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Autore: Melissa Miley Renga    20/12/2016    6 recensioni
FANFICTION SCRITTA PER IL CONTEST DI NATALE "SFIDA A CATENA" INDETTO DAL GRUPPO SU FACEBOOK "TAKAHASHI FANFICTION ITALIA
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Naraku ed Ayame festeggiano la Vigilia di Natale insieme ai loro amici in comune. Lei per far colpo su Naraku, il suo amico di infanzia, si veste da babbo natale sexy inconsapevole del fatto che lui viene chiamato l'anti-babbo natale.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ayame, Inuyasha, Kagome, Naraku, Sango
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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FANFICTION SCRITTA PER IL CONTEST DI NATALE "SFIDA A CATENA" INDETTO DAL GRUPPO SU FACEBOOK "TAKAHASHI FANFICTION ITALIA
1- Coppia: Naraku/Ayame
2- Naraku deve essere l'Anti-Babbo Natale (libera interpretazione su cosa questo significhi). 
3- la parola "Sangue" dovrà comparire almeno quindici volte nel testo.

 
 
L’Anti-Babbo Natale
 
 
“Tu dici che funzioni ?” Chiesi alla mia migliore amica mentre continuavo ad ammirarmi allo specchio.
“Credimi, Aya. Con questo vestito lo farai impazzire” Rispose lei.
Non ero quel genere di persona che si vestiva elegante con vestitini che risaltavano le proprie forme. Eppure eccomi qua, oggi per la Vigilia di Natale con un vestito rosso sangue  di velluto a maniche lunghe di Natale con rifinitura finale di bianco; ritaglio scollatura dritta; sotto il petto una cintura e fibbia cucita nero; aderente che arriva a metà conscia con rifinitura finale anche qui di bianco. Ecco insomma  avete capito bene vestita da babbo natale sexy! In abbinato in testa ho proprio appunto il cappello da Babbo Natale ci mancano solo le renne ed i mille regali da portare ai bambini!
“Non è un po’ troppo esagerato.. cioè voglio dire è una festa e poi non è che voglio farmi notare da Naraku, vorrei evitare di trovarmi in imbarazzo…”
“Ma che imbarazzo!! Vedrai che andrà tutto bene e lui finalmente ti noterà.”
Avrei voluto tanto crederci, ma in tutti questi anni che gli sono amica, mai mi ha guardato diversamente da una sorella. Eppure io ci ho messo ben poco ad innamorarmi di lui, a sperare che lui ricambiasse in qualche modo i miei sentimenti, ma nulla di fatto. Solo e soltanto amici. E’ un bel casino l’amore… sarebbe più bello se sarebbe sempre corrisposto senza dover soffrire mai.
“Oh andiamo non fare quel broncio! Io starò sempre vicino a te in ogni caso anche se deve andare male, ok?” Continuò lei a dirmi per tirarmi su il morale. “ Ora forza andiamo giù che Sango ci aspetta per andare a festeggiare.”
Feci un sorriso sforzato alla mia amica e cercai di convincere più me stessa che lei che sarebbe andato tutto bene; un respiro profondo per calmare il battito frenetico del mio cuore per l’emozione di rivedere Naraku e poi mi infilai il capotto come del resto fece anche lei ed uscimmo di casa per andare in macchina, ma con quel vestito troppo corto che avevo addosso mi gelai tanto che mi parve persino che il sangue mi si era ghiacciato nelle vene, dannazione! E già da questo potevo capire che aveva inizio il mio incubo peggiore…!!





***





“Inuyasha, ti prego perché devo venire a questa stupida festa ? Posso farne anche a meno e starmene anche a casa, sai quanto odio le feste poi. Lo sai bene tu!” Dissi al telefono con il mio migliore amico.
“Oh per Amor del Cielo, Naraku! Ogni anno la stessa storia! Lo sai quanto ci tengo a questo periodo dell’anno e soprattutto a quanto ci tengo a festeggiare insieme ad i miei amici più cari queste feste! E tu sei il mio migliore amico e non puoi mancare assolutamente!Quindi ti prego di fare poche storie, anche perché lo sai bene che se non vieni mando un auto a prenderti! Quindi non hai via di scampo amico mio! Vestiti e muovi il culo! “
Già è vero ad Inuyasha non si poteva fregare, perché in un modo o nell’altro quello che voleva lo otteneva sempre.
“Ok, ok va bene. Ma sappi che non sarò dell’umore adatto, eh.”
“Mi accontenterò. A tra poco, Naraku.”
Salutai e chiusi la telefonata. Aveva ragione era bello passare questo periodo insieme alle persone che si vogliono bene, ma ogni volta mi tornavano alla mente brutti ricordi che preferivo veramente non ricordare, in quanto mi facevano solo stare male. E quindi non sono mai riuscito a vivere in  piena armonia questo periodo dell’anno. Mi ribolliva il sangue al solo pensarci. Vorrei che ci fosse un modo per cancellare tutto e poter vivere senza rimorsi o rimpianti, ma soprattutto in serenità. Invece devo continuare a vivere  ricordando gli eventi passati. Così mi toccava sempre indossare una ‘maschera’ facendo credere che tutto andava bene e che niente mi turbava perché odio pienamente sentirmi fragile in particolare davanti agli altri. E sono certo che mi toccava indossare questa maschera anche in questa serata con gli amici al mio fianco cercando così di far sembrare che sia tutto a posto quando invece non lo è. Ma preferivo che nessuno vedesse la mia fragilità soprattutto colei che mi conosce fin dall’infanzia: Ayame.





***






La macchina di Sango si fermò davanti ad un enorme villa azzurra addobbata già all’esterno in festa da mille addobbi natalizi; c'era il vischio al portone principale con delle belle decorazioni natalizie e poi intorno alle porta c'era del pungitopo con queste bacche di un rosso acceso come delle gocce di sangue.
“Benissimo siamo arrivati.”Annunciò spegnendo il motore della macchina.
Ayame dai lunghi capelli rossi, nel sedile dietro di lei, si agitò. Già era arrivata. Era giunto il momento che tanto temeva di più: vedere il suo grande e primo amore vestita in quel modo. Che cosa ridicola! Come avrebbe reagito Naraku alla vista di lei conciata in quel modo per lui ? Non ci voleva pensare anzi avrebbe voluto scomparire o passare almeno inosservata, ma sarebbe stato difficile con quel colore rosso così acceso… Almeno il cappotto copriva tanto quanto bastava per coprirla tutta.
“Andrà tutto bene, cerca di rilassarti.” La raggiunse Kagome appena Sango ed Ayame uscirono dall’auto.
La rossa annuì ed insieme successivamente raggiunsero la porta d’ingresso della grande abitazione. Ormai era tradizione per loro ritrovarsi lì a casa Taisho a festeggiare Natale. E non potevano per nessuna ragione al mondo evitare tale evento anche perché Inuyasha non l’avrebbe di certo permesso!
Suonarono alla porta e poco dopo vennero accolte da una anziana donna.
“Benvenute ragazze!Prego accomodatevi!Lasciatemi pure i vostri soprabiti”
Le tre ragazze sorriso alla donna che ormai conoscevano da diversi anni ed entrarono nella grande casa.
Come al solito Inuyasha aveva fatto le cose in grande e già parecchi dei loro amici erano all’interno della casa.  
“Oh la ringrazio, Kaede. Come sempre molto gentile.”
A differenza della altre Ayame si strinse di più nel cappotto abbastanza imbarazzata.
“Grazie, ma io preferisco tenerlo per ora.. “ Disse lei un po’ a disagio.
“Ma che dici?! E’ il caso che ti togli il cappotto!” la rimproverò Kagome ed aggiunse sotto voce maliziosa “e che fai vedere quel bel fisico che nascondi sempre all’uomo dei tuoi sogni…”
“Smettila Kagghy, non è divertente! Preferisco tenermi il cappotto, per ora.” Disse lei agitandosi  e sorridendo sforzatamente.
“Come vuoi, ma poi non ti lamentare se non ti calcola eh!” Continuò la mora.
In quel momento vennero interrotte dall’arrivo di un ragazzo dai lunghi capelli argentati.
“Siete arrivate! Che bello vedervi, venite sistemiamoci nella sala per un drink dove ci sono anche gli altri…  “
Così andarono insieme al proprietario di casa in sala.
“Grazie Inuyasha come sempre dell’ospitalità.” Disse durante il tragitto Sango.
“Per me è davvero un piacere avervi qui.”
Giunsero in sala. La stanza era piena di persone vestite nei modi più diversi: chi a tema festivo con vestiti che richiamavano i temi natalizi più ricorrenti, ed altri che avevano scelto di vestirsi semplicemente con abiti eleganti. I loro amici erano alcuni seduti nel divano altri in piedi seduti attorno al camino a chiacchierare animatamente del più e del meno.
Ayame cercò con lo sguardo il suo amico tra i presenti nella stanza e fu sollevata di non trovarlo in quella miriade di persone. Inuyasha offri a loro un Bloody Mary, come  drink, un corposo cocktail speziato dal colore rosso sangue, molto popolare e a base alcolica di vodka.
La rossa ne bevve un sorso, ma non andava matta per quei drink. Inoltre stava sentendo caldo e voleva evitare di sudare… ma come poteva fare ? Vedendo che tutti erano impegnati a chiacchierare e sorseggiare il proprio drink, comprese le sue tre amiche, decise che si sarebbe tolta il cappotto. Tanto concentrati com’erano nessuno avrebbe fatto caso alla sua presenza. E così fece. Appoggiò il bicchiere nella mensola a lato del divanetto e si tolse prima una manica e poi l’altra togliendoselo così definitivamente.
 ‘Scrash’: il rumore sordo di un bicchiere che cadde nelle vicinanze della ragazza. L’ambiente calò nel silenzio. Lei si girò immediatamente nella direzione dello strepitio e notò che l’aveva causato proprio lei quel frastuono: non si era resa conto che togliendosi il giacchetto aveva fatto cadere il suo drink.
“Oh, Cielo!” Esclamò alzandosi in piedi e rendendosi conto solo in quel momento di essere al centro dell’attenzione. Benissimo non solo non voleva che nessuno la notasse ma ora tutti l’avevano notata.” Ehm… mi dispiace.. io.. non volevo!” Disse dispiaciuta ad Inuyasha poco distante da lei, mentre si mise in ginocchio a raccogliere i pezzi. Il ragazzo la raggiunse e la fermò.
“Ei tranquilla è soltanto un bicchiere. Lascia stare verrà la governante a pulire.”
Anche se un po’ titubante lei annuì. Si rialzarono in piedi e lei si sistemò per bene il vestito che era salito un po’ troppo sù.
 Il silenzio fu interrotto da una persona entrata nella stanza proprio in quel momento.
“Certo che la tua cucina di là è messa parecchio male, mio caro. Per trovare il ghiaccio ci ho messo una vita...!” poi si fermò notando l’attenzione tutta rivolta su di lui e notando che nessuno fiatava. "Che succede ho interrotto qualcosa ?”
Ayame riconobbe immediatamente quella voce. Abbassò lo sguardo a terra evitando di incrociare il suo.
“Affatto. Sei arrivato giusto in tempo Naraku.” Disse Inuyasha attirando l’attenzione su di se’. “Ringrazio ciascuno di voi per la vostra partecipazione a questa festa a cui tengo sempre particolarmente tanto. Inoltre colgo l’occasione oltre che a scambiarci gli auguri ed i regali per darvi un informazione ed un invito speciale: ogni anno migliaia di cittadini hanno bisogno di trasfusioni e l'ospedale’ Taisho Hospital’ è sempre a corto di sangue per cui deve usare i fondi per acquistarlo e non per comprare delle attrezzature mediche più avanzate per aiutare i cittadini. Vi esorto dunque a partecipare nell'anno nuovo alle donazioni di sangue che si terranno nell'ospedale. Detto questo, Buon Natale a tutti voi!”
Concluse alzando il calice del suo drink. Tutti seguirono l’entusiasmo di Inuyasha e brindarono insieme a lui. Almeno quasi tutti lo fecero. Infatti, mentre gli altri tornavano a festeggiare, Naraku ed Ayame sembravano che non avessero nemmeno compreso il discorso del giovane: lui aveva l’attenzione su di lei e lei neppure alzava lo sguardo da terra dall’imbarazzo.
Fu proprio il ragazzo poco dopo a lasciare la stanza. Lei timorosa alzò lo sguardo, ma di fronte a lei non vide più il suo amico di infanzia. Ne fu da un lato sollevata, dall’altro ne fu dispiaciuta.
Kagome che aveva visto tutta la scena intuì la reazione di lui come immaginava, ovvero che lei avesse fatto breccia nel suo cuore con quel bel vestito.
“E’ andato tutto come previsto, Aya. Hai fatto colpo.” Le disse lei avvicinandosi all’amica ancora scossa.
“Davvero, dici ?”
“Certo! Vedrai che presto verrà a cercarti.”
In verità Kagome era inconsapevole della situazione di Naraku: era inconsapevole del vero motivo per il quale quest’ultimo aveva lasciato la stanza.






***






Appena uscii dal grande salone la rabbia prese il sopravvento alla vista di quel vestito. Tutti i ricordi che prima erano in qualche modo lontani dalla mia mente ora li rivedevo belli e chiari. Se fossi rimasto ancora per un po’ non so cosa sarebbe successo in quanto riuscivo a distinguere solo le lucette lampeggianti dell'albero di Natale dietro di lei nel salone principale che mi ricordavano le gocce di sangue che gocciolavano dalla mia mano quello stesso giorno di tanti anni fa.
“Io non volevo fargli del male!” Annunciai quando compresi che qualcuno fosse entrato nella stanza dove stavo. “ Non ci stavo con la testa, Inuyasha! Avevo bevuto e vedere lei con un altro non ci avevo visto proprio più dalla rabbia! Proprio con quel vestito di Babbo Natale che aveva preso a quanto mi aveva detto per me. Invece era per lui, sempre e tutto era per lui e mai per me.”
“Lo so, amico mio. E’ normale che tu sia rimasto scosso ed abbia reagito in quel modo. Ma è acqua passata ormai non ci puoi sempre andare a sbattere alla cosa!”
Mi girai verso di lui. “No! Tu non capisci! Tu non sai che male fa vivere con questo rimorso per tutta la vita, se quella sera non ci fossi stato tu a fermarmi io l’avrei ucciso  Koga!”
“Ma invece non è successo! E tutto è finito per il meglio, pensa questo!”
Non riuscivo a stare tranquillo. Kagura era ancora nei miei pensieri e Koga me l’aveva portata via come se niente fosse. Scoprire il tradimento per me era stato devastante da perdere la testa. Non solo avevo sferrato un pugno al muro, ma l’avevo picchiato tanto da fargli uscire il sangue dal naso e dalla labbra e di conseguenza fargli del tutto perdere coscienza. E quando lei mi aveva supplicato di lasciarlo stare, io ero pieno di collera non avevo avuto pietà neppure per lei. Avevo preso lei con la forza e sbattuta al muro ed era anche incinta, incinta sicuramente di un figlio che non era mio. Se non fosse arrivato Inuyasha proprio in quel momento a salvare la situazione non so in che guaio mi sarei cacciato!
“Io sono destinato a stare solo. Non ho bisogno di nessuno, nessuno mi può salvare! Non merito nessuno! Non hai visto come stavo per ridurre quella povera ragazza?! La verità è che non merito nessuno nella mia vita! Nessuno e tanto meno lei, e tu sai a chi mi riferisco! Cosa avrei fatto se fossi rimasto un minuto in più in quella stanza alla vista di quel vestito ?  Te lo dico io dove saremmo finiti: in un bagno di sangue come quella volta! Io vorrei stare con lei credimi, ma non la merito!”  
“Smettila Naraku! Tu devi riuscire a controllare la tua rabbia!”
“Credimi vorrei tanto riuscirci, ma è più forte di me…! Ogni volta la rabbia prende il sopravvento a quel ricordo in particolare al ricordo dei giorni successivi a quanto avrei voluto vendicarmi ai suoi amici.” Dissi ricordandomi che qualche giorno dopo l’accaduto gli amici di Koga vennero apposta a cercarmi per picchiarmi a sangue “ E poi grazie a me lei perse il bambino. E questo mi portò via ogni possibilità di legame con lei.”
La frustrazione di non vederla dopo quattro anni dall’accaduto era ancora forte dentro di me.
“Dannazione! Se solo avessi reagito diversamente!”
“Ormai non ci puoi fare più nulla…  Devi venirne fuori, e non puoi riuscirci da solo in questo stato, ti devi fare aiutare.”
“Non voglio essere aiutato! Ormai non c’è più speranza per me, Inu!“ Proprio in quel momento mi accorsi della presenza alle spalle del mio amico e aggiunsi. "Lasciatemi in pace tutti e quando dico tutti intendo proprio tutti, Ayame.”
Poi senza dire una parola lasciai la stanza in fretta e furia.   






***






“Ehm scusa, non volevo interrompere nulla…” Dissi ad Inuyasha una volta che Naraku lasciò la stanza un po’ a disagio.
“Fa nulla Ayame tanto testardo com’è non saremmo andati molto in là con i discorsi… piuttosto tu come mai qui? Ti sei persa?”
“Ehm… veramente ero venuta qui in cerca di un cerotto.” Risposi indicandogli il sangue che sgorgava dal mio dito. “ Stavo scartando un pacco regalo e mi sono tagliata  leggermente ed il sangue è iniziato subito ad uscire così sono venuta qui per prendere la cassetta dei medicinali per applicare un cerotto nella speranza di trovarla…”
“ Nessun problema ti rimedio subito il cerotto.”
“Grazie.”
Inuyasha aprì un mobile e da lì tirò fuori una scatolina. Io continuavo a pensare a Naraku: perché non voleva essere aiutato ? Che stava succedendo ? Era più forte di me, dovevo sapere che stava accadendo…
“Scommetto che muori dalla voglia di sapere che cosa significava quella frase pronunciata da Naraku, non è così? “ Mi sorprese il mio amico, mentre estraeva dalla scatolina i cerotti.
“Veramente…io non è che mi voglio impicciare… non sono affari miei.” Mentii cercando di fare l’indifferente alla cosa.
“Capisco…  Quindi non ti interessa sapere che non sta bene, giusto?’”
“Cosa ??” Domandai allarmata, mentre lui mi medicava la ferita con un cerotto.
“ Non dovrei essere io a dirtelo, Ayame. Ma non può andare avanti così. Anche se continua a dire che non ha bisogno di nessuno lui invece ha bisogno di qualcuno, di qualcuno che lo salvi da sé stesso. Ha bisogno di una persona al suo fianco che lo conosca bene e che possa guarire le sue ferite.”
“Perché mi stai dicendo queste cose Inuyasha?“
“Perché io penso che tu sei la persona che può essere in grado di aiutarlo.” Negai con la testa. Io non potevo fare un bel niente se lui non voleva minimamente essere aiutato. Lui non mi diede nemmeno il tempo di replicare. "Pensaci Aya. Sei la sua amica di infanzia conosci tutto di lui e lui di te. Sei quella che meglio riesce ad interpretare i suoi stati d’animo.”
“ E’ vero lo conosco. Ma se lui non vuole parlare con me io non ci posso fare nulla!”
“ E chi ha detto che non vuole parlare con te ?"
“ Be’ se non l’hai notato mi evita e se ben hai compreso l’ultima affermazione che ha detto, vuole essere lasciato in pace, quindi non essere disturbato.”
“Pfff! Lasciato in pace Naraku? Figurati! A volte sono proprio le persone che dicono che non hanno bisogno di nessuno ad avere più bisogno di avere qualcuno vicino…. Tu come amica potresti fare veramente tanto per lui anche solo standogli vicino credimi, e poi non ha prezzo tentare no ?  Almeno così avrai la soddisfazione di dire ‘ci ho provato’. Io ormai ci ho provato a farlo ragionare, mia cara. Ma ahimè a me ormai non da più retta ed ho perso le speranze. Forse con te sarà diverso e potrebbe darti anche ascolto.”
“ Se non ha ascoltato te come potrebbe ascoltare me?”
“Cara Ayame… ti svelo un piccolo segreto a volte per la persona per cui proviamo un profondo sentimento di affetto si fanno sacrifici purché lei o lui sia felice. Certo a me Naraku ci tiene, come suo migliore amico, ma non quanto tiene a te.”
“Cosa vorresti dire con questo ?”
“ Voglio dire soltanto che lui farebbe sicuramente di tutto per cambiare per te perché per lui tu sei una persona speciale… basta solo che lui si renda conto che tu ci sei per lui. Solo così lo potrai aiutare…”







***






Le parole di Inuyasha continuarono a vagare nella mente della ragazza, mentre girovagava per la grande casa alla ricerca del suo amico di infanzia.
Che cosa voleva dire che per Naraku lei era speciale ? L’unica soluzione che trovò era che era speciale per lui come amica, come sorella. Ormai aveva smesso di illudersi visto che da parte sua l’interesse non c’era mai stato, o almeno così credeva considerando i suoi atteggiamenti nei suoi confronti. Infatti si era sempre dimostrato disponibile nei suoi confronti, ma sempre distaccato dal punto di vista sentimentale. Da ciò aveva dedotto il suo disinteresse per lei in amore, anche perché mai si era interessato degli uomini che gli andavano dietro e lei aveva accettato la cosa tanto che neppure lei si era interessata della cosa per rispettare il suo volere. Ma ora si ritrovava a chiedersi che sì lo conosceva meglio di chiunque altro, nonostante ciò in realtà di lui sapeva ben poco in fatto di sentimenti.
Tuttavia Inuyasha aveva ragione: da amica avrebbe dovuto aiutarlo o almeno provarci in qualche modo. Non aveva un piano per come poterlo aiutare, avrebbe aspettato l’evolversi della situazione e seguire quello che il suo istinto le diceva di fare.
Finalmente dopo un tempo che per lei sembrò interminabile riuscì a trovarlo nella stanza accanto al salone principale dove si svolgeva la festa. Probabilmente quella stanza era usata come ufficio visto l’arredamento: una scrivania al centro della stanza piena di scartoffie sopra ed un computer; con in abbinato una poltrona; dietro di essa un grande scaffale  con tanti libri; a lato un grande camino con a lato due poltroncine.
Naraku era in piedi stava bevendo un cocktail, le dava le spalle, lo sguardo era rivolto alla grande finestra. Lei entrò chiudendo la porta alle sue spalle.  
“Che fai qui tutto solo? Ti stai perdendo tutta la festa di là…”
Lui non ebbe bisogno di guardare in faccia il suo interlocutore che aveva immediatamente riconosciuto quella voce così dolce della sua amica.
“Non ho niente da festeggiare, sinceramente. Preferisco starmene qui per i fatti miei.”
Lei si avvicinò un po’ titubante al ragazzo. "Ti posso fare compagnia?”
“Dannazione!” Esclamò. Si girò dalla sua parte ed urlò “Insomma possibile che nessuno capisce che voglio essere lasciato in pace?! Io sono destinato a stare solo! A non avere nessuno accanto! Non mi merito nessuno!”
Ayame rimase sconvolta dalle parole pronunciate dal ragazzo e da quelle poté capire quanta frustrazione e quanta sofferenza poteva provare.
“ Non dire così…” Disse dolcemente prendendogli la mano. Lui con un gesto brusco la scansò.
“Non mi toccare! Non voglio farti del male! ”
Lei vide il terrore nei suoi occhi. “Non avere paura sono io,sai che puoi dirmi tutto…”
Lui sapeva di avere bevuto, ma di essere ancora abbastanza lucido da riconoscere chi aveva di fronte, ma vederla con quel vestito addosso gli faceva ricordare tanto la sua amata Kagura.
“Vattene prima che non risponda più delle mie azioni!”
“Naraku, cosa… ?”
Lui strinse il bicchiere pieno del liquido giallino nelle sua mano tanto da farlo rompere del tutto. Immediatamente la sua mano iniziò a sgocciolare sangue.
“ Naraku la tua mano…” si preoccupò subito lei vedendo uscire copiosamente il sangue.
“ Lei era qui esattamente quattro anni fa, in questa stanza." Disse lui “ Con l’uomo che ritenevo essere uno dei miei migliori amici. Lei con quello stesso vestito da Babbo Natale sexy che hai tu ora addosso. Diceva che l’aveva messo per me solo ed unicamente per me, invece l’aveva messo per lui, per l’uomo che veramente amava. Lei mi aveva solo preso in giro. Avevo bevuto parecchio quella sera  e non appena per caso li avevo colti in fragrante, non  risposi delle mie azioni. Lo picchiai a sangue da fargli perdere coscienza. Lei mi aveva supplicato di non farlo aveva cercato di giustificarsi, ma io non l’ascoltai. Ero così accecato dalla rabbia che avevo iniziato a picchiare anche lei dopo essere venuto a conoscenza della sua gravidanza. Fu Inuyasha a salvare la situazione.”
Lei ascoltò scioccata il racconto mettendo insieme i pezzi.
“Ma certo ora capisco… ricordo che eri venuto accompagnato da Kagura quell’anno se non sbaglio che ce la presentasti come tua carissima amica. “
Lui annuì. “Sì… Tutto questo successe al termine della festa per fortuna e quindi nessuno si accorse di nulla. Nonostante ciò potrai capire come è terminata la cosa: Kagura perse il bambino e volle definitivamente chiudere i contatti con me. Ora vivo con questi rimorsi e sensi di colpa. Puoi capire il perché non ho nulla da festeggiare in questo giorno. Ho cercato di dimenticare, ma non ci riesco, ogni volta mi ritorna alla mente. Vengo definito proprio l’Anti-Babbo Natale proprio perché da quell’anno odiai con tutto me stesso questo periodo dell’anno. Cerco di stare alla larga da tutti di non far trasparire emozioni. Perchè io non merito la felicità.Non merito qualcuno accanto. Come posso meritarla dopo quello che ho fatto alla mia ex?”
Ayame ebbe compassione di lui. Capiva la sua frustrazione e capiva quanto dolore potesse provare.“Nessuno si deve privare della propria felicità Naraku. E non puoi affrontare tutto questo da solo perché da solo non riuscirai mai ad uscirne.”
“ Ma io non voglio mettere in pericolo nessuno…io merito di stare da solo.”
“ Nessuno si salva da solo. Abbiamo sempre bisogno di qualcuno che ci sostiene nel bene e nel male, che ci accetti per quello che siamo anche se abbiamo fatto del male a qualcuno. Metti ad esempio Inuyasha: se non ti avesse soccorso ti saresti ritrovato nei guai invece lui era lì pronto ad aiutarti nonostante tu avessi sbagliato in quel momento a reagire impulsivamente senza badare alle conseguenze. Senza un sostegno si crolla, bisogna avere un  appoggio su cui poter contare sempre . La cosa importante è accorgersi dell’errore e rimediare cercando di affrontarlo senza invece metterci una pietra sopra. Perché così ti può sembrare la soluzione migliore in quel momento e pensi di essere a posto, ma poi ti accorgi che non è così che si risolve la cosa perché il dolore, il rimorso, i sensi di colpa sembrano in un primo momento svanire ma poi poco a poco tornano a galla piano piano.
Invece tu devi affrontare questo dolore, solo così puoi vivere serenamente  ”
“Io non ce la faccio… Ayame. Mi sento troppo sbagliato…Mi sento troppo solo…”
“Ei…” Gli sorrise, mentre gli prese entrambe le mani fregandosene di sporcarsi la mano destra con il sangue della ferita causata dal bicchiere rotto “ Non sei solo sono sempre qui io. Insieme ce la possiamo fare Naraku.Ci sosteremmo a vicenda nel bene e nel male”
“ Cioè tu non hai paura di me ? Non hai paura dei miei scatti d’ira dopo quello che ti ho raccontato ?"
“ Niente affatto. Non ho paura di te. Mi fido di te, e sono certa riuscirai ad affrontare tutto questo.”
Rimase a bocca aperta dalla fiducia della sua amica. “Oddio Ayame, non so veramente cosa dire se non grazie!”
Inaspettatamente abbracciò la ragazza che rimase sorpresa, ma che ricambiò quasi subito la stretta un po’ imbarazzata.
“Non mi devi ringraziare. D’altronde gli amici servono a questo, no?”
“Hai proprio ragione Aya.” Rispose lui.
In quel momento la porta venne spalancata. Ed un’imbarazzata Kagome fece capolino nella stanza. Si staccarono dall’abbraccio.
“Oh Cielo! Scusate non volevo interrompere… stavo cercando Inuyasha, ma evidentemente non è qui la prossima volta imparerò a bussare prima di entrare.”
Ayame rossa in viso guardò l’amica “ Veramente non hai interrotto nulla, tranquilla.”
“ Sì stavamo giusto per tornare alla festa”
Si avviarono verso la porta. Kagome uscì lasciando così lo spazio anche a loro per uscire. Però nello stesso momento che Ayame attraversò la porta, Naraku era al suo fianco. Nessuno si accorse del grande vischio sopra la porta a parte proprio Kagome che guardò entrambi con un sorrisino malizioso.
Ayame si accorse di essere osservata dall’amica e rimase perplessa. “Ehm.. che c’è ?”
L’amica indicò con un dito sopra di loro. Entrambi alzarono la testa e videro la pianta sopra.
“Oh .” Scappò alla rossa con un nodo in gola.
Lentamente abbassò lo sguardo verso l’amico.
“E’ un vischio. E’ usanza che se due persone passano sotto di esso contemporaneamente si devono baciare.” Annunciò lui.
“Ah be’… io non credo a queste cose…” Cercò di giustificarsi lei mentre diventava più rossa dei suoi capelli ormai.
“Perché no ?” Disse lui avvicinandosi pericolosamente a lei. “ Non c’è nulla di male a dare un bacio…”
Lei  non ebbe tempo di replicare che le sue labbra erano già sopra le sue. Lo stava baciando! Lui la stava baciando! Il suo cuore fece una capriola dall’emozione. Le sue braccia si strinsero attorno al suo collo mentre lui la stringeva lungo i fianchi.
Chiuse gli occhi, come del resto aveva fatto già lui, godendosi il sapore della sua bocca.
Si staccarono solo quando non ebbero più fiato.
Si guardarono intensamente negli occhi lei un po’ rossa nel viso e fu la prima a staccarsi da lui successivamente anche lui lo fece.
“O-ook…” balbettò “Penso che abbiamo perso già abbastanza tempo, si può tornare alla festa”
Disse allontanandosi da quel dannato vischio che le aveva permesso di toccare quele bellissime labbra che avrebbe voluto ribaciare subito. Se solo non fosse stato vincolato da quell’usanza sarebbe stato tutto più semplice….
Lui la raggiunse quasi subito.
“Un’ ultima cosa: ma tu mi accetti anche se sono l’anti-babbo natale che odia perennemente le feste ed il Natale stesso  quando tu invece adori questo tipo di feste ?”
“Certo che ti accetto, così come sei anche da anti-babbo natale.”
 Lui sorrise felice di quello che udirono le sue orecchie. “Bene. Allora si può fare!”
L’attirò di nuovo a sé e la baciò di nuovo.
“Ei! Guarda che non abbiamo mica il vischio sopra di noi!”
“ Lo so. Ma non mi serve mica il vischio per poterti baciare…! “
Ayame non era felice era più che felice. Non aspettò altro e baciò l’uomo che da sempre le era amico, ma che ora qualcosa di più era sbocciato tra loro.

 
 

FINE






 
 
Ciao a tutti!
Wow! eccomi qua non ci credo sono riuscita sia a terminare in tempo, che a conclundere una storia per la prima volta in questo sito....!! Che dire ? Mi sento pienamente soddisfatta di me stessa!! Spero che apprezzerete la storia. Ci ho messo molto impegmo e spero che si veda :)
Detto questo passo ai ringraziamenti: per prima cosa ringrazio il gruppo 'Takahashi Fanfiction Italia' per avermi permesso di partecipare a questo Contest; ringrazio colei che mi ha scritto la traccia ovvero @visbs88; ed infine ringrazio la mia fedele amica che mi ha sostenuto, Federica, la mia beta. Infatti senza di lei non sarei riuscita a scrivere niente tanto meno pubblicare qualcosa di finito! Quindi grazie veramente!
Penso di aver detto tutto. Mi scuso per eventuali errori che provvederò piano piano in quel caso a modificare.
Grazie per chi leggerà, e per chi recensirà.
Bac,i Baci.



P.s. Per chi fosse interessato il cocktail "Blood Mary" è un corposo cocktail speziato dal colore rosso sangue, molto popolare e a base alcolica di vodka, la sua particolarità consiste nel miscelare a quest'ultima succo di verdure, spezie varie e salse piccanti. Bloody Mary era il soprannome della Regina Maria I Tudor, sovrana d'Inghilterra, detta bloody, "sanguinaria" poiché, nel XIV secolo, fece giustiziare circa 300 suoi oppositori religiosi.

Qui potete trovare il vsetito che indossava Ayame, spero che la descrizione combacia:  https://ae01.alicdn.com/kf/HTB11HTfJVXXXXbnXVXXq6xXFXXX1/Real-Photo-Sexy-Women-font-b-Christmas-b-font-font-b-dress-b-font-costumes-Santa.jpg
      
 
      
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
  
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