Cap.4 Isshoni (Insieme)
Steve
guardò la caverna davanti a lui e socchiuse gli occhi,
dimenando la coda.
"E'
esattamente dentro la foresta, probabilmente troveremo il drago al suo
interno" disse.
Tony
dimenò le code da gatto appiattendo le orecchie sulla testa.
"Il
tuo piano sarebbe dire 'Ehi, grande drago spaventoso, puoi togliermi le
mie responsabilità? Non so che farci' e tornare a casa?".
Steve
abbassò le orecchie e scrollò le spalle,
abbassando lo sguardo.
"I
popoli hanno bisogno di chi li sa guidare" sussurrò.
Tony
strinse le labbra, gli poggiò la mano leggermente tremante
sulla spalla robusta.
"Io
ti ho seguito, no?".
Le
iridi della kyuubi divennero liquide.
"Nel
mio mondo non c'è spazio per i sentimenti, soprattutto per
quelli negativi. Ed io ne sento così tanti. Dovrei lasciarmi
purificare totalmente" spiegò Steve.
Tony
deglutì umettandosi le labbra, incrociò le
braccia spostandosi nervosamente sul posto e guardò la
caverna.
"Senti,
io ti ho scortato fin qua anche se sei pieno di sentimenti negativi, o
quel che ti pare" borbottò.
Lo
guardò di sottecchi socchiudendo le iridi castane.
"Quelli
normali come te mi avrebbero fatto male. Tu no. Quindi vai benissimo".
Steve
gli sorrise e lo abbracciò, sollevandolo e gli fece fare il
giro.
"Tu
sei gentile!" trillò, dimenando le code.
Tony
emise un miagolio isterico, gli strinse le spalle premendo con le
unghie leggermente ricurve e dimenò furiosamente le code
alzando le orecchie.
"Tu
sei matto!".
Steve
lo mise giù, guardando le code di Tony ritte e gonfie.
"Scusa"
disse, giocherellando con uno dei suoi ciuffi di capelli. Si
voltò e balzò dentro la caverna, mettendosi a
correre sulle punte dei piedi.
Tony
sgranò gli occhi, prese un respiro profondo e gli corse
dietro appiattendo le orecchie contro i capelli castani scompigliati.
"Aspettami!".
Si
sentì un tonfo seguito da un gemito che risuonò
con un sordo eco all'interno della caverna.
Tony
si guardò intorno, le iridi brillarono d'oro permettendogli
di vedere al buio e lui avanzò tastando intorno a
sé.
"Ehi?"
chiamò.
L'altro
si mise seduto, aveva i vestiti sporchi di terra e un sassolino gli si
era impilato tra i capelli. Il suo corpo emanava luce, illuminando la
caverna intorno a lui.
"Non
riesco ancora a correre tanto veloce" ammise.
Tony
sospirò di sollievo, si chinò prendendogli un
braccio.
"Se
magari aspettavi, ti davo una mano" lo riprese.
Steve
si appoggiò a lui e gli appoggiò la testa sulla
spalla, socchiudendo gli occhi.
"Non
ho mai avuto un amico prima di te. Valeva la pena farsi quasi uccidere
dal cacciatore" gli disse.
Tony
roteò gli occhi, lo tirò su stringendolo contro
di sé.
"Non
sono tuo amico. Più una balia" lo derise.
Steve
sbatté un paio di volte le palpebre e piegò di
lato il capo.
"Mi
dispiace se per te è solo un fastidio".
Tony
tremò leggermente stringendo le labbra, sospirò e
se lo poggiò contro avanzando lentamente nella caverna.
"La
cosa fastidiosa è che potresti farmi fare quello che vuoi,
ma sei così remissivo. Ho sempre paura tu possa fregarmi"
ammise.
Steve
si grattò un sopracciglio e abbracciò l'altro,
continuando a tenersi appoggiato a lui.
"Se
volessi far fare quello che voglio agli altri, non vorrei smettere di
essere un principe".
Tony
gli lanciò un'occhiata, roteò gli occhi e
guardò verso il centro della caverna.
"Potresti
essere un principe e far smettere gli altri. Sarebbe molto
più nobile e puccioso, come te e le tue code".
Steve
abbassò lo sguardo ed osservò il terreno di
roccia, le crepe e alcune rocce.
"Dopo
la purificazione diverrei perfetto. Mia madre attende con ansia quel
giorno".
Tony
roteò gli occhi e grugnì.
"Blablabla.
Tutti che vogliono essere perfetti e vogliono il loro posto nella
gerarchia animale. E' per questo che non frequento mai nessuno".
Steve
gli diede un bacio sulla guancia e schiocco.
"Io
non voglio essere perfetto, preferisco frequentare te".
Tony
sogghignò, gli prese gentilmente il volto e lo
avvicinò al proprio.
"Allora
perché non restiamo insieme?" propose.
Steve
corrugò la fronte e lo guardò in viso.
"E
quando mi verranno a cercare?" domandò con voce tremante.
Tony
gli fece l'occhiolino e gli strinse la mano intrecciando le dita con
quelle dell'altro.
"Ti
terrò al sicuro io".
"Ci
sto" rispose Steve, scodinzolando.