Puah! Da quando gli sciroppi sanno
di fragola? Cioè, le fragole mi piacciono…ma questa
specie di poltiglietta liquida che passano per
sciroppo ha un sapore orribile…sembra gesso spacciato per una medicina alla
fragola! Ecco, questa One-shot
è della “Saga del mal di gola”, esclusivamente mia: cioè di quelle fanfiction scritte in questi giorni di fastidiosissima
influenza contornata da molti “Mi fa male ad inghiottire!” e “Mi è salita la
febbre” e “Mi fa caldo e freddo insieme!” insomma, una sacco di lamentele che
fortunatamente nessuno sente perché mi è sparita la voce…
Proprio su questo meraviglioso (meraviglioso quanto una
spina nel dito mignolo) tema ho scritto questa storia,
senza scopo alcuno a parte i miei soliti malefici mille piani per spedire
Watanuki fra le braccia di Doumeki (e i piani malefici non sono solo miei,
giusto Yuuko-san?). E magari è la febbre, ma stavolta
ci sono andata un pochino meno leggera, un pochino
appena però! (…certo, come no…n.d.Watanuki-che-non-è-esattamente-d’accordo)
Bando alle mie ciance, ho parlato fin troppo delle mie beghe
personali…Buona lettura!
La ragazza sussultò, con
spasmi dolorosi che parvero scuoterle l’intero corpicino magro, facendo quasi
prendere vita capelli sparsi sul cuscino, le ciocche parvero arruffarsi mentre
si rannicchiava di più sotto la coperta pesante, cercando calore in quel letto
morbido.
-Mi dispiace- ripetè per
l’ennesima volta Watanuki, sentendosi tremendamente in colpa per quella
situazione.
-Non preoccuparti, Kimihiro-kun- disse la bambina, con un filo di voce,
voltandosi verso di lui e cercando di rassicurarlo con gli occhi.
Watanuki la guardò, affranto:
se solo fosse stato più attento e avesse preso l’ombrello Kohane-chan non si
sarebbe bagnata…
Era successo tutto il giorno prima, quando aveva accompagnato Kohane-chan
ad una visita medica per un piccolo, innocuo raffreddore. Si era totalmente
dimenticato che per quel pomeriggio era prevista pioggia, così avevano finito
per prendersi tutti e due un brutto acquazzone e
l’innocuo raffreddore di Kohane-chan era diventato una brutta influenza, con
tanto di mal di gola.
Il guaio più grosso, in realtà, era che
proprio il giorno dopo Kohane avrebbe dovuto tenere il discorso di apertura ad una cerimonia di qualcosa che lui non aveva
capito.
In definitiva Watanuki si
sentiva più che tremendamente in colpa.
-Se potessi
fare qualcosa per te…- cominciò Watanuki con aria preoccupata.
Kohane-chan scosse la testa sorridendo, come a dirgli di non preoccuparsi, poi
sprofondò nel sonno a causa della febbre.
-Yuuko-san…puoi fare
qualcosa?- domandò Watanuki alla strega delle dimensioni, dopo che le ebbe spiegato la situazione.
Yuuko parve prendersi un po’
di tempo per pensare, sorseggiando il sakè che Watanuki le aveva comprato per metterla di buon umore, in modo che la donna
accettasse più facilmente la sua richiesta.
-Posso fare qualcosa, certo.
Ma come sai c’è un prezzo da pagare- gli rispose come al
solito, porgendo il bicchiere a Watanuki.
Watanuki provvide a
riempiglielo di nuovo con la bevanda alcolica -Lo so, ma va bene, dopotutto è
colpa mia-.
Yuuko sorrise -Non avrai la voce per qualche giorno- disse, sorseggiando subito
il suo sakè -L’influenza di Kohane-chan passerà nel tuo corpo-.
Watanuki sembrò vagamente sorpreso
da quel prezzo, che non gli sembrava poi così astruso come, invece, di solito
erano le richieste della donna.
Negli occhi di Yuuko-san
passò un luccichio divertito.
-Chissà se non sarà davvero
un problema, per te, non avere la voce…- commentò allegramente, finendo
definitivamente il sakè.
Watanuki lasciò quasi perdere
quelle ultime parole. Perché avrebbe dovuto essere un
problema? Se doveva dire qualcosa si sarebbe
arrangiato, in un modo o nell’altro…
-Oi- Watanuki si sentì chiamare, sapendo perfettamente chi
lo stava salutando.
Era già pronto con la solita
risposta scocciata quando si accorse che dalla sua bocca non usciva alcun
suono.
Si portò un dito alla labbra, e sospirò; si era dimenticato che da quella
mattina la sua voce era stata elargita come prezzo per restituire la salute a
Kohane-chan.
-Cos’hai?- gli domandò Doumeki, una volta che gli fu vicino.
Watanuki si
indicò la gola e sillabò un “Non ho più la voce!” sperando che l’altro
capisse il suo labiale.
Doumeki parve capire perché
aggrottò impercettibilmente le sopracciglia e gli chiese -Ti sei preso il mal
di gola?-
Watanuki scosse la testa, era
un po’ troppo lunga da spiegare a gesti, e non sapeva proprio come fare.
Vedendolo in difficoltà
Doumeki intervenne -Me lo spieghi dopo-
Stavolta Watanuki annuì con
un mezzo sorriso, accorgendosi un istante dopo di sembrare un po’ troppo
gentile con quello stupido arciere, e provvedendo all’istante voltandogli le
spalle e camminando a passo di marcia verso il cortile scolastico. Era
difficile farsi capire usando solo i gesti.
Una volta
giunto lì scorse Himawari-chan e
si precipitò a salutarla dimenticandosi per la seconda volta di non avere la
voce.
-Watanuki-kun- salutò lei,
mentre un imbarazzato Watanuki si sfiorava la gola con aria di scusa -Qualcosa
non va?-
-Non ha la
voce- spiegò Doumeki al suo posto.
-Capisco- Himawari sembrò
preoccupata -Spero ti rimetta presto…-
Watanuki la salutò, esultando interiormente perché Himawari-chan, la luminosa
Himawari-chan, si era preoccupata per lui.
-Oggi abbiamo la corsa dei
200 metri- disse Doumeki, mentre raggiungevano gli spogliatoi -Se stai male non
dovresti sforzarti a correre, o ti aggraverai-
Watanuki lanciò
un’occhiataccia all’arciere sbottando in un “Non sono malato” che uscì in un
impercettibilissimo sussurro.
Doumeki gli si avvicinò,
cupo, e Watanuki arretrò sentendosi quasi spaventato da quel repentino
cambiamento d’umore.
-Allora cos’hai? Voglio saperlo- insistette
Doumeki, assottigliando gli occhi in un’espressione penetrante.
Watanuki deglutì, non sapendo
bene come spiegarglielo, tentò di dire “Non sono affari tuoi”, ma non ottenne
grandi risultati.
-Centrano per caso gli
spiriti? Hai pagato un prezzo per qualcuno?-
Quelle domande lo misero a disagio, soprattutto perché non aveva idea di
come rispondergli e l’arciere sembrava quasi arrabbiato. Watanuki intuì che era
preoccupato, ma non sapeva come dirgli cosa era successo, non aveva neppure un
foglietto a portata di mano per magari scrivere ciò che voleva dire.
Intanto Doumeki, deciso ad
ottenere una risposta, l’aveva intrappolato contro il muro, i palmi delle mani
poggiati contro la superficie chiara così da impedirgli ogni possibilità di
fuga.
Watanuki cercò di sottrarsi
al suo controllo, tentando al contempo di trovare una soluzione. La loro
vicinanza gli fece venire improvvisamente un lampo di genio; gli si avvicinò,
ancora di più, protendendosi verso di lui per raggiungere con le labbra il suo
orecchio.
-L’ho fatto per aiutare
Kohane-chan- riuscì a sussurrargli -La voce mi tornerà fra pochi giorni-
Doveva anche dirgli che
l’aveva fatto perché si sentiva in colpa, ma non riusciva racimolare abbastanza
voce da dirglielo, così rimase ancora con le labbra accostate al suo orecchio,
sentendo il suo stesso respiro venire respinto dai
capelli scuri di Doumeki, arrivando caldo sulla pelle del suo viso…
Arrossendo si accorse solo in
quel momento della posizione in cui si trovavano, che lui, Watanuki, era
abbandonato sul corpo di Doumeki, sui vestiti del quale faceva leva per
arrivare a parlargli nell’orecchio; tutta colpa dell’altezza dell’arciere.
Tuttavia non si mosse, ne si scostò come in un primo momento aveva pensato di fare,
doveva prima spiegargli per bene di Kohane. Ma,
soprattutto, doveva ammettere di non riuscire a muoversi perché sentiva il
volto avvampare terribilmente e il corpo piacevolmente accaldato, ad un solo
centimetro di distanza da quello dell’arciere.
-Kohane-chan si è ammalata per colpa mia…- mormorò, ancora più
piano, sentendosi girare la testa per quella vicinanza che non riusciva ad
evitare. E poi perché Doumeki non si scostava ora che
aveva avuto la risposta che desiderava?
-E…e oggi doveva parlare…ad
una cerimonia…- aggiunse, sentendosi sempre più agitato -…così ho chiesto a
Yuuko-san se…-
Il suo sussurro finì in un
balbettio al termine del quale si accorse che stava tremando.
Le mani dell’arciere si
staccarono dal muro, Watanuki sentiva il calore di quelle dita avvicinarsi,
inesorabile ma completamente soggiogato dal bruciare del suo corpo, quando
Doumeki posò la sua guancia contro la fronte bollente dell’altro.
-Hai la febbre- affermò l’arciere, lasciando che la sua voce fresca facesse
leva sui sensi annebbiati di Watanuki.
Febbre. Sicuramente avrebbe
espresso molto rumorosamente il suo disappunto, se avesse potuto, e
indubbiamente avrebbe anche dato del maniaco a Doumeki, che gli stava
accarezzando la schiena regalandogli brividi estranei all’influenza che si era
beccato.
Cercò di nuovo di raggiungere
il suo orecchio, rimanendo qualche istante assoggettato al profumo dei capelli
dell’arciere, dimenticandosi cosa doveva dire e non capacitandosi di come il suo corpo stesse approvando lo scivolare fluido dei
polpastrelli di Doumeki sulla sua divisa scolastica.
-Che stai
facendo razza di idiota?- articolarono le sue labbra, con ansiti affannati
dalla temperatura alterata.
-Sto approfittando del fatto
che non sei rumoroso come al solito- le mani di Doumeki scesero giù e Watanuki
sentì uno spiraglio di freddo quando si introdussero
sotto la sua maglia scura. Le dita dell’arciere continuarono le loro morbide
attenzioni, salendo e scendendo mentre un Watanuki sempre più ansimante
diventata più sensibile ai quei tocchi delicati, e stranamente possessivi
insieme. Il fatto che Doumeki fosse più alto e più forte di
lui…lo faceva sentire completamente in sua balia, privo della forza di
liberarsi da un bruciare così intenso. L’unica cosa che poteva fare era
assecondare quelle carezze, inarcando la schiena per far combaciare i loro due
corpi, che a loro volta parevano accarezzarsi, incuranti dello stropicciarsi
delle preziose divise.
Doumeki percepiva con
dolorosa prepotenza il calore scottante del corpo di
Watanuki.
-Non trovi sia piacevole…-
interruppe la frase a metà e un vago ghigno si formò sul suo volto -…il
silenzio?- concluse.
Dalla bocca di Watanuki
uscivano gemiti senza voce, coronati dal suo muoversi costante contro il fisico
vigoroso dell’arciere, quest’ultimo pienamente conscio di quanto passionalmente
lo stesse costringendo contro la parete, ormai scaldata a sua volta dalla
presenza dei due.
-Smettila…-
flebilmente riuscì a mettere
insieme quel mormorio, sfiorando il lobo di Doumeki, spingendosi al contempo
ancora più contro di lui.
-Se vuoi che smetta basta che tu lo dica, ancora una
volta- disse semplicemente Doumeki.
Watanuki si rese
improvvisamente conto di non riuscire a dire altro, sicuramente era tutta colpa
dell’aggravarsi dell’influenza che gli aveva strappato anche le ultime, vaghe,
tracce di voce rimastegli, impedendogli così di dire a Doumeki di piantarla con
la sua perversione.
Certo, solo
colpa dell’influenza.
-Kohane-chan, com’è andata la cerimonia?- domandò una ghignante Yuuko-san in
direzione della bambina che aveva varcato in quel momento la soglia del suo
negozio.
La piccola
Kohane sorrise, con sul viso
un’altrettanto piccola traccia di malizia che si addiceva stranamente alla sua
figura.
-Tutto a posto grazie al
fatto che ho riacquistato la voce e la salute- Kohane annuì, felice -Sono molto contenta di stare bene. Ma di
quale cerimonia stai parlando?-
Yuuko-san rise -Watanuki deve
aver capito male…noi non abbiamo mai parlato di nessuna cerimonia alla quale
dovevi assolutamente parlare, vero?-
-Verissimo- Kohane si sedette aggraziatamente su una poltroncina
comoda, presto raggiunta da due festanti Maru e Moro.
-Solo che mi dispiace che a Watanuki sia venuta la febbre- sospirò dopo
un po’ Kohane-chan.
-Non credo che a lui
dispiaccia- Yuuko-san porse a Kohane una tazza di the
-Ha potuto aiutarti, sei ancora una bambina, a causa del tuo fisico minuto
sopporti peggio le malattie. E comunque Doumeki
troverà sicuramente un modo per farlo “guarire”!-
Kohane bevve, brindando
simbolicamente all’amore e al poter gustarsi finalmente il the coi pasticcini senza che la gola le bruciasse a morte.
Per la serie “le influenze prima o poi
finiscono” annuncio lietamente che, per quanto schifido,
quello sciroppo è riuscito a rimettere un po’ in sesto la mia voce, anche se personalmente
non devo partecipare a nessuna cerimonia inesistente! XD
Kohane-chan, insomma, già alla tua tenera età complotti con
la strega delle dimensioni? Bravissima! ^__^
Questa One-shot termina qui,
presto spero che la dea ispirazione torni a sorridermi e mi aiuti a terminare
il prossimo capitolo delle fanfiction che ho in corso.
Confido in lei, dea! Mi raccomando!!
E mi raccomando anche a voi: recensite con pareri e commenti, sosteniamoci a vicenda in questa stagione di mal di gola!*__* Spero che vi sia piaciuta almeno un po’. Ciaooo!!!