L'aria è fresca e pulita.
Nel cielo azzurro, il sole splende di una luce chiara e pura.
Era da tanto tempo ormai che non trascorrevo una giornata così piacevole.
Da quando Naraku è stato sconfitto, ogni cosa ha ritrovato la tranquillità di un tempo, e anche io ho potuto mettere in ordine i tasselli della mia vita: a volte mi chiedo come riuscivo a sopportare il dolore, l'angoscia, la frustrazione che provavo durante tutto il periodo delle battaglie.
A dire il vero, qualcosa che mi aiutava c'era, o meglio, qualcuno.
Mi sveglio dai miei pensieri e mi metto a sedere sotto l'ombra dell'albero secolare, ed in lontananza la vedo: la sua piccola figura si muove da lontano, insieme ai suoi lunghi capelli neri mossi da quel venticello leggero che da qualche ora sta accarezzando la mia pelle. E poi, il suo odore è inconfondibile: pur essendo lontana da me, sento il suo profumo pervadermi l'olfatto e conquistare ogni mio senso, facendomi dimenticare per qualche istante tutto ciò che mi circonda.
Abbiamo vissuto tantissimi momenti ed avventure insieme, ma ogni volta che la guardo scopro qualcosa di nuovo in lei: per esempio, l'altro giorno ho intravisto una piccola fossetta sulla sua guancia mentre era intenta a sorridere ad una bambina. Eppure l'ho vista sorridere molte volte durante il nostro lungo viaggio, ma probabilmente non si trattava di sorrisi veri. Sono sicuro che anche lei ora è molto più serena e felice di poter vivere la sua vita. Con me.
La vedo camminare insieme al piccolo Shippo, poi si ferma all'improvviso e si volta: ha notato che la sto guardando. La vedo arrossire poco poco: quanta tenerezza può farmi quella ragazza?
Mi sorride e agita la mano per salutarmi, camminando verso di me. La aspetto fermo nella mia posizione, godendomi la visione di quella splendida figura che si sta avvicinando a me. Il cuore inizia a battere più velocemente del solito, e ad ogni suo passo mi sento sempre più nervoso all'idea di averla accanto a me: cos'è questa sensazione? È paura? Forse. Paura di non trattarla come meriterebbe. Paura di farle del male in qualche modo. Paura di rovinare il nostro rapporto.
I dubbi aumentano e lei si avvicina sempre più, fino a quando non è in piedi di fronte a me: finalmente posso ammirare la sua bellezza da vicino.
-
Posso sedermi qui con te? - mi chiede con un tono di voce molto pacato.
-
Certo – mi limito a dirle, ricambiando quel sorriso che non le è mai scomparso dal volto.