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Autore: Elrilin    08/05/2009    11 recensioni
"Il mio nome è Isabella, Sovrana dei Sette Mari, figlia del Dio Poseidone dal quale ha avuto l'incarico di regnare nei profondi abissi dal momento in cui egli creò gli oceani, quindi dall'inizio dei tempi" una storia con i personaggi di Twilight ma con una Bella completamente diversa e con uno scopo preciso...
Genere: Fantasy, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Sono ore ormai che nuoto osservando ogni piccolo dettaglio presente intorno a me

Questa è la mia prima ff… spero vi piaccia!!!

 

Sono ore ormai che nuoto osservando ogni piccolo dettaglio presente intorno a me. Oggi è una giornata triste nei profondi abissi, i coralli hanno un colore spento come a non voler offender con il loro rosso vivo il senso di malinconia generale, le ostriche costudiscono  gelose le loro perle e le piccole stelle marine sembrano voler nascondersi negli angoli bui delle rocce. Non si vedono delfini giocare, cavallucci marini che si rincorrono felici e la miriade di pesci colorati che danzano nelle acque profonde... tutto ciò che mi circonda oggi è lo specchio della mia anima: vuota e triste.

Avanzo poco più avanti fin quando non oltrepasso uno scoglio e qui mi blocco osservando a bocca aperta ciò che si trova davanti a me: il popolo del mare, il mio popolo, è venuto a salutarmi. Sirene, Tritoni e tutti i rappresentanti degli abitanti degli abissi, uno per ogni specie, li osservo e una piccola lacrima fuoriesce andando a rigar lieve la mia guancia... l'asciugo dubito, non posso farmi vedere così dinanzi a tutti loro, devo dimostrar di esser forte per far si che siano fieri di me, della loro Regina.

Il mio nome è Isabella, Sovrana dei Sette Mari, figlia del Dio Poseidone dal quale ha avuto l'incarico di regnare nei profondi abissi dal momento in cui egli creò gli oceani, quindi dall'inizio dei tempi, infatti non sapevo neanche più quale fosse la mia età precisa. Il mio corpo è quello di una sirena di diciotto anni, metà umana e metà pesce, ma quello che mi distingue dalle mie simili è la mia coda dorata, il diadema di corallo che adorna il mio capo e il tridente che impugno sempre nella mia mano destra. Per quanto riguarda la mia metà parte umana posso anche esser considerata graziosa, i miei lunghi capelli castani formano sinuose onde mentre nuoto nell'acqua salata, la mia carnagione d'avorio sembra levigata da secoli di carezze d'acqua, invece i miei occhi sono particolari, non posso dir di che colore sono, perchè essi sono proprio del colore del mare nell'ultimo momento in cui lo osservo dalla terra ferma, infatti possono essere azzuri nei giorni calmi e sereni oppure grigi quando è in tempesta. Capita spesso, infatti, che risalgo in superficie, mi adagio su uno scoglio e osservo le migliaia di onde che vanno ad infrangersi sulla dura roccia sotto di me, a volte gentili a volte impervie, quando sono di ottimo umore mi abbandono al canto, la mia voce dona tranquillità e felicità agli abitanti del mare ma può esser letale per gli esseri umani, infatti rimangono completamente ipnotizzati da essa e con un lieve canto posso far loro ciò che voglio. Per questo ogni volta, prima di iniziar il mio canto, mi accerto che non ci siano navi nelle vicinanze, e non mi soffermo mai più di un'ora in superficie e quando ritorno negli abissi il colore dei miei occhi è sempre diverso.

"Ci mancherete Maestà" pronuncia un giovane tritone con un lieve inchino seguito poi dalla riverenza di tutti gli altri, destandomi dai miei pensieri con un colpo di coda mi avvicino a loro e con voce dolce ma ferma mi pronuncio, "Tornerò presto da Voi, ma ho un dovere da compiere sulla terra ferma e purtroppo non posso tirarmi indietro... è giunto il momento che la profezia si avveri".

Alzano tutti lo sguardo verso di me, posso leggere nei loro sguardi vari sentimenti contrastanti ma mai come quelli che sono in lotta all'interno di me stessa. Non voglio aggiunger altro, ulteriori parole sarebbero per me causa di ulteriore sofferenza quindi mi volto di scatto e inizio a nuotare il più veloce possibile lontano da loro, dal mio regno, dalla mia casa.

Dopo qualche ora arrivo vicino alla piccola spiaggia della riserva di LaPush dove ad attendermi trovo i miei anziani consiglieri, Renee e Charlie, trasformati da me in umani qualche giorno prima e mandati sulla terra per poter organizzare il necessario per la mia permanenza. Lentamente esco dall'acqua, mentre avanzo la coda di pesce svanisce lasciando il posto alle gambe, l'acqua del mare che accarezza il mio corpo va a formare un vestito blu e ai piedi delle scarpe basse dello stesso colore dell'abito. Il mio tridente si trasforma in un ciondolo a forma di conchiglia che accuratamente lego intorno al collo in modo da tenerlo sempre con me. I miei primi passi sulla sabbia vellutata sono un po’ incerti, perdo facilmente l'equilibrio e mi ritrovo più volte a terra, "Non sono proprio abituata a muovermi con queste" pronuncio indicando le sottili gambe che mi ritrovo. Immediatamente Charlie e Renee si avvicinano per aiutarmi ad alzarmi e a prender equilibrio, li ringrazio con il miglior sorriso che mi posso permettere dato il mio umore nero, loro di risposta si inchinano per salutarmi "Ben arrivata Maestà".

Mi guardo intorno sperando che non ci sia nessuno, che nessuno li abbia visti e sentiti e quando ne ho la certezza li richiamo "Vi ho già avvisato che qui non sono la vostra Maestà, per gli umani io sono vostra figlia quindi niente riverenze e comportatevi come persone normali" cerco di non alzar troppo il tono della voce per non incuter loro timore "Spero che abbiate organizzato tutto al meglio, vero?" a questa domanda Renee si avvicina e mi dice "Non preoccupatevi Mae.." non finisce la frase che la cambia subito dopo che un mio sguardo la fulmina in pieno "Non preoccuparti Isabella" pronuncia un pò imbarazzata "abbiamo preso una bellissima casetta in una città qui vicino, Forks, e ti abbiamo iscritta alla scuola locale, per tutti siamo la famiglia Swan" annuisco con un sorriso "Perfetto, allora andiamo". Mi volto verso il mio amato mare un'ultima volta, lo osservo mentre inquieto e tempestoso si abbatte sulla spiaggia come a volermi afferrare e riportare indietro, mi volto e non serve uno specchio per saper di che colore sono i miei occhi: sicuramente grigio scuro.

Mi fanno strada verso una macchina parcheggiata sul ciglio della strada che costeggia la spiaggia, Charlie si appresta ad aprirmi la porta posteriore ma prontamente lo fermo "Ti ci dovrai abituare" gli sussurro quindi apro lo parta e entro in macchina. Renee si siede al posto davanti a me e Charlie si mette alla guida, mette in moto e si avvia verso la nostra nuova casa. In macchina scende un rigoroso silenzio, penso che vogliano lasciarmi in po’ con me stessa e i miei pensieri e per questo li ringrazio. Osservo la vegetazione scorrere e non posso non notare che questo posto è immerso completamente nel verde, tutto è verde, troppo verde, inizio a sentir già una forte nostalgia dei miei abissi blu e del suo variopinto popolo, alzo gli occhi al cielo ed una coltre di nubi minacciosa sembra voler soffocare tutto quel verde, in un certo senso mi sento soffocare anche io.

Un mio sospiro sembra spezzare il silenzio nel veicolo e come se mi avesse letto nel pensiero Renee inizia a spiegarmi il posto "Qui è sempre così" pronuncia tristemente mentre osserva fuori dal suo finestrino "Siamo nel posto più piovoso di tutta l'America, è perennemente coperto di nuvole e all'anno si contano rare giornate di sole" mentre l'ascolto in me inizia a nascere un certo astio verso questi luoghi. "Perchè proprio qui?" domando ai miei accompagnatori, era una domanda che volevo porgli dalla prima volta che mi dissero che avrei dovuto iniziar qui la mia ricerca. Prima di rispondere si osservano poi è Charlie a prender parola "è stato vostro padre a dirmelo" a quelle parole rimango totalmente a bocca aperta, osservo Charlie in silenzio per qualche minuto dopodichè risponde alla mia muta domanda "il Dio Poseidone mi è apparso in sogno e mi ha indicato proprio questa città... Forks... ma non ha aggiunto il motivo" era scosso mentre parlava, potevo ben capire non era da tutti esser contattati da un Dio. "Mio Padre..." dico scuotendo la testa per poi sorridere "Non mi aspettavo di ricevere il suo aiuto" affermo. Infatti, ripensandoci, mi aveva dato libero arbitrio in tutto e non era mai intervenuto sulle mie decisioni o in qualsiasi situazioni io mi trovassi, chissà come mai questa volta è stato così diverso, forse perchè sapeva meglio di me che trovar quel che cerco su tutta la terra era come trovar una piccola sardina in tutto il mare.

Arriviamo davanti ad una casetta bianca a due piani e Charlie parcheggia lungo il vialetto davanti l'ingresso, scendo dall'auto e osservo bene la casa "Che carina.." affermo per poi seguire i due dirigersi all'interno. Salgo i tre gradini del portico e varco l'ingresso, l'interno della casa è molto semplice e arredato con buon gusto, sicuramente dovevo ciò a Renee. Vi è un piccolo salotto con due divani i pelle ed un tavolino basso in vetro, vicino al muro c'è un televisore al plasma e un lettore dvd e accanto una libreria con diversi tomi che di certo non avrei trascurato, mi piaceva molto la letteratura degli umani, li consideravo una razza con una fantasia unica al mondo. Nell'altra stanza vi è la cucina, i mobili sono di un giallo molto tenue e al centro di essa vi è un tavolo in legno con quattro sedie, "Ti mostro la tua stanza" mi dice Renee salendo le scale accanto al salotto, la seguo e ad una ad una indica le tre porte presenti al piano superiore "Quella è la nostra stanza" dice indicando la porta alla fine del corridoio "Questo è il bagno" indica la porta alle nostre spalle " ma ne avrai poco bisogno dato che ce n'è anche uno nella tua stanza" dice mentre apre l'ultima porta. Entro all'interno e rimango meravigliata di cosa mi si presenta davanti, la mia stanza è dipinta tutta di blu e al muro sono appese in ordine preciso diverse conchiglie di varie grandezza, il mio letto e coperto da un piumone con la fantasia delle onde del mare e vicino vi è un piccolo comodino con una lampada. Dall'altra parte vi è una scrivania con sopra un computer portatile e accanto una libreria con svariati libri. Renee mi osserva mentre mi perdo nei nomi di tante avventure, amori, paure dicendomi "Ero a conoscenza del piacere che provi nella lettura, quindi ho cercato di procurarti una buona selezione di libri". Non posso non notare il suo tono di riverenza anche quando mi da del tu ma decido di non farci troppo caso, in fondo ha bisogno anche lei di tempo per abituarsi alla situazione, e sorridendo dico "Ti ringrazio tantissimo, tutto questo mi fa sentire veramente a casa" pronuncio indicando con un gesto della mano l'intera stanza. Apro infine la porta che da al mio bagno personale e noto stupita che anche questo è interamente blu e richiama la fantasia dell'oceano, un'intera specchiera ricopre il muro vicino al lavandino e su di esso ci sono dei faretti a far luce.  "Era ciò che desideravo... ora ti lascio sola, ricorda che domani c'è scuola" dice chiudendosi la porta dietro a se.

Già la scuola, fino ad ora non avevo mai pensato ma ora che me l'aveva ricordato inizia a nascere in me un po’ di timore. Mi sdraio sul letto e la mia mente inizia a viaggiare, chissà cosa mi aspettava, come sarei stata accolta tra gli umani e come io avrei interagito con loro. Lo studio in se per se non mi intimoriva, avevo già studiato abbastanza per ciò che riguardava la terra, la sua storia, i suoi numeri, la musica, le varie lingue... ebbene avevo avuto secoli per imparare... secoli... millenni... mi soffermo a pensare per poi scuotere la testa e riportare la mente a ciò che mi aspetta l'indomani. Pian piano mi addormento e mi perdo nei sogni che mi portano alle mie amate acque salate.

 

 

 

Fine primo capitolo, mi scuso anticipatamente per eventuali errori e mi auguro di poter leggere tante vostre recensioni!!!

 

A presto, Elrilin!

  
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