Teresa
Fuori è grigio chiaro, sulla pelle sua respiro,
batte forte su di un piano il cuore di un bambino.
Forse è il mio, perso nel fuoco ardente di un camino,
che più penso e più sento il calore a me vicino.
Tra le coperte non si sente il freddo dell’inverno
che dà senso a questo tempo, maledetto non eterno,
congela lacrime che cadono come fiumi ogni momento
in cui penso che te ne andrai senza lasciarmi alcun segno.
Occhi solo per te, mani sulle gambe,
braccia che riscaldano il tuo corpo elegante;
altalenante è il flusso di pensieri
che ti immaginano via da me in un colpo lampante.
Eppure in questa stanza piena d’amore e sesso
c’è chi sta sentendo tutto e batte forte al cartongesso,
tu stai dormendo mentre cerco un pretesto
per poter dire ti amo ogni volta che vai via col vento.
Capelli in faccia: non riesco a respirare.
Quando mai qualcosa di bello non ti fa soffrire?
Come la fine dell’inconscio che tu chiami mare,
ti immergi ed è sublime, ma devi subito risalire.
Il vento non muore mentre ti stai svegliando
ti sussurro che piove e mi rimani ancora accanto,
ma non per molto, la sveglia sta cantando,
ed ho passato un’intera notte a guardarti ed intanto
tutto svanisce nell’istante di uno sguardo,
un bacio roseo sulle labbra e un abbraccio caldo,
il caffè della mattina non mi serve più di tanto
se ho accanto a me la persona che ho sempre amato.
Come quando ti ritiri, ti ritiri e non mi parli
e devo pensare io ad eliminare i tuoi fantasmi
che non ti danno pace mentre cerco di domarli
spiegando che è colpa mia se hai troppi malanni.
Ma se il veleno è la cura, allora dovrai sempre avermi,
nell’armadio, nello stipetto, ovunque tu mi cerchi
per inniettarti la mia anima piena di difetti
ed avvelenarti per curare i miei dispetti.
Averti nel letto, sentire il tuo odore,
far uscire dalle tue labbra il mio nome.
Averti nel cuore, ascoltare le parole
che dici mentre parli del nostro amore.
-DreamEater