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Autore: 9Pepe4    22/09/2016    3 recensioni
«Ma comunque non mi serve, so già cosa farò da grande».
Questo parve solleticare la curiosità del suo compagno. «E cosa farai?»
«Sarò il miglior pilota della galassia» rispose Poe, fieramente, «come mia mamma». Poi, siccome sembrava maleducato non chiederlo: «E tu?»
Ben strattonò un lembo di coperta per sedersi più comodo. «Non lo so».
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ben Solo/Kylo Ren, Poe Dameron
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Progetti futuri

Quella sera avevano avuto ospiti importanti: Han Solo e Leia Organa.
Poe aveva già sentito parlare di loro, naturalmente. Non soltanto erano eroi di guerra, ma anche cari amici dei suoi genitori.
Poco dopo la caduta dell’Impero, sua madre – una pilota dell’Alleanza Ribelle – aveva svolto una missione con la principessa Leia in persona, e quella era una storia che Poe non si sarebbe mai stancato di ascoltare.
Di conseguenza, mangiare con una simile compagnia era stato davvero eccitante.
Sebbene suo padre avesse preparato dei piatti per cui lui andava matto, Poe era stato per lo più occupato a tempestare di domande Han Solo e ad ascoltare a bocca aperta i racconti di Leia Organa.
Onestamente, avrebbe voluto chiedere tante cose anche a lei, ma si sentiva un po’ intimidito. La principessa Leia era sempre stata la sua eroina, sin da quando era piccolo… In più era davvero bella, con quei lunghi capelli castani e gli occhi luminosi.
E poi, dopo il dessert, arrivò la parte meno eccitante della serata, e gli adulti decisero di mandarlo a dormire mentre loro portavano avanti le loro chiacchiere.
Adesso Poe era sdraiato nel buio, intento ad ascoltare le voci e le risate provenienti dalla veranda. Per quanto si sforzasse, però, non riusciva a capire cosa dicessero.
Alla fine si girò su un fianco, e spostò l’attenzione sulla brandina accanto al proprio letto, sul bambino minuto sdraiato lì sopra.
«Ehi» bisbigliò, con forza. «Ehi, sei sveglio?»
Per tutta risposta, l’interpellato si mise a sedere e lo guardò dall’alto. Siccome era più piccolo di lui e piuttosto silenzioso, Poe l’aveva fondamentalmente ignorato per gran parte della cena.
Insomma, lui aveva sei anni e tre quarti, ormai! Un marmocchio di quattro anni non gli sembrava molto interessante in confronto ad Han Solo e Leia Organa, persino se si trattava di loro figlio. Al momento, però, era la sola compagnia disponibile, e Poe se ne sarebbe accontentato.
A dir la verità, si sentiva anche un po’ in colpa per non aver ancora cercato di fare amicizia.
«Senti» gli chiese perciò, mettendosi a sedere a propria volta, «ti piacciono le stelle?»
Il bambino più piccolo – si chiamava Ben, ricordò Poe – lo scrutò e fece segno di sì con la testa.
A differenza dei boccoli bruni di Poe, i suoi capelli neri erano acconciati con cura: aveva delle trecce sottili che gli andavano dall’attaccatura sulla fronte alla nuca, mentre i ciuffi lasciati sciolti gli coprivano le orecchie e il retro della testa.
Poe batté una mano sul materasso accanto a sé. «Vieni qui» lo invitò. «Ti faccio vedere una cosa».
Il bimbetto non se lo fece ripetere due volte, e passò a carponi dalla brandina al letto di Poe.
«Guarda là» gli disse quest’ultimo, indicando la finestra.
Dalla loro posizione, si vedeva un bel pezzo di cielo buio, punteggiato di stelle.
«Che te ne pare?»
Il bambino stava fissando i vetri ad occhi spalancati, ma si limitò ad emettere un suono vagamente indifferente.
Poe iniziava a sentirsi un po’ deluso da quella mancanza di entusiasmo, ma non si scoraggiò. «Sai, mio nonno dice che le stelle conoscono il futuro delle persone».
Ben aggrottò la fronte. «Non è vero».
«Guarda che mio nonno non è un bugiardo» gli disse Poe, piccato. «E poi non pensi che sarebbe fortissimo?»
L’altro tacque per un momento, quindi borbottò: «Le stelle non fanno il suono di chi conosce il futuro».
Quell’affermazione prese Poe in contropiede. Aveva un paio di cuginetti più piccoli – anche se non così piccoli – e sapeva che a volte potevano dire cose strane, ma questa…
«Mi stai dicendo che senti le stelle?»
Ben si limitò a serrare le labbra, e a Poe venne in mente una cosa.
«Vuoi dire…» La sua voce si abbassò ad un sussurro eccitato: «Vuoi dire che usi la Forza?»
Era possibile, giusto? In fondo Ben non era soltanto il figlio di Leia Organa e Han Solo… Suo zio era Luke Skywalker, l’ultimo Jedi della Galassia.
Di nuovo, però, l’altro bambino non gli rispose. Continuò a guardarlo in silenzio, e si sistemò le gambe sotto il sedere.
Dopo una lunga attesa, Poe si rassegnò a fare un’altra domanda: «E che suono farebbero le stelle, scusa?»
Ben parve pensarci su, poi emise una specie di sibilo. «Solo che me lo sento qui» precisò, abbracciandosi il torace. «Ed è più come un prrrrr».
«Quella non è una stella» obiettò Poe, interdetto. «Quella è una pernacchia».
Ben fece spallucce. «Perché dici che è fortissimo se le stelle conoscono il futuro?»
«Be’, perché è così» replicò Poe, alzando il mento. «Ma comunque non mi serve, so già cosa farò da grande».
Questo parve solleticare la curiosità del suo compagno. «E cosa farai?»
«Sarò il miglior pilota della galassia» rispose Poe, fieramente, «come mia mamma». Poi, siccome sembrava maleducato non chiederlo: «E tu?»
Ben strattonò un lembo di coperta per sedersi più comodo. «Non lo so».
«Mmm» rifletté Poe. «Che cosa ti piace fare?»
Il bambino indugiò. «Mi piace disegnare» offrì infine, rischiarandosi appena.
«Oh» disse Poe, pensando a che genere di lavoro poteva richiedere dei disegni. «Vuoi diventare un artista, allora?»
Ben fece un gesto vago e non rispose, riportando l’attenzione sulla finestra.
Dal canto suo, Poe continuò a rimuginare… Una parte di lui trovava un po’ offensivo che Ben non avesse detto che la sua cosa preferita era volare. Insomma, suo papà era Han Solo! Lui poteva salire sul Millennium Falcon quando voleva!
«Forse posso diventare un Wookie» propose Ben di punto in bianco, tornando a guardarlo. «Mi piacerebbe fare il Wookie».
Poe sbatté le palpebre. «Ehm. Non credo funzionerebbe…»
A quel commento, l’altro bambino lo fissò con una faccia che diceva e perché no? più eloquentemente di qualsiasi parola.
«Voglio dire» si spiegò allora Poe, indicandolo, «tu non sei un Wookie».
Ben inclinò la testa. «E tu non sei un pilota» puntualizzò.
«Sì, ma io posso diventarlo».
«E perché io non posso diventare un Wookie?»
Poe aprì la bocca e la richiuse con uno schiocco. Non era la stessa cosa! Proprio per niente! Il problema, però, era che non aveva idea di come spiegarlo.
«D’accordo» cedette dopo qualche istante, scrollando le spalle. Si strofinò il mento e rifletté. «Come mai vuoi diventare un Wookie?»
Ben s’illuminò e rispose senza esitare: «I Wookie danno gli abbracci migliori di tutta la galassia».
«Davvero?» chiese Poe, stupito. Lui non aveva mai conosciuto un Wookie, ma francamente sembravano un po’ spaventosi.
Ben annuì. «E poi sono grandi e forti» aggiunse, allargando le braccia più che poteva. «Se diventerò un Wookie potrò mandarlo via».
«Mandare via chi?» domandò Poe, aggrottando la fronte.
Ben non rispose, limitandosi a battere le dita sulla propria tempia destra.
«Va bene…» disse Poe, un po’ perplesso, poi si rianimò. «Mi sembrano ottime ragioni, ma secondo me ti serve comunque un piano di riserva».
L’altro bambino si succhiò la punta del pollice. «Posso fare il viceré» azzardò dopo un lungo silenzio. «Mio nonno era un viceré. E anche un senatore».
Poe ci pensò su. Non aveva un’idea precisa di cosa fosse un viceré, ma non suonava male… Sui senatori sapeva giusto qualcosina, e anche se non era un qualcosina che avrebbe voluto fare di persona, si disse che poteva andare. Di certo, era più plausibile della faccenda del Wookie.
«Be’, è grandioso!» esclamò, e Ben parve stupito dal suo entusiasmo.
Per un istante, sembrò sul punto di sorridere… poi tornò a corrucciarsi di colpo. «E se poi scopro che non mi piace?»
«Semplice» lo rassicurò Poe, «puoi sempre cambiare idea. Magari finirai col fare l’artista sul serio».











Note:
Ho letto il fumetto “Star Wars: L’Impero a Pezzi”, che ha come protagonista la madre di Poe, Shara Bey, e per farla breve mostra che lei e suo marito Kes Dameron erano membri della Ribellione e conoscevano Han e Leia.
Come se non bastasse, Poe e Ben sono abbastanza vicini in età (ne “Il Risveglio della Forza”, Poe ha 32 anni, mentre Ben 29/30).
Conclusione? Il mio cervello è partito in quarta con l’idea e se Ben e Poe si conoscevano da bambini? Più dolore per tutti, yay.
Grazie mille a Benni, che ha letto la storia in anteprima e mi ha incoraggiato a pubblicarla (avevo tanti, tanti dubbi).
Spero vi sia piaciuta!
  
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