Urtano il sistema nervoso in un doloroso stillicidio, le orecchie quasi sanguinano mentre la terra cruenta si abbevera con avidità. Kafig è un pianeta arido, piove raramente; solo quando vi viene commesso un genocidio, a quanto pare. Vegeta si concentra su di una goccia in particolare, pesante e densa, che si schianta sul fegato sconquassato di una delle vittime e trattiene un inconcepibile conato di vomito; gli organi degli alieni come quelli sono ancora più disgustosi del normale. La goccia si mescola alla pozza di sangue in terra, così lui la perde di vista e si adira. Freezer gli aveva assegnato lo sterminio di quel popolo come prima missione, e Vegeta sa di aver adempito alla perfezione al compito; eppure c’è vanagloria in quei guanti dalle dimensioni bambinesche e pregni di sangue.
Non è così eccitante come credeva; Napa gli aveva assicurato che la vista delle viscere lo avrebbe esaltato, ma forse è ancora troppo piccolo per gioire del proprio operato. Continua a piovere e lui, seduto su quel masso parzialmente sgretolato, non teme di bagnarsi e riflette, riflette e realizza di essere oppresso per l’eternità.
Ha otto anni e ha appena sterminato un’intera popolazione senza misericordia, ora ha otto anni e si sente come un piccolo uccello chiuso in una gabbia d’oro, impenetrabile e senza vie di fuga.
Si alza e tira un calcio al cadavere a pochi centimetri da sé, spazzando via la carcassa con superbia che cela dolore.
Un piccolo uccello può divenire una maestosa ed imponente aquila reale.
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Vogel im kafig: “Uccello in gabbia” in tedesco.
Kafig: “Gabbia” in tedesco, ecco dunque svelata la duplice valenza del titolo.
Nota:
Sì, a volte ritorno. Infanzia di Vegeta, un’altra volta. Mi piace esaminare le origini del Principe, e questa volta nasce tutto da un’OST dell’anime “L’Attacco dei Giganti” (consigliatissimo, tra l’altro, è uno dei miei preferiti.) chiamata, appunto, Vogel im kafig.
Grazie mille per l’attenzione!
Letizia