Non ti era ancora chiaro il motivo di quel repentino trasferimento: i tuoi genitori avevano avuto la “brillante idea” di passare le vacanze estive soli soletti – anche se non attribuivi loro la figura di fidanzatini tutti baci, coccole e carezze bleah! – , senza contare che tuo fratello, da bravo egoista qual’era, era partito con quei stupidi tre amichetti per andare a Las Vegas solamente perché: << Non sono uno sfigato che passa l’estate in casa a giocare a carte come i vecchietti e cazzate varie. Preferisco sballarmi con i miei amici! >>

<< Oniisan no baka! >> avevi urlato ripensando a quel momento, mentre tiravi un pugno sul materasso del comodo letto della stanza che ti avevano preparato una volta arrivata in quella magione.

In pratica eri rimasta l’unica persona della tua famiglia a non avere piani ufficiali per i mesi più caldi dell’anno, perciò tua madre aveva deciso di spedirti alla casa del Signor Sakamaki per non farti restare da sola, nonostante tu avessi una certa età e non ti aveva mai fatto paura il corridoio buio di casa tua. Eppure ti eri ritrovata lì, nella casa di quel Sakamaki che chissà come faceva a conoscere il tuo caro paparino.

Ciò che tu aveva turbata – e non poco – era il fatto che il famigerato Signor Sakamaki avesse sei figli, tutti maschi e tutti incredibilmente diversi tra loro, seppur affascinanti – oh, se erano affascinanti! E tu non ne sapevi niente.

Ti erano sembrati strani sin dall’accoglienza: ti eri ritrovata davanti agli occhi un ragazzo alto e composto, con i vestiti ben stirati e degli eleganti occhiali sul ponte del naso che ti dava il benvenuto con voce fredda ma educata e formale. Ti aveva accompagnata in un ampio salotto e un ragazzo con i capelli scompigliati e una gamba del pantalone che gli lasciava scoperto un polpaccio muscoloso ti aveva sorriso con aria arrogante e ti aveva chiamata con un orribile aggettivo – quanto avresti voluto prenderlo a schiaffi! – mentre una mano morbida si era appoggiata sulla tua spalla e una voce calda e sensuale ti aveva fatto venire la pelle d’oca. Avevi girato la testa da un lato per osservare meglio la stanza, ma un paio di occhi violetti contornati da profonde occhiaie a pochi centimetri dai tuoi ti avevano fatta spaventare; niente da togliere al ragazzo dai capelli bianchi e i vestiti sgualciti, che aveva lanciato per aria una poltrona perché infastidito dalla tua presenza – due schiaffi anche a lui sarebbero bastati per farlo rigare dritto. Ma la tua attenzione era stata catturata da un paio di occhi color zaffiro che ti scrutavano da lontano: avresti potuto navigare in quel mare blu oppure volare in quel cielo azzurro, e non tornare più alla realtà.

Ti aveva detto di chiamarsi Shuu e di essere il maggiore dei fratelli, poi basta. Avevi scoperto da sola che era un vampiro come anche gli altri ma, nonostante il panico iniziale – non avresti potuto prendere a schiaffi nessuno! – , avevi deciso di non farti condizionare troppo e di continuare a trascorrere le giornate normalmente. Certo, dormire di giorno e stare sveglia di notte non era proprio il massimo, ma dopo due settimane ci avevi fatto l’abitudine.

Il primo morso che avevi ricevuto era stata la cosa più dolorosa che tu avessi mai potuto provare, ed era stato quel prepotente di Ayato a dartelo. Tuttavia, il morso più intenso era stato proprio quello di Shuu e, stranamente, era stato anche piacevole: non sapevi spiegarti il perché, ma ogni volta che ripensavi ai suoi denti su di te e alla sua lingua intenta a pulirti la ferita arrossivi come una scolaretta alle prese con il senpai.

Senza che te ne rendessi conto, era già passato un mese e tu e Shuu vi eravate avvicinati sia emotivamente che fisicamente: non erano rare le volte in cui vi incontravate quasi per caso in una delle stanze della villa, ed erano altrettanto frequenti le scene in cui piangevi per quella volta, quando ti aveva baciata, solo per fare un dispetto ai suoi fratelli. Ti eri sentita sprofondare e avevi continuato a toccarti le labbra con le dita per i successivi due giorni, convinta che ti avesse presa in giro. Ma poi ti aveva baciata ancora, ancora e ancora, sempre con più passione, fino a confessarti di essersi preso una cotta per te. Ti era sembrato di toccare le stelle con un dito, in quel momento.

La vostra relazione andava a gonfie vele ma tu eri depressa: presto l’estate sarebbe finita e con essa anche quell’amore bizzarro ma bellissimo. Gliel’avevi detto, una volta, e lui semplicemente ti aveva risposto con la classica frase fatta che ti aveva fatto venire i brividi di disgusto: << Non ti lascerò mai. >> Ovvio, un classico. Avresti tanto voluto sferrargli un calcio, ma ti eri semplicemente lasciata andare alle lacrime. Eri tu la stupida, altro che Shuu. Eri tu ad illuderti, non lui. Eri tu quella che avrebbe sofferto, lui no.

Tuttavia, quella notte era stata diversa. Eri sdraiata sul tuo letto, girata su un fianco, e pensavi a quelle giornate di fine agosto incredibilmente veloci; avevi sentito qualcuno sdraiarsi di fronte a te e, nonostante i tuoi occhi chiusi, avevi capito subito che si trattava proprio del tuo amato vampiro biondo.

<< Dormi? >> ti aveva chiesto sussurrando.

<< Di solito sono io a farti questa domanda. >> gli avevi risposto schiudendo gli occhi e incontrando immediatamente i suoi due zaffiri.

Si era limitato a ridere sottovoce, per poi restare in silenzio.

<< Domani è settembre. >> avevi detto tutto d’un fiato.

Shuu aveva risposto solo dopo un po’: << Lo so. >>

Era tornato il silenzio, ma lo avevi spezzato tu nuovamente.

<< Come faremo? >>

<< Non lo so. >>

Avevi tanta voglia di piangere ancora, ma ti eri obbligata ad essere forte almeno davanti a lui.

<< Shuu-san, ti amo. >>

<< Anch’io. >>

<< Shuu-san, io ti amo per davvero! Non voglio tornare a casa! >> avevi urlato aggrappandoti alla sua camicia bianca.

Ti aveva guardata con espressione indecifrabile; poi aveva appoggiato quelle sue labbra morbide sulla tua fronte, mormorandoti: << Non ti dimenticherò, se è questo che pensi. >>

A quel punto ti eri arresa alle lacrime salate.

<< Voglio restare con te. >> avevi detto tra un singhiozzo e l’altro.

<< E allora resterai con me. >>

<< Come? >> avevi chiesto speranzosa.

<< Troveremo un modo. >> aveva risposto.

Sul tuo viso era comparso un sorriso dolce e avevi giurato di vederlo arrossire solo per un attimo, ma poteva essere solo un gioco dei tuoi occhi stanchi e arrossati, mentre sentivi le palpebre sempre più pesanti.

<< Oyasumi, piccola. >> lo avevi sentito dire subito dopo averti dato un leggero bacio a stampo sulle labbra.

E in quel momento avevi capito che avreste trovato sicuramente un modo per rimanere insieme.

Angoletto dell’Autrice!!

Allora, non fucilatemi perché è la prima Reader Shipping (si dice così, ne?) che scrivo e poi, Shuu …

Shuu: Sono troppo affascinante.

E ingestibile.

Shuu: E sexy.

E modesto.

Coooomunque spero vi sia piaciuto questo obbrobrio ^^ Fatemelo sapere nelle recensione e ditemi anche se volete che scriva altre fic come questa (il personaggio lo potete decidere voi). Ma vorrei precisare che le scriverò SOLO a tempo perso, perché ho intenzione di dedicarmi di più alle altre long che sto scrivendo, essendo le mie serie principali. Ma se volete, scriverò sicuramente altre fic Tiziolo x Reader, okay? Conto sulla vostra opinione ^3^

See Soon Everyone!!

Channy