La notte dei miracoli
Sento dentro come se fosse stato un nulla apparente
che permea dentro l’animo come una morte stancante
su un letto di sangue, con la vita lancinante
che non dà spazio al mio essere distante.
Un punto su nel cielo rispecchia ciò che ho dentro
la notte dei miracoli mi fa da specchio
conduce il mio dolore e mi fa sembrare un teschio
tenuto tra le mani di chi non sa quel testo.
E’ nell’aria tetra il mio cambiamento
allucinato dalla luna, dalla vita, dal pentimento
e mi sento più in basso della terra e del cemento
sotto nel calore di un nucleo che non sento.
Sono io ad essere ciò che voglio essere
e non mi do pace se penso alle tessere
di puzzle composto da anime perse
su un tavolo che sopporta ancora il mio malessere.
Guardo su nel cielo calmo
parlo tra me e me distratto
salvo i pensieri che combatto
solo per conservare l’esperienza di un salto
che ha dato i suoi frutti marciti nel tempo
e sento ancora calde le cicatrici che rammento,
non piango perché non ho sale dentro
per poter riempire un mare di sogni che trattengo.
E’ la notte dei miracoli dove non so dove sono
perso nel presente per tornare ciò che ero
chiedo tempo, prego in ginocchio Crono
per darmi un’altra notte e ricominciare da zero.
Forse non sento mio questo pensiero che dà
luce nel buio e non parliamo di eternità
ma verità scolpita sulle effigi della perdizione,
e voglio essere, per favore, sulla via della guarigione.
C’è dolore e niente più che prometta
una cura dignitosa o la salvezza,
devo avere pazienza, il freddo dell’Islanda
il mare in burrasca, la sete senz’acqua.
-DreamEater