A/N
Cercando di ritrovare la luce alla fine del mio disordine e scavando nei meandri più profondi degli scaffali, ecco che trovo questo vecchio quaderno a quadretti, da cui ho strappato talmente tante pagine da ritrovarlo scarno da far pena e di cui non ricordavo nemmeno l’esistenza.
Lo apro, subito mi si piazzano davanti un’infinità di lyrics dei Nirvana e citazioni di Kurt Cobain, disegnini di outfit punk (sin da piccola ho sempre amato disegnare vestiti ma dato che disegno come una bambina di dieci anni e che tanto non saprei cucire ho perso lentamente l’abitudine, peccato.) e queste quattro poesie, chiamiamole così, addirittura la bozza di una di queste e rileggendole ho troppo sorriso di me stessa.
La cosa che mi ha colpita di più è stato vedere quanto in circa due, massimo tre anni io sia cambiata, dal modo di pensare, dall’atteggiamento al modo di scrivere.
È evidente l’influenza dei Nirvana e in particolare di Kurt (ma non solo), dopotutto sono sempre una delle mie band preferite e ora ricordo anche di aver letto proprio in quel periodo un libro composto da suoi appunti e lettere.
Avrò avuto quindici o sedici anni ed ero davvero incazzata, non ricordo nemmeno quale o chi fosse il problema, ma in un certo senso mi piace quello che scrissi e ho deciso di pubblicarlo così come l’ho trovato, senza un vero motivo.
**Trigger Warning per chi mi dovesse conoscere e leggerà**: Non vi spaventate please.
Cercando di ritrovare la luce alla fine del mio disordine e scavando nei meandri più profondi degli scaffali, ecco che trovo questo vecchio quaderno a quadretti, da cui ho strappato talmente tante pagine da ritrovarlo scarno da far pena e di cui non ricordavo nemmeno l’esistenza.
Lo apro, subito mi si piazzano davanti un’infinità di lyrics dei Nirvana e citazioni di Kurt Cobain, disegnini di outfit punk (sin da piccola ho sempre amato disegnare vestiti ma dato che disegno come una bambina di dieci anni e che tanto non saprei cucire ho perso lentamente l’abitudine, peccato.) e queste quattro poesie, chiamiamole così, addirittura la bozza di una di queste e rileggendole ho troppo sorriso di me stessa.
La cosa che mi ha colpita di più è stato vedere quanto in circa due, massimo tre anni io sia cambiata, dal modo di pensare, dall’atteggiamento al modo di scrivere.
È evidente l’influenza dei Nirvana e in particolare di Kurt (ma non solo), dopotutto sono sempre una delle mie band preferite e ora ricordo anche di aver letto proprio in quel periodo un libro composto da suoi appunti e lettere.
Avrò avuto quindici o sedici anni ed ero davvero incazzata, non ricordo nemmeno quale o chi fosse il problema, ma in un certo senso mi piace quello che scrissi e ho deciso di pubblicarlo così come l’ho trovato, senza un vero motivo.
†
Sento il feto morto del mio odio trascinarmi nell’oblio,
fecondato dallo stupro subito dal mio cuore,
che passivo si lasciava violentare
e nel momento della rottura delle acque
quell’irrefrenabile necessità di vomitarti via da me
e quella voglia di violenza sempre rimasta in penombra a farmi male.
Ora ecco qua il mai nato simile ad un cancro
diviso dalla vita e dalla morte
in perfetto equilibrio fuggire nell’indefinito.
†
Si sta come i girasoli nel campo, trascorrendo l’intera vita a voltarsi nell’illusione di sfiorare il sole accontentandosi di qualche raggio.
†
L’anima in perpetua tempesta e il cuore che tuona…solo ogni tanto piove e c’è il sole.
†
Aver bisogno di dire qualcosa, senza trovare il modo di farlo, senza conoscerne le definizioni e senza qualcuno a cui interessi.