.

“Se fossi in voi non mi azzarderei” li avvertì Emma, con le mani dentro al giacchetto di pelle. “Altrimenti cosa ci fai ragazzina?” le chiese, allungando una mano verso di lei. Neanche il tempo di tirarsi indietro che un bastone da difesa gli colpì violentemente la mano. “Che stronza, vieni qui…ti insegniamo le buone maniere!” urlò di dolore, con la mano che veniva massaggiata. “Ti avevo detto di non avvicinarti” sorrise compiaciuta. “Adesso te lo facciamo vedere noi…uno potrai ferirlo ma tre? Ne dubito” disse avventandosi in gruppo contro di lei.

Emma saltò, aggrappandosi ad una delle inferriate della scala antincendio sopra di loro, lasciandosi cadere alle spalle di uno di quei uomini, colpendolo alla schiena con il bastone e roteando tra gli altri due, li mise KO tutti quanti.

Felicity si rialzò, recuperando la sua borsetta. “Tieni…forse questo è più utile a te” Emma accorciò il bastone e lo passò alla ragazza. “Grazie, ma come sapevi che…” indicò gli uomini svenuti a terra. “Ti ho vista incamminarti a piedi in questa strada e per esperienza sapevo che non era sicura per una donna a quest’ora e ho voluto controllare” rispose semplicemente. “Tu però sei ferita” Emma indicò il suo polso e il suo labbro.

“Oh…non è niente” scrollò il capo. “Devi disinfettarli…io abito nel palazzo qui vicino, puoi salire e poi ti presto la mia auto per tornare a casa o ti do un passaggio, come vuoi” le indicò la strada. “Ma tu non abiti con Oliver?” si accertò. “Si…ma sta tranquilla, lui non c’è è dal signor Diggle, tornerà tardi ed è anche meglio che lui non lo sappia” annuì.

“Oh…allora va bene” accettò, sempre molto restia a fare amicizia con lei.

 

 

“Eccomi…fammi vedere il polso” Emma tornò in soggiorno con il kit del pronto soccorso. “Le tamponò la ferita con delle garze impregniate di disinfettante e asciugò il sangue. “Tieni premuto, è un taglietto superficiale, ma continua a sanguinare, aspettiamo che smetta prima di metterci un cerotto o una benda” le disse, concentrandosi poi sulla ferita sul labbro.

“Qui invece non c’è niente, era solo della terra…il sangue era del polso, forse ti sei strusciata” la informò.

Emma guardò la ragazza con attenzione e quello che aveva notato era strano. “Perché tieni gli occhiali?” le chiese curiosa. “In che senso? Tu perché li hai?” rise alla domanda. “Perché ci vedi benissimo sia da lontano che da vicino, prima non ci avevo dato peso anche quando ti travesti, potresti benissimo usare le lenti, ma non lo so…” era una sensazione.

“Chi sei Emma? Perché conosci Oliver? E non dirmi che è un caso perché so bene che c’è un motivo per cui lo hai salvato quattro mesi fa e c’è un motivo per cui eviti di presentarti agli altri, che dici di essere la guardia del corpo di Oliver…allora?” non sapeva come le era venuto in mente di addentrarsi in quell’argomento.

“Conosco Oliver perché siamo legati…dico di essere la sua guardia del corpo perché tanti anni fa giocavamo a fare i grandi e io ero la guardia del corpo dell’CEO della Queen Consolidated” iniziò, sedendosi difronte a lei.

“Vuoi sapere chi sono Felicity?” l’altra annuì “Bene, ma dovrai promettermi che non verrà detto niente a nessuno” la guardò, in attesa che parlasse. “Mi costa molto…ma farò uno sforzo, quando capirò perché tutti questi misteri” le promise.

“Bene…allora…” la bionda si chinò in avanti, iniziandosi a sfilare gli occhiali “”Il mio nome è Emma Morris…il cognome che portavo fino a sette anni fa era Ivanov…ora penserai che sono russa, ma questo non era il mio vero cognome…alla nascita mi chiamavo Emma Elisabeth Queen” gli occhi di Felicity si spalancarono di colpo, non solo per le sue parole, ma anche per la netta somiglianza che aveva con Oliver “Sono la sorella di Oliver, Felicity” quelle parole rimbombavano dentro la testa dell’informatica, che diavolo significava?

 

SALVE A TUTTI, VOGLIATE SCUSARMI PER IL RTARDO, MA IERI NON HO AVUTO MODO DI PUBBLICARE. QUINDI SPERO DI POTERMI FAR PERDONARE CON QUESTO CAPITOLO. RINGRAZIO DI CUORE TUTTI I LETTORI E RECENSORI. SPERO DI AVER CHIARITO I DUBBI SULL’IDENTITA’ DELLA BELLA EMMA. QUINDI…NON E’ LA FIDANZATA DI OLIVER…SPERO DI AVERVI RISOLLEVTO IN QUESTO. VI ASPETTO SABATO CON IL NUOVO CAPITOLO. LISSI
   
 
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