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Autore: Carrie_Whithouse    09/10/2016    0 recensioni
Dopo le nuove torture a cui è stato sottoposto Sam nella gabbia, lui crolla. I ricordi si confondono tra loro, la realtà si distorce e lui semplicemente non può far altro che pregare.
Genere: Dark, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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I'll Wait For You by Carrie_Whithouse

 

INTRO: Dopo le nuove torture a cui è stato sottoposto Sam nella gabbia, lui crolla. I ricordi si confondono tra loro, la realtà si distorce e lui semplicemente non può far altro che pregare.

 

 

Dean camminò agitato tra i corridoi del bunker. Aveva provato di tutto fino a quel momento: evocare Crowley, Rowena e pregare ripetutamente per Cas, senza alcun risultato.

 

“Dannazione, Cas!” imprecò di nuovo quando l'angelo non rispose alla sua chiamata.

 

Stava per provare a chiamarlo sul cellulare, come ultima risorsa, quando sentì la porta del bunker aprirsi e dei passi varcare la soglia.

Girandosi di colpo, col cuore a mille, Dean sbottò :“Perchè cazzo non hai risp-” prima di bloccarsi quando vide in che condizione l'angelo versava. Era coperto di sangue e fuliggine dalla testa ai piedi, il trench era sgualcito e strappato in più punti e, cosa più importante, tra le sue braccia teneva una figura accartocciata su se stessa e tremante.

 

“Sammy?” Dean chiese preoccupato avvicinandosi a suo fratello velocemente senza pensare.

 

A quella sua mossa improvvisa, il suo fratellino scattò subito, iniziando ad urlare e scalciare, provando in qualsiasi modo ad allontanarsi dal cacciatore.

 

“Cas?” chiese incerto all'angelo del signore.

 

“E' stato nella gabbia per un periodo molto lungo, Dean” rispose apprensivo Castiel.

 

Dean guardò di nuovo a suo fratello: sarebbe sembrato morto se non fosse stato per il fatto che il suo corpo tremava senza sosta, quasi scosso da convulsioni, e la sua bocca continuava a muoversi veloce, borbottando parole di cui non conosceva il significato. Avvicinandosi, però, poteva captare una parola precisa che continuava a ripetere in varie frasi, suo fratello.

 

Keeneelah” diceva.

 

“Cosa sta dicendo, Cas?” chiese Dean, preoccupato per suo fratello.

 

“Sangue” rabbrividì Castiel. Non riusciva a comprendere come i suoi fratelli potessero aver utilizzato la loro lingua madre per torturare un' anima talmente bella come quella di Sam.

Cas ricordò la condizione di Sam dopo la gabbia, diversi anni prima, il panico crescente nel ragazzo come lui non ricordava come parlare un'altra lingua che non fosse quella che aveva sentito per duemila anni.

 

Guardò Dean, che sembrava stesse per crollare con la sola forza della disperazione del suo Sam, l'orrore che riempì i suoi occhi quando vide Sam cercare di scappare lontano da lui dopo che aveva compito pochi passi.

 

Sam riuscì a scendere dallle braccia di Castiel ed a trascinarsi fino ad un angolo della biblioteca del bunker dove, poi, si rannicchiò in posizione fetale dondolandosi avanti ed indietro e borbottando tra se frasi di alcuna coerenza.

Dean si chiese se aveva definivamente perso suo fratrello e ne fu distrutto.

Dopo tutto ciò che avevano passato, come avrebbe potuto aiutarlo? Le prove, Gadreel, il Marchio di Caino, la tortura di Cole, ciò che Dean gli aveva detto e fatto nel corso degli ultimi anni, la fiducia che ormai si era sgretolata, come sarebbe potuto sopravvivere? E se questo non bastava ora poteva aggiungere alla lista dei danni anche la tortura di Lucifero, nella gabbia, di nuovo e solo per colpa sua.

 

“Non puoi aiutarlo?” chiese Dean con le lacrime agli occhi.

 

“Mi dispiace, Dean. Non posso fare nulla per questo. Perdonami” rispose l'angelo prima di sparire lasciando i due fratelli di nuovo da soli.

 

“Sammy? Ti prego, rispondimi fratellino” supplicò Dean.

 

Sam lo guardò con sguardo assente, prima di balbettare un'altra parola enochiana e svenire.

 

Dean non riuscì più a trattenere le lacrime, una dopo l'altra caddero, formando macchie sulla sua camicia.

 

“Perdonami” recitava piano, “ perdonami, Sammy”

 

Piano, si alzò in piedi e guardò ancora per un attimo il suo fratellino rotto, dopo di che, lo prese in braccio e lo portò nella sua camera da letto; non c'era alcun motivo di lasciarlo a congelare sul pavimento.

 

Lo guardò dormire un sonno agitato per un periodo infinito, ogni tanto Sam si rigirava e mormorava un ti prego oppure un no seguito da urla strazianti che spezzavano il cuore di Dean in mille pezzi.

 

Non sapeva quanto questo ci avrebbe messo a guarire o se sarebbe mai passato, sapeva solo che nonostante tutti i litigi e i problemi insorti tra loro, lui avrebbe aspettato il ritorno di Sammy.

 

“Torna, torna, ti prego... Io ti aspetterò

   
 
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