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Autore: Selva oscura    10/10/2016    3 recensioni
Il facoltoso magnante dell'industria cinematografica e pubblicitaria Ino-Taisho Inuyasha si ritrova a dover trovare una modella per pubblicizzare la società del suo migliore amico playboy Miroku Kazana e nessuna delle candidate sembra appropriata, ma alla fine arriva lei: Kagome Higurashi una ragazza con il sogno di diventare modella.
Un colpo di fulmine per entrambi ma Kagome è un osso duro anche se le armi di seduzione di un milionario sono molte...lui sembra che voglia sfoderarle tutte.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Naraku, Sango | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango, Rin/Sesshoumaru
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Le strade di Tokyo erano trafficate.
Nell'ora di punta, dal ponte pedonale, si poteva ammirare la lunga fila di macchine di ogni colore e grandezza ferme ad attendere che il traffico scorresse in modo più regolare.
 
Kagome camminava lungo il marciapiede grigio ammirando le vetrine che esponevano diverse merci.
Dagli abiti sfavillanti, alle gioiellerie che mettevano in mostra preziosi brillanti mentre i raggi  del sole, combinati alle luci artificiali, illuminavano le vetrine creando un gioco di luci di mille colori. Dai negozi di pasticceria usciva  un profumino dolce e goloso e senza alcun indugio, Kagome entrò in un piccolo negozio, facendo così suonare la piccola campanella posta sopra la porta in modo che potesse avvisare il mastro pasticcere dell'arrivo dei clienti.  
Una ragazza dai lineamenti un po' mascolini si affacciò, scostando la tendina bianca, dalla piccola porta dietro il bancone e sorrise allegramente.
Era minuta e la sua uniforme bianca era arricchita da una rosellina rosa ricamata sulla tasca; il grembiulino rosa allacciato in vita le conferiva un'aria infantile. 
Guardava Kagome con interesse ed attendeva con pazienza che scegliesse il dolce, mentre la osservava si accorse dell'indecisione che la attanagliava nella scelta.
<< Posso aiutarla? >> le chiese gentilmente la giovane pasticciera sorridendo; per permettere a Kagome di scegliere, iniziò a descriverle i dolci esposti in modo sorprendentemente veloce ed accurato. 
 << Vorrei questa qui! >> disse infine Kagome indicando una magnifica mini torta ricoperta da una glassa rossa, decorata con onde gialle, e fermando il fiume di parole della commessa.
 
Dopo alcuni minuti uscì con una scatola a fiori tra le mani e si diresse verso la stazione, per poter raggiungere l'appartamento di Sango a Shirogane, la zona più chic ed elegante di Tokyo, dove l'amica si era trasferita da più di due mesi.
Aveva liberato l'alloggio fornito dall'agenzia "Lame del Vento", luogo in cui vivevano i vari artisti e modelli: un posto squallido e sporco, le camere erano piccole e ci si ritrovava a fare la fila per andare nell'unico bagno in comune; anche quello lasciava intendere la poca pulizia e igiene del dormitorio, ma non c'era da meravigliarsene, Naraku lo aveva comprato ad un prezzo stracciato, grazie alla sua posizione poco raccomandabile. Era situato vicino ad una casa a luci rosse e, da quello che Sango le aveva raccontato, Naraku sperperava i guadagni dei suoi dipendenti nelle case da gioco e nell'alcol.
 
Il treno era affollato e Kagome si ritrovò con le spalle contro le porte i suoi occhi erano fissi sulle persone, ma la sua mente vagava a qualche anno prima... 
Tre anni fa.
Era una giornata qualunque al tempio,  il caldo soffocante dell' estate era appena sopportabile; Kagome stava studiando sotto l'ombra del Dio albero, il Goshinboku. Doveva  sostenere l'ultimo esame ed era indietro con lo studio,  suo nonno era stato a lungo malato e in quel periodo lei aveva preso una difficile decisione: lasciare per qualche mese gli studi. 
Ad un tratto si sentì chiamare. 
La voce era quella di una ragazza mora con i capelli lunghi, che solitamente portava sciolti, raccolti in una pettinatura elegante che metteva in risalto il perfetto ovale del viso, il trucco, sapientemente dosato, valorizzava gli occhi marroni e l'incarnato bianco latte. La fanciulla sorridente era avvolta in un vestito azzurro con le spalline, lo scollo a cuore sottolineava le sue forme, il tessuto, più in basso, le fasciava la vita sottile cadendo morbidamente sui fianchi sino al ginocchio; i sandali, dal tacco alto, erano in tinta con l'abito e slanciavano la sua figura. 
Sango si posizionò davanti all'amica prendendole le mani e facendola, così, alzare in piedi per poterla trasportare in un girotondo allegro.
 
<< Kagome ho una fantastica notizia! >> esordì Sango mentre continuava a girare e a ridere felice.
<< Aspetta Sango così cadiamo! Fermati mi gira la testa! >> rispose Kagome sorridendo a sua volta all' amica e condividendo la sua allegria. 
Si fermarono dolcemente per non perdere l'equilibrio e si sedettero, appoggiando la schiena sul tronco, e Kagome ne approfittò per sistemarsi i pinocchietti rossi e l'orlo della maglietta bianca. 
<< Allora qual è la buona notizia? >> le domandò Kagome guardandola, sorridendo certa che la sua felicità derivasse dal suo ragazzo, Onigumo. 
" Forse è riuscito a farle la proposta. " pensò sognante la ragazza con una leggera punta d'invidia.
<< Presto inizierò a lavorare per la prestigiosa Agenzia "Lame del Vento"! Ancora non ci credo! >> rispose Sango ridendo, infrangendo, inconsapevolmente, le aspettative dell'amica.
<< Aspetta un minuto!  Come hai fatto?  E il tuo vecchio lavoro?  Raccontami! >> la interruppe Kagome incredula e leggermente scioccata.
<< Ieri è venuto Naraku Thai  a mangiare nel nostro ristorante e quella serpe di Bankotsu mi ha assegnato il suo tavolo! >> iniziò  a raccontare la sua giornata lavorativa presso il famoso ristorante francese "Le Petite", dove Sango faceva la cameriera da un anno. 
Kagome rimase in silenzio ascoltando il racconto dell' amica, in cui, Naraku Thai, colpito dalla sua bellezza, eleganza e portamento, le avrebbe proposto, in men che non si dica, di lavorare per lui, nella sua agenzia.
La riteneva adatta alla vita di fotomodella e l'aveva lusingata a tal punto da farle firmare un contratto vincolante per tre anni, in men che non si dica, aggiungendo poi che con il suo fisico e portamento avrebbe avuto un immediato successo. 
Quando, un'entusiasmata Sango, finì di raccontare, Kagome quasi non credeva a tutto quell' assurdo episodio. Non disse nulla, si alzò e guardando il Dio albero, sospirò, pregando che un'occasione simile capitasse anche a lei. 
L'occasione giusta e presto, il momento di fare parte di quel mondo dorato, sarebbe giunto.
 
 
 
Persa nei propri ricordi non si accorse che era giunta a Shirogane.
Si riscosse dai propri pensieri, felice di essere diventata una fotomodella anche lei; non vedeva l'ora di arrivare per festeggiare con Rin. Da quando aveva litigato con Sesshomaru, Takuma si era trasferita da Sango. 
"Povera Rin" pensava "anche lei è sfortunata con i ragazzi". 
Kagome era ben decisa a non voler più relazioni, nè tanto meno innamorarsi. 
L' ultimo ragazzo a cui si era legata, Hojo Serin, prima le aveva prosciugato il conto bancario e poi si era fatto sorprendere a letto con un'altra ragazza, nell'appartamento in cui convivevano. Era talmente rimasta takmente sotto shock, che aveva richiuso la porta ed era tornata a vivere con i suoi.  
Uscì dal treno di fretta e, mentre passava al cancelletto per uscire dalla stazione, vide Rin sorridente che l'aspettava, appoggiata alla macchinetta delle sigarette.
Le corse incontro mostrandole la scatola contenente la torta e, salutandosi, si abbracciarono.
 
'Accidenti oggi non riesco proprio a lavorare' pensò Inuyasha, stiracchiandosi contro la poltrona di pelle scura e guardando la montagna di documenti da approvare posati sulla scrivania di ebano appartenuta a suo padre. 
Il nuovo portatile era chiuso e l'interfono lampeggiava per le chiamate a cui non aveva nessuna voglia di rispondere. Si alzò ed andò ad osservare il mondo dall'ampia vetrata che dava sulla città: i grattacieli così alti e imponenti, le strade rumorose e trafficate, lo aiutavano a concentrarsi. Amava i posti affollati e rumorosi e per questo non si perdeva nemmeno un evento mondano, dove fotografi e paparazzi lo immortalavano nei loro scatti, facendo così pubblicità gratuita all'agenzia. 
Si rimise composto sulla poltrona e l'avvicinò alla scrivania, aprì il portatile ed iniziò a controllare la posta elettronica sino a quando, l'interfono suonò sulla linea privata tramite cui si teneva in contatto con l'anziana segretaria di famiglia: Kaede una donna tutto pepe ma dal comportamento impeccabile, meticoloso e preciso sul lavoro.
<< Si Kaede! Dimmi! >> rispose, premendo distrattamente il tasto. Dopo molti anni di collaborazione con lui e ancor prima con suo padre, era abituato a darle del tu, infondo, la conosceva fin da quando era bambino. 
Il potente Inu No Taisho lo portava con lui in ufficio lasciandolo nelle mani di Kaede, quando sua madre era costretta dalla sua carriera di attrice a mettersi in viaggio. 
<< Signorino Inuyasha vostra madre desidera incontrarvi ora! La lascio passare? >> rispose Kaede di rimando, ma con un tono più professionale possibile. 
Tra di loro non esistevano i soliti convenevoli tipici tra datore di lavoro e impiegata, quel tono lo usava solo quando era presente La Signora, che non gradiva molto la familiarità con la quale si rivolgeva la segretaria al figlio. 
<< Ora sono occupato dille che ci vediamo stasera a casa! >> esclamò un po' irritato da quella visita inaspettata.
Non voleva alcuna voglia di vederla. Tutti i loro incontri vertevano sul fatto che lui si dovesse sposare ed avere figli con Kikyo, la figlioccia di sua madre, anche lei un'attrice, a cui aggiungere il fatto che fosse figlia d'arte dei più grandi attori del cinema giapponese degli ultimi vent'anni, nonché, ovviamente, amici di sua madre. 
Si era rifiutato più volte di impegnarsi con lei: la trovava bellissima, ma i suoi modi snob e quel suo cinismo, erano troppo anche per lui.
<< La signora dice che dovete vedervi adesso, che è importante. Riguarda questioni di famiglia! >> disse la segretaria con un tono che non ammetteva repliche.
 << Ho capito. Lasciala passare! >> rispose sospirando e domandandosi quale sarebbe stata la questione di famiglia questa volta. 
Quando Izayoi no Taisho decideva di far visita al figlio minore, sapeva che risolvere la 'questione di famiglia' era tutt'altro che piacevole.
 
I suoi occhi scuri come la notte, osservavano la grande porta nera con piccole borchie dorate intonate con i maniglioni, aprirsi, facendo passare la donna vestita con un taillor bianco panna. La gonna arrivava all'altezza del ginocchio, rivelando ad ogni passo, grazie allo spacco laterale lungo la coscia, le gambe avvolte da dei collant impalpabili e la borsetta era intonata alle decoltè nere.
La sua bellezza era ancora intatta, nonostante si avvicinasse alla cinquantina; il viso, ovale, era privo di rughe, gli occhi neri erano ombreggiati da lunghe ciglia folte, il naso era piccolo ed all'insù e la bocca piena era resa ancor più carnosa dal rossetto rosso.
<< Salve madre! Qual buon vento ti porta qui? >> domandò sarcastico Inuyasha, alzandosi dalla poltrona in segno di rispetto.
<< Oh salve Inuyasha! Ti trovo bene figlio mio! Sono mesi che non ci vediamo, il mio ultimo film mi ha impegnato molto! >> cinguettò lei, sedendosi su una delle poltroncine avana, dove di solito si accomodavano i clienti, accavallando le lunghe gambe.
<< Mamma! Sappiamo bene che non sei qui per una visita di cortesia! Quindi vai al sodo perchè lo vedi tu stessa che non ho tempo da dedicarti!!! >> rispose a denti stretti, battendo con la mano sui documenti.
 << Sei tale e quale a tuo padre, sempre sommerso dal lavoro! >> disse la donna ignorando volutamente lo sguardo semi freddo del giovane.
<< Ti faccio notare che da quando sono io il presidente, ho incrementato le azioni dell'agenzia e se non vado errato sono io che finanzio i tuoi film, mamma! >> rispose gelidamente.
<< Si è vero! Grazie al tuo contributo finanziario non sono stata ancora tagliata fuori dal cinema! Comunque passando alla questione principale per cui sono qui..... >> si fermò, facendo una lunga pausa drammatica e guardandolo dritto negli occhi divenuti ormai due fessure sospettose.
<< Stasera gradirei che venissi a cena a casa! Ho una fantastica sorpresa per te! >> esordì Izayoi.
<< E tu ti saresti scomodata tanto per un invito a cena? Mi sembra che, poco fa, io abbia detto a Kaede di dirti che ci saremmo visti a casa! Smettila di girarci intorno. Se hai combinato un incontro tra me e Kikyo, te lo dico subito: io non vengo affatto! >> la interruppe sostenendo il suo sguardo: aveva un incessante senso di allarme in testa come un cattivo presagio.
 << Inuyasha! >> lo rimproverò, come era solita fare, o almeno così ricordava lui di venir sgridato quando veniva sorpreso a combinare qualche marachella.
<< Non ho combinato nessun incontro con Miss Kikyo. Cosa ti salta in mente?! >> rispose lei, simulando un'espressione offesa.
<< Sesshomaru ha finalmente deciso di venire a vivere con noi! Ha lasciato quella sciaquetta di liceale e ha accettato l'offerta che gli avevo fatto molti anni fa! >> continuò la donna, studiando ogni reazione apparsa sul volto di Inuyasha. 
<< No! No ! Sesshomaru no! >> mormorò scosso, infilandosi le mani tra i capelli e scuotendo la testa.
<< Inuyasha  è il tuo fratellastro! Credevo che fossi felice! >> disse la madre, girando intorno alla scrivania per potergli stringere le mani.
<< Come hai potuto credere che fossi felice! Ti sei dimenticata che lui mi odia?! E ha cambiato persino cognome perché non voleva avere nulla a che fare con me! >> le gridò scostandola.
<< Come puoi essere così ottuso?! Lui non ti ha mai odiato. Era arrabbiato con tuo padre! Era felice quando tu sei venuto al mondo! Quando sono rimasta incinta di te, lui già ti adorava! Passava ogni minuto sul mio pancione per sentirti scalciare! E poi... >> rispose accorata  << Io vi ho cresciuto entrambi e vi conosco molto bene. Più di quanto crediate! >> 
<< Lui non è mio fratello! >> le rispose furioso.
<< Inuyasha! Lui è mio figlio. Anche se la sua vera madre è morta quando lui era piccolo. Eravamo felici insieme....Cosa vi è successo? >>domandò sconfortata.
La domanda fatale: cosa gli era successo. Ricordò di come, da bambini, giocassero insieme, ripensò alle spensierate estati passate al mare, ma poi il loro papà morì  e quando  il notaio li convocò entrambi per l'eredità, si scoprì che al figlio minore aveva lasciato la piccola agenzia pubblicitaria Inu no Taisho ed al figlio maggiore un'altra piccola agenzia che si occupava di dare aiuti ai meno fortunati. 
Inuyasha era un liceale all'epoca, ma non mi dimenticò mai lo sguardo di puro odio che gli rivolse il suo adorato fratello, come non dimenticò mai la sua promessa di togliergli l'agenzia, che sarebbe dovuta essere sua. Si sentì ferito amareggiato dal suo comportamento.
<< Se Sesshomaru torna a vivere con noi, allora io vado a casa da Miroku per un po'! >> rispose furente il ragazzo.
<< Ma Inuyasha! Perché? >> gli domandò la donna, trattenendolo per un braccio.
<< È meglio così, madre! Fidatevi! >> rispose pigiando il tasto dell'interfono  
<< Kaede annulli i miei impegni per oggi, me ne vado. Quando ha terminato il suo lavoro, sulla mia scrivania ci sono dei documenti che devono essere spediti ad Okinawa con la massima urgenza! >> ordinò con sicurezza, la stessa che in quel momento non provava affatto.
<< Si signorino! >>rispose deferente Kaede.
<< Mamma, Sesshomaru mi odia e questo è quanto! Vengo a casa per cena ma sia chiaro: è solo per non darti un altro dispiacere. Finita la piccola rimpatriata familiare a cui tieni tanto, vado via! >> gli disse in tono rassegnato, incamminandosi verso la porta ed aprendola.
<< Va bene Inuyasha se è questo che vuoi! Mi basta avere i miei figli a casa almeno per una semplice cena! >> rispose sconfortata << Per le vostre controversie, ti posso chiedere di provare almeno a risolverle? >>.
<< Non so.....Ci posso provare mamma.Ma non ti assicuro alcun risultato! >> rispose di rimando.
 
Sospirò chiudendo la porta ed istintivamente si allentò il nodo della cravatta. Sentiva di soffocare: la discussione era stata più dura e sconvolgente che mai . Alzò il viso e incontrò lo sguardo preoccupato di Kaede, le rivolse un accenno di sorriso e si avviò all'ascensore, ripensando alla propria vita: di aver mollato gli studi per dedicarsi anima e corpo al lavoro, sperando di colmare il vuoto che sentiva dentro di sè. In meno di sette anni, era riuscito a risollevare le sorti disastrose dell'agenzia ed aveva lavorato duramente giorno e notte senza mai arrendersi. I primi anni, tutti i dirigenti gli ridevano alle spalle dicendo che la sua era un'impresa disperata, che mai avrebbe avuto successo, ma poi, assieme a Miroku, gli venne l'idea di investire nella produzione dei film. 
Inuyasha avrebbe decretato se il copione o le idee proposte fossero valide oppure no, era un mondo nuovo, quello cinematografico, ed iniziò a provare con un film in cui la protagonista era sua madre: la pellicola ebbe talmente successo che si ritrovò proiettato in quel mondo luccicante e riuscì così a salvare l'azienda appartenuta al padre, e finalmente il suo nome era associato al potere ed alla ricchezza. Era stato definito dalla stampa "il ragazzo d'oro". Le persone si rivolgevano a lui e lo trattavano con rispetto, come un loro pari, ma tutta questa felicità era tutta apparente: il vuoto diventava una voragine nera incolmabile. 
Entrò nell'ascensore ed iniziò la discesa verso il piano terra. Ad un tratto, gli venne in mente il volto di quella giovane modella, Kagome, e  subito si sentì meno solo e la voragine che provava da anni ormai, diminuiva un poco.
   
 
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