Questa fan fiction
è il mio regalo per Silvia
(che compirà gli anni il 13).
Perché
è una prode Usuratonkachi da tempo
immemorabile, mio jinchuuriki personale, amica
fidata, insostituibile compagna di cosplay,
ispiratrice ufficiale
in costante collegamento mentale, grande artista –come Neill-, e tante altre cose che ora non mi vengono in mente.
Ti voglio bene <3
Buon compleanno!
Disclaimer 1: Ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti
non è puramente casuale.
Disclaimer 2: Naruto appartiene a Masashi Kishimoto, Kishimoto appartiene a se stesso, il cast di High School Musical appartiene alla Disney, Voyager
alla Rai, Roberto Giacobbo è invece di proprietà dell’antico e misterioso ordine dei Templari.
Buonasera
a tutti e benvenuti ad una nuova puntata di Voyager,
qui è Roberto Giacobbo, pronto a svelare
insieme a voi gli arcani misteri che troppo spesso si celano dietro comuni
manga.
Preparatevi,
cari telespettatori, perché stiamo per entrare in un mondo particolare,
in una storia decisamente affascinante tutta made in Konoha, un mondo fatto di congiure ed
intrighi, amore e complotti: stiamo per conoscere il fandom
di Naruto.
Nel
fantomatico sito EFP, che secondo alcune teorie complottiste
risalenti al duemilacinquantasei a.C. non è altro che un acronimo di
“Erika’s Fanfiction
Page”, riposano ora migliaia di racconti,
silenti nei loro spazi web fatti di algoritmi e codici binari, e –assieme
a loro- riposano anche… i loro segreti.
*Paaa Pàààà
Parararapppaaaaaaaaaa*
«
No, scusate, così non si riesce a lavorare! ».
«
Ma come Signor Giacobbo, c’è qualche
problema? ».
«
Io vi sto per svelare i più tremendi misteri del fandom
di Naruto, e voi mi mettete come sottofondo la
colonna sonora di Star Wars? ».
«
Veramente era la sigla del TG5… ».
«
Peggio! Che affronto: me ne vado! ».
«
…bene, e ora che facciamo? Ci tocca chiamare Mala Mela! ».
SasuNaru
– Ai confini della conoscenza
Di Mala Mela
La nostra fan fiction comincia molto tempo fa, in
un paese lontano lontano. Il
protagonista di questa fan fiction era un giovane bellissimo, dai tratti
affilati e dagli enormi occhi cristallini come il terso cielo color zaffiro. Ovviamente i suoi morbidi e setosi
capelli erano dello stesso colore del grano maturo.
Il suo
nome era Cenerentola.
…Eh?
Poco originale?
Dunque,
il suo nome era Rosa Spina.
Come
dite? Mi hanno già rubato l’idea?!
Uffa, e
va bene, il suo nome -in definitiva- era Naruto.
Come
avrete già capito Naruto era un vero e proprio
raggio di sole che illuminava le vite di tutti quelli che gli stavano intorno,
emanando gioia e felicità da ogni poro (...a
noi succede col sudore, a lui con gioia&felicità,
che ci volete fare? È la sindrome di Candy Candy).
Ovviamente
come in ogni fyccyn… ehm, favola che si rispetti, la pace e l’armonia erano minacciate
da una figura oscura e arcigna, acida, malevola e vendicativa. Insomma, un
personaggio veramente brutto e cattivo.
No, non è l’Autrice.
Si
trattava del malvagissimo mago Orochimaru, offeso a
morte per non essere stato invitato alla grigliata in giardino organizzata dai
genitori di Naruto qualche anno prima. Era stata
invitata tutta Konoha, compresi
alcuni degli esponenti più cool dell’Akatsuki, Voldemort, Harry
Potter, l’intero cast di High School Musical,
Light Yagami e pure qualche autrice di EFP.
…Ma
non lui.
Quello
era un affronto bello e buono.
Amareggiato
e offeso dal comportamento dei padroni di casa, Orochimaru
aveva deciso di lanciare una terribile maledizione sul piccolo Naruto. Si era avvicinato al bambino e aveva proferito con
voce possente:
“Ascoltate
tutti quanti! Naruto invero crescerà in grazia
e bellezza, amato da tutti coloro che lo circondano. Ma, prima che il sole tramonti sul suo sedicesimo compleanno, egli si
connetterà ad internet, leggerà una Fan Fiction yaoi e morrà! Muhahahahahahahahaha”.
Sui volti
di tutti gli invitati era comparsa un’espressione di puro terrore, tutti
gli occhi erano spalancati e tutte le labbra tremavano.
“Tu.. come hai…” aveva iniziato a dire il padre,
quando il mago lo fermò nuovamente.
“E che diamine, lasciatemi finire la maledizione. Dunque, dove
ero rimasto Kabuto?” chiese l’Oscuro,
rivolto al suo vile galoppino sbucato da non-so-dove.
“Mio
sire, eravate a ‘Muhahahahahahahahaha’”.
“Ah,
certo, certo.” si schiarì la voce “Inoltre, nel frattempo,
gli capiteranno anche una carrellata di sfighe che manco la digievoluzione
combinata di Candy Candy e Georgie
(con una spolverata di Uchiha) sarebbe riuscita ad
attirare. Bene, ora è tutto! Prego, continuate pure a stupirvi della mia assoluta
cattiveria”.
Detto
questo si dissolse in una nuvola di fumo grigio (probabilmente causato dalla
mancata circolazione a targhe alterne).
Gli
arguti genitori di Naruto pensarono a lungo su come
avrebbero potuto salvare il pargolo da un tanto triste destino.
“Destino?
Qualcuno ha detto destino?”.
No, Neji. Nessuno ha
detto destino. Ora, da bravo, torna nella Hyuugacest che sto scrivendo nell’altra finestra di
Word aperta.
…bene.
Come predetto dal folle-ma-saggio-e-lungimirante Orochimaru, Naruto crebbe in grazia e bellezza, forse anche troppo. I suoi occhi non solo erano enormi, ma erano due polle di cielo fuso che si specchiavano nelle profondità del mare che si specchiava in uno specchio molto riflettente che si specchiava in un vetro lucido e terso che si specchiava in un laghetto di montagna abitato da trote e granchi di fiume –anche se era un lago- che si specchiava nello schermo del mio iPod che si specchiava in un pavimento blu cobalto lucidato con la lucidatrice che si specchiava… avete capito.
In poche
parole i suoi occhi erano molto
azzurri.
Le sue
gote, rosse e gonfie come due ciliegie mature, lo facevano sembrare
perennemente in imbarazzo, donandogli quell’aria di innocente pudore che
faceva impazzire molti maniaci settantenni di Ventimiglia; mentre i suoi
lucenti e sfavillanti capelli biondi non avevano nulla a che vedere con quelli
degli altri comuni mortali: erano gialli come qualcosa di molto giallo e morbidi come qualcosa di molto morbido.
Va beh,
in pratica non erano affatto come i
capelli a forma di Lisa Simpson che Kishimoto si
ostinava a disegnare.
Umph.
Minato
Namikaze, padre di questo meraviglioso essere disceso direttamente
dall’Empireo –Naruto, non quel contaballe
di Kishimoto-, era ormai sparito da anni in
circostanze misteriose, ma prima della sua prematura scomparsa aveva deciso di
bandire dal regno ogni Fyccyna yaoi,
per il bene comune e del suo pargolo.
Fu
proprio durante una delle molte angherie a cui le sorellastre lo sottoponevano,
che fece la sua conoscenza.
Lui era
ombroso come la notte, mentre Naruto solare come il
giorno; Lui era serio e compito, mentre Naruto era
allegro e svogliato; Lui amava i Beatles, mentre Naruto
preferiva i Rolling Stones;
Lui guardava X-Factor, mentre Naruto
preferiva Amici; Lui sosteneva
Poteva
sembrare la classica storia (e in effetti lo era,
checché dicesse l’introduzione truffaldina), ma la gente è
strana: prima si odia e poi si ama. E comunque è sempre meglio un uovo
oggi che un lama verde piumato a due teste domani.
Ma che ve
lo dico a fare?
Queste
cose le sapete già.
Dicevo,
fu grazie ad Ino e Sakura che conobbe… Sasuke Uchiha.
*jingle
inquietante in sottofondo*
I fatti si
svolsero più o meno così:
“Ino, ridammi il mio preziosissimo
diario di Barbie-Centralinista tempestato di
perline!” pigolò Naurto, con la voce da
usignolo tipica dei sedicenni.
“Nemmeno
per sogno, di certo avrai scritto dove tieni nascosta la mia collezione di Mini
Pony dalla criniera lucente!” rispose lei, spavalda. “Così
potrò mostrarla a Sasuke-kun!”.
“Ti
sbagli Inostasia!” intervenne Sakureffa. “Di certo ha scritto dove sta il mio
armadio di Barbie-Barbona, così sarò io
ad ammaliare Sasuke-kun”.
“No,
io!” ribatté Ino piccata. “E poi
lo sanno tutti che Barbie-Barbona appartiene alla
collezione del 2008, che vergogna”.
“Ma
non dare aria alla bocca: i Mini Pony sono passati di moda almeno dagli anni
’80!”.
“Appunto cretina, sono vintage”.
“Allora
ti tiro i capelli!”.
“E
io decapito Barbie-Sciampista!”.
“E
io scrivo su Feisbuc che puzzi!”.
“E
io…”
Durante
questa conversazione altamente matura e costruttiva, il povero, piccolo,
bellissimo ed attraente Naruto era stato spinto in un
angolino, dove per sport si era messo a fare i cerchietti sul terreno. Nel
frattempo il suo preziosissimo diario di Barbie-Centralinista
tempestato di perline era volano ai piedi di un misterioso quanto affascinante
individuo, che lo raccolse e guardò il nostro eroino inarcando elegantemente un
sopracciglio.
Solo uno.
(Io mi
alleno da tempo ma non ci sono mai
riuscita).
Ora Sasuke Uchiha torreggiava sul
fragile ed esile Nacchan con tutta la sua eburnea
bellezza.
Vedendolo,
Naruto non poté che avere pensieri poco casti su
di lui, pensieri che coinvolgevano un tubetto di vaselina e un non meglio
precisato oggetto di forma cilindrica, ma questa è un’altra
storia.
O forse
no.
Dipende,
voi continuate a leggere, io non vi assicuro niente.
Comunque Sasuke, che non si sa bene cosa facesse lì in quel
momento (probabilmente era soltanto la proiezione virtuale del suo io
digitale), prese tra le lunghe ed affilate dita il diario di Barbie-centralinista e lo aprì elegantemente.
Il nostro
protagonista continuava a fissarlo estasiato, con un rivoletto di bava che gli
colava da un lato della bocca.
“Mi
chiamo Naruto Uzumaki e ho
sedici anni” lesse, scandendo ogni parola con voce profonda e
terribilmente sensuale. “Così ti chiami Naruto,
uh?”.
L’eroino annuì.
"Ti
chiamerò Nacchan. Così. Perché
mi va. Anche se è un soprannome stupido”.
“Stupido
sarai tu” rispose Naruto, cercando di
riprendersi dallo shock.
“Non
hai capito: io dicevo del nome”.
“Stupido
sarai tu”.
“Parlavo.
Del. Nome”.
“Stupido
sarai tu”.
“Non
sai dire altro?”.
“Stupido
sarai tu”.
“Allora
sei veramente stupido!”.
Il biondino aggrottò le
sopracciglia.
Non
capiva cosa stesse succedendo, semplicemente l’innato sex-appeal di Sasuke aveva inibito tutte le sue capacità cognitive
–che comunque non erano molte- portandolo ad esternare i propri
sentimenti in maniera burrascosa.
Infatti
la tensione sessuale tra loro era palpabile, sfido chiunque a dire il
contrario.
Nacchan
fece appello a tutta la sua forza, richiamò il chakra,
lo impastò, lo mise in simpatici stampini a forma di stellina ed infine
lo cosse in forno a
Poi lo
disse, esternò ciò che albergava nel suo cuore da almeno cinque
lunghissimi minuti.
“Invece
tu… tu… tu hai le doppie
punte!”.
Eh
già.
Il viso
statuario del moro si deformò in una maschera d’ira e sgomento. Il
mondo intero si fermò in quell’istante: gli uccellini cinguettanti
smisero di cinguettare, le rane pescatrici di pescare, gli orologio
di orologiare e il cast di High School
Musical –che non aveva ancora levato le tende dai tempi della grigliata
in giardino- di fare quello che normalmente fa il cast di High School Musical, ovverosia rubare le coreografie di Amici di
Maria de Filippi e adattarle alle musiche di Giorgio Vanni.
Insomma, Sasuke Uchiha era veramente
furibondo. Poteva ignorare mille insulti, da “hai i
capelli a culo di gallina” a “su italia1 ti chiamano Sasùke! Ha-ah!”, ma quello era un vero e proprio affronto.
“Almeno
io non mi vesto di arancione!” sibilò astioso. “E secondo mediaset tu asciugherai gli occhi di Sakùra
coi tuoi primi baci, sfigato!”.
Gli occhi
di Naruto si inumidirono, riempiendosi di calde
lacrime cristalline e luccicanti (?). Poi, il ragazzo dalla diafana bellezza
esplose in un grido straziante:
“Ma
io ti amooooo!”.
Sasuke
lo fissò esterrefatto. Naruto, notando il suo
sguardo stupito, venne assalito da indicibile angoscia e decise di scappare.
Non si sa dove, non si sa come, non si sa perché.
Cioè,
perché si sa, ma è comunque un motivo cretino.
Corse
come il vento (?), andando a nascondersi in un appartato camerino dell’Oviesse di Konoha.
Si
accucciò accanto allo specchio, in posizione fetale, e si coprì
il volto.
Come
aveva potuto dire una cosa simile?
Ecco,
aveva rovinato tutto.
Lui e Sasuke erano troppo diversi per vivere insieme felici e contenti.
Lui era Felce Azzurra ascendente Mulino Bianco, mentre Sasuke
era Bifidus Actiregularis
ascendente Feltrinelli: incompatibili per natura, secondo Top Girl.
Ah, che
fosse dannato il suo cuore candido e puro!
Come
poteva aver creduto anche solo per un secondo ad una possibile relazione con Sasuke?
Era
troppo colto, troppo bello, troppo diverso da lui.
(Ovviamente
Nacchan era anche incredibilmente modesto, infatti ignorava di essere brillante e splendente come un
raggio di sole a mezzogiorno).
Valutò
seriamente la possibilità di prendere a testate il muro, così
facendo si sarebbe punito per il proprio deprecabile comportamento e il dolore
gli avrebbe fatto dimenticare il suo gesto avventato, nonché
l’amore per l’affascinante moretto.
Poi un
incedere rapido e sicuro attirò la sua attenzione: qualcuno si stavano
avvicinando al suo camerino.
Il cuore
cominciò a battergli furiosamente, le mani gli tremarono e gli
scappò pure un goccio di pipì. La tensione era alle stelle!
“Naruto?” chiese una voce roca e sensuale. “Lo
so che sei qui”.
Le gote
del biondino si colorirono ancora di più, rendendolo simile ad un
semaforo, quando Sasuke appoggiò la mano sulla
maniglia del camerino e lo aprì lentamente.
L’acuto
cigolio dei cardini fece rabbrividire Naruto, ma i
profondi, neri, lucidi, penetranti occhi del moro lo riscaldarono
immediatamente.
“Sa…
sasuke-kun” rantolò intimorito.
“Nacchan, devo dirti una cosa” annunciò il bel
moretto, chiudendosi la porta alle spalle. “Ho aspettato troppo tempo, ed
ora non riesco più a contenere questo sentimento”.
Naruto
deglutì rumorosamente, mentre Sasuke
continuava a parlare.
“Devi
sapere che, anche se non sembra, anche se ho sempre represso la mia
emotività… io provo qualcosa per te” fece una pausa ad
effetto. “Ti prego mio stupefacente volpacchiotto solare: voglio fare
all’ammmore con te!”.
“Ma…
ma…”.
“Niente
ma, dolce Nacchan. Dimmi solo
sì o no”.
“Ma…
la vaselina… insomma…”.
“Ti
prego, basta inutili parole e arriviamo al dunque” concluse con un sorriso
affascinante che fece sciogliere il biondino come una noce di burro in una
calda giornata estiva e luminosa come i suoi occhi, i suoi capelli, la sua
pelle, i suoi calzini e via dicendo.
Le loro
bocche si incontrarono e scambiarono i contatti Messenger, poi le loro lingue
cominciarono a danzare “Maracaibo”, candendo in un vortice di
desiderio e bruciante passione (?).
Le mani
di Sasuke s’impossessarono del corpo di Naruto, tanto bello e perfetto da sembrare colpito nel
marmo, e lasciò una bollente scia di baci sul tonico petto del biondino.
Quando
ebbero dato sfogo ai loro istinti primordiali, Naruto
abbracciò l’altro con la stessa tenacia di una patella che si
attacca ad uno scoglio, ma Sasuke
s’irrigidì.
“È
stato bellissimo, amore mio” mormorò teneramente il biondino
stringendosi ulteriormente a lui.
L’altero
Sasuke non rispose, cercando invano di sottrarsi alla
stretta del ragazzo. Poi, con aria funerea annunciò:
“ Naruto… io… ti ho solamente preso in giro. La verità è che ti ho soltanto usato per i miei
biechi scopi, non voglio rivederti mai più!”.
Il
biondino boccheggiò sconvolto. Aveva aperto il suo cuore, e forse
qualche altra parte del proprio corpo, a Sasuke,
donandogli ciò che aveva di più prezioso… e ora il moretto
gli riservava quello squallido trattamento?
Si
alzò di scatto, ferito e sconvolto: se Sasuke-kun
non lo voleva, non lo meritava.
Improvvisamente
spalancò la porta del camerino e, senza nemmeno preoccuparsi di essere
nudo come un verme nudo in un campo di nudisti, cominciò a correre
nuovamente, cercando di mettere più distanza possibile tra sé e
il moretto.
Il
giovane e bellissimo Naruto smise di correre soltanto
parecchi minuti dopo, giunto in un luogo ameno ed incantato, dove decise di
riposarsi.
Si
fermò in lacrime sul bordo di un laghetto di montagna abitato da trote e
granchi di fiume, lo stesso in cui si riflettevano i suoi occhi qualche decina
di righe sopra, e cominciò a piangere rumorosamente, sporgendosi oltre
la riva.
Perché?, questo non lo sapremo mai.
In quel
dannato istante, la sua triste sorte si compì: mise un piede in fallo e
scivolò nell’acqua ghiacciata.
Mentre
annaspava per tornare in superficie si ficcò il dito in un occhio, venne
punto da una medusa che passava di lì per caso, sviluppò una
strana allergia alle alghe, ebbe un principio di commozione cerebrale, decise
d’ora in poi sarebbe diventato fan dei Tokio
Hotel, venne morso da una trota, pizzicato da un granchio, della sabbia gli
finì negli occhi, scoprì di essere stato adottato, gli
morì il cane, il gatto, il pesce rosso e il lama bicefalo piumato verde
a due teste, gli venne spoilerata la fine di Death
Note, la sua ultima fan fiction finì in moderazione e perse pure il
treno per tornare a casa.
Tutto nel
medesimo istante.
Fu una
fortuna che in quel momento passasse di lì nientemeno che il marmoreo Sasuke, che poco prima aveva distrutto i sentimenti
dell’ingenuo e fiducioso Naruto, frantumandoli
come… come… come sfere di cristallo boemo sotto gli indelicati
piedi di un grosso elefante. Sì.
Vedendolo
galleggiare a corpo morto sul filo dell’acqua, non ci pensò due
volte e si tuffò nel laghetto, pronto a salvare Naruto.
Lo
trascinò fuori dall’acqua senza nessuno sforzo e con una manovra
degna di un bagnino di Baywatch riuscì a
rianimarlo.
Nacchan
sbatté più volte le leggiadre palpebre, cercando di mettere a
fuoco il bellissimo ragazzo che ora lo sovrastava.
Ancora
non riusciva a distinguere le forme, ma era certo che si trattasse di un angiol divino dal ciel venuto a miracol
mostrare!
“Sa-sasuke” sussurrò per la centesima volta in
questa storia. “Tu… tu…”.
“Shht” lo zittì Sasuke,
poggiandogli due dita sulle labbra rosso scarlatto.
“Riposati”.
Ma Naruto non lo ascoltò.
“Mi
hai salvato… Sasuke, tu mi hai salvato con la
possente forza del tuo amore!”.
“Sì
mio adorato, non avrei potuto fare altro!”.
“Oh,
lo sapevo che il tuo sentimento per me era puro e candido come la neve”.
“Hai
ragione, mio cuoricino palpitante” rispose Sasuke. “Prima ti ho mentito: io ti amo con tutto il
mio gelido cuore duro come pietra. Tu solo hai saputo
intaccare la mia gelida aurea, riscaldandomi dal profondo!”.
“Ma
è fantastico… che ne dici di festeggiare
leggendo una fan fiction?”.
“Ma
certo amore, come desideri… magari qualche struggente storia yaoi!”.
“Sìììì!”.
…non
vi siete dimenticati della maledizione, vero? :D
Ve
l’avevo detto che Orochimaru era saggio e
lungimirante!
***
Mao: “Scusa, ma cosa sono due
polle di cielo fuso?”
Mela: “Non lo so! Non farmi
queste domande imbarazzanti!”.
Buon Mini
Pony a tutti e ricordate: se siete nati sotto il segno della Mulino Bianco
evitate i luoghi chiusi con tetti verdi a pois!
Mela