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Autore: _TattaFede_    14/05/2009    1 recensioni
E' possibile che un paio di occhi verdi cambino per sempre la vita di una persona? A me è successo. Sono Reneesme Cullen e ho deciso di voltare le spalle a quello che tutti definivano il mio destino.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Renesmee Cullen, Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: Spoiler!
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Ecco il secondo capitolo… ringrazio tutti quelli che mi hanno aggiunta ai preferiti, alle storie seguite e chi ha semplicemente letto la storia!

 

Buona lettura!

 

 

2 – Amara verità

 

Passarono due settimane dal ritorno dei miei genitori e dall’arrivo di Nathan.

La situazione non era cambiata molto: mio padre era rimasto fuori dalla mia vita privata e Jacob non fece di certo il primo passo spontaneamente. Anche sul fronte “Nathan” non c’erano novità, infatti il ragazzo si era continuato a dimostrare scostante sia con me che con gli altri.

Era l’ultimo giorno di scuola prima le vacanze di Natale e tutti erano in fermento tra saluti e auguri. Tutti tranne uno. Ma in quelle due settimane avevo imparato a tenere lontano dalla mia mente il nuovo arrivato, perciò non ci feci troppo caso.

All’uscita da scuola, dopo aver salutato Beth e Kate, andai al solito posto, dove mi aspettava Jake con la macchina.

-ciao Ness!

-ciao Jake… come mai la macchina?

-devo portarti in un posto e non avevo voglia di bagnarmi.

-cosa c’è? Missione top secret?

-una mezza specie… niente domande per favore.

-come vuoi.

Siamo finalmente giunti al momento della verità? Spero solo di non rovinarmi le vacanze.

La strada percorsa da Jake era quella che conduceva alla riserva Quileite.

-ehi ma stiamo andando alla spiaggia?

-proprio così…

Altri 5 minuti di macchina e poi il licantropo mi disse di scendere.

Mi portò proprio sulla riva del mare e lì facemmo una piccola passeggiata.

- Jake spara… lo so che mi devi dire qualcosa, non sai nascondere i segreti.

-già è vero… e poi te mi conosci molto più degli altri.

-non sei poi così difficile da capire.

-l’opposto di te a quanto pare.

-non ti seguo. Lo sai che odio i giri di parole.

-ok…  Tuo padre mi ha consigliato di parlare un po’ con te. È stato un po’ misterioso, ma mi ha fatto capire che era ora che tu sapessi tutta la verità.

-in merito a cosa scusa? Alla fine di questa conversazione saprò se ringraziare mio padre.

- Ness te sai che tra noi due c’è un rapporto particolare e che si chiama imprinting, giusto?

-si… ma mi hai sempre detto che me lo avresti spiegato un giorno, ma ancora non so cosa è di preciso.

-beh sai che noi lupi siamo un po’ più “profondi” in certe cose rispetto ai vampiri.

-continuo a non seguirti.

-hai presente Emily e Sam? Loro hanno subito l’imprinting.

Ero spiazzata. Cercai di mantenere un contegno e di non far trasparire il mio stato d’animo.

-continua Jake

-l’imprinting è una specie di magia… e se un lupo incontra la sua anima gemella subisce il suo effetto.

Lo fissai alcuni istanti. Poi le parole vennero fuori lentamente, molto lentamente.

-questo vuol dire che io e te siamo… anime gemelle?

-si.

-e lo sai praticamente da quando sono nata.

-si.

Mi sedetti su un masso. Mi girava la testa e non era normale per una mezza vampira.

-perché non me lo hai detto prima?

-pensavo fosse abbastanza chiaro. Quello che provo io lo provi anche te.

- Jake perché devi sempre dare tutto per scontato?

 -in che senso scusa?

-hai mai pensato che magari avevo il diritto di saperlo un po’ prima? Sai sono stata abbastanza precoce e penso che sarei riuscita a capire la situazione. È vero… tra noi il rapporto è sempre stato particolare, ma non… non credevo fino a questo punto… e poi… tutti gli altri lo sapevano?

-si certo che lo sapevano.

-meraviglioso! Ero l’unica a essere all’ oscuro di questa cosa!

-ho chiesto io agli altri di mantenere il silenzio e di non spiegarti troppi particolari… volevo essere io a dirtelo.

-alla buon ora!

-non capisco perché sei così infuriata. È da quando sei nata che ti ho fatto capire il mio amore.

- Jake ma senti quello che dici?  Da piccoli non si distinguono i diversi tipi di amore. Per me eri come un fratello.

-oddio questa già l’ho sentita. E poi non mentire a te stessa! È sempre stato palese cioè che provavamo!

-e  non ti è mai venuto in mente che a me potrebbe non andare bene?

Gli crollò il mondo. Il viso di Jacob era a dir poco inorridito.

-Jake ascolta… è vero forse sto solo mentendo a me stessa e forse questa cosa era palese, non lo so nemmeno io sinceramente. Ma tu dovevi dirmelo prima! Non puoi pretendere di tenermi nascosta una cosa del genere e poi volere che mi metta a saltare per la gioia. Sai che odio non sapere le cose! Hai mai pensato che magari vorrei essere io a decidere della mia vita e non una magia?

Calmati. Stavi per dire stupida magia. Calmati.

-pensavo saresti stata

felice di chiarire il nostro rapporto!

- lo sono! È da un pezzo che stavo aspettando questo momento! Evidentemente non mi conosci ancora abbastanza bene Jake…

-ora vuoi farmi una colpa perché non te ne ho parlato prima? Non hai pensato che forse così eri più libera di decidere?

-ma fammi il piacere! Se si parla di libero arbitrio si devono mettere in tavola tutte le carte!

A quel punto me ne volevo andare. Mi alzai, però Jacob mi afferrò il polso e mi costrinse a girarmi. Poi mi baciò.

Era un bacio strano. Se era possibile associarlo a stati d’animo sarebbe stato un mucchio di cose: rabbia, sfogo, perdono.

Ma di chi erano quelle sensazioni? Di certo nella rabbia mi riconoscevo. Lo sfogo e il perdono erano dalla parte del licantropo.

Ho sperato un mucchio di volte che questo bacio non fosse solo fantasia. Lo immaginavo così? No di certo. Mi ero sempre sognata un bacio dolce, delicato, anche un po’ sdolcinato forse. Cosa mi succede? Sono davvero io?

Quando ci staccammo sul volto di Jacob si intravedeva la speranza di avere una nuova possibilità. La possibilità di essere perdonato e incominciare tutto da capo, come una coppia.

Io invece ero confusa.

-scusa Jacob. Ho bisogno di tempo..

E corsi via. Non sentivo rumori provenire dietro di me, segno che il licantropo non mi stava seguendo. Passai per il bosco in modo da non essere vista da nessuna e corsi all’impazzata, il più velocemente che potevo.

Aprii la porta di casa in modo violento. Appena fui in grado di vedere attraverso le lacrime, mi accorsi che i miei genitori erano già a casa.

-tesoro mio che è successo?

Mia madre era arrivata davanti a me con un balzo. Cercò di asciugarmi il volto umido, invano.

-mamma ti prego. Lasciami andare in camera mia. non credo di farcela a raccontarti tutto in questo momento.

Le diedi un bacio sulla guancia e la sorpassai di corsa. La sentivo chiedere spiegazioni a mio padre, ma lui rispose solo che era il momento dello sfogo e che poi sarei stata io a dirle tutto. E intanto piangevo. Piangevo tutte le mie lacrime. Mi sentivo priva d’importanza, non compresa da nessuno.

Dopo un po’, forse 5 minuti o forse mezz’ora, mia madre bussò alla porta. Era il momento delle spiegazioni.

-entra mamma.

Socchiuse la porta lentamente e si accomodò sul letto vicino a me. Io le poggiai la testa sul petto, proprio come facevo da piccola prima di addormentarmi.

-ti va di raccontarmi quello che è successo? O vuoi ancora piangere un pochino?

-papà non ti ha detto proprio niente?

-no tesoro. dopo penserò a fargli una bella ramanzina ma ora l’importante sei te.

Un leggero colpo di tosse si sentì arrivare dal salotto. Io e mia madre ci sorridemmo.

-scusa papà. Mamma… oggi ho parlato con Jacob. Dell’imprinting.

Parlai senza smettere, fino alla fine. Raccontai di come mi ero sentita, di come avrei sperato che la verità venisse prima a galla. E parlai di Nathan. Mia madre mi ascoltò in silenzio, senza mai la minima interruzione o domanda.

Quando finii prese finalmente la parola.

-Vedi piccola mia, Jacob prova qualcosa di veramente forte per te e non voleva di certo che te ti sentissi in questo modo. Io e tuo padre avevamo parlato più volte a lui della possibilità di rivelarti tutto, ma lui si è sempre ostinato a dire che ci avrebbe pensato lui, che era compito suo dirtelo. Così abbiamo deciso di non interferire. Sapevamo che più tempo trascorreva e più forse ci saresti rimasta male all’inizio. Ma a quanto pare questo Nathan ha complicato e accelerato ancor di più le cose.

-Mamma non è colpa di Nathan. Anzi quasi non ci parliamo. Con lui è stata solo una attrazione fisica durata quanto? Un paio di giorni.

-poteva anche durare anche solo 5 minuti quell’attrazione fisica, però bastava a confonderti e a farti capire che ci sono diversi tipi di amore. Prima che tu nascessi, nel periodo che tuo padre se ne andò, Jacob era diventato per me un punto di riferimento. Per me era un fratello, ma lui non provava lo stesso. Per lui ero qualcosa di più. E quando tuo padre tornò, fu difficile per me avere entrambi vicini. Sapevo che più tempo sarebbe trascorso e più era alta la probabilità che te ti prendessi una cotta per qualcuno. Perciò posso solo dirti di prenderti il tuo spazio, di pensare solo a te stessa  per far ordine nei tuoi sentimenti. Quando avrai tutto chiaro, farai quello che senti. Da me hai ripreso la testardaggine e il voler fare quello che si ritiene più giusto.

Papà busso sulla porta già semiaperta.

-posso entrare?

-certo… -risposi

Mio padre si mise nel lato libero del letto e avvolse me e la mamma con un braccio.

-piccola mia sai che io e tua madre saremo sempre qui a proteggerti e a consolarti, ma davvero devi fare solo ciò che vuoi veramente. Ogni mattina, quando ti alzi, ringrazio dio o non so cosa di tre cose: che tua madre sia venuta a Forks, che mi abbia accettato per quello che sono e soprattutto ringrazio del fatto che abbia deciso di tenerti. La cosa più brutta per me è sapere che non avrei potuto tenerti tra le mie braccia quando eri piccola e di correre il rischio di consolarti in questi momenti. Perciò non conta ciò che farai e se sarà la scelta giusta, l’importante è che noi tre siamo qui uniti, e se commetterai qualche errore io e tua madre saremo sempre qui a consigliarti.

Li abbracciai entrambi e nel silenzio che si era creato dopo quel discorso emergeva solo la mia gratitudine e il loro immenso affetto per me.

 

  
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