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Autore: harrj    04/12/2016    7 recensioni
Tutti sanno che Louis non è mai stato uno di quei fidanzati perfetti: la sua reputazione lo precede per tutto il campus ed è proprio questo il motivo per cui non esita nemmeno un istante prima di riferire orgogliosamente a sua madre della sua nuova e completamente inesistente relazione con il suo meraviglioso compagno di stanza, che risulta anche essere fastidiosamente taciturno ogni volta che lui è nei paraggi. Messaggi anonimi, una bugia innocente e un piano perfetto… Almeno fino a quando a Louis non viene richiesto di presentare a tutta la famiglia il suo nuovo fidanzato.
Autrice: Rearviewdreamer
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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“Sì mamma, lo so” sospira Louis mentre si lascia cadere sulla sedia accanto alla scrivania. Come ogni venerdì gli sono stati assegnati dei compiti e, come ogni venerdì, ancora non si è degnato ad  aprire un libro. Non che a sua madre importi, assolutamente. Tutto quello di cui sembra preoccuparsi è perché suo figlio maggiore sembrasse frequentare continuamente ragazzi diversi, e comunque nessuno di loro risultasse essere quello giusto o abbastanza importante per far sì che Louis potesse prendere sul serio l’idea di una relazione stabile. Louis ormai ha fin troppa familiarità con quella conversazione; probabilmente perché sua madre rimarca sulla questione da quando, a sedici anni, si rifiutava persino di rivelarle il nome del ragazzo che stava frequentando da ormai più di un mese.

 

È cresciuto ora. Ha diciannove anni, ma dal modo in cui lei gli sta facendo la predica riguardo l’essere maturi, non sembra essere cambiato più di tanto. Beh, non è cambiato molto a parte il modo in cui Louis reagisce alle sue lamentele che consistono più che altro in numerosi drammatici sospiri e occhi alzati al cielo. Ultimamente c’è sempre un’alzata al cielo degli occhi.

 

Mamma, non devo sposare ogni singolo ragazzo in cui mi imbatto nel tragitto per andare in classe.”

 

“No, non con quell’atteggiamento, non potresti mai” borbotta lei.

 

A quelle parole, le drammatiche alzate al cielo degli occhi di Louis hanno inizio.

 

“Sai, la maggior parte delle mamme chiama i loro figli al college per chiacchierare riguardo come vanno le cose a casa, del tempo e, oh, non saprei, di come proseguono le loro lezioni” dice seccato.

 

Sua madre sbuffa nel ricevitore del telefono. Louis riesce quasi a vederla in quel momento mentre vorrebbe incrociare ostinatamente le braccia al petto.

 

“Beh scusami se voglio un nipotino un giorno.”

 

“Hai altri sei figli, mamma. Sei. Perché devo essere proprio io il prescelto?”

 

“Perché sei il più grande, ecco perché. Se avrò un nipotino nei prossimi dieci anni, quello sarà sicuramente opera tua” lo aggredisce. La mamma di Louis prende un profondo respiro, quando espira, la sua voce risulta decisamente più dolce. “Ora, tesoro, so che è davvero troppo presto per parlare di figli e cose di questo genere ovviamente. Devi concentrarti sui tuoi studi, ma mi piacerebbe almeno che tu entrassi nella mentalità di volerti costruire una famiglia dopo che ti sarai laureato e sarai pronto a diventare un regista famoso in tutto il mondo..”

 

Lo sguardo di Louis cade sulla pila di appunti abbandonata sulla sua scrivania e sui nuovi libri del corso che ha a malapena aperto da quando è iniziato il nuovo semestre qualche settimana fa. Ha sempre ottenuto ottimi voti fin ora, ma Louis è quel tipo di persona che deve costantemente sentirsi il migliore per poter fare bene e quella telefonata non risulta d’aiuto. “Già, se mi laureerò” dice sommessamente.

 

“Che hai detto, Lou?” chiede sua madre. Louis sospira, chiedendosi come abbia fatto sua madre a sentirlo. L’udito delle persone non è solito peggiorare con il passare del tempo? 

 

“Ho detto…” Louis non sa cosa risponderle per far sì che lo lasci in pace. Lei vuole che inizi a pensare al suo futuro. Vuole che si impegni ad avere una relazione seria con qualcuno, seria abbastanza da sistemarsi e pensare a tutte quelle stronzate da coppietta e tutto questo vuole che avvenga nei prossimi anni. Ora però, tutto ciò che Louis vuole è concludere i suoi compiti e godersi il venerdì.

 

“Louis, non ho tirato fuori ancora questo discorso per infastidirti. Io voglio che tu sia felice, tesoro. Voglio che tu abbia qualcuno che ti vuole bene nella tua vita e magari per più di un paio di giorni.”

 

Non è la prima volta che Louis sente anche queste parole. È il momento in cui lei gli riferisce quanto è preoccupata che possa non trovare qualcuno adatto a lui e che finirà per pentirsi delle decisioni prese in adolescenza. Questo discorso è ancora più seccante rispetto a quello in cui lei lo chiama senza mezzi termini una puttanella per non essere disposto a impegnarsi con nessuno.

 

“Non devi preoccuparti per me, mamma. Ho già qualcuno nella mia vita. L-lui è veramente una bella persona, ti piacerebbe” mente.

 

Non sa perché ha inventato una storia del genere. È la più grande bugia che abbia mai rifilato a qualcuno e contemporaneamente è anche la più grande decisione che abbia mai preso perché sua madre per poco non è svenuta dall’altro capo del telefono non appena ha elaborato quelle parole.

 

Cosa!? Chi? Louis, da quando?”

 

Louis ridacchia nervosamente nel ricevitore del telefono per quanto è entusiasta sua madre senza neanche aver ancora sentito nessun dettaglio su quella persona immaginaria. “Va bene, va bene mamma” ridacchia ancora. “Una cosa per volta” dice mentre il suo compagno di stanza varca la porta.

 

Ha lo zainetto con il materiale per le lezioni sulla spalla sinistra e una bottiglia d’acqua mezza vuota nella mano destra. Non saluta neanche Louis prima di lasciarsi cadere sulla sua sedia, in realtà non lo fa da un pezzo. Non ha parlato molto con Louis da quando entrambi si sono trasferiti in quella stanza. Louis spesso si chiede quale possa essere il motivo di tanta scontrosità.

 

La voce squillante di sua madre dall’altro capo del telefono lo riporta con l’attenzione sulla loro conversazione.

 

“Dai, non tenermi sulle spine! Di chi si tratta? Come si chiama? È carino? Oh, sì scommetto che è molto bello!” smania.

 

“Emh… Sì… È molto bello” borbotta sommessamente Louis.

 

“Ha! Lo sapevo. Il suo nome?”

 

Louis va nel panico per un momento. Non riesce a pensare lucidamente con sua mamma che lo interroga così assiduamente e il suo compagno di stanza che canticchia una canzone che sta ascoltando attraverso i suoi auricolari. Ha bisogno di un nome. Un buon nome. Quel tipo di nome che suona bene abbinato al suo. Un nome che può facilmente ricordare.

 

Gli compare nella mente, in un momento di ispirazione mentre fissa il suo compagno di stanza che si liberava dalle scarpe strette e scomode che aveva indossato per la lezione perdendo un poco l’equilibrio.

 

“Harry” dice Louis a voce abbastanza bassa in modo da non poter essere udito sopra la flebile musica proveniente dagli auricolari del suo coinquilino. “Il suo nome è Harry.”

 

Harry” ripete, sta facendo le prove con quel nome. “Oh, è molto carino, Lou! Quanti anni ha? Che aspetto ha? Ooh, hai qualche foto?” Louis riesce praticamente a vedere i suoi occhi luccicare.

 

“Mamma, calmati” dice Louis, sorridendo leggermente per quanto è entusiasta sua madre. Avrebbe dovuto prendere in considerazione l’idea di mentirle anni fa. “È un anno più giovane di me e lui è…” Louis si prende un momento per osservare il ragazzo che si trova nella stanza insieme a lui, rendendosi conto che non sa assolutamente niente del suo coinquilino. Probabilmente è perché i due si parlano a malapena, ma ciò che Louis sa fino ad ora è positivo.

 

“È uh… Alto?” Louis ci prova ma sua madre lo sprona a dirle di più. “Ok, gli piace la musica? Ed è intelligente, prende la scuola molto sul serio.” Quel ragazzo legge sempre, non libri per le lezioni; l’ha scoperto leggere di notte sotto le coperte libri di ogni genere semplicemente perché gli va di farlo.

 

“E una foto così che possa mostrarlo a tutti? Avrò bisogno di una foto di questa magnifica persona ad un certo punto, lo sai.”

 

Harry sceglie proprio quell’esatto momento per levarsi gli auricolari e indossare una maglietta pulita. Lancia un’occhiataccia a Louis per averlo beccato mentre lo stava fissando, ma non dice una parola a riguardo. Louis si volta di scatto facendo finta di nulla, ma sapeva di essere stato colto in fragrante. Sua madre continua a ripetere il nome del figlio al telefono, alla disperata ricerca di una risposta, ma Louis non riesce a spiaccicare una parola. Non finché Harry si infila nuovamente gli auricolari nelle orecchie, afferra le sue chiavi, ed esce dalla porta della stanza diretto al lavoro lasciando Louis nuovamente solo nella stanza.

 

“LOUIS!”

 

“Emh… È tutto così nuovo, mamma. La nostra uh, la nostra relazione intendo. Stiamo insieme da quando è iniziato il nuovo semestre, quindi non abbiamo nemmeno avuto l’opportunità di scattarci una foto insieme.”

 

“Oh, sì. Certo, certo. Capisco” lo asseconda con una voce decisamente molto più calma. “Oh Louis, sono così felice per te. Non posso crederci che tu mi stia dicendo solo adesso del tuo fidanzato” mormora lei. “Ma per questa volta ti perdono” lo tranquillizza dolcemente.

 

“Grazie” mormora Louis mentre sua madre insiste nel parlargli sopra continuando a fargli centinaia di domande riguardo Harry. Louis è fin troppo contento per poter smorzare il suo entusiasmo. “Va bene, mamma! Mi piacerebbe davvero moltissimo poter star qua a parlarti dei suoi occhi e di tutto il resto per cui muori dalla voglia di venire a conoscenza, ma in realtà ora devo proprio andare. Ho del lavoro da fare. Hai presente l’università? Università? Quel luogo in cui ti rechi per ricevere un’istruzione e non per incontrare l’uomo con cui passerai il resto della tua vita?”

 

“Oh, sta zitto. Sai che sono molto fiera di te. Sono sempre stata orgogliosa di te e di tutti i tuoi traguardi, tesoro.” Qualcosa suggerisce a Louis che sua madre però sarà ancora più fiera di lui quando riuscirà a mettere un anello al dito di qualcuno entro la laurea. “Va bene, amore. Vai e concentrati sulla scuola, ti chiamerò per ulteriori dettagli più tardi.”

 

Louis alza gli occhi al cielo. Si chiede se ormai sia diventata un’azione automatica assimilata dal suo cervello negli ultimi giorni o se debba ancora pensarci prima di farlo. 

 

“Ti voglio bene, Lou. Ci sentiamo presto!” promette lei.

“Non vedo l’ora, ti voglio bene anch’io, ciao mamma” Louis lascia cadere la sua testa contro la scrivania sentendosi spossato e fin troppo stanco per quell’ora, ma era stata tutta colpa di quella rete mal costruita di bugie che aveva appena rifilato a sua madre.

 

Lui. Louis Tomlinson con un vero fidanzato.

 

Scoppia a ridere da quanto ridicola risulti quella frase nella sua mente. Era proprio quello il motivo per cui sua madre era così entusiasta; non avrebbe mai pensato che quel giorno sarebbe potuto arrivare. Ed effettivamente era proprio così, quel giorno ancora non era arrivato, ma per lo meno adesso lei non può più rimproverarlo per non avere ancora un compagno. Crede che stia iniziando a prendere sul serio la sua vita ora che sta diventando adulto e a Louis semplicemente sta bene lasciarglielo credere.

 

Dopotutto, è solo una piccola innocente bugia.

 

***

 

Harry si toglie gli auricolari e con cautela li ripone nella tasca del suo zaino insieme al telefono non appena fa il suo ingresso nella libreria. Sorride ai pochi clienti presenti prima di recarsi dietro al bancone accanto a Niall per dargli il cambio.

 

“Sei arrivato presto oggi” sorride ad Harry, già con un piede al di fuori dal perimetro del bancone per lasciare al riccio il suo posto.

 

“Sì, la lezione è finita prima del previsto e così ho deciso di venire qua subito.”

 

Le labbra di Niall si aprono in un sorrisetto. “La lezione è finita prima e tu hai deciso di venire qui? La maggior parte delle persone avrebbe fatto qualcosa di produttivo in situazioni di questo genere, come per esempio dormire.”

 

“Mi sarebbe piaciuto, ma il mio compagno di stanza era già lì quando sono entrato.”

 

Niall gli rivolge uno sguardo confuso. “E allora? Io dormo sempre con i miei compagni di stanza presenti. Cosa c’è di male?”

 

Harry non sa precisamente perché si senta così strano nei confronti di Louis. Gli era sembrato uno abbastanza a posto quando entrambi si erano trasferiti in quella stanza un paio di settimane fa. È un anno più grande di lui e aveva persino aiutato Harry a portare in stanza alcuni dei sui scatoloni. Sembrava una brava persona con cui condividere la stanza durante quei primi giorni in cui Harry cercava di abituarsi alla frenetica vita universitaria, ma quando aveva iniziato ad elogiare il suo grande compagno di stanza con le altre persone, si era reso conto che il resto del campus non sembrava condividere affatto la sua opinione. Riceveva solo sorrisetti ogni lvolta che pronunciava il suo nome. “Louis Tomlinson è il tuo compagno di stanza? Buona fortuna, te ne servirà tanta” era il commento che riceveva più frequentemente come risposta. Harry non riusciva a capirne il motivo, fino a che non era venuto a conoscenza di certe storie che circolavano sul suo conto. 

 

Louis ha una certa reputazione all’interno del campus. Beh, va bene, ha una reputazione da incubo in quel campus. Apparentemente è andato a letto con metà della squadra di football, e questo solo perché l’altra metà non è omosessuale. Trascorre il suo tempo sempre con persone diverse, ma dai racconti di tutte le persone con cui ha parlato, i ragazzi con cui si frequentava non duravano più di un paio di giorni. Secondo una ragazza con cui aveva scambiato qualche parola durante la lezione di filosofia, lei aveva tenuto conferenze stampa più lunghe di tutti i flirt di Louis messi insieme.

 

Harry non è solito dar retta ai pettegolezzi, non è corretto giudicare una persona di cui non si conosce nulla, basandosi semplicemente su ciò che le altre persone hanno da dire a riguardo; ma ciò che i suoi compagni di campus avevano da dire sul suo compagno di stanza era piuttosto difficile da ignorare. Soprattutto dopo che Harry l’aveva colto in fragrante mentre lo stava fissando  in modo ambiguo proprio pochi minuti prima. Louis sembrava a posto, Harry però semplicemente non voleva essere associato a qualcuno con un tale reputazione. Sarebbe stato meglio così.

 

“Non lo so, Niall, solo che lui è…” Harry non sapeva se aveva voglia di condividere con lui tutto ciò che aveva sentito riguardo Louis. Il suo coinquilino aveva già parecchia pubblicità gratuita nel campus senza che Harry alimentasse tutte quelle voci. “Semplicemente non lo conosco ancora così bene” decide di dire infine. È rimasto sul vago, ma non così tanto da poter evitare le domande di Niall.

 

Fortunatamente Niall non trova strana la sua risposta, scrolla semplicemente le spalle e lascia il turno ad Harry una volte che il capo gli ha dato il via libera per staccare. 

 

“Io stacco. Ci vediamo, amico!” urla mentre oltrepassa la porta della libreria.

 

“Ciao, ci vediamo” risponde Harry mentre si mette subito all’opera per sistemare sugli espositori i nuovi romanzi arrivati in negozio che Niall aveva iniziato a riporre, ma che chiaramente non aveva finito.

 

Analizza uno ad uno tutti i libri, controlla l’autore sul dorso di ciascuno e infine li posiziona nello scaffale adatto. Li scruta uno ad uno con cura maniacale e si assicura che nessun libro risulti fuori dalla sua posizione. È un lavoro lento, molto lento, ma lui ha bisogno di soldi e in più Harry adora leggere quindi non gli dispiace spendere il suo tempo sommerso tra pagine e pagine di capolavori.

 

Nonostante la sua passione per i libri, Harry è stanco. È praticamente tutta la settimana che non chiude occhio come si deve in quel letto così poco familiare; gli manca il suo materasso di casa, nonostante continui a ripetersi che ormai il college è la sua casa. College. Con la sua nuova stanza, le lezioni, il suo nuovo lavoro e quel compagno di stanza che crede che gli uomini siano solo dei soprammobili e che il sesso sia solamente un gioco.

 

Harry scuote la testa. Non pensava che quel genere di persone potessero esistere veramente al di fuori di quegli stupidi film per ragazzine. Nessuno nella sua città natale era così, non che nella sua città ci fossero così tanti ragazzi quindi è probabilmente per quello che Harry non ha mai incontrato nessuno come Louis.

 

Harry non riesce ad accettare l’idea che dovrà vivere insieme a lui per almeno tutto il prossimo anno. Avrebbe dovuto compilare il modulo di assegnazione delle stanze in anticipo proprio come il suo migliore amico Zayn gli aveva consigliato. Ormai però può soltanto rassegnarsi e sopportare, perché vivere con Louis Tomlinson non può effettivamente essere così terribile come dicono tutti. Non può.

 

***

 

Louis si fa strada tra la folla di gente in piedi accanto all’entrata della sala da pranzo. Mormora un veloce “scusa” mentre tenta di afferrare del cibo a casaccio, confondendo sua madre al telefono che pensa che quelle parole di scusa siano rivolte a lei nonostante lui le abbia già spiegato più volte che non è così.

 

Louis scorge il tavolo che solitamente lui e il suo amico Liam condividono già occupato da un gruppo di ragazze, così si mette alla ricerca di un tavolo vuoto trovandone uno vicino alla finestra e prende posto proprio lì mentre sua madre continua a blaterare qualcosa nel suo orecchio.

 

“Mamma, non che io non stia apprezzando questa amorevole chiamate, ma non hai proprio nient’altro da fare, per esempio, non hai un lavoro?”

 

Lei gli risponde che è in pausa pranzo e che semplicemente le mancava suo figlio. A quanto pare la pausa pranzo dura tutta la giornata nel suo mondo.

 

“E tu non dovresti rispondere alla mia domanda invece?” lo rimbecca lei.

 

“Mamma viene da Holmes Chapel. È tutto ciò che posso dirti in realtà. Ha una sorella, non mi ricordo altro” dice franco semplicemente perché il suo compagno di stanza non gli ha mai detto nulla più di quello che è riuscito a intuire per conto suo. 

 

Jay sbuffa nel ricevitore, chiaramente insoddisfatta dall’immensa mancanza di dettagli e di interesse nei confronti del suo stesso ragazzo da parte di Louis. Lei riprende alla carica con altre infinite domande, ma fortunatamente per Louis, vede la testa del suo migliore amico spuntare da dietro l’angolo alla ricerca del suo viso, offrendo a Louis la scusa perfetta per chiudere la chiamata.

 

“Oh, mamma, non ci crederai mai! Stavamo giusto parlando di Harry e ora lui è proprio qui a farmi una sorpresa per pranzo. Dio, è così dolce. Devo scappare, ciao. Ti voglio bene” dice prima di chiudere velocemente il telefono. L’ultima cosa che riesce a sentire è l’urlo di sua madre che lo prega di salutare Harry da parte sua.

 

Quando Louis solleva lo sguardo verso un Liam visibilmente confuso, inizia a sperare di non averlo mai fatto.

 

“C’è un motivo particolare per il quale hai appena detto a tua madre che sono Harry?” ridacchia Liam mentre posa lo zaino contenente il materiale per le lezioni su una sedia e la borsa con il cambio per gli allenamenti di football per terra. Si lascia cadere sulla seda avventandosi immediatamente sul suo vassoio pieno di cibo e con un sopracciglio inarcato in direzione di Louis dal momento che ancora non ha risposto alla sua domanda. 

 

Louis sospira pesantemente lasciando cadere la testa sul tavolo. Inizia a pensare seriamente di rimanere in quella posizione per il resto della sua vita.

 

“Perché lei crede che io abbia un fidanzato e quindi io le ho detto che sto uscendo con lui.”

 

Certo” dice Liam scrutando attentamente l’amico. “Harry, meglio conosciuto come il tuo compagno di stanza muto, Harry che non parla mai?”

 

Louis alza gli occhi al cielo. “Parla” dice in difesa del suo compagno di stanza. “Voglio dire, parla ma non con me.” Questo è decisamente strano perché ogni volta che lo vede in giro per il Campus, Harry sembra proprio un chiacchierone. Louis ancora non riesce a darsi una risposta sul perché sembra sempre sulla difensiva quando è attorno a lui.

 

“Quindi… Stai uscendo con lui?” chiede Liam, causando lo stritolamento istantaneo della banana nelle mani di Louis.

 

“Cosa? Certo che no” ride Louis. “L’hai detto tu stesso Li, è praticamente muto. E tu ed io sappiamo bene che io non sono solito uscire con qualcuno o cose del genere. Voglio dire, non per davvero insomma” spiega mentre Liam alza un sopracciglio poco convinto.

 

Potresti uscire con qualcuno.”

 

“Oh ma io sto uscendo con qualcuno, ricordi?” sorride Louis. “Con qualcuno che non esiste. Il suo nome è Harold e siamo follemente innamorati. Il sole sorge e tramonta nei suoi occhi, lui mi completa.” Louis non è mai stato veramente innamorato, ma crede di avere idea di come ci si senta grazie ai racconti delle altre persone. L’amore di Louis e Harry è assolutamente inventato, ma non è questo ciò che conta.

 

“Harry non è finto, cretino. È il tuo compagno di stanza e tu stai mentendo a tua madre su di lui, ma non ti preoccupare, non ti sto giudicando.” Lo rassicura Liam mentre preferisce continuare a mangiare piuttosto che continuare a fissare incredulo il suo amico.

 

“Oh, ma davvero? Perché ti posso assicurare che suonava tremendamente come se mi stessi proprio giudicando.”

 

“No” Liam scrolla le spalle. “Credo che tu sia un completo idiota, certo, ma dov’è la novità?”

 

Liam ha ragione. Il suo migliore amico lo chiama idiota almeno dieci volte al giorno, solitamente perché Louis si comporta come tale, quindi Louis crede che sia lecito da parte sua.

 

Quel pomeriggio rientra in stanza prima di Harry, come avviene ormai dall’inizio dell’anno dal momento che le lezioni del riccio risultano durare in eterno. 

 

Louis lancia il suo zaino da qualche parte accanto alla scrivania prima di buttarsi sul suo letto per un meritato riposino pomeridiano. A quanto pare però non è così tanto stanco come credeva perché continua a rigirarsi nel letto alla ricerca di una posizione comoda; il suo sguardo prima addormentato e poi infastidito vaga dal soffitto al muro fino a posarsi infine sulla parte di stanza di Harry.

 

È così diverso e ordinato, nota. È  tutto molto più in ordine rispetto alla parte di Louis dove la maggior parte dei vestiti e dei suoi averi è abbandonata sul pavimento o sul letto. Louis lo definisce disordine organizzato. Chiunque altro lo chiamerebbe semplicemente disastro. Chiunque altro tranne il suo compagno di stanza, ma solo perché non è solito rivolgere parola a Louis.

 

Le chiamate di sua madre erano state meno pesanti ultimamente da quando Louis aveva avuto la brillante idea di mentire spudoratamente riguardo la sua situazione sentimentale. A suo dire, suo figlio stava diventando quel tipo di ragazzo serio e motivato che aveva sempre desiderato che fosse. Chiama spesso per sapere come procedono le cose e come stanno andando le sue lezioni, ma poi la conversazione finisce sempre su ciò che lei vuole più sapere: gli rivolge all’improvviso domande riguardo il suo misterioso fidanzato. È stato divertente dire a sua madre tutto ciò che sapeva riguardo il suo compagno di stanza Harry, a parte per il fatto che lui in realtà non sa assolutamente niente del riccio e ormai è miseramente a corto di dettagli da rifilare a sua madre.

 

Louis accetta la sconfitta per quanto riguarda l’idea di fare un sonnellino e si solleva, lanciando uno sguardo veloce alla porta. È mercoledì. Harry solitamente il mercoledì non torna prima delle quattro o delle cinque. Ora sono solo le tre e quindi Louis ha un po’ di tempo per darsi un’occhiata attorno e raccogliere un altro po’ di materiale per quando sua madre chiamerà nuovamente per indagare sul suo futuro genero. Louis non ha bisogno di molto tempo, solo un minuto o due.

 

Lentamente si alza e si dirige verso la parte di stanza di Harry senza dare troppa importanza al suo piano e pregando che la lezione di Harry non finisca prima proprio quel giorno.

 

Ripete a sé stesso che tecnicamente quello non è frugare tra la roba altrui. Al contrario, sta semplicemente facendo qualche ricerca per mantenere solida quella torre di bugie che ha costruito su loro due. Dare un’occhiata al suo spazio è necessario, sul serio.

 

La prima cosa che Louis nota in quel territorio sconosciuto è che, a differenza delle cose di Louis, gli oggetti di Harry non sono sparsi per tutto il pavimento. Non c’è nulla che può apprendere da quello a parte il fatto che Harry sia un tipo abbastanza ordinato, cosa che Louis già sapeva. Il letto di Harry non è a posto come può sembrare, semplicemente ha sollevato la coperta sulle lenzuola stropicciate per farlo sembrare in ordine; una sorta di illusione ottica ma che è comunque più efficace di ciò che si inventa Louis la mattina quando si rende conto di aver calciato giù dal letto lenzuola e coperte. 

 

C’è un paio di scarpe da corsa che spuntano da sotto il letto che Louis vede indossargli almeno tre volte a settimana, quindi suppone che sia uno a cui importa della sua forma fisica e a cui piace rimanere attivo; c’è una chitarra accanto al suo lato della scrivania e quindi deve per forza saperla suonare, nonostante non l’abbia mai visto fare nulla del genere.

 

Sfortunatamente ha solamente un paio di DVD e ognuno di questi tratta di qualche commedia romantica. Louis si era già reso conto della totale mancanza di gusto del riccio nel mondo del cinema quando aveva dato una mano ad Harry a portare nella stanza gli scatoloni. Non c’era un singolo film che non fosse stato girato nell’ultimo decennio. Tragico.

 

Louis sospira pensando a tutte queste piccole cose di cui era già a conoscenza riguardo il suo compagno di stanza. Ha bisogno di sapere altro. Qualcosa di inedito, così si reca verso la scrivania del riccio e decide di dare un’occhiata lì attorno.

 

Sta studiando Inglese, cosa di cui Louis era rimasto perplesso sin dal primo giorno, non riusciva a capacitarsi del fatto che ci fossero persone che lo facevano veramente. Credeva che giganti come Inglese e Filosofia fossero semplicemente leggende o miti, ma a quanto pare non era così, Louis se ne rende conto mentre legge distrattamente il dorso dei libri sulla scrivania, tutti organizzati per genere.

 

La sua scrivania è colma di tutto ciò che Louis aveva odiato leggere quando era più piccolo. Tutti quei libri che le professoresse l’avevano costretto a leggere come i classici e le storielle che avrebbero sempre potuto essere decisamente più corte e con meno dettagli secondo il parere di Louis. Non riesce a credere che qualcuno legga quella roba di sua spontanea volontà solo per divertimento. Le uniche volte a cui Louis interessa un romanzo o una novella è quando questa è degna abbastanza per un adattamento cinematografico e di essere proiettata sul grande schermo.

 

Louis è pronto a tornare sul suo letto quando si rende conto che non ha prestato abbastanza attenzione al comodino di Harry. È un arredo completamente identico al suo e non vi è nulla se non una lampada, il caricatore del telefono e un paio di occhiali da sole che solitamente utilizza per tenere indietro i capelli mentre si reca a lezione. Non è abbastanza per la sua ricerca, così velocemente apre il primo cassetto trovandoci un diario che Louis sfoglia distrattamente per un istante. Riesce a capire che ci sono riportate frasi tratte da canzoni, ma qualsiasi altra cosa ci sia scarabocchiata sembra essere davvero importante per il riccio perché quelle pagine bianche sono interamente imbrattate da scritte.

 

Continua a ispezionare il cassetto e trova un inalatore per l’asma, Louis non era a conoscenza che il suo finto fidanzato ne avesse bisogno, delle penne, un altro paio di auricolari, una scatola di preservativi di taglia grande (Louis nota essere ancora chiusa), e tante altre cose che Harry era riuscito ad accumulare in quel primo mese. Louis trova anche degli oggetti che era abituato a vedere in camera delle sue sorelline come per esempio fasce per capelli e mollettine, ma la cosa non risulta affatto strana dal momento che Harry ha una chioma foltissima di capelli. Si incuriosisce quando le sua dita vengono a contatto di quello che sembra essere un altro inalatore sul fondo del cassetto. Bella merda i polmoni di questo tizio, pensa prima di rendersi conto che ciò che aveva trovato sul fondo del cassetto non era affatto un inalatore per l’asma, ma un dildo piuttosto grande accanto a una bottiglietta di lubrificante mezza vuota.

 

Quegli oggetti scivolano improvvisamente dalle mani di Louis come se fossero stati infuocati e le sue guance si tingono di rosa con la stessa velocità con cui lui si china per raccoglierli e rimetterli a posto nel comodino. Si affretta a chiudere e si fionda nuovamente verso la sua parte di stanza dove i film sono dei capolavori, i preservativi di taglia normale, e i giocattolini erotici sono ben nascosti in una scatola sotto al letto. Perché Louis aveva pensato che frugare tra le cose di Harry sarebbe stata una buona idea? Probabilmente quella è stata la cosa più stupida che abbia fatto fino a quel momento. Ecco perché Louis non se la sentiva di contraddire Liam quando lo chiamava idiota. Ha fottutamente ragione.

 

La porta si apre di colpo introno alle quattro facendo sollevare di scatto la testa di Louis dalla scrivania su cui stava lavorando. Cerca di mostrarsi normale e il meno sospettoso possibile, così Louis finisce con fare la cosa decisamente più sospettosa e sorride al compagno di stanza con cui difficilmente parla.

 

“Hey, ciao” lo saluta, classificando questo momento come il secondo più stupido tra tutte le cose fatte quel giorno.

 

Harry sbatte un attimo le palpebre verso di lui dopo qualche secondo con una piccola rughetta confusa formatasi tra le sopracciglia. “Scusami, hai detto qualcosa?”

 

E Louis pensa che sia una domanda piuttosto cattiva da rivolgere a qualcuno che ha chiaramente appena aperto bocca fino a che non si rende conto delle piccole cuffiette che Harry ha appena sfilato dalle sue orecchie.

 

“Uh… No, niente” mormora Louis, sperando che la sua mente riesca ad elaborare qualcosa di sensato da dire, qualcosa che non sia il contenuto di quel fottuto cassetto erotico di Harry. “Ho semplicemente detto ciao” spiega visibilmente imbarazzato, sperando di non risultare strano o sospetto.

 

“Oh” Harry ancor una volta sbatte le palpebre un paio di volte, come se non si aspettasse che Louis dicesse qualcosa. “Ciao, Louis” risponde con un sorriso quasi impercettibile che sembra quasi sincero.

 

Louis finalmente può rilasciare il respiro che aveva trattenuto per tutto quel tempo mentre il suo compagno di stanza continua ad aggirarsi per la loro stanza imperturbato. Dà una veloce sbirciata al di là delle sue spalle giusto per vedere Harry intento a cambiarsi per andare a fare una corsetta e il più grande può esultare internamente. Se Harry sta per uscire, Louis può finalmente andare a dare una seconda occhiata al cassetto del riccio e assicurarsi di aver riposto tutto esattamente come lo aveva trovato.

 

Harry velocemente si infila le scarpe prima di recarsi verso la porta e uscire definitivamente. Louis allontana tutta la tensione che gli aveva pesato sulle spalle fino a quel momento, ma il suo cuore fa un doppio salto mortale quando Harry riapre la porta della stanza e si dirige deciso verso il suo comodino. Louis non si azzarda a fare una mossa mentre Harry ignora gli occhiali da sole che Louis pensava stesse invece cercando, continuando a guardarlo terrorizzato mentre cerca qualcosa all’interno del comodino, tutto ciò che Louis riesce a pensare è “per favore, non accorgerti che ho toccato il tuo dildo”.

 

E così è. O almeno, Louis pensa che non se ne sia accordo perché richiude il cassetto non appena recupera la sua fascia da corsa per il braccio. Se la fa scivolare fino al bicipite e vi infila il telefono prima di uscire nuovamente dalla stanza.

 

“Ciao” dice Harry sollevando velocemente il braccio in direzione di Louis prima di chiudersi la porta definitivamente alle spalle.

 

Louis lascia cadere violentemente la testa sul duro piano di legno della sua scrivania e piano piano il suo organismo riprende a circolare normalmente. Dio, non farà mai qualcosa di così stupido una seconda volta… Forse.

 

***

 

“Zayn, ma mi stai almeno ascoltando?” chiede Harry comodamente sdraiato sul letto del suo amico.

 

“No, direi proprio di no” mormora Zayn mentre cerca di mantenere la sua attenzione sul lavoro che ha cercato di fare per tutta l’ormai trascorsa ora e mezza. Col passare degli anni ormai è diventato piuttosto bravo ad ignorare Harry. Veramente molto bravo, in realtà. A volte è come se Zayn si trovi in un mondo completamente suo mentre è assorto dal suo lavoro, comunque ora sta sorridendo, quindi Harry sa che in realtà lo sta ascoltando più di quanto voglia far credere. “Sì, sto ascoltando” ammette dopo qualche istante.

 

“Quindi hai sentito ciò che ho detto riguardo al mio comodino, giusto?”

 

Zayn incrocia lo sguardo di Harry e subito dopo alza gli occhi al cielo. Si fa cadere la penna dalle mani e scosta leggermente di lato il blocco da disegno per concedersi una piccola pausa. “Stai diventando decisamente paranoico. Il tuo compagno di stanza non fruga tra le tue cose.”

 

Harry vorrebbe credere che Louis non ficchi il naso tra le sue cose; deve essere così. “Sì, forse hai ragione” sospira. Harry non sa con certezza se tutte le sue cose siano state toccate oppure no, semplicemente ha questa sensazione e ha avuto l’impressione che il suo cassetto fosse quasi impercettibilmente diverso rispetto al solito quando poco prima l’aveva aperto, ma probabilmente era solo una sensazione. 

 

“Cosa c’è dentro di così importante comunque?”

 

“Niente” risponde velocemente Harry; forse un po’ troppo velocemente visto l’inconveniente sorriso sul volto del suo amico. Zayn pensa che sia paranoico, ma lui ha la sensazione che faccia bene ad esserlo. Comunque, ad essere onesti, la sua esagerata paranoia è probabilmente il risultato di tutte quelle voci riguardo il suo compagno di stanza. Stress e il mancato riposo dovuto alla lontananza dal suo letto di casa. 

 

“E mi hai ascoltato quando ti ho detto del mio compito?” chiede Harry, già accigliato anche solo per averlo appena accennato perché ancora non ha la minima idea di cosa scrivere per quel dannato compito.

 

“La cosa sull’amore? Harry, tu hai sempre e solo letto romanzi e libri d’amore. Andrai benissimo” lo rassicura.

 

Harry si lamenta a bocca chiusa e si rigira sul letto fino a far sprofondare il viso in uno dei cuscini di Zayn. Questo è il suo primo compito importante e non vuole fare un casino. Quando si mette seduto, Zayn lo sta già guardando con un’espressione annoiata e vuota. “, mi piacciono i classici e le storie delle persone che si innamorano sin dai tempi dei tempi, ma io personalmente non so nulla sull’amore e soprattutto non su quello moderno. Non ho mai letto un romanzo d’amore scritto di recente. Come dovrei fare a scrivere una cosa del genere?”

 

Zayn gli lascia fare il broncio per almeno cinque minuti buoni, prima di tornare invece al suo compito con un deciso “Ti stai preoccupando per niente, troverai qualcosa da scrivere” mormora in direzione di Harry. 

 

Harry spera davvero che l’amico abbia ragione.

 

Più tardi quella stessa sera Harry fa ritorno nella sua stanza, riprendendo tutto da capo da dove aveva finito con Zayn grazie alla chiamata di sua madre, essenzialmente ricominciando tutto il processo di lamentela da zero. Beh, questa volta lascia perdere tutta la parte in cui è preoccupato che il suo coinquilino Louis abbia messo le mani nel suo cassetto che contiene un dildo, ma sicuramente non dimentica tutte le altre cose e specialmente le lamentele relative al suo compito.

 

“E se invece non troverò nulla da scrivere?” chiede.

 

“Harry, sei intelligente, sicuramente ce la farai” lo rassicura lei.

 

Sospira profondamente attirando l’attenzione del suo compagno di stanza che in quel momento sta lavorando sul letto con il computer in grembo. Louis cerca di essere discreto mentre solleva lo sguardo su di lui, ma Harry riesce comunque a percepire il suo movimento. Velocemente riabbassa la testa sullo schermo del computer e continua a digitare qualcosa sui tasti subito dopo aver incontrato per un istante gli occhi di Harry.

 

“Io… Io voglio fare tutto come si deve” rivela a sua madre. La scuola è sempre stata importante per lui, e ora che è all’università non è cambiato nulla. I compiti sono più difficili, certo, ma ciò non significa che Harry intenda arrendersi così facilmente. Continua a pretendere il meglio da sé stesso.

 

“Ci riuscirai, tesoro, come sempre” lo rassicura lei utilizzando più o meno le stesse parole che poco prima erano uscire dalla bocca del suo amico Zayn.

 

“Già mamma, spero. Grazie” sussurra Harry nel ricevitore. Ancora una volta, non si fa sfuggire l’impercettibile movimento della testa di Louis e rapidamente gli rivolge un’occhiata.

 

***

 

La lezione di produzione cinematografica di Louis quel Giovedì finisce prima del previsto offrendogli la perfetta opportunità per viziarsi con un bel pranzetto lontano dalla mensa del college. Manda un messaggio a Liam dicendogli di abbandonare prima la sua lezione di biologia così che potessero recarsi insieme a mangiare, ma rifiuta senza pensarci due volte e così Louis finisce con il mangiare una deliziosa pizza tutto solo.

 

Non ha programmato di fare un salto nel negozio in cui lavora Harry durante il tragitto verso casa, ma in qualche modo è proprio ciò che accade quando svoltando l’angolo scorge l’insegna del piccolo negozietto che presenta la scritta “Aperto” sulla finestra.

 

Louis ha visto quel posto milioni di volte, ma non ci è mai entrato veramente. È solito acquistare tutti i libri per le lezioni dal negozio del campus e altri libri letti per puro piacere non hanno molto spazio nel mondo di Louis e per queste ragioni non ha mai avuto un vero motivo per entrarci. Non ha un buon motivo per entrarci neanche adesso, a parte per il fatto che il suo finto fidanzato vi lavora e la mamma di Louis non lo chiama da giorni, quindi sa che è semplicemente una questione di minuti prima che lo chiami per sapere che cosa ha combinato negli ultimi giorni insieme ad Harry.

 

Ha giurato che non avrebbe più ficcato il naso tra le cose di Harry, ciò significa che ora ha bisogno di nuove strade per conoscerlo meglio. Controllare il suo posto di lavoro non sembra così estremo come ficcanasare tra le sue cose, quindi quella strada sembra decisamente percorribile. 

 

Il tenue profumo di carta vecchia invade le narici di Louis non appena mette piede nel negozio. Non ci è mai entrato prima d’ora e si pente immediatamente di non aver voluto mai spendere neanche un minuto all’interno di quel posto perché trasmette solo tranquillità e calma anche semplicemente stando in piedi pochi passi appena dopo la porta d’ingresso. Libri di ogni grandezza riempiono i ripiani degli scaffali che dal pavimento si ergono fino al soffitto, ci sono anche alcune poltrone enormi posizionate ai bordi dei corridoi che sembrano parecchio consumate, abbastanza da far venire voglia a Louis di sedercisi sopra per qualche istante e magari anche schiacciarci un pisolino con uno di quei vecchi libri tra le mani. Anche solo il pensiero a Louis sembra adorabile e rilassante, specialmente per qualcuno come lui che adora la caotica pace dei film fin troppo per potersi rilassare con un lungo libro tra le mani. Leggere potrebbe rivelarsi interessante, ma non è quello il motivo per cui si trova in quel negozio oggi.

 

Continua a camminare fino a quando raggiunge il bancone principale rovinato e sembra molto vecchio, come tutto il resto in quel negozio. È ricoperto da numerosi pacchi di libri; libri che ad un certo punto verranno anch’essi disposti negli appositi scaffali da qualcuno; qualcuno che molto probabilmente sarà Harry basandosi su ciò che dice il pc aperto abbandonato accanto al registratore di cassa.

 

Louis volta lo schermo del pc verso di lui per un’ispezione più approfondita, riconoscendo immediatamente che si tratta di quello del suo compagno di stanza dal piccolo graffio sul lato sinistro della tastiera. I suoi occhi fanno un rapido controllo del negozio per controllare se il proprietario del computer sia nei paraggi. Riesce a sentire un paio di persone che parlano sottovoce sul retro, ma il negozio è deserto. Deserto a parte per Louis, ecco perché il suo compagno di stanza si è sempre sentito a suo agio lasciare le sue cose incustodite tutto il tempo.

 

Lo schermo del computer è ancora illuminato nonostante il mancato uso, quindi Harry deve essersi appena allontanato. Louis allunga il collo per controllare cosa c’è sullo schermo, permettendo alla sua curiosità di prendere il sopravvento su di lui e dando ancora una veloce occhiata alla stanza prima di toccare lievemente il touchpad per controllare meglio a cosa stesse lavorando Harry.

 

Se Louis aveva anche il minimo dubbio se quello fosse o meno il pc di Harry, ogni possibilità scompare nell’esatto momento in cui i suoi occhi leggono le indicazioni del compito di Inglese riguardo il quale il suo compagno di stanza si è lamentato per l’intera settimana. 

 

Louis fa scorrere il cursore su quella pagina, sbirciando le molteplici pagine aperte da Harry nel tentativo di cercare l’evoluzione dell’amore durante il corso della storia dell’uomo. Ha cercato  romanzi d’amore e le storie più famose, tutte queste per Louis sembrano una vera tortura da leggere. Harry ha parlato così tanto di quel compito che ora persino Louis conosce ogni minimo particolare relativo alla consegna. Tutto ciò che deve fare è scrivere qualcosa riguardo l’amore e come questo è mutato nel corso degli anni. Louis pensa che sia un compito relativamente semplice, ma Harry non sa neanche da dove cominciare; cosa che è abbastanza evidente dal momento che il riccio ha persino cercato Shakespeare e Jane Austen. Deve aver programmato di leggere tutto ciò che questi grandi autori hanno scritto dato l’innumerevole quantità di classici presenti sul bancone.

 

Non spetta decisamente a lui e non è nemmeno una sua responsabilità aiutare Harry, ma quel piccolo mocciosetto si è tormentato tutta la settimana, così Louis decide di avere un po’ di pietà per lui e di indirizzarlo nella giusta direzione perché sa che il cuore di Harry è sulla giusta via, semplicemente sta prendendo tutto nel modo sbagliato. Louis afferra una penna e un foglietto da dietro il bancone e scarabocchia velocemente qualcosa. Non la considera veramente come un’intromissione; è solo un piccolo messaggio, qualche amichevole e forse indesiderato consiglio che Harry può scegliere se accettare o meno. Una piccola nota che potrebbe essere stata scritta da chiunque dal momento che il riccio ha lasciato incustodita la sua postazione di lavoro. Potrebbe essere una soluzione favorevole per entrambi perché Harry riceverebbe aiuto gratuito per il suo compito e Louis finalmente smetterà di sentire le lamentele del riccio.

 

Ci impiega letteralmente qualche secondo per scrivere il messaggio, ma nell’esatto momento in cui stacca la punta della penna dal foglietto, sente qualcuno muoversi per il negozio e sembra anche decisamente molto vicino rispetto a quando Louis era entrato.

 

Non sa se sia Harry oppure no, ma non ha assolutamente voglia di spiegare il motivo per cui si trovava lì in attesa davanti al bancone della libreria da solo, così appiccica velocemente il post it sullo schermo del computer di Harry e poi inizia quasi a correre verso l’uscita prima che la persona nel negozio si accorgesse di lui. Louis sorride quando si ritrova per strada, godendosi l’adrenalina della corsa e del rischio di essere quasi stato beccato molto di più rispetto all’ultima volta che aveva fatto qualcosa del genere e aveva scoperto cose riguardo il suo coinquilino che francamente avrebbe preferito evitare di conoscere.

 

Riceve una chiamata di sua madre durante il tragitto verso casa e Louis risponde velocemente a tutte le sue domande, cercando di mostrarsi più sicuro di se quando lei gli porge le solite domande riguardo Harry.

 

“Oh, ultimamente è molto impegnato con il lavoro e le lezioni” le dice. “Gli è stato assegnato questo compito di Inglese che lo ha tormentato per tutta la settimana, ma credo che abbia finalmente capito come svolgerlo.” Sua madre è in fibrillazione nel sentirlo parlare così di lui.

 

***

 

Harry torna al bancone del negozio cercando di tenere in equilibrio tutti i classici che è riuscito a recuperare tra le braccia. Li appoggia sul ripiano accanto agli altri libri che già aveva accumulato per riuscire a svolgere discretamente il suo compito di Letteratura Inglese quando rivolgendo un’occhiata alla sua postazione, rimane letteralmente paralizzato.

 

È l’unico che sta lavorando nel negozio dal momento che è una giornata tranquilla, ma la sensazione che ci sia qualcosa di diverso lentamente si insinua dentro di lui proprio come quella sera nella sua stanza. Forse sta veramente impazzendo, pensa. Zayn gli aveva detto che stava diventando paranoico, e giunti a questo punto Harry inizia a pensare che l’amico abbia veramente ragione, a parte per il fatto che nota un post it appiccicato allo schermo del suo computer. Un post it che sicuramente non si trovava lì quando aveva lasciato la sua postazione. Harry si era allontanato solo per cinque minuti al massimo per andare a cercare un paio di libri. Non aveva sentito nessuno entrare nel negozio, ma ciò non significa che qualcuno non avrebbe facilmente potuto presentarsi in quel breve lasso di tempo. E chiaramente, qualcuno l’aveva fatto.

 

Nient’altro sembrava fuori posto a parte quel piccolo foglietto, così Harry lo rimuove delicatamente dal suo pc, le sue sopracciglia quasi non si toccano tra di loro al centro mentre scruta attentamente quel consiglio anonimo che qualcuno aveva lasciato per lui.

 

“L’amore non è più per i libri ormai, è molto meglio se visto su uno schermo” è tutto ciò che il bigliettino dice accompagnato da una lunga lista di film. Non ha mai visto nessuno dei titoli suggeriti, ed è onestamente confuso sul perché questo misterioso qualcuno abbia pensato che quei film possano aiutarlo a portare a termine il suo compito di letteratura. È strano e probabilmente è la cosa più assurda che sia ai capitata ad Harry al lavoro da quando aveva iniziato quell’impiego, ma per qualche strana ragione piega accuratamente il foglietto e lo infila nella tasca dei suoi jeans invece di appallottolarlo e gettarlo nella spazzatura.

 

Harry fissa la montagna di libri davanti a lui, scuotendo la testa quando ripensa al messaggio che ha appena trovato e riesce quasi a sentirlo bruciare a contatto con la sua coscia. Chi mai farebbe qualcosa di così insolito?

 

***

 

Louis non si aspetta affatto di trovare Harry già nella loro stanza quando fa ritorno dal suo gruppo di studio quella stessa sera. Harry ultimamente aveva passato la maggior parte delle sue serate in libreria, quindi è decisamente scioccato nel vederlo sdraiato sul suo letto. È ancora più sorpreso quando si rende conto che la solita montagna di libri con i quali era solito essere ricoperto, era stata sostituita dal suo computer e da un paio di cuffie.

 

Louis solleva la mano in segno di saluto. Sono a questo punto adesso, o almeno entrambi provano ad essere consapevoli dell’esistenza dell’altro dal giorno in cui Louis si è lasciato sfuggire quell’imbarazzante “ciao” dopo aver rovistato tra le cose del riccio. Harry per un istante stacca gli occhi dallo schermo e saluta il suo coinquilino prima di tuffarsi di nuovo a capofitto sul monitor del pc.

 

È così preso da qualsiasi cosa stia guardando che sembra non rendersi neanche conto che Louis gli sta praticamente camminando affianco facendo volontariamente rumore solo per vedere che cosa avesse catturato così tanto la sua attenzione.

 

“Cosa stai guardando?” chiede abbastanza ad alta voce da superare il volume degli auricolari. Harry scosta leggermente la cuffia sinistra dall’orecchio per poter sentire meglio.

 

“Casablanca. Lo sto guardando per il mio compito di letteratura” risponde prontamente, costringendo quasi Louis a mordersi il labbro per soffocare quel sorrisino idiota che gli stava spuntando sulle labbra. Quindi aveva letto il suo post it. Louis per poco non scoppia a ridere chiedendosi se Harry veramente pensi che Louis non sappia del suo compito dopo tutte le lamentele che era stato costretto ad ascoltare.

 

“Oh, davvero? E cosa ne pensi per ora?”

 

Harry mette in pausa il film e fa incontrare i loro sguardi. Louis non aveva mai veramente avuto molte occasioni per parlare con Harry così da vicino, ma ogni volta che avevano avuto anche le più brevi conversazioni, si sentiva completamente sopraffatto dalla bellezza dei suoi occhi. Ed è proprio così che si sta sentendo in questo momento; sopraffatto. Veramente non avrebbe potuto scegliere persona migliore con cui uscire per finta.

 

“Mi piace molto” sorride Harry. “È in bianco e nero e pensavo che mi sarei annoiato a morte, ma è veramente molto bello.”

 

Louis alza scherzosamente gli occhi al cielo mentre il suo compagno di stanza sembra non riuscire a concentrarsi per più di cinque minuti su qualcosa che non sia un luminoso e scintillante Technicolor. “È un gran film, un classico. Sono contento che ti piaccia, è uno dei miei preferiti” gli dice Louis, chiedendosi immediatamente per quale ragione abbia scelto di condividere quella minuscola informazione su di lui. Harry tuttavia non sembra prestarci troppa attenzione, mentre sorride timidamente e si sposta leggermente dalla sua posizione dando qualche colpetto con la mano sullo spazio vuoto accanto a lui.

 

“Ti va di guardare la fine insieme a me? Non manca molto ormai” propone.

 

Louis è decisamente sorpreso di aver ricevuto quell’invito da parte di Harry considerando il modo in cui il riccio era solito evitarlo. L’istinto di Louis gli dice di rifiutare gentilmente; non crede che dovrebbe immischiarsi nei fatti del suo compagno di stanza più di quanto non abbia già fatto, ma quegli occhi in quel momento sono così verdi e colmi di qualcosa che Louis identifica come speranza, che in un batter d’occhio si ritrova seduto accanto al riccio e a condividere con lui il peso del portatile. Harry velocemente scollega gli auricolari così che entrambi possano chiaramente sentire l’audio del film.

 

Louis in quel momento si convince del fatto che sia stata veramente una buona idea lasciare ad Harry quella nota dopotutto perché non aveva mai visto Harry così rilassato come negli ultimi giorni, e a Louis decisamente non dispiace guardare il suo film preferito accanto al suo coinquilino/finto fidanzato. Ha la sensazione che un buon classico possa sistemare quasi ogni cosa, persino qualche smielato compito di Letteratura Inglese.

 

A quanto pare l’anonimo suggerimento di Louis è stato una benedizione per il riccio, perché qualche settimana dopo lo vede con il sorriso più luminoso che Louis abbia mai visto mentre sta parlando al telefono con sua madre. Louis è certo si tratti di lei perché in quel momento Harry non sta alzando gli occhi al cielo come è solito fare quando sta al telefono con il suo amico Zayn.

 

Harry la ringrazia centinaia di volte per tutto il supporto che gli ha dimostrato e infine chiude la chiamata, Louis sa che non spetta esattamente a lui commentare, ma la sua bocca inizia a muoversi prima ancora che il suo cervello riesca a fermarla.

 

“È andato bene allora il compito?” chiede. Se ne pente nell’esatto momento in cui le parole escono dalle sue labbra, ma Harry si volta inaspettatamente verso di lui con un enorme sorriso sul volto che Louis sta cominciando ad apprezzare sempre di più e improvvisamente si sente come se fosse a casa.

 

“Decisamente! La mia professoressa ha detto che è rimasta molto colpita dal mio lavoro soprattutto perché questo era il primo compito così importante. Mi sono quasi sentito in colpa perché ho avuto bisogno di un piccolo aiuto per iniziarlo, ma alla fine ce l’ha fatta ed è andato tutto bene quindi non posso lamentarmi.”

 

Louis sorride nel sentire il racconto del suo compagno di stanza e si congratula con lui per aver svolto così bene il compito, non riuscendo a levarsi dalla testa quanto sia stato insolito per lui lasciargli appositamente un bigliettino con qualche piccolo aiuto. Ciò che aveva fatto era stato assolutamente casuale, Liam probabilmente l’avrebbe definito quasi spregiudicato se Louis gliene avesse parlato, cosa che sicuramente non aveva fatto perché non aveva bisogno di una predica da parte del suo migliore amico; ma quando vede Harry così felice e appagato, Louis può anche affrontare il senso di colpa di essersi immischiato in qualcosa che non lo riguardava affatto. “Sono contento che sia andato tutto per il verso giusto” dice facendo illuminare ancora di più il volto del riccio.

 

Qualche sera più tardi mentre Harry è a cena con i suoi amici, Louis sta parlando al telefono con sua mamma cercando di rifilarle un’altra favola smielata riguardo la sua dolce metà. Stava diventando sempre più bravo con i dettagli della loro ormai seria e duratura relazione; stava diventando anche fin troppo bravo a dire la verità perché invece di sentirsi dire da sua madre di portare i suoi saluti a Harry, lei aveva completamente cambiato strategia e Louis non era più sicuro di riuscire a cavarsela così facilmente.

 

“Sono due mesi ormai che state insieme e io ancora non ho avuto il piacere di vedere una foto di Harry” si lamenta. “Quando potrò finalmente conoscerlo?”

 

Louis sente la bocca asciutta e non riesce a rispondere.

 

“Mh… Cosa intendi?” chiede terrorizzato che sua madre possa rovinare il suo piano impeccabile. Questa bugia che ha costruito è perfetta perché lui può far sembrare che sta veramente uscendo con qualcuno e contemporaneamente rendere felice sua mamma ma senza dover veramente fare ciò.

 

Intendo che voglio conoscerlo” risponde spazientita. “È il tuo fidanzato da più di due mesi ormai, credo di avere il diritto di conoscerlo, non credi?”

 

“No” risponde Louis più veloce che può.

 

No?” chiede incredula e forse anche leggermente ferita.

 

“Voglio dire, non no, solo non ancora…”

 

Jay dopo questa risposta sembra essere un tantino meno offesa ma non per questo ha intenzione di lasciar cadere l’argomento.

 

“E quando pensi che sarà il momento, Louis? Tra un anno? Al tuo matrimonio magari? O forse nel giorno della laurea dei tuoi figli?”

 

Louis non si rende neanche conto di aver alzato gli occhi al cielo; quando l’inferno ghiaccerà potrebbe essere la risposta più appropriata riguardo quando potrà conoscere il fidanzato di Louis dal momento che Louis non ha alcun fidanzato.

 

“Lo conoscerai, mamma. Non essere così drammatica” dice quando lei si lamenta ancora una volta del fatto che suo figlio stia cercando di tenere nascosto il suo futuro genero dalle sue torture, ma la smette immediatamente quando Louis pronuncia quelle parole.

 

“Davvero?” chiede contenta. “Quando? Presto?”

 

“Um.. Beh, non so esattamente quando. Devo parlarne con lui, sai quanto è impegnato tra lezioni e lavoro…”

 

La mamma di Louis sbuffa nel ricevitore. Louis si batte mentalmente il cinque per essere riuscito a inventare una scusa così convincente.

 

“Che ne dici delle vacanze di Natale? Le lezioni saranno sospese, il campus sarà chiuso in quel periodo e quindi non dovrà neanche lavorare. Entrambi tornerete a casa per le vacanze, e lui avrà un sacco di tempo per venire a trovare tutti quanti qui perché Holmes Chapel è a meno di due ore di strada. Non ti preoccupare, ho già controllato” lo rassicura lei, probabilmente con un sorriso fiero stampato sul volto per aver trovato un compromesso così brillante. Louis però non riesce a vedere nulla di buono dietro al progetto di sua madre.

 

“Mamma vuoi veramente che molli la sua famiglia a Natale per venire a stare da noi?”

 

“No, certo che no” sbuffa. “Non voglio allontanarlo dai suoi doveri, voglio solo conoscerlo. Sarete entrambi in vacanza per qualche settimana, vuoi veramente farmi credere che il tuo fidanzato non riuscirà a trovare un paio di giorni per vederti?”

 

La domanda di sua madre era risultata inizialmente molto neutrale, ma velocemente si era trasformata in accusatoria quando aveva iniziato a pensare che Harry non avesse tempo per suo figlio.

 

“… Ne parlerò con lui” risponde Louis, pensando già a una rottura epica così da poter finalmente uscire da questo incubo. Non accadrà subito, aspetterà un paio di settimane e poi riferirà a sua madre di quanto ormai passassero il loro tempo a discutere, e poi le annuncerà la triste notizia e dirà lei che semplicemente le cose tra di loro non hanno funzionato.

 

“Vedervi insieme sarebbe il regalo di Natale più bello che possa ricevere! Spero che accetti di venire, anche solo per un giorno”. Sua mamma sembra così contenta anche semplicemente perché Louis le ha promesso che avrebbe proposto ad Harry di trascorrere qualche giorno a Doncaster per le vacanze natalizie, che Louis inizia a sentire uno strano senso di colpa al pensiero di dover deludere sua mamma dicendole che si sono lasciati ancora prima che lei avesse l’opportunità di conoscerlo.

 

Il senso di colpa è così forte che Louis non riesce a credere alle sue orecchie quando sente la sua bocca muoversi e pronunciare parole che assomigliano molto a una promessa riguardo al fatto che il suo fidanzato sarà presente a casa loro per le vacanze di Natale.

 

Louis si pente dell’intera conversazione nel momento stesso in cui attacca il telefono e continua a pentirsene per tutto il resto della settimana ogni volta che Harry mette piede nella loro stanza con un sorriso amichevole dipinto sul volto rivolto nella sua direzione. Louis continua a promettere a se stesso che non farà nulla di avventato che possa mettere in discussione la sua intera esistenza, ma comunque eccolo lì, pronto a odiarsi per essersi cacciato in una situazione del genere.

 

Sua madre è convinta che finalmente riuscirà a conoscere il fidanzato di suo figlio tra meno di due mesi e Louis non ha idea di cosa fare. Harry dall’inizio delle lezioni è più presente e ora sembra anche aperto all’idea di diventare amici, i due ora si dicono dove sono diretti ogni volta che uno dei due lascia la stanza e anche quando faranno ritorno, si salutano quando rientrano e chiacchierano persino un po’ quando nessuno dei due ha voglia di finire i propri compiti. Il loro rapporto è migliorato parecchio, ma non abbastanza per far sì che Harry accetti di trascorrere quelle dannate vacanze di Natale a casa di Louis e decisamente non abbastanza per convincere sua mamma che sono una coppia consolidata.

 

Louis considera più volte l’idea di riferire a Liam l’ennesima condanna che si è auto inflitto, ma alla fine decide sempre di tacere perché già sa che il consiglio di Liam sarebbe quello di dire la verità. Quella sarebbe potuta essere un’alternativa dopo la prima volta che aveva mentito a sua mamma riguardo lui e Harry, ma ormai la rete di bugie era diventata così fitta che continuare a cacciarsi sempre più nei guai sembrava decisamente un’opzione più allettante che dire la verità. Deve pensare a un piano che non finisca con sua madre che lo odi. Decisamente più facile a dirsi che a farsi.

 

Il piano perfetto viene in mente a Louis una sera dopo aver fatto ritorno dalla libreria e trova Harry raggomitolato su se stesso nel suo letto e l’unica luce nella stanza era quella del film che stava guardando. Sporge la testa quando sente la porta chiudersi e rivolge a Louis un piccolo sorriso in segno di saluto.

 

Louis appoggia il suo zaino sulla sedia accanto alla sua scrivania e si sfila le scarpe, le sue sopracciglia si sollevano curiosamente quando riconosce la musica familiare e i dialoghi di un altro dei suoi film preferiti provenire dal pc di Harry.

 

“È Vacanze Romane?”

 

“Mmh” conferma Harry mettendo in pausa il film per sollevarsi e voltarsi su un altro lato. “Me l’ha consigliato un amico insieme a tanti altri film. Mi piace molto per ora, non posso credere di non averlo mai guardato fino a questo momento.”

 

Louis si immobilizza accanto al suo armadio dove si stava cambiando in abiti più comodi.

 

“Mh… Hai detto che un amico te l’ha consigliato?”

 

“Sì”. Le sopracciglia di Harry quasi si scontrano tra di loro mentre si fa sfuggire un piccolo sorriso sotto i baffi. “Ho detto amico, ma in realtà non so bene chi sia. È la stessa persona che mi ha aiutato con il mio compito di letteratura, sono sicuro che sia qualcuno del mio corso, ma non riesco a capire di chi possa trattarsi.”

 

“Oh”. Louis si sente sollevato e rilassato quando si rende conto di non essere stato scoperto. “Beh, è stato carino da parte sua aiutarti” dice Louis chiudendo il discorso in modo tale da non attirare alcun tipo di sospetto su di lui. O così credeva prima che Harry continuasse l’argomento.

 

“Sì, davvero. Vorrei tanto sapere chi è stato, vorrei ringraziarlo per avermi aiutato ma anche per avere dei così bei gusti” sorride indicando l’immagine del film sullo schermo del suo computer. “Vorrei davvero tanto sapere di chi si tratta, sembra uno a posto” scherza e proprio in quel momento, a Louis viene in mente la soluzione.

 

Quello sarebbe il momento perfetto per Louis per dire la verità e confessare ad Harry che è proprio lui la persona che sta cercando, ma è come se le divinità gli avessero appena offerto l’opportunità di sistemare quel casino che aveva creato senza che a sua madre venisse voglia di ucciderlo. Lui piace ad Harry. Beh, gli piace la versione misteriosa e che lascia bigliettini di lui, ma va bene anche così. Ciò significa che sono già a metà strada.

 

Louis aspetta un paio di giorni prima di tornare alla libreria. Si reca in quel posto lo stesso giorno e alla stessa ora sperando di trovare la stessa identica situazione del giorno in cui vi era entrato per la prima volta.

 

Entra nel negozio e lascia che la famigliare sensazione di calma e un po’ di nervosismo scorrano dentro di lui. Il posto non è così vuoto come la prima volte che vi era stato ma fortunatamente, non c’è traccia di Harry da nessuna parte.

 

Coraggiosamente Louis si avvicina al bancone, mantenendo alto un certo grado di attenzione perché non aveva idea di dove si trovasse in quel momento il suo compagno di stanza. Il suo computer non si trova sul bancone della libreria e non ci sono neanche quelle pile infinite di libri che attendono di essere riposti nelle loro apposite sezioni, ce n’è solo uno. Un piccolo diario che Louis ha già visto abbandonato sul comodino di Harry; quello su cui ogni tanto scrive quando pensa di non essere osservato.

 

Non ha molto tempo per pensare a come organizzare il suo piano. Decide semplicemente di lasciare il bigliettino che ha scarabocchiato durante le lezioni all’interno del diario così che non ci siano possibili fraintendimenti sul destinatario. Riesce a sentire puntate sulla schiena alcune delle occhiate perplesse provenienti da alcuni dei clienti della libreria, Louis però non può biasimarli. Louis è sicuro di apparire ai loro occhi come un matto che entra in una libreria in punta di predi per lasciare un pezzettino di carta all’interno di un diario; però è felice che Harry non sia tra quelli che in quel momento stanno giudicando strano il suo comportamento.

 

***

 

Harry fa ritorno al bancone insieme al cliente che aveva accompagnato alla sezione dei romanzi rosa, sorridendo mentre l’anziano signore continua a ringraziarlo per il suo prezioso aiuto. Porge ad Harry i due libri che ha in mano in modo che il ragazzo possa batterli e farli pagare al cliente.

 

L’uomo continua a sorridere e aspetta paziente dall’altro lato del bancone mentre inizia ad estrarre il suo portafoglio dalla tasca, ma Harry sembra assuefatto dalla sensazione che ci sia qualcosa di diverso nell’aria. I suoi occhi viaggiano per tutta la superficie del bancone fino a che non si posano sul suo diario che nota essere leggermente spostato rispetto a come ricordava di averlo lasciato.

 

“C’è qualcosa che non va?” chiede il signore, spostando gli occhi dove stava guardando Harry notando il leggero sorriso che era spuntato sulle labbra del riccio che osservava quel piccolo quadernino di pelle.

 

“Uh, è tutto a posto” rassicura l’uomo mentre si costringe a spostare lo sguardo dal suo diario e concentrarsi invece sul suo lavoro. Si affretta a fare il conto all’uomo, ripone i libri in una busta e saluta con un frettoloso ‘a presto’. Aspetta che l’uomo si allontani prima di fiondarsi nuovamente sul suo diario.

 

Se lo rigira più volte tra le mani e sente la sua speranza affievolirsi quando si rende conto che non c’è nessun post it attaccato né in copertina né sul retro. Harry sospira. Era così sicuro che la persona misteriosa fosse tornata per lasciargli un altro messaggio. In quel momento Harry è sul punto di una crisi di nervi quando apre il suo diario e con grande sorpresa nota un piccolo pezzettino di carta piegato tra la copertina e a prima pagina.

 

‘Ciao, riccio. Allora che cosa ne pensi dell’amore ai tempi moderni adesso? Spero che ti sia piaciuta la mia lista di film. P.S. Complimenti per il tuo compito, te lo sei meritato!’

 

Harry probabilmente rilegge quelle due righe più veloce che la sua mente permetta una ventina di volte nel giro di trenta secondi. La persona misteriosa era veramente tornata… Peccato che non si fosse fatta vedere.

 

“Hey” dice Harry rivolto ai pochi clienti presenti attorno al bancone. Quando nessuno di loro si volta, il riccio emette un leggero colpo di tosse per regolare il volume della sua voce e ci riprova ottenendo qualche sopracciglio alzato in più rispetto a prima. “S-scusatemi, qualcuno di voi ha per caso visto una persona che ha lasciato un messaggio sul bancone?”

 

“Prima è entrato un ragazzo e ha fatto scivolare un pezzettino di carta all’interno di un libro che si trovava lì” risponde una donna con i capelli biondi indicando un punto impreciso sul bancone. “È rimasto uno o due minuti e poi se n’è andato” continua con un’alzata di spalle.

 

Un ragazzo.

 

“Ha detto niente? Ha visto che aspetto aveva?” Harry doveva sembrare veramente disperato, ma solo perché lo era veramente. Questa meravigliosa persona era apparsa da un giorno all’altro nella sua vita. Harry davvero voleva sapere di chi si trattasse. O meglio, voleva davvero conoscere quel ragazzo.

 

“Uh, indossava un paio di jeans scuri e una t-shirt, aveva i capelli castani. Era sicuramente più basso di te… Non ha detto una parola.”

 

“Oh” sospira Harry rendendosi conto che la metà dei ragazzi del suo corso di Letteratura Inglese potrebbe corrispondere a quella descrizione.

 

La sua delusione però dura solo qualche secondo fino a quando non tira fuori per l’ennesima volta quel bigliettino per leggerlo ancora, sorridendo al pensiero che gli era appena stata fatta una specifica domanda dal suo amico e quindi presumibilmente avrebbe anche dovuto dargli una risposta. Tutto ciò che Harry doveva fare ora era capire come fargliela avere.

 

Harry è alla sua scrivania quella sera quando il suo compagno di stanza fa rientro da una cena in compagnia del suo amico Liam. Esordisce con un ciao entusiasta e Harry risponde altrettanto, ma non è del tutto convinto dal momento che è decisamente troppo concentrato sulla risposta che sta cercando di scrivere.

 

Con la coda dell’occhio scorge Louis che lo sta scrutando curiosamente dal suo lato della stanza.

 

“Sembri molto concentrato, a cosa stai lavorando?” chiede timidamente mentre si avvicina alla scrivania di Harry. L’allegria nei suoi occhi svanisce quando Harry usa discretamente un braccio per coprire il pezzetto di carta e il suo diario al meglio che può.

 

“Uh, niente di che” rassicura Louis che ovviamente capisce che il riccio sta nascondendo qualcosa anche dal modo sospettoso in cui ora lo sta guardando. Harry per un momento sembra andare nel panico, convinto che Louis voglia approfondire la questione. Non che non si fidi abbastanza di Louis a tal punto di dirgli ciò che sta succedendo, ma semplicemente ha la sensazione che per adesso sia meglio tenerlo solo per sé. L’intera situazione è già abbastanza strana di per sé senza bisogno di doverla spiegare a qualcuno ad alta voce.

 

Fortunatamente Louis non fa ulteriori domande, semplicemente gli sorride noncurante quando Harry continua a cercare di nascondere il suo foglietto.

 

“Va bene. Buona fortuna con qualsiasi cosa tu stia facendo” sorride ancora prima di tornare nel suo lato della stanza. Harry accetta con tutto il cuore l’augurio del suo compagno di stanza, consapevole del fatto che di fortuna ne avrà veramente tanto bisogno.

 

Harry non ha idea di quando il suo misterioso amico farà ritorno in libreria per un’altra rapida visita, ma comunque le ultime due hanno avuto luogo entrambe lo stesso giorno e più o meno anche alla stessa ora: durante il turno di Harry del giovedì pomeriggio e apparentemente quando il negozio sembra essere il meno affollato possibile. C’è sempre poca gente in quel momento di solito e quindi Harry è l’unico dipendente ancora in turno.

 

L’attesa durante tutto il resto della settimana è terribile. Harry porta con sé il suo diario tutti i giorni in cui deve lavorare e anche ad ogni lezione, giusto in caso in cui il suo misterioso amico venga colto da un’improvvisa ondata di coraggio e voglia lasciare un’altro messaggio quando lui è distratto. Non accade nulla di tutto ciò chiaramente, ma l’idea che presto qualcosa invece accadrà rende Harry nervoso ed eccitato. 

 

Si reca a lavoro presto quel giovedì, scrutando attentamente ogni singola persona che entra nel negozio con forse più intensità del necessario, ma non riesce a non sperare che ogni possibile cliente sia invece la persona che sta aspettando.

 

Intorno alle due del pomeriggio inizia a diventare ansioso soprattutto dopo aver visto entrare tre ragazzi con i capelli corti castani, aggirarsi per il negozio scrutando attentamente i libri ed essere usciti dal negozio senza aver lanciato alcuna seconda occhiata nella sua direzione. 

 

Non che Harry si aspettasse che il suo amico anonimo entrasse in libreria e andasse a salutarlo come se niente fosse dicendo ‘Sono io! Sono io la persona che ti ha aiutato!’, è già tanto sperare che si faccia vivo di nuovo quello stesso giorno, ma Harry sperava con tutto il cuore di riuscire a capire chi fosse.

 

Si sta facendo tardi e la pila di libri che aspetta di essere sistemata sugli scaffali decisamente non è diminuita dal momento in cui Harry aveva iniziato il turno. Ad un certo punto dovrà iniziare a fare il suo lavoro, ma per tutta l’ultima ora e mezza non ha fatto altro che riporre quelli che andavano sistemati all’entrata del negozio così da poter controllare se il ragazzo misterioso avesse deciso di mostrarsi mentre era di schiena. Non è successo e Harry inizia a perdere la speranza che possa farsi vivo, così coglie la palla al balzo e carico di libri, lascia il bancone per andare a sistemarli ognuno al proprio posto nel retro del negozio.

 

Non può aspettarlo per sempre dopotutto.

 

***

 

Louis ringrazia Dio quando Harry finalmente decide di allontanarsi dall’entrata del negozio. Louis è rimasto nascosto fuori dalla libreria per almeno un’ora, sbirciando dalla finestra e continuando a vedere Harry dietro al bancone e il suo diario abbandonatovi sopra. Il diario in cui Louis è sicuro esserci un messaggio per lui dal momento che aveva scoperto Harry scriverne uno la scorsa settimana. Louis moriva dalla voglia di sapere cosa ci fosse scritto. Non aveva mai avuto il tempo di tornare al negozio mentre Harry lavorava a causa del suo orario delle lezioni, così aveva semplicemente aspettato il solito giovedì in cui era sicuro Harry fosse al lavoro e lui era libero da ogni impegno scolastico.

 

Si fionda all’interno quando Harry scompare definitivamente insieme alla sua montagna di libri. Praticamente corre fino al bancone e apre senza pensarci due volte il diario del riccio, accigliandosi quando non trova alcun foglietto per lui. Louis inizia a sfogliare con calma ogni pagina fino alla fine dove trova finalmente un bigliettino ripiegato con una piccola faccina disegnata  sopra. Tenero.

 

Louis non spreca tempo e ripone velocemente il bigliettino nella tasca dei suoi pantaloni prima di correre il più veloce possibile che i suoi piedi permettessero verso l’uscita del negozio. 

 

Aspetta nascosto sotto la finestra qualche minuti prima di allontanarsi definitivamente dalla libreria, giusto il tempo di vedere Harry far ritorno alla sua postazione di lavoro e bearsi del suo ampio sorriso e delle sue fossette quando prendendo tra le mani il suo diario si rende conto che il suo bigliettino è stato finalmente preso dall’amico misterioso.

 

Anche Louis si rende conto di stare sorridendo quando si ricorda del foglietto ripiegato nella tasca dei suoi pantaloni. Velocemente lo tira fuori e lo apre con una strana sensazione di felicità mischiata a nervosismo, leggendolo mentre lentamente si incammina verso casa.

 

‘Ciao e grazie mille per il tuo aiuto! Vorrei poterti in qualche modo ringraziare di persona, perché mi hai veramente salvato. Ho guardato ogni film della tua lista e li ho amati tutti quanti! Avevi ragione riguardo l’amore sullo schermo, anche se tuttavia continuo a pensare che anche l’amore nella letteratura abbia qualcosa di importante da insegnare. Forse potresti dare un’occhiata ad alcuni dei titoli della MIA lista e poi farmi sapere cosa ne pensi? Spero di avere presto tue notizie. Il tuo amico riconoscente, Harry.’

 

Louis legge il messaggio con un sorriso stampato sulle labbra, leggendo attentamente anche l’elenco di titoli che Harry ha scritto per lui. Louis non legge mai per piacere, ha a malapena il tempo di leggere ciò che gli viene assegnato a lezione, ma la piccola sfida che gli ha lanciato Harry gli ha improvvisamente fatto venire voglia di provarci. Uno o due romanzi non lo uccideranno, forse.

 

***

 

I giovedì diventano velocemente il giorno della settimana preferito di Louis dopo quel piccolo scambio di messaggi.

 

È veramente molto impegnato tra vita sociale, lezioni e la pila infinita di compiti che si trova a dover svolgere ogni giorno. Cerca sempre di mantenere un buon livello quando si tratta dei suoi compiti per i vari corsi che segue nonostante sia veramente pesante per Louis dover studiare tutti i giorni per così tante ore, ma sfortunatamente è ciò che deve fare e che vuole fare per riuscire a realizzare il suo sogno. È sempre stanco e nonostante tutto il tempo che deve trascorrere a lezione, riesce sempre a trovare del tempo per Harry e per i libri che gli ha consigliato di leggere.

 

Louis ormai è diventato un grande appassionato dei classici che Harry gli ha consigliato, sorridendo ogni volta che si imbatte in qualche celebre frase che sicuramente Harry adora e che probabilmente ha anche trascritto su qualche pagina del suo diario. Il suo compagno di stanza è un tipo romantico, l’ha capito abbastanza in fretta. Uno di quelli che vede la bellezza nei testi e nelle parole in un modo in cui Louis non è mai riuscito a capire come fosse possibile fino a quel momento. Louis si rende conto che ora anche lui è abbastanza affascinato da quel genere di cose. Deve leggere i libri consigliati sotto le coperte ogni sera dando le spalle al riccio così da poter sfogliare le pagine illuminate soltanto dalla fievole luce della sua lampadina ma senza essere scoperto; e ripone il libro nel suo zaino il mattino seguente, con la mente piena di dubbi e domande riguardo la trama dopo essersi addormentato mentre stava leggendo la notte precedente.

 

Ormai ha preso l’abitudine di scrivere le lettere da lasciare ad Harry ogni volta che è lontano dalla loro stanza così da essere sicuro di non essere scoperto. I messaggi tra di loro che erano iniziati solo come qualche piccola riga, erano diventati sempre più lunghi e sostanziosi, praticamente si erano trasformati in lettere; lettere in cui Harry informa Louis di quanto gli siano piaciuti i suoi ultimi consigli in fatto di film o di come Via col vento sia il film più lungo che avesse mai visto ma nonostante ciò di come si abbia imposto a se stesso di rimanere sveglio fino alla fine e di come lo avesse amato ogni singolo istante. Louis si ricorda quel venerdì sera trascorso da Harry a guardare quel film, perché lui si stava preparando per trascorrere la serata fuori con i suoi amici fino a che non aveva sentito le familiari note della colonna sonora provenire dal computer del suo compagno di stanza. Non si era aspettato che Harry lo invitasse a rimanere a casa a guardarlo insieme a lui ma Louis non ci aveva pensato due volte prima di sedersi accanto al riccio sul suo letto e mandare un messaggio a Liam scusandosi per l’improvviso cambio di programma.

 

Avevano trascorso numerosi pomeriggi e serate l’uno accanto all’altro in quel modo. Con Harry con gli occhi incatenati allo schermo del suo PC mentre Louis commentava la qualità delle riprese, della produzione o della regia come se Harry potesse effettivamente comprendere a pieno lo specifico linguaggio cinematografico utilizzato dall’altro. Louis apprezza a pieno ogni singolo momento trascorso insieme come compagni di stanza tanto quanto adora le conversazioni portate avanti tramite fogli di carta. Nelle settimane successive scopre molte cose di Harry di cui prima non aveva la minima idea e quindi non deve neanche più inventarsi qualche strana bugia quando sua madre lo chiama e gli rivolge domande specifiche su di lui. Le dice di quanto sia tenero quando ride per le scene divertenti dei film che guardano insieme e di come i suoi occhi risultino essere di un verde liquido quando cerca di trattenere le lacrime durante le scene tristi. Continua quasi vantandosi di quanto sia intelligente e di come sia sempre interessato Louis nel conoscere la sua visione particolare del mondo. Dice a sua madre che Harry in poco tempo è diventato una delle sue persone preferite al mondo, e ogni parola che lascia la sua bocca ora non è altro che la verità.

 

Si sta facendo freddo fuori dal negozio ad aspettare che il suo compagno di stanza lasci la sua postazione, ma c’è una lunga fila di clienti in attesa di pagare i loro acquisti. Louis aspetta, giocherellando con le dita con i lacci del suo zaino. È rimasto lì fuori in attesa per almeno venti minuti continuando a fissare il diario abbandonato al solito posto sul bancone, ma oggi il negozio sembra essere particolarmente affollato e quindi non ha ancora avuto l’occasione di sgattaiolare all’interno e recuperare il messaggio che aveva visto scrivere ad Harry e riporre nel suo zaino quella mattina stessa.

 

Deve aspettare ancora quindici minuti prima che la coda di clienti finisca prima che una signora chieda finalmente ad Harry aiuto per un libro che sembra trovarsi sul retro del negozio. Louis sorride quando vede il riccio seguirla. Louis entra ed esce velocemente dal negozio con ormai molta abilità e con il bigliettino di Harry accartocciato in una mano.

 

Una volta fuori dal negozio Louis continua a camminare fino a che raggiunge il piccolo bar qualche isolato più avanti e vi si fionda all’interno con una sensazione di felicità che quasi gli esplode dentro al petto.

 

Va a sedersi al suo solito tavolino accanto alla finestra, cosa che ha iniziato a fare più o meno da un mese, quando era iniziata questa routine dei messaggi anonimi e questi col passare del tempo erano diventati così lunghi che non poteva più leggerli davanti alla libreria senza intralciare il passaggio dei clienti. Inizialmente aveva preso l’abitudine di dare una veloce occhiata ai messaggi di Harry prima di leggerli veramente, ma ora preferiva farlo con calma in qualche posto tranquillo e magari seduto da qualche parte in modo da poterli veramente apprezzare.

 

Louis afferra la lettera con entrambe le mani, le sue labbra già curvate in un piccolo sorriso per il disegnino di una faccina sorridente che Harry era solito lasciare sul retro del foglio di carta ogni settimana. Louis volta il foglio e si trova costretto a sbattere le palpebre un paio di volte quasi incredulo perché oggi, quel disegno mancava.

 

Louis deglutisce nervoso chiedendosi se Harry semplicemente si sia dimenticato di aggiungerlo o se il risultato della mancanza di quell’amichevole faccina sia sintomo di qualcosa di più profondo. Cerca di non farsi influenzare troppo mentre apre completamente il foglio. Si aspettava di vedere la pagina fitta di scritte e una calligrafia sottile e compatta come al solito, ma scopre con sorpresa di sbagliarsi un’altra volta, perché oggi, ci sono solo poche righe:

 

‘L’amore guarda non con gli occhi, ma con l’anima. — William Shakespeare.

 

Ho letto questa frase qualche giorno fa a lezione e non riuscivo a capire per quale motivo mi fosse rimasta così tanto in mente, fino a che non mi sono reso conto che è perché mi fa pensare a te. Non ci siamo mai incontrati personalmente, perciò qualcuno potrebbe asserire che non posso veramente conoscerti, tuttavia sono sicuro di poter dissentire perché ho capito il modo in cui pensi e cosa c’è nel tuo cuore e qualche volta ho la sensazione di poter capire come funziona la tua mente così bene come se fosse la mia. Mi scuso perché sfortunatamente non ho alcun consiglio per te oggi. Però ho una domanda da farti. Sono l’unico a sentirsi così?

 

Come sempre, sono ansioso di ricevere una tua risposta. A presto. 

Harry’

 

Le mani di Louis cercano di trattenersi dal tremare quando legge e rilegge la lettera di Harry fino a quando le parole non si ripetono automaticamente nella sua mente come se fossero incise su un disco inceppato. Il suo cuore è solitamente leggero e felice dopo aver ricevuto un messaggio da parte del riccio, continua a sorridere e a gongolare come un idiota mentre le persone sedute accanto a lui continuano a lanciargli occhiate perplesse chiedendosi come sia possibile che un semplice pezzo di carta possa farlo ridere e arrossire in quel modo. Oggi però non è uno di quei giorni, perché oggi, Louis a malapena riesce a respirare.

 

***

 

“Harry si sta innamorando di un me che non esiste e credo di aver mandato tutto a puttane.”

 

Louis stava trattenendo quelle parole dal momento in cui Liam aveva fatto il suo ingresso in mensa. Non voleva esattamente pronunciare quella frase nel bel mezzo di un altro discorso senza preavviso come invece aveva fatto, ma non era riuscito a trattenersi e quello era l’unico modo che gli era venuto in mente per dire la verità al suo amico negli ultimi quattro giorni. Non era veramente riuscito a fermarsi.

 

Liam sbatte un paio di volte le palpebre nella sua direzione dall’altro lato del tavolo come se non fosse sicuro di ciò che aveva appena sentito pronunciare dalle labbra di Louis. Louis preferirebbe non doverlo ripetere, così semplicemente lo fissa in silenzio sperando che Liam non consideri la sua confessione come proveniente da una persona mentalmente instabile. Non lo fa. Tutto ciò che Liam fa è cercare una penna all’interno del suo zaino come un forsennato.

 

“Liam. Non hai sentito? Ho detto che ho mandato tutto a puttane.”

 

“Oh, sì che ho sentito” risponde Liam mentre gira le pagine del suo diario fino a raggiungere la data di oggi. “Sto segnando questo giorno sul calendario, inizierò a tenere il conto delle volte in cui accadrà.”

 

Louis fissa infastidito il suo amico mentre scrive Oggi Louis ha mandato tutto a puttane, lanciandogli occhiatacce perché lo sta trattando come se tutto quello fosse semplicemente uno scherzo. “Sto parlando sul serio!” gli dice Louis.

 

“Beh, anche io” risponde Liam chiudendo la sua agenda. Incontra gli occhi di Louis che non sembrano affatto divertiti in quel momento. “Cosa vuol dire che Harry si sta innamorando di un finto te? Quanti te ci sono esattamente?” chiede sarcastico.

 

Louis abbassa lo sguardo colpevole sul cibo che non ha intenzione di mangiare dal momento che gli è passata la fame e risponde. “Due”.

 

Louis sospira, prendendosi velocemente la testa tra le mani perché beh, è un idiota. Liam si solleva sulla sua sedia e lancia all’amico uno sguardo curioso. “Spiegati meglio” dice. Louis prende un respiro profondo prima di soddisfare la richiesta dell’amico perché potrebbe volerci un po’ a chiarire l’intera faccenda.

 

Ci impiega solo dieci minuti. Dieci minuti per spiegare come una piccola bugia a sua madre si sia trasformata in un gigantesco casino con il quale si è ritrovato a dover convivere per tutti gli ultimi mesi. Spiega come abbia indotto Harry a credere che si stesse innamorando di lui, di come abbia guidato il suo compagno di stanza passo per passo per quel percorso e di come tutta questa faccenda lo stia schiacciando completamente. Liam non lo interrompe, lo lascia semplicemente finire la sua confessione e offre silenziosamente una spalla all’amico per non infrangere completamente il suo spirito già demolito.

 

Quando Louis finisce il racconto, Liam ancora una volta prende tra le mani la sua agenda.

 

“Li, ora basta con quel cazzo di diario!” urla Louis esasperato e alla disperata ricerca di un consiglio, un segno, qualsiasi cosa a quel punto che possa sistemare il casino che ha creato.

 

“La sto mettendo via idiota. Calmati.” Louis osserva il suo amico mentre fa esattamente ciò che gli ha appena detto. Quando ha finito, Liam riporta lo sguardo su di lui ancora in religioso silenzio.

 

“Allora? Cosa ne pensi?”

 

“Penso che tu sia un cretino” mormora scatenando la reazione di Louis subito che cerca di tirargli un calcio da sotto il tavolo. Anche i suoi occhi devono mostrare del risentimento, perché Liam immediatamente solleva una mano chiedendo silenziosamente a Louis un attimo di pazienza. “Rimane il fatto che penso che tu sia un cretino, tuttavia non vedo dove sia il problema. Anzi, lo vedo benissimo il problema e questo è che tu fai cose stupide come al solito, ma non vedo capisco il punto reale” chiarisce.

 

Louis non capisce nulla.

 

“Il punto è che ho ingannato il mio coinquilino per farlo innamorare di me e non potrò tornare a casa per le vacanze di Natale perché mia madre cercherà di uccidermi e poi magari sarò costretto a tornare a scuola con qualche pezzo del corpo mancante, tipo un braccio… o una gamba.”

 

“Louis, non hai costretto nessuno a fare niente. Sì, stai comunicando con Harry anonimamente e lui ha iniziato a provare qualcosa per te tramite le tue lettere, ma ciò che prova è nei tuoi confronti. È reale.”

 

“Ma lui non sa che si tratta del vero me. Lui crede che si tratti di qualcuno del suo corso di Letteratura.”

 

“Non può esistere una finta versione di te se entrambe provengono dalla stessa persona” gli dice Liam con uno sguardo dolce. “Non puoi costringere qualcuno a innamorarsi, Louis.”

 

Louis si convince che l’amico abbia ragione. Ha sempre saputo tutto queste cose, ma semplicemente credeva di essere diventato pazzo per aver pensato che ad Harry potesse piacere lui per come è, nonostante stia tecnicamente mentendo.

 

“Anche tu provi qualcosa per lui?” chiede Liam dopo qualche istante. 

 

“Che cosa? No” sbuffa Louis, ma mentre pronuncia quelle parole, in cuor suo sa che sta mentendo. “I-io non credo, voglio dire. Provo qualcosa per lui?” chiede con gli occhi spalancati.

 

Liam non lo aiuta a darsi una risposta, scegliendo invece di scrollare le spalle e continua noncurante a mangiare il suo pranzo.

 

“Solo tu puoi sapere la risposta, amico.”

 

***

 

Harry non è stato molto disponibile negli ultimi giorni. Non da quando lo scorso giovedì aveva aperto il suo diario al lavoro scoprendo che la sua ultima nota era misteriosamente sparita proprio come tutte quelle precedenti.

 

È stato agitato per tutta la settimana in attesa di ricevere una risposta. Di solito non sta nella pelle per l’entusiasmo, riesce a malapena a dormire man mano che si avvicina il giovedì successivo perché sa cosa lo aspetta. Harry sa che il suo amico misterioso sgattaiolerà all’interno del negozio senza farsi vedere e prenderà la lettera destinata a lui oppure gliene lascerà una all’interno del suo diario.

 

Sorride sempre quando ne riceve una nuova. Ride tra se e se mentre i suoi occhi scorrono tra le parole che il suo amico ha scritto appositamente per lui. Si riscopre ad arrossire di tanto in tanto, le sue gote si tingono di un rosa più acceso ogni qualvolta che legge una riga che gli fa credere che magari questa persona anonima provi qualcosa in più nei suoi confronti e che non lo veda solo come un semplice amico di penna. Certamente questa sensazione si è accentuata ora che le loro lettere hanno inconsciamente alimentato la creazione di un’effimera bolla di sapone attorno ai due.

 

Harry non ha idea se il suo amico provi anche lontanamente le stesse cose che prova lui. Si è chiesto per settimane se la leggera sensazione di avere le farfalle nello stomaco sia qualcosa che prova solamente quando ripensa alle loro parole.

 

Harry non era più riuscito a stare impassibile e continuare a farsi domande, così la scorsa settimana aveva raccolto tutto il coraggio che era riuscito a trovare dentro di sé e aveva chiesto al ragazzo misterioso se ci fosse qualche possibilità che i suoi sentimenti fossero ricambiati. Solitamente è sempre entusiasta all’idea di ricevere una risposta dal suo nuovo amico, questa settimana tuttavia, sente un nodo nello stomaco come se temesse di non ricevere proprio alcuna risposta.

 

Harry non riesce a non torturarsi, ha paura di aver rovinato tutto e di aver preteso fin troppo da lui, ma questa persona meravigliosa che Harry non ha neanche mai visto ma che è in grado di far battere il suo cuore a una velocità esorbitante.

 

Cerca di tenersi occupato così da non impazzire completamente durante l’attesa. Scuola e lavoro sono solitamente un ottimo passatempo ma la migliore distrazione presente nell’arsenale di Harry è il suo compagno di stanza, Louis.

 

Le cose tra di loro erano cominciate in modo un po’ brusco all’inizio del semestre per via di come la gente era solita parlare di Louis e Harry non aveva faticato neanche un secondo a crederci. Quelle persone conoscono solo piccoli pezzi della vita di qualcuno e usano quei frangenti per inventarsi storie assurde; la loro immagine di Louis costruita su fraintendimenti e assunzioni, cose di cui in realtà non erano veramente a conoscenza.

 

Louis è gentile, divertente, dolce e non ha decisamente nulla dell’orribile persona che qualcuno ha creduto che fosse. Harry ci aveva messo qualche conversazione e qualche nottata trascorsa a guardare film per rendersi conto che aveva terribilmente malgiudicato il suo compagno di stanza.

 

Louis ha una brutta reputazione, ma Harry sa che questa è fondata su qualche stupida diceria. Come quello stupido pettegolezzo dell’anno passato riguardo lui e la squadra di calcio, un pettegolezzo che Harry stesso ha scoperto avere ben poco di vero. Molti dei più cari amici di Louis fanno parte della squadra di calcio; il suo migliore amico, Liam, è uno di quelli. Ogni volta che Louis viene visto aggirarsi per il campus con qualcuno della squadra, immediatamente tutti iniziano a credere che Louis ci vada a letto insieme. Louis ha una vita sociale e diversi gruppi di amici, ma certamente, nessuno di loro la vede in quel modo.

 

Harry non può esserne sicuro, ma è quasi certo del fatto che Louis sia semplicemente un po’ farfallone. Uno che casualmente risulta essere anche molto attraente. Le sue uscite per il campus hanno fatto sì che venisse ingiustamente etichettato e preso di mira da qualche pettegolezzo spiacevole, tutto perché è un ragazzo a cui piace flirtare un po’ e a cui piace uscire cosa che Harry crede che sia incredibilmente ingiusta.

 

È mercoledì. Un giorno in cui Harry è solitamente sempre molto ansioso perché il giorno successivo è sempre il migliore. Le lezioni sembrano durare in eterno, così quando fa ritorno nel suo dormitorio è già molto nervoso. Di solito passa il tempo svolgendo i propri compiti, o guardando qualche film scelto dalla sua lista infinita di quelli che deve vedere, ma oggi è decisamente troppo ansioso per fare qualsiasi cosa. Soprattutto perché è troppo nervoso per la risposta che riceverà.

 

Harry si lascia cadere sul suo letto, sospirando pesantemente perché l’attesa lo sta letteralmente uccidendo.

 

Ha bisogno di qualcosa che lo distragga così decide di afferrare la sua chitarra abbandonata accanto alla sua scrivania. Non suona spesso; difficilmente trova anche il tempo per farlo, ma a volte riesce a ritagliarsi qualche piccolo spazio per fare pratica.

 

È mercoledì, quindi Harry avrebbe dovuto sapere che Louis sarebbe tornato più o meno insieme a lui. Solitamente è già in stanza quando Harry rientra, quindi non dovrebbe essere così scioccato quando dopo qualche minuto che sta suonando la porta si spalanca rivelando il suo compagno di stanza.

 

Le mani di Harry si fermano immediatamente, interrompendo bruscamente il suono della chitarra prima che Louis o qualcuno al di fuori della loro stanza potesse sentire.

 

Louis sorride prima di assottigliare gli occhi in direzione di Harry.

 

“Aspetta un attimo. Eri tu?” chiede sorpreso mentre lancia un’occhiata alla chitarra abbandonata in grembo al riccio.

 

Harry per un momento va nel panico. Non si era reso conto di quanto fosse potente il suono della sua chitarra. “Um, sì. Non credevo che qualcuno mi stesse ascoltando. Scusa.”

 

“Amico, perché ti stai scusando? Sei incredibile!” esclama. “Credevo che qualcuno stesse ascoltando la radio o qualcosa del genere” continua prima di lasciare lo zaino sul pavimento e andare a sedersi ai piedi del letto di Harry con gli occhi luminosi e colmi di aspettative. “Suona ancora” dice facendo arrossire Harry.

 

Non aveva mai suonato nulla per un’altra persona prima d’ora e sicuramente non aveva mai suonato con Louis presente nella stanza. “Non stavo suonando nulla di particolare, stavo solo provando qualcosa a caso per fare un po’ di pratica.”

 

La scusa di Harry però non sembra intimidirlo. “Beh, continua a suonare nulla di particolare allora” lo prende in giro Louis con un tenero sorriso sul volto. Lo fa sempre. Incoraggia sempre Harry sia che si tratti di un compito o anche semplicemente se ha bisogno di parlare con qualcuno dopo una lunga giornata. Il minimo che possa fare in cambio è fargli ascoltare qualcosa, anche la più banale.

 

Harry si riposiziona la chitarra in grembo e inizia a strimpellare di nuovo mentre le ruchette agli angoli degli occhi di Louis si sollevano leggermente per lo stupore mentre ascolta.

 

Anche Harry inizia a sorridere dopo qualche istante. Si rende conto di farlo spesso negli ultimi giorni tra Louis che è così gentile nei suoi confronti e il suo misterioso amico che gli scrive una volta a settimana. Ed è proprio in momenti come questi che Harry a volte pensa a Louis come qualcosa in più che un semplice amico, ma il cuore di Harry appartiene già a qualcun altro; appartiene a qualcuno che Harry spera che gli dia la risposta che sta cercando.

 

***

 

Il lavoro quel giorno è veramente snervante; Harry non riesce a concentrarsi su nulla. Nemmeno sul suo reale lavoro che richiede semplicemente l’abilità di far pagare dei libri e metterli in una busta.

 

Non è da solo in negozio. Quello è il motivo per cui è così agitato. C’è bisogno di fare l’inventario perché quella settimana sono stati rubati numerosi libri. Il capo aveva chiesto a Niall di presentarsi per dare una mano a lui e ad Harry e quindi entrambi avevano girovagato per il negozio tutto il pomeriggio. L’attenzione di Harry è rivolta tutta verso le persone che entrano in libreria perché il suo amico misterioso era solito presentarsi il giovedì ma solitamente Harry era sempre l’unico dipendente presente. Spera che Niall e il suo capo non lo spaventino.

 

Niall si rende subito conto che Harry si sta comportando in modo strano dall’inizio del loro turno. Harry riesce a sentire lo sguardo dell’amico bruciargli la schiena ogni volta che la porta principale si apre e lui fa scattare la testa in direzione di quest’ultima per controllare di chi si tratti. Il loro turno era iniziato circa due ore fa e Harry aveva fatto in modo di allontanarsi diverse volte dal bancone in modo tale da dare l’occasione all’amico misteriosi di farsi vedere. Sfortunatamente però di lui fino ad ora non c’è stata traccia. Il suo diario è rimasto abbandonato sempre al solito posto con nulla di nuovo al suo interno, e l’attesa sta veramente iniziando a diventare insopportabile.

 

“Cos’ha di particolare quel diario che continui a sfogliare in quel modo?”

 

Harry solleva lo sguardo alla domanda di Niall, e costringe le sue mani a rimanere ferme sui fianchi. Non si era reso conto di averlo aperto un’altra volta.

 

“Um niente. È solo un diario” lo rassicura. Niall solleva un sopracciglio perplesso in direzione dell’amico. Harry non può biasimarlo per essere così sospettoso dal momento che per poco non ha scaraventato Niall a terra la prima volta che ha visto il libro sul bancone e aveva cercato di riporlo su qualche scaffale. Harry non aveva mai fatto uno scatto del genere come quando aveva visto il suo diario tra le mani del collega.

 

Harry controlla ancora una volta l’orario. Rimane ancora poco tempo prima della fine del suo turno e il pensiero di lasciare il negozio a mani vuote gli provoca una strana sensazione allo stomaco. È nel bel mezzo della progettazione di un piano per far allontanare tutti dal bancone quando il suo capo risponde alle sue preghiere e chiama lui e l’amico a sistemare uno scaffale sul retro del negozio.

 

Harry sorride, accertandosi che il suo diario sia ben visibile prima di allontanarsi velocemente. Niall lo scruta curiosamente e lo segue, non con la stessa velocità con cui si sta muovendo Harry che contrariato lo afferra per un braccio e lo trascina letteralmente dietro di se. Fanno ritorno solo qualche minuto dopo perché il loro capo aveva bisogno di un aiuto veloce. Harry spera che quel breve lasso di tempo sia stato sufficiente per l’amico misterioso.

 

I suoi occhi si fiondano sul suo diario e Harry sorride sotto i baffi quando si rende conto che non è nella stessa posizione in cui l’aveva lasciato. C’è una donna che gli sta parlando, chiedendogli aiuto per cercare qualcosa ma Harry non sta veramente ascoltando. Niall se ne rende conto e si offre di aiutare la donna al posto dell’amico, e ad Harry sta decisamente bene così. Ha solo bisogno che Niall si allontani così da poter recuperare il suo messaggio.

 

Sfoglia velocemente le pagine del diario e lo trova non appena Niall e la donna si allontanano dal bancone. Afferra il foglio di carta e si impone di aspettare a leggerlo fino alla fine del suo turno così da avere il tempo necessario di metabolizzare la delusione se il suo amico dovesse dirgli che lui ed Harry sono esattamente quello: amici.

 

La lettera è entrata in suo possesso da circa trenta secondi e Harry non riesce già più a sopportare l’attesa. Velocemente spiega il foglio, stupito quando si rende conto che la pagina è per lo più vuota, ma sollevato quando legge una delle sue frasi d’amore preferite scritta solo ed esclusivamente per lui.

 

‘Di qualsiasi cosa siano fatte le nostre anime, la mia e la sua sono la medesima cosa. - Emily Bronte’

 

***

 

Ammettere ciò che provava per Harry era stato come togliersi dalle spalle il più grosso peso del mondo. Era stato liberatorio essere stato onesto per una volta, o almeno, il più onesto possibile senza dover necessariamente dire ad Harry tutta la verità.

 

Le loro lettere erano già la parte migliore della settimana per Louis e ora si sente come se non sia in grado di respirare propriamente fino a che non avrà l’opportunità di leggere ciò che Harry ha scritto per lui. Gli scrive anche delle barzellette: barzellette terribili che fanno solo venire voglia a Louis di strizzare gli occhi come se non vedendole possano risultare meno orribili, ma nonostante ciò sul volto di Louis compare sempre un sorriso perché apprezza anche ogni minimo sforzo di Harry. Il riccio gli racconta della sua settimana e di tutto ciò che succede nella sua vita, dalla scuola al lavoro, a come finalmente riesca a dormire bene ora che si è abituato ad un letto diverso da quello di casa sua. Louis apprezza ogni frase, ogni riga che Harry decide di condividere con lui, ma nulla gli tocca l’anima più di quando Harry spiega cosa prova nei suoi confronti. Quelle righe, Louis le custodisce dentro di se come se fossero il suo avere più prezioso. Quelle righe fanno chiedere a Louis come ha fatto a guardare il suo compagno di stanza e chiedersi come potesse anche per un solo istante non provare le stesse cose per lui.

 

Louis fa passare le dita sulle ultime frasi scritte da Harry. è solo Sabato, quindi è ancora tutto nuovo ma Louis continua a rileggere quelle parole ancora e ancora solo per rivivere la sensazione che ha provato la prima volta che ha letto quelle righe.

 

‘Vorrei poterti dire tutte queste cose di persona; come ogni giorno che non sia il giovedì sembra trascorrere così lentamente o come in tutti i sogni che faccio tu hai un nome e un volto differente ma comunque, in qualche modo, riesco sempre a riconoscerti. È difficile doverti dire tutte queste cose nell’unico modo che conosco per ora, ma voglio che tu sappia che io sono pronto e sto solo aspettando il momento in cui potrò finalmente incontrarti. 

Harry’

 

Louis ripiega la lettera e se la avvicina al petto.

 

Harry vuole incontrarlo, sono settimane che continua a chiedere la stessa domanda ‘Quando?’. Louis vorrebbe potergli dare la risposta che vuole, ma la verità è che è terrorizzato. Harry non ha idea che il ragazzo di tutte quelle lettere e il ragazzo che si aggira per la sua stanza ogni sera siano la stessa persona. Louis vuole dirglielo. Vuole essere completamente sincero con lui, ma nello stesso momento è ben consapevole di ciò che potrebbe succedere dicendo la verità, e Louis non ha la minima intenzione di perdere Harry ora. Non quando l’ha appena conquistato.

 

Riceve una chiamata da Jay, sua madre, qualche giorno dopo che gli crea un enorme sorriso sul volto, cosa che ultimamente succede solo grazie ad Harry e che quindi accade veramente spesso. Sua madre è fin troppo felice come al solito grazie al fatto che Harry sembra essere una presenza importante nella vita di suoi figlio nonostante non l’abbia ancora conosciuto, ma comunque almeno ora sa che aspetto ha.

 

Sua madre ha ricevuto diverse foto di Louis e Harry. I due accoccolati mentre guardano uno dei film che Louis gli ha segretamente consigliato o sempre i due seduti sul pavimento che mangiano cinese perché sono entrambi troppo pigri per andare a cenare nella mensa del college. Harry ha un sorriso enorme in ogni selfie che hanno scattato insieme, lui crede che semplicemente andranno a finire su Instagram per mostrare quanto siano diventati amici dall’inizio dell’anno, ed è vero. Louis davvero vuole mostrare al mondo con che meravigliosa persona condivide la stanza, ma gli piace anche fingere che ciò che c’è tra di loro sia qualcosa in più che la condivisione della stanza.

 

Ogni foto che Harry scatta con un braccio attorno alle spalle del più grande per tirarselo più vicino o con le gote che vanno a scontrarsi contro quelle di Louis solo per farlo ridere, gli fa solo aumentare la voglia di voltare rapidamente la testa e stampargli un bacio sulle labbra. Si trova molto spesso a fantasticare su questa cosa; spera sempre di potersi finalmente rivelare e prega che Harry capisca tutto il casino che ha creato, ma Louis non ha abbastanza coraggio per questo. Non vorrebbe cambiare per nulla al mondo ciò che hanno, seppur fragile che sia, e inoltre si diverte di poter dare finalmente a sua madre un volto che corrisponda a tutte le fantastiche cose che lei ha sentite riguardo Harry. Gli piace poterle dare almeno questa piccola soddisfazione.

 

“Non vedo l’ora di conoscerlo, tesoro. Le tue sorelle sono così emozionate di rivederti e di vedere anche lui!” dice felice. Le vacanze di Natale sono tra meno di tre settimane e sua madre aveva già iniziato a cercare di captare informazioni riguardo l’arrivo di Louis e di Harry almeno un mese prima. Louis sarà a casa non appena le lezioni termineranno, e ha detto a sua madre che Harry andrà a trovarli più tardi durante la pausa. è una risposta incredibilmente vaga che non ha soddisfatto per niente la curiosità di Jay. 

 

“E quanto rimane?” chiede.

 

“Um, non lo so ancora, mamma. Non ha ancora deciso, dipende anche quali altri impegni ha con la sua famiglia. Lo stiamo allontanando da loro durante le vacanze, dopotutto” le ricorda Louis. Non ha il coraggio di dirle che probabilmente Harry non si farà vedere affatto. “Sono sicuro che verrà per almeno un paio di giorni però” la rassicura.

 

“Oh, lo so, lo so” dice rassegnata Jay. “Sono consapevole di essere fastidiosa, ma lo faccio esclusivamente perché sono impaziente” scherza. “Sono sicura che Harry si troverà bene a trascorrere del tempo insieme a noi, Lou.”

 

Louis sente il suo stomaco contorcersi dopo le parole di sua madre. Se solo anche lui potesse esserne così sicuro, se solo potesse garantire che Harry avrebbe sicuramente trascorso del tempo a casa sua durante le vacanze e non odiato se stesso per averli mentito per così a lungo. Non può promettere nessuna di queste cose, così Louis semplicemente annuisce, sperando internamente di non mandare tutto all’aria nel peggiore dei modi. 

 

***

 

Harry si sveglia con gli occhi pesanti il venerdì mattina quando il rumore insopportabile della sveglia di Louis inizia a riempire la stanza. Fortunatamente il suo coinquilino la spegne dopo solo qualche secondo spostando alla cieca il braccio ancora addormentato alla ricerca del telefono sul comodino accanto al letto.

 

Rimane sdraiato sul letto ancora troppo assonnato mentre rimuove l’ultima lettera dalla sua guancia dove si era ormai incollata durante la notte,  lettera sulla quale si è evidentemente addormentato mentre la notte precedente la stava leggendo per l’ennesima volta. Harry si rigira su un lato con la faccia rivolta verso il muro e ancora una volta spiega il foglio. Aveva ricevuto quella lettera solo ieri e l’aveva già memorizzata per filo e per segno. Ciò non lo ferma dal leggerla ancora una volta comunque, il suo sorriso cresce sempre di più ogni riga che i suoi occhi scorrono e il suo cuore è sul punto di fuoriuscire dal suo petto quando legge la risposta tanto attesa alla sua domanda riguardo a quando avrebbero potuto finalmente incontrarsi.

 

‘Presto. Xx’

 

Tutto ciò a cui Harry era riuscito a pensare nelle ultime ventiquattro ore era quella parola. Ecco perché quella mattina si sente così stanco. Era rimasto sveglio per quasi tutta la notte per leggere e rileggere quella lettera e il resto del tempo l’aveva passato a sognarla. Aspetta di incontrare questa persona da mesi ormai e, ora che sa che sta per succedere, trova difficile riuscire a concentrarsi su altro.

 

Potrà finalmente ridere alle battute del ragazzo di persone e vedere il colore dei suoi occhi. Potrà imparare a riconoscere i suoi diversi sorrisi e potrà sporgersi per baciarli tutti. Non riesce ad aspettare il momento in cui finalmente gli sarà permesso di toccarlo.

 

È tutto tranquillo, Harry si rende conto che sono passati alcuni minuti. La sveglia di Louis era stata spenta almeno cinque minuti prima, ciò significa che il suo compagno di stanza dovrebbe già essere in giro per la stanza a saltellare in uno stato non del tutto cosciente mentre si preparava per la sua lezione mattutina di storia del cinema. Non sente il minimo rumore provenire dal letto di Louis eccetto per il suo profondo e pesante respiro, che stava ad indicare che si era riaddormentato.

 

Harry gattona fuori dal letto e si avvicina accanto a Louis, sorridendo un po’ quando lo scorge rannicchiato nel suo letto con le coperte tirate su fin sopra la testa.

 

“Louis” sussurra mentre prende posto sul bordo del letto. Inizia a disegnare dei cerchi immaginari sul suo braccio prima di scostare gentilmente le coperte dalla testa del suo coinquilino, causando una risatina del riccio quando Louis velocemente si ricopre completamente con le coperte calde. 

 

“Louis” sorride Harry. “Devi andare a lezione” dice mentre lentamente prova ancora a scoprirlo. Questa volta Louis non oppone resistenza, ma gli lancia un’occhiataccia contrariata e tenta di sistemarsi i capelli che vanno in mille direzioni mentre si tira a sedere sul materasso.

 

“Ma è venerdì, non voglio andarci” mormora. È un’argomentazione davvero convincente, talmente convincente che per poco non è riuscita a colpire dritta il cuore di Harry, ma non abbastanza da permettergli di rimanere a letto come se fosse il bambino di cinque anni che in quell’istante sta fingendo di essere.

 

“È venerdì e ciò significa che devi resistere solo un’altra giornata per arrivare al weekend e finalmente potrai dormire quanto ti pare” cerca di convincerlo Harry.

 

Crede che il suo discorso abbia funzionato, ma poi Louis gli rivolge un sorriso malizioso prima di recuperare ancora una volta le coperte e infilarcisi sotto.

 

“Non ci vado.”

 

Harry alza dolcemente gli occhi al cielo.

 

“Sì, ci vai.”

 

Louis sbuffa. “Se hai intenzione di convincermi, buona fortuna” dice da sotto le coperte. Sobbalza lievemente quando Harry scosta deciso le coperte dal suo corpo e gli sfila il cuscino da sotto la testa e si avvicina alla finestra per tirare le tende in modo che la luce del mattino invada completamente la stanza.

 

Louis si mette a sedere e gli lancia un’occhiataccia, ma cerca anche di trattenere il sorriso che minaccia di disegnarsi sul suo volto, Harry sa che non si è arrabbiato proprio perché riesce a intravedere quella lieve curvatura sulle labbra del più grande.

 

I suoi capelli sono adorabili.

 

“Oh guarda, sei sveglio” ridacchia Harry.

 

“Ottimo lavoro, Styles. Mia mamma ne sarebbe colpita, lei ci ha messo anni e anni di duro lavoro per riuscire a svegliarmi” dice passandosi una mano tra i capelli scompigliati.

 

Harry quasi si illumina a quelle parole e sposta il suo sguardo su di lui prima di mettersi a cercare qualcosa per l’amico dalla dispensa. Decide per una barretta energetica e una bottiglietta d’acqua e le posa accanto a Louis. “Forse è per questo che mi chiamano il miglior coinquilino del mondo.”

 

“No, non è possibile. Quello è il mio titolo” sorride Louis.

 

“Ti ho appena portato la colazione a letto” mette in chiaro Harry. Louis sembra pensarci un momento prima di dargli ragione.

 

“Va bene, va bene, credo di poterti prestare il titolo per ora” ridacchia. “Grazie, Harry.”

 

Lo sguardo che Louis gli rivolge in quell’istante gli fa accelerare i battiti del cuore. È una cosa che accade spesso ultimamente, e Harry non riesce a capirne il motivo. L’altro unico istante in cui Harry sente le farfalle nello stomaco in quel modo è quando legge una delle lettere del suo amico misterioso. Harry è leggermente preoccupato che i suoi sentimenti siano così confusi, come se si stesse innamorando di due persone contemporaneamente

 

“Non preoccuparti, Lou” gli dice Harry, sperando che il suo coinquilino non noti il colore rosa più acceso che è comparso sulle sue gote.

 

***

 

Harry immediatamente cerca di sopprimere il sorriso sulle sue labbra quando si rende conto dello sguardo interrogatorio di Zayn fisso su di lui provenire dal suo letto. Dovrebbe studiare per i suoi imminenti esami, ma tutto ciò che Harry è riuscito a fare fino ad ora è stato scrivere una lettera per il suo ragazzo misterioso e esultare internamente perché finalmente avrà l’occasione di conoscerlo. Non ha ancora idea di quando accadrà, ma sa che accadrà presto.

 

“Cosa stai combinando laggiù?” chiede Zayn.

 

Harry si schiarisce la gola e rapidamente volta la pagina del suo diario in modo da coprire la lettera sulla quale stava lavorando.

 

“Niente” risponde velocemente.

 

“Sì, niente di produttivo” sorride Zayn.

 

Si dà una lieve spinta con la sedia in modo da allontanarsi dalla scrivania e si stiracchia, cercando di dare un attimo di sollievo alla sua schiena dopo tutte le ore passate chinato cercando di concentrarsi sullo studio per il suo esame. Si avvicina anche lui al letto e Harry rivolge un sorriso all’amico accompagnato da uno sguardo attento e innocente mentre inclina il suo diario in direzione di Zayn così che potesse vedere con i suoi occhi tutte le meravigliose frasi che gli stavano occupando la mente. L’amico però non casca nel trucchetto del riccio e con uno scatto decisamente più veloce di quanto Harry si aspettasse per poterlo fermare, scorge tutti i foglietti incastrati tra le pagine del diario. Zayn solleva un sopracciglio divertito vedendo le due pagine interamente ricoperte da parole scritte nella bellissima calligrafia di Harry.

 

“Oh sì, questa lettera per il tuo fidanzato è proprio il culmine della produttività! Non posso credere di avere anche solo dubitato di te” ride Zayn. Non la legge, scuote lievemente la testa e restituisce il diario all’amico.

 

Harry arrossisce lievemente perché dovrebbe veramente iniziare a studiare, ma come può concentrarsi su qualcosa quando si sente così emozionato?

 

“Ti ha già detto quando?” chiede Zayn gettandosi a pancia in giù sul letto.

 

“No, non ancora, ma ha detto presto.” Harry è costretto a mordersi il labbro inferiore per evitare di iniziare a sorridere come un idiota. Per tutte le ultime settimane ormai ovunque andasse, era sempre accompagnato da un sorriso luminoso tanto quanto un raggio di sole; chiunque nel campus si era chiesto almeno una volta a che cosa fosse dovuta tutta quell’improvvisa euforia, erano tutti giunti alla conclusione che fosse merito di un ragazzo, e la loro assunzione era più che esatta.

 

“Sei nervoso?”

 

“Più o meno” ammette Harry. “Ma solo perché sono contento di sapere finalmente chi sia.”

 

Zayn è stato di sostegno riguardo tutta la vicenda. Ci è voluto un po’ per convincerlo all’inizio, ma si era convinto rapidamente una volta che aveva constatato che la persona che stava scrivendo ad Harry aveva veramente a cuore quel ragazzo. Non gli piace che questo ragazzo abbia costretto Harry a scrivergli per tutto questo tempo senza incontrarsi, ma per Harry non sembra essere stato un disturbo. È più che sicuro che il suo amico anonimo sia tanto nervoso quanto lo è lui in quel momento. 

 

“Credi ancora che sia qualcuno del tuo corso di letteratura?” chiede Zayn ma il suo volto si fa sfuggire segni di dubbi.

 

“Beh, sì, Z. Per forza. Chi altro potrebbe sapere di tutti i miei compiti, tante altre piccole cose di me e le mie passioni? A meno che non sia tu, naturalmente” sorride Harry.

 

Zayn alza gli occhi al cielo. “Ti conosco da troppi anni, amico. Se mi fossi innamorato di te credo che tu ed io sappiamo che avrei scelto un modo meno fastidioso di fartelo sapere piuttosto che scriverti dieci pagine a volta di lettere d’amore. Io ti voglio bene e tutto, ma sfortunatamente, non sei il mio tipo.”

 

“Aw. È perché sono più alto di te, Zayn?” Harry ride perché Zayn non è mai stato discreto nel mostrare la sua invidia nei confronti dell’altezza di Harry sin da quando erano piccoli.

 

“È perché sei dannatamente irritante” risponde Zayn tirando una piccola pacca sulle gambe di Harry che poi si alza e torna verso la scrivania. Afferra la penna e ricomincia a scarabocchiare qualcosa, ma il sorriso non accenna ad abbandonare il suo volto. “Sai, potrebbe sempre essere qualcun altro. Potrebbe essere il tuo coinquilino. Voi due siete diventati abbastanza intimi ultimamente” scherza.

 

Harry sorride a quelle parole. Che Louis sia il suo ammiratore segreto è tanto improbabile quando il fatto che quello possa essere Zayn.

 

“Fidati, non è lui.”

 

“Ah, quindi neghi che lui possa essere il tuo ammiratore segreto ma non che siete diventati appiccicosi. Interessante.”

 

Ora è il turno di Harry di alzare gli occhi al cielo. Non ha problemi ad ammettere che lui e Louis ultimamente hanno imparato ad andare d’accordo, ora lo considera uno dei suoi più cari amici. Adora averlo attorno e passare del tempo insieme a lui perché la sua compagnia è piacevole, ma continua a ripetere a sé stesso che non può esserci nulla in più di quello. Non può: non quando il suo cuore appartiene già a qualcun altro.

 

“Non è Louis” ripete Harry. Appallottola un foglio di carta inutilizzato e tenta di lanciarlo a Zayn con l’intenzione di levargli quel sorriso dal volto. Dovrebbe dar fastidio ad Harry che Zayn non sia più così serio riguardo l’argomento come era fino a cinque minuti fa.

 

***

 

Louis si lascia scappare un sospiro incerto quando vede Harry lasciare il bancone ancora dal suo nascondiglio sicuro fuori dal negozio; sente il suo messaggio scritto sul foglietto di carta bruciare sul palmo della mano dove lo ha accartocciato nervosamente per l’ultima mezz’ora.

 

Harry ha lasciato la sua postazione diverse volte da quando Louis era arrivato. C’erano state diverse opportunità per Louis di sgattaiolare all’interno del negozio e lasciare la sua ultima lettera per il coinquilino, ma la paura l’aveva paralizzato sul posto proprio fuori dalla quella porta. Non era mai stato così nervoso.

 

I due avevano preso parte a questo gioco per molto tempo ed era spaventoso pensare che ormai erano giunti al capolinea. Tutto ciò che ora a Louis rimane comunicargli sono l’ora e la data scarabocchiate sul pezzettino di carta accompagnate dall’indirizzo del parco due isolati più in là rispetto a dove era situata casa sua a Doncaster. Sarà il loro primo incontro faccia a faccia in cui Harry verrà a conoscenza del tipo di persona con cui ha vissuto tutto questo tempo (se Harry deciderà di presentarsi) e probabilmente sarà anche il loro ultimo incontro, perché non c’è alcuna possibilità che tutta questa storia possa finire bene nonostante le parole rassicuranti di Liam. 

 

Un uomo che fino a un istante fa era occupato a dare un’occhiata ai libri, si reca verso l’uscita del negozio e inizia a camminare sul marciapiede; Louis non sarà mai completamente pronto per questo momento, così coglie l’attimo in cui la porta rimane aperta e finalmente fa il suo ingresso nel negozio.

 

Lancia un’occhiata al diario ormai familiare lasciato sul bancone e velocemente si avvicina. Apre la prima pagina e infila delicatamente la sua lettera, ma congela sul posto quando vede già presente una busta di carta bianca che occupa il suo posto. Per tutto il tempo in cui lui e Harry avevano comunicato in questo modo, non aveva mai trovato nulla tra le pagine del suo diario che non fosse non destinato a lui, così Louis afferra quell’inaspettata sorpresa e se la infila in tasca prima di lasciare la sua nota.

 

I piedi di Louis lo guidano fuori dal negozio il più veloce possibile quando sente dei rumori che gli indicano che qualcuno si sta avvicinando al bancone, continua a camminare velocemente anche una volta fuori dalla libreria, rifiutandosi persino di voltarsi fino a che non entra nel suo fidato bar e si reca al suo ormai solito tavolino.

 

Il suo cuore per poco non gli esplode fuori dal petto e non capisce se sia per l’adrenalina di non essere stato beccato per un soffio o per l’ansia di aver lasciato tutto nelle mani di Harry ora. Il suo coinquilino a questo punto potrà presentarsi a Doncaster come ha richiesto Louis, oppure potrebbe rendersi conto che tutta questa faccenda sia una completa perdita di tempo e quindi non andrà. Louis non riesce a decidere quale delle due opzioni lo terrorizzi di più al momento.

 

Una volta che ha regolarizzato il respiro, Louis si ricorda della busta abbandonata nella sua tasca e la tira fuori. È per lui, certamente. Louis ne è sicuro perché è presente la firma di Harry a forma di smile su retro. È semplicemente uno stupido simbolo, ma è diventato così familiare per Louis tanto che non riesce a trattenere una risatina mentre passa le dita dove chissà quanto tempo prima era stato lasciato dell’inchiostro.

 

Louis apre la busta deciso e sente che le sue labbra si stanno automaticamente curvando a formare un sorriso sul sul volto quando dall’involucro di carta estrae una cartolina di Natale con due raffigurati due pupazzi di neve che si tengono per mano.

 

 

“So che tecnicamente non è la mia settimana e quindi non il mio turno, ma è quasi Natale e non sono riuscito a resistere. La libreria chiude domani così ho pensato che questo forse potesse essere il nostro ultimo scambio di messaggi per un po’, ma volevo che tu sapessi che ti penserò comunque! Ti auguro di passare delle buone vacanze. Con amore, Harry Xx”

 

Louis legge ancora e ancora quella cartolina fino a che il suo sorriso non diventa così grande tanto da sentire anche delle lacrime di felicità che minacciavano di fuoriuscire dai suoi occhi. È una reazione così stupida per una semplice cartolina, ma Louis non riesce a trattenersi dal come questa lo faccia sentire così felice. Ripone il biglietto all’interno della busta e la infila attentamente nel suo zainetto per tenerla al sicuro. Non piangerà al pensiero che questa sarà l’ultima corrispondenza con Harry; no. Non pensa di meritarsi nulla di meglio dal momento che tutto quel casino è solo ed esclusivamente colpa sua. È semplicemente già abbastanza fortunato per averlo conosciuto così bene come ha fatto durante quel tempo trascorso insieme. 

 

Quando Louis arriva a casa più tardi quella stessa sera, Harry è già lì. Si trova seduto alla sua scrivania, rannicchiato nella sua felpa preferita mentre indossa un paio di calze esageratamente pesanti concentrato a studiare per il suo ultimo esame di domani. Sorride quando Louis fa il suo ingresso in stanza.

 

“Ciao, Lou. Com’è andata la giornata?” chiede, prima di esibire un’espressione confusa per via di qualcosa che era scritto nel suo libro. 

 

È così gentile e si preoccupa sempre per tutti. Fa sempre in modo di assicurarsi che Louis stia bene e fa tutto ciò che è in suo potere per sistemare le cose quando non sono al meglio. Harry gli chiede sempre come sta o come ha trascorso la giornata e a volte si lascia andare in gesti dolci per lui come in quel caso regalare a Louis un bigliettino di Natale con un cuore stilizzato disegnato accanto al suo nome per augurargli buona vacanze. Louis apprezza moltissimo il suo coinquilino, ma ha iniziato a rendersi conto che forse prova qualcosa in più che semplice stima. È quasi sicuro di essersi innamorato di lui.

 

Louis si avvia verso Harry e si abbassa lievemente verso il riccio prima di passare un braccio attorno alle sue spalle. Harry sussulta a quel contatto inaspettato e poi si rilassa accoccolandosi contro Louis che ora lo sta stringendo in un vero e proprio abbraccio.

 

“E questo per che cos’era?” chiede scherzando una volta che Louis lascia la presa. I suoi occhi sono più luminosi che mai, chiaramente divertito e sorpreso per l’improvviso bisogno di affetto di Louis.

 

“La mia giornata è stata fantastica, e volevo semplicemente dirti grazie, Harry.”

 

Harry a quelle parole alza gli occhi al cielo, ma il suo sorrisetto divertito si spegne nel momento in cui si rende conto della serietà di Louis.

 

“Ma non ho fatto niente” si acciglia. “Grazie per cosa?”

 

Louis alza le spalle lievemente. Avrebbe potuto ringraziare Harry per un milione di ragioni e comunque non sarebbero state abbastanza. “Per essere così meraviglioso. Per essere semplicemente te stesso, per essere mio amico” decide di dire infine, sorridendo quando si rende conto che le sue parole hanno provocato un colorito più acceso sulle gote di Harry visibilmente imbarazzato e felice.

 

“Oh” sorride. “Beh, grazie a te Louis. O forse dovrei dire, prego?” sorride. Sostiene lo sguardo di Louis per un tempo che sembra infinito e infine come spinti dalla gravità, gli occhi di Louis scendono fino alle sue labbra. Louis si costringe a guardare altrove una volta resosi conto che lo stava fissando troppo.

 

“Io.. Io dovrei studiare. Ho un esame domani mattina” dice Louis.

 

Harry annuisce, sembrando improvvisamente frustrato tanto quanto Louis. “Sì, già… Um, anche io.”

 

Louis gli rivolge un sorrisetto prima di tornare nella sua parte della stanza dove forse smetterà di sentirsi così sopraffatto da tutte quelle sensazioni.

 

Quando inizia a tirare fuori il materiale per studiare dal suo zaino e si siede alla scrivania, ha la distinta sensazione di essere osservato dal suo compagno di stanza. Aspetta fino a che Harry non riporta la sua attenzione sui libri prima di tirare fuori la busta e di nasconderla attentamente tra la montagna di lettere e tutte le altre cose che Harry ha scritto per lui. Solitamente non avrebbe mai osato guardarle con Harry presente nella stanza, ma quella sera si concede un piccolo istante per farlo perché non importa come andrà a finire, almeno a Louis rimarranno quei ricordi.

 

Nasconde la pila di lettere e la sua nuova cartolina di Natale all’interno di un cassetto una volta finito di contemplarle. Il suo animo si alleggerisce un istante nel momento in cui la voce di Harry lo raggiunge dall’altra parte della stanza e suggerisce di prendersi una pausa dallo studio per andare a cena.

 

Lo stomaco di Louis si contorce a quell’invito.

 

“Harry, tu sai sempre cosa dire al momento giusto, vero?” dice Louis. Decide di accettare un invito a cena con il suo coinquilino piuttosto che passare la serata a studiare.

 

***

 

Arriva il fine settimana e passa anche troppo veloce per Louis lasciando nel suo stomaco una sensazione di vuoto nel vedere il campus svuotarsi per via delle vacanze. Le lezioni sono ormai finite e gli esami altrettanto. Molte persone erano già partite una settimana prima ma fortunatamente, Harry non era uno di questi. Era rimasto una settimana in più perché il suo migliore amico Zayn era costretto per via degli esami e a Louis non era affatto dispiaciuto passare del tempo in più insieme al suo compagno di stanza.

 

Louis è rannicchiato sotto le coperte e sta segretamente finendo di leggere Cime tempestose con la schiena rivolta verso Harry che sta preparando i bagagli per tornare a casa. Harry ha passato la mattinata a cercare di chiudere la sua valigia, così Louis non è preparato quando il riccio lo chiama.

 

“Hey, Louis? Tu non hai detto che vivi vicino Doncaster?”

 

Louis sobbalza.

 

Chiude immediatamente il libro e lo nasconde sotto il cuscino prima di mettersi a sedere sul materasso. Si aspettava un Harry che lo fissava con sguardo arrabbiato e accusatorio, ma il suo volto è invece sereno e in attesa di ricevere una risposta.

 

“Um, sì. Io abito a Doncaster” dice Louis sull’attenti, guardando come Harry continua attentamente a piegare le sue magliette.

 

“Ricordavo bene” dice Harry ponendo i suoi abiti in un’altra borsa. “Me l’avevi detto all’inizio dell’anno, scusa.” Harry continua a organizzare i suoi bagnagli e non aggiunge altro riguardo l’argomento.

 

Louis dovrebbe far cadere l’argomento altrettanto. Non dovrebbe proferire parola, ma non riesce a trattenersi. “Mh.. P-perché me lo chiedi?”

 

“Um, nessun motivo” alza le spalle. “Io, uh.. Io forse devo venire da quelle parti durante le vacanze per vedere una persona e non riuscivo a capire perché quel posto mi risultasse così familiare. Non è nulla” sorride a Louis riuscendo finalmente a chiudere tutte le sue borse. Recupera anche il suo beauty da bagno e infine si avvicina alla sua scrivania per recuperare anche qualcosa da uno dei cassetti. Il cuore di Louis per poco non balza fuori dal suo petto quando sente provenire dal cassetto del riccio il rumore di numerose lettere piegate. Harry sorride guardandole. Fa passare le dita su una di queste e Louis se ne accorge; è la lettera con le istruzioni che Louis gli ha lasciato per far sì che finalmente potessero incontrarsi.

 

Harry torna accanto alle valigie e tira fuori una cartelletta dove ripone con attenzione tutte le lettere e richiude la borsa senza dire una parola. Quando sposta lo sguardo su Louis, la sua espressione dolce e rilassata immediatamente abbandona il suo volto per trasformarsi in un istante in una allarmata.

 

“Lou? Cosa c’è che non va?”

 

Louis deve ricordare a se stesso di continuare a respirare, consapevole che probabilmente il suo viso fosse bianco tanto quando le lenzuola sulle quali era seduto a causa dei trenta secondi di terrore che aveva appena passato pensando di essere stato scoperto. Si rende conto che Harry aveva conservato tutte le sue lettere proprio come aveva fatto anche lui, ma le aveva appena riviste con i suoi occhi; Louis non era pronto.

 

“Niente, sto bene” Louis si affretta a dire.

 

Harry lo scruta più da vicino senza credere alle sue parole. “Sei sicuro?”

 

“Sì. Sto bene. Alla grande” Louis annuisce. Cerca addirittura di fingere un sorriso per assicurarsi che Harry non sospetti nulla.

 

“Va bene allora, se ne sei convinto” sospira. Il sorrisino di Harry torna dopo qualche altro istante passato a scrutarlo. “Sai, dal momento che sarà vicino a casa tua durante le vacanze magari potrei anche venire a trovarti. Sono preoccupato che tu possa passare così tanto tempo lontano dal migliore coinquilino del mondo” lo prende in giro. 

 

Tutto ciò che Louis riesce a fare è annuire all’idea di Harry, chiedendosi se per caso qualcuno lassù si stesse divertendo a complicargli così tanto la vita come ultimamente. “Sì, potremmo vederci se trovi il tempo” dice Louis. Il suo stomaco si contorce ancora di più quando Harry gli rivolge un sorriso radioso e rassicurante in risposta.

 

È completamente fottuto.

 

***

 

Louis saluta Liam con un abbraccio quel pomeriggio, stringendo il suo migliore amico con più vigore di quanto non fosse abituato a fare. Liam non se ne lamenta e non osa dire nulla. Avvolge le sue braccia attorno alle spalle di Louis e lo rassicura per la milionesima volta che andrà esattamente come deve andare.

 

“Che cosa significa?” chiede Louis.

 

Andrà come deve andare.’ E se alla fine Harry deciderà di non andare proprio a Doncaster? A quel punto dovrà spiegare a sua madre che il suo finto fidanzato alla fine si era reso conto di non volere nulla a che fare con lui e lei ne resterà così delusa per almeno i prossimi vent’anni. È così che dovrebbe andare? O forse Harry deciderà seriamente di presentarsi all’incontro. E se si prenderà il disturbo di fare tutta quella strada verso Doncaster per rendersi conto che per tutto quel tempo si è trattato di Louis e gli rivolgerà solo una misera occhiata di disprezzo prima di andarsene, cercare un nuovo coinquilino, cambiare completamente la sua vita e non parlare mai più insieme a lui? Sarebbero veramente andate in quel modo le cose? Perché Louis è abbastanza sicuro che tutto ciò che ha fatto porterà solo a queste terribili situazioni.

 

“Verrà, Louis. Se tiene a te tanto quanto dice di fare, allora ci sarà. E quando si renderà conto che si tratta di te, lui..”

 

“Mi darà un pungo dritto in faccia prima di chiamarmi fottutissimo bugiardo patologico?” mormora Louis.

 

No” sbuffa Liam. “Beh… Potrebbe arrabbiarsi inizialmente per la bugia in sé, ma riuscirà a passarci sopra e perdonarti perché lui prova qualcosa per te, Louis. Andrà tutto bene.”

 

Louis può solo sperare che l’amico abbia ragione.

 

***

 

Jay lo accoglie a casa qualche ora dopo e abbraccia Louis come se non lo avesse visto per anni quando in realtà è rimasto lontano da casa solo per qualche mese. Lui e sua madre erano soliti chiamarsi ogni giorno, ma ovviamente per lei non era abbastanza perché quando scioglie l’abbraccio, non riesce a fermare le lacrime di felicità che in quel momento gli stanno rigando il volto.

 

“Mi sei mancato così tanto” dice tirando su con il naso, il cuore di Louis in quell’istante potrebbe anche sciogliersi. Sorride e la abbraccia ancora.

 

“Mi sei mancata anche tu, mamma” dice stringendola.

 

“Uh, Dio! Scusa se frigno in questo modo, ti prometto che non lo farò quando arriverà Harry. Mi darò un contegno.” La gola di Louis si secca improvvisamente quando sente nominare il suo coinquilino. Sua madre gli dà una lieve pacca sulla schiena e scioglie il loro abbraccio con un entusiasmo moderato. “Verrà qua il giorno dopo Natale, giusto?” chiede.

 

Louis si prende il suo tempo per pensarci intensamente prima di rispondere perché un conto è mentire al telefono, ma è decisamente diverso doverle rifilare una bugia avendola lì davanti. Ma Louis non vuole che questa sia una bugia. Lui vorrebbe con tutto il cuore che Harry, il suo adorabile coinquilino, il suo meraviglioso fidanzato se deciderà di perdonare Louis, si presentasse a casa sua per incontrare la sua famiglia. Louis desidera le stesse cose che Jay vorrebbe, semplicemente però non può garantire che le voglia anche Harry.

 

“Farà del suo meglio per venire, mamma” dice Louis rivolgendole un sorriso.

 

Lei non percepisce nulla di strano in quella riposta e se lo avvicina per stringerselo nuovamente in un lieve e veloce abbraccio. Lo ringrazia prima di invitarlo a salire al piano di sopra. “Le tue sorelle e tuo fratello non vedevano l’ora di vederti.”

 

Louis sorride perché gli erano mancati tutti. Si volta per andare ad informali del suo arrivo, ma la voce di sua madre lo ferma prima che potesse fare anche un solo gradino.

 

“Non vedo veramente l’ora di conoscerlo, tesoro.”

 

Le sue parole non dovrebbero far contorcere lo stomaco di Louis nel modo in cui invece fanno, ma lui riesce a mascherare discretamente questi sentimenti, sorridendole lievemente prima di sparire al piano superiore.

 

***

 

Louis si sveglia il giorno dopo natale che è un fascio di nervi tanto che ha bisogno di rimanere sdraiato a letto per altri quaranta minuti prima di riuscire a darsi una calmata.

 

‘Sto per vomitare’ invia Louis al suo migliore amico.

 

La risposta di Liam non si fa attendere. ‘No, non è vero. Andrà tutto bene.’

 

Louis ne dubita.

 

‘A che ora dovrebbe arrivare?’ chiede Liam.

 

‘Gli ho scritto di venire nel pomeriggio nella lettera.’

 

Sembra passare un’eternità prima che arrivi l’inutile risposta di Liam. ‘Allora faresti meglio ad alzarti, perché è quasi ora.’

 

Louis soffoca un urlo conto il suo cuscino. Non riesce a credere al casino in cui si è cacciato. Liam aveva ragione. è veramente un fottuto idiota.

 

Louis lentamente scende le scale, si prende tutta la calma possibile prima di entrare in doccia e vestirsi per evitare di vedere sua madre il più a lungo possibile. Louis riesce a sentirla in tutto il suo entusiasmo in cucina che prepara il pranzo mentre chiedeva alle ragazze di casa di dare una sistemata alla casa prima dell’arrivo dell’ospite speciale. Louis è tentato dall’idea di far finta di nulla e di tornare a letto, sperando che quel giorno passi il più in fretta possibile.

 

Louis controlla l’ora ancora una volta e infine decide di entrare in cucina con una perenne sensazione di nausea che non accenna ad attenuarsi. Sono già le dodici e mezza.

 

“Buongiorno, Louis! Anzi forse dovrei dire buon pomeriggio, hai dormito fino a tardi” esclama. Si allontana dal lavabo e si asciuga velocemente le mani prima di avvicinarsi al figlio e lasciargli un tenero bacio sulla fronte. “Non hai dormito bene, tesoro?” chiede una volta che si è allontanata e gli ha rivolto un’occhiata rapida.

 

Sa che probabilmente ha un aspetto orribile. Si è girato e rigirato tutta notte nel letto e non è riuscito a riposarsi neanche per cinque minuti.

 

“Ho dormito benissimo mamma, ci ho messo un po’ a prendere sonno” spiega.

 

“Ah, troppo contento che oggi sarebbe arrivato il tuo ragazzo per dormire” ride. “Io e i tuoi fratelli siamo un po’ ansiosi che stia per arrivare, non sentirti a disagio. Siamo tutti così contenti per questo pranzo.”

 

“Già mamma, anche io sono entusiasta” dice Louis con un sorrisetto debole. Riesce a sentire suo fratello e le sue sorelline che giocano al piano superiore e invece le sue sorelle più grandi che stanno sistemando la casa, proprio come la loro madre aveva chiesto di fare. Il pranzo sembra delizioso ed è già quasi tutto pronto e sistemato sul grande tavolo di famiglia dove sua madre ha dovuto ingegnarsi per riuscire a fare un po’ di spazio per un posto in più riservato ad Harry. Louis deglutisce nervosamente. Dio, spera che tutto quell’impegno non sia inutile.

 

Tutti lo salutano con un cenno della mano e con dei grandi sorrisi quando qualche minuto più tardi Louis annuncia che sta per andare a prendere Harry. Il finto sorriso di Louis non dura a lungo, lo riesce a tenere fino alla fine del dialetto davanti alla loro villetta prima di far scomparire quel sorriso e lasciare invece posto al panico. Louis probabilmente ha attraversato quel parco un milione di volte, ma questa volta ogni passo che compie fa solo venire voglia a Louis di voltarsi e dimenticare tutta l’intera faccenda.

 

Il parco è quasi vuoto quando Louis arriva. Non riesce a decidere se sia una cosa positiva o meno quando prende posto a sedere su una fredda panchina nell’attesa.

 

Non c’è alcuna traccia di Harry e dopo un paio di minuti Louis si rende conto di quanto sia stato stupido per aver pesato che qualcun altro potesse presentarsi.

 

Louis aveva fatto una cosa idiota e aveva mentito a tutti quelli a cui tiene. Aveva trascinato Harry in questo disastro senza averne alcun diritto. Lo aveva coinvolto e poi aveva cercato di convincersi del fatto che Harry sarebbe stato in grado di lasciarsi alle spalle l’intera faccenda e che lo avrebbe semplicemente accettato per com’è una volta che avesse capito che si era trattato di Louis per tutto quel tempo, ma ora le cose erano cambiate. Quei pensieri risalivano a quando Louis pensava che Harry veramente sarebbe andato all’incontro.

 

Continua a guardarsi attorno ma il parco continua ad essere deserto e Louis sa senza alcuna ombra di dubbio che Harry non si presenterà.

 

***

 

Harry si acciglia quando il suo navigatore lo fa svoltare per l’ennesima volta alla stessa curva già in precedenza sbagliata; era sicuro che gli avesse detto di svoltare a sinistra quando invece avrebbe dovuto giare a destra, e quindi aveva preso la strada sbagliata e ora era costretto a cercare di capire come uscire da quella catena di errori. Vede un cartello di stop e quando finalmente pensa di essere sulla strada giusta, chiude gli occhi per un istante e tira un profondo sospiro di sollievo.

 

Continua a sbagliare, la sua mente è troppo sopraffatta da altri pensieri, è nervoso ed eccitato tanto che non riesce neanche a seguire delle semplici indicazioni stradali. Sta facendo tardi. Almeno dieci minuti rispetto all’orario che il suo misterioso amico gli aveva indicato. Harry spera di non aver incasinato tutto dopo questa lunga attesa. Spera che il ragazzo non se ne sia andato.

 

La voce del navigatore lo informa che è arrivato a destinazione e Harry finalmente può parcheggiare sul ciglio della strada. Dà un’occhiata rapida attraverso il cancello del parco e nota che è completamente vuoto a parte per una sola persona seduta su una panchina tra gli alberi. I battiti del cuore di Harry aumentano mentre fissa da lontano quella persona di schiena. Non riesce a capire di chi si possa trattare, non si sono ancora incontri realmente ma Harry ha come la strana sensazione di familiarità.

 

Controlla la sua immagine riflessa nello specchietto della macchina per assicurarsi di essere presentabile dopo quell’avventura in macchina. Non aveva dormito molto la notte precedente, non era riuscito, ma non crede che la mancanza di sonno lo faccia sembrare esausto. Crede solo di sembrare contento e emozionato.

 

Harry afferra la pila di lettere abbandonata sul sedile del passeggero e una cartolina di Natale che aveva preparato la sera precedente prima di scendere definitivamente dalla macchina.

 

Le farfalle nel suo stomaco sono in fibrillazione mentre varca le soglie del parco, avvicinandosi sempre di più al ragazzo sulla panchina. Tutto ciò che Harry riesce a capire è che quel ragazzo ha i capelli castani, ma poi altri particolari iniziano a saltargli alla mente; particolari che sembrano essere estremamente familiari una volta che Harry riesce a ricollegarli tutti insieme nella sua mente. 

 

I capelli del ragazzo sono castano chiaro, come è chiaramente visibile, ma c’è qualcosa di vagamente familiare riguardo quell’ammasso di capelli spettinato, c’è qualcosa di familiare anche nel modo in cui le spalle del ragazzo si incurvano contro lo schienale della panchina. Harry riconosce la giacca di jeans che sta indossando il ragazzo, così come quel vecchio paio di Toms. Man mano che Harry si avvicina, riceve solo ulteriori conferme riguardo ciò che già sa, e non è fino a quando arriva esattamente alle spalle del ragazzo che il cuore di Harry smette immediatamente di battere.

 

“Louis?”

 

Il suo coinquilino balza al suono della sua voce, i suoi occhi diventano di un blu intendo quando alza lo sguardo su di lui e cerca di trattenere le lacrime che minacciavano di rigargli il volto. Torna a fissare gli alberi davanti a lui quando si rende conto che Harry non è in grado di fare altro se non fissarlo a bocca aperta. Harry non sa cosa potrebbe dire o anche solo pensare in quell’istante, così semplicemente si siede accanto a Louis su quella panchina vuota. “Sei tu” sospira, una frase che risulta idiota persino alle sue stesse orecchia, ma è tutto ciò che riesce a formulare. Il suo cuore quasi si spezza quando vede Louis asciugarsi velocemente una lacrima che gli stava rigando il volto lungo la guancia mentre continua a fissare gli alberi davanti a lui.

 

“Mi dispiace di aver deluso le tue aspettative” riesce a pronunciare con un debole sorriso. “Scusami per essermi comportato in questo modo orribile. Scusa per averti fatto fare tutta questa strada fino a qua. Avrei semplicemente dovuto dirtelo quando eravamo ancora al campus, ti avrei risparmiato il disturbo e una perdita di tempo inutile.”

 

Harry prova un insieme di sentimenti tutti mischiati al momento e non ha idea di come fare a schiarirsi minimamente le idee, ma ciò che sente più di tutto è confusione.

 

“Louis, perché pensi che io sia deluso?” chiede, la domanda immediatamente costringe Louis a spostare lo sguardo su di lui.

 

“Come potresti non esserlo? Mi sono approfittato di te, cazzo. Ti ho mentito. Ti ho mentito per tutto il tempo in cui abbiamo vissuto insieme, ogni singolo giorno. Ti ho tenuto all’oscuro riguardo la mia identità, riguardo al fatto che ci fossi io dietro tutte quelle lettere che ci siamo scambiati, e ti ho fatto guidare fino a un posto di merda come Doncaster durante le vacanze di Natale. Sono un terribile coinquilino, mi dispiace.”

 

Nuove lacrime rigano i volto di Louis che velocemente cerca di asciugarsele, provocando del rossore sulle gote per colpa del troppo vigore. Harry sente un peso sul petto nell’udire la voce del suo amico così ferita; sente un peso sul petto nel sentire Louis così ferito.

 

“Louis, so che pensi che io sia arrabbiato. So che mi hai mentito e probabilmente dovrei essere arrabbiato, ma non lo sono. Non sono neanche deluso; nemmeno per un po’.” Harry si era presentato per incontrare finalmente l’uomo di cui si era innamorato, l’uomo che diceva di ricambiare quei sentimenti. Non aveva idea di cosa avrebbe potuto trovare dall’altra parte, o chi ci sarebbe stato ad aspettarlo in quel parco, ma è sollevato nel sapere che si trattava proprio di Louis. Tra tutti, è felice che sia Louis.

 

“Perché no?” sbuffa Louis. “Dovresti odiarmi, Harry. Ciò che ho fatto è stato estremamente egoista,”

 

“Beh, perché l’hai fatto?” chiede Harry, implorando Louis di aiutarlo a capire. Sa che qualsiasi sia il motivo che ha spinto Louis ad agire così, era stata per una buona ragione.

 

Louis scuote la testa per evitare la domanda e riporta lo sguardo fisso tra gli alberi.

 

“Non mi crederesti mai se te lo dicessi perché è un motivo così idiota” dice infine.

 

Harry prende un respiro profondo prima di posare per terra le lettere e la nuova cartolina per Louis prima di voltarsi completamente con il corpo verso Louis, gentilmente fa toccare le loro caviglie in modo tale da costringere anche Louis a voltarsi fino a ritrovarsi faccia a faccia. Louis incontra nuovamente lo sguardo del riccio con i suoi occhi pieni di lacrime e Harry gli rivolge un tenero sorriso d’incoraggiamento. “Provaci” dice.

 

***

 

Louis si aspettava che Harry se ne andasse da un momento all’altro sin dal primo momento in cui era arrivato. Pensava che si sarebbe voltato e l’avrebbe lasciato lì nel momento in cui avesse visto il volto di Louis, ma fin ora, nulla di tutto ciò era accaduto. Harry era ancora lì; seduto su una panchina in un parco deserto con le gambe incrociate insieme a quelle minute di Louis. Aveva affrontato un lungo viaggio e si era messo in gioco per lui. Il minimo che Louis possa fare è dargli una spiegazione, ed è esattamente ciò che ha intenzione di fare.

 

Inizia dal principio, inizia a raccontare di sua madre e di come una semplice telefonata abbia innescato quella lunga catena di bugie iniziata con una apparentemente innocente riguardo al fatto che abbia usato il nome di Harry come suo fidanzato. Spiega come sia finito alla libreria un pomeriggio perché era semplicemente curioso di vedere con i suoi occhi di cosa si trattava il lavoro di Harry e di come volesse semplicemente aiutarlo quando si era reso conto che il ricco aveva bisogno di una piccola spinta nella direzione giusta per lo svolgimento del suo compito. Harry ascolta tutto ciò che Louis ha da dire in religioso silenzio e sente una sensazione di sollievo nel sentire finalmente la verità. L’unico momento in cui Harry proferisce parola è quando Louis inizia a raccontare la parte in cui le loro lettere riguardo libri e film erano iniziate a diventare qualcosa di più rispetto delle semplici lettere; Louis conclude dicendo come le cose poi si erano fatte troppo serie per poterle gestire.

 

La voce di Harry è calma ma decisa quando finalmente inizia a parlare. “Le pensavi davvero? Tutte le cose che mi hai detto, le pensavi davvero?” chiede.

 

Louis annuisce e cerca di farsi forza nel momento in cui risponde. “Intendevo ogni singola parola che ho scritto” promette, ed è la verità. Lui davvero sentiva ogni frase detta a Harry, quando gli aveva detto che per lui era diventato importante, che era speciale e una persona meravigliosa. Louis si era innamorato di Harry ancora prima di rendersi conto ciò che stava succedendo.

 

“E adesso?” chiede Harry quasi in un sospiro, tanto che Louis fa fatica a sentirlo. “Le senti ancora tutte?”

 

Louis non sa se i sentimenti di Harry nei suoi confronti siano mutati da quando si erano seduti insieme sul quella panchina, ma i battiti del cuore di Louis avevano continuato ad aumentare per tutta la durata del loro incontro, e ogni singolo battito era per lui.

 

“Sono innamorato di te, Haz. Come potrei non esserlo?” risponde.

 

Le sue parole sono una confessione piuttosto importante per quel parco vuoto riservato solo ai due. Louis abbassa immediatamente lo sguardo quando non riceve una risposta immediata. Sente il suo cuore spezzarsi in mille pezzi mentre cerca con tutta la poca forza che ha di liberare le sue gambe dalla presa del riccio. Ha bisogno di allontanarsi subito. Deve andarsene. è ferito e fin troppo imbarazzato per poter rimanere lì con Harry che lo fissa in quel modo. Louis cerca nuovamente di liberare i suoi piedi dalla gabbia che Harry aveva costruito per loro, ma prima che Louis riesca a liberarsi, la grande mano del suo coinquilino si posa delicatamente sulla sua coscia per fermarlo. Quella mossa è veloce e spiazza Louis, ma si tranquillizza quando l’altra mano di Harry raggiunge il suo mento.

 

Il primo caldo tocco delle labbra di Harry contro le sue causa un fremito in tutto il corpo di Louis, ed è semplicemente perfetto e meraviglioso proprio come Louis aveva sempre immaginato che potesse essere. Tutte quelle volte che erano stati sdraiati l’uno accanto all’altro a letto guardando tutti quei film, o quando erano rimasti svegli fino a tardi solo per parlare, Louis si era sempre chiesto come sarebbe stato se un giorno avesse trovato il coraggio di farsi avanti e semplicemente baciarlo. Non riesce a credere che Harry gli stia dando finalmente l’occasione di scoprirlo. Dopo tutto quello che aveva combinato, non riesce a credere che Harry gli stia concedendo tutto ciò.

 

Harry lentamente si allontana abbastanza da interrompere il bacio, ma comunque ancora pericolosamente vicino a Louis tanto che tutto ciò che riesce a vedere ora è il verde immenso degli occhi di Harry.

 

“Sono innamorato di te da mesi, semplicemente non sapevo che fossi tu.”

 

Il respiro di Harry si infrange contro le labbra di Louis, scaldandolo proprio nel punto in cui fino a qualche istante fa c’erano posate le labbra del riccio. Louis era pronto a risparmiare ad Harry il momento in cui gli avrebbe spezzato il cuore, ma il modo in cui Harry lo sta stringendo così a se gli sta facendo capire che forse non ce n’è bisogno.

 

“Non mi odi?”

 

Harry scuote la testa con gli occhi pieni di ciò che Louis riesce a descrivere come sollievo. “No. Certo che no, Louis.”

 

“Dovresti” gli dice Louis. “Dovresti essere arrabbiato con me.” Il suo stomaco si contorce quando Harry scuote nuovamente la testa, passando dolcemente le dita tra i capelli di Louis.

 

“Sono innamorato di te” sorride Harry.

 

Louis sobbalza quando Harry se lo avvicina ancora per stampagli un altro bacio sulle labbra. L’inebriante movimento della sua bocca contro quella di Louis gli fa battere velocemente il cuore contro il petto. è una sensazione incredibile quella che sta provando Louis, tanto che si è perfino dimenticato di trovarsi nel mezzo di un parco, su una vecchia panchina che Louis ricorda era solito arrampicarvici sopra quando era piccolino e sua mamma lo portava in quel parco a giocare.

 

Harry infine si ritira da quel bacio con un enorme sorriso dipinto sul volto che si crea nel momento in cui Louis si acciglia leggermente all’improvvisa mancanza di quel contatto.

 

“Perché ti sei fermato?” chiede Louis mettendo su un piccolo broncio.

 

Harry ride e stampa un altro veloce bacio sulla guancia di Louis per rassicurarlo. “Perché credo che in questo momento dovremmo essere da un’altra parte” dice con gli occhi che brillano.

 

Le sopracciglia di Louis si inarcano ulteriormente quando si sforza di capire di che diavolo sta parlando Harry. Alza gli occhi al cielo quando finalmente capisce cosa intende il riccio.

 

“Harry, non devi veramente venire a pranzo da mia mamma. Lei crede che tu sia il mio fidanzato da davvero tanto tempo, è troppo complicato.”

 

“Io sono stato il tuo ragazzo per tutto questo tempo” sorride Harry. “Non vedo dove sia il problema.”

 

Louis sente un calore piacevole irradiarsi nel petto e deve mordersi un labbro per trattenere il sorriso. “Haz, è davvero carino da parte tua, davvero, ma non voglio che tu venga coinvolto nelle mie bugie. Non c’è bisogno. Le dirò semplicemente che non sei riuscito a venire, non se la prenderà troppo.”

 

“Ma non sono tutte menzogne” insiste Harry prendendo una mano di Louis tra le sue. “Ci siamo conosciuti all’inizio delle lezioni e siamo stati insieme per tutto il semestre. Io ho iniziato a definirti il mio fidanzato decisamente tanto tempo fa ormai, tu semplicemente non lo sapevi” ride. “Puoi chiedere a Zayn, se non mi credi” dice notando lo sguardo scettico di Louis. 

 

Louis assottiglia lo sguardo mentre guarda Harry, beh il suo fidanzato immagina, e si rende conto che il ragazzo è completamente serio nel dire quelle parole.

 

“Haz, sei sicuro di volerlo fare? La mia famiglia può essere difficile da sopportare, e tu sei l’unico ragazzo che potrebbe mai essere venuto a conoscerla quindi sarà dura. Posso capirlo se vorrai venire un’altra volta” cerca di convincerlo Louis, ma Harry non vuole sentire altro.

 

“Certo che ne sono sicuro. Sarò l’ospite d’onore al pranzo post Natale a casa dei Tomlinson. Andrò con o senza di te, amico” sorride malizioso. Harry libera le loro caviglie e recupera le sue lettere e il pacchetto regalo che aveva portato con sé prima di alzarsi. “Fai strada, amore. Non vorrai farci arrivare in ritardo” esclama sorridendo quando nota il rossore di Louis causato da quel tenero appellativo.

 

Allunga la mano libera verso Louis e gli rivolge uno sguardo pieno di speranza, sorridendo così tanto da far apparire persino le sue adorabili fossette quando Louis incrocia le loro dita insieme.

 

“Ti faranno milioni di domande” lo avvisa Louis mentre si avviano verso casa.

 

“Fantastico, adoro rispondere alle domande” lo rassicura Harry facendogli passare un braccio attorno alle spalle.

 

“Le mie sorelline più piccole sanno essere veramente delle pesti quando sono contente” lo avverte Louis; ed è stato perfino troppo gentile nella descrizione. Le sue sorelle più grandi invece probabilmente rimarranno a bocca aperta per l’incredulità quando vedranno Harry per la prima volta.

 

“Non c’è problema, adoro i bambini” dice Harry con una scrollata di spalle.

 

Louis ridacchia, chiedendosi se Harry sarà veramente in grado di gestire tutto il clan dei Tomlinson. Ne sarà veramente impressionato se riuscirà a cavarsela.

 

“Spero che tu sappia che osserveranno attentamente ogni tua singola mossa. La mia famiglia non mi ha mai visto con nessuno prima, non ho mai avuto un ragazzo. Sono piuttosto sicuro che la metà di loro non creda nemmeno che tu esista veramente” dice ridacchiando ancora. Louis stava per pronunciare altre parole ma Harry lo ferma. Afferra Louis per la vita e se lo avvicina per trascinarlo in un bacio profondo che lascia Louis ancora più senza fiato quando il contato finisce fin troppo presto.

 

“Allora non vedo l’ora di poterti baciare così per dimostrare loro che si sbagliano” sussurra Harry, ricominciando a camminare e lasciando indietro Louis ancora con lo sguardo perso nel vuoto. “Vieni?” lo chiama Harry, sorridendo nel vedere la sua bocca ancora lievemente aperta dopo il loro ultimo bacio.

 

Louis deve scuotersi da quello stato di stupore per raggiungere Harry, il suo fidanzato, continua a ripetere a sé stesso. Riallaccia le loro dita insieme una volta che l’ha raggiunto, e il suo stomaco non si contorce più per la paura quando Harry gli strige delicatamente la mano.

 

Andrà tutto bene.

 

***

 

Tre settimane dopo

 

Harry alza lo sguardo dal suo letto quando sente aprirsi la porta. Louis fa il suo ingresso in stanza un istante dopo con un grande sorriso stampato sul volto e i capelli tutti arruffati per essersi dimenticato il cappello quella stessa mattina quando era uscito per andare a lezione.

 

“Credevo che avresti passato il pomeriggio insieme a Zayn” dice, allarmato dal fatto che invece Harry si trovasse proprio lì.

 

“Era davvero molto impegnato e io lo avrei solo distratto, così sono tornato qua” spiega Harry, guardando come Louis si toglie le scarpe e lancia lo zaino sul suo letto insieme al resto delle cose che non sono più abbandonate sul pavimento dal momento che ora il letto di Louis ha assunto la funzione di un ulteriore armadio. Sta indossando una delle magliette di Harry, si rende conto il riccio, perché il collo dell’indumento cade fin troppo al di sotto di dove dovrebbe invece stare, e sta anche indossando la collana che Harry gli aveva regalato per Natale, il metallo di cui è fatta è illuminato dalla luce che entra dalla finestra e Harry cerca di trattenersi dal chiamare il suo fidanzato accanto a lui per potergli strappare di dosso i vestiti.

 

Louis si avvicina accanto al riccio mantenendo lo sguardo fisso sul libro tra le mani di Harry. Inizia a gattonare sul letto fino a raggiungere il grembo di Harry e sfilargli abilmente il libro tra le mani per posarlo sul comodino accanto al letto. Sorride quando Louis si sporge lentamente in avanti per lasciargli un veloce bacio sulla mascella e poi infine sulle labbra.

 

“Ciao, piccolo” sussurra. Harry sospira quando Louis gentilmente fa passare le dita tra i suoi capelli per approfondire il bacio, facendo quasi tremare Harry a causa delle forti sensazioni che quel contatto gli sta trasmettendo. Erano cambiate molte cosa da quando erano tornati dalle vacanze, una delle migliori era sicuramente il modo in cui si salutavano adesso. I ‘bentornato a casa’ erano sempre meravigliosi.

 

“Hey” riesce a pronunciare una volta che Louis si allontana giusto il tempo per respirare.

 

“Leggi per puro piacere adesso o è solo un altro compito?” chiede Louis, rivolgendo uno sguardo quasi colpevole al libro che gli aveva allontanato senza averne il permesso.

 

“Mi piacciono tutti i libri che leggo, quindi significa che leggo sempre per puro piacere” lo prende in giro Harry, consapevole che ora grazie a lui, Louis ha imparato ad apprezzare la letteratura. “Davvero ti importa perché stavo leggendo?”

 

“Sì, perché se riguarda le tue lezioni, allora mi alzerò e ti lascerò studiare; ma se si tratta semplicemente di un libro, allora non ho intenzione di andare da nessuna parte” ridacchia sotto i baffi, sussultando quando Harry gli dà una lieve pacca sul sedere.

 

Harry ammette infine che il libro che stava leggendo non ha nulla a che fare con le lezioni, ridendo quando Louis esulta a quella notizia lasciandogli un bacio rumoroso sulla guancia. Si sistema meglio sopra di Harry e lo bacia ancora, il riccio fa scorrere le sue dita sui fianchi del ragazzo fino al bordo della sua maglietta.

 

“Mi piace il tuo outfit comunque” sorride Harry.

 

“Anche io penso che sia molto carino, ho un ottimo gusto nel vestire” ridacchia Louis.

 

“Credo che tu intendessi dire che io ho un ottimo gusto, ladruncolo” dice Harry tirando i lembi della maglietta che probabilmente non rivedrà mai più nel suo guardaroba.

 

“Oh va bene” gli concede Louis. “Te l’ho rubata, ma l’ho fatto solo perché volevo indossare la mia collana e nessuno dei miei vestiti si abbina bene.”

 

Harry alza scherzosamente gli occhi al cielo a quella scusa. è una collana argento con i loro ciondoli combinati; si abbina con qualsiasi cosa, ma Harry non intende discuterne.

 

“Beh, se il tuo è stato un furto nel nome della moda, credo di non poter avere nulla in contrario da dire” ride Harry, portando le dita proprio sull’oggetto in questione.

 

Aveva acquistato quella collana lo stesso giorno in cui Louis aveva scritto ad Harry di incontrarsi a Doncaster. Non sapeva ancora per chi avrebbe comprato nel ciondolo all’epoca, ma quello non aveva reso le parole che aveva voluto incidere sul retro meno significative o vere. Quando Louis aveva aperto il regalo davanti alla sua famiglia, le guance di Louis si erano tinte di una sfumatura già scura di rosa nel momento in cui Harry aveva voltato il ciondolo e aveva letto ad alta voce quelle parole, tracciando con il dito i contorni della leggera incisione. 

 

“Ricevo così tanti complimenti ogni volta che la indosso” lo informa Louis con un bagliore orgoglioso negli occhi. “Mi viene quasi voglia di non togliermela mai.”

 

Harry sorride all’idea di Louis che indossa fisicamente la rappresentazione dei suoi sentimenti nei suoi confronti ogni singolo giorno. Harry si chiede se Louis un giorno vorrà indossare un altro tipo di gioiello; uno che rappresenti la loro unione eterna. Harry può solo sperarlo.

 

“Ti sta benissimo, amore. Ti sta molto bene anche la maglia che hai rubato dal mio guardaroba” Harry sorride, lasciandosi sfuggire una risata rumorosa quando Louis gli dà uno schiaffetto sul petto. Si scusa immediatamente, sporgendosi verso il basso per far sfiorare le loro labbra; il ciondolo della sua collana lascia una piacevole sensazione di freddo quando entra in contatto con la pelle di Harry a colmare lo spazio tra di loro.

 

‘Amare ed essere amati, questo è tutto. - Sconosciuto’

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

CIAO

 

E come promesso… Eccomi ancora qua! 

Questa os è stato letteralmente un parto, di questi tempi è veramente difficile trovare qualche cara autrice che conceda il permesso per le traduzioni, ma alla fine ce l’abbiamo fatta. Vi allego appunto l’autorizzazione dell’autrice di questa storia e il link dell’originale.

 

Naturalmente ringrazio tutti i suggerimenti che mi sono arrivati da parte vostra, sono sicura che mi torneranno utili in un futuro (spero breve). 

 

Grazie a Giorgia che ha deciso di dedicarmi un po’ del suo tempo aiutandomi moltissimo con la revisione del testo; ci tengo davvero a ripetere che non so proprio come farei senza di te. 

 

Fatemi sapere cosa ne pensate, se vi è piaciuta oppure no, e se vi va lasciatemi anche una recensione, mi farebbe davvero tanto piacere conoscere i vostri pareri. Ancora una volta vi invito a darmi i vostri suggerimenti per qualche traduzione futura, se vi va mi trovate anche su twitter, sono @wonderwyles

 

Non mi resta che dirvi

 

Alla prossima,

 

V.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
  
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