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Autore: LucyWinchester    29/10/2016    3 recensioni
Castiel ha bisogno d'aiuto perchè deve preparare un esame e lo chiede a Dean, che non glielo negherà . Cosa accadrà?
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Ready for the exam



 
“Dean…Dean…aspettami.” gridò Cas, dal corridoio della scuola.
Il giovane si fermò vicino l’uscita, girandosi, notando il suo amico corrergli incontro tutto trafelato e affannato. Si fermò a pochi passi da lui e il biondo gli disse:
“Dove vai così di corsa?”
 
“Ho…un favore…da chiederti.” riuscì a dire con il fiatone.
Cercò di recuperare il suo respiro e dopo essersi calmato abbastanza gli chiese implorandolo:
 
“Ho l’esame di alimentazione e cucina tra un mese e non so da dove iniziare, potresti darmi una mano? Ti prego.”
 
“Cas, hai appena chiesto aiuto per una materia a me?” replicò allibito Dean.
“Amico, io sono una frana a scuola, cosa ti fa credere che sarò in grado di esserti d’aiuto?” spiegò il biondo.
 
“Beh è l’unico esame che hai passato con il massimo dei voti, l’unica materia che studi senza fare storie, ho pensato che…ti piacesse, sicuramente ne sai più di me, ti prego aiutami, non saprei dove sbattere la testa altrimenti.” fece il moro, guardandolo con quegli intensi occhi blu.
 
Dean sapeva che non sarebbe mai riuscito a negarglielo, non perché la materia gli piacesse, ma per il modo in cui l’altro lo guardava. Sentì le guance scaldarsi, come diavolo poteva fare quel genere di pensieri sul suo migliore amico?
 
“Ok. Va bene ci proverò.” si ritrovò a dire ancora prima di aver seriamente preso in considerazione l'idea.
 
“Grazie Dean. Sono sicuro che con te riuscirò a combinare qualcosa alla fine.” replicò l’altro quasi con entusiasmo, abbracciandolo di slancio.
I suoi occhi brillarono e il biondo si accorse di star fissandolo un po’ più del necessario.
 
“Ehm…figurati. Per così poco.” disse, non sapendo bene dove mettere le mani. Lui non era un tipo che dimostrava affetto, ma alla fine decise di ricambiare maldestramente l’abbraccio, anche se si sentiva terribilmente a disagio.
 
“Se vuoi puoi venire a casa mia, tanto Sam si rinchiude sempre nella sua stanza per fare i compiti e i miei sono a lavoro.” continuò Dean dopo essersi separato dall’altro.
 
“Nessun problema. A che ora posso venire?” domandò Cas, cercando di non essere invadente.
 
“Se vuoi puoi venire direttamente con me…adesso.” replicò il biondo, prima che potesse fermare le parole. Si stava dimostrando più impaziente del dovuto e questo non andava bene.
“Ma forse vuoi dirlo ai tuoi, io…scusa non ci ho pensato.” aggiunse in fretta per cercare di riprendersi.   
 
Un’ombra passò negli occhi blu del moro che replicò un po’ aspramente:
“Tanto non c’è mai nessuno a casa, i miei sono a lavoro o da qualsiasi altra parte meno che a casa. Se non ti disturbo, vengo con te.”
 
 Dean rimase colpito da quelle parole. Sapeva che i genitori di Cas stavano affrontando un brutto periodo e che forse si sarebbero separati, ma la cosa forse era peggiorata perché il suo amico sembrava iniziare a risentirne.
 
“Mi dispiace Cas.” disse sincero, aggiungendo poi:
“Puoi venire con me senza problemi. Andiamo.”
 
Vide un luccichio di gratitudine nelle iridi zaffiro dell’altro.
 
S’incamminarono a piedi, casa Winchester non era molto lontana.
Rimasero in silenzio per tutto il tragitto, ognuno immerso nei propri pensieri.
 
Una volta arrivati a destinazione, trovarono Sam, che stava aspettando il fratellone per poter pranzare insieme.
Il minore era uscito un’ora prima perché mancava un’insegnante.
I due ragazzi più grandi frequentavano il college, mentre Sam andava ancora alle superiori.
 
“Ciao Dean.” disse dalla cucina, sentendo la porta aprirsi.
 
Si affacciò un attimo, giusto per controllare, ma quando vide anche l’altro ragazzo si bloccò.
 
“Io…non pensavo avessimo compagnia.” disse, scrutando il nuovo arrivato.
Aveva già capito chi fosse, ma non voleva mettere Dean in imbarazzo, perciò fece finta di nulla.
 
“Lui è Cas, cioè Castiel, un mio amico. Pranza con noi, abbiamo da fare dopo.” spiegò il maggiore, arrossendo impercettibilmente mentre pensava che quella frase fosse un po’ ambigua.
“Cas, lui è Sam, mio fratello.”
 
“Piacere di conoscerti.” disse il minore, a cui non era sfuggito il vago rossore di suo fratello, tendendogli la mano, che l’altro strinse con vigore, replicando:
“Anche per me.”
Dean si affrettò a mettersi in cucina per preparare il pranzo per tutti mentre il suo adorato e perspicace fratellino analizzava il suo amico.
 
Sam aveva quindici anni, ma era terribilmente intelligente e intuitivo. Il maggiore sperò che non facesse commenti di nessun genere, visto che ogni tanto il minore lo guardava di sottecchi, come per vedere le sue reazioni.
 
“Sei un compagno di college di mio fratello?” lo sentì chiedere a Cas, mentre preparava un sughetto veloce per la pasta.
 
“Sì.” replicò il moro con gentilezza.
 
“Scommetto che ti fa impazzire a scuola. Ancora mi chiedo che ci sia andato a fare, visto che è una frana in tutte le materie.” disse il minore ridendo.
 
“Ehi! Guarda che ti sento.” rispose Dean, ringraziando di essere alle prese con i fornelli e di non trovarsi in mezzo a quella conversazione.
Sam l’aveva notato. Aveva notato che era una schiappa, ma aveva comunque deciso di andare al college, e giustamente si era fatto le sue domande. Come poteva rivelargli che ci era andato solo per Castiel?
 
Il maggiore aveva conosciuto il ragazzo dai bellissimi occhi blu, all’ultimo anno delle superiori, quando l’altro si era iscritto a quella scuola, perché la sua famiglia si era trasferita lì a Lawrence. 
Quel ragazzo l’aveva colpito e non riusciva neanche lui a spiegarsene il motivo, visto che all’inizio era solitario e strambo e se ne stava sempre per conto suo, senza dare confidenza a nessuno.
Un giorno si era seduto accanto a lui durante una lezione e Dean aveva potuto ammirarlo in silenzio.
Non era molto socievole ma a scuola andava bene ed era molto attento durante l’orario scolastico. Un giorno il giovane dagli occhi verdi si fece coraggio, chiedendogli se poteva spiegargli matematica, visto che non ci aveva capito nulla e l’altro con sua grande sorpresa aveva accettato, facendogli un sorriso.
 
Si erano conosciuti così e piano piano erano diventati amici. Alla fine dell’anno si erano ritrovati a parlare del futuro, e Dean gli aveva detto che se mai fosse andato al college (cosa che non rientrava certo nei suoi piani) avrebbe scelto qualcosa che lo avvicinasse alla cucina e stranamente Castiel si era trovato d’accordo con lui.
Avevano deciso di fare domanda per l’Art Institute1, con l’indirizzo di arte culinaria in diversi college, e entrambi furono presi da quello lì a Lawrence. Dean non si sarebbe mai immaginato di essere ammesso, non con quei voti. Non andava proprio malissimo a scuola, ma la sua media era comunque bassa per entrare al college. Tuttora si chiedeva come fosse stato possibile.
 
“E’ pronto! Mettetevi a tavola.” gridò dalla cucina, per richiamare gli altri due che stavano fraternizzando (un po’ troppo per i suoi gusti) in salotto.
 
Aveva preparato una semplice pasta con pomodorini, tonno, olive e una spruzzata di origano fresco, ma a giudicare da come mangiavano gli altri due, era stata più che gradita. Sorrise compiaciuto all’espressione estasiata di Cas, che aveva addirittura chiuso gli occhi per assaporare meglio il piatto.
 
Una volta terminato, tolsero tutto e, sia Sam che loro si rintanarono nelle rispettive stanze per studiare.
Il ragazzo dagli occhi blu si guardò intorno, guardando con interesse la camera del suo amico. C’erano musicassette, qualche vinile, diversi libri e al moro scappò un sorriso quando notò che erano quasi tutti di cucina e ce n’era qualcuno sulle auto. Era un po’ disordinata e rispecchiava molto Dean o come lui lo vedeva.
 
“Scusa il disordine…” disse il biondo entrando, raccogliendo gli indumenti sparsi qua e là.
Arrossì un po’, doveva curare di più la sua camera, era un vero disastro pensò vergognandosi dello stato in cui l’aveva lasciata.
 
“Tranquillo, la mia è peggio.” replicò il moro con un largo sorriso.
 
“Oh…non ti facevo un tipo disordinato.” ammise Dean con sincerità.
“L’apparenza inganna.” fece il giovane ridendo.
 
“Dai, mettiamoci a lavoro.” disse il biondo ridendo, cambiando argomento.
 
Dopo essersi sistemati sulla scrivania con tutto quello di cui avevano bisogno, il giovane dagli occhi verdi chiese dolcemente all’altro:
 
“Che cos’è che ti resta difficile capire?”
 
Castiel lo guardò imbarazzato mentre ammetteva:
 
“Ehm…tutto…Non ci ho capito praticamente nulla quando ho letto. Le funzioni che hanno i nutrienti, non riesco a ricordare nulla sulle proteine, sugli zuccheri e sui grassi, la differenza tra metabolismo basale e fabbisogno di attività, è tutto così confuso nella mia testa, troppe informazioni.” 
 
Dean sorrise.
 
“Dovresti andare per gradi. Non puoi pretendere di ricordare tutto solo dopo averlo letto. Piccoli passi. Hai un mese a disposizione.”
 
“Lo so, ma sono tante cose e sono terrorizzato di non fare in tempo e mi resta così difficile concentrarmi.” replicò affranto l’altro.
 
Il biondo, preso da un istinto a lui sconosciuto, fece un gesto che sorprese anche lui. Gli prese le mani tra le sue e gli disse con dolcezza:
 
“Non devi farti prendere dall’ansia. Sei una persona intelligente e hai una buona memoria, non affollare il tuo cervello di informazioni perché va in sovraccarico e non è in grado di smaltirle.”
 
“Come quando mangi troppi zuccheri semplici?” gli venne spontaneo chiedergli.
 
“Esatto. Vedi, non è poi così difficile ricordare le cose.” gli fece notare Dean sorridendo quando vide l’espressione sorpresa dell’altro.
 
“Allora, piccoli passi, ok? Inizia con cos’è l’alimentazione e a cosa serve. Questo te lo ricordi?” continuò il biondo.
 
“Ok. Ehm…L’alimentazione è una necessità fisiologica dell’uomo. E’ un processo grazie al quale introduciamo cibi nel nostro organismo.” disse incerto il moro.
 
“Molto bene. Ricordi altro in proposito?” affermò Dean, sempre tenendogli le mani.
 
“Ricordo che il cibo è ricco di sostanze nutritive e viene demolito e scomposto prima di passare al sangue e poi viene distribuito alle diverse cellule che lo usano come energia. E una volta terminato il loro potere metabolico, l’organismo produce scarti.”
 
“Perfetto. Quindi a cosa serve l’alimentazione?” disse il biondo, che aveva preso inconsciamente ad accarezzargli le mani, con un movimento del pollice quasi ipnotico.
 
“Ad immettere sostanze nutritive nel corpo, grazie alle quali si attivano i processi metabolici che permettono all’organismo di vivere e svilupparsi.”
 
“Visto? Non è così difficile.” dichiarò Dean fissandolo.
 
“Oh…Io…Io ti ho detto tutto giusto?” chiese incredulo, ricambiando il suo sguardo.
 
“Sì. Adesso, quali sono le sostanze nutritive?”
 
“Le proteine, i lipidi, i glucidi, le vitamine, i sali minerali e l’acqua. Questi me li ricordo.”
 
“Bene. I nutrienti energetici?” andò avanti il biondo, senza mai staccare gli occhi da lui. Era così bello poterlo guardare da vicino, senza avere paura di allontanarlo facendo qualcosa di sbagliato.
 
“I glucidi, i lipidi, le proteine e…le vitamine, credo.” disse incerto Cas.
 
“No, le vitamine non fanno parte dei nutrienti energetici, ma di quelli attivatori. Però gli altri sono giusti. Sai dirmi la differenza tra quelli che hai menzionato?” cercò di spronarlo a parlare.
 
“Perché non hanno tutti lo stesso compito?” chiese il moro, già nel panico.
 
“In parte, il corpo li utilizza in maniera diversa, ricordi come? Sforzati, sono sicuro che lo sai, ma siccome ti fai prendere dall’ansia al momento non lo ricordi.” lo canzonò il biondo.
 
“I glucidi vengono usati subito dal corpo, gli altri credo di no…scusa non me lo ricordo.” disse abbassando il capo e scuotendolo.
 
“Non è completamente sbagliato quello che hai detto. I glucidi vengono usati come energia immediata, specie se sono semplici, perché non hanno bisogno di essere scomposti dal corpo, ma passano direttamente al sangue. I lipidi, sono un’energia di accumulo o di riserva, mentre le proteine forniscono un’energia d’emergenza, infatti il corpo le usa solo se non ha lipidi o glucidi a disposizione o se sono introdotte in eccesso.” finito di spiegare, notò che Cas lo guardava affascinato e questo lo mise a disagio.
 
“Non mi sbagliavo allora. Ti piace davvero tanto questa materia.” fece il moro con un sorriso meraviglioso che lo fece arrossire di brutto, mettendo in evidenza la moltitudine di lentiggini che aveva sul viso.
 
Si mise una mano dietro la nuca imbarazzato, ammettendo poi che sì, adorava quella materia perché era un po’ come l’anatomia della cucina.
 
Andarono avanti ancora un po’, e alla fine della giornata Cas era riuscito ad acquisire un po’ di controllo sulla sua ansia e aveva appreso e capito diverse cose.
Decisero che finché il moro non avesse dato l’esame, avrebbe passato i pomeriggi con Dean a cercare di capire qualcosa in più su quella materia che tanto gli restava difficile.
 
Una volta capita la base, Castiel sarebbe potuto andare avanti da solo, ma era piacevole passare il tempo con il suo amico, anziché starsene a casa in solitudine, perciò continuò ad andare da lui. Era bello sentir parlare l’altro quando spiegava, era così coinvolto che gli trasmetteva quasi passione per la materia. E poi aveva una voce stupenda, sarebbe potuto andare avanti per ore ad ascoltarlo senza stancarsi mai. Quel timbro basso e leggermente roco lo mandava fuori di testa ogni giorno di più.
 
Il moro aveva scoperto lati del biondo di cui era a conoscenza solo in parte. Adorava più di ogni altra cosa suo fratello, nonostante a volte fosse una spina nel fianco, come amava definirlo lui. Teneva molto alla sua famiglia e si faceva in quattro per aiutare gli amici. Amava le crostate, specie se era sua madre Mary a farle e faceva quasi ribrezzo vederlo mangiarle. Sembrava non toccasse cibo da giorni. Ma questo suo lato così vorace e istintivo piaceva molto a Castiel, chissà se anche in altri ambiti era così, si chiese. Ormai non poteva più nascondere a se stesso di essere irrimediabilmente attratto da quel giovane che aveva gli occhi più belli e più verdi che avesse mai visto. La cosa lo turbò un po’, perché non era sicuro che l’altro avrebbe apprezzato questa sua crescente ossessione per lui.
 
 
Quel giorno, mancava una settimana al fatidico esame, erano come sempre uno di fronte all’altro, con Dean che gli faceva le domande e Cas che si stava facendo prendere dall’ansia di nuovo.
Il biondo cercò in tutti i modi di rassicuralo, dicendogli che era andato benissimo fino a quel momento e che farsi prendere dall’agitazione, avrebbe solo vanificato tutti gli sforzi che aveva fatto per capire e apprendere tutte quelle cose. Come sempre, gli prese le mani tra le sue, perché Dean aveva capito che quel gesto sembrava confortare e calmare molto Castiel.
 
Quando lo vide più rilassato iniziò con le domande.
 
“Cosa si intende per additivo alimentare?”
 
“Un additivo è una sostanza aggiunta ad un composto o ad un prodotto, per conservarne, stabilizzarne o migliorarne le caratteristiche.” rispose abbastanza sicuro.
 
“Bene. Quanti sono gli additivi conosciuti?”
 
“Centinaia, ma vengono classificati solitamente in 18 gruppi, tra i quali troviamo, i coloranti, gli addensanti, gli emulsionanti, gli antiossidanti, i gelificanti, i correttori di acidità, di sapidità, gli antischiumogeni, gli antiagglomeranti, gli ag-” fu interrotto da Dean, che lo guardava ridendo e gli disse:
 
“Ok. Te li ricordi. Dimmi quali sono le principali malattie alimentari e da cosa sono provocate.”
 
“Le malattie sono principalmente tre: le intossicazioni alimentari, le infezioni e le tossinfezioni. Possono essere causate da batteri, muffe e altri microrganismi patogeni, che attaccano l’alimento alterandolo. Nel primo caso il batterio potrebbe essere già morto ma la tossina permane e una volta ingerito scatena i sintomi. Nel secondo, il batterio colonizza l’intestino dell’uomo, sviluppandosi e crescendo, danneggiando i tessuti e le mucose. Il terzo invece è un mix delle prime due, l’alimento contaminato deve raggiungere cariche di batteri molto elevate, essi sono vivi e una volta ingeriti scatenano la tossina, con i relativi sintomi.”
 
“Molto bene. Che differenza c’è tra dieta e regime alimentare?”
 
“Molte volte vengono impropriamente scambiati. Per dieta si intende un qualsiasi tipo di alimentazione che sia adeguata, quantitativamente corretta, con il giusto apporto di sostanze nutritive e inserita in uno stile di vita idoneo. Mentre per regime alimentare si intende una dieta restrittiva, generalmente usata quando sono presenti problemi metabolici, come ad esempio obesità e diabete, disfunzioni o problemi a carico dell’organismo, come la gastrite.”
 
“Sorprendente. Vedi? Se sei tranquillo puoi fare grandi cose.” gli disse Dean stringendolo vigorosamente in un abbraccio. Non c’era malizia in quel gesto, ma Castiel si sentì avvampare.
 
“Dai, adesso non esagerare. E’ merito tuo che sei riuscito a spiegarmi queste cose.” replicò con modestia, nascondendo il viso contro la spalla dell’altro.
 
“Io non ho fatto nulla, ti ho solo ascoltato e spiegato quando ce n’era bisogno.” affermò il biondo e sentì il sorriso dell’altro contro il suo corpo.
 
Notarono entrambi quanto quella vicinanza fosse intima, ma evidentemente a loro non importava, infatti nessuno dei due accennò a sciogliere l’abbraccio.
 
Dean iniziò a fare su e giù con le dita sulla schiena di Cas, oltrepassando con una mano la maglietta, in un gesto quasi incerto, sentendolo sospirare. Per tutta risposta il moro girò il suo viso fino a far aderire le sue labbra sul collo dell’altro, in una scia di baci delicati. Percepì Dean tremare mentre si lasciava sfuggire un basso gemito.
 
Castiel si sentì scuotere nel profondo a quel verso roco e capì di essere perso.
Strinse il biondo a sé, spostandolo dalla sedia, per farlo sedere a cavalcioni su di lui. Si guardarono per un momento, l’atmosfera intorno a loro si fece elettrica e tutto sembrava essersi fermato. Si avvicinarono lentamente, fino a quando le labbra di entrambi non si sfiorano, assaporandosi con la delicatezza di un battito d’ali.
 
Appena le bocche si congiunsero, un brivido intenso scivolò lungo le loro schiene, carico di qualcosa di potente e indefinito. Il ragazzo dagli occhi verdi iniziò a muovere il bacino, voleva sentire il desiderio dell'altro sotto di lui.
“Cas…” sussurrò Dean, esponendo il collo, che il moro non tardò ad assalire, facendolo gemere. Il biondo cercava di contenersi, perché, anche se i suoi non c’erano, Sam era nella stanza accanto.
 
Le mani iniziarono a vagare sui loro corpi, cercando di portare sollievo ad un desiderio che cresceva sempre di più.
 
Dean lo distrasse, appropriandosi di nuovo delle sue labbra, stuzzicandole con una sensualità e una passione che fece tremare Castiel. Gliele fece schiudere e lui si abbandonò a quel tocco, donandogli l’accesso. Sentì la lingua del biondo accarezzare la sua e il suo sapore inebriante gli ottenebrò i sensi. continuarono ad assaggiarsi a lungo, le loro lingue crearono una danza erotica carica di passione. Castiel gli mise una mano tra i capelli, spingendolo verso di sé. Ricambiò con foga tutto quell’ardore e sentì Dean gemere nel bacio.
Emozioni intense e mai provate si stavano irradiando dal loro cuore ai loro corpi, che rispondevano a quel dolce richiamo, come attirati da una calamita. Il biondo si muoveva sempre con più insistenza sopra di lui, andandogli incontro e facendo scontrare i bacini ancora costretti dai pantaloni, creando un’eccitante frizione che fece perdere loro il controllo.
 
“Dean…” ansimò il moro con voce roca e carica di lussuria.
Si alzò, tenendosi stretto il biondo che gli aveva arpionato i fianchi con le gambe, dirigendosi verso il letto, dove lo adagiò con dolcezza, salendo sopra di lui.
 
Si prese un po’ di tempo per guardarlo, gli occhi verdi brillavano di desiderio e le labbra gonfie e rosse chiedevano solo di essere baciate e assaggiate e morse.
 
Gli accarezzò le gambe, guardando le sue iridi farsi più scure e bisognose. Lo toccò da sopra i pantaloni, procurandogli un gemito roco e gutturale. Lo vedeva spingersi verso la sua mano, gli occhi chiusi e la bocca leggermente aperta in un'espressione di puro godimento. Era una visione.
Dean gli arpionò la maglietta portandolo all’altezza del suo viso e baciandolo con una passione che mai avrebbe pensato potesse nascondersi dietro l’atteggiamento apparentemente timido del Winchester.
Le gambe si intrecciarono tra loro e continuarono a stringersi, accarezzarsi e baciarsi, come se non volessero separarsi più.
 
“Cas…mi stai facendo impazzire.” ansimò Dean, mentre il moro gli torturava il collo. Ormai aveva capito che per il biondo quella era una zona erogena pericolosa, che lo faceva gemere e inarcare, mandando scariche di puro piacere al basso ventre che si scontrava con il suo per cercare sollievo.
Ma anche Dean aveva trovato il suo punto debole, in mezzo alle scapole e ora sfiorava quella parte con un tocco delicato che gli fece venire le vertigini tanto era intensa la sensazione.
 
Il suo membro reagì istantaneamente, andando a scontrarsi con quello del biondo, entrambi ancora costretti dalla stoffa.
 
“Cas…ti prego, non voglio venire nei pantaloni.” lo implorò Dean, ma nonostante il bisogno, rideva e il moro non poté fare a meno di fare altrettanto, baciandogli la clavicola.
 
“Neanch’io.” disse semplicemente iniziando a spogliarlo.
Il biondo fece lo stesso con lui e dopo poco erano entrambi nudi, i vestiti sparpagliati e scagliati ovunque per la stanza. Dean pensò che il moro fosse la creatura più bella che avesse mai visto. La pelle chiara ed eterea, il corpo muscoloso al punto giusto, e quella bocca e quegli occhi, sarebbero stati la sua rovina, ne era certo. Anche Castiel era perso nei suoi pensieri. Il biondo era bellissimo. Le lentiggini costellavano la sua carnagione rosata e delicata, leggermente arrossata. I muscoli si contraevano e si rilassavano sotto il suo tocco, gli occhi verdi e lucidi di desiderio che lo fissavano con intensità, la bocca schiusa. Castiel ne era certo, sarebbe impazzito per lui.
Impazienti e voluttuosi i loro corpi si incontrarono per la prima volta, lasciandoli senza fiato al contatto.
 
Castiel si sedette su di lui, per poi abbassarsi e dopo avergli dato un bacio leggero gli disse in un sussurro:
“Fammi tuo.”
 
Dean tremò a quella richiesta così appassionata, non vedeva l’ora di esaudirla.
 
Prese il lubrificante e preparò il moro con premura e delicatezza, scrutando con attenzione ogni cambiamento d’espressione nell’altro.
Quando sentì Castiel sciogliersi sotto le sue mani, capì che era giunto il momento, s’infilò il preservativo ed entrò lentamente in lui, muovendosi piano per farlo adattare a quell’intrusione. Il moro gli andò incontro e come se fosse stato un segnale, Dean cominciò a muoversi. Fu qualcosa di meraviglioso. Una sensazione di completezza e appagamento li pervase, vedere Castiel che si muoveva sinuoso e ondeggiava in quel modo su di lui, come se stesse cavalcando, era semplicemente troppo. Il suo corpo rispondeva a quelle calde attenzioni.
Cas era magnifico.
 
“Oh…sì…” ansimava.
 
I capelli neri gli ricadevano scomposti sulla fronte leggermente imperlata di sudore. Il labbro inferiore martoriato con poca grazia da una fila di denti bianchissimi, era la cosa più erotica che avesse mai visto in vita sua.
Gli mise le mani alla schiena e lo trascinò con delicatezza a contatto con il suo petto, così da poterlo baciare con passionale dolcezza, come se fosse la cosa più preziosa del mondo.
Quando sentì il suo membro toccare la prostata dell’altro e Cas contrarsi intorno a lui, Dean gemette in maniera oscena.
 
“Oddio Cas...ti prego fallo ancora.”
 
Il moro ripeté il movimento, mentre gemeva vergognosamente e sentì il biondo tendersi.
Raggiunsero l’apice insieme e avvinghiati.
 
Rimasero stretti in un abbraccio che valeva più di mille parole.
 
 
 
 
“Sai qual è la parte che mi piace di più della dieta?”
“No.” disse il moro confuso.
“Fare attività fisica. Tanta e intensa attività fisica, come quella che abbiamo fatto noi.” rispose ridendo.
 
Castiel si unì a lui in una risata felice e liberatoria.
 
“Sei un idiota!” gli disse.
 
“Lo so, ma sono un idiota adorabile, non trovi?”
 
Non replicò, ma lo baciò con tutto l’amore di cui era capace e Dean si abbandonò a lui completamente.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
N.d.A.
Ragazzi scusate lo sclero, ma domani ho un esame e questa piccola fanfiction è nata per via dell’ansia. Mi serviva per fare un po’ di ripasso e ho cercato di metterci quanto più fluff possibile.
Abbia pietà di un povero cuore matto!!
Se siete arrivati fin quaggiù non posso fare altro che ringraziarvi.
Alla prossima.
Baci
Lucy
 
 
Note
  1. l’Art Institute esiste davvero, ma ovviamente non si trova a Lawrence. 
   
 
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