Il mondo tra le
pagine dei libri
Ci
fu un tempo di buio e niente,
dove
i ricordi non avevano valore.
Le
memorie offuscate o fuggivano dalla mente,
niente
gioia, luce o calore.
Ma
poi avvenne qualcosa,
una
nascita, una nuova vittoria
così
che il Tempo decise di cambiare,
con
l’anima ed il cuore iniziò a creare.
Così
fu il tempo in cui il Nulla divenne Tutto
Il
nero divenne il bianco,
il
buio fu rischiarato
e
la luce prosperò.
Fu
il tempo delle prime storie,
dei
primi ricordi che ognuno ha in sé.
E
fu il tempo della scrittura di memorie,
cosicché
nessuno dimentichi il dove, il come e il perché.
Tempi
dove la Terra era giovane e bella
e
vibrava divertita e gioviale,
rombava
la sua nuova presenza
e
fu testimone della lotta tra Bene e Male.
Spiriti
deboli e potenti, dai mille e più valori,
i
primi a nascere nel nostro mondo..
un
mondo di varie forme di poteri, odori e colori.
Un
mondo protetto da due Immortali,
nati
dal tempo e dalla sua Terra,
essi
erano i due spiriti primordiali;
volevano
la Pace, ma videro la Guerra.
Decisero
di non dimenticare,
di
dare importanza alle memorie,
quindi
assorbirono per donare
quelle
grandi, antiche storie.
E
fu così che il bianco ridivenne nero,
il
tempo della penna che scrive veloce,
di
lettere che raccontano solo il vero,
di
un mondo che ha iniziato a ruotare.
Furono
però poche le storie più importanti,
quella
del rosso e potente creatore,
e
quelle delle sue sei valorose creature,
Per
questo siamo qua oggi,
affinché
queste storie vadano a chi spetta,
è
ora che queste vecchie memorie
vengano raccontate al
mondo che le aspetta.
Conoscere il mondo.
Voi umani credete veramente a
questa
idiozia?
Siete sul serio sicuri di capire
ogni
singola goccia di pioggia? Ogni
foglia
che fruscia sugli alberi, sospinti dalla brezza? O quel lampo che,
imperioso,
ha spezzato il cielo con la sua luce?
Siete certi di comprendere cosa sia
veramente la vita? La crescita? La morte?
Poveri, ingenui, piccoli umani.
Giovani e inesperte particelle che
cercano di dare un significato ad ogni cosa, non volendo guardare nel
modo
giusto la realtà.
Sono in pochi quelli che riescono a
scorgere una parte di quella verità che è celata
ai vostri occhi, ma anche
questi non sanno, non vedono e non sentono veramente ciò che
è realmente il
mondo dove camminano, o la vita che percorrono.
Eppure non è
così difficile, perché la
verità è semplice, è proprio
lì, sotto ai vostri occhi.
Apriteli.
Godetevi questo mondo che fiorisce,
che
cresce, che si evolve continuamente.
Guardate la vita
dell’acqua che scorre,
del vulcano che erutta e del cielo che ribolle. Godetevi la
maestosità del
piccolo fiore che nasce, la delicatezza del salice che cresce, la
mastodontica
forza di un piccolo alberello che sfida la siccità.
Ascoltate.
Ascoltate quel canto che si propaga
in
ogni dove.
Il canto dell’aurora o
della Luna che
illumina la notte;
quel suono melodioso del mare e
delle
sue onde,
la canzone delle piante di una
foresta
intera,
il canto solitario della grande
montagna
al nord,
o il motivetto allegro della
schiusa
delle uova.
Sentite.
Sentite il sapore della rugiada tra
i
fili d’erba in autunno,
quello succoso dell’aria
di primavera,
quello pungente del sole estivo,
o quello aspro della neve
invernale,
perché sì, anche queste cose hanno un sapore.
Non sapete che ciò che
percepite con i
vostri sensi è solo una piccola parte di questo
mondo…
Perché esiste una parte
di esso
invisibile ai vostri occhi, inudibile alle vostre orecchie, insapore e
inodore
a voi uomini.
E intangibile per i vostri sensi.
Un mondo antichissimo.
Quel mondo che regge quello che voi
riuscite a vedere.
Quel mondo in cui vive
l’essenza di ogni
cosa esistente.
L’Iperuranio per
Platone,l’ Aperon per
Anassimandro, l’Essere di Parmenide e per molti altri di vari
nomi e forme…
tutto questo per indicare un solo mondo, un mondo che non esiste al di
fuori di
questo, ma c’è, qui, avanti ai vostri occhi che
non vedono.
Il mondo degli Spiriti.
Quel mondo che ha dato il via
all’esistenza di questa dimensione.
E noi proveniamo da lì.
E
da lì verremo da voi, perché è il
momento di regalare a coloro che sono stati
scelti quella conoscenza fondamentale per comprendere la nostra
realtà: la
Storia Antica.
Se vogliamo, possiamo scorgere in
ogni
luogo, atomo e fessura, lettere infinite che si scrivono da sole.
Lettere di
azzurro, arancio, rosso, giallo e tantissime altre sfumature e colori.
Il mondo è un
grandissimo libro.
O meglio dire, una grandissima
biblioteca di libri.
Scritti da ognuno di noi.
Piante, animali, rocce e fiumi,
laghi e
montagne, spiriti e uomini.
Tutto è un libro.
Una serie infinita di racconti.
Tramandati alle generazioni future,
affinché sappiano e capiscano, che siano le idee o le
esperienze di qualunque
cosa.
La Storia Antica non è
la storia dei
soli uomini, ma la storia che parte dalla nascita del mondo…
e che finirà con
la sua distruzione.
Trascritta dai suoi due Immortali,
che
fanno da bibliotecari a questa immensa libreria che è il
pianeta Terra. Ne
scrivono la Storia e la tramandano a chi deve conoscerne le sue parti.
Sono i due collegamenti tra mondo
umano
e quello degli Spiriti, perché sono stati i primi a nascere
sulla Terra e, come
la Storia Antica, gli ultimi che scompariranno con il pianeta.
E ora hanno scelto.
Hanno scelto coloro a cui affidare
le
memorie più preziose. Le memorie di un’antica
Guerra e della nascita dei
Guardiani, i racconti dei sette draghi di un grande capitolo della
Storia.
Perché loro sanno e
vedono ogni cosa.
Perché sono i loro
angeli custodi da
quando sono nati.
Perché è
tempo di donare ciò che hanno
da dare.
E’ tempo di conoscere.
E’ tempo di essere.
*******
Apparve in un lampo rosso.
Guardò a terra, facendo
un passo per
saggiare il terreno, increspando leggermente quel fluido cristallino
che non
lasciava affondare, il liquido che formava il suolo di quella
Dimensione.
Alzò lo sguardo,
socchiudendo gli occhi,
beandosi come sempre del paesaggio di quel particolare mondo.
Milioni, anzi miliardi di drappi
scintillanti, dalla consistenza quasi eterea, volteggiavano formando
una cappa
sulla sua testa, lasciando intravedere a piccoli sprazzi un cielo
talmente
azzurro da far male agli occhi. Essi brillavano a quella luce diffusa,
che non
proveniva da nessuna parte, eppure era ovunque, dando al luogo quella
sensazione di mistero e magia da togliere il fiato.
E tanti, tantissimi libri, un
numero
quasi infinito dalle più disparate forme e dimensioni, posti
su di colonne
vorticose di nuvole e vapore, volteggiando tra scaffali fatti di nubi
dai
colori più improbabili, ma allo stesso armonici, tanto da
avere l’impressione
di vivere dentro ad un immenso arcobaleno.
Respirò l’aria
pura di quel mondo
incontaminato, ascoltando il canto dell’antico sapere di
quella Dimensione,
incominciando a camminare, formando, ad ogni passo, tante increspature
lucenti.
Ripiegò le enormi ali rosse sulla schiena, agevolandogli il
passaggio tra le
colonne di nuvole e libri, cercando con gli occhi ciò che lo
aveva spinto a entrare
nel mondo dove ora era.
O meglio, chi.
Girò intorno ad una
colonna di grosse
nubi temporalesche, percorsa a intervalli incostanti da grossi lampi,
che,
però, non danneggiavano i volumi lì posti.
Sfiorò con lo sguardo i libri che galleggiavano tra le
nuvole, incominciando ad
incuriosirsi nel vedere quei tomi tanto antichi e scritti in lingue
ormai
estinte.
Un
rumore di pagine sfogliate, però, lo fece distogliere da
quei pensieri.
Alzò
gli occhi, scorgendo una figura nera
seduta comodamente tra quelle nubi. Reggeva in una mano un grosso
volume di
colore argento, mentre, con l’altra, scriveva tra le sue
pagine con una grande
piuma bianca. La figura alzò lo sguardo dorato, salutando il
nuovo arrivato con
un cenno del capo.
Chiuse il libro, poggiandolo su di
una
superficie lì vicino, e spiegò le membranose ali
nere scendendo lentamente,
arrivando alla stessa altezza del Drago rosso.
“E’
ora” affermò l’Immortale nero, non
dando la possibilità allo Spirito di dire nulla. Il Drago
Cremisi annuì “Spiegate
ad un povero drago come fanno
questi a sapere sempre tutto…”
pensò, squadrando il moro avanti a lui.
L’Immortale fece un
sorrisino, intuendo
cosa passasse per la mente al suo interlocutore, facendolo sbuffare
esasperato.
Il drago si guardò
attorno, cercando di
scorgere la persona che stava cercando, non vedendola da nessuna parte.
“Se La cerchi sappi che
non la troverai
qui. E’ nel mondo umano, a fare il
solito…” Lo informò
l’Immortale con una
scrollata d’ali, ritornando nella sua postazione e
riprendendo in mano il libro
e la penna per scrivere.
Il Drago Cremisi lo
fissò per qualche
minuto, non capendo come comportarsi con lui, per poi perdere interesse
e
incominciare a curiosare in giro, per sconfiggere la noia
dell’attesa.
Si rimpicciolì per poter
muoversi più
agilmente e prese con una zampa un libro dai colori scuri,
incominciando a
sfogliarlo.
“Prova ad acciaccarlo
solo un pochino e
ti uso come segnalibro!” Lo minacciò,
dall’alto della sua postazione, il moro,
puntandogli contro la piuma e socchiudendo con un ringhio gli occhi
dorati e
incominciando, così, una discussione interminabile.
*******
Volava tra le case, silenziosa come
l’aria.
Sbatté leggermente le
sue bianchissime
ali, facendole scintillare d’argento alla luce della luna,
che pian piano stava
tramontando.
Poggiò i piedi sopra il
tetto del faro,
rimanendo in equilibrio, mantenendo spalancate le bianche appendici
piumate,
facendole gonfiare come vele al vento leggero.
Guardò verso est, in
attesa, chiudendo
gli occhi e ascoltando il silenzio umano.
E l’ultima sinfonia delle
Stelle e della
Luna.
Aspettando.
Il canto della notte
incominciò a
scemare, mentre una nuova musica stava iniziando a nascere.
Riaprì gli occhi,
sorridendo
leggermente.
Un primo filamento dorato apparve
all’orizzonte e, volteggiando, trapassò una piuma
dell’ala sinistra, facendola
illuminare d’oro.
Un altro filo di luce aranciato
colpì
un’altra piuma dell’ala destra, colorandola
d’arancione.
Lo spirito bianco portò
una mano verso
il terzo filamento giallo che l’aveva raggiunta, vedendolo
attorcigliarsi
intorno al polso con delicatezza. Socchiuse gli occhi, scorgendo delle
minuscole lettere e microscopici simboli, che andavano a formare quei
particolari fili d’energia luminosa.
Soffiò, facendoli
sperdere nell’aria,
divertendosi a vederli ricompattarsi nel filamento, che
colpì la prima piuma
che incontrò,e ridacchiò divertita nello scorgere
le scintille formatesi per la
troppa forza nell’infrangersi.
Rialzò lo sguardo ad
est, aprendo le
braccia al mare di luce che si stava formando. La musica del Sole
nascente le
arrivò forte e vivace alle orecchie, mentre un lieve
venticello fresco
invernale le
scompigliò i lunghi e ricci
capelli argentati.
Un grosso manto di luminosi colori
caldi
si avvicinava sempre di più, mentre quei finissimi fili di
luce che lo
componevano volteggiavano verso di lei, infrangendosi tutti sulle sue
ali.
L’Aurora.
Il suo calore l’avvolse e
le sue piume
divennero tutte dello stesso colore dell’alba, vibrando per
l’energia che
avevano assorbito.
Aspettò che
l’ultimo di quei fili di
luce si infrangesse nell’ultima piuma rimasta bianca, per poi
riabbassare le
braccia e ripiegare le ali.
Un grande calore si espanse dalla
sua
schiena irradiandosi in
tutte le sue
cellule. I segni neri che le ricoprivano il corpo come fiamme si
illuminarono,
colorandosi dei colori caldi dell’aurora.
Per ultimi risplendettero i due
segni
simmetrici sugli zigomi, brillando d’oro e arancio, e i suoi
occhi
incominciarono a bruciare come due soli incandescenti, sostituendo il
blu che
li caratterizzava. Solo alla fine riaprì le ali, e due
lunghi drappi, formati
dai milioni di fili d’energia intrecciati, si dispiegarono
intorno
all’Immortale bianco, volteggiando come se la
gravità non esistesse.
Con ancora gli occhi che
scintillavano,
scandagliò ogni centimetro del tessuto. Lo sfiorò
leggermente con la punta
delle dita, facendo così brillare il drappo, e incominciando
a leggere le
memorie del Sole che le aveva regalato in quell’alba
spettacolare.
Racconti azzurri del cielo limpido
delle
isole del Sud o quelli bianchi del cielo carico di neve
dell’Antartide; vi
erano le chiacchiere variopinte degli uccelli migratori e qualche riga
nera di
insulti del cielo inquinato nelle città maggiori.
Alzò un sopracciglio nel
leggere, in rosso scarlatto, la memoria di un Drago Cremisi che
litigava con
qualcuno, scoppiando a ridere nel leggere in giallo scherzoso chi fosse
il suo
rivale, scuotendo la testa sconsolata “Santa
pazienza aiutami tu…” Pensò,
sapendo ormai che non sarebbero mai cambiati.
Sentì un flusso
d’energia familiare
avvolgere la sua mente. Chiuse gli occhi, facendo scivolare quella
coscienza
nella propria, creando un legame di mente e anima.
Aprì un occhio, alzando
un sopracciglio
infastidita, sentendo, come un eco, la stessa coscienza litigare con
qualcuno.
“E’ arrivato, a
quanto sento…” Disse,
socchiudendo gli occhi per l’urlo troppo forte che le
rimbombò in tutta la
scatola cranica.
“Ora mi spieghi
perché, ogni santissima
volta, voi due dovete fare i bambini capricciosi quando state tre
secondi
insieme da soli..” Chiese, tenendosi la testa con una mano,
sentendo che il
cervello sarebbe scoppiato da un momento all’altro.
“E’ lui che
inizia!” Esclamò l’Immortale
nero nella sua testa.
L’albina fece un grosso
respiro “Che marmocchi…”
pensò, lasciando passare
quella frase nel legame, facendolo ascoltare al suo compagno. Questo
ringhiò in
risposta.
Si massaggiò le tempie
per calmare il
dolore, stroncando di netto il legame telepatico, assaporando la calma
del
mattino.
Un relax che troppo spesso non
poteva
permettersi, purtroppo.
Rialzò lo sguardo ai due
grandi drappi
che vorticavano ancora intorno al suo corpo. Sfiorandoli, li fece
ondeggiare,
incominciando ad arrotolarli sulle braccia.
Li lisciò con una mano,
guardandoli con
affetto, per riportare nuovamente lo sguardo al Sole che ormai era
quasi del
tutto sorto.
La Raccolta era stata conclusa.
*******
“Come
gli uomini raccolgono le piantagioni della Terra, i due Immortali
raccolgono le
memorie di ogni cosa che esiste in questo mondo. Questo è
ciò che viene
chiamata Raccolta”
Recitò
a voce alta il Drago Cremisi, tenendo
sulle zampe anteriori uno dei libri più antichi della
Dimensione-biblioteca.
Il moro, a queste parole,
alzò lo
sguardo dal suo lavoro, sgranando gli occhi “TU! MOLLALO
SUBITO!” Gli ringhiò
contro, alzandosi in volo e lanciando, con precisione millimetrica, la
penna,
centrando perfettamente il muso del drago.
“AHIO! MA SEI
IMPAZZITO?” Si lamentò
questo, portandosi una zampa a staccarsi l’
“arma” incastrata tra le scaglie
“Tu metti giù
quel libro!” Soffiò
indignato l’Immortale.
“E se non lo
facessi?” Lo stuzzicò lo
Spirito rosso.
“Allora vuoi la
guerra?” Constatò il
moro, scrocchiandosi le nocche, sogghignando diabolicamente.
“Che guerra
sia!” Acconsentì il Drago
Cremisi, chiudendo il tomo con un tonfo, lasciandolo galleggiare in
aria, come
se fosse senza peso.
*******
l’Immortale bianco aveva
spiccato il
volo, raggiungendo l’aria inquinata del Satellite,
rammaricandosi del fatto
che, ancora, non era stata completamente bonificata, anche dopo la
costruita
del ponte.
Guardò divertita qualche
spirito
duellare, soprattutto ridendo dei modi impacciati dei giovani
inesperti,
salutando con una mano quelli che la scorgevano volare rasoterra.
Gli umani non potevano vederla, non
nella sua forma spirituale, quindi non si preoccupò, e
proseguì indisturbata.
Schivò qualche casa, passando qualche volta anche tra le
finestre, e arrivò al
punto più alto di quella parte della città.
Appoggiò un piede ad uno
dei grossi tubi
che circondavano la fabbrica, prendendo lo slancio.
Con l’aiuto di un colpo
d’ala, schizzò
verso l’alto, bucando le nuvole di fumo che si stavano
diradando ormai in quel
cielo, puntando verso un punto preciso nel firmamento.
Sopra di sé si
aprì una crepa
dimensionale, allargandosi quel tanto che bastava per farla passare.
Varcandola, questa si chiuse
subito, e
arrivò il silenzio.
Fluttuava in un mare di acqua e
luce,
respirando normalmente. Guardò le bolle salire in
superficie, districandosi tra
i lunghi fili argento che aveva per capelli.
Aprì le ali,
allungandole per tutta la
loro lunghezza, per poi utilizzarle come pinne per muoversi
velocemente.
Ascoltò le correnti,
volando nell’acqua
e nella luce, sentendole scivolare sulla pelle. Quando vide i primi
colori capì
che la superficie era vicina, e , come a confermaglielo, una musica
dolce e
forte allo stesso tempo spezzò il silenzio. Roteando schizzò
fuori dall’acqua,
ritrovandosi nella Storia Antica, nella sua dimensione.
Respirò l’aria
incontaminata di quel
mondo.
Casa.
Poggiò i piedi sulla
superficie
dell’acqua, camminandoci come fosse solida, richiudendo le
ali dietro la
schiena. Portò le mani al cielo, alzando la sfera di memorie
che aveva con sé e
le lanciò leggermente verso l’alto, vedendo i
drappi riaprirsi e unirsi
all’intera cupola di ricordi che volteggiavano nel
firmamento.
Sospirando, cercò con lo
sguardo i due
litiganti, ritrovandoli a guardarsi in cagnesco vicino alla grande
nuvola temporalesca.
Si schiaffò una mano
sulla fronte,
chiedendo ad ogni dio esistente cosa aveva fatto di male per meritarsi
quei due
idioti come compari.
Quasi pianse
nell’accorgersi del povero
libro conteso dai due spiriti e ne ebbe pietà. Senza che se ne
accorgessero, l’albina prese
tra le mani il volume, rimettendolo nel suo posto, accarezzando il
dorso, per
poi tornare a concentrarsi sui due che avevano cominciato a darsele di
santa
ragione.
“Di bene in
meglio…” Borbottò,
incominciando a spazientirsi.
Portò le mani dietro la
schiena,
recuperando le sue due fide katane, compagne di antiche e nuove
battaglie,
portandole avanti al viso. Vedendo che la sua presenza non era stata
ancora
minimamente calcolata, abbatté di piatto (Poiché
era ancora magnanima e non
voleva uccidere nessuno…ancora) le sue armi sulle teste
bacate dei due Spiriti,
ponendo fine a quella stupida litigata.
“Ora
spiegatemi!” Disse furiosa,
incrociando le braccia al petto, guardandoli con sguardo assassino.
L’Immortale nero e il
Drago Cremisi
borbottarono qualche imprecazione, entrambi con un doloroso bernoccolo
in
testa.
“Diavolo…
potevi andarci più leggera
però! Fa male!” Protestò il moro,
guardandola con gli occhi socchiusi,
massaggiandosi il punto doloroso.
“E tu dovresti essere il
più saggio di
noi due, idiota?” Ringhiò lo Spirito bianco,
dandogli un altro pugno sullo
stesso punto, facendogli un male cane.
Spostò lo sguardo
arrabbiato all’ospite,
alzando un sopracciglio in un interrogativo, facendogli vedere la mano
in minaccia.
Il drago, in tutta risposta, indicò il moro “Ha
iniziato lui!”
“Chi ha iniziato
cosa??” L’Immortale
nero lo guardò ad occhi spalancati “Hai fatto
tutto tu!” Urlò, ricominciando a
litigare.
L’albina li
guardò con la bocca aperta,
shoccata, iniziando quasi a piangere dalla disperazione “Madre Terra, Dio
Tempo, chiunque
mi stia scoltando… datemi la pazienza… ne ho
bisogno…” E guardandoli
azzuffarsi come polli precisò “…molto
bisogno”.
Una vena incominciò a
pulsare sulla sua
fronte, quasi scoppiando dalla rabbia che le stava nascendo dentro. Si
scrocchiò le dita e i suoi occhi incominciarono ad
illuminarsi di luce propria
“Ok… state per morire…” E con
un urlo di frustrazione, liberò una grande
quantità di energia, che travolse con furia
l’Immortale nero e il drago,
facendoli quasi affogare nelle acque della Dimensione.
“Credo che questa volta
siamo morti sul
serio, amico” Sussurrò il moro allo Spirito rosso,
sull’orlo dello svenimento.
Il drago annuì,
più morto che vivo.
Quando la rabbia
dell’albina scemò, i
due poterono ritornare a
vivere,
liberando un grossissimo sospiro di sollievo.
“Sappilo.. prima o poi ti
sigillerò con
gli Immortali Terrestri.. tanto non si capisce la differenza tra te e
loro,
pure il nome di che cosa sei è QUASI lo stesso..”
guardò malamente l’Immortale
nero, cercando di tranquillizzarsi “..mentre a te…
quando imparerai a non
toccare nulla senza un consenso scritto? Lo sai come è fatto
questo essere
qua!” Rimproverò il Drago Cremisi, per la
centesima volta.
I due non osarono fiatare, un
po’ perché
si erano calmati, un po’ per la paura di dover riprovare
sulla loro pelle
l’energia distruttiva di un Immortale bianco LIEVEMENTE
alterato.
Lo Spirito femminile
addolcì lo sguardo,
provando pietà per loro, e, ammettendolo con rammarico,
corrotta dalle loro
facce da cani bastonati che le fecero tanta tenerezza.
“Toglietevi
quest’aria da povere vittime
innocenti, oggi vi è andata grassa che sono corruttibile, ma
la prossima volta…
è meglio che non ci sia una prossima volta” Li
ammonì, per poi raggiungerli a
terra, sedendosi a gambe incrociate.
“Tornando a cose
serie..” iniziò il moro
“.. il nostro amico qua è venuto per dire che
è arrivato il momento..”
Il drago in conferma
annuì, ormai
rassegnato dal fatto che non li avrebbe mai presi alla sprovvista.
L’albina sorrise,
guardando i lucenti
drappi volteggiare nel cielo “Quelle memorie sono troppo
preziose per lasciarle
segrete. Sai, però, che non sarà di certo facile
per te e per i tuoi
figli rivivere quel
passato..” Lo
informò.
“Lo so, ma deve essere
fatto...” Le
disse in risposta.
“.. e molto
doloroso” Continuò l’albina.
“… il mondo
deve conoscere quelle
memorie…” Rispose ancora il drago.
“..e non si
potrà più tornare indietro,
lo sai vero?” Chiese infine l’Immortale bianco,
sorridendo interiormente.
“Devono conoscere se
stessi” Disse con
determinazione lo Spirito rosso.
Il moro cercò di
trattenere il sorrisino
che gli stava nascendo tra le labbra, lanciando uno sguardo
significativo alla
partner “E’ cocciuto, non
riuscirai a fargli
cambiare idea, neanche provandoci”
le disse mentalmente.
La ragazza fece spallucce
“Non voglio fargli cambiare idea,
sto solo
saggiando la sua determinazione. E’ una cosa che deve essere
fatta, ma solo lui
può decidere se sono pronti a ricevere tutto questo”
Il drago li guardò
confuso, non capendo
perché tutto ad un tratto fosse sceso quel silenzio, ma
vedendo gli sguardi
divertiti dei due Immortali che si fissavano negli occhi, comprese.
“Ok ok! Non voglio sapere
nulla delle
tante cose compromettenti che vi state dicendo.. ma grazie tante per la
grande
considerazione che mi date, eh! Gentili…” Si
lamentò lo Spirito.
I due scoppiarono a ridere,
contagiando
anche lui.
Tutto sarebbe incominciato quel
giorno
stesso.
Era deciso.
E così sarebbe stato
fatto.
Distesa sull’acqua, la
bianca fissava,
senza realmente vedere, la volta ribollente di memorie.
Il Drago Cremisi era partito,
scomparendo nel solito lampo rosso, verso la Dimensione terrestre.
Osservò un drappo di un
leggero color
porpora dai bordi neri volteggiare con grazia e velocità tra
i ricordi, seguito
da uno bianco e azzurro che, ogni tanto, lo frenava nel suo veloce
avanzare,
come a intimargli di non rimanere da solo.
L’albina sorrise
mestamente,
riconoscendo i proprietari dei due tessuti di memoria, sapendo
già quanto
sarebbe stato difficile per loro ricordare il passato.
“Io non sarei
così preoccupato, se fossi
in te. Sai come sono, li conosci meglio di loro stessi. Sono forti,
sapranno
superare anche questo”
La ragazza spostò lo
sguardo verso il
suo compagno Immortale, seguendo con lo sguardo i suoi movimenti,
vedendolo
avvicinarsi a lei, e stendersi alla sua sinistra.
Divertito, guardò due
tessuti, uno rosso
e l’altro nero, stuzzicarsi a vicenda, allontanarsi e
avvicinarsi in
continuazione, ma che rimanevano comunque vicini a quello bianco, quasi
che
esso fosse il loro capo.
La ragazza sospirò:
aveva ragione,
assolutamente. Ma si sentiva in colpa lo stesso.
Qualcosa incominciò a
punzecchiarle il
fianco sinistro, ma si impose di rimanere impassibile. Avrebbe smesso,
non era
assolutamente il momento.
Ma continuava.
Cercò di concentrare
l’attenzione su
altre cose, pur di non dargliela vinta. Ma osservare un drappo verde
acqua
strattonarne uno più tranquillo e più chiaro, non
aiutava di certo il suo
autocontrollo.
Era ora di uccidere qualcuno.
“FALLA FINITA
IDIOTA!!!” Urlò in faccia
al moro, perdendo la pazienza, alzando il busto e facendo, finalmente,
finire
quella tortura.
In tutta risposta il ragazzo le
punto lo
stesso indice, che l’aveva punzecchiata, sulla fronte, per
nulla spaventato
questa volta.
“Ora va molto meglio.
Sai.. non sei per
niente carina in fase depressiva, oltre che più acida del
solito” E le fece un
sorrisone da schiaffi, portandola a sbuffare come una locomotiva e
alzare un
pugno in minaccia “Allora oggi vuoi botte!”
Il moro alzò le
sopracciglia,
prendendola in giro e dandole una spinta con la mano su una spalla,
facendola
quasi ricadere a terra.
“Tu non pensarci troppo,
anzi.. sii
felice di rivederli, sono o non sono i tuoi protetti?” La
rassicurò, addolcendo
lo sguardo e scompigliandole i capelli, ridacchiando poi per lo sguardo
stizzito dell’albina, che borbottò “Non
sono una bambina, non trattarmi come
tale!”
“Ma sei più
piccola di me! In tutti i
sensi!” Le rinfacciò l’Immortale nero,
sapendo quanto a lei desse fastidio
questa piccola costatazione.
Ricevé un altro pugno in
testa ben
assestato, il terzo in poco tempo, cadendo ridendo sull’acqua.
“Prima o poi faccio un
Immortalicidio… “
Ringhiò lo Spirito bianco, sentendolo quasi morire dalle
risate “Strozzati,
vecchiaccio… te lo auguro con tutto il cuore!”
“Acida!”
“Troglodita”
“Manesca”
“Ma stai
zitto… “ Si alzò in piedi di
scatto, cercando di sovrastarlo con la sua piccola mole, con poco
risultato,
portando il viso ad un palmo dal suo “Sei un rompiscatole
senza speranza!”
“Tieni” Come se
nulla fosse, portò una
mano, che teneva una grossa chiave dorata, tra i due visi. La ragazza
sbatté
gli occhi confusa dal cambio repentino di argomento, per poi spalancare
gli
occhi, facendoli luccicare di felicità.
“Giusto! Mi ero
dimenticata!” L’afferrò
con impeto, quasi staccando la mano dal polso del moro, che se la
sfregò,
maledicendo i suoi modi bruschi.
“Non borbottare! E alza
il tuo
fondoschiena, che il lavoro è tanto e il tempo
poco!” Disse quasi saltellando,
schizzandolo per dispetto. Il ragazzo si sentì sollevato non
sentendo più
quell’aria cupa provenire dalla ragazza e, senza
accorgersene, sorrise.
La cosa non sfuggì,
però, alla diretta
interessata “Cos’è quella faccia da
babbeo?” Chiese, mettendo la chiave in una
cordicella e legandosela al collo.
“E’ divertente
vedere come ti entusiasmi
per piccole cose…”
La ragazza arrossì un
poco “Non mi
esalto! Sono solo felice di poter loro parlare faccia a faccia, nel
loro mondo..
dopotutto li ho visti crescere…”
“Li ABBIAMO visti
crescere” Precisò il
ragazzo, alzandosi in piedi, e spalancando le ali.
Fu la volta della ragazza di
guardarlo
sorridendo “Il grande Immortale nero diventa sentimentale?
Cade il mondo!”
“Io sono più
sentimentale di quello che
credi!” Protestò, guardandola librarsi
nell’aria sempre di più.
La ragazza gli diede qualche
colpetto
sulla testa, quasi fosse un cagnolino, prendendolo in giro
“Questa mi è nuova!
Ma sei un bravo cucciolotto, mi stupisci sempre”
“Non sono un cane, ma un
lupo, tigre
nana malefica!” La spinse via, facendola volare qualche metro
più lontano.
“Un lupo suscettibile
però!” gli urlò,
ridendo, facendolo ringhiare scherzosamente.
E mentre si avviavano a preparare
il
loro viaggio nel mondo umano, il cristallino liquido della Storia
Antica rifletté
la loro vera essenza, per un secondo, come a voler ricordare loro chi
erano
veramente, come a voler svelare la verità celata agli occhi.
L’acqua della
verità, che svelava le
anime.
Una grossa tigre dal bianchissimo
manto,
percorso da fiamme nere, e dai grandi e determinati occhi indaco era il
riflesso dell’Immortale dalle ali lucenti, l’anima
di uno Spirito che nel suo
io era indomito e pericoloso, come curioso e gentile.
Al suo fianco camminava un enorme
lupo
dal brillante pelo nero e dai fiammeggianti occhi d’oro puro,
misteriosi, saggi
e potenti, antichi eppure ancora vivaci; l’anima
dell’Immortale dalle grandi
ali oscure, dal carattere riflessivo eppure indomabile, solitario
certo, ma dal
cuore grande.
Entrambi sorrisero alla loro vera
essenza, per poi spiccare il volo, aprendo un varco verso il mondo
umano e
portando con loro la conoscenza di cui, sapevano, avrebbero avuto
bisogno.
Era mattina quando due ragazzi
aprirono
quella porta.
Si guardarono attorno, prendendo
familiarità con il posto, per poi posare alcune scatole che
avevano in mano.
Scatole piene fino
all’orlo di libri.
Mentre il ragazzo riuscì
per continuare
il lavoro, la giovane rimase al centro della stanza più
grande, toccando, quasi
con timore, una grossa forma di legno su cui era inciso il nome del
luogo che
per un po’ di tempo sarebbe stato il loro rifugio, la loro
casa.
Era una bella sensazione sentire
con il
tatto la materia che la circondava, poter vedere con gli occhi da
semplice
essere umano.
Sentì un tonfo.
Girandosi vide che uno dei libri
era
caduto dal proprio contenitore, aprendosi.
Si chinò, per
raccoglierlo, ma si fermò.
Una piccola filastrocca era stata
impressa nella carta ruvida e un po’ ingiallita dal tempo.
Una filastrocca che in poche parole
introduceva
quella nuova avventura. (*)
Chiuse il libro, raggiungendo il
ragazzo
fuori, con ancora il sorriso sulla faccia.
“Che
cos’è quell’espressione?”
Chiese
lui.
“Nulla, è solo
il momento di iniziare”
Le disse enigmatica, posando il libro sopra ad uno scatolone che lui
teneva in
mano. Nel vederlo, anche il ragazzo capì, per poi scuotere
la testa “Due Spiriti nel mondo
umano che vivono da
umani.. non si è mai visto!”
Pensò, seguendo la ragazza dentro l’edificio,
spalancando la porta di legno con un piede, guardando di sfuggita la
grande
chiave d’oro inserita nella serratura.
“Yusei,
Aki, Jack, Crow, Rua, Ruka… sta per iniziare qualcosa di
nuovo..” Pensò
entrando.
La ragazza lo guardò,
annuendo “.. un’avventura
che si terrà tra le antiche
e forti memorie impresse nella carta…”
Dall’altra parte della
città, il Drago
Cremisi alzò al cielo lo sguardo, ruggendo al vento che
portava con sé il
cambiamento “Draghi e figli! Preparate il cuore, è
il momento di ricominciare a
volare!”
E socchiuse gli occhi, guardando le
due
parti sovrapposte di questo mondo.
“Tocca
a voi, ora. Aprite le dighe della Verità e donate al mondo
la conoscenza”
Pensò, mettendosi comodo per guardare.
******
Un grande
drago bianco fu il primo a sentire quel ruggito.
Aprì gli
occhi, sbattendoli per eliminare le ultime tracce di sonno, e li
puntò verso il
cielo azzurro del mattino.
“A
quanto pare sono arrivati..” Si disse,
volgendo lo sguardo al suo protetto
“Conoscerai
le mie origini, la mia storia, e incomincerai
a comprendere la tua forza..sarà una prova dura, Yusei.
Sarai abbastanza forte?”
Il ragazzo, ancora
sveglio avanti al computer, si guardò intorno, avendo
sentito un suono, come un
sussurro che proveniva da qualche parte in quella stanza. Due occhi
azzurri si
strinsero, cercando di scorgere qualcuno nel buio.
Ma niente.
Portò lo
sguardo ad una carta posta vicino alla tastiera, accigliandosi
leggermente.
Non ricordava
di avercela messa lui lì.
La prese in
mano, quasi accarezzando l’immagine del drago bianco
raffigurato.
“Sta per
accadere qualcosa, vero, Polvere di Stelle?”
Sussurrò.
La testa del
drago marchiata sul suo braccio si illuminò
impercettibilmente, senza che il
predestinato se ne accorgesse.
E, esattamente
dietro il ragazzo, lo stesso drago raffigurato nella carta sorrise.
******
Un drago dalle
grandi ali rosso scuro, fatte di petali, si svegliò di
scatto, allungando il
lungo collo di scaglie nere verso il soffitto. Sbuffò
nell’ascoltare quel
ruggito, comprendendo cosa questo potesse significare, per poi
riappoggiare il
muso sul materasso del letto della sua protetta, un po’
scocciata nell’essere
stata svegliata così bruscamente. Coprì con le
ali la ragazza, vedendola
tremare leggermente dal freddo, portando lo sguardo alle mani di lei.
Stringevano
una carta con impressa la figura di un drago.
Un drago fatto
di petali.
“Ti
starò vicina, Aki, anche in questa
battaglia… la scoperta della verità della Rosa
Nera” Promise alla rossa,
tornando a dormire.
Nel sonno, la
ragazza strinse ancora di più la carta, mentre il simbolo
della zampa del drago
brillò per un istante.
*******
Un drago dalle
scaglie rosse e nere sogghignò, alzando gli occhi alla
finestra.
Quello era un
segnale che aspettava da tempo.
Scoppiò a
ridere, incrociandole zampe anteriori, divertito nel vedere la
posizione
scomposta con cui dormiva l’autoproclamatosi Re.
“Come
ti considererai, Jack, quando
conoscerai la verità su di me e su di te?” Pensò,
sogghignando, il drago dalle sembianze
di demone, portando lo sguardo alla sua carta, posta sul comodino.
“Arcidemone
Drago Rosso.. un nome più lungo
di così non potevano affibbiarmelo..”
Pensò con ironia, portando le zampe
dietro la testa e tornando a russare allegramente insieme al suo
protetto.
Nessuno dei
due vide il segno delle ali illuminarsi sul braccio del biondo.
********
Era sveglio
quando sentì quel ruggito.
E la ristata
un po’ inquietante del drago della stanza accanto.
Dopo aver
lanciato un’occhiataccia alla parete che fortunatamente
divideva le due camere,
portò lo sguardo alle sue ali bianche e nere.
“Già..
le storie..” Pensò, abbassando gli
occhi “Cosa penserai di me quando
saprai
come ero prima di essere questo?” Chiese, spostando
lo sguardo al suo
protetto, svegliato in quel momento dal potente russare
dell’amico dall’altra
parte del muro.
“Io ti
soffocherò nel sonno uno di questi giorni, Jack!”
Borbottò arrabbiato il
ragazzo, spettinandosi ancora di più i suoi capelli
arancioni. Si alzò dal
letto, pronto a uccidere il suo vicino, ma qualcosa cadde a terra e lo
bloccò.
“E questa?”
Chiese, chinandosi a raccogliere la carta “Cosa ci facevi
nella mia tasca,
Drago Ali Nere?”
Ovviamente,
non gli rispose nessuno.
Guardò l’ora,
e dovette reprimere l’impulso di tornare nuovamente a letto.
Erano le 5
della mattina.
Ma aveva un
lavoro da sbrigare, purtroppo.
Rimise in
tasca la carta, non accorgendosi del fatto che la coda impressa sul suo
braccio
si era illuminato per un istante.
Il drago dalle
sembianze di un rapace, scosse la testa divertito.
“Forse..
sarà una buona cosa conoscere se
stessi, Crow” Pensò, seguendolo.
“Ma
sarebbe meglio frenare i tuoi impulsi
omicidi, ragazzo mio..” Pensò, nel
vederlo spalancare con un calcio la
porta della camera del biondo, urlando parole… irripetibili.
“…dovremmo
lavorarci molto sulla tua
pazienza..” Sogghignò, non pensando
minimamente che, di pazienza, ce ne
aveva poca anche lui.
*******
Quando il
ruggito arrivò alle sue orecchie, spalancò gli
occhi, preso alla sprovvista.
Si alzò da
terra, dove aveva dormito fino a quell’istante, e
uscì nel balcone, per
accertarsi che non avesse sentito male.
Sorrise.
“Finalmente…”
Si disse, capendo che le
sue orecchie funzionavano benissimo. Rientrò, quasi
saltellando dalla gioia,
non facendosi frenare neanche da tutto quel ferro che lo circondava. Si
guardò
gli utensili che coprivano le sue vere armi, sorridendo come un ebete
da dietro
l’armatura “La mia storia
sarà rivelata..
forse riuscirà a comprendere chi sia veramente..e le sue
potenzialità!” Si
disse, portando lo sguardo al bambino dai capelli
turchese che dormiva profondamente nel letto.
“Rua..
voglio proprio vedere come ti
comporterai questa volta..” Quasi gli
sussurrò nell’orecchio, divertito e
preoccupato al tempo stesso. Era l’unico che ancora non aveva
un vero legame
con il suo protetto, e aveva paura che qualcosa andasse storto.
Lo vide
girarsi nel sonno, portando una mano sotto il cuscino, dove, il drago
sapeva,
vi era la sua carta.
“Vai, Drago
Utensile.. sconfiggili tutti..” Mormorò,
sicuramente sognando.
Il drago
dietro l’armatura sospirò “Non
vedo l’ora
che al posto di questo drago di ferro, griderai il mio nome, ragazzo..”
Portò
nuovamente lo sguardo al cielo “E’
una
speranza vana sentire nuovamente Drago Fonte della Vita?”
Qualcosa
brillò sotto la pelle del bambino, ma nessuno se ne accorse.
*********
La bambina si
svegliò, sentendo qualcosa che si muoveva
nell’aria. Aprendo gli occhi, vide il
suo drago guardare fuori dalla finestra, sentendo provenire da lei
tanti
sentimenti contrastanti.
Gioia,
Sollievo, Amarezza.
Paura.
“Che succede,
Antico drago Fatato?” Chiese, stropicciandosi gli occhi.
Al drago
fremettero lievemente le ali, presa alla sprovvista, non essendosi
accorta
minimamente che la sua protetta si era svegliata.
La guardò con la
coda degli occhi, sospirando “Sta
per
avvenire qualcosa che aspettavo da molto.. moltissimo tempo..”
Le rispose,
non volendole rivelare altro.
La ragazzina
scese dal letto, affiancandola “Mi devo
preoccupare? Dobbiamo combattere?” Chiese, incominciando a
spaventarsi.
Il drago
scosse la testa, facendola sospirare di sollievo.
“Allora cosa?”
Cercò di indagare.
Al che il
drago si girò completamente, guardandola negli occhi
“Ruka.. la verità
è un qualcosa che ora non spetta a me rivelare..” Le
disse, enigmatica, per poi sorriderle “Ma
sappi che, qualunque cosa succederà, sarà
qualcosa di giusto, che tutti noi
volevamo.. e temevamo al tempo stesso. Quando sarà il tuo
momento.. capirai”
Poi la spinse con il muso nuovamente verso il letto, incitandola a
dormire,
dato che era troppo presto ancora.
Quando si
riaddormentò, il drago guardò la sua carta posta
sul comodino.
“Il
momento è arrivato prima di quanto
pensassi…” Si disse, apprensiva.
Ma non poté
non sorridere quando l’artiglio impresso sul braccio della
sua protetta brillò
per qualche secondo.
Fu in quella mattina
d’inverno, dove il
vento freddo aveva incominciato a soffiare, che tutto
incominciò.
Ma non sarebbe stata una battaglia
ciò
che spettava a quei sei ragazzi, ma qualcosa di molto più
potente.
Perché quello che
sarebbe avvenuto,
nella sua semplicità, avrebbe fatto riscoprire le origini di
un’intera parte
della Storia.
Nessuna battaglia, nessun nemico da
affrontare.
Nessun mondo da salvare.
Solo un semplice passaggio di
conoscenze
impresse con l’inchiostro nella carta ruvida.
Racconti di Storie ormai
dimenticate.
Memorie di coloro che ancora
vivono,
combattono e salvaguardano il mondo.
Ricordi di cuori palpitanti, di
sette
draghi potenti.
Del Grande Padre: il Drago Cremisi.
Dello Spirito che venne dai cieli,
che
divenne Drago Polvere di Stelle.
Del demone che volle la luce, che
fu
Arcidemone Drago Rosso.
Della rosa che nacque nella morte,
e con
essa nacque Drago Rosa Nera.
Della farfalla che protesse la
libertà,
la potenza di Antico Drago Fatato.
Della scintilla che creò
la vita, che
sia dunque Drago Fonte di Vita.
Del giovane vento che volle
credere,
nato come Drago Ali Nere.
Benvenuti tra le memorie
evanescenti
degli Spiriti.
E’ giusto che anche voi
conosciate la
verità…
Le dighe della Conoscenza sono
pronte ad
essere aperte…
…e così sia!
(*)
Due
sono i mondi opposti,
essi
ne formano un intero.
Sono
uguali, eppure opposti,
creati
dal legame bianco e
nero.
Uno
è materiale,
di
Tempo e Spazio limitato,
mondo
bello ma mortale
dal
secondo e supportato.
Ed
è proprio questo il più
grande,
quello
di Spiriti e potere,
contiene
ciò che della vita è
importante,
il
luogo dove tutto può
accadere.
Ed
è proprio dagli spiriti
potenti,
dove
noi ci addentreremo,
vorremo
comprendere i loro
intenti
e
le Vere Storie conosceremo.
Noi
siamo i due Immortali,
siamo
antichi più del mondo.
Deteniamo
poteri colossali
E
vi guideremo nel profondo.
Uscirete
dal buio dirupo
E
apriremo le giuste dighe;
noi siamo Yama, il nero lupo
La rinascita dell'autrice
La Terra trema, mentre ogni cosa è in fiamme.
Sguardi sgomenti guardano la scena, senza sapere cosa stia accadendo.
Con un ruggito forte, dalle ceneri e i lapilli, un'enorme figura rinasce dalle ceneri.
Essa è maestosa...grande... dalle immense ali...
essa è (SBAM)...
...
Antarr: ...e Iridium è tornata a scrivere -.-
...
Vi sono mancata???????!!!
Questo è il primo regalino che ti faccio per il compleanno!!!!
Anche se con l'inizio dell'Università mi ritroverò un po' inguagliata, cerchero di essere fedele almeno a questa storia ahahaha
Capitolo unico, solo perchè introduce una raccolta... spero che almeno l'inizio di essa possa vedere la luce del sole ahahaha