Prompt 40: Bara
Fandom: Kuroshitsuji/Black Butler
Personaggi: Undertaker
Coppie: nessuna
Tipo di Coppia: nessuna
Genere: Introspettivo, Malinconico
Universo: Kuroshitsuji/Black Butler, dopo l’arco narrativo della Crociera Campania.
Rating: Giallo
Note: nessuna
 
🌟Iniziativa: Questa storia partecipa al contest “Halloween Party – La Grande Zucca” a cura di Fanwriter.it
 
 
Undertaker non aveva mai potuto dire di “essere a casa” perché lui, semplicemente, una casa non l’aveva.
Da quando si era ritirato dalla monotona vita da Shinigami la sua casa era stata quella baracca in fondo alla strada che ogni giorno si riempiva di cadaveri… dopotutto, aveva scelto lui di fare il becchino.
Occuparsi di ripulire, trasportare e dare una degna sepoltura a quei cadaveri lo faceva tornare indietro nel tempo di almeno mezzo secolo. I cadaveri, dopotutto, erano una parte essenziale del suo essere.
Eppure, il concetto di casa non lo aveva mai assillato più del previsto; l’unica cosa che più si avvicinava a quel concetto erano le bare.
Le bare, si sa, sono le “case” dei defunti e per lui, che defunto lo era da parecchio, erano le più lussuose ville… e in quel momento si sentiva proprio come se stesse abbandonando la sua casa. Certo, le bare si potevano trovare ovunque, ma quelle che si trovavano nel suo negozio erano… particolari. Buffo, era la seconda volta che si ritrovava ad abbandonare la sua casa, e sempre quella notte; a quanto pareva quella data sembrava perseguitarlo.
Il 31 ottobre…
Passò un dito pallido sulla superficie scura del legno, quasi graffiandolo con le lunghe unghie laccate di nero. Le avrebbe abbandonate per sempre, per la prima volta Undertaker avrebbe detto addio alla cosa che più si avvicinava ad una casa, per lui. Fu quasi con malinconia che abbandonò il coperchio della bara, donandogli un’ultima lieve carezza, per poi uscire dal negozio.
 

(252 parole)