Serie TV > Supernatural
Ricorda la storia  |      
Autore: Daisy_of_light    10/10/2016    5 recensioni
ATTENZIONE! SPOILERS UNDICESIMA STAGIONE!!
La mia visione su come mi piacerebbe iniziasse la dodicesima stagione. La bromance è garantita come sempre!
Dal testo:
"La donna chiese:
-Sammy? John? È stato lui ad insegnarvi a cacciare?-
-Sammy sta bene...ti stupirai di vedere quanto grande è diventato, ma quanto i suoi occhi da cucciolo siano rimasti gli stessi.- rispose Dean, l'affetto a riscaldargli la voce, affetto che si smorzò subito dopo, lasciando posto al dolore -Papà è morto anni fa...salvandomi.-"
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Famiglia Winchester, Sam Winchester
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Note dell'autrice: ciao a tutti! XD Ebbene sì, sono viva! So che non mi faccio vedere con un ff in questa sezione da natale dell'anno scorso, ma l'ispirazione e la voglia di scrivere su SPN se ne era andata, ma rieccomi! Avevo iniziato a scrivere questa os mesi fa, dopo il finale dell'undicesima stagione ed ero ormai tentata di cestinarla, ma, alla fine, ho deciso di completarla e pubblicarla prima dell'uscita della dodicesima! XD Questa è una mia visione su come mi piacerebbe che andasse la 12x1! Sono già usciti spoilers sulla nuova stagione, ma io non ne ho tenuto conto, ho fatto quello che ho voluto! XD ATTENZIONE però agli SPOILERS DELL'UNDICESIMA STAGIONE! Vi prometto bromance come sempre, anche se ho esplorato anche un altro rapporto! XD Se vi va di leggerla, mi troverete in fondo alla storia! XD Ciao ciao XD 


 
YOU HAVE FOUND HER


 

Mai! Mai Dean si sarebbe aspettato di trovarsi davanti alla propria madre rediviva. Amara, poco prima di sparire insieme al fratello, lo aveva avvertito riguardo a un regalo fattogli per sdebitarsi: gli avrebbe donato quello che desiderava ardentemente nel suo subconscio, ma Dean non sarebbe mai arrivato a pensare che il desiderio realizzato sarebbe stato proprio quello di riabbracciare la madre perduta anni fa. Eppure aveva riconosciuto in un attimo quella voce che chiedeva aiuto e l'adrenalina lo aveva spinto a precipitarsi nella direzione da cui proveniva. Quella voce la sognava ancora, a volte, gli riecheggiava nella mente intonando una canzone, quella canzone che era diventata la sua ninna nanna e che poi era diventata quella che lui stesso cantava a Sammy da piccolo. Non era possibile! NON ERA POSSIBILE! Continuava a ripeterselo, urlandoselo nella mente per non illudersi, ma quando giunse in strada, si bloccò. Era lì, proprio come se la ricordava,  gli stessi capelli biondi, gli occhi chiari e la camicia da notte che indossava quella notte del 2 novembre del 1983. A lei e solo a lei, erano legati i ricordi più dolci dei primi quattro anni di vita di Dean, prima che divampasse quel fuoco demoniaco che gliela aveva strappata per sempre, gettando il resto della famiglia Winchester nel buio di una lotta contro le personificazioni delle tenebre.

-Mamma...- soffiò Dean, il suono che a fatica usciva dalla sua gola stretta da un turbinio di emozioni.

La donna si immobilizzò, paralizzata, sul volto una espressione mista tra l'impaurito e lo stupito. Gli occhi di madre e figlio si incrociarono ed entrambi cercarono di mettere un freno ai pensieri e allo sconvolgimento di quella situazione. Forse passarono secondi, forse minuti, ma, ad un tratto, la donna sembrò arrivare a una illuminazione, perché il suo volto si distese e un sorriso lo illuminò, mentre sussurrava:

-Dean...-

-Mamma...- bisbigliò ancora Dean che sembrava essere caduto in stato di shock.

-Il mio piccolo angelo!- fece Mary avanzando con le braccia tese verso l'uomo bellissimo che il suo bambino era diventato.

La reazione di Dean fu istintiva, la sua esperienza di cacciatore prese il sopravvento e indietreggiò di qualche passo, con le braccia tese e i palmi delle mani sollevati, urlando:

-No, no, no, NO! Fermati!-

Mary si bloccò sul posto, con sguardo interrogativo.

-Non posso essere sicuro su chi tu sia veramente! Sono passato attraverso tante cose in questi anni e non posso fidarmi, per quanto lo possa volere!- spiegò Dean. Gli sembrò necessario, lo doveva alla sua mamma. Il suo cuore gli urlava di correre ad abbracciarla, di stringerla a sè, ma il suo cervello, il suo istinto, gli urlavano di non muoversi prima di aver testato chi avesse veramente davanti.

Sua madre, a quanto pare, percepì il turbamento di Dean, quindi aspettò che fosse il figlio a farsi avanti, esortandolo, fiera e determinata:

-Allora procedi come preferisci, Dean. Io non mi muoverò finché tu non lo vorrai.-

Il Winchester prese in mano la situazione: estrasse il suo fedele coltello d'argento pieghevole dalla tasca e ne liberò la lama avanzando verso la madre che non traballò davanti a quel gesto.

-Questo è un coltello d'argento... Devo solamente...-

-So a cosa serve, Dean...- lo interruppe Mary, porgendogli e braccio. Non fece una piega quando Dean le incise un taglietto sulla pelle che non bruciò e ribollì, dimostrando di non essere quella di un mutaforma. Senza esitare, la donna continuò:

-Spero anche che tu abbia del sale e dell'acqua santa da qualche parte!-

Dean sorrise, iniziando a capire qualcosa di più su sua madre: quella che aveva davanti, in quel momento, era la Mary cacciatrice, quella dal carattere fiero e sprezzante che aveva imparato a conoscere nei suoi viaggi nel tempo, quella giovane donna che ancora non aveva deposto del tutto le armi. Forse iniziava a capire da che parte della famiglia avesse preso lui. Sammy era sempre stato più simile a suo padre, mentre lui, adesso, aveva la conferma di essere più simile alla madre. Sempre se quella fosse veramente sua madre. Il pensiero lo fece tornare con la testa sul suo compito e si frugò nelle tasche. Si portava sempre dietro un proiettile pieno di sale e la fiaschetta con l'acqua santa. Era una sorta di rito, una specie di equipaggiamento necessario che lo tranquillizzava. Anche quel pomeriggio, nonostante sapesse che quegli oggetti sarebbero stati inutili contro Amara, non aveva voluto lasciarli a casa. Al contrario, si era assicurato di averli con sè, per calmarsi, visto che la sua missione era suicida.

Ruppe la cartuccia con il sale e ne gettò il contenuto nella fiaschetta, porgendo il tutto alla donna, che bevve. Il massimo della reazione che Dean ottenne fu una smorfia disgustata suo volto di quella che ora era certo essere sua madre in carne ed ossa.

-Sei soddisfatto?- chiese Mary con un sorriso radioso.

Gli occhi di Dean iniziarono a farsi liquidi di fronte a quel sorriso che aveva sognato è ricordato tanto volte.

-Mamma...sei veramente tu...-

-Sì, Dean, sono io!- la commozione era evidente nella voce della donna.

-MAMMA!-

-Dean!-

Dean si gettò tra le braccia della madre che gli cinse il collo ed entrambi affondarono l'uno nel corpo dell'altro.

Quando si sciolsero, entrambi avevano gli occhi lucidi e i cuori pieni di gioia. Mary accarezzò la guancia di Dean, sussurrando con il sorriso sulle labbra:

-Mio piccolo angelo...quanto sei cresciuto! Sei diventato proprio un bell'uomo!-

-E tu sei sempre la stessa, mamma!- rispose Dean, beandosi della vista della sua adorata madre. A lei erano legati i ricordi degli anni più luminosi della sua vita.

-Beh...sai com'è! La morte può aiutare!-

-Aspetta...ti ricordi che cosa è successo?- chiese il figlio, stupendosi della battuta fatta da sua madre.

Mary si incupì e iniziò a spiegare:

-Ricordo che mi sono svegliata nella notte sentendo Sammy piangere e sono andata a vedere come stava, ma John si stava occupando di lui. Sono scesa in soggiorno sentendo la televisione che andava e ho trovato John addormentato sul divano. In quel momento ho capito che qualcuno si era introdotto in casa nostra e sono corsa in camera di Sammy dove ho trovato quel maledetto demone dagli occhi gialli che mi ha subito ferita al ventre, fatta strisciare sul muro fino al soffitto e...- la donna si bloccò un attimo, turbata, deglutendo per farsi forza -...e ricordo solo il calore delle fiamme e il dolore. Poi nulla, mi sono ritrovata qui, su questa strada e sei arrivato tu.-

Dean abbassò il capo, riflettendo sul racconto di sua madre:

-Probabilmente Amara o gli angeli o chi cavolo per loro, ha cancellato i ricordi del Paradiso dalla tua mente quando ti ha riportato in vita.-

-Paradiso?-

-Sì, mamma. L'inferno, Dio, Lucifero, il Paradiso e gli angeli esistono.-

Mary si illuminò alla parola 'angeli' e domandò:

-Gli angeli esistono?-

Dean rispose in fretta:

-Sì, gli angeli esistono, ma non sono come vengono descritti. Sono dei cazzoni con le ali...per la maggior parte almeno.-

Vedendo la confusione sul volto della madre, Dean liquidò tutto con un:

-Ti spiegherò più avanti. Intanto avviamoci sulla strada... il cellulare qui non prende.-

Mary bloccò Dean mettendogli una mano sul braccio e gli occhi di madre e figlio si incrociarono, i primi piegati in un'espressione preoccupata. La donna chiese:

-Sammy? John? È stato lui ad insegnarvi a cacciare?-

-Sammy sta bene...ti stupirai di vedere quanto grande è diventato, ma quanto i suoi occhi da cucciolo siano rimasti gli stessi.- rispose Dean, l'affetto a riscaldargli la voce, affetto che si smorzò subito dopo, lasciando posto al dolore -Papà è morto anni fa...salvandomi.- 

Mary si incupì a quelle parole, le lacrime a bagnarle gli occhi.

-E la caccia? John lo sapeva?-

-Te ne riparlerò più avanti...ora avviamoci.-

 



Dean si era vergognato un po' a rubare una macchina davanti a sua madre, ma la necessità gli aveva imposto di farlo, quindi aveva messo da parte gli scrupoli, aveva scassinato la prima automobile trovata nel parcheggio di una tavola calda e aveva messo in moto, diretto verso il bunker, sua madre al suo fianco, sul sedile del passeggero. Dean provò a chiamare Sam, ma il suo fratellino non rispondeva, quindi decide di telefonare alla persona a cui aveva affidato Sam.

-Dean?- fu la voce incerta e profonda che rispose al telefono.

-Ehi! Cass! Sono io! Sono vivo!- fu l'esordio di conversazione entusiasta di Dean.

-Dean? Sei davvero tu?-

-Sono io, Cass! Vivo e vegeto!-

-Come è possibile?- l'angelo era molto dubbioso.

 Dean spiegò velocemente:

-Diciamo che il tuo paparino e la tua zietta hanno deciso di fare pace e sono partiti per una vacanza di famiglia, risparmiando la Terra e liberandomi dalla bomba che portavo nel petto.-

Silenzio dall'altra parte dell'apparecchio, fece capire a Dean che Cass stava valutando sulla veridicità delle parole del cacciatore.

-È bello sentire ancora la tua voce, Dean...- sussurrò Cass, probabilmente convinto del racconto del cacciatore che sorrise a quelle parole.

-Anche per me è bello risentirti, amico!- si interruppe un attimo e poi si decise a chiedere quello che riteneva essere più urgente -Cass...perchè Sam non risponde al suo cellulare? Dimmi che sei con lui e puoi passarmelo! Dimmi che non ha fatto nulla di stupido!-

-Dean...-

L'esitazione nella voce di Cass fece allertare Dean immediatamente.

-Cass?-

-Dean...io non sono con Sam ora... Appena siamo tornati al bunker, un sigillo di sangue mi ha cacciato...ora sono da qualche parte non ben definita dell'America...-

-Un sigillo? Chi è stato? Sam?-

-Nono, non può essere stato Sam. Ero vicino a lui e sembrava fin troppo sconvolto per poter fare qualcosa di nascosto. Chiunque sia stato, non credo abbia intenzioni amiche e, in questo momento, Sam è da solo con lui.- decretò Cass con la sua solita voce roca.

-Ok! Ci penso io! Sono quasi al bunker. Cerca di chiamarci non appena capisci dove sei e se hai bisogno di una mano per raggiungerci!-

-Va bene. A più tardi...e, Dean? Fai attenzione!- con quell'ultima raccomandazione, Cass riattaccò.

Dean fece altrettanto. Disattivò la chiamata e colpì il volante con una mano, imprecando :

-Merda!-

-Che succede?- chiese sua madre, allertata dalla situazione.

-Qualcuno si è introdotto nel bunker e adesso Sam è con lui e, per giunta, solo! Giuro che strapperò le budella a chiunque torca solo un capello a Sammy!- dichiarò il maggiore dei Winchester, preparandosi mentalmente per la lotta. Mamma Winchester non potè non sentirsi riempire il cuore di orgoglio a sentire le parole del figlio che era così attaccato al fratello. Gli pose una mano sulla spalla e disse:

-Ci sono anche io, Dean! Non permetterò che qualcuno tocchi il mio Sammy! Faremo il culo a chiunque abbia osato torcergli un capello!-

Sul volto di Dean, intento a guardare la strada, comparve un ghigno compiaciuto: sua madre era appena tornata un vita e già aveva voglia di spaccare il culo a qualcuno. Adesso capiva perché John si era innamorato di lei. Dean decise di accelerare ulteriormente e la macchina sfrecciò lungo le strade buie fino al bunker degli Uomini di Lettere.


 



Entrare di soppiatto nel bunker e trovare una macchia di sangue sul pavimento della sala computer davanti a una donna che parlava al cellulare con un perfetto accento inglese, mandò il cervello di Dean in stallo. Riuscì solo a sentire la donna dire 'Sono Lady Toni. Ho appena sistemato Sam Winchester per bene.' prima di saltare allo scoperto, pistola tesa, con un grido:

-Maledetta puttana! Cosa hai fatto a Sam?-

L'inglese non ebbe nemmeno il tempo di abbassare il cellulare che Dean glielo strappò di mano, così come la pistola.

La bionda non perse la calma e constatò:

-Quindi se ancora vivo, Dean Winchester... a quanto pare, tuo fratello ha continuato a mentire nonostante il trattamento a cui l'ho sottoposto!-

-Poche chiacchiere, stronza! Ti ho chiesto dov'è Sam!-

-Dean!- chiamò una voce alle spalle del cacciatore -Tu vai alla ricerca di Sammy! Qui ci penso io.- decretò Mary Winchester in tutta la sua minacciosa potenza di madre cacciatrice, la pistola ben puntata contro l'intrusa. Dean fu percorso da un brivido di terrore quando vide l'espressione terribile sul volto della madre e non esitò ad uscire dalla stanza, alla ricerca del fratellino, consapevole del fatto che Mary aveva tutto sotto controllo. Non appena il maggiore dei fratelli uscì dalla stanza, Lady Toni disarmò Mary, colpendo la mano con cui le puntava la pistola. L'arma volò lontano, ma Mary non si distrasse: bloccò immediatamente il pugno destro che le stava per coppiere il volto, afferrò decisa il polso e, con una mezza piroetta, forse il braccio di Lady Toni, piegandoglielo dietro la schiena. La lady cercò di colpire la donna che era dietro di lei con l'altro braccio, ma Mary fu più veloce e le forse anche quello dietro la schiena, bloccando la nemica e sussurrandole all'orecchio con tono freddo e glaciale:

-Credevi che fossi così sprovveduta da farmi colpire?-

Toni diede un altro strattone, cercando di liberarsi, ma Mary non mollò la presa e continuò, il veleno che colava dalle sue parole:

-La pagherai per aver torto anche solo un capello a mio figlio, brutta stronza!-

 


 


Dean aveva trovato Sam seduto e incatenato alla parete della cella del bunker. Le gambe completamente distese in avanti, le braccia tenute solevate dalle sole catene e la testa riversa sul petto, abbandonata. Una fasciatura spartana sembrava bloccare la fuoriuscita di sangue da una ferita alla coscia destra di Sam e altri tagli e graffi spuntavano qui e lì sul corpo del ragazzo. Dean non esitò un altro secondo. Si avvicinò al fratello e si inginocchiò al suo fianco, prendendo il volto del minore tra le mani, alzandoglielo e cerando di incrociare gli occhi dell'altro.

-Sammy!- lo chiamo, urlando, dando uno scossone al ragazzo.

Sentiva il battito cardiaco provenire da sotto le sue dita, dal collo di Sam, quindi Dean potè tirare un sospiro di sollievo, certo che il fratello fosse vivo.

-Dean...- fu il bisbiglio che uscì dalla bocca di Sam che cercò di schiudere gli occhi leggermente. 

-Sì, Sammy...sono io! Fratellino! Sono qui!-

-Dean...morto...-

-Nonononono, Sammy! Nessuno è morto! Nè io, nè tu!-

Ma Sam era troppo stanco, ferito e distrutto per riuscire ad ascoltare ancora quello che aveva da dirgli il fratello e si lasciò andare all'oblio dell'incoscienza.

-Sammy! Sammy!- urlò Dean, temendo il peggio quando vide Sam chiudere gli occhi e la sua testa oscillare tra le mani che la sostenevano. Velocemente, Dean si affrettò ad accertarsi che i segni vitali del fratellino fossero presenti: c'erano sia battito e respiro, nonostante fossero entrambi irregolari, uno troppo e veloce e l'altro troppo faticoso.

Dean si mise subito all'opera: liberò Sam dalle catene e lo sdraiò sul pavimento della cella, volendo prima accertarsi delle reali condizioni del fratello prima di spostarlo.

Subito il maggiore dei Winchester controllò la ferita alla coscia di Sam che era stata bendata con uno straccio di fortuna. Togliendo il pezzo di stoffa logoro dalla gamba, Dean potè notare e concludere che il proiettile fosse ancora dentro, data la presenza della ferita d'entrata, ma non di quella di uscita. La pelle calda attorno alla ferita che sanguinava ancora pigramente suggerì al cacciatore che una infezione era già in atto. Legò di nuovo lo straccio sul foro d'entrata del proiettile e ispezionò velocemente le altre ferite che si rivelarono essere più superficiali, graffi e tagli che si sarebbero rimarginati senza la necessità di ricucirli.  

-Oh mio Dio! Sammy!- esclamò la voce di Mary dall'ingresso della stanza. Dean non l'aveva sentita arrivare, troppo preso dal suo compito di fratello maggiore.

-La donna?- chiese Dean quando la madre si inginocchiò di fianco al suo fratellino.

Mary aveva il volto leggermente pesto e le nocche della mani con cui accarezzava la fronte di Sammy sporche di sangue. Doveva aver lottato parecchio con quella donna è ciò fu confermato dalla sua risposta:

-Priva di sensi e ammanettata al tavolo.-

Sul volto del maggiore dei Winchester si aprì un sorriso compiaciuto: sua madre sapeva decisamente il fatto suo. Si riscosse dalle sue riflessioni quando Mary chiese:

-Come sta?-

Naturalmente la donna si riferiva a Sammy e Dean fu veloce nel rassicurarla:

-Non sta benissimo, ma fidati...ne ha decisamente viste di peggio. Una volta estratto il proiettile dalla coscia e sconfitto il principio di infezione, ritornerà in forma in un attimo!-

L'ultima parte la disse con una punta di orgoglio nella voce e si ritrovò a sorridere e a spostare una ciocca di capelli indomabili dalla fronte del suo fratellino.

-La tua facilità nel reputare un proiettile nella coscia poca cosa mi fa capire quanto potete aver sofferto in questi anni...- fu la constatazione di Mary, sussurrata con una punta di trasmessa e rammarico.

-Sia io che Sam abbiamo avuto delle esperienza infernali...letteralmente...-

-Mi dispiace tanto...- si scusò Mary, abbassando il capo, triste.

-Non è di certo colpa tua... Il tuo matrimonio con John e la nostra nascita erano stati a lungo stabiliti dai piani alti...non avresti comunque potuto farci nulla!- spiegò Dean, rassicurando la madre.

-Così sembra che io non mi sia innamorata di tuo padre e che non abbia scelto di stare con lui. In poche parole, nel nostro caso, il libero arbitrio è una menzogna.- constatò Mary, dopo qualche attimo di riflessione.

Sul volto di Dean si formò un ghigno a metà tra il divertito e lo stanco, mentre diceva:

-Se ti dicessi che sia io che Sammy abbiamo già affrontato un dubbio del genere, mi crederesti?-

-Naturalmente.-

-Bene. Allora io adesso scelgo di estrarre il proiettile dalla gamba del mio fratellino e curarlo al meglio possibile, mentre tu farai la guardia alla simpatizzante della regina che abbiamo in biblioteca, che ne dici?- chiese Dean mettendosi al lavoro sulla gamba di Sam.

Mary non se lo fece ripetere due volte e, impugnata la pistola, certa che Dean avesse sotto controllo la situazione, tornò lì dove aveva ammanettato la lady inglese.

 

 


Un'ora dopo, Sam era stato bendato a dovere è infilato nel suo letto, nella sua stanza, mentre quella che si faceva chiamare Lady Toni era stata ammanettata nella segreta, lì dove era stato Sam poco prima.

Mary entrando nella camera di Sam, portando con sè una bacinella con dell'acqua ghiacciata e una pezzuola, chiese, riferito al figlio minore:

-Come sta?-

Si sedette sulla sedia al lato destro del letto dove giaceva Sam, mentre Dean, accomodato su una poltrona dall'altro lato, rispondeva:

-Molte ferite sono solo superficiali e non ha nulla di rotto. Ho estratto il proiettile e ricucito la ferita alla gamba e sembra aver smesso di sanguinare totalmente. Adesso ha un po' di febbre dovuta al principio di infezione, ma credo che bastino gli antibiotici che sono riuscito a fargli deglutire e un paio di notti di sonno perché si riprenda.-

Il maggiore del Winchester si perse un attimo ad osservare il minore, spostandogli una ciocca di capelli ribelli dalla fronte e ringraziando il destino, il fato o chi cavolo conduceva quel gioco diabolico, per non avergli strappato dalle mani il suo fratellino.

Mary osservò quel gesto amorevole e quasi si commosse di fronte al profondo legame che condividevano i suoi figli.

Dean si riscosse dai suoi pensieri e si alzò in piedi, dichiarando:

-Vado a farmi una doccia veloce. Ti lascio a vegliare su Sammy, ma se peggiora, se si sveglia o succede qualsiasi cosa di allarmante, chiamami.-

-Ehi, giovanotto! Sono sua madre!- rispose Mary, ridacchiando.

Dean sorrise e arrossì, dicendo:

-Scusa...abitudine. Mi sono occupato io quasi sempre di lui...non sono abituato ad affidarmi a qualcuno...soprattutto negli ultimi anni...- 'Da quando siamo riamasti completamente soli...' aggiunse mentalmente Dean, ma evitò di dare voce al pensiero, preferendo tenerselo per lui.

Mary lo rassicurò con un sorriso:

-Stavo solo scherzando, angelo! Vai pure, ci penso io a Sammy e, se ci sono problemi ti chiamo!-

Dean uscì dalla stanza e Mary iniziò a tamponare la fronte di Sam con la pezzuola bagnata, cercando di abbassare la febbre e portare sollievo al figlio più giovane.

-Dean...no...Dean...- sussurrò Sam nel delirio, il volto contratto in una smorfia dolorosa e sofferente.

-Shhhh...shhh...calmati, Sammy...-

Il minore dei Winchester sembrava preda di un incubo e qui di Mary iniziò a cantare la sua canzone preferita, cioè 'Hey, Jude'. Sam sembrò calmarsi quasi subito, quindi la donna continuò a canticchiarla ancora ancora e ancora, continuando con la sua operazione di tamponamento.

Mary non si accorse del ritorno di Dean fino a che questo non entrò nella camera, dicendo:

-Gliela canticchiavo sempre anche io quando stava male o non riusciva a prendere sonno quando era piccolo... Confesso che gliel'ho cantata anche di recente.-

Questa ammissione Dean la fece con un certo imbarazzo misto ad angoscia al ricordo di un Sam bruciante di febbre durante le prove per chiudere i cancelli infernali.

Mary sorrise a quell'affermazione e, accorgendosi del disagio del figlio maggiore, scherzò:

-Avevi ragione...è diventato grosso come una montagna, ma i suoi occhi da cucciolo non sono cambiati.-

-E aspetta di sentire quanto è sapientone. Ancora mi chiedo come ha fatto a non scoppiargli il cervello con tutto quello che sa.- ridacchiò Dean riprendendo posto sulla sua poltrona. Ci furono minuti di silenzio, in cui il solo suono che riecheggiava era il gocciolare dell'acqua quando Mary strizzava il panno per raffreddare Sam.

-Ti va di raccontarmi cosa è successo durante tutto questo tempo?- esordì Mary, osservando intensamente il figlio maggiore.

Dean sospirò pesantemente, consapevole di dover iniziare a spiegare alla madre tutto quello che era successo di importante. Sammy sarebbe rimasto incosciente per un bel po', quindi tanto valeva approfittane per risparmiare al fratellino una dolorosa camminata lungo la valle dei ricordi del loro passato. Il maggiore dei Winchester prese fiato, osservò Sam ancora una volta, per prendere forza, e iniziò a raccontare.

 


 

Sam iniziò a riprendere conoscenza piano piano, prendendo lentamente conoscenza di un dolore che si faceva sempre più intenso alla coscia destra, cosa che gli rammentava di essere stato colpito da un proiettile. Ora sentiva di essere sdraiato sulla schiena sulla superficie morbida di quello che doveva essere un letto, sebbene il suo ultimo ricordo certo fosse quello di essere stato incatenato alla parete della segreta del bunker dopo essere stato picchiato. E poi...e poi avrebbe potuto giurare di aver visto il volto di Dean e sentito le sue mani appoggiarsi al suo volto, calde e salde come sempre, mentre la sua voce lo chiama con quel nomignolo che solo a lui era concesso di pronunciare.

-Sammy...- lo chiamò quella voce che avrebbe riconosciuto tra mille.

Sam non potè fare altro che aprire gli occhi, per verificare fino a che punto, la sua mente stanca poteva illudersi. Tuttavia, illusione o no, davanti a lui, a fianco del letto, seduto su una sedia, c'era proprio il suo fratellone, che gli sorrise, rassicurante.

-Sammy...ti sei svegliato finalmente!- sussurrò il maggiore dei Winchester, la felicità e il sollievo palpabili nell'aria.

-Dean...- bisbigliò Sam. Se davanti a lui c'era veramente Dean, allora quello non poteva essere nient'altro che il Paradiso. Gli occhi gli si riempirono di lacrime di gioia. Non gli interessava di essere morto. Gli interessava solo l'essere con suo fratello ancora una volta. Dean, vedendo le lacrime scendere dagli occhi di Sam, si preoccupò all'istante e posò una mano sulla guancia del minore, asciugandogli la goccia salata e chiedendogli:

-Ehi, fratellino...che succede?-

-Sono contento di condividere il tuo stesso Paradiso...-

-Eh? Cosa c'entra?-

Dean era rimasto stupito da quell'affermazione. Ci mise un po' a capire, poi fece uno più uno ed esclamò:

-Nonononono, Sammy! Non siamo in Paradiso! Sono io! Sono vivo! Tu sei vivo!-

Sam guardò il fratello con un'espressione stralunata e incapace di capire. Se non era il Paradiso quello, allora poteva esserci una sola soluzione. Alzò subito la mano sinistra e, con la destra, andò a schiacciare con le unghie il punto in cui c'era la cicatrice alla mano che lo aveva tante volte ancorato alla sanità mentale quando era preda delle allucinazioni infernali. Dean colse al volo i pensieri di Sam non appena vide quel gesto. Si sentì impallidire e si affrettò ad afferrare il volto di Sam tra le mani, ordinando:

-Sammy! Sammy! Guardami!- quando gli occhi di Sam si posarono sui suoi riprese -Fratellino, questa non è una allucinazione infernale! Tu sei vivo, io sono vivo! La bomba nel mio petto non è mai esplosa. Dio è riuscito a convincere Amara a non distruggere la Terra. Siamo salvi! Siamo tutti salvi! E siamo vivi! Sia io che te! Devi credermi! Sono la tua pietra numero uno, ricordi?-

La determinazione nelle parole di Dean fece scattare qualcosa in Sam. Quelle mani calde sul suo viso, l'odore del suo fratellone nelle narici che sapeva di casa e conforto e sicurezza, quelle parole che significavano certezza e protezione.

-Dean...- sussurrò Sam, le lacrime di gioia, questa volta, che gli riempivano gli occhi.

-Sì, fratellino...- ripose Dean, in una qualche maniera consapevole che il minore aveva capito.

-Dean!- esclamò Sam, alzandosi un po' seduto e gettando le braccia al collo del suo fratellone che ricambiò l'abbraccio, mandando a puttane, per una volta, la regola che vietava i momenti da femminuccia. In quel gesto, in quella stretta, i due ragazzi riuscirono a comunicarsi tutti i sentimenti e le sensazioni che non riuscivano a trasmettere con le parole. Dean accarezzo la schiena del fratellino, sentendolo tremare e singhiozzare sulla sua spalla, probabilmente di gioia e sollievo e anche una po' di stanchezza residua. Quando si sciolsero, Sam sorrideva, raggiante, e Dean non potè che ricambiare il sorriso, a sua volta felice di essere al fianco del suo fratellino ancora una volta.

-Io...io pensavo che la bomba di anime nel tuo petto fosse detonata e tu fossi morto...- sussurrò Sam, forse ancora incredulo.

Dean ghignò e rispose:

-Invece no! Sorellina e fratellino hanno fatto la pace e non è servito che il mio bellissimo corpo finisse polverizzato!-

Sam sorrise a quelle battute in puro stile 'Dean Winchester', strafottenti e decise, ma, allo stesso tempo, tanto rassicuranti da sentire ancora una volta. La serenità durò poco, perché un flash illuminò la mente di Sam, ricordandogli quello che era accaduto. Chiese con affanno:

-Dean! La Lady Inglese! Gli uomini di Lettere inglesi! L'hai vista?-

Dean alzò le mani, ponendo freno all'ansia del fratellino:

-Calmo calmo calmo...intanto...come stai?-

-Bene...- rispose Sam, sentendo ancora qualche acciacco e dolore, ma consapevole che Dean aveva fatto un ottimo lavoro come sempre nel ricucirlo. Dean sorrise alla risposta, scuotendo la testa e dicendo:

-Come al solito... Tu, per stare male, devi essere a un passo da lasciarci la pelle...- decise di risparmiare altra ansia a Sam, iniziando a spiegare cosa era successo mentre era rimasto incosciente -Comunque... La stronza drogata di thè è incatenata nella segreta, nello stesso posto che aveva dato a te.-

Sam annuì e spiegò, serio in volto:

-Quella tizia è pericolosa...Appena io e Cass siamo entrati nel Bunker, lei ha attivato un sigillo di sangue e ha cacciato Castiel e non ha esitato a spararmi poco dopo...-

-Cass mi ha avvertito del pericolo, perciò sono riuscita a prenderla di soppiatto e non ha avuto tempo di fare nulla. E poi io avevo anche qualcuno ad aiutarmi.- spiegò Dean, cercando di introdurre il discorso 'mamma'.

-Capisco...meno alle che ti ha aiutato Cass... quella è...-

-Non ti ho mai detto che è stato lui ad aiutarmi. Io ho sentito Cass solo per telefono.- lo interruppe subito Dean, con un sorriso a metà tra il preoccupato e il divertito sul volto.

Sam rimase un attimo fermo, cercando di processare l'informazione. Capitolò senza trovare una spiegazione adeguata, perciò chiese:

-E chi ti avrebbe aiutato, Dean? Purtroppo quelli che erano dalla nostra parte sono quasi tutti morti...- l'ultima parte del discorso, Sam la pronunciò in un sussurro, come se il dolore potesse fare meno male se solo bisbigliato.

Dean, cercando di allontanare i ricordi tristi, iniziò a spiegare:

-Ti ricordi che prima ho detto che sorellina Amara e fratellino Chuck hanno appianato le loro divergenze?-

-Sì...-

-Ecco...per ringraziarmi di aver mediato il loro incontro, Amara ha deciso di darmi in regalo una cosa a cui tengo molto...anzi...qualcuno a cui tengo molto. Questa persona è ....-

-Sammy!- chiamò una voce dall'ingresso della stanza.

Quando gli occhi di Sam si posarono sulla figura femminile che si stagliava contro la luce proveniente dal corridoio, il fratellino riconobbe la figura che vedeva, avendola già vista più volte nelle foto che Dean conservava gelosamente nel portafoglio.

-Mamma?- sussurrò Sam con un filo di voce.

Mary Winchester, con un sorriso caldo e rassicurante, entrò nella stanza, salutando:

-Ciao, mio piccolo Sammy!- 

FINE. 






Note dell'autrice: (di nuovo) Allora, a chiunque sia riuscito ad arrivare alla fine, rivolgo un grazie di cuore! XD Spero che vi sia piaciuto quello che avete letto e che la sensazione di ruggine che ho addosso non si sia sentita più di tanto! XD è stato un po' difficile risalire in sella ed aver di nuovo a che fare con questi personaggi! XD spero che vi sia piaciuto il rapporto Dean-Mary e la bromance che io amo sempre, ormai chi mi conosce lo sa! XD Devo ringraziare assolutamente la cara Nerea_V che mi ha betato la storia e salvato dal mostro refuso! XD preciso che il titolo è tratto dal testo della canzone 'Hey, Jude' dei The Beatles! Inzialmente volevo mettere il titolo del primo episodio della dodicesima stagione visto che è uscito, ma non volevo che fosse considerato spoilers, quindi ho evitato! XD Ah! Se potete, fatemi sapere se preferite questo tipo di impaginazione oppure quello che usavo precedentemente, tutto un po' più attaccato! XD Che altro dire...ringrazio ancora tantissimo tutti coloro che sono giunti qui e chi sarà coì gentile da lasciarmi un commentino! XD alla prossima! Ciao ciao XD 
  
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: Daisy_of_light