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Autore: Persefone3    30/10/2016    5 recensioni
Killian Jones è un giovane e promettente artista di Boston, ma la sua vita non è stata sempre facile. Proprio nel momento in cui decide di iniziare a riprendere in mano la sua vita, una giovane donna fa capolino nella sua vita. Dal canto suo, Emma Swan non ha la minima idea che dopo il suo incontro con Killian tutto quello che l'ha spinta a chiudersi in se stessa sta per subire un forte scossone. Riusciranno a trovare un loro equilibrio? E cosa succede quando uno dei due si troverà nella delicata situazione di dover proteggere l'altro dai residui del proprio passato?
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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 XXVIII. Reckoning Day
 
Emma si svegliò di soprassalto quando sentì qualcuno sfiorarle il braccio. I suoi occhi corsero immediatamente a Killian, sperando fosse lui. Ma l’uomo era ancora immobile nel letto. Poi si accorse della persona che le era affianco. David l’aveva raggiunta.
 
- David? – disse Emma sbadigliando – che ore sono?
- Sono quasi le tre.
- E siete rimasti fuori tutto questo tempo? Mary non può affaticarsi così! Ero così preoccupata per Killian che non sono uscita a dirvi nulla. Scusatemi.
- Ci ha pensato il medico di guardia. E Mary è a casa, tranquilla.
- E tu dovresti essere con lei. Se ci sono novità vi chiamo.
 
Solo in quel momento Emma notò una borsa accanto alla sua sedia.
 
- E quella? – gli chiese.
- Prima di riportare Mary a casa ci siamo fermati nel vostro appartamento. Sapeva che non ti saresti mossa di qui, così ti ha fatto una borsa con un cambio. Tra un paio di ore devi andare in tribunale.
- C’è ancora molto tempo, potevi venire con comodo.
- Lo so, ma non riuscivo a dormire, così ho deciso di fare quattro passi.  
 
David prese una sedia e si sedette accanto a Emma. Rimasero in silenzio per qualche minuto.
 
- Non hai la più pallida idea di quanto tu sia riuscita a cambiargli la vita – disse di getto.
 
Emma lo guardò esterrefatta.
 
- Dici? A me sembra di avergli portato solo che guai. Se è in questo letto di ospedale è colpa mia.
- Emma, è in questo letto d’ospedale perché ti ama da impazzire. Non avrebbe mai permesso a quel tizio di farti del male.
- Ma non doveva pagare questo prezzo – replicò Emma stringendo la mano di Killian.
- È lui che lo ha scelto. E tu devi abituarti all’idea di essere importante per qualcuno. E per lui sei molto importante. Io me lo ricordo bene che uomo era prima di conoscerti. Era barricato in se stesso, spaventato e il suo cuore era ben attento a non lasciarsi andare all’amore.
- Anche io mi sentivo così prima di incontrarlo. Ma credo che tra noi due, sia lui quello più coraggioso: non ha esitato un momento a palesare i suoi sentimenti mentre io ci ho messo una vita prima di ammettere i miei.
- È un testardo pirata cui piacciono le sfide. Adorava i tuoi silenzi, perché gli raccontavano di te molto meglio delle parole. Per la prima volta si è specchiato negli occhi di un’altra persona, lo hai fatto sentire parte di qualcosa. Per questo non ha mai smesso di credere in te, anche quando ti ha urlato contro di tutto. O forse sopratutto per quello
 
Emma abbassò la testa per sfiorare con le labbra la mano di Killian.
 
- Per me l’unica cosa che conta ora è che stia bene.
 
David la osservò un momento. E capì che era tempo per lui di andare.
 
- Ora vado, non voglio lasciare Mary troppo da sola.
- Stai tranquillo. Se ci sono novità vi chiamo.
- Ah Mary mi ha detto che nella borsa ha messo qualcosa per farti passare il tempo.
- Non so cosa voglia dire, ma grazie lo stesso.
 
Quando Emma rimase di nuovo sola aprì la borsa. Mary aveva pensato proprio a tutto. C’era un cambio d’abito più comodo e un vestito più serio per il processo. Già il processo. L’idea di lasciarlo solo proprio non le andava giù, ma sapeva anche che se Killian fosse stato sveglio le avrebbe detto di andare e non preoccuparsi peri lui.
Si chinò su di lui per posare un lieve bacio sulla sua fronte. Nel suo libro di favole sarebbe bastato questo a farlo tornare da lei, ma le regole del mondo vero erano ben diverse da quelle della Foresta Incantata. Avrebbe dato qualunque cosa per avere quel libro con lei in quel momento.
Quando tornò a sedersi, la borsa cadde a terra. Emma trasalì un momento e poi guardò ancora Killian. Neanche stavolta aveva mosso un muscolo. Si chinò a raccogliere la borsa e in quel momento notò che c’era ancora qualcosa dentro. La aprì per bene e vide il libro di fiabe. Sorrise: ecco a cosa aveva alluso David prima di andare via. Mary e la sua fiducia nella speranza: credeva davvero fosse la magia più potente di tutte.
 
- Dato che non ho più sonno – disse rivolgendosi a Killian – ti darebbe fastidio se leggessi un pochino? No? Va bene, ma se dovessi annoiarti dimmelo e smetto subito. Mi metto qui vicino a te.
 
Emma si sedette sul bordo del letto e aprì il libro. Fece scorrere le pagine fino al capitolo in cui Biancaneve e Il Principe Azzurro si erano incontrati per la prima volta.
 
- Adoro questa parte della storia …  “Mentre il principe rincorreva a cavallo il ladro nella foresta insidiosa, la promessa sposa, nel frattempo, metteva il broncio e si chiedeva … ma quando il principe vide Biancaneve non servirono parole per esprimere ciò che avevano nei loro cuori. Dunque fu lì, nella penombra del Troll Bridge che nacque il loro amore e lì capirono che se la vita li avesse separati avrebbero sempre …
- Trovato il modo di ritrovarsi a vicenda.
 
Fu appena un soffio, ma a Emma non sfuggì. Alzò immediatamente gli occhi e si ritrovò quelli azzurri di Killian piantati addosso.
 
-Non puoi proprio dire che non stavo ad ascoltarti! E non mi ha mai annoiato questa storia– le disse accennando un sorriso
 
Gli occhi di Emma si riempirono di lacrime.
 
- Killian! – disse gettandosi tra le sue braccia – sei tornato da me!
- Sempre, amore mio. Sempre.
 
Emma non ebbe il tempo di dire altro che nella stanza entrarono di corsa il medico e due infermieri.
 
- Bentornato signor Jones – disse il medico controllando i suoi riflessi.
- Signorina – continuò una delle infermiere rivolta ad Emma – la prego di attendere fuori. Le diremo noi quando potrà rientrare.
 
Emma guardò ancora Killian che con un cenno di assenso della testa la rassicurò a fare quello che l’infermiera aveva detto. Quando si ritrovò nel corridoio si sentì improvvisamente stanca ma allo stesso tempo sollevata. Barcollò un momento prima che un’altra infermiera l’aiutasse a sedersi.
 
- Si sente bene signorina?
- Mai stata meglio.
- Posso fare qualcosa per lei?
- Niente. Vado a prendere qualcosa da mangiare e starò bene.
- Le macchinette sono proprio oltre quella porta.
 
Emma la ringraziò e poi si diresse ai distributori. C’erano ancora due cose da fare: avvertire David e Graham che Killian era fuori pericolo.

Quando fu certa che le infermiere avevano finito, decise di rientrare nella stanza. Erano le cinque passate ormai. Killian era stato estubato e sembrava riposare tranquillamente. Emma tornò a sedersi accanto a lui e in quel momento si sentì afferrare la mano.
 
- Emma …
- Sono qui amore mio, ti ho svegliato?
- Affatto – rispose lentamente – tu stai bene?
- Adesso sì.
- Perché dici adesso? – replicò Killian cercando di tirarsi su – quel tizio è riuscito a ferirti?
- No – rispose Emma riadagiandolo sui cuscini – ma ora che ti sei svegliato è tutto a posto.
- Sapevo che questo ciondolo da pirata mi avrebbe portato fortuna. Vieni qui.
 
Killian allargò le braccia perché Emma si stendesse accanto a lui.
 
- Oggi è il giorno della deposizione, vero?
- Esatto. non affaticarti però.
- Era Percival l’uomo che ci ha aggredito? - continuò lui 
- Proprio lui. Fortunatamente Graham aveva messo due agenti sotto casa e lo hanno preso.
- La tua posizione ora dovrebbe essere chiara in tribunale.
- Lo spero.
- Perché non chiudi gli occhi per un’oretta? Sarai stanca anche tu.
 
Quando Killian si girò verso Emma la trovò già addormentata. Era il suo turno di riposare ora. La coprì con il lezuolo e poi chiuse anche lui gli occhi.
 
Alle otto in punto qualcuno bussò alla porta di Killian. Puntuali come orologi erano arrivati Graham per scortare Emma al processo e David per tenere compagnia a Killian fino al ritorno di Emma. I tre uomini stavano amabilmente chiacchierando quando Emma uscì dal bagno vestita di tutto punto.
 
- Sei pronta Emma? – chiese Graham
 - Assolutamente. Andiamo a mettere fine a tutta questa storia.
- Ora che sei qui, posso informarvi che abbiamo messo sotto torchio Percival e che, vedendosi alle strette, ha vuotato il sacco. Stanotte i miei uomini hanno fatto una visitina alla villa del ricco uomo d’affari soprannominato Arthur per accertamenti. Sarà una dura battaglia legale, ma la procura saprà assicurarlo alla giustizia. Per questo Emma la tua testimonianza è più importante che mai.
- Farò quello che devo fino in fondo.
 
La mano di Killian non aveva smesso di stringere quella di Emma per un solo momento.
 
- Allora io vado.
 
Baciò Killian sulla bocca. E lui sentì sulle labbra di lei un velo di tensione.
 
- Andrà tutto bene amore mio. Ti aspetto qui.
 

L’aula del tribunale era molto silenziosa. Emma stava aspettando il suo turno in una saletta attigua. Stava cercando di tenere sotto controllo la tensione e messaggiare con Killian l’aveva aiutata a rimanere calma. Poi uno degli addetti del tribunale le aveva chiesto di accomodarsi in aula per l’inizio del processo. Quando vide entrare Neal sentì la rabbia esploderle dentro. Quell’uomo aveva cercato non solo di distruggere la sua storia d’amore, ma era anche coinvolto nel ferimento dell’uomo di cui era innamorata. Si costrinse a non guardarlo. Dopo le formule preliminari, il processo fu aperto.
 
- Chiamo a testimoniare al banco per l’accusa la signorina Emma Swan.
 
Al suo nome calò il silenzio nell’aula. Emma si alzò lentamente e si diresse verso il banco per prestare giuramento. Con la coda dell’occhio vide Neal abbassare lo sguardo e per la prima volta.

Ripetere la sua storia davanti a quegli sconosciuti fu tutt’altro che semplice. La difesa aveva cercato di sminuire i sentimenti che l’avevano legata a Killian e per la prima e unica volta durante la deposizione, Emma perse un po’ della sua calma.
 
- Signorina Swan – chiese Agravaine – non le sembra di essere un po’ troppo accondiscendente nei confronti dell’amore? Io credo che lei si leghi agli uomini per convenienza. È stata con il mio assistito perché aveva una posizione e a quanto mi risulta il signor Jones è benestante.
- Obiezione vostro onore! Questo non ha a che fare con il processo.
- Accolta.
- Mi scusi – riprese Agravaine – quello che voglio dimostrare è che la testimonianza della tester potrebbe essere non così tanto attendibile.
- Falso vostro onore – replicò il procuratore – vuole solo screditarla 
- Avvocato – intervenne il giudice – ancora un altro intervento così e la ammonisco formalmente. E ora proseguiamo con l’interrogatorio.
 
Quando uscì dal palazzo di giustizia, Emma era stremata, ma molto più leggera. Il procuratore l’aveva rassicurata che la sua testimonianza era stata fondamentale e che aveva respinto alla grande le obiezioni della controparte. C’erano buone speranze che la corte accogliesse tutte le loro istanze di accusa.
 
- Complimenti signorina Swan. Non le rubo altro tempo, so che ha da fare – le disse il procuratore prima di salutarla.
- La ringrazio.
 
Fu raggiunta poco dopo da Graham.
 
- Ottimo lavoro Swan e credo che la tua deposizione basterà anche per il processo di Percival.
- Graham io davvero non so come ringraziarti per tutto.
- Smettila, e ora torniamo in ospedale o Killian mi ucciderà.
 

Era la sera di Halloween. Emma aveva parcheggiato il maggiolino nel vialetto davanti casa di Mary. Accanto a lei Killian rideva divertito per le battute di quello sciocco programma radiofonico.
 
- Sei sicuro di stare bene? – gli chiese preoccupata.
- Sì, stai tranquilla.
- Sei uscito due giorni fa dall’ospedale, forse dovevamo rimanere a casa.
- E perderci la festa? Neanche per sogno! E quando mi sarebbe capitato di rindossare questo costume e vedere te con questo bellissimo abito bianco?
 
Alla fine Killian era riuscito a convincere Emma a indossare un bianco vestito di tulle che ricordava molto il lago dei cigni. Naturalmente accanto a lui, vestito da pirata, splendeva ancora di più.
 
- Sei bellissima – le disse sistemandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio
 
Emma arrossì. Non era mai stata più felice e sperò che nulla avrebbe più stravolto quella felicità.
 
- La fasciatura è abbastanza stretta?
- Sì Emma, stai tranquilla.
- Il fatto è che non sono brava come Jane, l’infermiera dell’ospedale. A dir la verità, però, sono contenta che abbia smesso di metterti le mani addosso. Era così felice di occuparsi di te.
 
Killian rise di cuore e i punti della ferita tirarono leggermente, cosa che fece comparire una leggera smorfia sul suo viso.
 
- Ecco lo sapevo! – disse Emma preoccupata – è stata davvero una pessima idea! Ma perché ti ho dato retta?
 
Killian le afferrò la mano e fece in modo che le loro dita si intrecciassero saldamente.
 
- Smettila ora di preoccuparti e pensiamo solo a divertirci.
 
David e Mary avevano addobbato la casa con molte zucche e festoni. L’imminente parto di Mary aveva impedito loro di organizzare qualcosa di più articolato, ma avevano tutti voglia di festeggiare quel tanto agognato ritorno alla normalità. Il pancione di Mary era entrato nel nono mese e tutti aspettavano con impazienza la nascita della bambina. Per i loro costumi, i due avevano optato per una rivisitazione di una delle coppie più affiatate delle fiabe: Biancaneve e il principe azzurro. Dopo aver accolto calorosamente in casa Emma e Killian, si erano riuniti intorno al tavolo. C'era, però, ancora un posto vuoto.
 
- Stiamo aspettando qualcuno? – chiese Emma
- Sì – disse Mary – dovrebbe arrivare a momenti. Allora Emma raccontami della signora Leroy. Killian mi ha detto che ti ha placcata per circa un’ora per sapere che fine avevi fatto
- Lasciamo stare Mary, quella donna deve essere  un agente segreto sotto copertura! Ha voluto sapere tutto, fortuna che Killian è arrivato in mio aiuto e mi ha strappato alle sue grinfie!
 
Risero tutti calorosamente. Stavano alzando i bicchieri per brindare quando qualcuno bussò alla porta.
 
- Ecco il nostro ultimo ospite – disse David alzandosi per andare ad aprire.
 
Dopo pochi istanti fece ritorno in salotto seguito da Graham.
 
- Perfetto – constatò Mary – adesso ci siamo davvero tutti! Non è molto originale per te vestirti da poliziotto!
- Lo so Mary, ma vengo direttamente dalla centrale. Il giudice ha depositato la sentenza del processo proprio questo pomeriggio.
 
Nella stanza calò il silenzio e la mano di Emma corse subito a stringere quella di Killian.
 
- Non tenerci sulle spine, amico – intervenne quest’ultimo.
 
Il viso di Graham si allargò in un sorriso.
 
- Sono stati tutti condannati. Per Arthur si dovrà aprire un processo parallelo per traffico di opere d’arte in cui saranno imputati anche i Gold, Percival, che deve rispondere anche di aggressione e Agravine per favoreggiamento. Era lui che faceva da collegamento tra Arthur e Nel, anche quando quest'ultimo era in carcere.
 
Killian abbracciò stretta Emma.
 
- È finita amore mio, non devi temere più nulla da quella gente.
 
Emma di tutta risposta gli sfiorò dolcemente le labbra come per suggellare quell’affermazione.
 
- C’è di più – proseguì Graham – Emma è stata riconosciuta a tutti gli effetti come una vittima di tutta questa storia per cui il Giudice le ha riconosciuto un risarcimento per danni morali per il ricatto e un risarcimento per i nove mesi di carcere ingiustamente subiti.
- Davvero? – rispose Emma stupita
- Assolutamente.
- Bene – disse Mary – e ora mettiamoci a tavola.
 
La cena fu consumata nella più scoppiettante allegria che, però, ad un certo punto fu bruscamente interrotta da un lamento da parte di Mary. David le fu subito vicino.
 
- Respira profondamente – disse David facendola sedere – vado a prendere la macchina. Emma ti prego stalle vicino.
 
Emma si avvicinò immediatamente a una spaventata Mary.
 
- Stai bene?
- Credo proprio che la bambina stia per nascere. Aiutami a cambiarmi non posso presentarmi così in ospedale.
 
Mary fece per alzarsi, ma una nuova fitta di dolore la fece sedere. Emma la aiutò a non cadere.
 
- Temo che non ci sia tempo, Mary. Almeno sappiamo che la piccola ha ripreso da te la propensione alle favole, dato che vuole nascere così.
 
David tornò dopo pochi minuti. Con l’aiuto di Graham sollevò Mary per trasportarla in macchina. Emma e Killian li seguirono fuori e dopo in auto fino al pronto soccorso.

Quando gli infermieri li videro entrare conciati a quel modo non poterono trattenersi dal ridere, scatenando una più che ansiosa reazione di David. Mary era stata fatta sedere su una sedia a rotelle e trasferita in sala parto. Per gli altri c’era stata una lunga attesa sulle sedie della sala d’aspetto.

Eva Nolan nacque alle due e mezza del primo di novembre dopo ben quattro ore di travaglio. Al vetro del nido si erano accalcati tutti per dare il benvenuto alla nuova arrivata. Ma fu quando vide Killian con la bambina tra le braccia, il giorno dopo, che ad Emma  si strinse il cuore. Si scoprì ad amarlo più che mai e a desiderare di costruire qualcosa di davvero solido con lui.
 
- Tutto bene Swan? – le chiese Killian come furono dentro il loro appartamento.
- Sì, sono molto felice per Mary.
- Lo vedo.
- Sono giorni che vorrei dirti una cosa ma non ho mai trovato in momento adatto, quindi lo faccio ora. Stavo pensando di risegnarmi all’università e terminare il mio corso di studi con una parte dei soldi che mi hanno riconosciuto. Sarebbe un problema per te?
- E perché mai? Mi pare un’ottima idea!
 
Killian aveva notato gli opuscoli che Emma stava consultando in quei giorni, ma era stato discreto dal non forzarla a parlare.
 
- Se mi riconoscono gli esami passati dovrei metterci meno di un anno.
- Prenditi tutto il tempo necessario.
- Ovviamente continuerò a lavorare alla galleria.
- Hai in programma di segnarti il prossimo semestre?
- Sarebbe l’idea generale.
- Allora dobbiamo sbrigarci.
- A fare che?
- Voglio ristrutturare l’appartamento e anche quello di Liam.
- Cosa?
- Questa non è più solo casa mia, ma nostra. E non voglio che le cose qui possano farti pensare che io sia legato al mio passato. Abbiamo l’occasione di avere un nuovo inizio e voglio che lo sia davvero.
 - Oh Killian …
- Andremo a scegliere mobili nuovi per la nostra stanza, per la cucina per il salotto per tutto. Voglio costruire con te uno spazio che sia nostro. E poi voglio risistemare l’appartamento di Liam. Vorrei ricavare uno studio per me e uno per te e una stanza degli ospiti.
- Ma qui già ne abbiamo una.
- Be’ quella potrebbe servirci più avanti se decidessimo … sai … di …
 
Emma vide Killian arrossire vistosamente per la prima volta.
 
- Decidessimo cosa?
- Di smettere di prendere precauzioni e avere un bambino.
 
L’emozione spezzò il fiato di Emma.
 
- Vuoi avere dei figli da me? – chiese lei incredula.
- Sì, lo desidero tanto. Ovviamente – riprese Killian - questo non deve minimamente interferire con il tuo percorso di studi, avremo tempo per tutto qualora anche tu volessi. Che ne pensi?
 
Emma lo zittì con un bacio.

- Lo voglio Killian, più di ogni altra cosa.



ANGOLO DELL'AUTRICE:
Buongiorno a tutti e buon Ouat Day!
La mattina è iniziata ballerina, almeno qui da me a Roma e spero che a parte lo spavento stiate tutti bene.
Allora come avete visto Killian è vivo e vegeto e lotta insieme a noi! XD
Non si è fatto male alla fine ed Emma ha finalmente messo fine al capitolo più doloroso della sua vita. Alla fine sono stati presi tutti. Lo so, magari vi aspettavate qualche scena di azione, ma ho preferito mantenere il focus su Emma e Killian, sul loro ritrovato amore #romanticismoacannone.
Mi è sempre piaciuto il modo in cui Mary e David si sono riconosciuti nella prima serie e mi è sembrato carino riprenderlo qui anche per Emma e Killian.
Ci siamo, questo è il penultimo capitolo, quindi il prossimo sarà l'epilogo. Ho in mente molto fluff per questi due, in fondo se lo sono meritato e anche voi che non mi avete ucciso fin qui! XD
Grazie a tutti per letture, recensioni e inserimenti, davvero siete una forza!
Un bacio e alla prossima settimana ... se questa puntata Hook centrica non mi uccide
Vi abbraccio forte
Persefone
  
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