There are cracks in the universe
[NejiHina]
“Oggi
ti allenerai con Neji”.
La voce
perentoria di Hiashi la raggiunge come veleno, non
ammette repliche.
“Ho
già avvisato Kurenai sensei”
continua. “Pare che sia d’accordo. Voglio solo
vedere a che punto è arrivato il tuo Byakkugan”.
Annuisce Hinata, senza proferire parola. Si reca in camera e si
spoglia della tuta d’allenamento, pronta ad indossare nuovamente lo yukata bianco, caratteristico
degli Hyuuga.
Con passi
lenti percorre una moltitudine di corridoi, raggiungendo infine il cortile
più interno, quello dedicato agli allenamenti. Hiashi
ed Hanabi siedono sul lato nord, sorseggiando
tè. Neji, invece, l’attende,
immobile al centro del quadrilatero di terra.
Anche lui
vestito di bianco, immobile, guarda fisso davanti a sé.
Ma
davanti a sé non vi è altro che Hinata.
Si
posizionano entrambi al centro del cortile, a qualche metro di distanza
l’uno dall’altro. Lentamente prendono posizione, preparandosi per
il primo attacco.
“Cominciate”
annuncia perentoria la voce di Hiashi.
Lei
chiude gli occhi per una frazione di secondo, ma quando li riapre lui le
è di fronte, pronto a colpirla.
Hinata
si sposta verso destra e la mano di Neji fende il
vuoto. Nell’istante il cui il Byakkugan del
cugino incontra il suo, Hinata lo sente.
È
un rumore sordo, secco, senza echi. Sembra un muro che cade, l’esplosione
che lo riduce senza pietà in brandelli polverizzandolo. Eppure le
macerie non cadono, non si ode alcun tonfo. Nessun’altro scoppio.
Lo
scontro continua, come una danza.
Destra, sinistra,
destra, indietreggia di un passo. Avanti, scansa il colpo, affonda, ritraiti e
di nuovo avanza. Un passo a sinistra, abbassati, colpisci, indietreggia, passo
a destra e fermati. Colpisci di nuovo, di nuovo un passo a destra, para, scansati,
attacca, salta, avanza.
E poi da
capo.
Destra, sinistra,
destra, indietreggia di un passo. Avanti, scansa il colpo, affonda, ritraiti e
di nuovo avanza. Un passo a sinistra, abbassati, colpisci, indietreggia, passo
a destra e fermati. Colpisci di nuovo, di nuovo un passo a destra, para,
scansati, attacca, salta, avanza.
Ora la
mano di Neji la manca, sfiorandole un fianco.
Ancora quel dannato rumore.
Hinata
si ferma, sperando che nessun’altro l’abbia udito; prega che non
sia il proprio cuore, ridotto in brandelli.
Come
prima, nessun’altro sembra esserne turbato, eppure… eppure gli
occhi di Neji hanno una sfumatura diversa. Se non
fosse troppo agitata, Hinata oserebbe definirla paura.
Guarda
quella strana luce ed ecco, ancora, che lo scoppio le invade la mente.
Le oscura
i pensieri mettendoli a tacere, come un fumo grido ed opaco che rende i
contorni indecisi e sfumati.
Continua
a combattere nonostante lo sguardo appannato e la confusione, mantiene il Byakkugan e richiama il chakra.
La danza
ricomincia, senza tregua.
Destra, sinistra,
destra, indietreggia di un passo. Avanti, scansa il colpo, affonda, ritraiti e
di nuovo avanza. Un passo a sinistra, abbassati, colpisci, indietreggia, passo
a destra e fermati. Colpisci di nuovo, di nuovo un passo a destra, para,
scansati, attacca, salta, avanza.
Con uno
scatto inverte le posizioni, ora è lei a dare le spalle ad Hiashi. Nel movimento si trova troppo vicina al cugino, che
nonostante tutto si sforza di guardare altrove. Nell’aria persa e
sovrappensiero di Neji, Hinata
sente, questo volta impercettibilmente, lo scoppio.
Crack.
Qualcosa
si sta incrinando, lo sa. Si legge perfino sul volto impassibile di Hiashi e su quello ostinatamente
infantile di Hanabi. Questa volta il suono le
rimbomba nella testa, rimbalzando da una parte all’altra.
La
rottura è imminente.
Ancora.
Destra, sinistra,
destra, indietreggia di un passo. Avanti, scansa il colpo, affonda, ritraiti e
di nuovo avanza. Un passo a sinistra, abbassati, colpisci, indietreggia, passo
a destra e fermati. Colpisci di nuovo, di nuovo un passo a destra, para,
scansati, attacca, salta, avanza.
E poi crack!
Crudele,
forte, decisivo, doloroso, sconvolgente.
Vero.
Inevitabile.
Hinata
chiude la mente, si concentra sullo scontro. Vede nitidamente i punti di fuga
del chakra –eppure il resto… per il resto
non lo vede?-, punta alla vittoria. Scansa i capelli e si avventa di nuovo sul
proprio avversario.
Colpisci, si dice,
Colpisci. Metti fine a tutto ciò.
Ruota su
un piede, gli riserva un attacco a sorpresa. Neji la ferma, con una mano le blocca il braccio desto per
pochi attimi, poi la lascia, pronto a ricominciare.
La pelle
di Hinata brucia… nello stesso esatto punto
dove Neji
l’ha afferrata. Lui, d’altro canto, si osserva le mani fugacemente,
timoroso di trovarle intrise di sangue.
Tutto
deve riprendere. Di nuovo. Ancora. Sempre.
Destra, sinistra,
destra, indietreggia di un passo. Avanti, scansa il colpo, affonda, ritraiti e
di nuovo avanza. Un passo a sinistra, abbassati, colpisci, indietreggia, passo
a destra e fermati. Colpisci di nuovo, di nuovo un passo a destra, para,
scansati, attacca, salta, avanza.
Tum. Crack. Bum.
Hinata
vorrebbe tapparsi le orecchie ma non può, vorrebbe chiudere gli occhi ma
non vuole. Vorrebbe scappare ma…
Vorrebbe
non vedere mai più la strana espressione di Neji,
Hinata.
Vorrebbe
che quelle esplosioni si fermassero.
Desideri.
Tempo.
Ed
è come se nessuno capisse.
È
come se il mondo si stesse sgretolando, poco a poco, inarrestabilmente. Ogni volta che
i loro corpi entrano in contatto, ogni volta che si guardano in modo diverso da
quello in cui Neji-nii-san
dovrebbe guardare Hinata-sama, quella facciata si
incrina. Si rompe.
Perché
è questa la verità, ci sono delle crepe nel loro universo.
Crepe che
prima o poi frantumeranno ogni cosa in miliardi di minuscoli frammenti,
nient’altro che polvere.
E non ci
sarà nulla che potrà essere ricomposto.
Non Neji ed Hinata.
Non la
grande, potente casata Hyuuga.
Nulla di
Nulla.