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Autore: MC_Outlaw    09/12/2016    0 recensioni
Ambientata dopo Equerstria Girls: Legends of the Everfree. Sunset Shimmer è sparita nel nulla ormai da molto tempo. Le sue ricerche si sono fermate, ma qualcuno ancora non si è dato per vinto. Cosa le è successo? E soprattutto, riusciranno a ritrovarla?
Genere: Avventura, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sunset Shimmer, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Ormai si era fatta sera anche in città. Applejack, la sua famiglia e Fluttershy avevano interrotto da un pezzo i lavori di ricostruzione del fienile e dei campi, che procedevano in modo estremamente veloce grazie alla forza fisica della ragazza e dell'elefante. Si erano date tutte appuntamento al locale dei signori Cake, per parlare delle indagini e di ciò che avevano per le mani. Una doccia rapida, un cambio di vestiti e dopo qualche minuto si ritrovarono tutte lì davanti, con al seguito anche Irving, ancora sotto le cure di Fluttershy, e Spike tra le braccia di Twilight. Presero un posto fuori dal ristorante per non lasciare da solo il pachiderma e si accomodarono

“Ragazze, che giornata...” sospirò Applejack accasciandosi sul tavolo, stanca per tutto il lavoro fatto “Mi sembra quasi di aver tirato su il granaio da sola...”

“Beh, più o meno è così” commentò Fluttershy “A parte il tetto, lo hai ricostruito tutto da sola”

“Lo avrei fatto, se non fosse stato così dannatamente in alto!” esclamò in risposta, per poi rivolgersi alle amiche “Ma non parliamo di questo. Diteci, come sono andate le indagini?”

“Meglio di quanto potevamo sperare!” disse piena di enfasi Sunset “Fino ad oggi, nessuno aveva nemmeno idea che cosa fosse successo all'altra Sunset, mentre noi in un solo giorno abbiamo scoperto che si è trattato quasi sicuramente di un rapimento!”

“Davvero?!” continuò la ragazza texana “E sapete già chi è questo infame?”

“Ancora no, purtroppo” rispose per lei Rainbow “Pochi sospettati e nessuno con una motivazione seria. Dobbiamo cercare molto a fondo se vogliamo capirci qualcosa!”

“Nessun problema!” saltò sul tavolo Spike, massaggiandosi una spalla “Oggi non potevo esserci... perché qualcuno non ha voluto...” commentò a voce bassa, lanciando un'occhiataccia alla sua padroncina “Ma domani io ed il mio fiuto vi aiuteremo!”

Twilight, nel vedersi quasi accusata, assunse un tono di rimprovero “Ti ho già spiegato che il richiamo dell'antirabbica è importante!”

“Già, intanto non la fanno a te la puntura...” criticò lui sottovoce, per poi annusare l'aria “A proposito del mio fiuto... che cos'è questo odore? Cannella, crema pasticcera, fragole, panna...”

Pinkie non riuscì a trattenersi oltre, non ora che Spike l'aveva rivelata. Si alzò di scatto e corse dietro l'angolo del ristorante, portando in tavola la colossale torta presa qualche ora prima

“Taa-da! Direttamente dalle pasticcerie inglesi!” mise una forchetta in mano a tutti i presenti, Spike ed Irving compresi, per poi rivolgersi però solo ad Applejack e Fluttershy “Dato che non siete potute venire con noi, ho pensato di portare un po' di Oxford qui da noi! Per voi! Ma anche per noi!”

Il gruppo che era partito con lei si mise a sorridere, nessuna di loro immaginava che la sua idea fosse sempre stata quella fin dall'inizio, nemmeno Rarity che l'aveva accompagnata ne sapeva qualcosa. Applejack e Fluttershy si imbarazzarono un po', sentendosi quasi lusingate del pensiero. Sapevano già di essere parte del gruppo anche loro, ma quello glielo faceva capire anche di più

“Grazie Pinkie” disse Fluttershy, sorridendogli “Scommetto che sarà buonissima!”

“Oh, credo di potervelo assicurare” commentò Rarity, dando una carezza in testa a Pinkie “Non avete idea della strada che ci siamo fatte per arrivare in quella pasticceria... ce ne saranno state come minimo altre dieci prima di quella, ma no! Pinkie voleva andare lì a tutti i costi!”

Pinkie si grattò la testa, sorridendo un po' a disagio “Non so perché, ma quella mi attirava più di tutte... sarà stato il mio sesto senso!”

“Già... il tuo incredibile sesto senso...” disse sottovoce Rainbow sapendo bene che, per quanto riguardava Pinkie, il sesto senso non era solo una metafora. Assaggiando una fetta della torta, infatti, la trovò una delle più buone mai portate dall'amica, se non addirittura la migliore

Mentre gustavano quella prelibatezza, Sunset iniziò a spiegare le sue conclusioni di quella giornata “Ascoltate ragazze, dopo quello che ho visto oggi, ci sono due persone in particolare su cui vorrei indagare meglio... una più dell'altra”

Le sue amiche, sentendola, smisero di mangiare per poterla ascoltare meglio

“La prima è Martha, la madre di Jessica, una ragazza che conosceva Sunset da quando erano bambine. Non ho sospetti su di lei, dai ricordi che ho preso a Jessica sono quasi certa che non avrebbe mai fatto qualcosa come rapire una sua amica. Ma avevano la chiavi di casa sua, qualcuno potrebbe averne fatto una copia, perciò vorrei indagare più a fondo”

“Quindi anche il padre è da controllare” domandò giustamente Twilight, venendo però accolta da un senso di disagio da parte dell'amica

“Ecco... suo padre se n'è andato anni fa. Un incidente in auto, purtroppo...” rispose, con tono un po' strozzato. Aveva empatizzato con Jessica durante quel ricordo, dato che la famiglia dell'altra Sunset aveva accolto in casa lei e sua madre per passare quel brutto periodo. Twilight invece si limitò ad abbassare la testa

“Mi... mi spiace, io...”

“Non fa nulla, non potevi saperlo” rispose Sunset, stringendole la mano per farle capire che era tutto a posto

“E... l'altra persona?” domandò invece Rainbow, soprattutto per cambiare discorso

“Ecco...” rispose titubante ”L'altra persona è Steve, il bidello della scuola. Potrebbe sembrarvi strano ma... mi ha guardata storta un paio di volte, oggi. Jessica mi ha spiegato che non ci vede da un occhio... ma ho come la sensazione che non sia solo quello...”

“Per ora, possiamo basarci solo sulle sensazioni” la rassicurò Rarity, sorridendole “Se credi che possa essere stato uno di loro, allora li terremo d'occhio”

Sunset, nel sentirsi sostenuta nella sua ipotesi, tirò un sospiro di sollievo. Erano molto più vicine alla risoluzione del mistero di chiunque altro ci avesse mai messo le mani, lo poteva sentire chiaramente, non per niente era una sensitiva. Ma anche Applejack e Fluttershy avevano qualcosa da dire loro

“Ah, Sunset, quasi me ne dimenticavo! Oggi sono venuti Silk e Radius a scuola. Ti cercavano, volevano salutarti per dirti che sarebbero ripartiti oggi stesso”

“Oh... capisco...” sospirò, con aria intristita. Sperava di rivederli, in fondo. Assunse poi un'aria sospettosa “E... gli hai detto dove eravamo?”

“No...” rispose al posto suo Fluttershy “Gli abbiamo solo detto che eri in giro per la città... non sapevamo se fosse il caso di dirgli delle indagini...”

“Avete fatto bene” rispose Sunset “Sono positiva su tutto, adesso... ma non vorrei comunque riaprire vecchie ferite, né tanto meno dargli false speranze. Al massimo, glielo andrò a dire di persona quando saranno tornati, potremmo essere ancora lì al loro ritorno”

“Già... chissà quanto potrebbero durare ancora queste indagini!” si domandò Rarity “Potremmo metterci molto tempo, senza avere qualcosa di preciso da cercare”

“Si, immagino... ah!” esclamò Applejack, prendendo l'occasione per parlargli delle loro indagini personali “Anche noi abbiamo fatto qualche ricerca, oggi. Non riguarda il caso, stando qui non sapremmo nemmeno da dove iniziare per aiutarvi... ma mi sono un po' incuriosita su Silk e Radius, volevo sapere qualcosa di più si di loro. Abbiamo scoperto che si sono conosciuti ai Friendship Games, non ce lo aspettavamo!”

“È vero!” esclamò Fluttershy, attirando tutti con il suo tono di voce sognante e il suo viso rosso “Radius studiava alla Crystal Prep, mentre Silk invece veniva alla Canterlot High! Poi durante i giochi si sono conosciuti, si sono messi assieme e sono innamorati ancora adesso...” terminò, con una risatina dolce, affascinata dal loro amore

“Capisco... in effetti, è simile alla storia dei miei genitori” aggiunse Sunset, perdendosi nei ricordi “Anche loro andavano in due scuole diverse, quando erano giovani. Poi si sono conosciuti durante una gita scolastica e una volta finito entrambi gli studi si sono sposati. Le nostre dimensioni sono simili anche in questo, allora!” rispose felice, facendo ottenere a Fluttershy ed Applejack ciò che speravano. Un sorriso da parte sua. Nonché un ulteriore aumento della sua determinazione per venire a capo della cosa, adesso che si sentiva ancora più vicina ai due compagni

Ad Applejack, invece, tornò in mente il dubbio di quel pomeriggio, sul motivo della partenza della coppia. Ma gli avevano già dato una risposta, ed anche se gli erano sembrati strani, non voleva parlare anche di quello senza essere certa che se la fossero inventata. Si limitò a sorridere, pensando che l'ipotesi più probabile era che fosse stata una fuga d'amore, terminata con entrambi decisi a stabilirsi oltreoceano senza dire nulla a nessuno. Una cosa decisamente strana ed imbarazzante da raccontare a chiunque

 

Una volta terminato anche il dolce, non rimase altro da fare alle amiche che salutarsi fino al giorno dopo ed andare a casa per riposare. La giornata era stata faticosa per tutte, sia per chi aveva girato in una città sconosciuta che per chi aveva lavorato o semplicemente tenuto d'occhio un elefante. Applejack, più di tutte, era a pezzi. Gli aveva fatto piacere passare la serata con le amiche, ma non sarebbe durata ancora a lungo se fosse restata lì. Appena varcata la porta di casa, si lasciò andare alla stanchezza e si fece molle, con le braccia penzolanti e gli occhi già pronti a chiudersi nel letto. Non notò nemmeno Granny Smith sul divano, che controllava sorridente l'annuario immergendosi nei ricordi. Lei, al contrario, sentì bene la nipote aprire e chiudere la porta

“Ciao, Applejack!” esclamò voltandosi “È andata bene la serata?”

“Mh-mh...” rantolò in risposta la nipote, sforzandosi di sorridere. Solo in quel momento l'anziana si rese conto di quanto fosse distrutta, non riuscendo a trattenere una risatina e nemmeno a non scherzare un po' con lei

“Ah, il duro lavoro, non è stupendo? Non ti senti soddisfatta?” disse, malevola, ricevendo in risposta solo un'occhiataccia irritata che la diverti ancora di più “Hehehe... dai, vai a nanna, altrimenti domani non ti sveglieranno neanche le cannonate. Sveglia alla solita ora!”

La nipote utilizzò poche delle forze rimastegli per salutarla e salire le scale verso camera sua, mentre Granny tornò a sfogliare l'annuario con fare interessato. Aveva intenzione di restare qualche altro minuto, ma rivedendo la pagina di Silkie, le balenò in testa un pensiero

“Mmhh... ci sarà anche quello là?” si domandò, dubbiosa, ricominciando a sfogliare il libro in cerca di uno studente in particolare, mentre i suoi pochi minuti diventavano di più con la sua ricerca

 

Dopo una bella notte di riposo, Sunset si risvegliò, di nuovo in forze e pronta a ritornare alla carica di un paese straniero. Mentre si preparava e si cambiava, trovò un messaggio sul cellulare arrivato qualche ora prima. Era di Jessica, che le chiedeva di incontrarla davanti alla scuola alla sua uscita, dato che quel giorno non avevano lezioni pomeridiane

“Perfetto, così gli presento anche le altre!” commentò, senza però rispondergli. La differenza di orario poteva essere un problema

Terminato di cambiarsi, si avviò subito verso casa di Pinkie, già determinata a dare il massimo

Questa volta era lei ad essere arrivata per ultima. Tutte le sue amiche erano lì, comprese Applejack e Fluttershy in compagnia di Irving. La prima sembrava essersi ripresa quasi del tutto, anche se non le sarebbe dispiaciuto dormire un po' di più

“Buongiorno!” esclamò sorridente “Ci siamo tutte? Allora possiamo andare!”

“Bene, allora ci rivediamo dopo” disse Fluttershy, accarezzando l'elefante sull'orecchio “Irving invece dovrà tornare allo zoo, dopo la scuola. Sono stati molto veloci con i lavori”

“Ooh, che peccato...”commentò Pinkie, abbracciandogli la proboscide”Adesso che ti conosciamo, verremo a trovarti spesso!”

L'elefante sorrise e barrì in risposta, ma non servì Fluttershy per spiegargli che era felice di saperlo. Bastò poi uno sguardo a Twilight per dargli il via libera di usare i suoi poteri. Sunset le mise subito una mano sulla spalla per aiutarla e darle coraggio, cosa che fece anche Spike appoggiandosi alla sua gamba, ed infatti questa volta l'apertura del portale fu più immediata e veloce. Anche se adesso conosceva più luoghi, decise di aprirlo comunque davanti all'Università di Oxford, così da avere lo stesso punto di riferimento del giorno precedente. La paura della ragazza verso i suoi poteri andava via via sempre più affievolendosi

“A più tardi!” esclamò Rainbow salutando le due amiche, prima che lei ed il resto del gruppo varcassero il portale. Come il giorno precedente, lì era già praticamente pomeriggio

“Bene, adesso dove andiamo?” chiese Rarity

“Al Deputy!” le rispose Sunset “Jessica ci aspetta lì, oggi staremo in gruppo! Vediamo cosa riusciamo a scoprire”

Dall'altro lato del portale, Fluttershy ed Applejack aspettarono che il portale fosse coperto prima di andare via. Quando videro il portale bloccato, si decisero a muoversi

“E via, un'altra noiosa e stancante giornata di scuola...” commentò acida Applejack, ancora vagamente irritata di non poter andare con le amiche. Fluttershy le mise una mano sulla spalla per confortarla

“Dai, non fare così, ormai avete quasi finito” gli disse, sorridendole

“Se preferite, potrei restare e dare una mano... mi sento ancora in colpa...” mugugnò Irving, venendo anche lui rasserenato da Fluttershy

“No, tranquillo, non serve che resti... hai già aiutato molto ripiantando gli alberi ieri. E poi credo che Tree Hugger voglia rivederti...” rispose, vedendo poi Applejack a bocca aperta “Qualcosa non va?”

“I-Io... ho sentito quello che ha detto!” esclamò, sorprendendo Fluttershy “Era come vedere Spike parlare!”

“Ma... ma come è possibile?” si chiese, capendo entrambe la risposta molto in fretta. Osservando la mano di Fluttershy sulla spalla di Applejack, videro che era illuminata di verde. La ragazza stava usando inconsciamente la sua magia sull'amica ed adesso anche lei capiva gli animali

“Wow... forte!” esclamò Applejack “Questa dobbiamo dirla alle altre quando ritornano!”

“Beh, se le cose stanno così...” commentò Irving “Allora, mi posso scusare nuovamente per ciò che ho fatto. Sono davvero mortificato”

Applejack lasciò stare lo stupore e si rivolse all'elefante per rassicurarlo “Basta scusarsi, non serve, davvero! Anzi, sono io che dovrei ringraziarti, ieri con il tuo aiuto ci hai praticamente dimezzato il lavoro! E poi dovevamo comunque piantare altri semi per i meli, ci hai dato una scusa per iniziare a farlo”

Irving sorrise in risposta, lanciando un barrito “Allora di niente, mia cara!”

Fluttershy tolse la mano dalla spalla di Applejack per dare un'altra carezza all'elefante, annullando la magia. Non avevano idea di come sarebbe stata la giornata per il gruppo partito per l'Inghilterra, ma sicuramente la loro era iniziata alla grande

 

Dato che durante la giornata prima avevano già più o meno imparato la strada dal portale alla scuola di Jessica, stavolta per Sunset e le altre arrivarci fu molto più rapido, anche se ci misero comunque il loro tempo. La ragazza li stava già aspettando appena al cancello d'uscita del Deputy, seduta sul muretto. Si alzò non appena vide la sua nuova amica

“Eccovi!” esclamò, avvicinandosi “Credevo non arrivasti più!”

Subito abbracciò Sunset, che ricambiò molto volentieri “Scusa, ma forse dovevo dirtelo... noi in realtà andiamo e veniamo da casa nostra, in America. Ci spostiamo con la magia”

“Oh, capisco...” rispose lei, vedendo poi che le accompagnatrici di Sunset erano rimaste un attimo di sasso

“Sunset, cara...” le disse Rarity, dubbiosa e intimorita “Le hai parlato dei nostri... poteri?”

“Ah... non ve lo avevo detto, ieri?” commentò lei, grattandosi la nuca imbarazzata della dimenticanza “Ne ho parlato sia a lei che alla sua vicina di casa” proseguì, un po' intristita ”Non volevo mentire a loro due, le vogliono così bene... spero non ve la prendiate”

Le sue amiche si guardarono tra di loro, ridendo per il fraintendimento di Sunset e lasciandola confusa

“Ma cosa hai capito!” esclamò Rarity “Hai fatto bene a dirglielo, assolutamente! È solo che non sapevamo se potevamo parlarne o no!”

“Ah, ma certo che potete” rispose Sunset, tirando un sospiro di sollievo, per poi rivolgersi alla ragazza dietro di lei “Jessica, ti presento le mie amiche, quelle con cui sto indagando”

“Piacere di conoscervi” disse loro un po' intimidita

“È un vero piacere!” la salutò Spike in braccio a Twilight, alzando una zampa e lasciando di sasso lei questa volta

“Q-Quel cane... ha...” mugugnò, venendo interrotta da Rainbow

“Si, si, quel cane parla, a volte anche troppo. Ormai ci abbiamo fatto l'abitudine”

Spike si voltò per guardare storto Rainbow, sentendosi preso in giro, ma con la coda dell'occhio osservò l'ingresso della scuola

“Sunset, è quello il bidello di cui ci hai parlato?” domandò il cane, facendo voltare tutte. Davanti alla porta c'era Steve, con lo sguardo fisso sul gruppetto

Sunset si sentì nuovamente a disagio, continuava a credere che ci fosse qualcosa che non andava nell'uomo. Distolse lo sguardo e rispose a tutte “Si, è lui...”

“Sai... ieri ci ho pensato bene...” disse subito Jessica, con aria incupita “Quando Sunset è sparita, dopo qualche giorno credo di non aver più visto Steve a scuola. Non so se era perché non lo notavo o se mancava proprio... ma...”

Non servì terminare la frase. I sospetti di Sunset verso di lui e la sua assenza in un periodo così delicato erano di sicuro un ottimo punto da cui partire per avere dei seri sospetti sull'uomo. Quello che mancava, però, era il motivo che poteva averlo spinto a farlo. Jessica glielo aveva già detto, l'astio che provava Steve per tutti gli studenti non poteva essere sufficiente a giustificare quell'azione. Doveva esserci dell'altro dietro

“Credo che oggi faremo qualche indagine su di lui” commentò Sunset, venendo appoggiata con un cenno di assenso dalle amiche “Jessica, hai idea su dove iniziare?”

“Beh... dalla scuola, credo” rispose, pensierosa ”Non so quasi nulla su di lui, magari possiamo trovare qualcosa nell'ufficio del preside o nei registri”

“Registri?” domandarono assieme Rainbow e Pinkie, mentre la seconda già si era portata una lattina alla mano. Sunset gliela tolse, evitando un possibile disastro

“Calmatevi, voi due. Stavolta dobbiamo solo entrare e controllare. Ma non possiamo farci vedere da lui... c'è un altro ingresso?”

“Si, ma è quello di emergenza, ed è chiuso” rispose Jessica scrollando la testa ”Solo la porta principale è ancora aperta, ma Steve la chiuderà prima di andarsene. Anche se... ho sentito che prima di tornare a casa, ripulisce ogni giorno tutta la scuola da solo... dicono che gli piaccia farlo senza nessuno attorno a disturbarlo. Se vogliamo entrare, dobbiamo per forza passare da lì... ma se Steve ci scopre, ci caccerà subito via”

“Se si tratta di entrare senza farci scoprire, allora lasciate fare a me!” esclamò Rarity, facendo cenno di seguirla

Le ragazze si ritrovarono ad andare nello stesso vicolo da cui il giorno prima stavano osservando la scuola, tutte piazzate attorno a Rarity

“Speriamo funzioni!” esclamò lei, trasformandosi con la magia e guadagnando sia delle orecchie da pony che dei capelli più lunghi, quasi toccanti terra. Alzò le mani ed il gruppetto venne circondato da una cupola diamantina, che lasciò solo Jessica senza parole. Sunset si mise a spiegarle la situazione

“Questo è il potere di Rarity, può creare questi diamanti ed usarli come barriere”

“Non solo” commentò l'amica, mantenendo la concentrazione “In questo momento, sto deviando la luce attorno a noi... per chiunque non sia sotto la cupola siamo del tutto invisibili. Possiamo passare senza che il bidello ci veda, solo... cercate di non allontanarvi troppo. E camminate piano, può ancora sentirci”

“Ok!” esclamarono tutte, cominciando a camminare a piccoli passi standole dietro. Twilight, nel frattempo, mise a terra Spike

“Ascolta Spike, quando gli passeremo vicini, annusalo e memorizza l'odore. Potrebbe tornarci utile”

“Consideralo fatto!” esclamò il cane in risposta

Anche se a piccoli passi e con un bello sforzo da parte di Rarity, le ragazze giunsero appena davanti all'ingresso, poco distanti da Steve che stava spazzando li davanti. Appena si spostò un po' di lato per vuotare la paletta, Rarity allungò e strinse la barriera, creando un piccolo corridoio che sbucava appena dentro la scuola, dove l'uomo non le avrebbe viste. Fece cenno a tutte con la testa di andare avanti, in silenzio ma rapidamente. Una alla volta, le ragazze sgattaiolarono all'interno dell'edificio senza che Steve si accorgesse di loro, passandogli alle spalle senza emettere alcun suono. Quando fu il suo turno, Spike tirò fuori la testa dalla cupola per poter annusare meglio l'uomo, che però come alcune persone della sua età emanava un forte odore di anziano

Ma anche se l'uomo pareva non vederci, il suo udito non aveva certo problemi. Sentì chiaramente qualcosa annusargli le gambe, e si voltò di scatto guardandosi attorno, compreso a terra. Ma non vide nulla lì vicino, perché Spike aveva reagito in fretta ritirando velocemente in dentro la testa, anche se con il batticuore per essersi quasi lasciato beccare. Rarity, che per fortuna delle altre era l'unica ad aver visto la scena, tirò un sospiro di sollievo per essere riuscita a non spaventarsi e si incamminò al fianco dell'animale, proseguendo insieme fin dentro la scuola

Una volta abbastanza lontane, poterono ricominciare a parlare, pur mantenendo la cupola invisibile per sicurezza

“Ci siamo tutte? Bene!” esclamò Sunset, rivolgendosi poi a Spike “Hai il suo odore?”

“Si... e credo che non me lo dimenticherò per un bel pezzo!” rispose, ancora un po' sgomento, con Rarity che dovette soffocare una risata per non prenderlo in giro

“Bene” continuò Sunset, stavolta rivolta proprio a Rarity “Rarity, credi di poter reggere ancora con la barriera? Potrebbero esserci anche altri insegnanti in giro per la scuola”

La ragazza dovette ricacciare in gola la ridarella prima di rispondere “Per... per ora ho tutto sotto controllo. Se ci saranno problemi, vi dirò di entrare in qualche stanza per riprendere fiato”

“Tutto chiaro!” esclamò l'amica

“Seguitemi, l'ufficio del preside è da questa parte” disse loro Jessica, mettendosi davanti a tutte ed iniziando ad incamminarsi

 

Alla Canterlot High era appena suonata la campanella che annunciava il primo intervallo. Fluttershy ed Applejack erano andate alla finestra del corridoio, per controllare che Irving fosse tranquillo. Lo video sdraiato nel campo da calcio, mentre il signor Remington, il gufo, gli svolazzava sulla testa in modo da rassicurarlo. La giovane in gradi di comunicare con loro fece cenno nella loro direzione, sperando di essere vista per farli avvicinare. Mentre lei si sbracciava, dal corridoio si fece avanti Granny, con l'annuario tra le mani e lo stupore in volto

“Perché fa così?” chiese alla nipote “Cerca di allontanare i corvi?”

“Ma no, sta solo cercando di chiamare Irving” le rispose, ridacchiando per la strana idea dell'anziana

“Oh, ma certo... comunque, eccoti l'annuario. Ho pensato, ecco... che magari volevi dare loro un'altra occhiata, prima di ridarlo alla preside”

Applejack capì che Granny parlava dei suoi genitori e le sorrise “Si, mi farebbe piacere. Tu, invece? Piaciuto il tuffo nei ricordi?”

“Si, è stato bellissimo rivedere tutti quanti... eccetto quello scellerato di Slinky. Bah...”

“Slinky?” domandò, inarcando un sopracciglio

“Un piccolo scapestrato, mi è tornato in mente perché ieri mi avevi parlato di Silkie. Gli aveva creato un sacco di problemi in un solo anno a quella poveretta. Ci ho pensato tutta la notte, ma è una di quelle cose che purtroppo non ricordo bene, so solo che mi aveva dato molto fastidio in quel periodo scoprire che cosa avesse fatto. Cercalo se vuoi, è nella pagina subito prima della sua. Io devo andare, se non inizio a preparare adesso il pranzo non farò mai in tempo. A più tardi”

Granny si allontanò, lasciando Jackie interdetta ed incuriosita. Forse poteva scoprire qualcos'altro Su Silk e Radius, cercando quel ragazzo. Aprì subito la pagina detta da sua nonna, cercando subito la sua foto. Anche Fluttershy, a cui finalmente si erano avvicinate le due bestie, rimase incuriosita dal suo modo di fare

“Che cerchi?” le domandò, osservando anche lei la pagina

“Un ragazzo, Slinky. Granny mi ha detto che ha causato problemi alla signora Silk, un anno... eccolo!”

Nella foto, il ragazzo osservava in direzione dell'obiettivo con aria quasi disturbata dalla situazione, come se non gli piacesse stare lì. Aveva i capelli neri, con un'acconciatura che gli copriva un occhio, mentre l'altro era scoperto e mezzo chiuso, con un'aria quasi vitrea addosso. Anche Irving e Remington osservarono la foto, barrendo e bubolando assieme e riuscendo anche a Fluttershy

“Davvero sapete chi è?” gli chiese, stupita lei quanto Applejack

“Lo conoscevano?!” esclamò, osservandoli. L'elefante le annuì, mentre il gufo assunse un'espressione disagiata, che la colpirono particolarmente. Si rivolse all'amica “C'è... qualcosa che non va? Il signor Remington ha reagito in modo strano”

“Chiediglielo tu!” gli disse, prendendola per mano ed attivando di nuovo la magia di comunicazione. Anche se non poteva controllarla, pareva attivarsi sempre, tanto valeva approfittarne “Signor Remington, adesso anche la mia amica la può capire”

“Potresti dirci cosa c'è che non va?” chiese, allungando l'annuario senza lasciare la mano dell'amica “È per lui che hai reagito così?”

Il gufo osservò di nuovo la foto, sospirando “Non mi sbagliavo, è lui... vi spiego subito, ma non penso vi piacerà. Io ero già qui a quel tempo, ricordo abbastanza bene questo tipo... lo vedevo sempre mentre seguiva sempre una ragazza, non la mollava mai. Si metteva dietro ai muri, agli alberi, in mezzo alla gente, credo la seguisse pure fuori da questo posto!”

I due, appresa questa cosa, si misero subito in allarme. Forse avevano scoperto qualcosa di non molto simpatico del passato di Sunset Silk. Applejack tornò indietro con la pagina ed indicò la sua foto “È... questa la ragazza che seguiva?”

“Si! Proprio lei!” esclamò il volatile “Dovevate vederlo, sembrava me quando inseguo il cibo! Ma ovviamente non era la stessa cosa... era parecchio inquietante...”

“Me li ricordo anche io, come se fosse ieri!” aggiunse Irving, attirando l'attenzione su di se. Le due ragazze ed il rapace passarono ad ascoltarlo “C'era anche questa ragazza, assieme a quello che credo fosse il suo fidanzato. Un ragazzo con i capelli viola chiari”

“Deve essere Radius!” esclamò Applejack, con bene in mente l'uomo “Cosa ricordi di loro?”

“Che domande, tutto. Non per niente voi umani usate il termine “memoria da elefante”. Stavano passando davanti alla mia area tenendosi per mano, ma il ragazzo la stava trascinando, e lei sembrava essere molto a disagio. Poi si sono fermati ed il ragazzo ha gridato “Adesso smettila di seguirla, non vedi che le dai fastidio?!”. Da dietro il recinto delle giraffe davanti a me è sbucato lui e lo ha indicato dicendogli “Lei non sarà mai tua! Diventerà mia!”. Il ragazzo poi gli si è avvicinato con un pugno in aria e lui è scappato, mentre la ragazza si è seduta su una panchina e si è messa a piangere. Il ragazzo si è messo vicino a lei e l'ha abbracciata cercando di consolarla. Fino ad ora non avevo capito bene cosa fosse successo...”

Fluttershy ed Applejack rimasero ammutolite per tutto il racconto, immaginando perfettamente che cosa fosse successo. Fluttershy si rivolse all'amica

“È... quello che credo?” chiese, mentre Applejack iniziò a stringere la presa, irritata da ciò che aveva appena sentito

“Io credo di si... maledizione...” tornò a rivolgersi ai due animali, girando pagina ed indicando nuovamente Slinky “Sapete anche come si chiamava, questo qui?”

“Non ne ho idea, mi spiace” rispose il gufo

“Io... credo di sapere il cognome” rispose l'elefante, ripensando a quella giornata “Mentre la consolava, il ragazzo ha detto qualcosa come “Non fare così, sono sicuro che prima o poi Vinovy lo capirà”!”

“Vinovy... non mi dice nulla...” commentò Applejack, cercando di ricordare il nome. Fluttershy, invece, ebbe un sussulto

“Conosco una donna, Emma Vinovy!” esclamò ”Viene al negozio di animali dove lavoro per prendere il cibo e le medicine della sua tartaruga! Ha il guscio incrinato poverina, deve prendere molte cure...”

“Potrebbe essere la madre!” disse sicura di se Applejack, venendo però corretta dall'amica

“No, è troppo giovane... forse la sorella...”

“Quello che è!” riprese lei, tornando a stringerle parecchio forte la mano “Conosci il suo indirizzo?”

“S-Si... ma... perché lo vuoi sapere?” domandò, intimorita dal suo modo di fare “Non... non vorrai andare li e... fargli qualcosa, vero?”

La ragazza si rese conto solo in quel momento di tutta la foga che ci stava mettendo, sia dalla reazione di Fluttershy che dalla forza che stava mettendo nel stringerle la mano. Allentò la presa, lasciandola andare, per poi sospirare

“Ascolta, Fluttershy, non so se te ne sei accorta ieri, ma io sono assolutamente certa che Silk e Radius ci abbiano mentito sul motivo del loro trasferimento in Inghilterra, ed ora ho idea che potrebbe essere colpa di questo Vinovy. Voglio solo parlargli... sono passati anni ormai, forse è cambiato dopo tutto questo tempo. E se così fosse, potremmo dirlo a Silk e Radius. Credo che a Sunset farebbe piacere poter stare ancora con quelle persone, sia che ritroviamo la loro vera figlia sia il contrario, ma non verranno più qui se hanno paura di quella persona. Vorrei poterli rassicurare e dirgli che non hanno motivo di stare alla larga dalla città solo per lui” si tolse il cappello, per stringerlo, distogliendo un po' lo sguardo “So bene cosa vuol dire non avere accanto i propri genitori, e per Sunset quelle due persone e praticamente come se lo fossero... vorrei farlo per lei...”

“Applejack, io...” mugugnò, dispiaciuta. Non si sentiva di controbattere alle parole dell'amica, per cui le restò solo un'opzione “... io... se vuoi ti ci accompagno... Emma mi conosce, quindi...”

Sul sorriso di Applejack si disegnò un sorriso e si rimise subito il cappello in testa, abbracciandola “Grazie, sapevo di poter contare su di te! Allora, andiamo subito!”

Nuovamente, Fluttershy fu colta dal disagio “M-Ma come...? La scuola...”

“Questa storia è molto più importante della scuola! Andiamo a parlare con la preside, sono sicura che ci aiuterà!”

“Oh, cielo...” mugugnò Fluttershy, venendo trascinata per la mano da Applejack. Forse avrebbe dovuto pensarci due volte, prima di accettare di aiutarla. Ma anche all'esterno sembrava quasi riluttante a seguirla, dentro di se era molto felice di ciò che stava facendo per la loro amica

 

Dentro al Deputy Lyceum, il giro del gruppo nella scuola non stava dando i risultati sperati. Il problema principale era che Rarity aveva iniziato a camminare a passo lento per lo sforzo della barriera, ma restava comunque troppo testarda e determinata per arrendersi. Le altre volevano darle il tempo di riposare, ma avevano già evitate due insegnanti grazie ai suoi poteri, non se la sentiva di lasciarli andare avanti da soli o di fermarsi per lei. Come se non bastasse, un giro della scuola che sarebbe dovuto durare una manciata di minuti si era ritrovato a durare quasi più di un'ora, il che gli avrebbe dato meno tempo per cercare qualcosa di utile prima di restare chiuse dentro

Giunti all'ufficio del preside, poterono constatare che dentro non c'era nessuno, il che diede tempo alla ragazza di riposare i propri poteri mentre loro cercavano negli archivi. Si buttò quasi senza più forze sulla prima sedia che trovò, riprendendo fiato

“Oh, che fatica...” sospirò mentre la trasformazione si annullava

“Grazie di tutto, Rarity!” esclamò Sunset “Adesso ci pensiamo noi, tu rilassati un po”

Anche se non troppo elegante come gesto, la ragazza si limitò ad alzare un pollice per risponderle positivamente, lasciando libere le altre di cercare informazioni su Steve. Sunset , Jessica e Twilight si concentrarono sugli archivi cartacei, mentre Rainbow e Pinkie accesero il computer per vedere se c'era qualcosa di utile. Spike invece si mise a guardia della porta, per accertarsi che non arrivasse nessuno

Mentre Sunset analizzava una piccola pila di cartelle, Twilight si sentì in dovere di farle una domanda

“Sunset, ascolta...” chiese, un po' titubante “Se... se scoprissimo che è stato davvero Steve... cosa vorresti fare?”

“Beh, prima di tutto ho intenzione di fargli dire che cosa abbia fatto a Sunset e dove sia adesso...” disse con una facciata di estrema sicurezza, ma con un groppo allo stomaco pensando alle possibile risposte “Dopo di che, lo porteremo alla polizia e gli faremo confessare tutto. Lui finirà in galera e noi avremo ritrovato Sunset, semplice!”

“Forse la stai facendo troppo facile...” commentò Twilight “Ricorda che qui non siamo nel tuo mondo... dovremmo spiegare un sacco di cose! Come abbiamo fatto ad arrivare fin qui da casa, per esempio, oppure anche come abbiamo fatto a scoprire tante cose! Senza la magia non ci saremmo riuscite...”

“Si, questo è ovvio” le rispose Sunset, confusa “Ma... dove vorresti andare a parare?”

Twilight si fece di colpo seria ed osservò Jessica, confusa quanto Sunset “Finché si tratta di persone di cui ci fidiamo, parlare della nostra magia è un conto, ma con degli estranei? E su una cosa così grande come un rapimento, per di più! E se la gente venisse a sapere di Equestria? E della magia? E... “ deglutì, intimorita, pensando al suo lato oscuro ”E dei pericoli che ne possono uscire? La gente ha paura di ciò che non conosce... ci sono tante cose che mi preoccupano... potrebbero separarmi da voi per rinchiudermi da qualche parte, potrebbero portarci tutte ad essere analizzate per i nostri poteri, potrebbero...”

Più andava avanti a parlare, più iniziava a tremare, spaventata. Per calmarla, Sunset la strinse in un abbraccio, portando la sua fronte contro la sua. Pensò che se tra unicorni funzionava portare il corno l'uno sopra l'altro per infondere fiducia, allora anche tra di loro avrebbe potuto funzionare. Quando sentì i suoi tremori passare, si rivolse a lei in tono divertito ma rassicurante

“Se io la faccio troppo facile, tu la fai troppo complicata. Non dobbiamo per forza raccontare tutto di noi... basterà anche solo mettergli in testa l'idea di andare a confessare quello che ha fatto e lui ci andrà. Non dovremo rivelarci e non faranno niente di tutto quello che hai pensato, così credi che sia meglio?”

“Io... io credo di si...” rispose, imbarazzata sia per le parole di prima che per la vicinanza dell'amica

“Oppure potremmo sempre dire che sono stata io a scoprirlo” prese la parola Jessica “Conosco Sunset da sempre, potrei dire che non ho mai smesso di indagare e che ho scoperto tutto. Non vorrei prendermi tutto il merito, quando in realtà non ho fatto molto... ma se ti può rassicurare, lo farei”

“Grazie...” rispose, adesso più imbarazzata di prima “S-Scusate... a volte straparlo...”

“Non serve chiedere scusa, capisco che tu sia intimorita, ma come vedi una soluzione la si trova sempre. Però, prima di fare tutto, dobbiamo essere sicure che sia stato lui. Il fatto che abbia così tanti sospetti non lo rende colpevole...”

“Giusto!” replicò di nuovo Twilight, staccandosi dall'abbraccio e sistemandosi gli occhiali “Che aspettiamo, allora? Continuiamo a cercare!”

La sua ritrovata determinazione fece sorridere Sunset, che come lei e Jessica si rimise a cercare in mezzo agli archivi. Aprì il primo fascicolo, ma prima di iniziare a leggere si rivolse alle amiche al computer

“Lì come va?” chiese alzando la testa

“Per ora nulla, ma almeno siamo riuscite ad entrare” rispose Rainbow, indicando poi Pinkie “C'era la password, ma Pinkie l'ha indovinata”

“Beh, era ovvio che fosse “Lesettemeravigliedelmondo”! Sono bellissime!” commentò lei, venendo ricambiata con uno sguardo storto ma divertito da parte dell'amica

“No, non lo era... ma ormai ci siamo abituate, è solo il tuo “sesto senso”” aggiunse Rainbow ridacchiando, prima di mettersi a cercare tra i file qualcosa di interessante

Spike, nel frattempo, stava fermo e fisso sulla porta, con le orecchie dritte ed i sensi pronti a scattare in caso di allerta. Ma anche se in quello stato, attraverso il suo naso passò un odore che gli sembrava familiare e che lo distrasse dalla guardia

“... questo... è l'odore del bidello...” commentò, mettendo in allarme le amiche

“Sta arrivando?!” esclamò Rarity, mettendosi subito in piedi per attivare i poteri

“No, no! Tranquille!” rispose subito il cane, per calmarle “Però... sento qualcosa...” annusò l'aria, sicuro del suo fiuto “... viene da qui vicino... è molto forte, sono certo che c'entra con lui!”

Jessica pensò un momento e che cosa potesse riferirsi, illuminandosi di colpo ed esclamando “Che stupida, la stanza del bidello! Non ci ho pensato! Steve ha una sua stanza dove passa il tempo, quando non sta lavorando. È appena qui dietro, credo che Spike abbia sentito quella”

“Magari c'è qualcosa anche lì...” disse Sunset, rimuginando “Potremmo anche andare a dare un'occhiata, ma qui c'è ancora tanto da fare... non possiamo perdere tempo, altrimenti sarebbero guai”

“C'è qualcosa che possiamo fare...” commentò Twilight “Noi restiamo qui a cercare informazioni su Steve, mentre tu e Spike andate a cercare qualcosa nella sua stanza. E forse sarebbe meglio che venga con voi anche Rarity... avreste più bisogno voi di diventare invisibili”

“Si, certo, ma se dovesse venire qui e scoprirvi? Non potreste sparire, sareste nei guai!” rispose, preoccupata. Rainbow invece sorrise malevola

“Beh... potrei pensarci io!” esclamò, con aria divertita “Se mi mettessi a creare casino in giro per la scuola, lui perderebbe del tempo a rimettere tutto a posto. Non posso farlo per tutto il giorno, potrebbe accorgersi che qualcuno sta mettendo in disordine, ma sono sicura di poterci far guadagnare del tempo!”

“Mi piace, è un ottima idea!” esclamò Pinkie, al contrario di Sunset, d'accordo con il piano ma allo stesso tempo dubbiosa

“Va bene... ma stai attenta, non vogliamo che ti becchi” le disse, assumendo un tono divertito ed accusatorio ”E soprattutto non esagerare. Deve sembrare un disordine umano, non come se fosse passato un uragano”

“Va bene, va bene, starò attenta...” rispose allegra prima di scattare di corsa fuori dalla stanza del preside, avvolta da una scia arcobaleno, senza neanche richiudere la porta. Spike adesso sentiva ancora meglio l'odore di Steve

“Andiamo ragazze, adesso sono curioso anche io!”

Sunset si avvicinò a Rarity e prese Spike in braccio. L'amica si trasformò nuovamente ed attivò la barriera invisibile, questa volta con molta meno fatica essendo solo in tre lì sotto

“Ci rivediamo più tardi in questo ufficio!” esclamò, da dietro la barriera “Ci teniamo in contatto con i cellulari. Fate attenzione, mi raccomando!”

“Contaci!” risposero Pinkie, Twilight e Jessica, prima di rimettersi alla ricerca di indizi sull'uomo

 

A piccoli passi per non sprecare troppe energie, Rarity si fece guidare dal fiuto di Spike verso una stanza appena fuori dal corridoio in cui c'era l'ufficio del preside

“Ecco, è questa!” disse loro Spike, parlando a voce bassa per evitare di farsi sentire da chiunque. Sunset la aprì, trovando delle scale che portavano al piano inferiore

“Credo che da qui si vada al locale caldaie” disse sottovoce la ragazza a Rarity, che le annuì e le andò dietro. Una volta entrate entrambe e chiusa la porta alle loro spalle, Sunset mise a terra Spike e Rarity poté disattivare ancora la magia. Il cucciolo ricominciò ad annusare l'aria, sventolandosi una zampa davanti al naso

“Bleah... si, è di qua... e c'è anche un odore di muffa che non potete immaginare!”

“Fidati, lo sentiamo anche noi...” gli rispose Rarity, tappandosi entrambe il naso. Anche se un po' nauseato, Spike corse giù dalle scale facendosi seguire dalle due ragazze

Il trio si ritrovò in una stanza grande poco più di un'aula scolastica. Da un lato c'era la caldaia ancora in funzione che emetteva calore per i pochi che ancora erano fermi a scuola, mentre dall'altro c'erano una scrivania ed una brandina, sulla quale vi era appoggiato un cappotto nero. Spike si gettò sull'indumento per annusarlo

“Si, era ovvio, è di Steve” commentò. Rarity e Sunset si avvicinarono agli unici due mobili presenti, un po' deluse da ciò che avevano trovato. C'erano molte meno cose di ciò che speravano di trovare. Rarity si mise ad analizzare il cappotto, constatando che anche se un po' vecchio era comunque affascinante, mentre Sunset aprì i vari cassetti della scrivania. D'entro trovò varie cianfrusaglie, qualche foglio per scrivere ed alcuni attrezzi sparsi in disordine

Ma ciò che la colpì, fu una lettera. Non era sigillata, non c'era alcun francobollo né scritta sopra, ma era l'unica cosa a sembrare essere trattata con un minimo di cura. La estrasse e la aprì, vedendo che c'erano solo due parole

“Mi dispiace” lesse, in modo che anche i due assieme a lei potessero sentirlo. Si voltarono entrambi, incerti su come reagire a ciò che avevano sentito “Dice solo questo, è firmata da Steve. Una lettera di scuse molto concisa, non c'è che dire”

“Guarda, dietro c'è dell'altro” disse Rarity, indicando il punto in cui Sunset teneva la mano

La ragazza fece per voltare la lettera, ma a lei come a Rarity arrivò un messaggio sul cellulare. Si stupirono entrambe di avere campo in un luogo del genere, ma leggere il messaggio le fece ammutolire tutte e due. Era un testo molto lungo di Applejack, che spiegava loro le ultime scoperte sue e di Fluttershy

 

Pochi minuti prima, nella loro città, Applejack e Fluttershy erano arrivate di corsa davanti a casa Vinovy dopo aver affidato le cure di Irving agli insegnanti, portarsi dietro un elefante sarebbe potuto essere un problema in quel caso. Avevano spiegato alla preside Celestia ciò che stavano facendo e lei aveva acconsentito senza problemi a lasciarle andare. Sentire il nome di Slinky e quello di Silkie le riportò alla mente quei ricordi, anche se neanche sapendo il cognome del ragazzo riuscì a ricordarsi il suo nome, essendo rimasto alla Canterlot High solo durante l'ultimo anno scolastico. Ma non era certo un problema, sarebbe stata solo un'altra cosa di cui le due amiche avrebbero parlato con lui una volta incontrato. Fluttershy suonò il campanello, venendo accolta quasi subito da una donna. Indossava un completo viola a pois e delle scarpe con i tacchi, quindi forse stava per uscire o era appena rientrata. I suoi capelli erano arancioni e lunghi solo fino al collo, mentre gli occhi erano violacei, con qualche ruga sullo zigomo. La accolse con un sorriso

“Oh, Fluttershy, che sorpresa!” esclamò vedendola

“Salve, signora Vinovy” gli disse, sorridendo in risposta

“Mia cara, ci conosciamo da tanto ormai, chiamami pure Emma” gli disse, vedendo poi che era in compagnia “A cosa devo questa visita? Non dovresti essere a scuola?”

“Si, ma abbiamo una cosa urgente da fare... dovremmo parlare con suo fratello”

La donna assunse un'espressione confusa “Fratello? Io non ho nessun fratello... forse intendi dire mia sorella. Vive a qualche isolato da qui, se vuoi ti do l'indirizzo”

“N-Nessun fratello...?” rispose lei, adesso a corto di parole. Nel vederla così, intervenne Applejack

“Forse non è suo fratello, siamo state noi ad ipotizzarlo. Cerchiamo un uomo di nome Vinovy, a scuola lo chiamavano Slinky”

La donna si fece un po' cupa e si mise quasi in agitazione sentendo quel nome, pur mantenendo il sorriso “L'unico uomo che abbia quel cognome è mio figlio S.J.”

“E... suo marito?” chiese Applejack, considerando il fatto che la donna potesse aver preso il suo cognome. Vide immediatamente la donna farsi scura in viso, nonché particolarmente a disagio

“M-Mio marito... non è più qui da anni...” disse loro, guardando a terra e facendole sussultare

“Mi scusi, noi non...” continuò Applejack, venendo interrotta da una voce giovanile ed irritata alle loro spalle “Non serve scusarsi”

Le due ragazze si voltarono, vedendo un ragazzo poco più piccolo di loro, con uno zaino sulla schiena ed un'espressione infastidita in viso. Aveva i capelli neri, simili a quelli di Slinky ma senza tagli particolarmente inquietanti, persino gli occhi erano rossi e vivi a differenza di quelli nella foto

“S-S.J.?” disse Emma, vedendolo “Cosa ci fai qui? Non dovresti essere a scuola?”

“Mancava un insegnante e ci hanno fatti uscire prima, ti ho anche inviato un messaggio” gli rispose, per poi rivolgersi alle due ragazze “Mio padre se ne è andato da anni, ed è meglio che sia così. Ora siamo molto più tranquilli!”

“N-Non parlare di tuo padre in questo modo...” gli disse la donna, senza però il minimo accenno di rimprovero. Il ragazzino si indispettì per quelle parole, adirandosi non poco

“Mamma, sai meglio di me che razza di mostro fosse! Basta fare finta che non sia successo nulla!”

La donna non si sentì di controbattere, ma Applejack e Fluttershy si sentivano parecchio fuori luogo in quel momento

“Ehm... non credo siano cose che ci riguardano, quindi forse dovremmo andare...” disse Applejack, venendo però fermata da S.J.

“Siete venute qui per parlare di quell'uomo? Se volete lo farò io, lei non vi dirà mai nulla” disse loro, mentre Emma si sentiva sempre peggio. Nel vederla così, Applejack si sentiva a disagio anche solo a parlare di certe cose

“In realtà, volevamo solo parlare con lui... abbiamo saputo alcune cose e volevamo vedere se era cambiato dai tempi della scuola...”

“La mamma mi ha detto com'era quando andava a scuola!” rispose imperterrito il ragazzo, che pareva essere sempre più diretto e senza peli sulla lingua “Non era cambiato, anzi, se possibile era peggiorato! Era cattivo, faceva sempre del male a me ed alla mamma! È stato lui a ridurre così Jizzy!” disse, facendo sussultare Fluttershy

“La... la vostra tartarughina? È stato lui a romperle il guscio?”

“Esatto! L'ha presa e l'ha tirata contro la scala! È stata la sera in cui ha deciso di andarsene!”

Stavolta, entrambe sussultarono alle sue parole “Aspetta... intendevate questo quando dicevate che se ne era andato? Io avevo capito...”

“Che fosse morto?” la precedette S.J., incattivendosi “Sarebbe stato meglio! No, semplicemente ha fatto i bagagli e se ne è andato. Io ero molto piccolo, è successo... sette anni fa, mi sembra. Ma ricordo ancora tutto molto bene... la mamma gli chiedeva di restare, lui ha continuato ad insultarla, poi è uscito di casa gridando “Tu non sei lei e non lo sarai mai!”. La mamma ha pianto molto, ma ancora non capisco perché... quell'uomo non meritava tutto questo affetto”

Emma si avvicinò alle spalle delle due ragazze, con aria abbattuta ed osservando dispiaciuta il figlio

“Non potevo farci nulla... io ero innamorata di lui, nonostante tutto... ma per lui, io non ero abbastanza. È sempre stato innamorato di un'altra donna, anche dopo che ci siamo sposati... ci ho provato ad essere come lei, ma semplicemente non ci riuscivo... e lui... ogni volta...”

Fece quasi per mettersi a piangere, preoccupando molto sia Applejack che Fluttershy, ma riuscì a darsi un contegno ed ad asciugarsi gli occhi prima di iniziare a singhiozzare

“Lo so che mio figlio ha ragione... ma io ancora non riesco ad accettarlo del tutto...” terminò, accarezzando la testa a S.J., che nel frattempo si era calmato

“S-Scusate, forse non dovremmo chiederlo, ma... sapete dove abita, adesso?” chiese Applejack, grattandosi la testa a disagio. Sperava di poter essere delicata, ma per loro era una cosa importante, anche se sicuramente non potevano più sperare che quell'uomo ora fosse diverso. La donna ci pensò un secondo

“So solo che adesso vive lontano da qui... forse nelle lettere che mi invia c'è qualcosa... non le ho mai lette, solo la prima volta. Speravo di riuscire a distaccarmi da lui, facendo così”

“Delle... lettere?” domandò Fluttershy

“Per il mantenimento. Dopo che se ne è andato di casa, Steve ha continuato a mandarmi dei soldi per aiutarmi a far crescere S.J.”

“L'unica cosa decente che abbia mai fatto in vita sua...” terminò con la lingua avvelenata il ragazzo, mentre le due amiche sussultarono a sentire il nome dell'uomo

“... ha detto... Steve?” domandò Applejack, un po' incredula

“Si, è anche il nome di mio figlio, Steve Junior” disse loro, infastidendo il ragazzino, che ormai odiava anche il suo nome

“Per... per caso... si è trasferito in Inghilterra?” continuò a chiedere Fluttershy, intimidita dalla possibile risposta

La donna pensò alle sue parole, stupendosi del fatto che la ragazza avesse ragione “Ora che ci penso... si, si è trasferito in Inghilterra... ah, si, ad Oxford!” disse loro, lasciandole senza parole ed attonite “Qualcosa non va...?”

Applejack osservò Fluttershy “Emma sa delle nostre capacità?” gli chiese, venendo accolta da una risposta positiva. Prese quindi il coraggio a due mani e decise di raccontarle per filo e per segno ciò che stavano facendo. Parlare di certe cose non sarebbe dovuto rientrare nei suoi compiti, ma in una situazione del genere, qualcuno doveva pur farlo, anche solo per far sapere alla donna che cosa fosse successo. Gli parlò quindi di tutto, stando attenta a fare solo i nomi delle sue amiche, per rispetto alla privacy. Sulle prime, Emma sembrò non voler credere alle sue parole

“N-No, vi state sbagliando! Steve era violento, ma non avrebbe mai rapito una ragazza!”

“Signora, il fatto è che...” disse interrompendosi, un po' titubante. Doveva dirgli un'altra parte della storia, se voleva farsi credere “... il fatto è che... la ragazza in questione è la figlia della donna di cui lui era innamorato! Non so... non so perché abbia rapito lei e non sua madre, ma... ma è così!”

Emma, sentendo quelle parole, passò dall'essere contrariata al capire il punto di vista delle ragazze

“La... la figlia di Silkie...?” chiese, non aspettandosi una risposta ma dimostrando che sa di cosa parlavano “Oddio... allora potrebbe essere stato davvero lui...”

“Emma, so che è difficile per te...” le disse Fluttershy ”Ma... ma ci servono tutte le informazioni possibili su Steve, così potremo darle alle nostre amiche! Dobbiamo sapere cos'è successo a quella ragazza... e dobbiamo anche ritrovarla!”

La donna, dopo anni di sofferenza, riuscì finalmente a trovare una buona motivazione per lasciare andare per sempre il ricordo di un compagno così violento. La sua espressione si fece decisa e seria, quasi non sembrò più essere lei in quel momento, persino il figlio la osservò con aria stupita “Prendo subito le lettere, datemi il tempo di cercarle! S.J., vieni con me a darmi una mano!”

“Va... va bene!” rispose il ragazzo, abbandonando la cartella e correndo in casa con la donna

“Voi aspettate pure dove volete, siete sempre le benvenute!” disse, come se fosse grata alle due amiche, che sorrisero della rinnovata forza della donna. Ma anche loro dovevano tornare ad essere serie e concentrate

“Scrivo alle ragazze quello che abbiamo scoperto!” disse Applejack a Fluttershy, prendendo in mano il cellulare ed iniziando a scrivere “Sunset aveva ragione, è stato quello Steve di cui ci ha parlato!”

“Adesso devono solo riuscire a farlo parlare...” le rispose Fluttershy, osservando ciò che l'amica stava scrivendo, per controllare che fosse tutto corretto

 

Sunset, finito di leggere il messaggio, rimase quasi ammutolita. Lei aveva i sospetti, ma alla fine quelle che avevano scoperto più di tutte erano state Applejack e Fluttershy. Rarity, letto il messaggio sia lei che Spike, rimise via il cellulare ed osservò l'amica. Aveva un'espressione infuocata in viso e stringeva i pugni come se stesse per esplodere

“Lo sapevo... lo sapevo che era lui!” esclamò Sunset, eccitata “Non ci resta che prenderlo e fargli dire tutto quanto! E poi ritroveremo la mia sosia! È fantastico!”

“Vero” rispose felice Spike, scodinzolando “Adesso, dobbiamo solo prenderlo! Basterà che tu ti trasformi in Daydream Shimmer e sarà tutto finito!”

“No, aspetta...” gli disse, fermandola “Ho promesso a Twilight che non ci saremmo fatte scoprire, ed ancora non controllo molto bene i miei poteri... potrei fargli del male senza volerlo. Possiamo prenderlo anche senza magia, siamo tanti e lui è da solo! Lo faremo subito, prima che vada via!”

“Giusto” commentò Rarity, portando il cellulare all'orecchio “Ma per sicurezza, fammi fare una chiamata... conosco una persona perfetta per questo genere di cose!”

Sunset iniziò a non contenersi più, ogni fibra del suo corpo stava esplodendo di voglia di agire, talmente tanto che sembrava essere tornata una bambina. Mise via la lettera che stava leggendo, infilandosela in una tasca interna della giacca di pelle, per poter avere le mani libere. Non stava esultando solo perchè ancora era tutto lontano dall'essere finito, ma ormai erano quasi arrivate alla fine di quella storia

“Non ci posso credere... così poco tempo e siamo già riuscite a risolvere il caso! È fantastico!” anche lei prese il cellulare ed iniziò a digitare un messaggio “Avverto le altre del mio piano, poi lo spiegherò anche a voi! Oggi prendiamo lui... e domani, avremo ritrovato Sunset!”

 

 

 

 

 

Si... domani, per modo di dire! Salve a tutti ragazzi, qui MC Outlaw. Ormai ci siamo, il caso della sparizione di Sunset sta per essere risolto e Steve Vinovy, il colpevole, avrà ciò che si merita. Il tutto nel prossimo capitolo, Mezzanotte... quando il mondo è avvolto dall'oscurità ed il cuore degli uomini si fa nero. Alla prossima

MC Outlaw

   
 
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