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Autore: The_Black_Widow    30/11/2016    1 recensioni
In una città come Storybrooke, costantemente alle prese con nemici di ogni genere e forma, la sfida più grande per le sue magiche eroine, Emma Swan la Salvatrice e Regina Mills, è affrontare indenni la minaccia peggiore di tutte: la curiosità dei bambini! Nel pieno svolgimento dell'Operazione Mangusta, Emma prova a distrarre Regina per un giorno, trovando negli alunni di sua madre degli insospettabili alleati.
Collocata idealmente nella quarta stagione, tra gli episodi 12 e 13. Nessuna "ship", solo un tributo alle protagoniste principali del telefilm.
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Emma Swan, Mary Margaret Blanchard/Biancaneve, Regina Mills
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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15 GOOD REASONS

 

 

   Lo stile indiscutibilmente elegante di Regina Mills si rifletteva in tutto quello che la donna indossava e non solo. Abiti di ottima fattura, sfoggiati con portamento regale, erano soltanto un piccolo esempio, ma il suo gusto raffinato si esprimeva anche nella scelta di complementi di arredo ricercati, come quelli che arricchivano ogni stanza della sua grande magione, o le quattro pareti del suo ufficio nel Municipio di Storybrooke. Tra carta da parati, specchi, tendaggi, caminetto, scrivania, tavoli e sofà degni di una showroom, lo sguardo di un visitatore distratto si sarebbe perso e non avrebbe mai notato la presenza o meno di un orologio. Ma a Storybrooke, la città nata dalla maledizione oscura, il tempo non è mai stato la priorità di nessuno, figuriamoci del sindaco (appena tornato in carica) fautrice della suddetta, e impegnatissima in un compito che esulava parecchio dai suoi doveri di primo cittadino: la ricerca dell'Autore.

-Ehi!- la salutò Emma Swan entrando nel suo ufficio. -Henry mi ha scritto dicendo che ha finito in biblioteca e che ci aspetta da Granny's per la cena-

-Sì d'accordo- rispose distrattamente Regina esaminando con cura l'estremità di un'illustrazione del libro “Once Upon a Time” con la lente di ingrandimento.

-Trovato qualcosa?-

-No- sospirò la mora stringendo tra due dita la radice del naso con fare stanco.

-Domani a mente lucida avrai più fortuna, dai andiamo- disse Emma avvicinandosi all'uscita

-Dove?-

-Da Granny's-

Regina la guardò disorientata

-Per la cena...- le ricordò Emma

-Adesso?!-

-Sono quasi le otto Regina- le rispose indicando la finestra alle spalle della mora attraverso cui si potevano notare le strade illuminate dai lampioni

-Non mi ero accorta che fosse già così tardi-

-Già, questo è perché trascorri tutto il giorno col naso sepolto in quel libro- Alzò la mano per interrompere sul nascere le rimostranze della mora. -Lo so quanto è importante e ho promesso di aiutarti, però credo che non sia salutare per te vivere la tua vita in funzione di questa ricerca-

Regina la guardò seria. -Apprezzo il tuo sostegno ma, se voglio cambiare la mia storia, lo sforzo maggiore deve essere mio. E poi non ho molta fame. Va tu da Henry, io mi fermo ancora un po', lo raggiungerò a casa.-

Emma scosse la testa arrendendosi alla cocciutaggine della mora e obbedì.

 

   -Stasera ceniamo da soli- disse David posando il cellulare sul tavolo dopo aver letto il messaggio di Emma

Mary Margaret smise di affettare le verdure per l'insalata con uno sbuffo

-Il tempismo di nostra figlia è infallibile- si lamentò osservando sconsolata l'eccessiva quantità di cibo che sarebbe inevitabilmente marcito.

David scrollò le spalle e sfilò dal microonde il biberon di Neal che aveva messo a scaldare poco prima. Sapeva che l'insofferenza di sua moglie non era dovuta alla cattiva abitudine della loro primogenita di avvertire dei cambiamenti improvvisi sempre all'ultimo momento, ma alla preoccupazione dell'arrivo in città di due vecchie conoscenze a loro poco gradite. Ursula e Crudelia erano le uniche testimoni del più grande errore che avevano commesso nella loro vita, e il pensiero che questa colpa venisse scoperta, soprattutto da Emma, li terrorizzava. Prese il bambino dalla culla e andò a sedersi sul divano per dargli da mangiare, senza mai perdere di vista Mary Margaret.

-Non è così grave: insalata per cena, e per pranzo domani-

-Avevo già pensato ad altro per domani! Le sarebbe bastato avvisare mezz'ora prima, oppure dire chiaramente che non vuole stare con la sua famiglia!-

-Mary Margaret...-

La donna si lasciò cadere pesantemente su uno sgabello -Hai ragione ho esagerato. È che...-

-Sì, neanche io sono tranquillo con quelle due libere di girare per Storybrooke. Non so ancora quali siano le loro intenzioni, ma di sicuro non credo alla storia del “redimersi”, il problema è che, finché se ne staranno buone, non possiamo giustificare i nostri dubbi. L'unica cosa che possiamo fare è sorvegliarle con discrezione, e continuare a vivere le nostre vite come sempre per non far insospettire nostra figlia-

-Quindi?-

David le sorrise -Quindi ceniamo, e dopo trascorriamo la serata come meglio crediamo.-

 

   Mancavano pochi minuti alle dieci quando Emma rientrò nell'appartamento trovando suo padre mezzo addormentato davanti alla tv e sua madre seduta al tavolo circondata da quaderni e penne rosse e blu. Si tolse la giacca lasciandola distrattamente sulla sedia più vicina e accarezzò una spalla di Mary Margaret mentre proseguiva fino alla cucina.

-Ciao tesoro- la salutò Biancaneve che solo dopo quel tocco si era accorta di lei

-Mi faccio una cioccolata calda, voi ne volete un po'?-

-Oh no grazie, la cena è stata piuttosto abbondante-

-Cosa fai?- Emma si accostò alla madre sbirciando sulla miriade di quaderni che aveva davanti

-Correggo il tema che ho assegnato stamattina ai miei alunni-

-E di che si tratta?- domandò mettendo sul fuoco il bollitore con l'acqua

-Curioso che tu me lo chieda- disse Mary Margaret posando una delle due penne, -In un certo senso si tratta... di te-

Emma chiuse l'anta del pensile in cui tenevano la cioccolata e sollevò un sopracciglio, -Di me?-

Sua madre ridacchiò – Beh, anche di te- scelse un quaderno tra quelli impilati alla sua destra. -Ho chiesto ai ragazzi di scrivere un tema sulle persone che sono loro di ispirazione e, libera di crederci o no, lo sceriffo Emma e il sindaco Regina sono le più menzionate. Soprattutto dalle ragazzine; tranne Nikki, la figlia del fornaio, che ha indicato la maestra Blanchard... per rimediare al brutto voto della settimana scorsa suppongo-

La bionda sorrise divertita

-Senti qua- continuò sua madre, e prese a leggere -”...La mamma mi ha spinto nel negozio di scarpe mentre quel mostro gigantesco con le corna urlava dalla torre dell'orologio, ero terrorizzata, ma non potevo smettere di guardare. All'improvviso sono arrivate la Salvatrice e la regina e con la loro potentissima magia lo hanno scacciato salvandoci tutti...”!-

Alle parole di Biancaneve aveva fatto da sottofondo musicale il tintinnio del cucchiaino usato da Emma per mescolare la bevanda calda nella tazza mentre tornava a sedersi. Prese un piccolo sorso per non ustionarsi la lingua, impaziente di sprofondare in quel sapore dolce.

-Dovresti leggerlo a Regina- disse leccando il cucchiaino. -Quel libro è diventato il centro del suo mondo. Vuole cambiare la sua storia ed è fantastico, ma se potesse farlo anche senza trovare l'Autore? Voglio dire, salvare vite innocenti e farsi ben volere è un grande passo verso la retta via, no? Scoprire che ci sono persone che apprezzano i suoi sforzi potrebbe esserle d'aiuto-

Mary Margaret annuì -Sì...- sussurrò, poi rimase in silenzio per un lasso di tempo che diede a Emma occasione di finire la sua cioccolata. -Mi è venuta un'idea. Che ne diresti se tu e Regina veniste a scuola per incontrare i ragazzi? Gli infondereste un po' di speranza. Voi due siete l'esempio lampante che si può rimediare anche agli errori più grandi agendo solo per il bene. Lei è stata la Regina Cattiva e tu una galeotta, ma avete cambiato vita.- Sua figlia la guardò confusa, facendo fatica a stare dietro a quei ragionamenti. -Così per loro sarà più facile accettare nella comunità le nuove concittadine- concluse sperando che Emma considerasse sufficiente quella spiegazione.

La bionda si alzò sospirando -Buona fortuna, Regina non accetterà mai- sentenziò appropinquandosi al bagno

-Sono sicura che tu saprai convincerla-

-No-

-Allora ci riusciranno loro- la mora indicò i temi dei bambini

-No-

-Ma è stata una tua idea! Trascriverò tutte le belle parole che hanno speso per lei...-

-No-

-...E domani gliele porterai!- gridò mentre Emma chiudeva con un po' troppo vigore la porta.

-No!-

 

   Com'era prevedibile Biancaneve ebbe la meglio, ma solo perché Emma era esausta della giornata e non aveva avuto la forza di combattere, così la mattina seguente si ritrovò a varcare le porte del municipio sapendo davanti a quale scena si sarebbe ritrovata una volta raggiunto l'ufficio del sindaco.

-Buongiorno Regina- la salutò poggiando il piccolo fascicolo, che sua madre aveva trascritto, stampato e “graffettato” la sera prima con maniacale precisione, curandosi di farlo scivolare esattamente sulle pagine di “Once Upon a Time” sulle quali era concentrata la mora.

-Cos'è?-

-15 buone ragioni per riemergere da questo libro per un giorno-

Regina roteò gli occhi esasperata, -Ne abbiamo già parlato Emma-

-Mmh mmh...- annuì la ragazza, -E continuo ad essere dell'idea che dovresti smetterla di farti ossessionare dal passato e da questo “Shakespeare” che si crede Dio- disse mimando le virgolette con le dita. -La tua nuova storia la stai scrivendo tu stessa. Ora. Nel presente. Un presente in cui agli occhi dei bambini sei una degli eroi e non più la Regina Cattiva. Perciò chiudi tutto e... vivilo!-

-Peccato che sappiamo entrambe che, finché lo sarò per “Shakespeare”, nulla potrà mai cambiare!- sbottò il sindaco, -Nessuno ti costringe ad aiutarmi se non vuoi- aggiunse acidamente, indicando con noncuranza la porta

-Infatti, eppure sono qui- Emma non cadde nella provocazione. -Ascolta, non voglio litigare. Mary Margaret mi ha fatto leggere questi temi e ho pensato che ti avrebbero fatto piacere come a me. Domani ci ha invitate in classe per un incontro con i suoi alunni...-

-Non ho tempo per queste cose- tagliò corto Regina che aveva ripreso a sfogliare il libro. La bionda allargò le braccia sconfitta

-Beh, almeno ci ho provato- disse mentre abbandonava l'ufficio con le mani in tasca.

 

Henry si appoggiò allo schienale della sedia accarezzandosi la pancia per mostrare a sua madre tutto il gradimento per la sontuosa cena appena consumata

-Wow, sono pieno come un uovo!-

Regina rise e prese a sparecchiare. Per qualche motivo quel giorno aveva deciso di smettere di lavorare in anticipo, e trascorrere una bella serata con suo figlio come non succedeva da tempo. Caricata la lavastoviglie i due si trasferirono in soggiorno per vedere un film, commentando le scene più divertenti, e godendosi ogni istante di quella piacevole e ritrovata routine.

Più tardi la donna, preparatasi una tazza di caffè molto forte, si chiuse nel suo studio per recuperare il lavoro arretrato. Istintivamente aprì il libro alla pagina 23, incassando il consueto pugno nello stomaco, ma il suo sguardo cadde sui bordi sporgenti di fogli estranei. Sfilò il fascicolo che Emma le aveva portato quella mattina scorrendo velocemente le prime righe.

...Da grande vorrei essere proprio come il sindaco Regina, lei è sempre bellissima sia quando è felice sia quando è arrabbiata...”

Le sfuggì una risata e, mettendosi comoda sulla sua poltrona, continuò a leggere tra un sorso di caffè e l'altro.

...I maschi pensano che Iron Man e Superman e tutti gli altri eroi dei fumetti sono i più forti perché sono maschi come loro, noi qui a Storybrooke abbiamo eroi femmine più forti e che esistono davvero. Iron Man senza l'armatura non sa fare niente, Regina Mills non ha nessuna armatura e lancia sfere di fuoco dalle mani...”

...Papà dice che il sindaco prima era cattiva e che ci ha maledetti tutti, non lo so cosa significa a me Regina sembra buona, usa la sua magia per proteggerci dai mostri insieme allo sceriffo Emma...”

...Io me la ricordo la Regina nella Foresta Incantata, faceva paura a tutti ma a me no, a me faceva un po' pena perché aveva sempre gli occhi tristi, forse perché era sola. Adesso che è una mamma ha gli occhi pieni d'amore...”

L'arguzia, e la sfacciataggine in certi casi, dei bambini la sorprendevano sempre, suo figlio per primo era sempre stato molto sveglio. Henry aveva stravolto la sua vita due volte: la prima andando a colmare quel vuoto che diventare la Evil Queen aveva creato nel suo cuore, la seconda svelando e spezzando la maledizione. In tutti e due i casi l'aveva costretta a fare i conti con le sue scelte passate e quelle presenti, proprio come stava succedendo in quel momento, grazie a quelle parole piene d'ammirazione, di stupore, schiette e anche divertenti. Le ore trascorsero velocemente, e finì con l'addormentarsi sulla scrivania, nonostante la massiccia dose di caffeina.

 

   Il giorno dopo Emma e Mary Margaret sostavano nell'atrio della scuola in attesa dell'inizio delle lezioni. Si scambiarono un sorriso complice quando udirono l'inconfondibile suono dei tacchi del sindaco Mills raggiungerle.

-Regina! Sono felice che tu sia qui- la salutò la maestra

-Ho trovato il tempo- rispose la mora guardando Emma che le mostrò il pollice in su in segno di approvazione.

Gli alunni di Biancaneve accolsero con entusiasmo la novità, e superati in fretta gli ultimi scampoli di timidezza, si lanciarono in domande sempre più impertinenti, e talvolta imbarazzanti, per le due ospiti. Un ragazzino, che aveva l'aria di essere piuttosto vivace, chiese ad Emma se il cibo della prigione era peggio di quello dell'ospedale. Una bella bimba con i capelli scuri, e un cerchietto che sembrava una tiara, voleva sapere da Regina come faceva ad avere un aspetto sempre impeccabile anche la mattina presto. Cosa che provocò un piccolo dibattito tra chi sosteneva che fosse merito della magia, tra cui lo sceriffo; e chi elogiava l'innato fascino della mora. La stessa cosa avvenne quando qualcuno azzardò una domanda su quale fosse la vera età dell'ex sovrana che, sentendosi attaccata, ricordò ai presenti che tutti in quella città avevano “beneficiato della sospensione del tempo durante la maledizione”. Ci furono domande più tecniche sull'uso della magia, e richiesta di maggiori dettagli sulla battaglia col Chernabog, episodio che aveva colpito particolarmente i bambini, essendo praticamente l'unico a cui avevano testimoniato direttamente. Ma anche domande più personali, su cosa avesse spinto Emma ad abbandonare Henry appena nato, o cosa avesse fatto nascere in Regina il desiderio di adottare un bambino, e com'era condividere la maternità dopo essere state nemiche per tanto tempo.

Nonostante il disagio nel soddisfare tutte quelle curiosità, entrambe le donne finirono con l'apprezzare molto quell'incontro, ma la mora non lo avrebbe mai ammesso. Per Emma, che aveva vissuto tutta la vita a cercare un luogo a cui appartenere, significò sentirsi finalmente a casa in quel mondo di cui aveva negato razionalmente l'esistenza. Per Regina fu come una ventata di ottimismo che le permetteva di sperare (con estrema cautela), che alla fine di quel percorso tortuoso, avrebbe raggiunto il suo lieto fine. E anche Mary Margaret era soddisfatta per esser stata la responsabile di tutto questo.

 

Si ritrovarono più tardi da Granny's per il pranzo, David e Henry si unirono a loro, al tavolo che abitualmente occupavano per le riunioni familiari di quel tipo, quello vicino alla vetrata. -Quindi mi sembra di capire che vi siate divertite, tutto sommato- commentò David prendendo un grosso boccone di lasagna

-Oh sì, i miei alunni erano felicissimi di poter sapere tante cose sulle loro eroine preferite-

-I tuoi alunni sono dei mocciosi ficcanaso- disse Regina provocando una risata a Henry e una smorfia offesa alla maestra.

-Concordo- si inserì Emma con la bocca piena

-Sono dei ragazzini svegli che hanno voglia di imparare- li difese Mary Margaret

-E in che modo sapere qual è il nostro gusto di gelato preferito placherebbe la loro sete di conoscenza?-

-Forse vogliono offrirvene uno- Henry era particolarmente divertito dalla situazione, e un filo dispiaciuto per non aver potuto assistere a quella originale lezione.

-Quei bambini saranno anche dei pettegoli, ma tu avresti dovuto rispondere con sincerità a tutte le domande che ti hanno posto- disse la Swan intingendo una patatina fritta in un mare di ketchup e puntandola verso Regina che indietreggiò per scongiurare disastri irreparabili sul suo tailleur firmato.

-Su cosa ha mentito?- chiese loro figlio

-Non ha voluto ammettere che usa la magia per farsi bella ogni mattina-

-Perché non è così- rispose la Mills raddrizzandosi sulla sedia, -Ho sempre avuto questo aspetto anche durante i 28 anni del sortilegio, e non c'era la magia. Loro possono testimoniarlo-

Henry, Mary Margaret e David non poterono che confermare

-Ma è impossibile! Non ti ho mai vista con le occhiaie o con un capello fuori posto! Come fai?-

-E' tutto merito di un ottimo patrimonio genetico e di una sana alimentazione- Regina si spostò una ciocca di capelli scuri dietro le orecchie, poi indicò quello che restava dell'enorme cheeseburger che Emma aveva trangugiato come se fosse reduce da un lunghissimo periodo di digiuno.

David non riuscì a trattenere una risata guadagnandosi occhiate poco rassicuranti da parte di moglie e figlia.

-Guarda che con quel commento ha offeso indirettamente anche te papà- precisò la bionda.

 

-Bene, io vado in ufficio- disse Regina poco dopo alzandosi -Per oggi ho oziato abbastanza-

-Vengo con te- la imitò Henry uscendo con sua madre dopo aver salutato tutti.

Anche Emma si congedò quando ebbe finito il budino che aveva ordinato come dessert, lasciando i coniugi Nolan da soli col piccolo Neal ,addormentato, nel suo passeggino. Guardando fuori dal locale Mary Margaret vide passare Crudelia e Ursula e fece un cenno al marito. David si schiarì la gola e afferrò la giacca

-Che ne dici di fare una passeggiata?-

-Certo!- esclamò Biancaneve sbrigandosi ad infilarsi il cappotto

-Meno entusiasmo Snow...- le bisbigliò all'orecchio l'altro, -Ricorda: discrezione-.

 

Widow's corner

Ciao a tutti! Ho voluto cimentarmi in questo piccolo divertissement senza troppe pretese, per mettermi alla prova, e scoprire se anche io sono in grado di scrivere cose leggere senza scadere nel banale. Ci sono riuscita? Non ne ho idea! A voi la sentenza ;)

Intanto vi ringrazio per averci dato (a me e alla storia) una chance.

   
 
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